Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 247 del 4 novembre 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 247/X - Approvazione del procedimento per l'affidamento della futura gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent. Delega alla Giunta per la trattativa privata con la SITAV S.p.a.

Deliberazione - Il Consiglio

Richiamata la deliberazione del Consiglio regionale n. 74/X del 26 luglio 1993 con la quale si stabiliva di riprendere il procedi­mento per il rinnovo della concessione del Casinò di Saint?Vincent dal momento precedente alla preselezione del 7 giugno 1991 invitando le ditte già ammesse alla selezione a presentare una documentazione integrativa;

Richiamata, inoltre, la deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X del 26 luglio 1993 con la quale si nominava la Commissio­ne per la valutazione dei documenti e per la formulazione della proposta di preselezione per l'affidamento della futura gestione della Casa da gioco di Saint?Vincent;

Atteso che entro la data prestabilita del 10 settembre 1993 solo due società, la FINOPER S.p.A. e la SITAV S.p.A., hanno fatto pervenire la documentazione richiesta con lettera del 29 luglio 1993;

Atteso, inoltre, che la apposita Commissione ha esaminato la suddetta documentazione prodotta dalle due società, trasmet­tendo alla Giunta regionale, al Presidente del Consiglio regio­nale ed alla IV Commissione consiliare permanente la propria relazione tecnico?valutativa, sottoscritta da tutti i suoi membri, che viene allegata e che costituisce parte integrante del presen­te atto;

Considerato che, la relazione della apposita commissione così conclude, in merito alla preselezione: "La Commissione, a con­clusione dell'esame condotto, rileva che a rigore, né la SITAV S.p.A. né la FINOPER S.p.A. hanno dimostrato, attraverso la produzione di una documentazione totalmente esaustiva, di possedere integralmente i requisiti richiesti. Tuttavia, sulla ba­se di una valutazione complessiva della documentazione stessa, la Commissione è del parere che la S.p.A. SITAV abbia positi­vamente superato la preselezione e possa quindi essere am­messa alla trattativa per l'eventuale affidamento della gestione della Casa da gioco di Saint-­Vincent. Detta Società ha infatti dimostrato di possedere i requisiti fondamentali richiesti dal Consiglio regionale, incorrendo solo in alcune lacune di caratte­re documentale su punti particolari e che, oltre tutto, sono su­scettibili di essere rimediate nel corso della trattativa.

Altrettanto non può invece dirsi, secondo la Commissione, per la S.p.A. FINOPER. Questa Società non ha infatti soddisfatto alcuni dei requisiti più rilevanti e qualificanti, quelli cioè atti­nenti sia alla capacità patrimoniale occorrente a garantire in modo pieno l'avvio e lo svolgimento dell'attività di gestione della Casa da gioco, che al possesso delle disponibilità finan­ziarie indispensabili in vista degli investimenti di sviluppo.

Ad avviso della Commissione si tratta di carenze strutturali che renderebbero inidonea la FINOPER alla gestione della Ca­sa da gioco di Saint?Vincent e che quindi impongono di ritenere che tale Società non abbia superato la preselezione";

Ritenuto, pertanto, che, sulla base delle risultanze derivanti dall'esame della documentazione delle due Società, solo la SI­TAV S.p.A. ha superato la fase di preselezione disposta con de­liberazione del Consiglio regionale n. 2265/IX del 7 giugno 1991, e può, pertanto, essere ammessa alla trattativa privata per l'eventuale affidamento della gestione della Casa da gioco di Saint?Vincent;

Visto i pareri favorevoli rilasciati dal Capo di Gabinetto e dal Dirigente del Servizio affari generali e legali della Presidenza della Giunta regionale, ai sensi del combinato disposto dall'ar­ticolo 72 della legge regionale n. 3/1956 e successive modifica­zioni e dall'articolo 21 della legge regionale n. 18/l980 e succes­sive modificazioni, in ordine alla legittimità della presente pro­posta di deliberazione;

Visto il parere della IV Commissione consiliare permanente;

Delibera

a) di prendere atto delle risultanze della valutazione effettuata, sulla base dei documenti pervenuti, dall'apposita Commissione istituita con deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X del 26 luglio 1993, il cui rapporto conclusivo è allegato e costituisce parte integrante del presente atto;

b) di stabilire che, sulla base delle risultanze di cui al punto precedente, la sola società SITAV S.p.A. può, pertanto, essere ammessa alla trattativa prevista per l'eventuale affidamento della gestione della Casa da gioco di Saint?Vincent;

c) di delegare, conseguentemente, la Giunta regionale ad avvia­re la trattativa privata con la società SITAV S.p.A. per il rinno­vo della concessione, acquisendo, nel contempo, ulteriori ele­menti che colmino le lacune di carattere documentale eviden­ziate dalla Commissione speciale in ordine, in particolare, ai requisiti di cui ai punti 2) e 4) dell'avviso di preselezione;

d) di precisare che la trattativa dovrà essere finalizzata al con­seguimento, in particolare dei seguenti risultati:

1 ? una convenzione la cui scadenza non superi la data del 31 dicembre 1999;

2 ? una clausola che consenta alla Regione l'acquisizione, entro i primi 18 mesi dalla sottoscrizione della Convenzione, dei beni ritenuti dalla Regione stessa funzionali all'attività della Casa da gioco;

3 ? il controllo della Regione sugli aspetti societari, patrimoniali e gestionali della Società concessionaria;

4 ? la partecipazione della concessionaria agli oneri necessari per la valorizzazione della Casa da gioco e per l'adeguamento delle relative infrastrutture accessorie e funzionali;

5 ? l'eliminazione dei contenuti dell'articolo 13 dell'attuale con­venzione;

e) di richiedere alla SITAV S.p.A. che, a garanzia della posizio­ne regionale, qualora il risultato della trattativa dovesse avere esito positivo, tutti benefici economici derivanti alla Regione dalla nuova concessione siano assunti retroattivamente a par­tire dall'8 febbraio 1992;

f) di rinviare, in caso di esito positivo della trattativa privata, a successivo provvedimento l'approvazione del contratto di con­cessione alla Società SITAV S.p.A. della gestione della Casa da gioco di Saint?Vincent;

g) di dare atto che la presente deliberazione non è soggetta al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta, in quanto non compresa nelle categorie indicate nell'articolo 1 del decreto legislativo 13 febbraio 1993, n. 40 e di darne esecuzione.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - Il s'agit aujourd'hui de reprendre le problème du renouvellement de la convention pour la gestion de la Maison de jeux de Saint-Vincent, en partant de la situation dans laquelle nous nous étions trouvés au mois de juillet, lorsque nous avions pris certaines décisions et lorsqu'on avait réaffirmé une volonté politique précise et définie, à savoir la définition dans le délai le plus bref de ce problème du renouvellement de la gestion de la Maison de jeux de Saint-Vincent.

Ceci, en raison de l'importance que ce même problème revêt, et sur le plan de l'autonomie financière de notre Région, et en considérant ses conséquences sur le plan de l'emploi, et sur le plan de l'essor touristique de la Vallée.

Nous étions dans une phase qui représentait la suite d'événements précédents, donc dans une phase de prorogation de la gestion de la Maison de jeux expirant le 31 décembre prochain; ne voulant pas proroger ultérieurement cette gestion. Au mois de juillet dernier nous avons repris le dossier sur la base de la sentence du Conseil d'Etat.

Pour sortir d'une impasse et faire ainsi un pas en avant, en dépassant cette phase de la présélection, nous avons réouvert les termes de présentation de la documentation, prouvant l'existence des conditions requises par l'avis public de juillet 1991, avec l'indication des éléments démontrant ces mêmes conditions.

Nous avons également nommé une commission spéciale à composition mixte des experts, des représentants du Conseil de majorité et d'opposition, et du Gouvernement; commission chargée d'évaluer la documentation présentée et de formuler la proposition de présélection.

Dans les délais établis, deux sociétés ont déposé leur candidature, pour être admises à la négociation avec la Région.

La documentation qui a été présentée à la Présidence du Gouvernement a été aussitôt transmise à la Présidence du Conseil. La commission spéciale a rempli ces fonctions et transmis son rapport. Ce rapport a été envoyé au Président du Conseil, au Président de la IV Commission et à tous les membres de la même commission. Pour permettre au plus tôt son examen ce rapport a même été envoyé dans sa version provisoire.

La commission spéciale a aussi présenté son rapport, comme prévu par la délibération du Conseil, au Gouvernement et à la IV Commission.

Nous avons donc voulu, compte tenu de l'importance du problème, assurer les temps nécessaires de réflexion et d'analyse, en essayant de concilier urgence dans la définition du problème, et nécessité de son approfondissement.

Il n'y a donc pas eu d'inscription avec procédure d'urgence pour discuter de ce problème; il y a eu, par contre, convocation d'un Conseil extraordinaire, d'une réunion spécifique afin de pouvoir au mieux examiner la question.

Nous croyons que désormais le temps presse et que l'heure d'une décision est arrivée.

Le Gouvernement, la majorité, sans aucun préjugé, mais uniquement dans l'intérêt de la Région, soumettent, donc, à l'attention du Conseil, une proposition visant à entamer la procédure négociée pour la définition de la nouvelle convention réglementant la gestion de la Maison de jeux de Saint-Vincent.

Il ne s'agit pas encore de la solution du problème; c'est un pas en avant qui nous permettra au moins d'ouvrir les pourparlers, au moins d'entamer la véritable négociation et ainsi d'aborder la substance du problème de la question, à savoir les clauses et les conditions de la convention.

Par ailleurs, n'étant pas assurés au préalable de l'issue de cette négociation, le Gouvernement et la majorité soumettront également à l'approbation du Conseil un projet de loi permettant la gestion directe du Casino par le biais d'un commissaire, et ce pour combler un vide juridique existant et pour assurer, en cas de résultat négatif de la négociation, la continuité de la gestion de la Maison de jeux de Saint-Vincent.

Le Gouvernement, la majorité, prenant donc acte des résultats de l'évaluation effectuée sur la base des documents déposés par la commission spéciale, dont le rapport final a été distribué avec la convocation, propose au Conseil que seule la société SITAV soit admise aux pourparlers en vue de l'attribution de la Maison de jeux de Saint-Vincent, et que, par conséquent, une délégation soit donnée au Gouvernement, afin d'entreprendre les pourparlers avec cette même société en vue du renouvellement de la concession.

En même temps il devra être procédé à l'acquisition des éléments ultérieurs susceptibles de combler les lacunes soulignées par la commission spéciale du point de vue des documents concernant, notamment, les conditions requises aux points 2 et 4 de l'avis de présélection.

Par ailleurs, il est précisé que les pourparlers devront viser notamment la réalisation des objectifs suivants: tout d'abord une convention de courte durée, expirant avant le 31 décembre 1999; la prévision d'une clause permettant à la Région d'acquérir dans les 18 mois suivants la signature de la convention les biens jugés par la Région utiles à l'activité de la Maison de jeux et, donc, sortir également de cette limite de propriété qui encore aujourd'hui conditionne le déroulement de tous les pourparlers.

Ensuite, le contrôle de la Région sur les aspects sociétaires, patrimoniaux et gestionnaires de la société concessionnaire; le concours de ladite société aux frais nécessaires à la mise en valeur de la Maison de jeux et à la modernisation des infrastructures collatérales y afférentes; l'élimination du contenu de l'article 13 de la convention actuelle.

De plus, à titre de garantie de la position régionale, il est également demandé à la SITAV que, au cas où les pourparlers aboutiraient à un résultat positif, tous les avantages économiques dérivant à la Région de la nouvelle convention aient un effet rétroactif, à compter du 8 février 1992; au cas où les pourparlers aboutiraient à un résultat positif, l'approbation du contrat de concession de la gestion de la Maison de jeux de Saint-Vincent à la société SITAV sera reportée à une délibération ultérieure, qui sera également soumise à l'approbation de cette assemblée.

Presidente - É aperta la discussione generale. Ha chiesto la parola il Con­sigliere Florio.

Florio (VA) - In quest'aula c'è sempre molta attesa quando si discute della Casa da gioco, e credo che anche oggi accada questo, anche se si tratta di una attesa assai meno giustificata che nel passato, di fronte alla decisione che dobbiamo assumere qui.

Forse c'è anche una maggiore semplicità e sincerità nella di­scussione, almeno spero che così accada perché molti di coloro che sedevano qui dentro, che con SITAV per tanti anni avevano avuto questioni, che per tante volte erano stati chiamati anche a rispondere di questo, sono stati per forza portati al "cimitero degli elefanti"; cimitero, nel senso che sono stati ritirati, ed ele­fanti, perché si sono dimostrati molti ingombranti.

La deliberazione che oggi viene proposta costituisce ormai un atto dovuto, al quale il Consiglio regionale giunge, non per caso e senza riflessione, ma, piuttosto, con conoscenza di causa e quale ultima decisione da assumere, facente parte - come ha detto il Presidente poco fa - di un percorso a suo tempo scelto e ben definito.

Dico subito che voteremo questa deliberazione, e per capire compiutamente il senso e le motivazioni di tale decisione credo che si debba riandare alla relazione del Presidente ed alla velo­ce cronistoria che ha fatto.

Di quella cronistoria vorrei sottolineare solo un fatto: questo Consiglio regionale ha votato a suo tempo (mi sembra di ricor­dare all'unanimità) una commissione speciale, per venire in­contro ad una delle principali motivazioni dell'accoglimento del ricorso FINOPER; commissione che era composta da tecnici e da politici facenti parti sia della maggioranza che della opposi­zione, con la significativa presenza del Presidente della Giunta.

Si è trattato di una commissione che vorrei definire pesante, significativa, non una commissione così e così; una commissio­ne che aveva il compito di esaminare la documentazione inte­grativa e di fornire una risposta conclusiva, sulla base delle indicazioni assai minuziose contenute nella delibera con cui si decise di richiedere chiarimenti.

É evidente che la decisione di nominare quella commissione costituiva un tassello preciso di una procedura più complessa, esplicita, che si voleva comunque condurre a termine.

Le risposte che sono pervenute sono state solo due: SITAV e FINOPER. E il problema allora si sposta sul risultato dei lavori di quella commissione.

La commissione tecnico-politica si è espressa all'unanimità, ri­tenendo che SITAV abbia positivamente superato la presele­zione e possa quindi essere ammessa alla trattativa per l'eventuale affidamento della gestione della Casa da gioco.

La stessa cosa non è detta per FINOPER. Sottolineo il fatto che queste affermazioni non sono fatte dalla maggioranza o dalla Giunta, ma dalla commissione tecnico-politica, alla quale era stato demandato l'incarico di valutare la congruità della docu­mentazione integrativa richiesta.

Questa è la situazione attuale, ed è da qui che si deve partire. Di essa, è indispensabile tenerne conto, per assumere tutte le decisioni a seguire. Non è possibile, a questo punto, cambiare strada; sarebbe, questa sì, una soluzione suicida.

Ci sono alcuni aspetti della deliberazione che ci viene proposta che sono da valutare con attenzione, così come alcune delle considerazioni che ci si scambia, anche al di fuori dell'aula, fra consiglieri di maggioranza o fra consiglieri di maggioranza e di opposizione.

La prima considerazione riguarda la distinzione che è necessa­rio fare fra trasparenza ed affidabilità. Ovviamente, questi due concetti, non esprimono la stessa cosa: si riferiscono ad aspetti assai diversi fra loro. Per quanto riguarda la trasparenza, SI­TAV ha fornito tutte le notizie che abbiamo richiesto.

La com­missione ha esaminato quella documentazione sulla base delle indicazioni contenute nella delibera del Consiglio, ed ha detto che SITAV, traendo delle conclusioni sulla base di una valuta­zione complessiva, possiede i requisiti richiesti. Sul versante dell'affidabilità, non abbiamo difficoltà a dire, qui, oggi, che, oltre a quanto detto dalla commissione, continuiamo a mante­nere fondati dubbi sull'affidabilità SITAV.

Lo abbiamo detto tutti gli anni scorsi, in tutte le vicende passate, e lo diciamo an­cora oggi. Conosciamo, almeno in parte, i problemi dell'aziona­riato SITAV; abbiamo notizie dei veti incrociati all'interno di quel consiglio di amministrazione, sappiamo dell'esistenza di un patto di sindacato del quale non conosciamo i contenuti, siamo a conoscenza del sequestro di consistenti quote di azioni, dubitiamo anche di chi sia effettivamente proprietario della maggioranza relativa del capitale azionario.

Riteniamo però che oggi non ci siano elementi sufficienti, di fronte al parere espresso all'unanimità dalla commissione, per non assumere la decisione che ci viene indicata da questa deliberazione.

In caso contrario, siamo convinti, forniremmo certamente una formidabile occasione a SITAV per ricorrere e per ottenere ra­gione con estrema facilità.

La decisione che è indicata in questa proposta di deliberazione deve essere assunta perché, nella sostanza, fa parte di una precisa procedura seguita fino ad oggi e che conduce necessa­riamente a ciò: a questo Consiglio regionale non è lasciato nes­sun margine di manovra.

Secondo aspetto, la trattativa privata. La soluzione della trattativa privata non ci piace ora, così come non ci è mai piaciuta nel pas-sato. Se fosse stato per noi, il Consiglio regionale non si troverebbe, oggi, a doversi esprimere su questa proposta della Giunta.

Avremmo preferito di gran lunga farne un'altra, molto diversa; questo lo stiamo dicendo da anni, oserei dire da sem­pre. Ma per affrontare seriamente e concretamente un proble­ma am-ministrativo di tale importanza, è indispensabile avere ben chiari gli obiettivi che si vogliono perseguire. Crediamo di averli avuti nel passato e crediamo di averli ancora oggi, non li abbiamo modificati.

Ricordo che già nella seduta del 10 gennaio 1992, allorquando si ammise alla trattativa solo SITAV e si delegò la Giunta re­gionale per la trattativa privata, il Consigliere Riccarand, fra altri punti, con una serie di emendamenti, ne proponeva tre di fondamentali: 1. la stipula di una convenzione con durata breve (propose allora 6 anni);

2. l'esigenza urgente di rompere l'accerchiamento delle proprie­tà regionali;

3. la necessità di regolamentare le assunzioni del personale.

Tutta quell'azione era finalizzata alla rottura del monopolio SITAV, per consentire finalmente alla Regione di avviare una vera e propria gara a livello europeo. Eravamo convinti allora, e lo siamo ancora oggi, che questi devono essere gli obiettivi strategici sul problema della Casa da gioco. Ogni altra soluzio­ne, che non affronti di petto tali questioni, costituisce un grave e pericoloso (e forse anche sospetto) rinvio, che gioca solo a fa­vore di SITAV.

Terzo punto, aprire la trattativa con SITAV non significa rag­giungere un accordo con la stessa. L'una cosa non è la necessa­ria conseguenza dell'altra. Non è per nulla certo che la trattati­va si concluda positivamente. Vi sono anzi fondati dubbi sulla possibilità di chiudere positivamente questa trattativa, per i semplici motivi che dirò in seguito.

Quarto punto, i contenuti della convenzione. Se si giungerà alla stipula di una convenzione con SITAV, questa dovrà contenere le indicazioni riportate nella delibera oggi proposta. Vi sono in quella delibera dei punti fermi, che dovranno essere il presup­posto per realizzare una positiva novità nella lunga e comples­sa vicenda, che sin dall'inizio della Casa da gioco ha segnato molto negativamente i rapporti di questa con la Regione.

Introducendo quegli elementi nella convenzione, si romperebbe finalmente il monopolio di SITAV sul Casinò.

Nel caso in cui si giunga ad un sostanziale nulla di fatto, e ri­cordo qui che le condizioni riportate nella delibera (oggi in di­scussione) costituiscono per noi un limite invalicabile, rimarrà solo la soluzione del commissariamento, per la cui predisposi­zione bisogna accelerare i tempi di elaborazione e di approva­zione del testo di legge in tempo utile per poter procedere con la gestione commissariale a partire dal primo gennaio 1994.

Nel caso auspicabile, invece, in cui si giunga ad una soluzione positiva, avremmo finalmente fatto un deciso passo in avanti affinché, alla data del 31 dicembre 1999, il nuovo Consiglio re­gionale possa recuperare il controllo pieno di tutte le fonda­mentali strutture necessarie per la conduzione e gestione e per la vita stessa della Casa da gioco; indire una vera e propria ga­ra, con tutte le ditte che vogliono partecipare, poste su di un piano di assoluta parità, senza sostanziali condizioni privilegia­te per nessuno e, quindi, finalmente con un vero potere di go­verno del nuovo affidamento da parte dell'ente Regione.

Un'ultima serie di considerazioni sulla delega alla Giunta per la trattativa. Può apparire questa una scelta bloccata: la Giunta regionale avoca tutto a sé, decide tutto da sola. Un'altra soluzione avrebbe potuto essere quella della nomina di una commissione apposita, nella quale poi ogni forza politica, sia di maggioranza che di opposizione, avrebbe voluto e forse anche dovuto legittimamente essere rappresentata; poi si sarebbe do­vuto ricominciare per la piena conoscenza della questione ecce­tera eccetera. Credo invece che la soluzione proposta sia fon­damentalmente giusta: riconosce all'esecutivo il compito di dare corpo e gambe alle indicazioni date dal Consiglio regionale. Si tratta di riconoscere alla Giunta le sue essenziali funzioni.

Importante è qui, piuttosto - e ci si deve richiamare all'esecu­tivo, al Presidente -, che ci sia un preciso impegno a che si mantengano con il Consiglio, attraverso la IV Commissione, continui momenti di verifica che seguano passo per passo, con­tenuto per contenuto, difficoltà per difficoltà, tutta la trattativa e i suoi risultati.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - Sarei subito tentato di dare alcune risposte di tipo politico al Consigliere Florio su alcune considerazioni che ha fatto. E che sono state fatte anche perché non conosce sufficientemente la documentazione che è stata presentata dalle due società; quindi, non ha potuto fare una valutazione specifica.

Il mio intervento lo articolerò in due momenti essenziali: un primo, di tipo tecnico, affinché tutti i consiglieri presenti in quest'aula vengano a conoscenza di alcune riflessioni e valuta­zioni personali; un secondo, di tipo politico, che vorrà mettere in evidenza la contraddittorietà della scelta della Giunta regio­nale in merito alla questione del rinnovo della concessione della gestione della Casa da gioco.

Il primo punto che mi sembra doveroso portare a conoscenza di questo Consiglio è la superficialità della disamina della com­missione specifica, di quella commissione tecnico-politica di cui ha parlato poco fa Florio. Perché superficialità della disamina? Per il semplice fatto che questa commissione era sì composta da tre personaggi politici nominati all'interno di codesta assem­blea, da tre esperti, tre professori; però, i momenti di valuta­zione si fondavano su presupposti statici e non dinamici.

Mi spiego. La valutazione che è stata fatta da questa commissione si basa esclusivamente su un malloppo di documenti, che sono stati forniti nel mese di luglio alla Giunta e che poi sono stati consegnati per l'esame alla specifica commissione; ma nessuno di questi componenti all'interno della commissione ha valutato in maniera concreta l'evolversi della vicenda dal giugno 1991, cioè da quando si è innestata questa procedura.

É come dare una valutazione guardando una fotografia oppure visionando un film: il risultato mi sembra sia completamente diverso. Quindi una valutazione molto statica, molto formalistica, molto documentale, ma molto poco sostanziale. Infatti, il risultato che abbiamo dal rapporto conclusivo fornitoci dalla commissione "ad hoc" è una dimostrazione esclusivamente documentale, an­che se, tuttavia, ci sono numerosi punti oscuri, numerose per­plessità, numerosi dubbi, che non sono mai stati chiariti.

Questo è dovuto essenzialmente alla frettolosità con la quale a luglio siamo stati chiamati noi consiglieri, noi nuovi consiglieri soprattutto, a dover decidere su una delibera che ci è stata pro­posta dal Presidente della Giunta, la famosa delibera di Giunta che porta la data del 19 luglio e che è stata approvata dal Con­siglio nella seduta del 26 luglio, ed alla relativa tranquillità che si è invece verificata dopo l'esame della commissione.

Voglio solo ricordare che la commissione ha terminato il suo esame il 25 settembre; il 2 ottobre, noi della IV Commissione, abbiamo avuto un incontro con i professori e i componenti politici della commissione "ad hoc". Dal 2 ottobre al 28 ottobre: silenzio, non si è più parlato di Casinò, se non nelle stanze della maggioran­za per mettersi d'accordo sulle scelte politiche da compiere, ignorando completamente gli spunti che potevano provenire dai nuovi consiglieri di minoranza.

Qui, un rammarico e un rimprovero che faccio anzitutto al Presidente della IV Commissione per non averla mai convoca­ta, o perlomeno per averla sottovalutata, per aver soffocato il suo ruolo.

So che c'erano delle differenze, rispetto al passato, di ruolo fra la IV Commissione di oggi in questa legislatura e la IV Com­missione della legislatura passata; comunque, dai rappresen­tanti di questa commissione sarebbero potuti nascere degli spunti significativi che magari avrebbero portato una migliore armonia di dialogo anche all'interno di questa aula.

Ci sono ancora delle piccole rimostranze da fornire sulla com­posizione della commissione. Sì, la commissione è stata scelta in quest'aula; sì, l'abbiamo votata tutti quanti; ma nessuno di noi ha delegato un funzionario della Giunta regionale a presie­dere questa commissione. Perlomeno, la Lega Nord ha delegato Dino Viérin, Presidente della Giunta regionale, a presiederla.

É una questione così importante, dove si parla di 200 miliardi o più di fatturato all'anno, per la quale non si può delegare un funzionario.

Quindi mi sembra che la volontà del Consiglio in questo punto sia stata completamente travisata; non so gli altri consiglieri della maggioranza come possano accettare supinamente questa volontà della Presidenza della Giunta; noi, comunque, la con­testiamo.

Le valutazioni della commissione "ad hoc" vedo che sono recepi­te nell'atto che oggi ci propone la Giunta, fanno parte integran­te della premessa sulla quale dobbiamo poi esprimerci; vorrei ricordare che la commissione tecnico-politica ha fornito un tracciato, ci ha indicato un percorso, non è che questo Consiglio debba accettare per intero quanto ha detto la commissione.

La concessione è un provvedimento amministrativo a forte conte­nuto politico, quindi prevale la volontà di questa assemblea ri­spetto a quello che ci hanno detto questi eminenti professori.

Passo all'analisi di tali requisiti, specie alcuni di essi, che han­no creato forti dubbi e forti perplessità e che lasciano delle zone d'ombra.

Quanto al requisito uno, il capitale sociale, mi sembra che non ci siano problemi: 16,5 miliardi per la SITAV, 60 miliardi per la FINOPER, e la commissione "ad hoc" ha ritenuto che entrambe le società hanno dimostrato di possedere un capitale decisa­mente superiore al limite stabilito dal bando di delibera, fissato in 10 miliardi. Quindi non ci sono problemi.

I grossi problemi sono nel secondo requisito: trasparenza ed af­fidabilità dell'azionariato. Certo, caro Florio, siamo coscienti pienamente che trasparenza voglia dire una cosa, affidabilità ne voglia dire completamente un'altra, però, su entrambi questi requisiti, ci sono gravi lacune. Anzitutto, bisogna ricordare che il gioco di azzardo costituisce pur sempre una deroga al codice penale, una deroga che è tollerata dallo Stato italiano, ma non è ancora regolamentata pienamente.

Ci sono delle indicazioni legislative che ci sono state fornite anche nei vari pareri dai consulenti che sono stati interpellati e dalla Giunta regionale e dalla IV Commissione (quando aveva ancora il potere di dire la sua), e ci sono delle direttive comunitarie che stanno creando un percorso. Il principale requisito che si chiede è l'identità soggettiva della persona giuridica o fisica che sia, con la quale l'ente pubblico va a trattare; tutti gli altri sono in subordine.

Dai documenti non mi sembra che SITAV abbia dimostrato né trasparenza né affidabilità, e vi dimostrerò il perché. É un re­quisito fondamentale che già nel recente passato, nella proce­dura avviata dalla Giunta Bondaz si arenò, perché mancava. La stessa Giunta Lanivi, dopo aver richiesto ripetutamente di ottenere documentazione adeguata a dimostrare trasparenza ed affidabilità della SITAV, dichiarava, con la delibera 34 del 13 novembre 1992, di considerare la risposta fornita dalla SI­TAV in data 30 ottobre 1992 insufficiente, e comunque non idonea allo stato, ai fini della valutazione suddetta.

Di conse­guenza, la Giunta Lanivi deliberava di interrompere ogni trattativa privata con SITAV, non avendo potuto ottemperare alla direttiva emessa dal Consiglio regionale il 10 gennaio 1992, ritenendo necessario di effettuare ulteriori controlli sulla trasparenza e sulla affidabilità dell'azionariato. In poche paro­le, la precondizione che era stata fissata dal Consiglio non ave­va ancora trovato alcun risultato concreto.

Ma la cosa importante è anche che la delibera della Giunta Lanivi non è mai stata impugnata in via amministrativa da SITAV, e neppure è più impugnabile, perché è scaduto il ter­mine previsto dalla legge.

Allora mi chiedo come possono questi componenti della commissione tecnica aver constatato l'esi­stenza del requisito il 15 luglio 1991. É una domanda che ho posto ai professori durante l'incontro del 2 ottobre, ma mi han­no risposto: "Noi abbiamo basato la nostra valutazione sui do­cumenti che ci sono stati consegnati". E già questa è una rispo­sta sintomatica.

Sull'argomento si può anche consultare il parere che è stato fornito dall'avvocato Andrea Comba al Consiglio regionale del 5 febbraio 1993; parere richiesto dal Consigliere Chenuil, che era allora Pre-sidente della IV Commissione, parere che è straordi­nariamente in contrasto con quanto dicono gli esperti in questa occasione.

Quindi c'è questo primo grande scoglio invalicabile; mi chiedo come la commissione abbia potuto dimostrare la tra­sparenza e l'affidabilità dell'azionariato alla data convenzionale del 15 luglio 1991. É impossibile e penso che - con un briciolo di buon senso e un po' di logica - ci arriviate tutti.

In aggiunta, per ritornare alle indicazioni legislative di cui vi dicevo prima, il disegno di legge sui casinò in preparazione al Parlamento prevede che non possano essere date concessioni di gestione a società che abbiano, fra i loro soci, persona condan­nata per reati compiuti nella gestione di casinò in Europa.

É la proposta di legge 242 del febbraio 1993 - spero che la Giunta ne sia a conoscenza - e che reca titolo: "Regolamentazione dell'esercizio delle Case da gioco". In particolare, all'articolo 7 si stabilisce che per partecipare ad una gara pubblica di aggiudi­cazione, il potenziale concessionario deve dimostrare il possesso dei requisiti morali e professionali.

E inoltre si prevede l'istitu­zione di un nucleo speciale di polizia composto da personale di pubblica sicurezza, il quale ha, fra i compiti principali, quello di verificare le qualifiche e le qualità morali dei soci e degli am­ministratori delle società di gestione.

Sulla stessa lunghezza d'onda vi è una direttiva della CEE, già recepita con legge dello Stato nel 1990 - e che quindi ha validità anche sul nostro territorio - che richiede il requisito della ono­rabilità dei soci.

Ce l'hanno tutti i soci SITAV? No, non ce l'hanno tutti, e adesso vedremo perché. Perché SITAV ha, fra i suoi maggiori azionisti, Franco Chamonal, condannato per furto aggravato nei confronti della Regione autonoma Valle d'Aosta, con sentenza in terzo grado il 30 maggio scorso a 5 anni e 9 mesi.

Questo per quanto riguarda la trasparenza; per quanto riguarda invece l'affidabilità, anche alcuni manager SI­TAV hanno partecipato alla distribuzione in nero dei proventi di questi furti, che lui ha organizzato, in quanto erano titolari di quote SAISET intestate fiduciariamente ad alcune società facenti capo ad un commercialista di Saronno, che era noto per operazioni di riciclaggio di denaro sporco.

Inoltre, sempre per riallacciarci a quel progetto di legge 242 all'esame del Parlamento, la Police de jeux francese ha estro­messo Chamonal dalla gestione dei Casinò di Beaulieu e di Chamonix, in quanto ha commesso gravi irregolarità nella con­duzione dei giochi.

Penso che abbiate visto il prospetto dell'azionariato SITAV e la persona di Franco Chamonal compare chiaramente in una so­cietà, che è la VALSER.

Ma vediamo qual è il peso specifico di questo personaggio all'interno di SITAV, perché se si ragiona solo sui documenti che ci sono stati presentati, possiamo dire che il peso specifico è minimo e, in qualche maniera, ovviabile. In realtà non è così.

Purtroppo una disamina più approfondita compiuta dalla Giunta, dalla IV Commissione, da qualsiasi organismo tecnico-politico nominato dal Consiglio, comunque, senza sprecare quel prezioso tempo che è passato nel mese di ottobre, avrebbe potu­to chiarire tante domande che ancora ci poniamo.

Chamonal detiene il 25 percento delle azioni VALSER, che sono pari al 5,3 percento di SITAV, le quali sono sottoposte a seque­stro penale da un decennio. In caso di dissequestro di queste azioni VALSER - e non sembra molto lontano il tempo in cui si verrà al dissequestro, si tratta solo di vedere quando Bruno Masi potrà essere giudicato, perché il suo giudizio è stato so­speso per ragioni di salute -, è ipotizzabile che Masi e Giovan­nini cedano le proprie quote a Franco Chamonal, non certo ai gruppi milanesi di Casella e Gerini, con i quali sono stati sem­pre in lite.

Ma il grosso peso specifico Chamonal lo ha nella SFIT, perché sembra che comandi la quasi totalità del capitale SFIT. La SFIT possiede il 22,06 percento di SITAV, ed i documenti pre­sentati dalla società neppure lo citano; è ovvio, lui sembra che abbia utilizzato dei prestanome, o meglio delle società fiducia­rie, per poter mascherare la sua presenza.

Farei una piccola parentesi perché sulla base degli elementi che ho raccolto serve fare alcune riflessioni sulla vicenda SFIT. Questa vicenda inizia nella primavera del 1987, quando un tale architetto Monti per conto di Chamonal offre a tutti i soci di acquistare le loro azioni a valore nominale. In una lettera da costui inviata ai soci si fissa in 15 giorni il termine per rispon­dere all'offerta. Alla scadenza tutti i soci rispondono positiva­mente, ma l'arch. Monti non adempie agli impegni assunti.

Dopo qualche mese i soci di minoranza, che sono Santamato, Albonico, Zorli Papini e gli eredi Viganò che compaiono nelle carte che abbiamo a nostra disposizione, apprendono che i loro colleghi di maggioranza, Petetti e Melchioni, hanno venduto nel frattempo il 60 percento del capitale SFIT direttamente a Chamonal, il quale avrebbe intestato una società fiduciaria, la EVAT (Ente valorizzazione Alpe di Teglio, che è della Valtelli­na) con amministratore unico l'avv. Francesco Gelmi, di Capo Riaceo.

Nell'autunno del 1987 i soci di minoranza SFIT, San­tamato, Albonico, Zorli Papini e Viganò, citano in giudizio l'arch. Monti, chiedendo che assolva all'impegno assunto di ac­quistare le loro azioni. Ma l'avv. Marco Iani (e questo potrebbe essere un riferimento per compiere un'ulteriore indagine, ho qui l'indirizzo e il numero di telefono qualora fosse interessata la Giunta), difensore di Monti, capisce che il suo cliente corre il rischio di trovarsi con il 40 percento delle azioni SFIT, in quanto la prima parte, il 60 percento, era stato ceduto diretta­mente da Melchioni e da Petetti a Chamonal, sborsando una consistente cifra di denaro senza avere la possibilità di rivendi­ta o di influenza sulle decisioni nell'ambito di SFIT e, tanto meno, nell'ambito di SITAV.

L'avv. Iani decide di respingere la richiesta fatta dai soci di mi­noranza, e di sostenere l'alternativa che se la famosa lettera sottoscritta da Monti doveva essere considerata impegno irre­vocabile e idoneo a determinare l'acquisto, tale impegno doveva valere anche nei confronti delle azioni Melchioni e Petetti, ven­dute direttamente a Chamonal, o meglio alla sua fiduciaria, la EVAT, poco prima. In sintesi, Iani chiede che siano consegnate al suo cliente anche le quote Melchioni e Petetti e a questo sco­po procede ad istanze di sequestro.

Riesce ad ottenere il sequestro sulle azioni Melchioni e custode è l'avv. Salvatore Triffirò di Milano (anche questo è un elemen­to che può essere utile a questa indagine conoscitiva), ma non riesce nei confronti di Petetti, che le sottrae all'azione cautela­re. Iani ricorre perfino in cassazione ma senza esito.

La causa fra l'arch. Monti e gli azionisti SFIT prosegue e, im­provvisamente, nel 1992 Santamato e Albonico dichiarano di voler rinunciare all'azione.

La dichiarazione di rinuncia viene presentata da uno studio legale notoriamente collegato con l'avv. Gelmi e questo, in particolare, conferma la notizia che Santamato e Albonico avrebbero venduto a Chamonal, che così sarebbe passato a controllare oltre l'80 percento del capitale SFIT.

Successivamente si apprende che anche Zorli Papini avrebbe venduto a Giovanni Cotta, già alleato con Chamonal; Zorli Papini smentisce, ma Giovanni Cotta, con l'ausilio dell'avv. Gelmi, procede al sequestro delle azioni.

Attualmente l'arch. Monti sta proseguendo nella sua azione le­gale contro Chamonal, ormai convinto che, se riuscisse a vince­re la causa, si troverebbe in possesso di un pacchetto azionario SITAV pari al 22 percento, pacchetto in grado di incidere sulla maggioranza degli azionisti e quindi vendibile a peso d'oro.

La vertenza civile pende innanzi alla VIII Sezione del Tribuna­le civile di Milano. Mi sembra anche questo importante per ve­rificare attentamente e puntualmente quello che ora sto dicen­do.

Sono più che noti i contrasti di interessi fra SFIT e SITAV; si veda ad esempio la recente assemblea del 16 luglio scorso, dove la SFIT ha chiesto la messa in liquidazione di SITAV.

Tutta la vicenda SFIT è diffusamente conosciuta in Valle d'Aosta, ma la relazione dei commissari non ne fa alcun cenno e la documentazione fornita ad integrazione del requisito 2 fa sparire ogni traccia della vicenda, includendo fra gli azionisti SFIT coloro che hanno già venduto a Chamonal (i fratelli Mel­chioni) e a società a responsabilità limitata che sono la INIFIL e la SAN BABILA S.r.l., che devono essere necessariamente intestatarie e fiduciarie di Chamonal. Infatti, queste società, così come la EVAT, hanno sede in Valtellina, ed i detentori delle quote non hanno la fama di essere possessori di grandi ri­sorse patrimoniali; in particolare il sig. Locatelli, che compare nei documenti, è un ex funzionario della Camera di commercio ed assieme a lui compaiono i suoi due figli.

Quindi mi sembra che qui la Regione abbia il potere-dovere di indagare, verifi­cando i fatti esposti presso gli avvocati che ho citato. Appare evidente che se l'Amministrazione regionale si accontentasse della superficiale disamina della commissione speciale, come dicevo prima, o anche della disinvolta documentazione che è stata fornita da SITAV in questa occasione, tale punto potrebbe costituire in un futuro molto prossimo un elemento di ricorsi in via amministrativa o addirittura di verifiche da parte della magistratura penale.

In SFIT compare addirittura un socio defunto, Virginia Petetti; altro indice dell'oscurità della composizione societaria. La don­na è deceduta nel 1989; nel 1991 compariva nell'assetto socie­tario insieme ai suoi eredi, nel 1993 gli eredi sono scomparsi e rimane lei. Mi chiedo se la morte sia o no causa ostativa all'esercizio del diritto di voto.

Ma chiudo questa vicenda SFIT. Chamonal ha tuttavia intrec­ciato altri rapporti con soggetti all'interno di SITAV per creare quella che è la scalata all'interno del capitale azionario. Anzi­tutto SFIT possiede il 2,18 percento della GRANDE UFFICIA­LE RIVELLA, e queste azioni provengono dall'eredità di Cotta. La SFIT è una finanziaria che fa capo al conte Zorli di Bagna­cavallo e non era mai stata azionista degli eredi Rivella, anzi era sempre stata in contrasto con i medesimi.

Bruno Masi per anni aveva mediato questi contrasti fra il gruppo di Milano fa­cente capo a Zorli e i gruppi di Torino, divisi fra loro nella con­trapposizione fra i fratelli De Giovanni e gli eredi Cotta, e in mezzo stanno le signore Elisabetta Milano e Rossi Borzone. Quindi anche questa presenza del 2,18 percento nella GRAN­DE UFFICIALE RIVELLA costituisce un elemento di ulteriore quota posseduta da SFIT.

Chamonal sembra che controlli, o forse ha addirittura acquista­to, buona parte delle azioni della famiglia Cotta, equivalenti a quasi l'8,5 percento delle azioni SITAV. Nella documentazione fornita da SITAV sono comprese tre istanze di sequestro e i relativi decreti sono concessi dal tribunale.

Le istanze sono state promosse in due casi da Giovanni Cotta nei confronti della sig.ra Zorli Papini, per ottenere il sequestro di circa 910mila azioni SITAV e di 139mila azioni SFIT, e in un caso dalla contessa Barsanti Cotta nei confronti della sig.ra Armosi­no, per ottenere il sequestro di 116mila azioni SITAV. In tutti e tre i casi il Tribunale di Monza per Giovanni Cotta e quello di Milano per la Barsanti Cotta hanno concesso il sequestro. Ma qual è l'elemento importante di questa vicenda: il fatto che tutte e tre le istanze siano state presentate dall'avv. Gelmi per conto degli interessati.

L'avvocato che è amministratore unico di EVAT S.r.l., già intestataria di quel 60 percento famoso delle azioni SFIT, è il professionista che dal 1987 assiste Chamonal nella vicenda SFIT. Il fatto che l'avv. Gelmi assista anche la famiglia Cotta è la dimostrazione documentale dell'accordo in­tervenuto fra codesta famiglia e Chamonal, o forse addirittura della intervenuta vendita di azioni fra i due soggetti.

Ultimo punto, sempre per valutare il peso specifico di Chamo­nal all'interno dell'azionariato SITAV, è che sembra che con­trolli, tramite Giovanni Cotta e il suo avvocato Gelmi, le azioni della famiglia Zorli Papini, pari a circa il 5,50 percento di SI­TAV.

In conclusione, qual è il riassunto schematico che si può dare dell'azionariato SITAV?

Esistono due grossi gruppi contrapposti: da un lato, gli eredi della GRANDE UFFICIALE RIVELLA più UNIFIDE, che as­sommano il 38,8 percento del capitale sociale, dall'altro, SFIT più gli eredi Cotta, più le azioni vendute da Zorli Papini, che più o meno assommano al 36 percento di SITAV. Fra loro c'è il 21,21 percento di VALSER, che sono le quote sequestrate, e po­co più di un 3 percento della sig.ra Milano.

A questo punto appare evidente che il futuro di SITAV dipende totalmente dalla sorte di VALSER, le cui quote sono ancora sotto sequestro. Riassumendo, la posizione societaria di Cha­monal all'interno di SITAV potrebbe essere la seguente: il 25 percento di VALSER, che equivale al 5,30 percento, la totalità del capitale SFIT pari al 22,6 percento, le azioni della famiglia Cotta pari all'8,5 percento, le azioni della famiglia Zorli Papini pari al 5,50 percento, per un totale del 41 percento. In caso di dissequestro delle azioni VALSER è più facile che Masi e Gio­vannini cedano a Chamonal le proprie quote piuttosto che al gruppo rappresentato da Casella e Gerini.

É evidente che si potrebbe arrivare alla situazione paradossale che un pregiudi­cato abbia il controllo della maggioranza assoluta di SITAV e la Regione vada a trattare con questa persona.

Chiudo la parentesi sulla trasparenza dell'azionariato, per aprire quella sulla affidabilità, sempre da un punto di vista tecnico. Lo Statuto SITAV prescrive che ogni delibera assem­bleare debba essere approvata con la maggioranza rappresen­tata da una quota di capitale pari ad almeno il 51 percento.

Data la notoria litigiosità dell'azionariato SITAV, è stato creato un patto di sindacato che lo supera, arriva a circa il 60 percen­to, ma, per superarlo, ha dovuto ottenere l'adesione della ma­gistratura di Torino. Pertanto SITAV è una società in cui ogni decisione assembleare, anche in materia di conduzione azienda­le, deve essere preventivamente sottoposta all'appro­vazione dei giudici. Questa situazione potrebbe essere facil­mente ribaltata il giorno in cui Chamonal, ottenuto il disse­questro delle azioni VALSER, riuscisse a sindacare le azioni SFIT con quelle VALSER e con quelle della famiglia Cotta.

Su questi punti chiedo una maggiore verifica e riflessione rispetto a quelle che finora la commissione "ad hoc", o la IV Commissio­ne, o il Consiglio regionale hanno dedicato.

Il requisito 3 non presenta problemi particolari, mentre ci sono nel requisito 4, che richiede comprovate capacità manageriali. La Commissione "Bortoli" dichiara incompleta la documenta­zione fornita da entrambe le società, soffermandosi sulla man­canza di qualche referenza aziendale.

Mi sembra una metodo­logia di valutazione piuttosto formalistica: come è possibile che la commissione abbia ignorato totalmente che tre manager SI­TAV sono sottoposti dalla magistratura aostana ad indagini giudiziarie, per ipotesi di reato che sono abbastanza gravi e so­prattutto inquietanti, visto il concorso attribuito con i cosiddetti prestasoldi o cambisti, che costituiscono l'area grigia intorno al Casinò, in cui si sospettano infiltrazioni di criminalità e di ope­razioni di riciclaggio di denaro sporco?

Non mi sembra, infine, che la commissione o forse il Consiglio regionale possano o debbano esimersi da una valutazione con­creta delle capacità manageriali dei dirigenti SITAV, valutando lo stato della gestione aziendale in questi ultimi anni, e i risul­tati che sono ben noti e visibili nella loro compiutezza, tanto più che quotidiane ed insistenti sono le critiche che provengono dalla clientela e dal personale dipendente.

Nell'ultima gestione, quella del 1993, mi risulta che la Regione sia intervenuta, ai sensi dell'articolo 13, erogando già una quantità di denaro che si aggira sui 6 miliardi. Però sono dati che ho in via ufficiosa e non in via ufficiale, quindi mi limito solo a citarli.

Requisito 5: patrimonio o garanzie equipollenti di almeno 40 miliardi a garanzia del livello degli introiti attuale. La società FINOPER non ha dimostrato, secondo i professori, il possesso di tale requisito alla data del 15 luglio 1991, come d'altronde anche SITAV non ha dimostrato, secondo noi, la trasparenza e l'affidabilità dell'azionariato.

Premesso che alla data del 30 luglio 1993 la solidità economica è stata ampiamente dimostrata - quindi in una data a noi più vicina il requisito ha comunque ricevuto una certa dimostra­zione - sembra che FINOPER avrebbe potuto dimostrare tut­tavia questa mancanza di garanzia patrimoniale di solidità economica solo nove giorni dopo quel 15 luglio, quella data con­venzionale, e cioè il 24 luglio 1991.

Infatti, se al 15 luglio FI­NOPER dimostrava secondo gli esperti - il cui parere è comun­que opinabile - un valore patrimoniale o garanzie equipollenti per quasi 18 miliardi, al 24 luglio tale valore era superiore alla soglia dei 40 miliardi. Basta sommare i 35,7 miliardi di patri­monio netto più i 4,7 miliardi di garanzia equipollente. Per no­ve giorni FINOPER non ha quella solidità, quindi è stata esclu­sa da un'eventuale trattativa privata, non dico dalla trattativa privata.

Stando alla documentazione contabile, dunque, FINOPER avrebbe dimostrato il possesso del requisito della credibilità fi­nanziaria solo nove giorni dopo la data del 15 luglio, mentre SITAV, sulla trasparenza e affidabilità - che comunque per noi è un requisito predominante - non l'ha mai dimostrato, tant'è che la delibera del Consiglio regionale del 10 gennaio scorso ha approvato una delibera della Giunta Lanivi, che bloccava la trattativa privata con SITAV per l'assenza di questo requisito. Non ci sono stati ricorsi, quindi l'atto amministrativo è diventa­to definitivo e valido a tutti gli effetti di legge.

Requisito n. 6: disponibilità finanziaria per circa 70 miliardi per investimenti di sviluppo. E qui la situazione mi sembra an­cora più paradossale, perché un medesimo ragionamento può essere fatto per lo studio di questo requisito.

Solo la lettera del Crédit Agricole sembra soddisfare, secondo i professori, la ri­chiesta finanziaria ed è comunque, anche considerandola isola­tamente, sufficiente alla dimostrazione della garanzia doman­data dal bando: Crédit Agricole concede un affidamento per 70 miliardi, quindi non riesco a capire come mai sia stata utilizza­ta questa severità nei confronti di una società e una certa leg­gerezza nei confronti dell'altra.

Mi sembra che fra tutte le let­tere prodotte fra SITAV e FINOPER, sia l'unica che attesti l'avvenuta concessione di un fido per un periodo illimitato; pe­raltro, la commissione mette in dubbio in maniera stupefacente il significato di una frase: "...destiné à l'investissement et au développement du Casino de Saint-Vincent...", insinuando che il fido possa essere stato concesso sia per il finanziamento delle operazioni di rilevamento o costruzione delle infrastrutture ac­cessorie alla Casa da gioco, come previsto dal requisito succes­sivo, che è il numero 7, sia per gli investimenti successivi e con­seguenti, come richiesto da questo requisito di cui vi sto par­lando.

Mi sembra che i dubbi che hanno condizionato il parere di questa commissione siano fugati da una attenta lettura di tutta la lettera di affidamento. In apertura, il documento del Crédit Agricole parla esplicitamente di ..."procédure d'acceptation pour la reprise de la gestion du Casino de Saint-Vincent", quindi su questo punto la critica della Commissione "Bortoli" mi sembra addirittura esasperata.

Le altre lettere di affida­mento di FINOPER possono essere anche contestate, ma alla medesima conclusione si può arrivare anche per quelle SITAV. Infatti, a prescindere dalla valutazione della potenziale capaci­tà di indebitamento, le lettere rilasciate dalle banche a SITAV sono incomplete e di dubbia interpretazione.

La COMIT, la Banca Commerciale Italiana, si dichiara disposta a concedere finanziamenti a SITAV previa idonea garanzia; il fatto che le garanzie non siano definite dimostra che non si tratta di un af­fidamento, anzi l'affidamento non è stato deliberato; si tratta piuttosto di una lettera di intenti e basta.

La stessa cosa per quanto riguarda l'Istituto S. Paolo di Torino. La Cassa di ri­sparmio di Torino addirittura non ha concesso a SITAV un af­fidamento bancario deliberato dall'organo competente, ma una semplice dichiarazione di benevolenza della filiale, che si di­chiara disponibile a sottoporre la richiesta all'organo competen­te. Ma anche qui, come si fa ad intendere tali documenti lettere di affidamento? Mi chiedo sulla base di quali elementi questi professori abbiano potuto fondare il loro parere.

Ultimo requisito, il n. 7: disponibilità di infrastrutture accesso­rie alla Casa da gioco o di capitale sufficienti a rilevarle o co­struirle. Questo è il requisito più anomalo, perché prima cosa non indica quali sono queste infrastrutture, non sono indicate dal bando, e questa è una carenza del bando; purtroppo, non abbiamo potuto valutarla prima per il fatto che la frettolosità non ci ha permesso di fare un esame più completo.

E poi il valo­re: il bando non dice nemmeno qual è il valore potenziale ove la società subentrante, o la medesima società, dovrebbe far fronte come impegno finanziario.

Come può una qualsiasi società di­mostrare di possedere capitali sufficienti a rilevare o costruire tale infrastruttura quando il bando non lo specifica? La SITAV ha le infrastrutture; ma qualsiasi altro candidato allora è ma­tematicamente escluso, perché non sa quanti soldi deve impe­gnare o deve investire in quella direzione.

Chiudo questo momento tecnico, che mi sembrava necessario portare alla luce dei Consiglio, perché potrebbe dare lo stimolo a fare ulteriori approfondimenti non solo su determinati re­quisiti, ma su tutti i requisiti richiesti nel bando.

La cosa più sconcertante è quella relativa alla trasparenza e affidabilità dell'azionariato, che non so come si possa dimostra­re che esista. Non so con quale coraggio oggi noi consiglieri possiamo dire che la SITAV lo ha dimostrato. Voi mi direte che, in effetti, la delibera prevede un ulteriore esame; sono d'accordo, è contenuto nel documento che oggi an­diamo a valutare.

Ma perché allora prendiamo solo in conside­razione SITAV, che deve dimostrare la trasparenza e l'affida­bilità - è il requisito fondamentale -, e non prendiamo in consi­derazione anche FINOPER, che possa dimostrare in un sup­plemento di istruttoria successivo anche la sua solidità finan­ziaria, che per nove giorni dalla data del 15 luglio 1991 non è mai stata dimostrata? Perché questa severità con gli uni e questa leggerezza con gli altri?

Tornando alla trasparenza ed affidabilità, mi sembra doveroso da parte della Giunta approfondire la reale partecipazione azionaria di Chamonal, della quale ho dato qui alcune indica­zioni; sono però indicazioni che mi sembrano pesanti, gravi. Devono comunque dare origine ad una fase di verifica successi­va.

Come facciamo ad andare a trattare oggi con SITAV, quan­do sembra che una persona che è stata condannata per reati contro la pubblica amministrazione - condanna in terzo grado, condanna definitiva, inoppugnabile - sia stata scacciata dalla Police de jeux francese? Come mai oggi non viene considerato tale fatto o viene sottovalutato, o perlomeno c'è stato tutto questo momento di silenzio, in questo mese o in questi due me­si, su fatti che magari alcuni di voi conoscevano e che io ho sco­perto facendo indagini personali?

Non penso che possiamo chiudere un occhio di fronte a questi problemi, perché non sono di secondaria importanza. Problemi che sono stati sollevati non solo in sede aostana, ma vengono sollevati anche in sede romana da un'interpellanza dell'On. Borghezza della Lega Nord, dove chiede alcuni chiarimenti sulla presunta relazione fra i fondi neri del Sisde e la dirigenza dell'azionariato SITAV.

Parlo di presunzione, non conosco oltre determinate misure la veridicità di quanto è scritto in quest'interpellanza, dove si dice fra l'altro: "...sembra che l'au­torità giudiziaria stia indagando ad Aosta circa vicende relati­ve alla inchiesta di fondi neri del Sisde in connessione con la gestione del Casinò di Saint-Vincent".

Sono argomentazioni gravi, che devono essere comunque provate, non spetta a me farlo; però, è dovere di quest'Amministrazione non mettere la testa sotto la sabbia, ma cominciare a darsi da fare seriamente per risolvere questi problemi sulla trasparenza e sulla affida­bilità, che ormai vanno avanti da due anni e mezzo.

La decisione è politica, torno un attimo su questo importante concetto. Siamo noi che dobbiamo decidere in tale sede e il Consiglio regionale è l'organo sovrano; dobbiamo decidere quale sarà la sorte di tutto il lavoro che è stato fatto fino adesso; mi riferisco, ovviamente, alla nuova legislatura, e comunque que­sta valutazione degli esperti è assolutamente insufficiente e non può essere presa come presupposto per delle considerazioni successive.

Non penso che il nostro Presidente della Giunta, che è una per­sona di cultura ed intelligente, voglia assumersi la responsa­bilità di una decisione contra legem, perché sarà poi lui che do­vrà sottoscrivere una convenzione eventuale con il gestore; quindi, penso che abbia la sensibilità e l'intelligenza necessaria per valutare attentamente e approfonditamente le questioni che oggi ho sollevato.

É evidente che comunque questa delibera contiene in sé una profonda contradditorietà politica. Ho notato il revirement di molti partiti e movimenti sull'atteggiamento da tenere nei con­fronti della questione "gestione della Casa da gioco": alcuni mesi fa gli stessi partiti avevano proposto soluzioni esattamen­te contrarie, se non opposte, a quelle che oggi vengono a noi proposte in aula. Vorrei sapere perché, cosa è cambiato da pri­ma ad oggi: mi sembra proprio niente, anzi forse la situazione si è aggravata.

Era già grave nel 1983, quando intervenne la magistratura, in dieci anni si è sclerotizzata, si sono acuiti i dissensi fra i soci all'interno di SITAV, forse sono intervenute infiltrazioni criminali che oggi non conosciamo e neppure ci siamo preoccupati di conoscere, questo è il grave.

Sono cambiate tante maggioranze, sono cambiate tante giunte e tante amministrazioni, ma il metodo è rimasto lo stesso - di­ceva Riccarand il 9 febbraio 1992 - quello di fare trattative pri­vate con la SITAV, e qui mi riallaccio al discorso che ha fatto prima Florio, che voleva condire di una certa eloquenza la po­sizione dei Verdi.

I Verdi hanno esattamente cambiato rotta e non potete negarlo, perché l'Assessore regionale addirittura scrisse un libro sul Casinò, dove le sue prese di posizione usci­rono nette. Cosa è cambiato oggi per i Verdi? É cambiato tutto, quando solo pochi mesi fa la posizione era contraria? Non mi pare che dalle scarse argomentazioni, da quelle poche frasi che ha detto prima Florio, sia giustificato questo vostro atteggia­mento. Riccarand diceva: "...il fare trattative privata con SITAV indica in modo eloquente una subordinazione da parte della Giunta regionale nei confronti di SITAV, o addirittura l'esi­stenza di interessi che sono esterni al Consiglio regionale".

Oggi, mi sembra che queste parole siano più che mai attuali, non ve­do cosa è cambiato. Perché oggi Riccarand è contrario alla par­tecipazione di più società al tavolo delle trattative, quando era lui che addirittura lo proponeva qualche mese fa? Oltretutto la partecipazione alla trattativa plurima - ammesso che esista, che vengano verificate le precondizioni; non dico di arrivare, comunque, alla trattativa plurima - permette di collocare la Regione in una posizione di forza contrattuale maggiore.

La Regione si trova di fronte a due concorrenti, che sono comun­que obbligati ad offrire il meglio di loro stessi per potersi ag­giu-dicare l'appalto. Invece, la trattativa privata solo con una società, sia essa SITAV o FINOPER o qualsiasi altra, mette la Regione in una posizione di subordinazione, comunque svan­taggiata, non in grado di tutelare gli interessi della comunità valdostana; ma forse di tutelare gli interessi della società che la gestisce e forse qualche altro interesse, come sembra sia stato tutelato in questa interpellanza parlamentare di cui vi ho fatto cenno.

Anche qui, a noi consiglieri regionali, appena insediati il 30 giugno, tanto valeva dire: facciamo la trattativa privata con SITAV e poi verifichiamo se esistono i requisiti. Questo ci avrebbe evitato una perdita di tempo, inutili logorroiche criti­che all'interno di quest'aula, ma avremmo comunque valutato tutti i medesimi requisiti di questa società. Bastava dire: ab­biamo la volontà di portare avanti la trattativa privata solo con SITAV, perché SITAV è quasi 50 anni che gestisce la Casa da gioco di Saint-Vincent e vogliamo verificare se è ancora in gra­do di gestirla, valutando trasparenza, affidabilità, solidità, qualità della gestione, che è stata completamente dimenticata, anche se nella convenzione qualche piccolo cenno c'è. E ovvia­mente: situazione occupazionale, garanzie nella assunzione, e via di seguito.

Purtroppo no. É stata instaurata la farsa della preselezione; si ricomincia con questa forma garantistica per cui facciamo par­tecipare 6 società, poi ne partecipano solo 2 perché le altre 4 erano società di secondaria importanza, e poi si scarta una delle 2 società e si arriva a questa trattativa privata, ma non passando attraverso la griglia della legalità.

Mi sembra che l'esclusione dell'una società o la presa in considerazione dell'altra sia stata esclusivamente politica e non tecnica. Quindi, il requisito della obiettività è stato completamente messo nel cassetto.

Lo stesso Dino Viérin, oggi Presidente della Giunta, criticò fortemente la decisione di trattare con SITAV, soprattutto per­ché si giustificava una decisione sulla base di un semplice giu­dizio tecnico. Sono perfettamente d'accordo con lei, Presidente, su quello che esprimeva qualche mese fa. Però anche lei oggi si esprime in senso completamente diverso.

Proprio Dino Viérin poneva l'accento sulle ombre che già allora esistevano sulla SFIT, la non corrispondenza fra i documenti presentati e la realtà; è verbalizzato. E ancora: la sua richiesta a voce alta di fare una verifica più approfondita, le richieste di rinvio - allora eravate alla opposizione e forse le scelte politiche avevano un altro significato -, le sue lamentele sulla riduzione del potere contrattuale della Regione di fronte ad un singolo candidato. Oggi è tutto diverso, forse è cambiata tatticamente la posizione logistica della poltrona e anche le scelte sono prese in altra di­rezione.

La questione dell'accerchiamento: sono anni che si enfatizza questo discorso della rottura dell'accerchiamento. Però adesso dietro questo nodo cruciale da risolvere si dice che pur di rom­pere l'accerchiamento, accettiamo determinate condizioni.

Quindi siamo noi che ci abbassiamo a delle scelte che sono inopportune ed ingiustificate, per limitare a 50 anni di distanza lo strapotere consolidato di una società, che ha fatto i propri af­fari ed è riuscita a gestire al meglio i propri interessi, penaliz­zando la Regione per l'incapacità degli amministratori che si sono succeduti nel tempo e che non sono stati in grado di verifi­care questa grande espansione di SITAV nelle aree attorno alla Casa da gioco.

Convenzione breve, ed è la proposta di Riccarand. Analizziamo un attimo questa delibera. Ma come fa una società privata, caro Florio, ad accettare una convenzione di 5 anni, dove si preve­dono investimenti miliardari? Con quale garanzia? Per poi sa­pere di essere spedita dalla Regione, o per avere il dubbio: "rimarrò, non rimarrò?". Mi sembra improponibile. Facciamo prima a dire a SITAV di fare le valigie ed andarsene.

Cerchiamo di avere il coraggio di fare le cose con coerenza: co­me si fa a proporre ad un imprenditore privato di accettare una conven-zione di durata quinquennale, come fa una qualsiasi so­cietà a fare investimenti di sviluppo, a migliorare le capacità professionali del gruppo dirigenziale, del gruppo manageriale, o addirittura ad au-mentare in maniera qualitativa e quantitati­va il proprio per-sonale, la clientela, tutta una serie di fattori produttivi, in così poco tempo? La convenzione quinquennale è semplicemente ridicola.

Penso che, di fronte agli elementi che vi ho elencat, sia comun­que necessario fare una immediata verifica da parte della Giunta regionale, un supplemento di istruzione breve, rapido, per conoscere la realtà dei fatti. SITAV potrebbe anche starci bene, però a condizione che abbia i veri requisiti, non i requisiti documentali che sono stati presentati alla Commissione "Bortoli".

Oltretutto una commissione che nelle sue conclusioni dice: "A rigore né la SITAV né la FINOPER hanno dimostrato attraverso la produzione di una documentazione totalmente esaustiva di possedere integralmente i requisiti richiesti". Quindi contesto quanto è scritto in premessa nella delibera, che oggi siamo chiamati ad approvare, come si dice, "che sulla base delle risultanze derivanti dall'esame della documentazione delle due società, solo la SITAV ha superato la fase di presele­zione".

Come ha fatto a superare la fase della preselezione, che anche lei non ha dimostrato una parte dei requisiti fondamen­tali richiesti dal bando? Come fa ad essere ammessa alla trat­tativa privata per l'eventuale affidamento della Casa da gioco di Saint-Vincent?Per entrambe le società esistono quindi lacune di carattere docu-mentale, entrambe le società potrebbero essere chiamate a colmare tali lacune in sede di trattativa per l'eventuale affida­mento della gestione; ma non solo una, perché solo una e non l'altra?

Un supplemento di istruzione e una prova d'appello, insomma, per entrambe le concorrenti in brevissimo termine, e una fun­zione senz'altro più marcata della IV Commissione, non 26 giorni di inat-tività di fronte a problemi così importanti per la realtà valdostana.

Se questa istruzione dà risultati positivi, si procede: con en­trambe, se sono state colmate da entrambe le parti le lacune; con l'una o con l'altra, se solo una delle due società le ha colma­te; altrimenti si procede al commissariamento della Casa da gioco di Saint-Vincent. Questo primo intervento lo concludo così; lascio a voi le ulte­riori deduzioni.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Quello che ha detto Tibaldi conferma le conclusioni che tirerò alla fine. Noi siamo nuovi qui, ma penso che qualcuno qui den­tro ne ha sentite di queste disquisizioni sul Casinò, forse ne ha abbastanza e penso che ne abbiano abbastanza anche i dipen­denti del Casinò, di aspettare decisioni che non sono mai venu­te. Preciso che avevo sentito dai giornali, perché non ero ancora in questo Consiglio, presidenti della Giunta dire che era una fortuna non aver deciso, dato che si trattava di una patata bol­lente che nessuno voleva risolvere.

Ho avuto l'onere di far parte della commissione che aveva avuto mandato da questo Consiglio di valutare la documenta­zione, sot-tolineo "valutare" la documentazione in possesso, con­segnata a questo Consiglio dalle due società; non aveva avuto il mandato di andare a constatare se quello che era dichiarato in quei documenti era vero, o se c'era del falso; e doveva dare un parere indicativo, perché la Giunta e il Consiglio potessero la­vorare più speditamente.

Però, già all'inizio, ci sono state delle cose che non mi sono piaciute e ne ho dedotto che non sono cambiati i metodi di governo, nonostante siano cambiati quelli che hanno in mano il bastone in questo momento.

La mancata partecipazione del Presidente della Giunta a que­sta commissione significa forse che il Casinò non è importante per la Regione Valle d'Aosta? E la sua sostituzione con il Capo di gabinetto? Capo di gabinetto che, a lavori ultimati, ho saputo che ha il figlio che lavora alla SITAV, ed è molto grave. Mi chiedo se fosse opportuna questa scelta. Non metto in dubbio la sua onestà e professionalità; chiedo al Presidente della Giunta se sia stata opportuna questa scelta.

Un membro della commissione firma le conclusioni e dichiara poi alla stampa che aveva forti dubbi sulle conclusioni che ha firmato; insomma questi metodi non li digerisco proprio.

Ora voglio dire quello che penso su questo problema: sono con­vinto, come dichiarato davanti alla IV Commissione, che il la­voro da noi svolto è stato corretto e puntuale, anche se limitato, non avendo avuto mandato di approfondire se ciò che c'era sulla carta corrispondeva a verità.

Gli esperti hanno fatto pre­sente alla IV Commissione che i requisiti non fossero stati ben specificati, quindi se si voleva entrare in certi particolari, si do­vevano esprimere diversamente. Ma si voleva veramente arri­vare a risposte diverse, ad esempio su infrastrutture o equiva­lente, per acquisirle? Se la IV Commissione o la Giunta ritene­vano opportuno, potevano fare questi approfondimenti; non potevano, ad esempio, dire che SITAV non era affidabile, per­ché a norma di legge con la documentazione presentata questo non risultava.

Però, chi ha letto le conclusioni della commissio­ne, vede che le conclusioni sono state messe in negativo, cioè al momento attuale non sussistono requisiti per dire che non è af­fidabile. Sono d'accordo con Tibaldi quando dice: ma di chi sa­ranno domani le azioni di Chamonal? Di chi sono in questo momento?

Risultava appunto che possessori di azioni della società erano e sono condannati per reati contro questa Regione; allora mi chiedo se sia opportuno continuare i rapporti con questa socie­tà. Come mi chiedo se la Giunta non avesse potuto richiedere prove comprovanti la reale situazione e disponibilità finanzia­ria della società FINOPER.

Qual è la posizione di Rifondazione? Dato per assodato che il Casinò in questo momento è una componente insostituibile per l'economia valdostana, diciamo che l'Ente pubblico deve uscire dalla gestione del Casinò, si devono fare appalti diversi, euro­pei, in cui si stabilisca una cifra che il privato deve dare alla Regione, con una rivalutazione annua da definire (quello che voglio dire è che il principio deve essere diverso dall'attuale), puntualizzando che il privato deve rispettare le leggi (pensiamo che il Presidente della Giunta è anche Prefetto in questa Re­gione e penso che le leggi le può far rispettare), e conservare il patrimonio regionale e garantire l'occupazione.

Queste sono le priorità che si devono chiedere ad un privato che deve gestire un casinò. E ci sono tanti esempi di queste cose in Austria, dove i casinò funzionano bene. In Italia, tutti i casinò sono gestiti dalla pubblica amministrazione in parte o direttamente.

Ad esempio, a Sanremo, metà dirigenti e metà consiglieri comunali sono in galera per il Casinò; a Venezia il Casinò non si tira più fuori per clientele o perché ha il doppio dei dipendenti che deve avere, e forse anche per incapacità di gestione. Ritengo che un privato - e pensate cosa è per me parlare di privato, ma in questo caso sono convinto che il pubblico è più dannoso che il privato specialmente nel casinò - se lavora bene e guadagna, meglio per lui, e per il prestigio del casinò stesso.

É chiaro che si vanno in questo modo ad eliminare le assunzioni politico-clientelari, i favoritismi, ma è ora di fare un passo coraggioso nell'indirizzo di una trasparenza che tutti chiedono e che noi siamo in dovere di dare. Quindi non riteniamo valida politica­mente la proposta della Giunta regionale.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Rini.

Rini (DC) - Prima di tutto ringrazio la Giunta che ha ritenuto opportuno convocare questo Consiglio straordinario, come richiesto dal sottoscritto e dall'amico Lanièce. L'aver portato l'argomento alla discussione del Consiglio darà la possibilità di realizzare un confronto aperto e potrà portare alla definitiva soluzione del problema.

Risolvere l'annoso problema della Casa da gioco di Saint-Vin­cent ha un'importanza enorme per l'intera Valle d'Aosta, in quanto il Casinò fornisce alla Regione delle entrate necessarie e indispensabili all'attività finanziaria ed amministrativa. Quindi dobbiamo tutti insieme, al di là degli schieramenti poli­tici, fare in modo che si possa addivenire ad una soluzione che scongiuri la possibilità di arrecare alla nostra Valle dei danni, che sarebbero irreparabili e metterebbero in crisi il nostro bi­lancio, e quindi gli impegni assunti anche da questo Consiglio.

Oltre a questo primo aspetto, è da tenere in evidenza anche e soprattutto la situazione di incertezza in un momento di crisi occupazionale come quella che stiamo purtroppo attraversando, incertezza da parte degli oltre 1000 dipendenti del Casinò e dei 300 occupati presso il Billia, oltre alle numerose aziende ed at­tività che ruotano intorno al Casinò. Penso che sia arrivato il momento di fare una scelta e, per quanto mi riguarda, non essendo un esperto del settore, ritengo che il rapporto della commissione speciale, cosiddetta Commis­sione "Bortoli", abbia dato delle indicazioni che ci suggeriscono le linee da seguire.

Non ho motivi per dubitare dell'operato della stessa, per cui ritengo che, come indicato dalla commis­sione speciale all'unanimità, la convenzione vada fatta con la SITAV. Il problema è ora quello di fare una convenzione che tenga conto degli interessi della Regione, del Comune di Saint-Vincent, di quello di Châtillon e soprattutto delle aspettative dei lavoratori.

Bisognerà fare in modo che durante la trattativa vengano col­mate le lacune di carattere documentale, che la commissione speciale ha evidenziato, soprattutto per quanto riguarda la tra­sparenza, l'affidabilità e la capacità manageriali. Bisognerà fare il massimo sforzo per far sì che la Regione pos­sa avere il controllo sugli aspetti gestionali del Casinò e di im­pegnare al massimo la SITAV nella compartecipazione agli oneri per il rilancio promozionale, onde poter recuperare l'im­magine che il Casinò della Valle aveva qualche anno fa e, pos­sibilmente, arrivare a dei traguardi ancora più ambiti.

Altri elementi importanti della convenzione saranno sicura­mente l'eliminazione dell'articolo 13 dell'attuale convenzione, che prevede l'intervento finanziario regionale nel pagamento degli stipendi, quando le entrate non arrivano a coprire una quota superiore ad una certa percentuale; l'acquisizione dei beni funzionali dell'attività della Casa da gioco e di controllo sugli aspetti societari, gestionali e patrimoniali della concessio­naria.

Spero si possa giungere ad una convenzione che tenga conto di quanto ho messo in evidenza, pur pensando che la trattativa sarebbe stata sicuramente migliore di quella che si andrà a fa­re, se non si fosse perso così tanto tempo. La convenzione an­dava fatta già un anno fa, quando alcune forze politiche e sin­goli consiglieri, in questa sede, si battevano per la proroga della concessione alla SITAV fino al 31 dicembre 1993.

Mi riservo di intervenire successivamente per la dichiarazione di voto, che terrà conto di quanto emergerà dalla discussione.

Si dà atto che, dalle ore 17,43, presiede il Vicepresidente Aloisi.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) - Cercherò di essere estremamente breve, anche perché su que­sto argomento in questi anni ormai si è detto tutto e il contrario di tutto. Allora vorrei evitare di partecipare ad una rappresen­tazione di tipo teatrale del gioco delle parti.

Anche perché nella mia, seppur modesta, esperienza sull'argomento ho potuto no­tare in questi anni che tutte le maggioranze che si sono alter­nate sono comunque giunte a determinazioni, se non uguali, molto simili.

Varie commissioni più o meno tecniche, più o me­no politiche, sono giunte sempre ad una unica conclusione; dirò di più, forze politiche, che avevano criticato aspramente quando erano alla opposizione, ora, esaminando con serenità ed obiet­tività la situazione, pur con i comprensibili "distinguo", indivi­duano nella scelta della Giunta regionale l'unica strada per­corribile in questo momento, pur essendo consapevoli che non vi è la certezza di raggiungere il risultato finale.

Oggi, infatti, non si vota la convenzione, ma si avvia una trattativa fissando delle condizioni precise sui contenuti della stes­sa, ed è sui contenuti che il nostro Gruppo, il Gruppo della Fe­derazione autonomista, ADP, PRI, Indipendenti, APA, vuole porre l'attenzione.

Detto questo, il Gruppo della Federazione autonomista su questo argomento, di così vitale importanza per la nostra Re­gione, vuole evitare la strada della dietrologia chiarendo sin da subito che noi non siamo schierati a favore o contro qualsiasi sigla societaria; noi siamo qui in qualità di consiglieri regionali, con il compito di fare gli interessi dell'Amministrazione regio­nale, basandoci anche su valutazioni di natura esclusivamente politica, in riferimento ai risvolti che le nostre decisioni possono avere sul quadro economico più generale.

Al momento ci rendiamo conto che per ritardi decisionali accu­mulati dal '47 ad oggi, ci troviamo di fronte ad una scelta quasi obbligata; non dimentichiamo infatti il problema costituito dalle proprietà SITAV che accerchiano il Casinò, e che sicura­mente condizionano ed avrebbero ancor più condizionato deci­sioni diverse da quelle oggi proposte dalla Giunta.

La Federa­zione autonomista si schiera quindi solo a favore degli interessi generali a tutela della Pubblica amministrazione; il nostro at­teggiamento sarà costruttivo, ma vigile all'interno della maggioranza. Per questo motivo, anche confortati, seppur con le innumerevoli perplessità del caso, dalle conclusioni alle quali le varie commissioni sono giunte, voteremo a favore del deliberato che il Governo regionale ci sottopone, con le seguenti motiva­zioni e raccomandazioni.

Le motivazioni vanno ricercate soprattutto dal fatto che la deli­bera proposta contiene una serie di paletti e di impegni che non potranno che caratterizzare positivamente i contenuti di una eventuale futura convenzione. E voglio sottolineare in partico­lare:

- una clausola per l'acquisizione dei beni ritenuti funzionali all'attività della Casa da gioco entro 18 mesi. A noi pare che tale condizione renda già di per sé qualificante l'atto proposto. Infatti, una delle cause principali per cui l'attuale trattativa è per certi versi condizionata, come sottolineavo prima, scaturi­sce proprio dalla particolare anomala situazione oggettiva esi­stente, che nel passato non si è riusciti a modificare a favore dell'ente Regione;

- l'eliminazione dei contenuti dell'articolo 13 dell'attuale con­venzione, altro punto qualificante del deliberato, che superando posizioni meno precise e chiare, quali termini attenuazione dell'impatto dell'articolo 13, si usa una formulazione precisa senza possibilità di equivoci: eliminazione della norma. E penso sia inutile sottolineare l'importanza di tale decisione;

- controllo della Regione sugli aspetti societari. Proprio questo paletto del deliberato rivestirà un'importanza enorme nel pro­sieguo della trattativa per fugare le perplessità e le incertezze che in questo momento ancora il Consiglio regionale ha sulla trasparenza dell'azionariato SITAV;

- la partecipazione della concessionaria agli oneri necessari per la valorizzazione della Casa da gioco e per l'adeguamento delle relative infrastrutture accessorie e funzionali. Su questo punto il nostro Gruppo invita il Governo regionale ad elaborare pro­poste che tengano conto delle istanze delle Amministrazioni comunali di Saint-Vincent e marginalmente di Châtillon, maggiormente interessate, sia dal punto di vista urbanistico che socio-economico, dalla ipotesi di sviluppo che la convenzio­ne stessa potrà prevedere.

Proprio da queste considerazioni nascono le raccomandazioni e i suggerimenti che il Gruppo della Federazione Autonomista vuole sottoporre al Consiglio regionale e alla Giunta che dovrà trattare i contenuti della convenzione, sottolineando alcuni aspetti che direttamente o indirettamente potranno essere condizionati dai contenuti strategici della convenzione stessa.

Il rilancio delle Terme di Saint-Vincent: è necessario recupera­re al massimo livello l'attività dello stabilimento termale, sia come elemento stesso di promozione del territorio, sia come supporto ad altre tipologie turistiche; le Terme attrezzate per la cura del corpo, eventualmente collegate con una struttura ri­cettiva specializzata, localizzata all'Hôtel Source, contribuireb­bero in modo sostanziale alla complementarietà degli interessi turistici che si vogliono perseguire.

Inoltre, qualsiasi ipotesi di intervento per il recupero ambientale di Saint-Vincent deve avere un filo conduttore, che nel caso specifico si può identifica­re nel recuperare il territorio comunale al suo passato migliore, ricreando un ambiente termale permeato dall'acqua, da fontane e da giardini.

Il secondo punto è il golf: se si ricerca un turismo di qualità, non si può fare a meno di pensare al gioco del golf. La localiz­zazione di un campo per il gioco del golf in Comune di Fénis è sicuramente funzionale anche alle esigenze turistiche di Saint-Vincent. Ma non è da scartare l'ipotesi, qualora permangano difficoltà a concretizzare tale soluzione, di realizzare un campo per il gioco del golf di Saint-Vincent.

Il terzo punto è rappresentato dal calendario delle manifesta­zioni: al di là di una revisione dell'attuale organizzazione delle manifestazioni comuni, Regione e SITAV, si evidenzia l'esi­genza di decentrare una seppur minima parte delle manifesta­zioni all'esterno del Centro congressi di Saint-Vincent; questo, per rivitalizzare un paese che si sente soffocato dal punto di vista economico dalla presenza della Casa da gioco.

L'esperienza attuale evidenzia come sia necessario istituziona­lizzare una sede di confronto fra le varie responsabilità: Am­ministrazione regionale, amministrazione comunale, gestore, rappresentanti degli operatori turistici, azienda di promozione turistica. Oggi non vi è alcuna produttiva forma di dialogo ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

D'altro canto, in una si­tuazione che contrappone una forza economica preponderante nei confronti delle possibili controparti, siano esse l'ammini­strazione comunale o l'operatore privato o la stessa APT, non può essere di rapporto costruttivo. La forza preponderante riu­scirà nei fatti a perseguire i propri esclusivi interessi.

Non si vuole, con questo, limitare il diritto del gestore a perse­guire i propri interessi o altro; si vuole semplicemente proporre la istituzione di un ambito all'interno del quale tutte le compo­nenti operative abbiano voce per chiarire le rispettive posizioni, evidenziare i problemi e trovare le soluzioni ottimali.

In conclusione, il Gruppo della Federazione Autonomista moti­va il suo voto favorevole al deliberato proposto della Giunta, sot-tolineando i contenuti del punto d) del deliberato stesso, che al di là delle sigle societarie dovranno essere recepiti dalla convenzione.

Nel nostro ruolo di gruppo facente parte della maggioranza, ma non presente nell'esecutivo, al di là del contenuto del deliberato oggi in discussione, sin d'ora vogliamo sottolineare l'importanza che vogliamo dare, e daremo per quanto ci riguarda e nel no­stro ruolo, agli aspetti qualificanti di un'eventuale convenzione a favore dell'Amministrazione regionale e delle comunità locali, con particolare riferimento ai suggerimenti e alle raccomanda­zioni sopra esposte.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (VAP) - Il mio intervento sarà brevissimo, tenderà solo a chiarire i mo­tivi che mi hanno indotto ad esprimere un parere positivo sulla delibera predisposta dalla Giunta regionale e che oggi è in di­scussione.

Premesso che la mia esperienza diretta per quanto riguarda questo problema risale al luglio scorso, quando cioè a seguito di quella sentenza del Consiglio di Stato si è resa necessaria la creazione di quella commissione tecnica, a cui facevano riferi­mento altri miei colleghi, con il compito di effettuare la prese­lezione; prendendo atto, quindi, di quello che è stato il lavoro di questa commissione, vorrei capire anche dall'intervento del Consigliere Tibaldi se alla conclusione di quella commissione che era stata creata "ad hoc" per esprimere esattamente quelli che erano gli elementi per partecipare o meno alla preselezione, se oltre a quella commissione dovevamo crearne un'altra per esprimere un giudizio sul parere di quella commissione, perché credo che l'unico elemento oggettivo per poter dare un parere era solo quello che era il lavoro e il risultato di questa commis­sione.

Mi pare che nella lettura del Consigliere Tibaldi ci sia stata una lacuna, quella delle conclusioni, ma delle conclusioni inte­ramente lette e scritte su quello che era il lavoro della commis­sione.

Premetto però che la relazione è stata sottoscritta da tutti i componenti di questa commissione, quindi anche dal Consigliere Chiarello che in questo momento ha dei dubbi. Perciò, se nel momento in cui si discuteva di questo, nell'ambito di quella commissione ci fossero stati dei problemi, credo che dovevano essere sollevati nel momento in cui si discuteva.

Nella decisione, dicevo, si parla chiaramente che l'unica società che era ammessa alla trattativa, pur avendo delle lacune di ca­rattere documentale, era la SITAV, mentre l'altra società dove­va essere ritenuta esclusa, proprio per mancanza di documen­tazione di carattere rilevante.

Volevo solo fare questa premessa, altrimenti ci troveremmo ad essere fuorviati da quello che è stato tutto l'intervento pregevo­le del Consigliere Tibaldi, però io non ho nè studi legali, nè tanto meno dei consulenti ai quali rivolgermi. La mia decisione si basa esclusivamente su quello che è un parere che credo non mi dà degli elementi oggettivi per mettere in dubbio quello che è il lavoro di questa commissione.

D'altra parte, voglio dire che noi ci siamo trovati dopo tantissi­mo tempo ad assumere un atteggiamento di carattere politico, che tenesse conto di quella che è una situazione reale di fatto, nella quale ci siamo tutti trovati. Perché a distanza di due mesi - a dicembre scadrà l'ultima proroga della convenzione - la Ca­sa da gioco si potrebbe trovare nelle condizioni di chiudere i battenti.

Allora la preoccupazione per chi si trova in questo momento ad affrontare tale problema credo sia innanzitutto quella dell'aspetto occupazionale dei mille e più dipendenti che operano all'interno di questo settore, altrimenti se perdessimo di vista questo problema di carattere fondamentale, andremmo sicuramente a trovarci in una situazione di estrema dramma­ticità verso la quale, forse, non troveremmo più alcuna soluzio­ne alternativa a quella che è la fase nella quale ci stiamo av­viando.

E voglio premettere che, d'altra parte, qui si tratta solo di dare l'autorizzazione ad avviare la prima fase, quella di una tratta­tiva; trattativa che, secondo il mio modesto avviso, non si pre­senta né facile né tanto meno con un esito già scontato.

Ecco perché avevamo chiesto, e me ne rammarico che ancora la Giunta non abbia avuto la possibilità di presentare questo do­cumento, di predisporre un atto legislativo che prevedesse la gestione diretta della Casa da gioco; proprio perché, di fronte alla malaugurata situazione che si venga a creare il fallimento della trattativa, noi comunque dobbiamo avere in mano uno strumento per fare in modo che l'attività della Casa da gioco non si blocchi, perché credo che la drammaticità sarebbe enor­me, se ci trovassimo nella condizione di non avere la possibilità di assicurare il posto di lavoro a quei dipendenti che attual­mente operano all'interno.

Credo che in un momento così difficile per la Valle d'Aosta, oggi chiunque di noi deve assumere un atteggiamento responsabile e non possa che tenere conto di quello che dicevo prima.

La seconda fase sarà quella di andare a verificare se vi sono le condizioni o meno per siglare la convenzione. Credo che quegli elementi che sono stati indicati dalla Giunta nella propria deli­berazione, sicuramente danno il segnale di cambiamento ri­spetto ad una situazione del passato.

Forse qui mancano alcuni protagonisti che in passato, strumentalmente o per altri motivi, su questo problema hanno scritto delle storie infinite. Credo però che in questo momento ognuno di noi, tenuto conto che questo Consiglio è quasi rinnovato per due terzi, debba essere convinto che finalmente sono finiti i tempi di fare le furberie o di fare i sotterfugi, e si abbia veramente la capacità operativa per arrivare ad essere protagonisti nella risoluzione di tale problema.

D'altra parte, in tutti questi anni forse non si è voluto affronta­re nella sua giusta dimensione un problema che invece andava sicuramente affrontato, e riguarda non solo gli obiettivi che la Giunta vuole raggiungere, ma anche tutte quelle cause che hanno permesso in passato il crearsi di situazioni non certo edificanti per l'immagine non solo del Casinò, ma dell'intera Valle d'Aosta.

Credo e ci auguriamo che al di là delle parole vi sia la precisa convinzione da parte di tutti che si possano trovare i modi per inserire nell'eventuale convenzione delle clausole che permet­tano un effettivo controllo ed il potere di incidere profondamen­te sulle scelte future della Casa da gioco.

Come ho già detto nel mio breve intervento, forse questa solu­zione non è quella che tutti noi avremmo voluto. Probabilmente avendo avuto più tempo a disposizione si sarebbe potuto intra­prendere un'altra strada. Sono tuttavia convinto che, allo stato attuale, l'unica soluzione possibile è quella di iniziare immedia­tamente la trattativa, con esiti vantaggiosi per la Regione, e che entro breve termine si possa siglare questa convenzione.

La mia convinzione è avvalorata anche dal fatto che la conclu­sione della vicenda permetterebbe di salvaguardare, come dice­vo prima, i livelli occupazionali della Casa da gioco; questo, mi pare un obiettivo di primaria importanza nel momento in cui la situazione è difficile e, nel contempo, permetterebbe di intra­prendere una forte azione di rilancio della stessa Casa da gioco, la cui immagine negli ultimi due anni è stata abbastanza dete­riorata. Ne danno testimonianza anche gli incassi: mi sembra che gli stessi, negli ultimi tempi, siano diminuiti rispetto a quello che era un gettito del passato.

Quindi credo che le motivazioni che mi hanno almeno perso­nalmente convinto della bontà di questa azione, a prescindere dai dubbi che sicuramente ci possono essere, sono innanzitutto quelle legate ai motivi occupazionali; dall'altra parte, a quelli di avviare finalmente questa trattativa per non trovarci da qui a breve tempo in una situazione drammatica e senza possibilità di svolta. Per cui annuncio il mio voto favorevole alla proposta di delibera presentata dalla Giunta regionale.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - Chiedo ai colleghi consiglieri, dopo aver ascoltato gli interventi delle diverse forze politiche che si sono susseguite e l'intervento del Consigliere Rini, di avere la pazienza e l'attenzione per ascoltare quella che è la posizione della DC rispetto a questo problema.

Ci troviamo di fronte ad un atto che ha origini antiche, siamo oggi chiamati a prendere una decisione che risale a circa due anni fa, quando tutta la macchina per giungere al rinnovo della concessione per la gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent ebbe il suo inizio.

Due anni sono tanti; in due anni evidentemente si sono accu­mulati dei ritardi e quindi vedremo quali sono le cause di questi ritardi.

Anzitutto credo sia necessario, per quanto riguarda la mia for­za politica, sgombrare il campo da diversi equivoci che nel corso degli ultimi mesi si sono affacciati sulla scena politica della nostra Regione.

In particolare, alcuni organi di stampa, troppo sovente, troppo sbrigativamente, hanno annunciato, soprattutto attraverso dei titoli, la posizione contraria della DC nei confronti dlla SITAV. Questo è il primo equivoco di cui bisogna disfarsi. La DC ha af­frontato con serietà e si è confrontata a lungo, nel suo interno, su questa problematica; ha cominciato il suo ragionamento da un punto ben preciso, che ora mi sembra non essere stato colto in modo totale e in modo completo, negli interventi che si sono susseguiti .

Il punto preciso è il ruolo che questa Casa da gioco deve avere nella nostra Regione. É un argomento che in questi due anni è stato più volte sollevato sotto diverse angolature, sotto diverse prospettive; il ruolo che questo Casinò ha nella nostra Regione è sicuramente di estrema importanza per l'aspetto occupaziona­le, per l'aspetto economico, per l'indotto che crea in tutta la Valle e direi, in particolare, nella zona di Saint-Vincent.

Ab­biamo già avuto modo di dire, nello scorso Consiglio, come però non siano tutte rose le cose che ci porta il Casinò. Il Casinò ci porta, accanto alle cose positive che ricordavo prima, una serie di grosse problematiche di cui tutta la Regione può farne le spese, delle quali tutti noi siamo ben coscienti e dalle quali tutti noi dobbiamo cercare di guardarci.

Fatta questa premessa, risulta evidente come la DC, di fronte a tale prospettiva che la Giunta ci sottopone oggi, non abbia dei giudizi preconcetti. Vale a dire, non è partita con l'idea di vota­re a favore o contro della trattativa privata, ma è partita con una riflessione su chi e in quale modo negli anni futuri potrà gestire meglio la Casa da gioco di Saint-Vincent, rispettando tutte quelle condizioni, tutte quelle cose positive di cui parlavo poc'anzi.

In quest'analisi, non ci interessa in particolare una o l'altra so­cietà: a noi interessa che la Casa da gioco sia gestita nel miglior modo possibile e con la maggiore chiarezza ed efficienza pos­sibili.

Quindi, tutte le cose che andrò a dire nel mio intervento - vi prego di credere a quello che dico -, non intendetele come una posizione strumentale nei confronti di questo o di quello, ma intendetele invece come tutta una serie di richieste alle quali vogliamo avere risposta, proprio per poter votare con estrema serenità nella direzione che dicevo prima.

La prima domanda che tutti noi dobbiamo farci è questa: oggi, 4 novembre 1993, possiamo affermare con tranquillità l'affi­dabilità e la trasparenza della società con la quale vogliamo iniziare questa trattativa privata? Noi non diamo un giudizio su questo, noi lo chiediamo; poniamo tale domanda alla mag­gioranza che sottopone al Consiglio questa decisione.

Se lo chiediamo, è perché evidentemente noi non abbiamo delle certezze, non siamo certi che la società alla quale ci stiamo ri­volgendo abbia quelle caratteristiche di affidabilità e di traspa­renza di cui sopra. Abbiamo qualche perplessità, abbiamo qual­che dubbio che ci auguriamo, prima di giungere alla votazione dell'eventuale convenzione con SITAV, verranno chiariti.

Ma da dove nascono queste perplessità? Siamo dei nuovi consiglie­ri, Florio ricordava prima che molti elefanti - così li ha descritti - hanno abbandonato giocoforza o per altri motivi quest'aula. Noi siamo tutti nuovi; io personalmente vedo un rischio che spero realmente non accada in quest'aula e cioè che questi "elefanti" che non sono più presenti, non trovino, in quei due terzi di nuovi consiglieri, qualche portavoce all'interno di quest'aula, perché allora non avremmo più la presenza fisica di quei consiglieri, ma il loro spirito continuerebbe ad aleggiare in questo senso.

Noi nuovi consiglieri, dicevo, come potevamo conoscere questa situazione? É fin lapalissiano rispondere a questa domanda: ri­correndo alle documentazioni, fra l'altro di una mole notevole, che per la verità erano a nostra disposizione. Ed è proprio scor­rendo questi atti che nascono le perplessità.

Per procedere con chiarezza, senza stare a mettere tutte insie­me le approfondite questioni di cui ha parlato il Consigliere Ti­baldi, seguirei due filoni di questi atti. Il primo, la relazione della commissione tecnica; il secondo, i resoconti delle passate sedute consiliari, proprio per cercare di capire cosa succede.

L'impressione che si ha - ed alcuni interventi che hanno prece­duto il mio lo hanno confermato - è che questa delibera si ap­poggi con forza (il dubbio è che non si appoggi con tutta la sua forza) sulla relazione della commissione tecnica, la quale, nelle conclusioni, dice le cose che sono già state ricordate e quindi non le cito ulteriormente.

Qualcuno ha anche detto, mi è sembrato di coglierlo negli in­terventi, che di fatto, siccome la commissione tecnica si è espressa in quel modo, il Consiglio regionale è quasi giocoforza obbligato a seguire questa strada.

Se noi andiamo però a legge­re l'unico momento - questo è un fatto gravissimo, che mi sento di denunciare con forza - che i consiglieri, o per meglio dire, i membri della IV Commissione hanno potuto avere di incontro con questa commissione tecnica, se andiamo a vedere il risulta­to di questo incontro, scopriamo che questa affermazione non è vera. Scopriamo, ad esempio, che sia la parte politica, imperso­nata in questo senso dal Presidente della commissione, sia la parte tecnica impersonata in questo senso dal dott. Zanetti, raf­forzano questa tesi.

"Se dovessimo fare una sintesi molto generica", Lanivi dice quasi alle conclusioni di questo incontro, "potremmo concludere dicendo che le conclusioni della stessa commissione (quella tec­nica) lasciano impregiudicata la scelta".

E la parte tecnica afferma: "Se notate l'espressione, il suggeri­mento ve lo abbiamo proprio già dato, perché non diciamo l'af­fidabilità c'è, ma diciamo non abbiamo elementi per dire che non c'è. Il messaggio", aggiunge Zanetti, direi con un senso di impotenza, "non possiamo che darvelo così. La cosa ha peso perché le parole pesano". Certo su un tema di questo genere bi­sogna stare molto attenti.

Ma Zanetti si sbilancia ancora ulteriormente: "Noi abbiamo tutte le perplessità che voi esprimete", le perplessità sono già quelle che in gran parte sono state sollevate oggi e ricordiamo che ha appena detto che le parole pesano, "e ve le abbiamo se­gnalate attraverso questo messaggio. Di più non possiamo fare. Guardate gli altri requisiti dove vedete che si è molto espliciti". E tutta la serie di punti che prendeva in considerazione il Con­sigliere Tibaldi permettono di concludere: sì, hanno tutto, op­pure no, manca qualcosa. "In questi l'esplicitazione c'è ma va pesata. Avete l'esca per ragionare come volete. Ripeto, io ove fos­si investito della vostra posizione, avrei degli atteggiamenti che credo sarebbero anche molto duri. Però qui è una cosa diversa".

Questa è una fonte di dubbio, è una fonte di perplessità per noi. Questa è l'ultima fase di questi due anni, la conclusione, dove credo che le parole che ho appena letto non possono, ma real­mente non possono, in ogni singola coscienza, non sollevare dubbi, perplessità, interrogativi, perché queste sono le conclu­sioni.

Le conclusioni non sono solo quelle allegate alla delibera dove si dice che né l'una né l'altra delle due società hanno ri­sposto al cento per cento dei requisiti, eccetera; non sono solo queste le conclusioni del lavoro della commissione tecnica. Le conclusioni del lavoro della commissione tecnica sono anche queste che ho letto io, che risultano verbalizzate.

Se poi andiamo a vedere quello che è stato il passato di questa storia, questi ultimi due anni, ci rendiamo conto che la causa (senza voler entrare in strumentalizzazioni di tipo politico, per­ché diceva bene qualcuno prima, in questo settore non ci inte­ressa) che forse più di ogni altra ha provocato il ritardo a cui abbiamo tutti assistito, al di là del discorso della società FINO­PER, è fondamentalmente una. Qual è questa causa? Il fatto che le varie giunte che si sono susseguite negli ultimi due anni avevano quei dubbi che ho espresso in maniera molto amplifi­cata.

Vale a dire, qual era il freno, cos'è che mancava, al di là delle strumentalizzazioni politiche? Mancava la trasparenza, man­cava l'affidabilità.

Sotto la presidenza del Consigliere Lanivi, ripeto, non per strumentalizzare ma proprio perché personalmente mi ci sono ritrovato in queste dichiarazioni, più volte dal settembre al di­cembre 1992, negli ultimi tre mesi del 1992, più volte l'allora Presidente Lanivi nell'aula consiliare dichiarava la carenza di questo dato. Scusa?

(...interruzione...)

Mettiamoci pure anche Bondaz, ma ripeto non mi interessano le strumentalizzazioni, sto facendo una analisi.... ognuno poi è responsabile delle sue scelte.

L'allora Presidente Lanivi diceva il 23 settembre: "Questa maggioranza ha posto il problema della trasparenza dell'azio­nariato, dell'affidabilità dell'interlocutore, condizione pregiudi­ziale per l'avvio delle trattative; a tutt'oggi non riteniamo di avere avuto risposte esaurienti".

E ancora, sempre nel mese di settembre: "Abbiamo per la terza volta chiesto tutti quei chiarimenti, che non sono ricerca di mo­tivi per rallentare o per rinviare la conclusione della trattativa, sono richieste prioritarie per poter andare avanti e procedere con sicurezza e tranquillità per tutto il Consiglio regionale", che è quello che chiediamo proprio oggi.

Il 10 novembre riaffermava: "Non siamo nelle condizioni di poter dire di avere certezze o assicurazioni sufficienti per aver sciolto questo nodo". E potremmo ancora continuare.

Ma sempre nell'ottica di quel periodo, proprio per sottolineare le perplessità di cui dicevo, - e confesso la mia carenza dal punto di vista della comprensione di tutta l'argomentazione esposta dal collega Tibaldi: le vendite, le azioni, i passaggi, ec­cetera, limitandomi però alla lettura dei resoconti consiliari - qualche dubbio mi è venuto. Spero che chi illustrava questi dubbi allora, ci spieghi come mai questi dubbi oggi non ci sono più, se non ci sono più, oppure se esistono ancora, però...

L'allora Consigliere Riccarand, oggi Assessore, affermava: "Sappiamo infatti che le azioni VALSER sono sotto sequestro e quindi partecipa all'assemblea dei soci il rappresentante nomi­nato dalla magistratura. Ma se un giorno queste azioni fossero dissequestrate (mi sembra che la soluzione prospettata possa valere anche oggi), ci troveremmo a trattare con una società che è contro la maggioranza, e soprattutto con persone all'interno della VALSER o della SFIT, che lo stesso Presidente della SI­TAV ha definito in commissione come persone poco raccoman­dabili". Se le parole pesano...

"in particolare", continuava Riccarand, "è stato dichiarato che al controllo di questo pacchetto di azioni di minoranza ci sareb­be Chamonal, una minoranza quindi che rischia sempre di di­ventare una maggioranza. Noi riteniamo quindi che l'affidabi­lità della SITAV non esista, così come non esiste di fatto una totale trasparenza dell'azionariato. Probabilmente il Presidente della Giunta ha acquisito informazioni solo sulla maggioranza dell'azionariato, ma non abbiamo i dati completi rispetto a tutto l'azionariato. Siamo quindi da un lato contrari alla pro­roga, dall'altro siamo anche ostili ad una concessione alla SI­TAV ". Le parole pesano, come si dice: parla chiaro.

Più avanti, ricordando un intervento dell'ex Consigliere Bene­forti, dice: "Come diceva Beneforti, possiamo tutti sottoscrivere che la situazione della SITAV non cambierà, perché non è pen­sabile che con i conflitti fra SFIT, VALSER e gli altri soci ci sia una possibilità di miglioramento nell'affidabilità della SITAV ".

Una domanda, fra le tante che possono sorgere leggendo queste cose e proprio per avere la dovuta informazione che i consiglieri hanno il diritto di richiedere, era la domanda che poneva l'al­lora Consigliere Riccarand e che io riformulo: ma Chamonal controlla ancora la SFIT?

Mi avvio alla conclusione, per fare una considerazione. C'è una sensazione di fondo, che spero sia smentita, ma, anche qui, ho dei dati che me la provocano, non parto da un pregiudizio. La sensazione di fondo è che, di fronte a questa situazione che si trascinava nel tempo, la via di uscita che sembra questa Giunta abbia trovato sia quella di togliere la pregiudiziale sulla trasparenza e l'affidabilità.

Perché dico questo? É una sensa­zione, che non aspetta altro di avere smentita. Perché fino a questa legislatura vi era quella famosa delibera della Giunta Bondaz, nella quale si mettevano gli obiettivi, così come oggi si fissano altri obiettivi, che la Regione doveva raggiungere nella trattativa con SITAV. Cosa diceva questa delibera? Ed è bene ricordare che gli obiettivi di tale delibera furono successiva­mente riconfermati sotto la Presidenza Lanivi con una amplis­sima maggioranza di votazione del Consiglio.

In questa delibe­ra il Consiglio regionale indicava questo: in via preliminare ef­fettuare controlli sulla trasparenza e l'affidabilità dell'aziona­riato.

Questa, dicevo, è stata la causa principale - e credo di averla documentata prima - del ritardo che si è accumulato; ora, come si cerca di fare il passo? Dicendo: "la commissione tecnica si è pronunciata in quel modo".

Ma la commissione tecnica, come abbiamo visto, non ha detto che la SITAV è affidabile, così come non ha detto che la SITAV non è affidabile. La commissione tecnica, in pratica, su questo punto non si è pronunciata.

Allora chi deve pronunciarsi? Chi oggi ci propone quest'atto, chi ci deve spiegare perché con un giudizio di tipo politico (guai se fosse un giudizio meramente tecnico) ha acquisito gli elementi per dire: "a nostro avviso questa società è affidabile". E questa è la domanda che in fondo aspetta la risposta ed aspetta dei suffragi alla risposta.

Dicevo, sensazione che spero venga smentita. La stessa com­missione, commissione... per sollevare un po' il clima, altri­menti diventa veramente pesante, quando Florio metteva l'ac­cento sul Presidente Viérin, credo che tutti l'abbiano sopran­nominata Commissione "Bortoli".... per un po' di ilarità...

Dicevo, questa commissione parla di lacune documentali. Allo­ra uno pensa: mancano solo dei documenti in fondo, manca qualche carta; ed a questo si può porre rimedio.

Del resto, questa sensazione è presente, e vi prego di credermi che non voglio fare polemica, ma è veramente per capire meglio le cose: il Presidente Viérin il 10 dicembre 1992 diceva delle co­se che a fronte delle considerazioni che ho fatto mi fanno venire un po' di pelle d'oca.

Allora, 10 dicembre 1992, il Presidente Viérin sembrava aver già trovato la strada; direi che con le di­chiarazioni che ha fatto in un certo senso (mi permetta la bat­tuta) si era già candidato alla Presidenza della Giunta.

Dice l'allora Consigliere Viérin: "Je partage l'avis exprimé par d'autres, en parlant de la transparence et de la fiabilité, que ce n'est pas le problème véritable; je suis moi-même convaincu qu'il faut dépasser la vérification de ces conditions préalables, parce que tant qu'on reste à ce stade, on fait que du surplace".

Dichiarazioni premonitrici, che mi auguro vengano spazzate via anche in modo brutale.

Come Democrazia Cristiana ci siamo posti anche un altro pro­blema: se la maggioranza, se la Giunta attuale vuole percorrere questa strada - poi come è stato più volte ripetuto bisognerà vedere se andrà a buon fine o meno -, comunque vuole iniziare una trattativa privata, a fronte di tutta questa non chiarezza dal punto di vista dell'azionariato, del patto di sindacato, ecce­tera, c'è una strada che la Giunta potrebbe già intravedere oggi affinché con la situazione contingente qual è quella che ci tro­viamo davanti, la Regione possa avere maggiori certezze su quello che sarà l'interlocutore SITAV?

A mio avviso una strada è indicata dall'avv. Speranza, membro della commissione tecni­ca, il quale dice: "A me risulta che si potrebbe anche ipotizzare che in sede di trattativa si dica: "Va bene diamo la concessione, però voi formate fra di voi un patto di sindacato che non ci esponga a questo rischio, di avere poi delle azioni che ne esco­no".

Non essendo un legalista, non intendendomi assolutamente di quello che è il diritto, credo che questa prospettiva che ha indi­cato come possibile l'avv. Speranza non vada lasciata cadere.

Non so se questo è possibile, non ho presentato neppure un emendamento in questo senso, proprio perché ho un grosso punto interrogativo; però chiedo al Presidente della Giunta di verificare se questa strada è percorribile, perché in questo sen­so la Regione potrebbe avere una maggior chiarezza e una maggiore tranquillità nei rapporti futuri con SITAV.

Mi avvio alla conclusione dicendo che tutte le perplessità che ho esposto necessitano di trovare delle risposte da qui a quando la maggioranza presenterà in questo Consiglio la deliberazione dell'affidamento della Casa da gioco.

In questo senso presenteremo una serie di emendamenti a questa delibera, che vogliono sotto-lineare il fatto di questa posizione della DC rispetto al problema.

Abbiamo già avuto modo di ascoltare nelle dichiarazioni del Presidente della Giunta che alcune di queste nostre riflessioni e di queste nostre esigenze fanno parte anche delle necessità sentite dalla Giunta e quindi dalla maggioranza; una di queste, era l'assoluta necessità di predisporre una legge che permetta il commissariamento. Questo non per voler giungere al commis­sariamento, ma perché questa Regione acquisisca durante la trattativa con SITAV un certo peso contrattuale che, senza questa soluzione, non avrebbe di fatto.

Ci sarebbe un'altra considerazione da fare sui cosiddetti "paletti", come qualcuno li ha chiamati. Voglio essere molto realista su queste cose, perché non credo invece di aver sentito interventi a questo riguardo altrettanto realisti. Ho sentito dire che questi "paletti" sono ferrei, sono rigidi, potrebbero addirit­tura impedire che la trattativa vada a buon fine.

Non credo che sia così. A me non sembra che questi siano dei "paletti" rigidi; sono degli obiettivi che il Consiglio regionale si dà, ma gli obiettivi tutti sappiamo che si possono raggiungere e non si possono raggiungere. Chi dovrà decidere se si è raggiunto un certo numero di obiettivi tali da poter portare la Regione a de­cidere la sottoscrizione della convenzione? Sarà la Giunta, sarà la maggioranza, mi auguro che questo lo faccia il Consiglio in­tero.

Però, perché lo faccia il Consiglio intero, di questo mi ri­servo di parlare quando illustrerò gli emendamenti, mi sembra assolutamente necessario che il Consiglio venga coinvolto nel periodo della trattativa, altrimenti le cose si complicheranno.

Si dà atto che, dalle ore 18,39, riassume la presidenza il Presi­dente Stévenin.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Dujany.

Dujany (PVA) - Riallacciandomi all'intervento che aveva fatto Rini, credo che si possa da questo intervento prendere atto di quella che è la si­tuazione generale del problema "Casinò". E cioè le due posizioni che sono emerse nel tempo: da una parte, la valutazione di una perdita di tempo nel non aver concluso anzitempo questa con­venzione con SITAV; dall'altra, la posizione di chi riteneva di dover passare ad una trattativa nei confronti di quelle società che avessero dato prova di trasparenza ed affidabilità.

Faccio questa premessa perché mi sembra doveroso, per quanto riguarda anche il nostro Gruppo, poiché mi sembra che in poli­tica sia il dato essenziale, valutare se nei comportamenti del passato e del presente vi sia una coerenza; soprattutto per chi, non facendo parte di un partito politico nell'ambito del quale si possono di volta in volta variare posizioni, è quindi tenuto ad una maggior coerenza nei confronti di chi ha espresso il proprio consenso.

Dico questo per rappresentare anche questa posizione, che tro­va le sue origini nella delibera di Giunta Lanivi del 13 novem­bre 1992, nella quale si faceva presente che la SITAV all'epoca non aveva ancora fornito alcun elemento di affidabilità e di tra­sparenza, tale da poter fare decollare la procedura in una fase successiva.

Quella stessa posizione di allora è la posizione che contraddi­stingue anche attualmente il Gruppo consiliare Pour la Vallée d'Aoste, nel senso che, rispetto all'efficientismo fine a se stesso, riteniamo doveroso che l'Amministrazione tratti esclusiva­mente con quelle società che diano indicazione di possedere tutti i requisiti di trasparenza e di affidabilità. E poi spiegherò perché riteniamo importanti e preliminari questi requisiti.

Nel luglio scorso il Consiglio nominava una commissione che aveva dei compiti ben specifici: di non assolutamente sostituirsi alla volontà consiliare, ma unicamente compiti di valutare una certa documentazione che era stata richiesta. Niente di più di questo aspetto.

Quindi, parlare di obbligo consequenziale di provvedimento, parlare di attività della commissione limitata o comunque non completa, mi pare non esatto, nel senso che la commissione si è limitata a valutare i documenti che erano stati sottoposti alla stessa e nulla di più. Senza per questo non poter neanche minimamente, non rientrando nei suoi compiti, andare al di là di quest'analisi ristretta.

Come ha concluso questa commissione? Questa commissione ha concluso i suoi lavori dicendo che nessuna delle due società partecipanti aveva quei requisiti che facevano parte di quella documentazione, su cui la commissione stessa si era pronuncia­ta.

Ha peraltro lasciato intendere che per quel che riguarda la posi-zione FINOPER, la stessa non avrebbe potuto neppure in una fase successiva colmare quelle lacune già allora presenti, men­tre ha rilevato, per quel che concerne la posizione SITAV, che queste la-cune - parliamo ancora di trasparenza ed affidabilità -, avrebbero potuto, in una fase successiva, essere colmate. Ecco perché ci siamo battuti affinché il deliberato non prendesse atto di una trattativa che doveva andare avanti con la SITAV, ma perché in questo deli-berato fosse evidenziato che a questa fase successiva si passasse solo nel momento in cui fossero state eliminate quelle lacune di carattere documentale che la com­missione stessa aveva rilevato.

Ma non solo questo, perché co­me dicevo prima la commissione si è limitata ad esaminare al­cuni documenti. Per esempio, qualche consigliere prima di me lo ha ricordato, qui ci sono delle direttive CEE precise per quel che riguarda i requisiti dei soci; evidentemente sotto questo profilo la commissione non ha detto nulla, ma non poteva dire nulla perché era un compito totalmente fuori da quello che era il compito stesso che il Consiglio le aveva conferito.

Ecco perché riteniamo che sia doveroso, in questa fase, non solo provvedere alla valutazione e al riscontro di quell'affidabilità e trasparenza che non emerge finora, ma anche verificare la sussistenza in capo a SITAV dei requisiti richiesti dalla legge vigente. Aspetto che non era stato sottoposto alla commissione.

Secondariamente, perché riteniamo che la trasparenza e l'affi­dabilità siano essenziali per noi al prosieguo per la trattativa? Riteniamo questo perché la nostra preoccupazione è quella di valutare che le diverse vicende giudiziarie che si sono succedu­te nel tempo in Valle d'Aosta siano proprio conseguenza di questa leggerezza nel conferire anche tali concessioni di grande portata. Vogliamo cioè evitare che le istituzioni valdostane si ritrovino in prospettiva ancora una volta, come in passato, co­involte in gravi procedimenti penali che hanno comportato già gravi danni di immagine e di credibilità a questa comunità al suo esterno. Ciò è avvenuto, non dimentichiamolo, in presenza di convenzioni con la SITAV.

Qui richiamerò solo quello che sta scritto nell'ultima sentenza della Cassazione penale, depositata il 30 settembre scorso, nella quale si ricorda come è finita la Valle d'Aosta a seguito di questo ultimo processo; situazione per cui il Casinò di Saint-Vincent veniva utilizzato da espo­nenti di organizzazioni criminali di tipo mafioso per il riciclag­gio di denaro proveniente da attività malavitose, una serie di illiceità finanziarie nei rapporti fra Regione e SITAV a seguito anche del 75 percento delle quote decadali di spettanza della Regione, un intreccio societario fatto di fittizie composizioni di titolarità di azioni fra facenti capo a Masi, Chamonal e Gio­vannini, volte a collegare sotto vari aspetti la SAISET e la SI­TAV, e poi ancora il teatro di ruberia nella quale veniva ad operare questo Casinò e nel quale hanno trovato condanna al­cuni soci SITAV, Chamonal fra questi. Mi pare che non si possa dimenticare questo quadro che sta dietro alla vicenda in detto momento.

Oltre a ciò a me pare indispensabile che in tale fase si possa, pro-prio per i limitati compiti che aveva questa commissione, che non poteva minimamente chiedere un'integrazione di do­cumentazione - più volte la commissione ha rilevato che non poteva dare che un parere se non sulla base della documenta­zione formulata e sulla base dei documenti forniti che si ritene­vano veritieri solo perché presentati dalla società stessa -, ac­quisire il patto di sindacato.

Qui, abbiamo un'attestazione della SITAV, che rileva che sussiste questo patto di sindacato; non abbiamo il patto di sindacato sottoscritto dalle parti, non sap­piamo in realtà quale sia l'omogeneità di linea della SITAV in prospettiva. Non conosciamo quali sono i poteri del custode giudiziario: teniamo conto che abitualmente i poteri del custode sono poteri meramente di ordinaria attività e non di straordi­naria attività, e qui siamo certamente in presenza di una at­tività del tutto straordinaria.

Non abbiamo minimamente ele­menti in base al fatto su cosa succederà nel momento in cui si esaurirà questa attività del custode giudiziario, così come, per i motivi che dicevo prima, non abbiamo nessuna valutazione an­che in merito alla applicazione delle direttive CEE, che impon­gono agli azionisti di non essere incorsi in condanne penali, e sotto questo profilo non abbiamo nessuna valutazione perché questa valutazione non era stata richiesta alla commissione stessa.

Abbiamo poi delle conclusioni della commissione che, mentre sotto gli altri profili ricorda la sussistenza dei requisiti alle date dell'inizio della trattativa, e cioè del 15 luglio 1991, alla data convenzionale del 30 luglio 1993, relativamente all'aspetto affi­dabilità e trasparenza, non esiste nulla di tutto questo.

Quindi per noi è indispensabile procedere in questa attività di chiarimento.

Mi sento infine di poter valutare che tutto sommato questa che, secondo il Consigliere Rini, viene ritenuta una perdita di tem­po, in realtà abbia già evitato alla Regione di ritrovarsi un su­per Casinò tecnologico, mentre credo che adesso l'indirizzo ge­nerale sia di andare verso un potenziamento delle attuali strutture, utilizzando le attuali strutture presenti, e tutto sommato questo aspetto della trasparenza e dell'affidabilità sia prioritario a tutti gli altri, per contare di vedere la Valle d'Ao­sta un po' più serena nei prossimi anni.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Lanièce.

Lanièce (DC) - Dopo gli interventi precisi e puntuali dei colleghi democristiani Rini e Marguerettaz, non mi resta molto da aggiungere, anche se ritengo opportuno fare delle brevi considerazioni, anche a costo di ripetere certe frasi già dette.

Dagli atti risulta che lo scorso anno, a dicembre, la Giunta La­nivi chiese la proroga di un anno, affermando in via pregiudi­ziale la necessità del raggiungimento di due punti fondamen­tali: la trasparenza dell'azionariato, l'affidabilità della società.

L'allora Presidente della Giunta, Lanivi, affermò che occorreva tempo per accertare i presupposti necessari per il rinnovo della convenzione; inoltre, aggiunse che si voleva cercare un interlo­cutore serio, sicuro e certo, e che le risposte allora pervenute dalla SITAV erano considerate insufficienti, non soddisfacenti l'Am-ministrazione regionale.

Inoltre fu sottolineato che gli azionisti con cui si trattava, ave­vano una esigua maggioranza, la società era travagliata al suo interno, c'era della litigiosità fra gli azionisti.

A distanza di un anno è stata scelta la SITAV, come risulta dalla delibera.

Le domande che ne derivano sono le seguenti: che cosa è cam­biato in questo anno di proroga concesso alla SITAV? La SITAV è diventata di colpo affidabile e trasparente? Ha risolto i suoi problemi interni? Questa maggioranza, che è quasi la stessa maggioranza che sosteneva la Giunta Lanivi, su quali presup­posti ha preso questa decisione, dal momento che la SITAV è nella stessa situazione di un anno fa? Forse che allora, portan­do avanti la trattativa, si aveva paura di incorrere in incidenti di percorso durante la trattativa stessa? Incidenti che avrebbe­ro potuto dar luogo ad eventuali attacchi in campagna elettora­le?

Comunque una cosa è certa: è stato perso del tempo invano, si è preferito rinviare una trattativa quando la si poteva iniziare e chiudere; si è preferito far deteriorare la gestione della Casa da gioco in termini sia produttivi che occupazionali, con le se­guenti conseguenze. Si è preferito rinviare alla nuova Giunta il problema, pur sapendo che nel frattempo nulla sarebbe cam­biato, e tutto questo incuranti di quanto affermato dalle forze di opposizione, dai dipendenti stessi e da alcune forze della stessa maggioranza di allora, che si erano dichiarate in un primo tempo contrarie alla proroga. Comunque si preferì attua­re la politica del rinvio.

Di fronte a queste prese di posizione, noi ci sentiamo in dovere di prendere le nostre distanze, anche se non siamo affatto con­trari alla scelta SITAV; siamo contrari ad una evidente perdita di tem-po, che non ha portato niente di più all'Amministrazione regionale dal punto di vista dei requisiti richiesti rispetto ad un anno fa.

Ma questo problema senz'altro ha portato a far sì che questa politica del rinvio abbia portato ad una perdita di entra­te economiche, conseguenti ai mancati investimenti che la so­cietà prescelta avrebbe potuto iniziare ed attuare. Ed inoltre alla possibilità, nel caso in cui ora la trattativa non vada in porto, di giungere al commissariamento con le rischiose conse­guenze.

Mi auguro comunque che nella trattativa vengano considerati fermi diversi punti, a mio avviso fondamentali, fra i quali: la revisione dell'articolo 13, una durata non superiore ai sei anni della convenzione, predisporre una legge sul commissariamento (come è già stato affermato dal Presidente), l'acquisizione dei beni immobili della SITAV che accerchiano il Casinò, la gestio­ne unica dei giochi americani e francesi, e specificare nella con­venzione le strutture da acquisire in modo che sia tutto chiaro.

Si dà atto che, dalle ore 18,53, presiede il Vicepresidente Marco Viérin.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris.

Ferraris (GV-PDS-SV) - Credo che, come è emerso dal dibattito adesso, la situazione che stiamo discutendo è una situazione complessa, è una situazione che per certi versi questo Consiglio comunale ha ereditato. É intervenuta, come ricordava il Presidente della Giunta, una sentenza del Consiglio di Stato, si è deciso nel mese di luglio di seguire una strada che consisteva nel fatto di affidare ad una commissione tecnica la valutazione dell'ammissibilità delle so­cietà che avrebbero chiesto di essere ammesse alla gara.

Direi che la discussione che si fa qui oggi, indubbiamente verte sui risultati della commissione stessa e vedo che, oltre alle forze della maggioranza, anche da parte di alcune significative forze della opposizione (mi riferisco in particolare all'intervento di Rini e seppur con alcune differenze all'intervento di Lanièce), le ragioni della maggioranza per certi versi vengono accolte, nel senso che si accolgono quelle che sono le conclusioni cui è per­venuta la commissione e che sono contenute nella deliberazione che è proposta al Consiglio.

Viviamo un momento molto difficile; non so qui se rallegrarmi per un possibile allargamento della maggioranza o preoccupa­rmi per il fatto che rischiamo in una situazione come questa di andare ad una diminuzione della minoranza in questo Consi­glio, che ha un ruolo importante ed insostituibile.

L'intervento di Tibaldi ha sollevato alcune questioni molto in­quietanti; viviamo, dicevo, in un momento difficile, quasi tutti ieri sera abbiamo sentito l'intervento di Scalfaro ed allora se abbiamo degli elementi che dimostrano che all'interno del Ca­sinò di Saint-Vincent è nato il riciclaggio di fondi neri del Sisde, credo che questo problema non vada risolto con un'interpel­lanza fatta dall'On. Borghezzi, ma si debba andare alla Procura della Repubblica.

Altrimenti ritengo sia estremamente negativo creare e mantenere in piedi un clima di sospetto intorno alla Casa da gioco. Sappiamo che questa non è sicuramente un col­legio di educande: ci ricordava il Consigliere Dujany, preceden­temente, gli esiti di una sentenza della Corte costituzionale; però credo che le accuse, se sono fatte, debbano essere circo­stanziate.

Non dobbiamo mai dimenticarci una cosa, che mi pa­re sia emersa un po' da tutti gli interventi: che la Casa da gioco ha una importanza fondamentale nella Regione per quanto ri­guarda l'occupazione, per quanto riguarda l'autonomia finan­ziaria, per quanto riguarda aspetti legati al turismo, e direi che da qui dobbiamo partire.

Abbiamo ascoltato per quasi un'ora l'intervento del Consigliere Tibaldi, che in buona sostanza ci portava a far riflettere sul fatto che ci sono molti elementi da chiarire all'interno della tra­sparenza dell'azionariato della SITAV. Mi pareva però che quell'intervento avesse il taglio di un intervento fatto in occa­sione della firma della convenzione, o comunque di una propo­sta al Consiglio regionale di firma di convenzione.

Siamo in una fase sicuramente preliminare; abbiamo una fase di trattativa e all'interno della trattativa credo che nella delibe­ra proposta dalla Giunta le preoccupazioni che sono state espresse con un lungo intervento da parte di Tibaldi, con l'in­tervento suc-cessivo del Consigliere Marguerettaz, sono in so­stanza contenute al punto c) per quanto riguarda la questione della trasparenza, quando si dice che è necessario acquisire ulteriori elementi che colmino le lacune di carattere documen­tale, evidenziate dalla commissione speciale in ordine ai re­quisiti di cui al punto 2.4. Vedi al punto 2, in particolare, la questione della trasparenza.

Questo per dire che la scelta che è stata fatta da questa mag­gioranza, in cui mi riconosco come PDS e GV, è quella di anda­re a vedere le carte della SITAV. Lo diceva qualcuno prima: qui nessuno ha sposato la SITAV, si tratta di andare a vedere; la cosa migliore è quella di aprire una trattativa e fare in modo che vengano garantiti gli interessi della Regione, perché penso che sia sostanzialmente questo il ruolo che noi dobbiamo rico­prire. Perché i motivi di preoccupazione ce li abbiamo tutti, e per quanto ci riguarda c'è un problema dei tempi: questa trat­tativa non può andare avanti all'infinito, c'è un impegno anche della maggioranza di chiudere in tempi certi questa cosa. Ma direi che ci sono alcuni elementi che ci preoccupano e che sono legati alla gestione della Casa da gioco in termini di calo di pre­senze, in termini di calo degli introiti, della necessità di predi­sporre un vero e proprio piano di riorganizzazione della stessa. Così come è oggi, la Casa da gioco si trova in una situazione difficile.

Situazione difficile che deve tenere conto anche di quello che succede intorno a Saint-Vincent; il fatto che c'è una crisi eco­nomica che indubbiamente pesa su questa situazione, e che ci deve fare agire con maggiore oculatezza in un momento come questo; il fatto che è ipotizzabile anche se non certa l'apertura di nuove case da gioco; il fatto comunque che c'è una concorren­za non solo nazionale potenziale, ma c'è anche una concorrenza internazionale che può essere aggressiva nei confronti della Casa da gioco.

Un'ultima questione, ma sicuramente non l'ultima, è il proble­ma dell'occupazione e di quello che la Casa da gioco crea in termini economici ed occupazionali per quanto riguarda la Valle d'Aosta. Quali sono gli obiettivi che ripropone la delibera proposta? Uno è quello di riconquistare con forza una capacità contrattuale da parte della Regione; è necessario poi prevedere un piano di riqualificazione del Casinò, e sono d'accordo con chi diceva che è importante definire una chiarezza di rapporti, chiarire bene questo problema della trasparenza.

Ma credo che, oltre a quanto è stato definito nella delibera, sia possibile nella convenzione utilizzare degli strumenti specifici per avere ga­ranzie sugli aspetti societari, perché queste sono delle clausole che consentono di concludere positivamente la trattativa.

Quindi trasparenza da una parte, ma soprattutto affidabilità dell'azionariato: avere la garanzia che chi sottoscriverà il patto, semmai questo patto verrà sottoscritto, lo possa garantire an­che in futuro.

La questione dell'accerchiamento, molti lo ricordavano, è una questione fondamentale, nel senso che tutte le trattative sulla Casa da gioco rischiano di essere trattative truccate. Allora ha ben ragione Tibaldi a dire: meglio averne due piuttosto che uno; però, viste le conclusioni della commissione, diventa dif­ficile ammettere anche la FINOPER a questo tipo di trattativa.

Ma perché ci siano delle trattative serie aperte a più concor­renti, il problema dell'accerchiamento è fondamentale, cioè che la Regione rientri in possesso di quelle attività funzionali alla Casa da gioco che oggi non sono di proprietà della Giunta stes­sa.

Altri ricordavano il problema del coinvolgimento degli enti lo­cali, la necessità di fare in modo che i problemi occupazionali vengano risolti, come pure venga la risolta la questione dell'ar­ticolo 13.

Come ricordava nel suo intervento il Consigliere Florio, questa strada è per certi versi un atto dovuto: nel momento in cui nel mese di luglio questo Consiglio ha assunto una determinata decisione, questa decisione ha portato a determinate conse­guenze. Cosa vuol dire questo: che la trattativa con la SITAV è conclusa e che abbiamo già la convenzione con la SITAV? Sicu­ramente no.

Questa è una trattativa aperta; dovremo verificare nel merito la realizzabilità e la concretizzazione degli obiettivi presenti nella delibera, ma se questi non si realizzano, se esiste uno strapotere della SITAV, esiste una possibilità alternativa per la Regione. Tutti, è vero, abbiamo dei dubbi e se ne potreb­bero aggiungere molti altri a quelli che sono già stati detti, però credo che oltre a manifestare dei dubbi una maggioranza abbia anche un dovere.

Quello ad un certo punto di scegliere, ovvia­mente scegliere a ragion veduta, scegliere all'interno di una di­fesa degli interessi della Regione e della collettività regionale. Credo che questa delibera contenga tali elementi.

In più va aggiunta una cosa, che è già stata detta ma che penso vada ricordata, ed è che nel momento in cui non sia possibile giungere con la SITAV ad una trattativa conclusiva e positiva per la Regione, esiste uno strumento (che nessuno oggi vuole utilizzare perché viene concepito come estrema difesa da parte degli interessi della Regione) che è quello del commissariamen­to, strumento che in quanto tale rafforza la posizione della Re­gione.

Quindi credo che al di là dei dubbi e delle perplessità che ci possono essere, esista una posizione che consente oggi di af­frontare questo problema, di concludere in tempi certi e positivi una questione che si sta trascinando da troppo tempo.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore all'ambiente, territorio e tra­sporti, Riccarand.

Riccarand (VA) - Oggi ci sono due aspetti su cui bisogna discutere e decidere. Il primo, è se aprire o meno una trattativa con la SITAV, il se­condo, sono alcuni punti orientativi di questa trattativa.

Relativamente al primo punto, credo che oggi aprire la trattati­va con SITAV sia un atto dovuto. Dico oggi e non nel gennaio 1992, perché ci troviamo oggi in una situazione diversa, in cui c'è una differenza sostanziale, e la differenza sostanziale sta nel fatto che questa volta il Consiglio regionale ha scelto di de­signare un arbitro che doveva valutare la documentazione, doveva valutare l'ammissibilità delle società a partecipare alla trattativa. Questo è il dato essenziale.

Allora qui, qualcuno, si comporta come chi, nominato l'arbitro e giocata la partita, siccome l'esito non è quello che si voleva, chiede di squalificare l'arbitro. Questo è un comportamento che non può essere accettato in alcun modo.

Come Gruppo Verde Alternativo abbiamo sempre detto (e non cambiamo certo idea) che sarebbe stato meglio fare la trattati­va plurima; oggi non è possibile, sulla base della relazione fatta dalla commissione, fare una trattativa plurima.

Così come personalmente ritengo che la SITAV non sia una società affidabile, e ci sono tutti gli elementi per continuare ad affermarlo. Le vicende di Chamonal le conosciamo e sappiamo qual è l'intreccio societario.

Però il parere mio, come quello di tante persone in questo caso, deve passare in secondo piano ri­spetto ai lavori di una commissione, che è stata chiamata a da­re un certo giudizio e lo ha dato, chiaro ed inequivocabile.

Esi­stono delle regole nel procedimento amministrativo, che devono essere rispettate, e queste regole dobbiamo seguirle, altrimenti se tutti squalifichiamo l'arbitro e diciamo che ognuno di noi di­venta arbitro per conto suo, vuol dire che non abbiamo più delle procedure a cui ci atteniamo.

Oggi la posizione di chi dice "no" all'apertura della trattativa con SITAV è una posizione debolissima. Cosa si propone: di ammettere alla trattativa anche la FINOPER? E come si fa a farlo dopo una relazione che ci dice che la FINOPER non ha i requisiti?

Oppure si dice: oggi non ammettiamo nessuno, commissariamo il Casinò. Ma anche qui, sulla base di quali presupposti com­missariamo il Casinò oggi, dopo che la relazione di una com­missione all'unanimità ci ha detto che esiste una candidata che può partecipare alla trattativa? Sotto questo piano non c'è nes­suna scelta che stia in piedi giuridicamente e che abbia un sen­so.

Infatti, non mi sembra neppure che sia stata proposta que­sta strada, perché vorrei sapere se qualcuno facesse una pro­posta di questo genere, in questo Consiglio quanti voti racco­glierebbe.

Però, siccome il problema dell'affidabilità SITAV esiste, ed è un problema che è sul tappeto, sul quale nessuno si nasconde e che ci preoccupa, abbiamo fatto in modo che nella convenzione, se si farà, ci siano i meccanismi per controllare la situazione. E non per caso è stato messo un punto ben preciso sul controllo della società, sul controllo dell'azionariato, in modo da avere la pos­sibilità in qual-siasi momento di sapere cosa succede se si spo­stano delle azioni.

Del resto, anche la scelta di fare una convenzione breve è lega­ta ad un giudizio che si dà su questa società, quindi sulla ne­cessità di avere un momento in cui si chiude un'epoca e se ne apre una nuova. Questa è sicuramente una convenzione di pas­saggio da una storia precedente ad una storia nuova che si vuole aprire. E se la si fa con i contenuti che sono stati previsti dalla deliberazione proposta al Consiglio, si chiude un'epoca e se ne apre una nuova.

Non solo, siccome c'è la preoccupazione forte di non chiudere questa trattativa con SITAV perché i punti che si sono messi oggi sono punti pesanti, che rendono difficile la chiusura, molto impegnativa, che richiederà una grande volontà politica, pro­prio perché c'è questa situazione, si è messo in cantiere un pr­ovvedimento che consente in qualsiasi momento all'Ammini­strazione regionale di andare a gestire direttamente con com­missariamento la Casa da gioco.

Credo che sotto questo aspetto il comportamento della Giunta, la proposta che viene oggi presentata, la scelta che fa oggi il Consiglio, è chiara, lineare, coerente, non ha alternative, se si vuole essere coerenti con un certo tipo di regole e di procedure.

Per quanto riguarda i contenuti che già si prefigurano con questa deliberazione, sono contenuti impegnativi, precisi, netti, vincolanti; a nostro avviso, tali da chiudere un'epoca che ha si­gnificato "monopolio SITAV", per aprire un'epoca in cui quel monopolio non esisterà più. Perché nel 1999, se si fa quel tipo di convenzione, la SITAV non avrà più il controllo della situa­zione come ce l'ha adesso, in una situazione in cui ha fatto sì che tutte le altre società siano state messe fuori gioco.

Sono contenuti ben diversi, questo va sottolineato con forza, andate a confrontare i contenuti della deliberazione del 10 gennaio 1992 con questi contenuti: quella deliberazione diceva 12 anni di convenzione, e diceva certe cose sul piano delle opere da realizzare che sono sostanzialmente diverse da quelle che sono dette in questa deliberazione. E noi ci riconosciamo fino in fondo nelle cose che sono dette in questa proposta che oggi vie­ne al Consiglio.

La scelta che si fa oggi spero che sia confortata da un voto molto ampio in Consiglio, perché è una scelta lineare e corretta, e credo ci sia bisogno di un sostegno forte da parte del Consiglio su questa linea, perché la fase che si apre è molto difficile, i tempi sono molto ristretti per riuscire a chiudere la trattativa e le condizioni non sono facili. Ci vorrà molta determinazione, ci vorrà un sostegno convinto da parte del Consiglio, il più ampio possibile, altrimenti se prevarranno spinte di settore e di parte, credo che non si chiuderà questa trattativa.

Ed io temo che nel momento in cui si arriverà al momento decisivo, perché fino adesso si è fatto della pretattica, non si è entrati nel merito dei veri problemi che sono i contenuti della convenzione; quando si entrerà veramente nel gioco duro, voglio vedere anche rispetto a molti che adesso mettono in discussione la trattativa con SI­TAV, dove verranno piazzati gli altoparlanti SITAV, voglio ve­dere dove verrà fuori potente il messaggio SITAV per andare a sradicare questi "paletti" che oggi abbiamo messo.

Temo che nel momento in cui si andrà a definire i contenuti, a quel punto le pressioni saranno molto forti e a quel punto sarà il momento di verità: vedremo chi vuol portare avanti un di­scorso di cambiamento di un certo tipo di rapporti e chi invece ha fatto un po' di "melina" ma poi ha giocato un ruolo di alto­parlante SITAV.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - É necessario dare delle risposte a degli ulteriori quesiti che so­no sorti in quest'aula. Anzitutto è inutile scendere in inutili campanilismi (come ho sentito da parte di qualcuno) o in di­chiarazioni cariche di demagogia. In questo momento dobbiamo analizzare concretamente quali sono i problemi, quindi non si trat-ta di fare "melina", Riccarand, si tratta di dare una soluzio­ne o co-munque chiedere una risposta, ma a voce alta, a dei dubbi e a delle perplessità che sono state sollevate non solo da Tibaldi, da Marguerettaz, ma anche da Dujany, componente della mag-gioranza, o da altri componenti della coalizione di maggioranza, dubbi e perplessità che sono stati espressi poco prima.

Nel discorso introduttivo del Presidente della Giunta si dice che la funzione di questa delibera è quella di uscire da un momento di impasse. Non è questo il modo di uscire dall'impasse in cui si sono arenati la Giunta e il Consiglio, ma bisogna percorrere un'altra strada, o perlomeno cominciare a chiarire dei quesiti che sono fondamentali.

Mi sembra di aver capito anche dall'in­tervento di Florio e dello stesso Riccarand che la trasparenza e l'affidabilità dell'azionariato sono punti fondamentali. Punti che sono stati comunque ribaditi dall'allora Consigliere Ricca­rand nella seduta del gennaio scorso, quando si trattava la questione.

Quanto ai punti preliminari alla convenzione, anche qui non si tratta di fare "melina"; abbiamo già contestato che una durata quinquennale è semplicemente ridicola. Un controllo della Regione sugli aspetti societari, che già esi­steva in convenzione, poi è stato tolto; farlo ex post non so quale efficacia potrà sortire. E così via.

Poi gli interventi fatti a sostegno dell'occupazione, va bene; il problema dell'occupazione in quest'aula l'abbiamo tutti presen­te costantemente, non si tratta di chiamarlo in causa perché lì ci sono alcune persone che ci sentono e domani vanno a riferire, Consigliere Parisi.

Tutti pensano agli interessi fondamentali della Regione, ma sotto il profilo occupazionale, sotto il profilo della produttività, sotto il profilo dell'efficienza, e sotto il profilo della qualità del servizio.

Parisi (VAP) - . ... Hai il diritto di dirlo anche te...

Tibaldi (LN) - ... Non è che abbia chiesto un'altra commissio­ne, scusa, Parisi, adesso ti rispondo... ho solo posto dei forti dubbi, che sono gravi e pesanti, e mi rivolto essenzialmente al Presidente della Giunta, che è anche prefetto, quindi massimo tutore dell'ordine pubblico. Se a voi va bene andare a trattare con un pregiudicato, se questo pregiudicato fosse Nitto Santa Paola, a voi andrebbe bene lo stesso.

Poi verificheremo le sue qualità morali quali sono, questo poco importa - si dice - l'importante è andare a trattativa, chiudiamo questa parentesi, sono due anni e mezzo che la portiamo avan­ti, sarebbe impopolare per una Giunta regionale in detto mo­mento avere un momento di impasse politico, non giuridico.

Mi sembra che si sia sorvolata la questione delle precondizioni. Una precondizione essenziale che è sempre stata un punto fer­mo di questo Consiglio sin dal 7 giugno 1991, era quella di ve­rificare la trasparenza e l'affidabilità; oggi questo requisito può essere dimostrato dopo. Non sono d'accordo con quello che dice Marguerettaz, che qui ci sono lacune documentali; qui ci sono lacune sostanziali.

C'è stata una parziale dimostrazione docu­mentale e basta, sia per la società SITAV sia per la società FINOPER. Non sono qui né ad essere l'accusatore di SITAV né ad essere paladino di FINOPER; dico solo che la Regione deve verificare attentamente il soggetto con cui andrà a trattare.

Mi va bene SITAV, ma SITAV deve dimostrare di avere queste qualità, e non le ha dimostrate. E mi sembra che questa sia un'opinione abbastanza diffusa, solo che è difficile portarla di fronte all'opinione pubblica in questo momento.

Queste incomprensioni sulla situazione societaria meritano comunque un approfondimento; non ho fatto la boutade della presunta connivenza fra il Sisde e vertici della dirigenza SI­TAV, e forse l'On. Borghezzi è l'unico, caro Ferraris, che si sta preoccupando della questione, perché a molti altri politici forse stanno bene i fondi neri e le tangenti rosse, tanto hanno sem­pre convissuto con questo sistema e questo sistema può tran­quillamente andare avanti.

A voi non va bene, forse a voi va bene. La qualità morale, l'onorabilità del soggetto con cui ab­biamo a che fare, devono essere i cardini fondamentali per l'inizio di una trattativa seria, che possa garantire e gli aspetti della produttività, della efficienza e dell'occupazione.

Ma qui non bisogna far demagogia in questo momento, non bi­sogna spendere parole propagandistiche, elettoralistiche; qui si tratta di vagliare requisiti, punti che sono veramente fonda­mentali. Solo che la convenienza politica in questo momento impone di superare.

Quindi, Dujany, perché eliminare le lacune di carattere docu­mentale solo per una società? Perché lo dice il responso dei tecnici? Questo però non vuol dire rafforzare contrattualmente la Regione, questo vuol dire indebolirla. Non mi sembra che ci sia coerenza nel discorso prima fatto: se colmiamo le lacune, la posizione contrattuale della Regione si rafforza; non è assolu­tamente così.

Quanto a Riccarand, non è vero che questo è un atto dovuto. Più che un atto dovuto, è un atto voluto. É un atto voluto dalla mag-gioranza, perché è necessario sostituire al buon senso in questo momento (come avete già dimostrato sul problema della Casa) le logiche politiche degli schieramenti. Quindi bisogna superare il problema del rinnovo della convenzione in maniera diversa.

Non è assolutamente vero che ci si deve attenere a quanto scritto nel responso finale della commissione "ad hoc", perché la Pubblica amministrazione, in questo caso l'Ente Regione, ha la più ampia discrezionalità; solo che in questo momento non in­tende usarla. Le ragioni politiche occulte che ci sono non le co­nosco, non faccio parte della maggioranza, comunque in questo momento ci si spoglia dell'abito politico per avallare una deci­sione molto statica, molto labile circa la propria credibilità, per portare avanti altri interessi.

Quegli altri interessi che Ricca­rand ha denunciato fino al gennaio scorso, quando parlava dai banchi dell'opposizione; ma oggi, anche lui preferisce superare in maniera più o meno brillante questa grossa sorta di impasse.

Ribadisco la posizione contraria della Lega Nord di fronte a questa delibera, perché assolutamente non costituisce una so­luzione, perlomeno momentanea, al problema, e soprattutto non dà le risposte che tutti stiamo chiedendo. C'è qualcuno che dai banchi della opposizione ha il coraggio di porli questi que­siti; c'è qualcun altro che li conosce perfettamente (Riccarand lo ha appena detto): la conosciamo la situazione di Chamonal, della SFIT, della SITAV.

Bene, bravi, la conoscete più di me perché avete venti, quindici, dieci anni di esperienza in Con­siglio regionale; questo vuol dire che avete sempre glissato su queste questioni? Continuate a glissare, continuiamo a met­terci un coperchio sopra per evitare di portare alla luce questa sporcizia? Noi non siamo d'accordo, perché da noi devono parti­re presupposti morali differenti, non questioni tipo: Borghezzi ha fatto o Borghezzi non ha fatto. Cominciamo a renderci conto di quello che abbiamo qui a casa, cominciamo a vedere se la persona con la quale dobbiamo andare a trattare ha l'onorabil­ità che si merita.

Si dà atto che, dalle ore 19,21, riassume la presidenza il Presi­dente Stévenin.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Sono stato un po' ad ascoltare ed ho capito che il parere della commissione è vincolante, o almeno vi sono Giunte che non hanno deciso per degli anni e adesso una commissione, della quale facevano parte due consiglieri regionali, ha dato parere vincolante.

Questa Giunta si nasconde dietro un parere di una commissione composta da due consiglieri regionali. Veramente mi stupisco e do doppio peso al fatto che il Presidente della Giunta non abbia partecipato a questa commissione: penso che non la ritenesse così importante.

Quello che abbiamo detto in IV Commissione e quello che ha detto Zanetti è che se si volevano delle risposte valide su tutte e due le società, se si voleva andare a vedere se c'era credibilità oppure no, erano altre le domande che dovevano essere fatte alla commissione. Voglio solo che la maggioranza si prenda le sue responsabilità e non si nasconda dietro una commissione. Abbiamo continuato a dire che è stato un lavoro tecnico quello che ha svolto la commissione. Lo ha riportato in IV Commissio­ne e non ci sono state....

(...interruzione dell'Assessore Riccarand...)

- ... va bene, è un lavoro tecnico, però anche Zanetti dice che se si vuole veramente andare a fondo, quelle cose che verranno richieste nella convenzione alla SITAV, come dici tu, Riccarand, si richiedono anche alla FINOPER. Questo, se si vuole fare un lavoro di serietà e che serva anche alla Re­gione. Diciamo che c'è la tendenza a preferire la SITAV.

Io non preferisco né SITAV né FINOPER, anzi ho delle idee diverse, però non nascondiamoci dietro una commissione, che aveva solo il compito di sbrogliare una situazione.

Vogliamo degli approfondimenti, vogliamo capire se la FINO­PER aveva i soldi? Bastava che, invece di aspettare un mese dopo che si è riunita la IV Commissione, la Giunta avesse detto: vediamo se effettivamente i crediti che la FINOPER vanta possiamo metterli sulla carta, come chiediamo alla SITAV se accetta di nominare i suoi dirigenti, d'accordo con la Giunta, d'accordo con questo Consiglio.

Mi sembra che vi siano veramente nelle dichiarazioni che fate delle scelte di parte, perché per una c'è una chiusura. É stato detto, è vero, nel paragrafo conclusivo; ma perché guardiamo il paragrafo conclusivo che serve a dare l'ok alla SITAV, e non quello dove si dice che entrambe non hanno tutti i requisiti?

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - A fronte delle cose che dicevo nel corso del mio primo interven­to, stavo riflettendo, dopo aver sentito le parole dell'Assessore Riccarand, in questo senso: menomale che l'Assessore Ricca­rand non è il Presidente della Giunta, perché finora da quei banchi sono arrivate solo le sue dichiarazioni, e se erano le sue dichiarazioni a dover illuminare quei dubbi di cui parlavo pri­ma, questo costituirebbe un ulteriore passo indietro.

L'Asses­sore Riccarand ha dichiarato che la società non è affidabile, e lo ha detto in maniera chiara e categorica, e poi ha fatto un per­corso che era esattamente quello che denunciavo nel primo in­tervento. Cioè, pur denunciando la non affidabilità di questa società, l'Assessore Riccarand dice che c'è un arbitro. Ecco l'equivoco di cui dobbiamo venire a capo.

L'equivoco è proprio che l'arbitro non era la commissione; l'arbitro è questo Consiglio regionale. Zanetti nelle cose che di­cevo prima lo urla a tutto il Consiglio. Quando dice le cose che ricordavo: "Noi non potevamo fare altro... se volevate altro, do­vevate chiederci altre cose... non potevamo dire niente di diver­so...", cosa sta urlando Zanetti a tutti noi oggi? Urla il fatto che lui è un guardialinee, che è stato chiamato lì a segnalare ciò che arrivava come documentazione da SITAV e FINOPER.

E questo era il ruolo della commissione, non era il ruolo di essere arbitro. Sarebbe del resto tremendo se la decisione di questa maggioranza, da un punto di vista politico, venisse consegnata nelle mani dei tecnici; in quel caso, il ruolo politico di questo Consiglio regionale a fronte di una scelta così importante an­drebbe a farsi benedire. Allora facciamo un governo di tecnici, così magari evitiamo di pagare delle commissioni.

Mi riallaccio brevemente alle cose che diceva il Consigliere Fer­raris, il quale ha detto delle cose in gran parte non condivisibi­li, ma che comunque ha fatto un intervento realista. Il Consi­gliere Ferraris dice che una maggioranza deve scegliere; è vero.

Però, Assessore Riccarand, non cominciamo con le giustifica­zioni che lei ha dato a delle domande che noi abbiamo avanza­to, o meglio: con le giustificazioni che lei non ha dato a delle domande che noi abbiamo avanzato; non cominciamo a mettere avanti le mani, non cominciamo a dire questa delibera deve ri­cevere i consensi unanimi, o molto ampi di questo Consiglio, altrimenti la Regione si trova in una situazione di debolezza.

Non cerchiamo di confondere le idee a nessuno, né qui dentro né in altri ambienti, perché il problema è che noi abbiamo di­chiarato una disponibilità ad andare alla soluzione della con­cessione della Casa da gioco di Saint-Vincent, una disponibilità che però ha bisogno di tutti quegli elementi di cui dicevamo prima.

Dicevo che mi sembra veramente un mettere le mani avanti, per-ché la scarsa forza contrattuale della Regione nei confronti della SITAV, verso la quale si inizierà questa trattativa priva­ta, Asses-sore Riccarand, non sarà perché alcune forze in questo Consiglio si asterranno o voteranno contro la trattativa privata; sarà piuttosto perché si sono finora delineate delle ipotesi che già di fatto, a prescindere dal numero dei consiglieri regionali che voteranno questa scelta, indeboliscono la parte contrattuale della Regione.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Lanivi.

Lanivi (PVA) - Un intervento molto breve, più che altro per chiarire e specifi­care alcune cose ed anche spiegare nella evoluzione storica di questa vi-cenda, almeno negli ultimi due anni, alcuni momenti che mi sem-brano importanti, per capire quello che sta succe­dendo oggi, non-ché per rispondere ad alcuni interrogativi che sono stati avanzati.

Mi pare che gli interrogativi siano almeno due. Una domanda, che merita una risposta, è di considerare questo tempo come tempo perduto. Cioè, considerare il periodo che è intercorso fra il luglio dello scorso anno e ciò che abbiamo deciso nel luglio di questo anno un tempo volutamente perduto.

Mi permetto di contraddire queste affermazioni. Non si tratta di tempo perduto, perché se si fosse realizzato quello che veniva chiesto da qualche consigliere della maggioranza che ha prece­duto quella che ho diretto, ci saremmo trovati effettivamente in grandi guai.

Molti consiglieri dicono che sono giovani, che non conoscono la materia; però mi pare strano e vorrei suggerire loro di leggere non solo le dichiarazioni precedenti per poterle confutare o fare un po' di polemica in Consiglio, ma anche tutta la documenta­zione che è stata consegnata a tutti i consiglieri, e che, se letta attentamente, potrebbe oggi portare questo Consiglio a discute­re non dico con serenità, ma, se abbiamo come obiettivo gli in­teressi regionali, ad avere dei tagli di intervento diversi.

Non si tratta di perdita di tempo e suggerirei al Consigliere Lanièce, quando legge le deliberazioni, di leggere tutte le parti, perché la motivazione del rinvio al 31 dicembre 1993, è vero, conteneva il punto dell'affidabilità e della trasparenza che non voglio nascondere, e di cui non voglio neppure avere tutto il merito, perché leggendo la corrispondenza fra il Presidente di allora (Lanivi) e la SITAV, Lanivi parlava non solo del Governo regionale ma si qualificava come "rappresentativo della volontà complessiva della maggioranza di allora", maggioranza di cui esprimevo il Governo. Questo era uno dei motivi.

Il secondo motivo, su cui quasi tutti hanno sorvolato - e che in­vece è importante e ne abbiamo visto le conseguenze - è la sentenza del Consiglio di Stato.

C'era stato un ricorso, il Con­siglio di Stato aveva fissato la riunione al 26 ottobre 1992, se­duta in cui prendere la decisione; riunione, che poi è stata rin­viata al gennaio 1993, e della sentenza relativa l'Amministra­zione regionale è venuta a conoscenza il 6 o il 7 aprile 1993, questa data coincidente con l'ultima riunione del Consiglio re­gionale della Valle d'Aosta.

Quel consigliere o quei consiglieri - perché Marguerettaz ha parlato di elefanti... - avevano presentato un emendamento con cui volevano impegnare la Giunta a chiudere la trattativa entro ottobre, quando noi nel primo rinvio di scadenza avevamo posto il 31 dicembre 1992.

Immaginate se avessimo ascoltato quegli "elefanti"; avremmo chiuso la trattativa con la SITAV in pen­denza di una sentenza del Consiglio di Stato, che avrebbe potu­to dire: "Signori, avete sbagliato tutto".

Quindi, il 6 aprile arriva la sentenza del Consiglio di Stato e le motivazioni per stabilire al 31 dicembre 1993 la proroga della convenzione con la SITAV erano supportate da tre elementi: il primo è quello citato, il secondo è la conoscenza della sentenza del Consiglio di Stato, il terzo è che c'erano le elezioni regionali il 30 maggio 1993. Per cui la scelta del 31 dicembre 1993 era una scelta ragionata e di buon senso.

La sentenza del Consiglio di Stato è la base di alcune scelte fatte dopo, perché cosa ha detto questa sentenza?

Ha detto due cose fondamentali, di cui è stato tenuto conto nelle decisioni del luglio di quest'anno, anche se non come obbligo, perché l'Am­ministrazione regionale poteva ancora scegliere diversamente.

Obietta il Consiglio di Stato: cara Regione, ti sei affidata allora ad un privato esterno, hai preso questo parere e l'hai tenuto buono.

Traduzione: avete detto alla Baincuneo di valutare le of­ferte pervenute, vi ha detto che c'era solo la SITAV, vi siete adattati a questo tipo di indicazione. In secondo luogo, sempre il Consiglio di Stato, obietta: guardate che i requisiti che avete posto alle società erano dei requisiti imprecisi, non precisati bene.

Queste erano le due obiezioni. La scelta che fa questo Consiglio a luglio di quest'anno, tenendo conto della sentenza del Con­siglio di Stato, è la seguente: non sceglie di riazzerare tutto il discorso, ed ecco la motivazione della data del 15 luglio 1991.

Prende in esame le offerte pervenute allora, precisa i requisiti approfondendo e richiedendo della documentazione per avere un quadro più completo delle offerte pervenute, e nomina una commissione.

É una commissione non solamente tecnica, ester­na, ma una commissione comprensiva di tecnici, nelle varie di­scipline interessanti una possibile convenzione con una casa da gioco, un rap-presentante della maggioranza, un rappresen­tante dell'op-posizione e il Presidente della Giunta.

Arriva il rapporto conclusivo firmato da tutti i componenti; al­lora mi vengono dei forti dubbi sia dai tecnici che dai politici: o si condivide o non si condivide. Se non si condivideva, si doveva scegliere una stesura diversa, oppure richiedere delle integra­zioni e delle diverse valutazioni.

Ma questo è un rapporto fir­mato da tutti e sei i componenti e questi teoricamente "rappresentativi" del Governo, dell'opposi-zione, della maggio­ranza e della parte tecnica di questo Consiglio.

Ciò per rispondere anche al Consigliere Tibaldi, perché il ruolo della IV Commissione è stato diverso. Mentre lo scorso anno una commissione di questo tipo non c'era, questo Consiglio ha attribuito a detta commissione il compito di esprimersi, di valu­tare e di dare anche degli orientamenti.

La IV Commissione è stata informata tempestivamente, ha avuto un incontro con i tecnici, sono state sollevate le domande; io stesso le ho solleva­te, io stesso ho delle preoccupazioni che credo siano preoccupa­zioni di tutto il Consiglio.

Questo per dire che la IV Commissio­ne con la nomina della commissione "ad hoc" sui problemi del rinnovo della convenzione della Casa da gioco, non era più in­vestita direttamente come lo scorso anno della gestione di que­sto discorso, ed ha fatto le riu-nioni che a mio avviso hanno fornito ad ogni singolo commissario gli elementi per poter as­sumere dei comportamenti, che si possono discutere, ma che sono tutti legittimi in questo Consiglio.

(...interruzione del Consigliere Tibaldi...)

Certo, alcuni problemi li ho sollevati anch'io, ed i tecnici hanno fornito delle risposte. Non ho un fatto personale con il Consi­gliere Tibaldi, voglio dire che il Consigliere Tibaldi ha posto delle domande ai tecnici; può dichiarare di essere soddisfatto o meno delle risposte, e tutto questo è riportato in un verbale, niente è stato nascosto.

Anche perché credo che nessuno in questo Consiglio possa dire che le condizioni sono fra le più fe­lici; la Regione si trova di fronte ad un problema molto com­plesso, si trova in una situazione oggettivamente difficile.

Il Consigliere Lanièce parla nel suo intervento di perdita di soldi, dovuta all'incertezza sull'attribuzione della Casa da gio­co: non cre-do che un giocatore che parte da Milano sia mini­mamente interes-sato se è la SITAV o è la FINOPER a gestire la Casa da gioco; se ci vengono di meno è perché ci sono meno soldi che girano, anche. Cioè, se questa incertezza può aver gio­cato, ammettiamolo; non possiamo però dire che ci sono meno entrate perché la convenzione invece di esserci al 31 dicembre era al 30 settembre o cos'altro.

(...interruzione del Consigliere Lanièce...)

... allora dovresti dimostrare che ci sono delle crescite vertiginose negli altri casinò, o dovresti dirmi che in una fase di profonda recessione come quella che stiamo vivendo l'incremento degli investimenti nella casa da gioco ha come conseguenza l'aumento del volume del gioco. Queste sono delle fantasie; si possono usare anche questi argomenti, ma siamo al di là del razionale.

Il problema oggi è la valutazione della deliberazione della Giunta; in definitiva, la filosofia che guida questa deliberazione è di questo tipo: poniamo delle condizioni all'avvio della tratta­tiva della SITAV - non alla chiusura di una convenzione - che diano delle garanzie sufficienti alla Regione.

In linea con quanto è affermato nel lavoro della commissione circa le lacune sui temi "affidabilità e trasparenza della SITAV", chiede della documentazione integrativa o degli approfondimenti, fissa al­cuni contenuti (o almeno contorni di contenuti) della possibile o eventuale convenzione, e su questo si dovrà verificare la pos­sibilità o meno, raggiunti questi obiettivi, di concludere con la SITAV.

Allo stato attuale ritengo sia giusta l'affermazione di chi dice che non vi è nessuna certezza che questo possa essere raggiun­to; si raggiungerà se i temi: trasparenza, affidabilità e condi­zioni poste nella delibera stessa, saranno verificati negli incon­tri con la SITAV.

Concludendo, ci sono alcune considerazioni che il Consigliere Tibaldi ha fatto; sono degli interrogativi che vengono posti co­me dati acquisiti: ad esempio, SFIT uguale Chamonal.

Credo che lo dica con un grosso interrogativo, perché mentre sentivo quest'affermazione mi chiedevo: se Chamonal è in VALSER, se il gruppo con cui VALSER pare legato nel patto di sindacato all'interno della SITAV, se il gruppo SFIT pare irrimediabil­mente contrario a questo tipo di maggioranza, ci sarebbe uno Chamonal che sta sparando contro un altro Chamonal. Cioè ci sarebbe uno Chamonal in SFIT che spara contro lo Chamonal in VALSER, che è in maggioranza con UNIFIDE e soci.

(...interruzione del Consigliere Tibaldi...)

Però allora diciamo che c'è uno Chamonal più grande, che spa­ra contro uno Chamonal più piccolo; il ragionamento è quello. Se si pone SFIT uguale Chamonal, cioè tutta la SFIT è di Chamonal, quindi grande Chamonal, poi c'è uno Chamonal in VALSER, ma i due sono con le pistole puntate fra di loro.

Fra parentesi, la documentazione dello scontro fra SFIT e questa maggioranza, al punto di chiedere la liquidazione della stessa SITAV, credo che dica dei rapporti all'interno.

La SITAV è un interlocutore molto difficile per la Regione, direi pericoloso per la Regione, proprio per questi aspetti: perché ha una litigiosità forte al suo interno e perché il patto di sindacato comprende (e sono determinanti) le azioni sotto sequestro.

Queste cose credo che non possiamo né nasconderle né far finta che non esistono; sarà, al di là delle piccole polemiche che pos­sono sorgere in questo Consiglio, un duro impegno della Regio­ne, quello di ottenere sufficienti garanzie su tutti questi piani per poter affidare la gestione della Casa da gioco.

Questa mag­gioranza mi pare abbia la volontà: di agire con buon senso, sen­za aprioristiche decisioni, ma verificando, sui contenuti e sul soddisfacimento delle condizioni, risultati positivi, a cui mi au­guro possa contribuire anche con apporti di tipo critico l'oppo­sizione stessa.

Presidente - Ha chiesto la parola il Vicepresidente, Viérin Marco.

Viérin M. (DC) - Volevo ricordare a tutti i presenti che le perplessità sono di tutti noi, quello che è emerso qui, oggi, è questo.

Chiaramente ci sono posizioni diverse fra coloro che danno un peso a queste inaffidabilità o un peso diverso alle stesse; è questo il centro del discorso.

Richiamando le battute del collega Parisi, che dice: la situazio­ne è difficile, quindi è anche difficile per lo stesso discorso occu­pazionale. Prettamente, su questo concordo perché è una delle priorità a cui dobbiamo guardare; però è anche vero che se non guardiamo ad un'azienda o ad una attività come quella del Ca­sinò che abbia un certo futuro di mantenimento, i problemi li avremo comunque.

Quindi decidere per una società che poi do­mani ha dei problemi interni, vuol dire decidere come si è deci­so in passato nel settore dell'industria. Non si può dire che si guarda all'occupazione, per cui è necessario chiudere in questo caso, come viene proposto dalla Giunta, andando ad una trat­tativa privata con la SITAV.

Lo stesso Lanivi poc'anzi riconosceva che la SITAV non è affi­dabile e che è pericoloso trattare con la stessa; questo è un se­gno ancora più tangibile della situazione con cui abbiamo a che fare.

Per quanto riguarda il lavoro della commissione, non bisogna leggere solo l'ultimo paragrafo, ma bisogna leggere quello che dice; è già stato detto qui che quello che dice non è per niente uguale a quello che dice l'ultimo paragrafo come conclusioni, perché dice delle cose molto concrete.

In chiusura, volevo dire ai colleghi Riccarand, Lavoyer e Lani­vi, che hanno parlato di "paletti", di condizioni, eccetera, che questa delibera prevede - anzi il collega Lavoyer ha detto anche alcune cose che in delibera non sono dette, tipo il coinvolgi­mento delle Amministrazioni locali di Saint-Vincent e Châtil­lon, su cui sono d'accordo, le Terme di Saint-Vincent, il campo da golf e così via - volevo ricordare ai colleghi che il punto d) della delibera prevede di precisare che la trattativa dovrà esse­re finalizzata al conseguimento, non usa un tempo al condizio­nale.

Quindi metto le mani avanti proprio sul fatto di quello che è stato detto dai colleghi Riccarand, Lavoyer e Lanivi, che queste sono delle condizioni; da qui, il famoso discorso di vede­re, quando si andrà a dibattere la convenzione in questa sala, chi avrà ascoltato i megafoni di qualcuno. Perché oggi si parla di condizioni, la delibera dice conseguimento: vedremo quante di queste saranno conseguite e finalizzate, quindi saranno at­tuate e realizzate. Con questo metto le mani avanti proprio sul perdersi in questi termini. Quindi era da capire anche se sono condizioni, o se è solo un discorso di indicazioni, perché non è chiaro.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Linty.

Linty (LN) - Ho sentito dire che l'esito di questa commissione è lampante e chiaro. Ho sentito parlare di atto dovuto. Al paragrafo 8) la commissione dice: "A conclusione dell'esame condotto, rileva che a rigore né la SITAV S.p.A. né la FINOPER S.p.A. hanno di­mostrato attraverso la produzione di una documentazione to­talmente esaustiva, di possedere integralmente i requisiti ri­chiesti".

Allora se è chiaro e se è lampante il fatto che due società non hanno i requisiti richiesti, e poi si procede con una società, allo­ra forse sono io che non comprendo la lingua che si parla in questa relazione. Quindi non vedo nulla di così lampante e di così chiaro.

Altro argomento. Ci sono degli organi istituzionali preposti dal Regolamento del Consiglio, quali le commissioni; possiamo de­cidere anche in questa sede, se queste commissioni sono inutili, di nominare per ogni problema la commissione tecnico-politica. Aboliamole, perché visto che è stato dato tutto in mano ad una commissione tecnico-politica, possiamo fare a meno delle com­missioni consiliari.

Al Consigliere Chiarello: non sta scritto da nessuna parte che ci dobbiamo uniformare alla decisione di questa commissione. Per tornare a quello che è stato detto, il Consiglio ha la sua so­vranità, la commissione ha espresso un parere e il Consiglio può recepirlo oppure può votare contro questo parere.

Certa­mente, ci troviamo di fronte ad una situazione che continuiamo a ritenere ben poco chiara, anche perché tutti ammettono che la SITAV non ha la trasparenza, non ha l'affidabilità, ma poi - ed è la cosa che mi lascia stupito - sono quasi tutti propensi a procedere con la trattativa.

Allora dobbiamo valutare l'onora­bilità delle persone con cui andiamo a trattare e mi sembra che queste persone non abbiano i requisiti che si richiedono ad una buona amministrazione pubblica.

Sono stati posti in quest'aula dei quesiti dal collega Tibaldi, ai quali nessuno ha dato risposta. Intanto, liceità di posizioni sogget-tive dei singoli azionisti: abbiamo davanti agli occhi, se i misteri del Sisde dovranno ancora essere chiariti, un morto che ha le azioni, e questo mi pare che sia un dato di fatto abbastan­za rilevante. Così come abbiamo davanti agli occhi un pregiudi­cato. Le supposizioni vanno bene, tutti i punti interrogativi vanno bene; ma qui, mi sembra che i punti siano esclamativi. Quindi riteniamo, come ha già detto il collega Tibaldi, di votare contro questa proposta.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Rollandin.

Rollandin (UV) - Je fais des réflexions au nom du Groupe, et j'espère d'en être bon interprète.

Les possibilités de discuter à propos de la Maison de jeux sont, après ce que j'ai entendu, les plus différentes: on peut dire tout et le contraire de tout.

Une question s'impose et, en espérant de prendre la note de Florio concernant les éléphants comme bonne mémoire, je voudrais être à même de rappeler deux aspects. Depuis toujours, avoir des rapports avec une société est sans doute difficile, et si on veut pousser le paradoxe, je crois que demain ce serait difficile d'avoir des rapports avec l'Olivetti, en suivant le même raisonnement.

J'ai lu des choses affreuses à ce sujet et j'ai apprécié une réflexion qui a été faite dans ces derniers jours: attention au bon boulanger, ce qui veut chaque jour tout mélanger, tout dire. Mais en ce moment, vu que sur un point tous les conseillers sont d'accord, c'est-à-dire l'intérêt de l'Administration régionale, alors si on veut se concentrer sur ce point, on doit entrer dans le mérite de deux aspects, la forme et la substance.

Aujourd'hui on a une délibération qui présente sans doute des points faibles, et c'est inutile de se le cacher. Je crois qu'il a été honnête de le dire. On a repris dans les prémisses de cette délibération l'ensemble des conclusions de la commission compétente.

J'ai relu les tâches de cette commission: "nominare la commissione per valutazione dei documenti che verranno inviati e per la formulazione della proposta di preselezione". Ni choisir, ni faire des choix, parce que c'est le Conseil qui doit choisir. Là j'espère qu'il n'y a pas de doutes: ce n'est pas la commission qui doit choisir, elle devait arriver à une proposition, avec toutes les limites que cette proposition reprend.

Et c'est la raison pour laquelle dans tous les groupes il y a eu une discussion, que j'estime a été différente selon la compétence et selon la connaissance qu'on avait au sujet des rapports avec le problème de la Maison de jeux.

Dans cette salle combien de fois on a parlé de ce thème, trop de fois; pendant presque une législature on ne parlait que de ce thème. Aujourd'hui on est là pour faire un choix, qui a le but d'éclaircir la situation.

Ici on ne dit pas: on est pour donner un mandat à la SITAV; on est pour éclaircir si la SITAV est à même de répondre à certaines questions. Le moment venu, on revient dans cette salle, on donne le résultat, et face au résultat on dit si on est d'accord ou non.

Et si on était déjà à même d'arriver aujourd'hui à ce point, je crois que ce serait du temps gagné pour une série de problèmes: pour éclaircir les rapports, pour éclaircir le futur de la Maison de jeux - ce qui est à la base du tracas de plusieurs conseillers - même face à la question des rapports avec les travailleurs.

Quel est le plan de programmes possibles, si on va repousser chaque fois le délai pour arriver finalement à commencer la partie? J'ai entendu parler d'arbitre: mais ici il n'y a pas encore la partie commencée, on est encore aux prémisses. Jusqu'à présent il y a eu un travail difficile et sans doute important pour éclaircir les idées sur le travail à accomplir. Il n'a pas été du temps perdu, et quelqu'un justement réclame encore d'avoir des éclaircissements. J'espère que ce sera possible; permettez-moi de dire que ce sera difficile d'en avoir davantage, car tout ce qui était présentable a été présenté. A présent, il s'agit de dire qu'est-ce qu'on pourra faire avec un interlocuteur, qui est là encore à comprendre quelles seront les intentions à ce sujet.

C'est la raison pour laquelle le Groupe vote cette délibération, en sachant très bien qu'il y a encore des points d'interrogation, qu'il y a encore des questions qui ont été correctement posées de la part des autres collègues.

Je trouve appréciable même l'effort de certains collègues qui ont mis l'accent sur certaines questions, qui ne sont pas négligeables: les questions posées par M. Tibaldi ne sont pas négligeables, mais je crois qu'on peut les aborder en même temps qu'on a la possibilité de démarrer finalement avec un rapport avec l'interlocuteur, pour savoir si on est à même de continuer ou non. Autrement on continue dans l'impasse et c'est là le risque qui a convaincu plusieurs de nous sur le fait d'arriver quand même à une décision avec tous les doutes possibles.

On ne veut rien cacher, on ne veut absolument pas dire que tout le monde est convaincu sur ce qui a été dit; bien loin, mais compte tenu qu'une majorité doit décider, à présent ou bien on décidait qu'il fallait faire un pas en avant, autrement on était encore dans l'impasse de dire: allons en avant, allons en arrière, qu'est-ce qu'on va faire?

On donne mandat à la Junte d'avoir toute une série d'assurances, on n'a pas confié un papier en blanc; on a donné un mandat qui est très clair et sur lequel on sera à même d'évaluer et de s'exprimer. Au moment où il n'y aura pas les conditions, la première tâche de la Junte sera de revenir dans cette salle pour dire qu'on est plus à même de continuer, ou bien on arrivera à dire quelles sont les conclusions et après on discutera.

Il y aurait des questions importantes, qu'on pourra reprendre, dont je crois que les collègues ont pris note et je crois qu'on sera à même de suivre, avec attention, ce qui se passe les jours à venir. J'espère qu'il y aura le temps pour décider sur cette question si importante avec toute la tranquillité nécessaire.

C'est un des dossiers les plus difficiles depuis toujours; tout ceux qui abordent ce dossier ont toujours eu des difficultés. On donne un mandat et j'estime qu'on aura dans le plus bref délai la possibilité finalement d'examiner le résultat de ce mandat. Je répète qu'on votera cette délibération.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Rini.

Rini (DC) - Prima della dichiarazione di voto vorrei rispondere alla battuta del Consigliere Ferraris. Avevo premesso che per risolvere un problema così importante come quello della Casa da gioco di Saint-Vincent, era (ed è indispensabile) che ogni consigliere possa esprimere la propria opinione anche al di à degli schie­ramenti po-litici. Il fatto che il sottoscritto abbia esternato il suo pensiero signi-fica che nel partito a cui appartiene esiste la li­bertà di opinione, a differenza della rigida disciplina di partito che probabilmente esiste nella formazione politica cui appar­tiene Ferraris.

Comunque tralasciamo queste battute politiche e parliamo di cose più serie.

Voterò a favore del procedimento propostoci dalla Giunta, a condizione che vengano accettati gli emendamenti che come gruppo DC abbiamo proposto.

Questi emendamenti tendono a migliorare le proposte della Giunta regionale, proposte che come ho già detto condivido. Se gli emendamenti non verranno accolti, significa che la proposta della Giunta non può essere rivista in nessuna parte e ritocca­ta, e che certi miglioramenti che proponevamo e che potevano essere fatti a vantaggio della Regione, non vengono presi in considerazione. Se gli emendamenti non verranno accolti, mi asterrò.

Presidente - Dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - Je veux avant tout remercier tous ceux qui sont intervenus dans le débat; leur intervention a sans doute permis de mieux aborder ce thème, qui a été défini par tous complexe et important, et surtout de fournir tous ces éléments qui doivent nous permettre de prendre la meilleure des décisions.

Je crois qu'il est également important de souligner quelques aspects. Tout d'abord, on n'est pas ici en faveur de A ou de B, on n'est ni pour A ni pour B, ni contre quelqu'un. On n'a pas non plus, comme quelqu'un l'a laissé entendre, d'intérêts personnels; c'est important de souligner ce fait, parce qu'au delà du goût de la boutade, le temps n'est pas à brouiller davantage un problème qui présente déjà de par lui-même suffisamment des difficultés.

Je crois donc qu'on ne peut formuler le propos d'être en faveur d'une société ou d'une autre, et, en même temps, soutenir le contraire ou faire simplement un procès aux intentions.

Il s'agit d'un problème qui depuis longtemps est à l'attention du Conseil, pour beaucoup il s'agit d'un héritage, et donc il faut l'affronter non pas uniquement avec les "si" ou avec les "ma", mais avec un sens de responsabilité et avec la conviction d'oeuvrer pour la sauvegarde des intérêts de l'Administration régionale.

On ne peut pas suivre uniquement, comme procédure, celle de faire une comparaison entre des situations qu'il y a un an, deux ans, la situation d'aujourd'hui, qui soit fondée exclusivement sur la situation des interventions; situation qui, souvent - avec les limites de toutes les situations, qui ne peuvent pas tenir compte du contexte dans lequel ces affirmations ont été effectuées ou qui ne peuvent pas tenir compte de l'intervention dans sa globalité - risque de créer davantage des confusions, risque de ne pas prendre en considération un procédé qui a été redéfini au mois de juillet de cette année.

Un procédé, qui a été redéfini sur la base également des indications fournies par une sentence du Conseil d'Etat, et je veux citer aussi deux de ces conditions, qui donnent une clé de lecture de la proposition qui aujourd'hui est mise à l'attention du Conseil. Premier élément, la définition des conditions requises par rapport au mois de juillet 1991 et, en prenant les mêmes conditions, l'indication de toute une série d'éléments qui doivent être présentés, afin de prouver que ces conditions existent.

Deuxième élément, le fait de nommer une nouvelle commission: une commission mixte, composée d'experts et de représentants politiques. A cet effet, je ne crois qu'il y a eu de notre part une volonté d'induire en erreur quiconque, dans le sens que la proposition qui a été soumise au Conseil a été celle pour ce qui concerne le Président du Gouvernement: "il Presidente della Giunta regionale, o suo delegato, con funzioni di presidente". Donc, je crois que c'était déjà inscrit dans la délibération et il ne s'agit pas là d'une tromperie vers quiconque.

Comme je crois que le fait d'avoir utilisé ce pouvoir qui m'avait été confié, ce n'était pas absolument parce qu'on ne considérait pas le thème important, mais c'était pour permettre à cette commission de disposer du temps nécessaire et donc de pouvoir travailler sans les entraves dues à la présence obligatoire du Président du Gou-vernement. Compte tenu aussi de la présence d'autres problèmes auxquels il faut répondre, on ne peut pas arrêter tout et pendant 15 jours s'occuper exclusivement d'un problème. Donc, la finalité était une finalité différente par rapport à celle qui a été évoquée.

Egalement, le fait qu'on se trouve aujourd'hui à délibérer sur la base d'une proposition du Gouvernement, proposition adoptée sur la base de l'avis de la majorité, suffisamment met en évidence le caractère politique de cette décision.

Il est vrai, il s'agit d'une décision et d'un choix que nous faisons aujourd'hui comme Conseil, qui ont essentiellement une nature politique - et je ne crois pas qu'on ne pourrait demander autrement à un Conseil régional -, mais qui sont fondés sur un procédé, sur un avis, sur un rapport qui nous a été présenté en tant que élément pour mieux guider notre décision.

A cet effet, il est également important de mieux définir la signification du mot "impasse", et par rapport à la situation (là encore partielle) de mon intervention au mois de décembre 1992, et par rapport à l'interprétation qu'on a pu donner du fait qu'on veut assimiler impasse à la nécessité de ne pas prendre ou de ne pas tenir en considération certains éléments importants, dont la transparence et la fiabilité. Je crois que là la signification de ce mot est tout à fait différente: la signification de ce mot va dans le sens de pouvoir finalement arriver à une décision, qui puisse nous permettre soit de proposer au Conseil une nouvelle convention, soit de gérer directement cette Maison de jeux.

L'impasse est dans le fait que, tant qu'on demeure dans une phase de présélection, nous continuons à aborder certains thèmes qui sont sans doute des thèmes importants, mais toujours d'une façon préliminaire, d'une façon formelle, sans aborder la substance, sans aborder le contenu. Il est important de souligner ce fait, pour éviter qu'il y ait de malentendus, ou qu'il y ait d'interprétations qui ne correspondent pas à la volonté de cette majorité.

Par rapport à toute une série de problèmes qui ont été soulevés et qui ont trait à des aspects techniques, il faut là aussi avoir au moins la possibilité du doute; il s'agit d'affirmations qui sont souvent de caractère général et on ne peut pas suivre une méthode de ce genre.

On peut tenir compte de certaines perplexités, et dans cette direction va la volonté du Gouvernement, mais on ne peut pas simplement adopter cette méthode en prétendant qu'il s'agit là des affirmations véritables et que tout le reste est dans l'erreur. Si on devait suivre cette logique, on serait toujours dans une incertitude totale, soit pour les interventions qui doivent encore avoir des réponses ou qui doivent encore être prouvées, soit pour d'autres nouvelles qui nous sont relatées par les journaux.

Vous en avez une ici qui contribue également, si l'on veut suivre cette logique, à compliquer davantage la situation. "Il Corriere della Sera" de mercredi 3 novembre 1993, dans sa page financière, en citant le "Wall Street Journal", dit: "Il Lefevre d'Ovidio ancora nei pasticci: l'accusa è di frode".

Donc, nous ne pouvons pas suivre cette méthode; il est de notre volonté de nous baser et de fonder nos décisions sur des comportements qui soient cohérents et clairs, et qui puissent nous donner les assurances nécessaires quant au bien-fondé des décisions que nous allons prendre.

Il s'agit encore de faire un dernier pas, donc ce n'est pas encore aujourd'hui qu'on dira le dernier mot, et à cet effet c'est une donnée positive, parce que si elle nous permet d'aborder le contenu du problème et d'arriver au Conseil avec une décision, elle nous donne encore le temps nécessaire pour effectuer ces vérifications que nous estimons opportunes.

Et si le pouvoir est donné au Gouvernement, et c'est là une décision nécessaire également du point de vue de la définition des fonctions et des responsabilités, il n'y a pas d'opposition à que ce même Gouvernement tient un lien, qu'on peut définir ensemble, avec la commission compétente du Conseil, parce que de toute façon non seulement l'acte définitif devra être approuvé par le Conseil, mais également comment cette négociation va avancer. Il est important que de cette négociation une information soit donnée constamment au Conseil.

Si donc il y a cette volonté, également il y a eu l'engagement, que j'ai exprimé au nom du Gouvernement et de la majorité, de soumettre à l'approbation du Conseil un projet de loi qui puisse permettre la gestion directe de la Maison de jeux par le biais d'un commissaire. Là aussi il y a un point de convergence que je considère important, surtout en tant que manifestation de la volonté réelle qui est liée à la présentation de cette délibération.

Comme j'estime également qu'il est important, et nous pourrons le faire en abordant le thème de la convention, de mieux définir quelle est la fonction de cette Maison de jeux, quel est donc le rôle que cette Maison de jeux doit remplir dans la réalité valdôtaine, et plus précisément dans le contexte territorial environnant.

Je me réfère aux sollicitations qui ont été évoquées, concernant les collectivités locales, concernant la définition dans ce contexte de caractère général de toute une série de problèmes qui se rapportent directement et à la présence de cette Maison de jeux, et au rapport de cette présence et des activités avec les communautés locales environnantes, notamment avec les Communes de Saint-Vincent et de Châtillon.

Je crois donc que l'intention de la majorité et du Gouvernement va dans cette direction, et cette intention est davantage soulignée par le fait que dans la délibération même l'on précise que l'on devra procéder à l'acquisition d'éléments ultérieurs, susceptibles de combler ces lacunes qui ont été montrées, concernant notamment les deux conditions requises qui ont animées le débat d'aujourd'hui.

Il y a donc cette volonté, il y a également la volonté de définir avec cette convention toutes ces garanties qui puissent au mieux sauve-garder les intérêts de l'Administration régionale, et je crois que la vérification de ces finalités sera effectivement la convention elle-même, parce que ce sera dans cette occasion que tous les thèmes qui ont été évoqués pourront trouver une réponse définitive.

Quant aux amendements qui ont été présentés, pour accélérer leur discussion, et également en considération qu'ils ont été présentés à la fin de la discussion générale, et donc il y a la nécessité de les approfondir au sein de la majorité, il est nécessaire - je formule déjà la proposition - une suspension de séance, pour que nous poussions les examiner et donner une réponse quant à leur recevabilité ou moins du point de vue du Gouvernement.

Presidente - Comme vient de demander le Président du Gouvernement, une suspension de quelques minutes va être acceptée par le Conseil, comme d'habitude.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 20,36 alle ore 20,48.

Presidente - Riprendono i lavori del Consiglio.

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - Je voulais concorder avec ceux qui ont présentés les amendements la procédure que nous voulons suivre: j'interviens tout de suite, en exprimant quelles sont les appréciations de la majorité quant aux amendements qui ont été présentés, ou bien sur les différents amendements que les conseillers voudront illustrer j'interviens à cet instant. Comme vous le préférez.

Presidente - Si passa all'esame degli emendamenti così come sono stati pre­sentati dal Gruppo della DC.

Emendamento n. 1

Tra il punto c) e il punto d) del deliberato aggiungere il se­guente nuovo punto:

"di sottoporre l'esame dell'ulteriore documentazione acquisita, con un conseguente parere, alla Commissione di cui alla delibe­razione del Consiglio regionale n. 75/X del 26 luglio 1993".

Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - Prima di andare all'illustrazione di tutti gli emendamenti che abbiamo presentato, ritengo opportuno fare un preambolo sulla necessità che ci ha portato a presentare questi emendamenti.

Fatto salvo tutto ciò che abbiamo detto negli interventi nel cor­so della discussione, abbiamo ritenuto presentare questa serie di emendamenti perché riteniamo che gli emendamenti stessi possano facilitare, in un certo senso, possano permettere a tutto il Consiglio di poter avere una visione più ampia di quella attuale da qui, al momento (ancora ipotetico), in cui si andrà alla discussione della convenzione.

La speranza nel Gruppo DC è ancora presente di poter avere maggiori elementi di quelli attuali, da qui al momento in cui si andrà a votare la conven­zione.

Detto questo, l'emendamento n. 1 propone, vista la disponibili­tà del dott. Zanetti di continuare il suo lavoro - disponibilità che risulta dai verbali dell'incontro fra la commissione tecnica e la IV Commissione consiliare - di approfittare delle stessa, e di appoggiarsi a questa commissione perché essa possa esaminare quell'ulteriore documentazione che la Giunta riterrà opportuno richiedere per colmare le lacune di cui abbiamo parlato.

Questo senza pretendere che la commissione cambi il suo ruolo: il ruolo rimarrà quello che le è stato assegnato il 26 luglio scorso; do­vrà, però, terminare il lavoro su quella documentazione che oggi è mancante.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - Come ribadisco, in questo mio breve intervento, i cinque emen­damenti presentati dalla DC costituiscono un'iniziativa meri­toria, però manca la sostanza, manca la struttura sulla quale si devono innestare questi emendamenti.

Lo ha detto anche il Consigliere Rollandin nel suo intervento, la delibera ha molti punti deboli, secondo noi sono grossi punti deboli che la inficiano, la sottopongono a ricorsi amministrativi, ma non è escluso che la sottopongano anche a procedure giudi­ziarie di diverso tipo. Sono emendamenti che dimostrano la buona volontà di una for­za di venire incontro alla proposta della maggioranza, però, mancando la struttura di base, da parte nostra non possono es­sere accettati.

Vorrei solo cogliere l'occasione per rispondere brevemente a due brevi considerazioni che sono state fatte prima dal Presidente della Giunta. Che non si sia né a favore né contro nessuno, è un dato acquisito; questo non solo per i rappresentanti della mag­gioranza, ma anche e soprattutto per noi.

Che il Lefevre d'Ovi­dio è ancora nei pasticci, ne prendiamo atto anche noi, anzi lo ringraziamo dell'informazione, ma questo fa capire che anche in questa società ci sono evidenti problemi, che non sono solo di una certa natura ma anche di altra natura.

Comunque, vogliamo sottolineare che in questa delibera manca quel necessario approfondimento dei dati e dei requisiti che costituiscono la precondizione necessaria prevista dalla legge, o meglio prevista da quelle leggi che sono in cantiere in Parla­mento o che sono state recepite dallo Stato italiano con la di­rettiva CEE; manca il requisito di legalità e c'è questa sottova­lutazione da parte della delibera amministrativa in questione.

Mi fa piacere che anche il Consigliere Rollandin si renda conto che ci sono dei quesiti irrisolti; comunque, tali quesiti continue­ranno ad essere irrisolti, se si continua a ragionare in questa maniera, se non si pongono le basi per poter trovare una rispo­sta agli stessi.

Infine, un'ultima osservazione: nella delibera il Presidente della Giunta poteva delegare, sì, un suo funzionario. Ma quale funzionario è stato delegato? E questo accresce le possibilità di ricorsi. É stato delegato un funzionario che ha un figlio che la­vora in SITAV.

Questo non mi sembra un fatto di secondo pia­no, mi sembra un fatto che avrebbe dovuto essere preso in estrema considerazione, perché come nella commissione "ad hoc" Collé ha lasciato il posto a Chiarello perché lui è dipenden­te SITAV, la stessa cosa si poteva fare con un po' di buon senso da parte della Presidenza della Giunta, e trovare un funziona­rio che non avesse degli interessi indiretti con una delle società candidate.

Torno agli emendamenti, per confermare il voto contrario della Lega Nord.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - La majorité ne votera pas cet amendement, et les raisons sont celles-ci. Au mois de juillet dernier on a constitué cette commission, à laquelle a été attribuée une fonction précise. Elle a rempli cette fonction, elle a conclu ses travaux.

Donc, de ce point de vue, le fait de soumettre à l'examen de cette commission la documentation ultérieure ou les éléments que l'on doit demander pour combler les lacunes qui existent, nous croyons que ne puisse pas être fait simplement par la présentation de cet amendement, et que de plus c'est une procédure qui risque de créer davantage des problèmes par rapport aux finalités que l'on veut résoudre.

De ce point de vue, et sur la base de ces considérations, l'appréciation qui a été exprimée n'est pas positive et il y aura donc un vote contraire sur cet amendement.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 1.

Esito della votazione

Presenti: 34

Votanti: 33

Favorevoli: 5

Contrari: 28

Astenuti: 1 (Chiarello)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Emendamento n. 2 presentato dal Gruppo della DC.

Emendamento n. 2

Punto d) numero 1 del deliberato modificare così:

"Un'unica convenzione con la stessa società, sia per la gestione dei cosiddetti giochi francesi, sia per i cosiddetti giochi ameri­cani, la cui scadenza non superi la data del 31 dicembre 1999".

Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - L'emendamento n. 2 riprende una di quelle argomentazioni di cui oggi per la verità non si è assolutamente parlato, o forse mi è sfuggito.

La questione di avere un'unica convenzione con un'unica socie­tà sia per la gestione dei giochi francesi, sia per la gestione dei giochi americani, credo sia un argomento che in passato è stato più volte affrontato da questo Consiglio. Adesso non ho più ben chiare le idee, ma mi risulta che diverse forze politiche avessero preso come indirizzo la necessità di andare in questa direzione. Una necessità che ha diversi vantaggi. Il primo è sicuramente quello di avere una maggiore chiarezza rispetto alla situazione attuale di una convenzione plurima, che ha creato alcuni pro­blemi anche nel passato; vogliamo ricordare il minimo fra questi, la necessità che la Regione ebbe di portare le date della scadenza delle due convenzioni in un'unica data.

Questa è una piccola indicazione dei vari problemi che si sono succeduti nel corso di questi anni per una situazione che si è venuta a creare.

Ci sono situazioni ben più importanti, alle quali credo sia ne­cessario oggi, già in questa delibera, dare una risposta che manifesti una volontà esplicita di questo Consiglio.

Un primo fatto è che le stesse convenzioni separate oggi come oggi comportano come introito nelle casse regionali percentuali diverse, seppure nel corso degli anni siano state modificate, ma ancora oggi, di fatto, i giochi americani e i giochi francesi non danno la stessa percentuale di introiti nelle casse regionali.

C'è ancora l'annosa questione del personale delle due società: sia il personale che lavora nella SISER che il personale che la­vora nella SITAV sono, alla luce del sole, dipendenti della stes­sa società, lavorano fianco a fianco, operano nello stesso am­biente, ma hanno trattamenti economici differenziati.

Questo fa sì che il clima stesso che si crea fra i dipendenti che operano all'interno della Casa da gioco porti ad eventuali scompensi.

Mi limito a queste ragioni; mi auguro che questa proposta non incontri troppi ostacoli nell'essere accolta da parte della mag­gioranza proprio per le ragioni fin qui spiegate.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Faccio una dichiarazione di voto. Non crediamo a questo tipo di gestione del Casinò, la vorremmo diversa e con appalti diversi, per cui mi astengo sia sugli emendamenti che sulla votazione della legge.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D.(UV) - Le thème évoqué par cet amendement est sans doute très important, et il devra être examiné avec attention dans la définition de la convention. La majorité estime, par ailleurs, qu'il soit prématuré de l'insérer déjà maintenant dans la délibération qui fixe les objectifs d'ordre général, parce que de ce point de vue on ne donne pas la possibilité d'évaluer tous les différents aspects qui sont liés à cet amendement.

Tout en manifestant l'attention qui sera portée sur ce thème, nous considérons qu'il soit prématuré de le prévoir déjà dans la délibération; pour ces raisons la majorité s'abstiendra sur l'amendement.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 2.

Esito della votazione

Presenti: 34

Votanti: 8

Favorevoli: 5

Contrari: 3

Astenuti: 26 (Agnesod, Aloisi, Bionaz, Borre, Chenuil, Chiarel­lo, Dujany, Ferraris, Florio, Lanivi, Lavoyer, Louvin, Mafrica, Parisi, Perrin Carlo, Perrin G. Cesare, Perron, Piccolo, Ricca­rand, Rollandin, Squarzino, Stévenin, Vallet, Vicquéry, Viérin Dino e Voyat)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Emendamento n. 3 presentato dal Gruppo della DC.

Emendamento n. 3

Punto d) numero 2 del deliberato - Modificare così:

"Una clausola che consenta alla Regione l'acquisizione entro i primi 36 mesi dalla sottoscrizione della Convenzione, dei beni ritenuti dalla Regione funzionali all'attività della Casa da gio­co".

Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - L'emendamento n. 3 riguarda una questione sulla quale credo tutto il Consiglio convenga e sulla quale non si può che formu­lare un apprezzamento, vale a dire dichiarare in maniera esplicita la necessità di rompere (se possiamo usare questa espressione, peraltro più volte usata nel passato) l'accerchia­mento al quale oggi la Casa da gioco con le proprietà SITAV soggiace.

Tuttavia, leggendo gli obiettivi che il Consiglio regionale do­vrebbe fissare, elogiata la volontà di esprimere questa clausola, qualche riserva l'abbiamo avanzata sui tempi che vengono pro­spettati, sebbene anche questo esprima una volontà di non rinviare troppo nel tempo la soluzione, ma di voler dare una ri­sposta.

Pensiamo che i primi 18 mesi della convenzione siano dei tempi davvero troppo ristretti; riteniamo, invece, che i tempi vadano allargati, non necessariamente portandoli alla fine della convenzione perché probabilmente subentrerebbero problemi di tipo diverso, ma collocando a circa metà della con­venzione stessa (a partire da oggi) il fatto di concludere questa operazione.

Una motivazione che ci spinge a suggerire tale ipotesi sta in una preoccupazione che abbiamo come DC. Abbiamo davanti a noi dei tempi di tagli di tipo finanziario, crediamo che oltre all'impegno di concludere questa operazione, bisognerà fare molta attenzione al fatto che la Regione trovi delle formule per dilazionare nel tempo i pagamenti degli immobili, proprio per­ché questi pagamenti non incidano troppo fortemente sui bi­lanci annuali e quindi comportino dei tagli, dei minori o peg­giori servizi in altre situazioni.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - Je crois, comme il a été souligné, qu'il était important d'affirmer cette volonté; je crois également qu'il est nécessaire de garder la formulation telle qu'elle a été présentée, parce que si nous voulons résoudre ce problème, je crois que nous pouvons le faire tout au debout, parce que, plus le temps s'allonge, et plus les difficultés peuvent surgir, compte tenu des expériences précédentes.

Quant au fait de tenir compte de la disponibilité financière nécessaire, là également c'est un souci qui a été pris en considération, parce que achat et payement ne sont pas simultanés. Donc, dans les pourparlers, c'est un thème qui sera pris en considération.

Sur la base de ces considérations nous estimons que la formulation présentée soit la meilleure et donc nous voterons contre l'amendement numéro 3 et nous nous abstiendrons sur l'amendement successif, s'il est confirmé.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 3.

Esito della votazione

Presenti: 34

Votanti: 33

Favorevoli: 5

Contrari: 28

Astenuti: 1 (Chiarello)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Sub emendamento n. 3, presentato dal Gruppo della DC.

Sub emendamento n. 3

Punto d) numero 2 del deliberato - Modificare così:

"Una clausola che consenta alla Regione l'acquisizione, entro i primi.........mesi dalla sottoscrizione della Convenzione, dei beni ritenuti dalla Regione stessa funzionali all'attività della Casa da gioco, e che saranno indicati dettagliatamente nella Con­venzione".

Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - Abbiamo presentato un unico emendamento su questo punto, proprio perché ritenevamo che le due proposte fossero comun­que diversificate l'una dall'altra: una riguardava i tempi, que­sta riguarda un'altra proposta.

Riteniamo opportuno presentare questo emendamento sempre nell'ottica che annunciavo prima, vale a dire che i consiglieri, qualora saranno chiamati a votare per una convenzione, abbia­no i maggiori dati a disposizione.

Sulla questione dell'acquisto dei beni ritenuti dalla Regione stessa funzionali all'attività della Casa da gioco, crediamo che nel corso di questi mesi passati ed anche nel corso della tratta­tiva che andrà iniziare con SITAV, la Regione debba indicare quali sono i beni che reputa necessari per la funzionalità dell'attività della Casa da gioco.

Non è mistero per nessuno che si è parlato di accerchiamento proprio perché i beni di proprietà SITAV sono notevoli, investono terreni, proprietà, senza guar­dare i parcheggi stessi; credo che la Regione sia chiamata a quanto chiediamo con l'emendamento, ma già nella fase di trattativa, ed ecco perché al momento dell'eventuale firma della convenzione le parti almeno su quali immobili intendono trat­tare devono aver trovato un accordo.

Altrimenti, se arrivassimo ad una fase di approvazione della convenzione senza aver anco­ra approvato un accordo su quali beni la Regione reputa im­portanti per lo svolgimento dell'attività della Casa da gioco, sa­remmo ulteriormente preoccupati per il limite di tempo fissato: un anno e mezzo, al buio per così dire, per iniziare una tratta­tiva nonché una stima ed infine una conclusione, credo sia ve­ramente poco.

Riteniamo sia molto importante che questo argomento sia og­getto già della trattativa attuale con SITAV, in modo che quan­do il Consiglio sarà chiamato a votare la convenzione abbia, da una parte, la volontà politica della Giunta e, dall'altra, abbia già un accordo su quali beni cedere alla Regione da parte della SITAV.

Presidente - Pongo in votazione il sub emendamento n. 3.

Esito della votazione

Presenti: 34

Votanti: 8

Favorevoli: 5

Contrari: 3

Astenuti: 26 (Agnesod, Aloisi, Bionaz, Borre, Chenuil, Chiarel­lo, Dujany, Ferraris, Florio, Lanivi, Lavoyer, Louvin, Mafrica, Parisi, Perrin Carlo, Perrin G. Cesare, Perron, Piccolo, Ricca­rand, Rollandin, Squarzino, Stévenin, Vallet, Vicquéry, Viérin Dino e Voyat)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Emendamento n. 4 presentato dal Gruppo della DC.

Emendamento n. 4

Tra il punto d) e il punto e) del deliberato aggiungere il se­guente nuovo punto:

"di impegnare la Giunta a relazionare alla IV Commissione consiliare, in un congruo numero di riunioni, sugli sviluppi della trattativa".

Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - L'emendamento n. 4 ed il successivo, n. 5, sarei tentato di riti­rarli; non lo faccio, perché vorrei vedere un po' più di verde su quel tabellone. Infatti, l'emendamento n. 4 raccoglie la volontà che mi è sembrata di cogliere all'interno di tutte le forze del Consiglio di coinvolgere i gruppi consiliari al di là della posizio­ne di maggioranza e di minoranza nella fase di questa trattati­va; abbiamo individuato la IV Commissione consiliare come luogo dove, in un congruo numero di riunioni, il Consiglio possa essere coinvolto nella fase di trattativa.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - La majorité partage ces considérations et votera donc favorablement à l'amendement présenté.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 4.

Esito della votazione

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Emendamento n. 5 presentato dal Gruppo della DC:

Emendamento n. 5

Tra il punto e) e il punto f) del deliberato aggiungere il se­guente nuovo punto:

"di impegnare la Giunta a predisporre una deliberazione, entro 21 gg. dall'approvazione della presente, che permetta l'even­tuale Commissariamento della Casa da gioco".

Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - Anche questo emendamento raccoglie una volontà già espressa dal Presidente della Giunta. Abbiamo fissato un tempo, ci sem­brava che fosse un tempo congruo, speriamo che anche il Presi­dente sia d'accordo su questo.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - Je pensais que, avec les assurances qu'on a fournies, cet amendement allait être retiré, parce que je crois que, de ce point de vue, il n'y a pas rien à ajouter.

Nous sommes à même de fournir des dates, au cours de la semaine prochaine le Gouvernement peut approuver un projet de loi à soumettre aux commissions et au Conseil.

Et, donc, de ce point de vue, tout en confirmant cet engagement, je demanderais aux conseillers de retirer l'amendement, qui est inutile, vu qu'il y a cet engagement formel.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - Ringrazio il Presidente della Giunta per l'ulteriore impegno che ha preso di fronte al Consiglio, e ritiro l'emendamento.

Presidente - Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Squarzino Secondina.

Squarzino (VA) - Ho ascoltato con molto interesse tutto il dibattito e mi sono ritrovata in diverse osservazioni fatte, in diverse critiche. Non sarei intervenuta se avessi visto rappresentato nei diversi interventi tutto intero il mio pensiero.

Dato che c'è un elemento che non è emerso, vorrei farlo emer­gere, anche perché è parere mio, ma anche di molta altra gente, che mi sento qui di rappresentare.

Tutti abbiamo lavorato, discusso sulle modalità, procedure e requisiti per la convenzione della Casa da gioco, ed abbiamo tutti dato per scontato che la Casa da gioco c'è, ci va bene che ci sia. Vorrei proprio dire che, minoranza delle minoranze, credo che invece la presenza della Casa da gioco in Valle d'Aosta non sia un bene, ma sia un male, sia qualcosa che faccia del male.

Nel passato sicuramente ha fatto del male alla vita politica, fa del male anche dal punto di vista della malavita, e le attuali in­chieste sui prestasoldi lo stanno a dimostrare; fa del male an­che alla imprenditoria valdostana, perché non stimola la pro­fessionalità dei giovani.

Secondo me il Casinò è anche questo, non è solo un posto di la­voro per 200 persone o non è solo una fonte di benessere per la Valle. Questa fonte di benessere a me non sta bene, a me come a tanti altri qui in Valle. Pochini siamo ancora, però siamo al­cune persone che credono che valga la pena di lavorare e di progettare uno sviluppo economico in Valle senza il Casinò. Questo è il mio progetto, per cui sarei disposta a votare subito sì se si decidesse di dire no al Casinò.

In concreto, la votazione è di un altro tipo. A me sembra che in questa delibera siano previsti, proprio perché ho parlato prima di situazione di estremo disagio, quei controlli abbastanza pre­cisi che mi convincono sul fatto che c'è la volontà di condiziona­re il più possibile questa gestione.

Quindi la mia è una dichia­razione di voto positiva rispetto a questa delibera, ma volevo che fosse chiara questa premessa: che il votare sì a questa deli­bera non vuol dire votare sì alla presenza della Casa da gioco, e votare sì a questa delibera vuol dire anche puntare, come pri­ma già accennavano Florio ed altri, sulla importanza del con­trollo. Mi riferisco ad esempio al modo nuovo di gestire il Cen­tro congressi, in modo che ci sia una separazione fra quella che è l'attività culturale, a cui la Regione deve partecipare, e quella che è l'attività di "acchiappa-clienti", a cui è chiamato invece chi gestisce la Casa da gioco.

Presidente - Pongo in votazione la delibera nel testo così emendato:

Deliberazione - Il Consiglio regionale

Richiamata la propria deliberazione n. 74/X del 26 luglio 1993 con la quale si stabiliva di riprendere il procedimento per il rinnovo della concessione del Casinò di Saint?Vincent dal mo­mento precedente alla preselezione del 7 giugno 1991 invitando le ditte già ammesse alla selezione a presentare una documen­tazione integrativa;

Richiamata, inoltre, la propria deliberazione n. 75/X del 26 luglio 1993 con la quale si nominava la Commissione per la valutazione dei documenti e per la formulazione della proposta di preselezione per l'affidamento della futura gestione della Ca­sa da gioco di Saint?Vincent;

Atteso che entro la data prestabilita del 10 settembre 1993 solo due società, la FINOPER S.p.A. e la SITAV S.p.A., hanno fatto pervenire la documentazione richiesta con lettera del 29 luglio 1993;

Atteso, inoltre, che la apposita Commissione ha esaminato la suddetta documentazione prodotta dalle due società, trasmet­tendo alla Giunta regionale, al Presidente del Consiglio regio­nale ed alla IV Commissione consiliare permanente la propria relazione tecnico?valutativa, sottoscritta da tutti i suoi membri, che viene allegata e che costituisce parte integrante del presen­te atto;

Considerato che, la relazione della apposita commissione così conclude, in merito alla preselezione: "La Commissione, a con­clusione dell'esame condotto, rileva che a rigore, né la SITAV S.p.A. né la FINOPER S.p.A. hanno dimostrato, attraverso la produzione di una documentazione totalmente esaustiva, di possedere integralmente i requisiti richiesti. Tuttavia, sulla ba­se di una valutazione complessiva della documentazione stessa, la Commissione è del parere che la S.p.A. SITAV abbia positi­vamente superato la preselezione e possa quindi essere am­messa alla trattativa per l'eventuale affidamento della, gestio­ne della Casa da gioco di Saint-­Vincent. Detta Società ha in­fatti dimostrato di possedere i requisiti fondamentali richiesti dal Consiglio regionale, incorrendo solo in alcune lacune di ca­rattere documentale su punti particolari e che, oltre tutto, sono suscettibili di essere rimediate nel corso della trattativa.

Altrettanto non può invece dirsi, secondo la Commissione, per la S.p.A. FINOPER. Questa Società non ha infatti soddisfatto alcuni dei requisiti più rilevanti e qualificanti, quelli cioè atti­nenti sia alla capacità patrimoniale occorrente a garantire in modo pieno l'avvio e lo svolgimento dell'attività di gestione della Casa da gioco, che al possesso delle disponibilità finan­ziarie indispensabili in vista degli investimenti di sviluppo.

Ad avviso della Commissione si tratta di carenze strutturali che renderebbero inidonea la FINOPER alla gestione della Ca­sa da gioco di Saint?Vincent e che quindi impongono di ritenere che tale Società non abbia superato la preselezione";

Ritenuto, pertanto, che, sulla base delle risultanze derivanti dall'esame della documentazione delle due Società, solo la SI­TAV S.p.A. ha superato la fase di preselezione disposta con deliberazione del Consiglio regionale n. 2265/IX del 7 giugno 1991, e può, pertanto, essere ammessa alla trattativa privata per l'eventuale affidamento della gestione della Casa da gioco di Saint?Vincent;

Visto i pareri favorevoli rilasciati dal Capo di Gabinetto e dal Dirigente del Servizio affari generali e legali della Presidenza della Giunta regionale, ai sensi del combinato disposto dall'ar­ticolo 72 della legge regionale n. 3/1956 e successive modifica­zioni e dall'articolo 21 della legge regionale n. 18/1980 e suc­cessive modificazioni, in ordine alla legittimità della presente proposta di deliberazione;

Visto il parere della IV Commissione consiliare permanente;

Delibera

a) di prendere atto delle risultanze della valutazione effettuata, sulla base dei documenti pervenuti, dall'apposita Commissione istituita con deliberazione del Consiglio regionale n. 75/X del 26 luglio 1993, il cui rapporto conclusivo è allegato e costituisce parte integrante del presente atto;

b) di stabilire che, sulla base delle risultanze di cui al punto precedente, la sola società SITAV S.p.A. può, pertanto, essere ammessa alla trattativa prevista per l'eventuale affidamento della gestione della Casa da gioco di Saint?Vincent;

c) di delegare, conseguentemente, la Giunta regionale ad avvia­re la trattativa privata con la società SITAV S.p.A. per il rin­novo della concessione, acquisendo, nel contempo, ulteriori elementi che colmino le lacune di carattere documentale evi­denziate dalla Commissione speciale in ordine, in particolare, ai requisiti di cui ai punti 2) e 4) dell'avviso di preselezione;

d) di precisare che la trattativa dovrà essere finalizzata al con­seguimento, in particolare, dei seguenti risultati:

1. una convenzione la cui scadenza non superi la data del 31 di­cembre 1999;

2. una clausola che consenta alla Regione l'acquisizione, entro i primi 18 mesi dalla sottoscrizione della Convenzione, dei beni ritenuti dalla Regione stessa funzionali all'attività della Casa da gioco;

3. il controllo della Regione sugli aspetti societari, patrimoniali e gestionali della Società concessionaria;

4. la partecipazione della concessionaria agli oneri necessari per la valorizzazione della Casa da gioco e per l'adeguamento delle relative infrastrutture accessorie e funzionali;

5. I'eliminazione dei contenuti dell'articolo 13 dell'attuale con­venzione;

e) di impegnare la Giunta a relazionare alla IV Commissione consiliare, in un congruo numero di riunioni, sugli sviluppi della trattativa;

f) di richiedere alla SITAV S.p.A. che, a garanzia della posizio­ne regionale, qualora il risultato della trattativa dovesse avere esito positivo, tutti i benefici economici derivanti alla Regione dalla nuova concessione siano assunti retroattivamente a par­tire dall'8 febbraio 1992;

g) di rinviare, in caso di esito positivo della trattativa privata, a successivo provvedimento l'approvazione del contratto di conce­ssione alla Società SITAV S.p.A. della gestione della Casa da gioco di Saint?Vincent;

h) di dare atto che la presente deliberazione non è soggetta al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta, in quanto non compresa nelle categorie indicate nell'articolo 1 del decreto legislativo 13 febbraio 1993, n. 40 e di darne esecuzione.

Esito della votazione

Presenti: 34

Votanti: 28

Favorevoli: 25

Contrari: 3

Astenuti: 6 (Chiarello, Collé, Lanièce, Marguerettaz, Rini e Viérin Marco)

Il Consiglio approva

Presidente - I lavori sono terminati.

La seduta è tolta.

La sessione termina alle ore 21,28.