Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 58 del 26 luglio 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 58/X - Situazione dell'Ilva Cogne. (Interpellanza)

Interpellanza - Viste le recenti ingiunzioni della CEE al piano di risanamento dell'Ilva, preludio a ristrutturazioni vistose e a pesanti tagli oc­cupazionali;

Rilevata la scarsa trasparenza delle trattative in corso tra la stessa Ilva e alcuni imprenditori privati per la cessione del ra­mo "Cogne Acciai Speciali";

Appresa la notizia che entro la fine del mese di luglio dovrebbe­ro definirsi le trattative con il partner privato

Avendo la Regione approvato la costituzione, nel febbraio scor­so, di un Gruppo di lavoro onde affrontare unitariamente la problematica Cogne;

Avendo la Regione già stanziato una somma di 60 miliardi (L.R. 4/1993) per la riconversione e riqualificazione delle aree Cogne;

i sottoscritti consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per conoscere:

1) quali informazioni possiede la Giunta regionale sullo svol­gimento delle trattative e in quale misura è in grado di riferirne al Consiglio;

2) quali sono le intenzioni di codesta Amministrazione affinché la Regioni giochi un ruolo determinante nella scelta da parte dell'Ilva dell'acquirente della Cogne Acciai Speciali, tenendo comunque in costante considerazione la produttività dello stabi­limento e gli attuali livelli occupazionali;

3) se è già stato costituito il suddetto gruppo di lavoro e quale utile contributo ha dato alla soluzione della complessa proble­matica;

4) come sono stati utilizzati, nella fattispecie, i primi 60 miliar­di stanziati con la legge regionale n.4/1993.

F.to: Tibaldi-Linty-Bavastro.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - La Valle d'Aosta si aspetta una risposta dalla Giunta per quanto concerne la vertenza Cogne-Acciai Speciali. E' una questione complicata, senza dubbio, che però necessita di inter­venti brevi, rapidi, per poter risolvere una volta per tutte que­sta situazione. Aspetto la risposta dell'Assessore e poi farò eventuali controdeduzioni.

Presidente - La parola all'Assessore dell'industria, commercio e artigianato, Mafrica.

Mafrica (GV-PDS-SV) - Il 9 aprile veniva pubblicato su "Il Sole 24 Ore" un annuncio di sollecitazione di acquisto per la Cogne- Acciai Speciali e veniva dato tempo fino al 28 aprile per la richiesta di informazioni, e fino al 10 maggio, per la presentazione di offerte. Nel periodo tra il 9 e il 28 aprile, 10 gruppi industriali hanno richiesto in­formazioni e tra questi, secondo notizie ufficiose, erano interes­sati i gruppi: Ugine, Amenduni Orimartin, Viaholding, Marzo­rati, Roda, Foroni, Lucchini, più due merchant bank straniere. Di questi 10 gruppi 4 hanno presentato una proposta e, sempre secondo notizie ufficiose, i gruppi sono Viaholding, Marzorati, Roda e Orimartin.

Per avere notizie, la Regione, in data 11 maggio, cioè il giorno successivo alla scadenza per la presenta­zione delle offerte, ha richiesto formalmente all'Amministratore delegato dell'ILVA NaKamura e all'Amministratore delegato dell'IRI, allora dottor Tedeschi, di essere coinvolta nelle tratta­tive. L'ILVA ha risposto il 17 maggio confermando la presen­tazione di 4 proposte e assicurando che la Regione sarebbe stata coinvolta nelle trattative. Una ulteriore richiesta di coin­volgimento è stata rivolta al dottor Nakamura il 15 luglio.

Ho detto che le notizie sono ufficiose perché l'ILVA ha affermato che, trattandosi di questioni che riguardavano offerte, le infor­mazioni non potevano, per la riservatezza della trattativa, es­sere fornite se non in momenti più avanzati. Proprio allo scopo di avere assicurazioni e notizie dettagliate è stato richiesto un incontro con il Prof. Prodi, attuale Presidente dell'Iri, incontro che avrà luogo il 28 del corrente mese. Sarà intenzione della Giunta avere allora certezze sulle modalità secondo cui il con­fronto tra Regione, IRI, ILVA continuerà ed averne anche sul ruolo che la Regione dovrà avere nella valutazione del futuro produttivo dell'azienda. Come considerazione credo di poter fa­re la seguente: il numero degli interessati, delle offerte, e le considerazioni fatte da molti di questi, denotano la possibilità di un possibile risanamento dell'attività produttiva e cioè molti di questi gruppi hanno detto: "Se saremo noi a gestire questa attività crediamo di poterla risanare".

Qual è l'atteggiamento della Regione? Ci sono state in queste settimane delle considerazioni da parte della Giunta e da parte della dirigenza della Cogne. Ci pare che la posizione della Re­gione sia chiara: la Regione intende attuare gli interventi fi­nanziari previsti dalla legge per l'acquisizione delle aree e delle centrali soltanto nel momento in cui ci saranno notizie detta­gliate e soddisfacenti sui piani produttivi presentati dai poten­ziali acquirenti e se si creeranno le condizioni perché conte­stualmente avvenga la cessione delle aree e delle centrali alla Regione e delle attività produttive ai privati. Per ciò che ci ri­guarda, le perizie sulle aree e sulle centrali sono state acquisi­te; è però necessario, prima di procedere, avere precise garan­zie sulla prosecuzione dell'attività produttiva e questo soprat­tutto in una fase di grande allarme per l'occupazione. I dati del mese di maggio denotano un aumento del numero degli iscritti alle liste di collocamento del 19 percento e una diminuzione del numero degli avviamenti al lavoro del 21 percento. Per queste ragioni la percentuale di addetti allo stabilimento Cogne è di rilevante interesse generale per l'economia della nostra Valle.

Il gruppo di lavoro ristretto è stato costituito nel mese di mar­zo, ha tenuto due riunioni e ha fornito indicazioni utili sull'orientamento da tenere per la vicenda Cogne; poi, a seguito dello scioglimento del Consiglio regionale, non è stato più pos­sibile convocarlo. E' stata richiesta alla Presidenza del Consi­glio, per la prossima riunione dei capigruppo, la designazione dei consiglieri di maggioranza e di minoranza che ne dovranno fare parte. In quanto agli stanziamenti, le leggi regionali sono due: la n. 4 del 26 gennaio 1993, che prevede lo stanziamento di 150 miliardi e la legge 28 del 10 maggio 1993, che rende per il 1993 complessivamente disponibili 100 di quei 150 miliardi. Ovviamente non sono finora stati utilizzati e lo saranno soltan­to a fronte di una situazione di estrema chiarezza e di garanzia per il futuro occupazionale degli addetti Cogne.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - Riconosco la complessità della trattativa, come ho detto prima. Dalle parole dell'Assessore risulta che per avere notizie la Re­gione ha richiesto formalmente di essere coinvolta nella tratta­tiva. Ora io faccio questo ragionamento: se la Regione decide di entrare con un intervento finanziario così elevato, 150 miliardi in una trattativa così delicata, mi sembra che sia assurdo aspettare di essere chiamati in causa da un'ILVA che è un co­losso finanziario che sta affondando nei debiti, cioè da uno che è in stato prefallimentare e non fallirà solo perché è un ente pubblico.

Secondo me, dalle notizie che ho appreso, la trattativa si sta avviando in maniera bilaterale chiusa, nel senso che da una parte abbiamo l'ILVA e la Regione che trattano per centrali e terreni e, dall'altra, abbiamo ILVA e privato che vedono di ac­cordarsi sulla cessione dell'azienda. Ripeto, quando ci sono in­terventi così colossali - specie per la nostra Regione - per cui 150 miliardi rappresentano quasi il 10 percento del nostro bi­lancio, mi sembra che si abbia non solo il diritto ma il dovere di entrare a fare parte di questa trattativa che deve diventare per forza trilaterale.

Quindi è inutile continuare ad aspettare notizie ufficiose, si possono invece secondo me contattare direttamente i privati; non sempre pendere dalle labbra dell'ILVA per conoscere quali sono le loro reali intenzioni. Se aspettiamo i piani industriali dell'ILVA temo che passi troppo tempo, perché devono essere consegnati entro il 21 settembre alla CEE e non sono escluse proroghe. Quindi si potrebbe arrivare anche ad ottobre e questo con un evidente danno per l'occupazione, come ha già sottoli­neato l'Assessore. Inoltre non so quanto possano essere "certe" e credibili le certezze che voi aspettate. Sulla base delle risposte che l'Assessore mi ha dato io penso che sia necessario che la Regione prenda immediatamente contatto con questi privati per conoscere le loro reali intenzioni. So che ci sono tre candi­dati, non più quattro ma tre, che sono appunto la Roda, Marzo­rati e Orimartin; che due di questi hanno determinate poten­zialità produttive e uno, sempre secondo le notizie ufficiose che possiedo, dovrebbe essere in grado di sviluppare una certa ver­ticalizzazione della produzione nella nostra Regione. Per questo insisto sul fatto che è necessario prendere contatto con i privati perché il privato potrebbe dirvi quali sono le sue possibilità di investimento nella nostra Regione e quindi in quale misura potrebbe avvenire l'espansione produttiva. E' ovvio che, se il privato ha solo interesse a mantenere una acciaieria che esiste già in Valle d'Aosta, l'occupazione avrà una determinata di­mensione ma, se il privato ha anche l'intenzione di sviluppare un laminatoio, questa espansione avrebbe anche dei riflessi positivi sull'occupazione.

Parallelamente si può fare anche un altro ragionamento ed è il seguente: 150 miliardi sono oggi investiti per acquistare terreni e centrali elettriche - quando Lucchini ne ha offerti 300 per ac­quistare l'intera ILVA - e Prodi ci sta facendo un pensierino. Dobbiamo dunque essere noi gli ultimi "fessi" che andiamo a pagare tutti questi soldi mentre riusciremmo ad acquistare le stesse cose a prezzi decisamente più vantaggiosi? Per questo mi fa un po' inorridire la notizia che probabilmente questi 150 mi­liardi nemmeno bastano. Quando si tratta con una società come l'ILVA che ha l'acqua alla gola forse si riuscirebbe anche a spuntare prezzi più favorevoli e qui torniamo sempre sul solito discorso dei prezzi che la collettività è costretta a pagare.

Altra considerazione: vale ancora oggi come oggi creare una nicchia produttiva nel settore degli acciai speciali in Valle d'Aosta, cioè il mercato europeo ancora ci consente, e per quanto ci consentirà, di avere uno stabilimento funzionante e quindi con garanzia di produzione e di occupazione nel futuro? Piuttosto dovremmo valutare attentamente se non sia il caso di utilizzare tutti questi soldi per una riconversione completa dell'area perché ormai il problema Cogne, lo sappiamo, è una emorragia occupazionale continua. Il mercato siderurgico che sta decadendo si indirizza verso i Paesi del terzo mondo o i Paesi dell'Est dove la manodopera è decisamente più conve­niente. Invece noi, magari, pensiamo di fare degli investimenti colossali per una risorsa che non avrà un grande futuro. Quindi le valutazioni da compiere sono particolarmente difficili però devono essere ponderate, anche se il tempo a disposizione è breve. Invito quindi la Giunta a valutare attentamente se una produzione specialistica di questo tipo possa avere ancora ter­reno e spazio nella nostra Regione, sempre considerando il quadro europeo e, comunque, se questa possibilità esiste, sa­rebbe bene contattare i privati, non aspettare le determinazioni dell'ILVA, che non so quante certezze possa dare per la produ­zione e per l'occupazione del futuro stabilimento di Aosta.