Oggetto del Consiglio n. 108 del 29 settembre 1993 - Resoconto
OGGETTO N. 108/X - Problemi concernenti la situazione di crisi dell'edilizia abitativa. (Interpellanza).
Interpellanza - Rammentando il pesante impatto sociale determinato dalla dinamica degli sfratti in corso di esecuzione nella città di Aosta e nell'intera Regione;
Rilevato che la Pubblica amministrazione manifesta sorprendenti posizioni di inerzia sul grave problema,
i sottoscritti consiglieri regionali
interpellano
l'Assessore ai Lavori Pubblici per venire a conoscenza:
- quali provvedimenti immediati l'Assessore intende assumere per fronteggiare il rilascio coatto dell'abitazione da parte di molte famiglie indigenti;
- come intende provvedere per l'impostazione e l'esecuzione di un programma di edilizia residenziale pubblica;
- che fine hanno fatto i consistenti fondi accumulati negli anni passati e destinati all'edilizia popolare ed economica.
F.to: Aloisi-Lavoyer-Bich-Piccolo.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Bich.
Bich (APA) - Questo è un tema che ormai è conosciutissimo, sia perché ne ha parlato la stampa, sia perché ha una incidenza sociale notevole. Ed è un tema estremamente serio, che non possiamo trasformare né in forma di propaganda né in forma di pubblicità politica. Spesso si presentano interpellanze solo perché vengono poi riprese dalla televisione, dai giornali: ai più "simpatici" viene anche elargita l'intervista fuori dalla sede del Consiglio; quindi il consigliere è spinto, per farsi un po' di pubblicità, a presentare un bel po' di interpellanze e di atti ispettivi del Consiglio.
Questo non è il caso. Questo problema, il problema abitativo in generale, sta mietendo veramente delle condizioni di vita molto pesanti soprattutto nel comprensorio di Aosta.
Sappiamo che il mercato delle locazioni è bloccato, sappiamo che sono in corso una serie di sfratti esecutivi, quindi di rilasci coattivi di unità di abitazioni. Sappiamo che per l'edilizia popolare, quella che chiamiamo "popolare", ma che poi è una edilizia economica e nella parte sovvenzionata e nella parte convenzionata, sia le cooperative sia l'IACP hanno messo in cantiere dei modesti programmi di fabbricazione di alloggi a condizioni economiche. Questi programmi hanno incontrato una serie notevole di difficoltà, tanto che adesso c'è una sospensione dei lavori per alcuni piani di zona che erano stati approvati nel Comune di Aosta. In altri comuni mi sembra invece vada avanti meglio l'edilizia convenzionata, cioè quella delle cooperative.
Va da sè che poi con le angustie dei piani regolatori e con l'assenza di piani per l'edilizia economica popolare in quasi tutti i comuni della Valle lo strumento urbanistico è bloccato; quindi bisogna risolvere questo problema accedendo al libero mercato, il quale comporta spese che si aggirano sui 300-350 milioni per l'acquisizione di un alloggio.
Mi domando se è possibile che la parte più debole, la parte più sensibile a certe situazioni della popolazione soprattutto aostana e dell'area aostana debba assoggettarsi a condizioni di mercato che sono letteralmente iugulatorie.
Capisco bene che i poteri in ballo in queste problematiche sono diversi: quando si parla di Pubblica amministrazione non c'è solo la Regione, ma ci sono lo Stato, le Regioni, i Comuni, e quindi ci deve essere un momento di coordinamento. Il momento di coordinamento finora era stato tenuto dalla Regione, sia sullo scaglionamento dei provvedimenti coattivi di sfratto, sia per quanto riguarda l'esecuzione e l'impostazione di programmi. Abbiamo un settore della nostra Amministrazione che è delegato proprio ad impostare, di concerto con i comuni, i programmi di edilizia residenziale pubblica.
Sapevamo anche che c'era un accantonamento di 30-35 miliardi per l'esecuzione di queste opere: non sappiamo dove queste risorse siano state dislocate. Una parte minima è finita nei piani di zona a cui mi riferivo prima, mentre sulla parte più consistente ho il dubbio che questi soldi siano ritornati nell'Amministrazione statale perché i tempi di esecuzione, i tempi di progettazione e di programmazione dell'edilizia economica sono assai ristretti e, se le amministrazioni locali non stanno dentro questi temp, i fondi vengono riassorbiti. Quindi i fondi c'erano, ma oggi non ci sono più.
Chiedo all'Assessore che ci ragguagli su questi problemi che qui vengono anche trascritti, dopo di che discuteremo.
Si dà atto che, alle ore 11,35, assume la Presidenza il Vicepresidente, Viérin Marco.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) - Nous avons partagé en deux les réponses. Je veux informer les conseillers concernés quant aux décisions qui ont été adoptées par la commission des expulsions, afin de faire face aux problèmes de manque de logements.
Cette commission s'est en effet réunie au mois d'août dernier et, après avoir examiné la situation actuelle ainsi que les solutions possibles, a proposé des lignes directrices qui ont été suivies et par le Gouvernement et par la commune d'Aoste dans l'examen des différentes situations.
Tout d'abord elle a confirmé les lignes directrices qui avaient été antérieurement adoptées quant à:
- la non-opportunité d'un report généralisé des expulsions, afin de ne pas pénaliser les propriétaires qui ont réellement besoin de reprendre possession de l'immeuble. Et donc l'adoption d'une attitude d'examen ponctuel des différentes situations, pour ne pas généraliser le problème;
- la nécessité d'examiner avec attention la situation de chaque foyer frappé par une mesure d'expulsion, à savoir sa condition économique et sociale, la présence de mineurs et de personnes âgées, en demandant, s'il y a lieu, les informations nécessaires afin qu'une éventuelle documentation complémentaire, dans le but de repérer les familles qui, n'ayant pas de problèmes réels, sont à mesure de trouver un autre logement de manière autonome, soit présentée et puisse être prise en considération par la commission,
- la nécessité de repérer, compte tenu de l'actuelle pénurie de logements sociaux, des structures provisoires, ce qui pourrait permettre de relier les temps de construction de nouveaux logements. Structures susceptibles de répondre aux besoins les plus urgents, notamment les foyers dont les conditions économiques, ou d'autres raisons, ne leur permettent pas de trouver un logement de manière autonome.
A cet effet la Présidence du Gouvernement et la commune d'Aoste sont en train de s'activer pour que des conventions spécifiques soient conclues avec des hôtels, qui se sont déjà déclarés disposés à accueillir temporairement des familles expulsées;
- l'opportunité de proroger les expulsions uniquement dans les cas suivants, sous réserve de contrôles énumérés: les foyers qui figurent au classement général pour l'attribution de logements sociaux et qui pourront bénéficier d'un logement suite aux prochaines mesures de construction de logements sociaux, ou foyers présentant une déclaration d'un autre propriétaire attestant sa disponibilité à louer à ces mêmes foyers un logement dans les deux ou trois mois qui suivent, ou bien présentant une déclaration de l'entreprise intéressée, quant au délai d'achèvement des travaux dans des immeubles qui ont été achetés par des familles qui sont aujourd'hui expulsés. Dans ces cas il est en tout cas prévu de consulter et d'obtenir également la concertation des propriétaires, de façon à éviter un contentieux;
- foyers auxquels un logement social a déjà été attribué et qui attendent d'en prendre possession. Le cas échéant une prorogation est accordée sur la base d'une déclaration de la commune d'Aoste, relative au délai nécessaire pour que le logement soit livré;
- enfin, la nécessité d'examiner les demandes qui ont été déposées par les familles expulsées et visant à bénéficier des logements sociaux. A ce propos une commission spécifique examine actuellement toutes les demandes qui ont été déposées à la Région, à la commune d'Aoste, ou à l'IACP (environ 150), dans le but de déterminer avant tout les foyers répondant aux conditions requises pour bénéficier des procédures qui ont été concertées et d'établir, ainsi, les différentes priorités dans l'examen des différents cas qui sont soumis à son attention.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Ferrero.
Ferrero (Ass.tec.) - Ho particolarmente gradito la presentazione di questa interpellanza, perché mi consente di fornire qualche dato in una materia così importante come l'edilizia residenziale pubblica, in modo che si esca dalla genericità. Mi consente altresì di delineare, sia pure in maniera molto rapida, gli orientamenti dell'Assessorato, non ancora della Giunta, per l'edilizia residenziale pubblica; orientamenti che richiedono verifiche e confronti, in tempi brevi, e che naturalmente vanno precisati ed approfonditi.
In merito alla presunta "sorprendente posizione di inerzia dell'Amministrazione", come è detto nella interpellanza e che in parte condivido, gli interpellanti, proprio per il ruolo di governo che hanno avuto sino ad ieri sia alla Regione che al Comune di Aosta, sicuramente ne sanno più di me, quindi mi aspetto un contributo in questa sede ed in altre sedi che attiveremo per capire le cause dei ritardi del passato.
Passando ai quesiti che sono stati posti dall'interpellanza, oltre a quello a cui ha già risposto il Presidente, vediamo intanto i dati. Le esecuzioni fissate già dall'Ufficiale giudiziario sono 18 per il mese di settembre, 33 per ottobre, 13 per novembre, 4 per dicembre. Quindi entro fine anno sono previste 68 esecuzioni. A questa cifra vanno aggiunti ancora alcuni casi da risolvere, che derivano da rinvii effettuati nei mesi di luglio e di agosto.
Questi numeri ci dicono che siamo in presenza di una situazione certo seria, ma che a me pare eccessivo definire drammatica. In ogni caso, una situazione che si può affrontare ribadendo due cose: che circa il 90 percento di questi sfratti interessa inquilini di Aosta (è noto a tutti ed è dimostrabile che la ricerca di una sistemazione per gli sfratti eseguiti nei vari comuni della Valle è più facile, mentre il problema è più difficile da risolvere nella città di Aosta); che una parte anche se piccola di sfrattati riesce da sola a trovare una sistemazione diversa, mentre altri, per difficoltà oggettive, hanno bisogno del sostegno della Pubblica amministrazione.
Di qui le cose che ricordava il Presidente, quindi gli indirizzi assunti in agosto dalla speciale Commissione regionale per l'emergenza abitativa. L'insieme di questi indirizzi portano a far sì che gli sfratti vengono eseguiti solo in presenza di una soluzione abitativa, anche se provvisoria.
Il punto dolente è la scarsa disponibilità di abitazioni nel Comune di Aosta, per ospitare anche per brevi periodi gli sfrattati. Anche a causa dei ritardi nell'esecuzione di programmi di edilizia residenziale pubblica, di cui parlerò subito, oggi il Comune di Aosta ha pochissimi alloggi che si possono utilizzare per renderli disponibili per gli sfrattati. D'altra parte è chiaro che le misure per affrontare le esigenze dei prossimi mesi ad Aosta, ad esempio la convenzione con alcuni residence e così via, sono misure tampone che affrontano l'emergenza, in attesa che il mercato degli affitti si stabilizzi. Ma per attenuare e risolvere questo problema, come già Bich ha sottolineato, è urgente una iniziativa pubblica sia per favorire l'accesso alla proprietà della casa, sia per garantire una quota di alloggi e l'affitto controllato, così come è fondamentale la presenza di un polmone consistente di edilizia residenziale pubblica, per calmierare il mercato e per dare risposta alle fasce più deboli della popolazione.
Vengo subito alle altre due domande contenute nella interpellanza. Che fine hanno fatto i fondi destinati all'edilizia residenziale pubblica? E' un modo diretto, che a me piace, di porre i problemi. Però devo dire subito in maniera altrettanto diretta che ho trovato in eredità una situazione di ritardi gravi accumulatisi nel tempo, anche se non credo che la responsabilità sia da attribuire alla Regione. I fondi di edilizia residenziale pubblica stanziati dallo Stato, relativi al biennio 1988-1989 e 1990-1991, non sono stati tuttora utilizzati dai comuni interessati ed in alcuni casi non sono state poste in essere le procedure previste.
Più in dettaglio la situazione è la seguente. Per quanto riguarda gli IACP, biennio 1988-1989, uno stanziamento di 1.640 milioni è stato localizzato nel lontano 1988 ad Aosta, ed è stato destinato dal Comune alla ristrutturazione del quartiere Cogne nell'ambito del terzo lotto di interventi. Però a tutt'oggi, per difficoltà burocratiche di ogni genere, non è stato ancora utilizzato. Per il biennio 1990-1991 l'intera disponibilità, che è di 7.270 milioni, circa 45 alloggi, è stata assegnata nel 1990 al Comune di Aosta. Il Comune ha localizzato gli interventi in due lotti, ma a tutt'oggi l'IACP non è ancora in possesso della concessione edilizia; gli uffici hanno avuto assicurazione che tutti i problemi sono stati superati e che la concessione dovrebbe essere rilasciata a giorni, consentendo quindi di dar corso agli appalti.
Per quanto riguarda l'edilizia agevolata, il quadro è ancora più nero. Tutti i fondi del biennio 1988-1989 sono stati assegnati a cooperative di Aosta per un intervento complessivo di circa 90 alloggi. Le difficoltà del Comune nel reperire nuove aree edificabili sono state grandi. Le varie giunte che si sono succedute hanno scelto, rifiutando la logica delle localizzazioni episodiche, la strada di rivedere il PRG della città per individuare nuove aree. Oggi questa scelta dovrebbe essere in dirittura finale, il nuovo strumento urbanistico dovrebbe essere adottato entro la fine di ottobre, stando alle dichiarazioni pubbliche dell'Assessore Ferina.
Mi pare che una cosa sia chiara: o con l'adozione del nuovo PRG si rendono rapidamente disponibili aree per le cooperative, o il rischio di revoca dei finanziamenti da parte del Ministero dei lavori pubblici diventa da un rischio una certezza, con una perdita grave di alloggi.
Nel biennio 1990-1991 i fondi per la edilizia agevolata sono stati assegnati ad una cooperativa di Verrès, che in questi giorni sta ottenendo la concessione edilizia per poi avviare l'intervento edificatorio.
Quali programmi - si chiede nella interrogazione - per l'edilizia residenziale pubblica? Sono assolutamente d'accordo con quanto diceva Bich, che il problema è la programmazione degli interventi pubblici per l'edilizia residenziale.
Questa programmazione ha bisogno di una nuova legge regionale, anche alla luce delle ultime normative emesse in campo nazionale che hanno modificato le modalità di intervento dello stato, chiedendo in sostanza alle regioni di programmare.
D'altra parte la Regione, sia in virtù dell'articolo 4 della legge 457, sia del DPR 182 sulle norme di attuazione dello statuto, ha piena competenza in materia di edilizia residenziale pubblica.
Alla luce di tutte queste considerazioni, come Assessore incaricato di questo settore, mi impegno ad avviare al più presto una discussione sugli strumenti dell'intervento pubblico ragionando su questa linea, che esprimo brevemente in quattro punti.
1. L'intervento regionale a favore dell'accesso alla proprietà della prima casa credo si possa dire abbia prodotto risultati importanti, forse da verificare ulteriormente in termini di impatto economico. Ma oggi, anche a causa dei vincoli di bilancio, alcune modalità di assegnazione dei mutui devono essere riviste. Intendo presentare alla prossima Giunta una proposta in questo senso.
2. Si impone un provvedimento che finanzi la realizzazione o il recupero di abitazioni da assegnare in locazione ad affitto controllato. Molti degli sfrattati presentano la caratteristica di non aver diritto a case popolari, di cercare case in affitto e di non trovarle.
3. Per l'edilizia sovvenzionata è necessario che la Regione concordi preventivamente le linee di programmazione con i comuni, privilegiando un recupero dei centri storici e pensando poi agli opportuni canali di finanziamento.
4. Ai sensi dell'articolo 16 della legge 179/82 dobbiamo legiferare ai fini di rendere operativi i piani integrati per le aree di qualificazione urbana, compresi i centri storici.
Queste mi sembrano le cose importanti da affrontare, al di là dell'emergenza degli sfratti. Gli uffici in passato erano stati messi al lavoro ed io ho sollecitato la definizione di alcuni testi che già gli uffici stavano elaborando; sono pronto al confronto sul modo di intervenire, con la consapevolezza che mentre negli ultimi anni è venuto meno il tradizionale intervento dello stato, non abbiamo ancora provveduto ad una nuova legislazione e ad una conseguente programmazione.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Bich.
Bich (APA) - Detesto il sarcasmo con cui l'Assessore si è rivolto agli interpellanti come a coloro che hanno svolto un ruolo di governo, eccetera. Sì, un po' di sarcasmo, ed è paradossale, perché proprio il suo vicino di destra ha avuto modo di sperimentare come su queste tematiche abbiamo sempre litigato. Lei accennava a chi ha governato al Comune, alla Regione eccetera, ed io mi ricordo che in Comune litigammo "a sangue" per l'esecuzione dei piani di zona, qualche volta localizzati funambolicamente, con critiche anche appropriate da parte dell'opposizione, ma alla fine arrivammo a costruire. Furono costruite in dieci anni, almeno per quello che posso dire - ma non voglio nessuna medaglia, per carità - circa 700 alloggi di edilizia economica residenziale ad Aosta e riuscimmo non dico a tamponare l'emergenza, ma in qualche modo a non essere strozzati dalle condizioni di emergenza che oggi si stanno facendo avanti. Perché non è vero che la dinamica degli sfratti è solo quella che ha lei, Assessore; la dinamica degli sfratti è ben più pesante. Questi sono sfratti esecutivi, poi c'è una serie di richieste di sfratti di cui non si conosce l'entità perché rientrano nel privato e che poi possono emergere a seconda delle condizioni. Adesso con la liberalizzazione del mercato delle locazioni la dinamica degli sfratti prende un brio folle ed arriviamo a condizioni di crescita esponenziale nella curva degli sfratti esecutivi. Quindi il problema è guardare al di là dell'atto giudiziario che mette fuori di casa delle persone.
Per contro anche a libero mercato non abbiamo offerte locative. Una vecchia massima di Henry Ford è: "Diamo la possibilità a chi non ha i soldi di comprarsi la casa". Però mi sembra che la Giunta stia andando in posizione diversificata, tagliando sui mutui per la prima casa, come lei accennava un attimo fa, Assessore: non è più possibile lasciare aperto questo flusso di finanziamenti, senza che, peraltro, ci sia una regolamentazione un po' più restrittiva.
Lei, Assessore, ritira fuori il vecchio armamentario dei recuperi dei centri storici; ma su questo siamo d'accordo tutti. Non siamo d'accordo poi nella realtà, perché nel momento in cui lei ha i fondi - e li ha - ed intende intervenire sui centri storici per il riuso delle abitazioni che attualmente sono degradate, ci accorgiamo che i costi saltano, che il riferimento alla legge 457, il vecchio piano decennale e le leggi sulla edilizia abitativa economica saltano altresì, perché non sta nei costi predeterminati. Già in Valle d'Aosta i costi predeterminati che si praticano nel resto d'Italia non sono praticabili, c'è un aumento del 20-30 percento in più. Quindi già su questo deve integrare la Regione, e qui mai nessuno se n'è fatto carico.
Per quanto riguarda i piani di recupero, il Comune deve elaborarli, deve presentarli in accordo e di concerto con l'Amministrazione regionale. Allora mi sa dire un piano di recupero dov'è? Un modestissimo piano di recupero per l'edilizia economica popolare, che ricomprenda condizioni per l'impresario o l'imprenditore che voglia accedere a questi fondi per la riattribuzione degli alloggi a prezzi predeterminati. Non ce n'è uno.
Si è tentato di farlo al Comune di Aosta, c'è un ostacolo insormontabile che è l'accesso alla proprietà, delle volte anche con motivazioni più che serie. Lo strumento dell'occupazione urgente dei terreni ha comportato in passato contenziosi, a cui purtroppo gli enti locali hanno dovuto porre fine con rifusioni notevoli di risorse; quindi ci troviamo in una impasse assoluta.
Lei stasera ha teorizzato il blocco dei programmi di esecuzione dell'edilizia economica e popolare, almeno nei termini di tre anni. Qui c'è il carissimo amico e collaboratore Borre Fedele, il quale si ricorda benissimo che questi argomenti li avevamo affrontati anni ed anni fa nell'Amministrazione pubblica ed alla fine abbiamo dovuto concludere che i piani di recupero sono costosissimi, tant'è vero che gli unici recuperi che vanno avanti ed anche bene nei centri storici, non solo di Aosta, ma nel resto di tutta la Regione, sono i recuperi privati.
Resta una fascia bassa e meno protetta della popolazione, che non ha accesso al mercato della locazione, non ha accesso alla acquisizione della prima casa perché o è onerosissima oppure non ci sono neppure più i meccanismi del conseguimento del denaro a basso prezzo, quindi del mutuo agevolato; allora mi dica l'Assessore come è possibile superare in tempi brevi queste condizioni.
La soluzione tampone dei residence la conosciamo anche quella: a parte che è costosissima, lascio immaginare cosa vuol dire far abitare in un residence una famiglia di tre persone in un monolocale con un angolo di cottura. Ed abbiamo avuto questa casistica ripetutamente praticata dall'ente locale, soprattutto ad Aosta, ed abbiamo visto che devastazione compie nell'ambito familiare.
Quanto meno si svolga una indagine appropriata a tappeto sull'utilizzo che viene fatto del patrimonio abitativo ERP (edilizia residenziale pubblica) già occupato, perché ci sono delle famiglie che l'alloggio lo tengono per venire d'estate. Nel Comune di Aosta facemmo fare una indagine di questo tipo, da cui risultò che diversi alloggi erano occupati, o abusivamente, o in modo non appropriato. In quei casi l'ente proprietario procedeva alle procedure di sfratto. Questo perché anche con la soluzione tampone è vero che al momento in cui avviene l'esecuzione dello sfratto si offre in tempi limitati una casa ad affitto sociale; ma, almeno per il Comune di Aosta, non vi sono abitazioni di questo tipo. Dopo aver fatto il censimento nel turn over di queste abitazioni, le abitazioni sono al massimo dieci e risolvono il problema per dieci famiglie. E le altre?
Evito di pronunciare frasi di rito: "sono soddisfatto o non sono soddisfatto". Dico solo che il problema non è affrontato; che è difficile ed è pluridisciplinare e che la Pubblica amministrazione per intero è impegnata in questo.
Le chiedo, Assessore, di provocare un momento di raccordo fra le amministrazioni territoriali, che sono centrali in questa problematica della società, ma soprattutto che la Regione assuma in se stessa, perché ne ha competenza e ne ha potenzialità, l'iniziativa di raccogliere intorno al tavolo della trattativa soprattutto i comuni per arrivare eventualmente a quei vagheggiati ed agognati piani intercomunali di sviluppo per l'edilizia economica e residenziale.
Se non abbiamo gli strumenti edilizi ed urbanistici, non possiamo intervenire. Se aspettiamo i piani di recupero per i centri storici, andiamo ai tempi "storici" sul serio e non risolviamo assolutamente il problema dell'abitazione neppure nelle condizioni di tempo ragionevoli, che sono quelle di qualche anno. Sicuramente è così perché abbiamo sperimentato che non è possibile fare diversamente.