Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 61 del 26 luglio 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 61/X - Danni economici derivanti dal mancato utilizzo di al­cuni alpeggi in Comune di Bionaz. (Interpellanza)

Interpellanza - Vista la deliberazione del Consiglio comunale di Bionaz del 29 aprile 1993 con la quale si esprimevano forti preoccupazioni in relazione alle opere di captazione dell'acquedotto della Comuni­tà montana Grand Combin in prossimità degli alpeggi "Grand Chamen" e "Les Crottes" con il conseguente divieto assoluto di monticazione dei suddetti fondi;

Considerato che l'allevamento e l'agricoltura rappresentano le uniche fonti certe di sostentamento per la popolazione locale, così come ribadito dallo stesso Consiglio comunale con la succi­tata delibera;

Considerato inoltre che sia la Comunità montana Grand Com­bin sia l'amministrazione regionale sono già state sollecitate ad intervenire per le parti di relativa competenza, al fine di addi­venire ad una rapida soluzione del problema;

i sottoscritti consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per conoscere se e quando ritenga di inter­venire operativamente per evitare ulteriori danni economici agli operatori agricoli e alla comunità di Bionaz derivanti dal man­cato utilizzo degli alpeggi "Grand Chamen" e "Les Crottes".

F.to: Collé-Marguerettaz.

Presidente - La parola al Consigliere Collé.

Collé (DC) - Il Comune di Bionaz ha fatto una deliberazione in data 29 aprile dove si dichiara preoccupato per la situazione che si è venuta a creare per gli alpeggi di Grand Chamen e Les Crottes dove vi sono le opere di captazione dell'acquedotto comunitario, acquedotto che è stato al centro dell'attenzione della Comunità montana per un decennio e di cui ancora oggi si discute e riten­go si discuterà.

La preoccupazione del Comune di Bionaz è derivata dalle riper­cussioni sull'attività economica, direi giustamente, visto che questo paese, come molti altri, si basa sull'agricoltura e quindi ritengo che la chiusura di un alpeggio rappresenti un danno rilevante.

Era stata fatta una transazione tra comunità monta­na e proprietari che doveva avere come termine ultimo il 31 di­cembre 1992 e da quella data si sarebbe potuto nuovamente monticare; siamo nel 1993 e la situazione non è cambiata. Io credo che il Comune di Bionaz e la zona della Valpelline abbia­no già sacrificato abbastanza del loro territorio; ricordo la diga di Place Moulin e la zona di Montagnayes acquistata dalla Re­gione. Il Comune è quindi giustamente preoccupato, anche per­ché si hanno dei precedenti abbastanza sconcertanti: nel 1989 ci fu una ordinanza di svuotare la concimaia per possibile in­quinamento dell'acquedotto, nel 1990 un'ulteriore ordinanza di rimozione del letame e il divieto di spargerlo nei prati; poi ci fu un ricorso al TAR da parte dei proprietari, un incontro con i rappresentanti dell'Amministrazione regionale che non ha avuto gli esiti che si auspicavano.

Ora mi risulta che ci sia stato un ulteriore incontro dove credo si sia trovato un accordo al fine di poter dare a questa zona la sua giusta collocazione. Chiede­rei solo che, se tale accordo è stato fatto, la Giunta se ne faccia garante e che ora si giunga ad una conclusione di questa si­tuazione che si protrae ormai da parecchio tempo.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità ed assistenza sociale, Vic­quéry.

Vicquéry (UV) - Mi consenta la Presidenza del Consiglio, visto che non ho avuto modo, per regolamento, di dare una risposta all'interpellanza precedente, di fare presente a tutti i consiglieri che nessuno è autorizzato a fornire le interpretazioni autentiche di chicches­sia: io non ho detto che ho sposato la linea dei veterinari, ho detto semplicemente che la lettera dei veterinari fa onore alla categoria. Faccio presente che non è consentito interpretare le mie parole.

Questa interpellanza poi, chiede alla Giunta quando ritenga di intervenire operativamente per evitare ulteriori danni econo­mici, nel segno della continuità con l'amministrazione prece­dente: visto che il tema è tanto caro all'opposizione, leggo tele­graficamente la delibera della Giunta regionale del 18 giugno 1993 avente per oggetto: "Applicazione del D.P.R. 236 articolo 9: individuazione in via provvisoria delle aree di salvaguardia di risorse idriche destinate al consumo umano per l'approvvi­gionamento dell'acquedotto del Grand Combin".

Questa delibera richiama la precedente delibera della Giunta che incaricava l'Istituto di scienze minerarie dell'Università degli studi di Bologna dell'elaborazione di uno studio idrogeo­logico sulle aree dell'acquedotto, e specifica che questo studio deve valutare la vulnerabilità dell'acqua, cioè vedere se è dif­ficilmente proteggibile. Non essendoci alternative realistiche all'acquedotto autorizza provvisoriamente quest'area e indivi­dua il vincolo relativamente alla fontana di Grand Chamen, escludendo la sorgente di Les Crottes.

Come sappiamo, esistono due tipi di vincoli: c'è un vincolo asso­luto, che riguarda un'area di 10 metri intorno alla sorgente che deve essere cintata e un vincolo relativo di 200 metri, quello che stiamo prendendo in considerazione in questo momento.

La Giunta regionale ha fatto tutto ciò che doveva fare; c'è una au­torizzazione provvisoria, c'è l'impegno, un pourparler da parte della Comunità montana del Grand Combin per prendere in mano questa problematica e per capire quali sono i diversi ruoli e le competenze della Regione e degli Enti locali. L'ente gestore dell'acquedotto è - e rimane - la Comunità montana che resta responsabile a tutti gli effetti della gestione di questo acquedot­to, ivi comprese eventuali indennità ed eventuali acquisizioni di aree.

Presidente - La parola al Consigliere Collé.

Collé (DC) - Solo per ribadire che la deliberazione del Comune di Bionaz parlava di "rispettive competenze". Comunque prendo atto del fatto che l'Assessore abbia dichiarato che di tale problema ri­sponde la Comunità montana e che, quindi, dell'incontro avuto non si farà garante.

A proposito dello studio dell'Università di Bologna, di cui avevo richiesto una copia la scorsa settimana che non ho ancora ricevuto, mi riservo di presentare una inter­rogazione scritta per avere alcune altre delucidazioni.