Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 104 del 29 settembre 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 104/X - Iniziative per sburocratizzare le procedure relative al problema delle discariche per i rifiuti per le ammini­strazioni comunali (Interrogazione).

Interrogazione - Sottolineando la grave situazione per le imprese, i cittadini e l'ambiente in una regione a vocazione turistica, derivante dall'irrisolto problema delle discariche;

Considerate le difficoltà in cui si trovano i comuni al fine di poter autorizzare i cittadini e le imprese allo scarico di mate­riali inerti, ingombranti e ferrosi;

Rilevati i lunghissimi tempi burocratici (a volte superiori ai 12 mesi) per il rilascio ai comuni richiedenti delle relative autoriz­zazioni da parte degli Uffici competenti regionali;

Ricordando inoltre il rischio dal punto di vista penale al quale incorrono gli amministratori degli enti locali, in particolare i nostri Sindaci;

i sottoscritti consiglieri

interrogano

gli Assessori competenti per conoscere:

1) le iniziative che la Giunta regionale intende impartire per sburocratizzare le procedure, semplificare le commissioni, ri­durre i tempi per i pareri.

F.to: Aloisi-Lavoyer-Bich-Piccolo.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore alla sanità ed assistenza socia­le, Vicquéry.

Vicquéry (UV) - Voglio anzitutto ringraziare gli interroganti per la tempestività di questa interrogazione, perché questo argomento è stato og­getto di incontri, dibattiti e di un lavoro concreto in questi mesi estivi, sia con incontri all'interno degli uffici, sia con le organiz­zazioni di categoria.

L'interrogazione vuole sapere quali sono gli intendimenti della Giunta per sburocratizzare le procedure. A me pare importante prima chiarire alcuni aspetti, perché nelle premesse si fa rife­rimento sia ai materiali inerti, sia ai materiali ingombranti e ferrosi. Sono due temi diversi, perché per quanto riguarda lo smaltimento degli ingombranti e dei ferrosi la competenza è dei comuni, mentre per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti speciali, fra i quali rientrano anche gli inerti, la competenza è dei produttori che possono avvalersi di ditte autorizzate dalla regione.

Altro grosso problema riguarda invece la problematica della realizzazione degli impianti. Su questo devo dire che il tema degli incontri interni che abbiamo avuto riguarda questa ne­cessità indispensabile di rivedere le procedure, perché sull'im­pianto legislativo di base, che è la legge 441/87, si è inserita la legge regionale n. 6/91 che riguarda il discorso della valutazio­ne di compatibilità ambientale. Questo inserimento ha creato sicuramente un allungamento nelle procedure.

Sinteticamente la procedura da seguire è la seguente. I comuni richiedono ad un gruppo tecnico di lavoro un sopralluogo per verificare se l'area individuata è idonea oppure no. La seconda fase riguarda la presentazione del progetto di massima alla VIA, là dove non c'è il rappresentante dell'Assessorato regiona­le alla sanità, che interviene in una fase successiva. La terza fase è l'elaborazione di un progetto esecutivo, la quarta fase ve­de la presentazione del progetto esecutivo ad un gruppo tecnico di lavoro di cui fanno parte ben 18 persone, rappresentanti dei vari assessorati: sanità, lavori pubblici, agricoltura, ambiente, sovrintendenza, urbanistica, e dell'USL. La quinta fase riguar­da l'approvazione da parte della conferenza prevista sempre dalla legge 441, a cui partecipano gli stessi componenti del gruppo tecnico di cui dicevo prima, e partecipa anche il sindaco che viene sentito. Dopo di che, se vengono superate tutte queste fasi, il progetto viene approvato dalla Giunta regionale sulla base delle risultanze della conferenza e viene rilasciata l'auto­rizzazione.

Dicevo che si rende necessario rivedere questa procedura, per­ché l'inserimento fra la seconda e la terza fase della procedura VIA allunga enormemente i tempi, e c'è il rischio concreto che alcuni membri dei vari gruppi tecnici della conferenza, che partecipano ad organismi diversi, si esprimano in modo diverso a seconda della sede in cui si trovano. Questa è una grossa anomalia, a cui dobbiamo per forza far fronte.

L'intendimento della giunta è quello di preparare un provve­dimento di modifica della legge regionale n. 6 limitatamente all'aspetto delle discariche per inerti, e incaricare i gruppi che si sono costituiti all'interno dell'accordo fra amministrazioni comunali e regioni, per esaminare le soluzioni operative e per semplificare questa procedura.

Ciò detto, devo però far presente che la situazione non è così drammatica come si vuole far intendere. A tutt'oggi le discari­che autorizzate in Valle d'Aosta sono 16, i progetti presentati sono 17, di cui 11 in fase di approvazione che hanno già supera­to lo scoglio del VIA, per cui siamo a 34-35 comuni della Valle d'Aosta serviti. Alcuni di questi si sono mossi ritenendo giu­stamente che sia un compito dell'amministrazione comunale dare dei servizi alla cittadinanza, intesa in senso globale; altri non hanno preso in carico questo problema e si trovano in gros­se difficoltà. Grossissimi comuni, centri turistici tipo Cour­mayeur, Aosta ed altri hanno un problema irrisolvibile, perché non avendo identificato le aree dovrebbero rivolgersi presso comuni vicini che a malapena riescono a smaltire i materiali prodotti.

La strada per uscirne, su cui si sta lavorando, è quella del rici­clo e del recupero dei materiali inerti; è intendimento dell'as­sessorato costituire un gruppo di lavoro tecnico fra Assessorato alla sanità e Assessorato all'ambiente per mettere in piedi un impianto di questo genere. Incontri ci sono già stati con le or­ganizzazioni di categoria, con le associazioni industriali. I tempi non sono brevi perché l'installazione di impianti di que­sto genere per il recupero di materiali inerti è lunga, i costi so­no sostenuti perché si supera il miliardo e mezzo di lire, però è la strada da seguire perché la semplice discarica di materiali inerti non è più una soluzione, vista a lungo termine.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore all'ambiente, territorio e tra­sporti, Riccarand.

Riccarand (VA) - Ad integrazione di quanto ha detto l'Assessore Vicquéry, volevo fornire alcuni dati per quanto riguarda la procedura di valuta­zione di impatto ambientale per discariche di materiali inerti.

Dal luglio '92 all'agosto '93 sono stati sottoposti a procedura di VIA 25 progetti di discariche per materiali inerti, di cui 24 hanno concluso la procedura, l'ultimo è il progetto del Comune di Doues che è in pubblicazione adesso.

Il comitato scientifico per l'ambiente ha esaminato 24 progetti di discariche esprimendo 22 pareri favorevoli e 2 pareri nega­tivi, riferiti a Chamois e Courmayeur.

I pareri del comitato sono stati recepiti dalla giunta regionale ed i tempi medi di espletamento della procedura di VIA sono di 4 mesi per i casi in cui c'è una procedura semplificata e di 5 mesi per la procedura ordinaria.

Come si può notare da questi dati, la procedura di VIA in sè non ha dei tempi particolarmente lunghi. Il problema è di co­ordinamento fra quella che è una procedura di VIA e le altre procedure che fanno capo all'Assessorato alla sanità. Si tratta di due procedure che devono essere coordinate meglio, perché sono frutto di due legislazioni di tipo diverso; quindi è in quel senso che si sta lavorando e si esaminerà il modo per meglio co­ordinare le due procedure.

Vorrei sottolineare quanto ha detto l'Assessore Vicquéry, che questo problema va sicuramente affrontato con una semplifi­cazione e un miglior coordinamento delle pratiche di autoriz­zazione delle discariche; però è rilevante anche riuscire ad im­postare la questione in modo diverso, cioè non solo concepire gli inerti come materiali da mettere in discarica, ma materiali da riutilizzare. Oggi ci sono le tecniche, ci sono le possibilità, le attrezzature per utilizzare questo materiale; si sta costituendo un gruppo di lavoro proprio per andare in quella direzione di concepire l'inerte non solo come materiale da mettere in disca­rica, ma come materiale recuperabile e riutilizzabile anche nell'attività edilizia.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Piccolo.

Piccolo (ADP-PRI-Ind) - Intanto voglio ringrazia­re l'Assessore Vicquéry per la sua conoscenza encomiabile delle procedure; è proprio sul problema delle procedure che si voleva arrivare con la nostra interrogazione.

Vorrei ricordare brevemente ai consiglieri che chi ha fatto, co­me me, il sindaco, sa benissimo quali sono le incombenze al di là degli interventi e dei propositi fatti dagli assessori, quali so­no i tempi; per le procedure burocratiche e i tempi purtroppo alcuni uffici non li riconoscono tali. Sapete tutti che le incom­benze dei sindaci sono quelle della tutela del territorio e della competenza in materia di ambiente, e sapete quali sono gli uf­fici che purtroppo colpiscono con avvisi di garanzia i nostri sin­daci. Questo problema delle discariche mi è stato sottolineato proprio da una serie di sindaci, non ultimi alcuni quelli che hanno espresso attraverso la stampa i problemi relativi. Pro­prio questo è lo spirito dell'interrogazione, cioè rivedere tutte quelle che sono le procedure.

Mi sono prodigato - e non nascondo i tempi (15 giorni) - per cer­care di seguire tutto l'iter procedurale, a cui faceva riferimento l'assessore Vicquéry, proprio per quella incongruenza che tra la 441 e la 6 esiste, nel senso che le procedure per quanto riguar­da la fase istruttoria comportano una serie di competenze e di pareri impegnagnando molti uffici, per cui al di là dell'aspetto che è di competenza del comune, quando l'amministrazione fa richiesta all'amministrazione regionale, ecco che subentrano una serie di pareri che vengono espressi dall'assessorato all'agricoltura e foreste nei servizi vari, dalla sovrintendenza belle arti. Va qui sottolineato che i pareri espressi dalla sovrin­tendenza richiedono tempi lunghissimi. Esperienze in questo senso le abbiamo tutti e non solo nel settore delle discariche, ma anche in altri settori per i quali è richiesto il parere della sovrintendenza. Perciò anche qui l'invito che rivolgo all'asses­sore è di studiare una procedura più snella nell'esprimere i pa­reri di competenza della sovrintendenza. Deve essere inoltre espresso il parere da parte dell'Assessorato ai lavori pubblici per quanto riguarda la distanza dei corsi d'acqua, i problemi della stabilità e degli smottamenti; anche qui una serie di in­trecci dei vari uffici dell'Assessorato ai lavori pubblici.

Non ul­timo il parere della sanità, che è quello conclusivo cui faceva ri­ferimento l'Assessore Vicquéry quando parlava della conferen­za dei servizi, composta da ben 18 elementi. A questo riguardo mi permetto di dare alcuni suggerimenti agli assessori compe­tenti.

Come evidenziava anche l'Assessore Vicquéry, non sem­pre sono presenti gli stessi componenti, non ci sarebbero pro­blemi se ci fosse il dirigente che ha già seguito e firmato la pratica dei vari assessorati dando il parere, perciò ne conosce il contenuto, invece spesso succede che non è presente e demanda ad un funzionario dei vari assessorati che tra l'altro non è lo stesso che ha seguito l'istruttoria. Immaginate cosa succede: un componente esprime un parere contrario a quello espresso in precedenza da un altro collega dell'assessorato competente, pertanto tutta la pratica ritorna indietro.

E a questo punto arriva il parere del VIA, cioè rispetto a tutta la fase istruttoria, pertanto arriva dopo, ed ecco l'intersecazione per la quale occorre - ed è la proposta - inserire il VIA nella fase istruttoria, in modo che non si arrivi prima della conferenza che il VIA esprima il parere contrario, come è successo in alcuni casi. Il che vuol dire che saltano tutti i pareri espressi favore­volmente dai vari assessorati competenti.

Qual è la proposta? Tornando a quella che era stata avanzata dall'associazione sindaci e dal direttivo dei sindaci, la proposta è quella di istruire un ufficio, specifico che abbia proprio "la potestà istruttoria" per quanto riguarda tutte le progettazioni. Il riferimento e la collocazione dell'ufficio, questo lo lascio alla discrezione della giunta, ma sicuramente si potrebbe indivi­duare presso l'Assessorato ai lavori pubblici un "ufficio istrut­torio" che ha la competenze e che possa esprimere i pareri per qualsivoglia progettazione o richiesta che vengono avanzate dai comuni.

Uno snellimento di questo tipo creerebbe tempi sicuramente più brevi e soprattutto renderebbe più snella anche quella che è l'espressione dei vari pareri e le autorizzazioni che vengono ri­lasciate.

Un ultimo appello alla Giunta regionale, ma soprattutto all'As­sessore all'ambiente: di discariche sul territorio ne vediamo tutti i giorni percorrendo le nostre strade, sicuramente non è una bella immagine che si crea alla Valle d'Aosta, per cui non c'è altra soluzione che quella di snellire le procedure in primis dando alla nostra regione una facciata di regione a vocazione turistica. Oltretutto incombono nei confronti delle figure dei "primi cittadini" le responsabilità con gli avvisi di garanzia, che sicuramente non fanno piacere agli avvisati e tanto meno agli amministratori in genere, perché sono tante già le responsabi­lità senza che si aggiungano altre difficoltà, dovute agli in­ghippi di tipo procedurale.

Ringrazio gli assessori per le risposte, con l'augurio che le pro­cedure vengano snellite al massimo, ed invitando soprattutto i funzionari a ricordarsi che per quanto riguarda i pareri occorre cercare di esprimerli nei tempi più ristretti possibile.