Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 246 del 27 ottobre 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 246/X - Richiesta di provvedimenti regionali integrativi per l'erogazione dei finanziamenti sui mutui casa. (Reiezione di risoluzione)

Risoluzione - Il Consiglio regionale

Presa visione della delibera della Giunta regionale n.8358 del­l'8 ottobre 1993 avente per oggetto l'approvazione della gradua­toria provvisoria relativa al I° semestre 1993 di cui alla legge regionale 28 dicembre 1984 n.76. Finanziamento delle domande ammissibili a mutuo;

Rilevata la decisione di stabilire in lire 15 miliardi la somma a disposizione per il finanziamento delle domande di mutuo pre­sentate nel corso del I° semestre 1993;

Evidenziato come lo stanziamento limiterà il finanziamento a circa il 50 percento delle 319 domande ammesse;

Considerata la necessità di salvaguardare il diritto primario all'abitazione, nonché l'esigenza di non penalizzare ulterior­mente il settore edilizio;

Considerato altresì come la decisione della Giunta disattenda le aspettative di numerose famiglie che potrebbero aver già desti­nato propri investimenti all'acquisto della prima abitazione;

Impegna

la Giunta regionale ad assumere in tempi brevi dei provvedi­menti integrativi alla delibera n.8358 del 8 ottobre 1993, che permettano a tutte le 319 domande ammesse di poter usufruire dei finanziamenti.

F.to Collé-Marguerettaz-Lanièce-Viérin-Rini.

Presidente - La parola al Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - Il problema ha una rilevanza sociale notevole. Sono finiti i tempi delle vacche grasse, quindi a fronte di queste difficoltà occorre agire con molta oculatezza per quanto riguarda i tagli da effettuare. Questi tagli non dovrebbero investire le categorie sociali maggiormente esposte: la scelta della Giunta lede il di­ritto primario alla casa. Noi abbiamo sentito nella relazione programmatica una proclamata attenzione verso le categorie più deboli, ora questa delibera contraddice le buone intenzioni espresse. Numerose famiglie avranno già investito del denaro per acquistare una casa, quindi noi chiediamo che la Giunta integri quella delibera in modo da far sì che tutte le 319 do­mande possano avere risposta. La cosa che rende preoccupante questa decisone sta nel fatto che gli interessati hanno ricevuto solo pochi giorni fa la notizia, quindi ci possono essere delle ri­chieste che a distanza di dieci mesi vengono disattese. Noi non chiediamo il ritiro della delibera, noi crediamo che la Giunta si debba impegnare ad assumere dei provvedimenti integrativi.

Presidente - La parola all'Assessore dei lavori pubblici Ferrero.

Ferrero (Ass.tec.) - Credo che siano necessari alcuni chiarimenti. É chiaro a tutti questo nuovo corso che consiste nella fissazione di un tetto massimo semestrale al finanziamento di questa legge. Questa scelta significa una riduzione delle domande ed una applicazio­ne non solo formale delle graduatorie. Ora, questa decisione non trova motivazioni di natura esclusivamente finanziaria: io credo che vi siano valutazioni politiche più generali, destinate ad altri settori spesso investiti da un massiccio intervento pubblico. Ritengo che l'erogazione di denaro pubblico debba es­sere sottoposta ad un attento monitoraggio, altrimenti i contri­buti diventano uno strumento assistenziale e clientelare. In questo caso, nel quadro del problema casa, il mutuo è uno degli strumenti in mano all'ente pubblico: il sistema dei mutui inne­sca un fenomeno a cascata sul sistema economico, l'applica­zione della legge 76 ha mosso 250 miliardi di lire, si tratta di somme non indifferenti. Il funzionamento della legge ha sem­pre ammesso un'erogazione generalizzata a tutti coloro che erano in possesso dei puri requisiti di accesso alla graduatoria, in pratica la domanda del privato ha sempre condizionato il bilancio della Regione, in qualche maniera il numero delle do­mande costringeva a trovare i soldi. Ora bisogna ricordare ad ogni cittadino che la domanda non è sufficiente a far acquisire un diritto di credito nei confronti della pubblica amministra­zione.

Pur comprendendo i disagi dei singoli, l'amministrazione non può rinunciare a perseguire obiettivi generali che vanno al di là dei bisogni del singolo. In quest'ottica si è stabilito un tetto massimo a partire da questo semestre; le domande del '92, pari a 36,5 miliardi, verranno interamente finanziate, mentre le domande del primo semestre '93 verranno finanziate fino ad un massimo di 15 miliardi, quindi verrà applicato l'articolo 3 che fissa in percentuali le domande finanziabili per tipologia di in­tervento: 50 percento per il ricupero, 20 percento per la costru­zione, 30 percento per l'acquisto. Su questa base verranno fi­nanziate tutte le domande per il ricupero, 66, tutte quelle per la costruzione che sono 22, e solo 66 per l'acquisto, su un totale di 224. Ricordo che comunque in media il 50 percento circa delle domande per gli acquisti cade, quindi non è vero che con questo taglio non si finanzia il 50 percento dei mutui; non si fi­nanzieranno all'incirca 50 domande. Alla luce di quanto detto, credo che questa scelta non sia solo di rigore finanziario, ma anche una scelta di politica di bilancio precisa, una volontà di governare anche questa voce di spesa pubblica.

Quindi occorrerà ripensare tutto il sistema di accesso alla casa, considerando che fasce significative di cittadini non sono nep­pure in grado di acquistare una casa e restano sul mercato delle locazioni ed è qui che bisognerà lavorare. In questo qua­dro credo che sia del tutto coerente con la delibera prendere vi­sione del caso di tutti che, dando a torto per scontato che tutto si svolgesse come sempre, si trovassero in difficoltà. Questo pe­rò porta a respingere la risoluzione della DC.

Presidente - La parola al Consigliere Ferraris.

Ferraris (SV-PDS-GV) - Tutti concordiamo sul fatto che ci sia una riduzione delle risorse e che non siano le categorie più deboli a pagare tutta la riduzione. Mi pare che l'Assessore ab­bia chiarito come la questione casa non la si possa risolvere con questo tipo di provvedimento. Ritengo peraltro che esistano dei problemi reali e cioè che alcune famiglie abbiano già perfezio­nato l'acquisto prima di avere avuto la risposta per il mutuo. Quindi, se la risoluzione della DC individua un problema reale, di fatto propone una soluzione inaccettabile, per questo io chie­derei una sospensione della seduta per chiarire questo fatto.

Presidente - Il Consiglio è sospeso per 10 minuti.

Presidente - I lavori riprendono, la parola al Consigliere Collé.

Collé (DC) - Facendo parte della commissione che ha esaminato queste do­mande, ho notato che l'Assessore aveva un'impostazione leg­germente diversa da quella tenuta oggi in aula. Infatti tutti quanti avevamo espresso perplessità sui tagli, perché fino ad oggi il mutuo era un fatto automatico, e quindi erano state date certe abitudini alla gente che si muoveva di conseguenza. Ave­vamo invitato l'Assessore a portare in Giunta queste perplessi­tà, pur essendo disponibili a ridiscutere tutto per il secondo semestre. Credo comunque che, se si parla di tagli, dovremmo considerare tutti i contributi elargiti dalla Regione ed analiz­zarli per valutare quelli che si ritengono fondamentali. Io sono esterrefatto di quanto ha detto l'Assessore oggi: egli ricorda che nel 1985 si parlava di aiutare la ripresa dell'industria edilizia, non siamo oggi forse nella stessa situazione? In conclusione chiedo che almeno per il primo semestre vengano accettate tutte le domande, al fine di evitare sgradevoli situazioni ai cit­tadini che si sono già impegnati e non per colpa loro, ma a cau­sa di quello che noi amministratori abbiamo insegnato loro in tutti questi anni.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - Credo che la risoluzione della DC non possa non essere condivi­sa, anche se il problema casa non si limita ai mutui: vi sono 200 sfratti, vi è il ricupero dei centri storici e vi è l'avvio del nuovo Ente regionale per l'edilizia residenziale. Le parole dell'Asses­sore mi hanno lasciato perplesso: egli parla di tagli, ma si va a colpire subito un settore molto delicato. Oltretutto è una deci­sone lampo che non può non essere di tipo retroattivo perché ci sono delle famiglie che hanno già stipulato dei compromessi. Quindi dichiaro l'accoglimento della risoluzione da parte del gruppo della Lega Nord.

Presidente - La parola al Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Devo dire che quello che ha detto l'Assessore ha stupito anche me. Abbiamo detto sempre che quello dell'edi­lizia è un grosso problema ed ora non si può certo dire che non c'è più. Questa è una scelta grave, anche perché in terza Commissione abbiamo pensato ad un pool di banche che potes­se fornire i finanziamenti, mentre la Regione dovrebbe integra­re la differenza di interesse; questa può essere una soluzione. In effetti la gente che faceva domanda sapeva che al 90 percen­to avrebbe avuto il mutuo, ora non si può dire no. Quindi io ap­poggio la risoluzione della DC.

Presidente - La parola al Consigliere Florio.

Florio (VA) - Intorno a questo diritto primario si sono costruite, anche in Valle d'Aosta, fortune elettorali non indifferenti. Il discorso fatto dall'Assessore Ferrero ci trova consenzienti mentre non siamo d'accordo con la risoluzione della DC. Quello che si dice nella risoluzione è di continuare così come si è fatto sino ad oggi come se non fosse successo nulla. Ma deve essere conside­rata la qualità della spesa per l'edilizia che è un settore enor­memente sproporzionato rispetto alle dimensioni socio-econo­miche della Regione. Ed inoltre bisogna considerare la doman­da, Marguerettaz: guardiamo la città di Aosta, il numero colos­sale di edilizia sovvenzionata realizzata in questi anni rispetto alla tensione abitativa che ancora esiste e si capisce che questa non è la via per risolvere il problema casa. L'ente pubblico non può non differenziare il finanziamento per la casa: le fasce so­ciali che chiedono il mutuo non sono le più deboli perché con 100 milioni non si può comprare un'abitazione proprio perché l'esistenza di questi mutui ha fatto lievitare i prezzi enorme­mente. Quindi bisogna riesaminare la legge 76 perché sino ad oggi si è consentito ai palazzinari di creare delle fortune e non si è risolto il problema; ci troviamo come 10 anni fa nonostante i 250 miliardi spesi. Non ci rendiamo conto che esistono edifici del centro che, ristrutturati, vengono venduti a cifre folli men­tre dobbiamo allora creare altri casermoni di periferia per le fa­sce povere; non è questa la strada.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin Marco.

Viérin M. (DC) - Noi non abbiamo chiesto di riesaminare la legge, abbiamo detto solo di chiudere la situazione passata e poi ridiscutere tutto. Non è corretto agire su atti già intrapresi da parte di cittadini e poi le rate dei mutui colmano le spese della Regione che così non dovrebbero essere superiori ai 600-700 milioni all'anno. Bi­sogna dare priorità al settore casa e l'opinione pubblica deve sapere che cosa si vuol fare; vorrei capire perché, come si legge sulla stampa, un segretario di un movimento politico qui rap­presentato critica i tecnici del governo Ciampi, ma non parla dei nostri tecnici. Non c'è chiarezza, si prende in giro la gente, quindi noi chiediamo la votazione della risoluzione.

Presidente - La parola all'Assessore del bilancio e delle finanze Lévêque.

Lévêque (Ass.tec.) - Voglio fare alcune precisazioni doverose perché forse le infor­mazioni date non sono sufficienti. Non sono stati fatti dei tagli per la casa, anzi sono state reperite ingenti risorse. Non era possibile praticare dei tagli dove c'erano 37 miliardi di arretra­to per le domande '92, e in questo caso la gente aveva ricevuto la lettera in cui si affermava l'acquisizione del mutuo, ma non c'era la copertura finanziaria. Allora si è fatta una stima di quelle che sono le risorse disponibili della Regione, poi se il Consiglio vorrà destinare una somma superiore in sede di ap­provazione del bilancio preventivo potrà farlo, ma ora la Giunta ha rispettato le regole vigenti e non ha impegnato risorse di cui non c'è copertura. La differenza fra ammissibilità e finanzia­bilità delle domande è sostanziale, ancorché questa differenza sia stata labile in passato. La funzione della Commissione ai mutui è quella di stabilire la graduatoria, spetta poi alla Giunta dire quante, fra le domande ammissibili, possono acce­dere al finanziamento. La Giunta non ha prima approvato la graduatoria, e poi deciso chi ammettere o meno al finanziamen­to; della graduatoria predisposta dalla Commissione ha preso atto, ed in base alle disponibilità ha indicato la quota di inter­venti finanziabili.

Infine, l'impatto sul settore edile è nullo perché sono intera­mente finanziate le domande di ristrutturazione e di costruzio­ne, sono solo parzialmente finanziabili le domande di acquisto; laddove un impatto negativo poteva esserci, ovvero la legge 33 per il ricupero dei centri storici e rurali, la Giunta è intervenu­ta e ha proposto un provvedimento provvisorio che consiste nel trasformare il fondo di rotazione in un contributo in conto inte­ressi per cui, a fronte di un fabbisogno di 30 miliardi che non c'erano, la Regione, con 1,8 miliardi moltiplicati nel tempo, ha sanato la situazione. É chiaro che il conto interessi ha dei limiti perché deve essere circoscritto solo in alcuni casi, altrimenti nel futuro ci si troverà a gestire difficilmente le rate consolidate su cui ora ci impegnamo a contribuire. É vero che l'abitudine muove i comportamenti della gente anche qualora siano ille­gittimi, ma allora c'è un problema di coscienza per tutta l'am­ministrazione e per il Consiglio stesso perché, se la legge parla chiaro, io credo che il problema di coloro che sono fuori della graduatoria non possa essere messo nei termini della risoluzio­ne. Personalmente credo che qualche straordinario caso possa essere considerato come sanatoria, ma è inaccettabile una ri­chiesta che tenda a inserire tutti perché sennò cade tutto il ra­gionamento.

Presidente - La parola al Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - Credo che in parte sia stato travisato il contenuto della risolu­zione. Essa non voleva, Florio, toccare il problema casa in gene­rale che è assai complesso, quindi le cose a cui faceva riferi­mento Florio sono vere, ciò non toglie che noi riteniamo che il diritto alla proprietà della casa sia sacrosanto. Quello che pro­poniamo è risolvere una situazione limitata, quindi, Florio, non si chiede di andare avanti così. L'intervento dell'Assessore Lévêque, che è un tecnico, ci ha aiutato a capire l'aspetto politi­co della questione ed egli ha confermato che è una scelta politi­ca del Consiglio se destinare a bilancio 1994 gli stanziamenti necessari per far fronte a questa situazione. Tuttavia ha detto che la Giunta sarebbe disposta a sanare le situazioni più sco­perte. Quindi, per essere chiaro, noi siamo disponibili ad emen­dare la risoluzione per far sì che la Giunta si impegni sulla proposta dell'Assessore Lévêque. Infine, mi auguro che il voto sia o favorevole o contrario perché la cosa più assurda sarebbe un'astensione. Capisco che politicamente ci sia qualche difficol­tà, ma se c'è responsabilità non ci si trinceri dietro a schiera­menti precostituiti perché, Borre, tu dici delle cose giuste: per le famiglie la decisione di diniego è traumatica e inammissibile.

Presidente - La parola al Consigliere Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-IND) - Il nostro gruppo si asterrà perché secondo noi la risoluzione è mal posta e, visto che gli interventi della Dc tendono più a fare della propaganda che a cercare di risolvere i problemi e viste le affermazioni fatte da Lévêque sulla disponibilità della Giunta, io vorrei leggere la posizione del gruppo:"1) Finanziare tutte gli impegni del primo trimestre 1993 tenuto conto di compromessi e atti notarili già sottoscritti; 2) Fissare un tetto per il secondo semestre 1993; 3) Rivedere il regolamento delle graduatorie e determinare per i prossimi anni il tetto di finanziamento". Mi pare che i punti 2 e 3 siano già propri della Giunta e che per il punto 1 ci sia la disponibili­tà della Giunta a considerarlo. Quindi il nostro voto di asten­sione va in questa direzione.

Presidente - La parola al Consigliere Linty.

Linty (LN) - Mi viene da ridere, anche se a dire il vero c'è da piangere. Irri­gare le aree verdi della Conner, 460 milioni; centro di Tzambar­let, 440 milioni; autoporto, 13,5 miliardi; scuola provvisoria, 10 miliardi; queste cose i Valdostani le sapranno. Quando ci sono certe cose le casse si aprono, quando c'è la casa ci si trincera dietro dei discorsi che speravo di non dovere mai sentire. Biso­gna riflettere su come ci si pone di fronte ai cittadini valdosta­ni; su questi problemi non si fa propaganda politica, caro La­voyer, quindi credo che la risoluzione debba essere votata per dare una risposta che faccia vedere che l'amministrazione è vi­cina ai Valdostani così come lo è verso gli extracomunitari, l'astensione è un atteggiamento ridicolo che comunque chiari­sce una posizione, anche se non la si vuole mostrare.

Presidente - La parola al Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - Visto che credo che la dichiarazione di Lavoyer sia fatta anche per gli altri gruppi della maggioranza, noi facciamo nostro il primo punto letto prima e cambiamo la risoluzione includendo questo punto.

Presidente - L'emendamento deve essere presentato per iscritto alla Presi­denza.

Colloco il testo dell'emendamento: dove c'è "impegna" (voci fuori microfono), "impegna la Giunta ad assumere dei provvedimenti integrativi alla delibera n.8358 del 8 ottobre 1993, che permet­tano di finanziare tutte le richieste in graduatoria del primo semestre 1993, tenuto conto di impegni, compromessi e atti no­tarili già sottoscritti".

La parola ad Aloisi.

Aloisi (APA) - Non si può votare un ordine del giorno solo perché l'emenda­mento va nella direzione che propone la Giunta. Quindi biso­gna rivedere anche la parte antecedente alla deliberazione, al­trimenti si fa un pastrocchio.

Presidente - La parola al Presidente della Giunta.

Viérin D. (UV) - Au-delà de tentatives de maquillage, de compromis forcé de dernière minute et au-delà des solidarités qu'on trouve au sein de ce Conseil, que je me permets de définir "solidarité de la commune d'Aoste", j'espère que ces mêmes solidarités ne nous amènent pas à la même situation de "assembléarisme" que la commune d'Aoste a connu et dont les résultats sont devant les yeux de tout le monde. Je crois que le débat d'aujourd'hui a quand même permis de déceler deux conceptions qui sont tout à fait différentes; d'une part une tentative, je le réaffirme, masquée à la dernière minute, de continuer avec une certaine façon de concevoir la politique, au-delà des déclarations sur la nécessité de suivre une rigueur,sur la nécessité de suivre une certaine politique budgétaire, une conception qui, au fond, se réduit à celle des chèques en blanc. Comme dans le temps avec une lettre on a autorisé des travaux dans le secteur des consortiums fonciers pour des milliards de lires que nous sommes encore en train de payer et de régulariser, on veut continuer dans la même logique en disant: "Il faut accepter tout, il ne faut pas se soucier s'il y a des disponibilités financières, s'il y a une politique budgétaire ou de rigueur à suivre". Ce n'est pas le cas et surtout il ne faut pas commencer, parce que si on commence il y a la critique, disons de gauche, vu qu'il ne faut pas toucher les plus démunis. Mais alors en fait, on ne peut jamais commencer parce que, si on commence en appliquant une politique que l'on déclare vouloir suivre, non seulement dans un secteur spécifique, mais la réaction se déclenche aussitôt. En tout cas, quand nous examinerons le budget, je crois que nous aurons une vision d'ensemble et nous pourrons vérifier quels sont les choix ou la compatibilité de ces mêmes choix mais si nous ne commençons pas il n'y aura jamais la possibilité de pouvoir adopter et suivre certaines procédures.

Je crois également qu'il faut mettre l'accent sur certains problèmes. Tout d'abord que nous sommes dans une phase de régularisation, de "sanatoria", et que ce n'est pas vrai que nous n'avons pas voulu respecter les engagements. Je veux le réaffirmer, si nous nous sommes posé le problème de trouver la disponibilité financière pour donner cours aux requêtes formulées jusqu'en 1992, c'est parce que nous voulions respecter un engagement qui avait été pris. Pour ce faire nous avons dû repérer dans les fonds disponibles 36 milliards de lires; ce qui est oublié, sur la disponibilité de fonds était illimitée il n'y avait pas de problèmes, de considérations sur des situations précédentes qui ont engendré un certain "droit" pour l'attribution de ces subventions.

Pour ce qui est par contre de la situation actuelle, ce Gouvernement s'est trouvé face à des demandes présentées jusqu'au 30 juin 1993 et à la nécessité d'approuver des règles, sur la base d'un classement établi par une commission. Pour approuver ces règles il y a un règlement et donc on ne peut pas continuer à dire: "si nous voulons modifier, changer les choses...Il y a un règlement et des dispositions, mais ils n'existent pas car la coutume veut que tout ce qui est présenté est accepté et de ce point de vue également on ne peut pas parler de réduction ou de coupe par rapport à des montants qui ne sont pas fixés à l'avance, mais qui sont déterminés simplement par le nombre de demandes qui seront présentées". Là encore est-ce-que nous sommes favorables pour continuer dans cette logique, dans cette optique ou non? Il faudra bien que tout le monde s'accorde à dire: "Non, nous ne sommes pas favorables". Mais par contre, au moment même ou l'on doit commencer à donner un sens réel et concret à cet engagement, alors il y a toute une série de réserves parce qu'on ne peut pas le faire, ce n'est pas possible, c'était une coutume, c'est le secteur du bâtiment qui est en crise. On met en opposition d'autres interventions dans d'autres secteurs.

Je crois que le débat a au moins permis d'éclaircir ces différents aspects, il a au moins permis de définir que désormais une politique de rigueur, l'adoption du principe du respect de la compatibilité budgétaire, est une nécessité, une obligation, et que nous ne pouvons pas continuer à utiliser les fonds disponibles d'un certain exercice financier pour payer les dettes qui ont été contractées les années précédentes, sur la base de cette logique de la politique des chèques en blanc.

Si d'une part le Gouvernement a la volonté de régulariser toutes les situations précédentes quant aux situations que nous nous sommes trouvés à examiner, nous avons voulu commencer à adopter notre logique et ce n'est pas vrai, permettez-moi de le réaffirmer, que par cette mesure on met en crise le secteur du bâtiment. Je veux le réaffirmer parce que là on fait de la démagogie car toutes les restructurations, toutes les nouvelles constructions sont financées; on intervient simplement dans le secteur de l'immobilier. Curieusement tout le monde s'accorde aussi à affirmer qu'il s'agit ici au Val d'Aoste d'un secteur qui est dopé et qui est dopé justement en présence de ses emprunts et alors il faudrait là, également, être un peu cohérents: si ces mesures veulent réglementer certaines interventions, ce n'est pas contre le secteur du bâtiment, ce n'est pas en contradiction avec certaines mesures qui ont été adoptées pour relancer ce secteur, mais elles veulent simplement redéfinir les règles pour procéder ensuite. Donc, je crois que le Gouvernement a voulu, en adoptant cette délibération, suivre certaines règles et certains principes et, contrairement à ce qui a été déclaré au départ, il ne s'agissait pas de droits acquis parce que personne n'avait eu une communication, comme a dit Monsieur Marguerettaz, quant au premier semestre 1993. A cet égard le débat a permis au moins de redéfinir certaines objections et d'éclaircir certains problèmes. Nous réaffirmons donc la validité de la délibération qui a été prise par le Gouvernement et des conséquences qui en découlent. Nous nous sommes rendu compte qu'il y a peut-être eu, de la part du Gouvernement, un manque d'information Peut être que cette décision, sur la base d'un certain processus et également d'une certaine coutume qu'on croyait éternelle, a provoqué des situations dans lesquelles ces mêmes personnes se trouvent aujourd'hui en difficulté par rapport à la décision que nous avons prise. Donc de ce point de vue il y a disponibilité, une volonté précise de la part du Gouvernement, à examiner toutes ces situations qui, à la date du 8 octobre 1993, à savoir à la date d'adoption de la délibération du Gouvernement, peuvent provoquer des difficultés sur le plan économique, des engagements, des versements de fonds déjà été effectués sur la base de contrats définis. Il y a donc la volonté d'éviter encore une fois, et c'est la dernière, à titre de régularisation, qu'il y ait des conséquences fâcheuses sur le plan strictement économique pour les dites mêmes personnes. Il y a cet engagement, comme il y a l'engagement à confirmer également pour le deuxième semestre 1993 l'adoption des mêmes critères, des mêmes principes avec immédiatement une information qui sera donnée à toutes les personnes concernées pour que ces problèmes ne se reproduisent plus. Sur le plan politique se dégage donc une volonté qui sauvegarde le principe de faire face à ces quelques situations qui peuvent s'être présentées. Dans ce sens je crois que si la volonté de ceux qui ont présenté la résolution va dans cette direction, nous pouvons leur demander de retirer cette résolution sur la base de l'engagement que nous avons manifesté. Si cela n'est pas possible, au-delà des volontés qui veulent imposer le vote aux autres, je crois que sur la résolution telle quelle a été présentée et amendée la majorité s'abstiendra.

Presidente - Per dichiarazioni di voto ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - Approfitto per rispondere cortesemente alla dichiarazione del Presidente. La proposta non può essere accettata per le cose che lui stesso ha detto nel suo intervento e che in parte sono state accennate anche dal Consigliere Lavoyer.

Non era nostra intenzione fare della demagogia, la nostra in­tenzione era di cercare una risposta ad un problema contingen­te; non volevamo mettere in discussione le scelte della Giunta che invece secondo me andavano discusse in una seconda fase. Questa risoluzione mirava esclusivamente a dare una risposta alle persone che avevano preso degli impegni al primo seme­stre. Avevamo formulato la risoluzione in un certo modo, la mediazione dell'ultima ora non voleva essere nient'altro che la ricerca di una convergenza su una proposta derivata dalla let­tura di un documento del Consigliere Lavoyer che a nostro av­viso aveva una buona validità, nel senso che se non altro salva­guardava quei cittadini che si erano già esposti da un punto di vista economico. Ora, dopo averci detto per un quarto d'ora che siamo demagogici, che il Comune di Aosta è in una situazione di disastro, mi permetto di ricordare che da un anno a questa parte le cose non sono migliorate; dopo aver fatto tutta una se­rie di sterili polemiche ci viene chiesto di ritirare questa riso­luzione fidandoci di un impegno della Giunta. La fiducia la si dà su un rapporto corretto dove non si facciano dei processi alle intenzioni, mentre si dovrebbe invece affrontare correttamente il problema; non possiamo quindi ritirare questa risoluzione. La maggioranza si asterrà dal voto dicendo che la minoranza fa della demagogia e noi ci difenderemo aspettando questi "engagements" che la Giunta ha preso.

Presidente - Se nessun altro Consigliere chiede la parola metto in votazione il testo emendato.

Presenti: 30

Votanti: 30

Favorevoli: 8

Astenuti: 22 (Agnesod, Aloisi, Bionaz, Dujany, Ferraris, Florio, Lanivi, Lavoyer, Louvin, Mafrica, Parisi, Perrin C., Perrin G.C., Perron, Piccolo, Riccarand, Squarzino, Stévenin, Vallet, Vicquéry, Viérin Dino, Voyat)

Il Consiglio respinge.

Presidente - Ricordo che il Consiglio regionale sarà convocato in via d'ur­genza il giorno 4 novembre alle ore 16.00. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 20,21.