Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 55 del 26 luglio 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 55/X - Disponibilità dei terreni per la realizzazione della riser­va naturale "Les Iles" nei comuni di Quart, Nus, Brisso­gne, Saint-Marcel. (Interpellanza)

Interpellanza - Richiamata la delibera di Giunta n. 4659 del 14 maggio 1993, avente per oggetto: "Determinazione della riserva naturale "Les Iles" sita nei comuni di Quart, Nus, Saint Marcel e Brissogne.

Visto il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 676 del 25 maggio 1993.

Visto il decreto sospensivo del Presidente della Giunta regionale n. 865 del 29 giugno 1993.

Vista la lettera datata 09 luglio 1993 inviata dai proprietari dei fondi interessati e pervenuta all'Amministrazione regionale in data 12 luglio 1993.

Ciò premesso, i sottoscritti consiglieri regionali

Interpellano

La Giunta regionale per conoscere

1) come si è proceduto per la verifica della disponibilità dei ter­reni, prevista all'articolo 24 della legge regionale del 30 luglio 1991 n. 30, all'atto di deliberare il provvedimento di Giunta n. 4659 del 14 maggio 1993;

2) se la stessa intende confermare i contenuti della delibera di Giunta n. 4659 del 14 maggio 1993;

3) se intende mantenere efficace il Decreto sospensivo del Presi­dente della Giunta regionale n. 865 del 29 giugno 1993;

4) quali i tempi e il relativo iter per la definizione della pratica.

F.to: Viérin Marco-Rini.

Presidente - La parola al Vicepresidente, Viérin Marco.

Viérin M. (DC) - Questa vicenda è sempre più ingarbugliata, in­fatti non si riesce a capire come sia stato possibile emanare un decreto, il n. 676 del 25 maggio di quest'anno, quando nello stesso è stato riportato in premessa: "...la conoscenza di atti amministrativi di Enti locali e specialmente le osservazioni dei proprietari dei comuni siti nei Comuni di Brissogne e Saint-Marcel". Ricordo che queste osservazioni riguardavano la con­cessione della relativa disponibilità dei terreni e quindi, proprio perché a conoscenza di questi fatti, l'articolo 24 della legge re­gionale del 30 luglio 1991, n. 30 non permetteva - e non per­mette - l'emissione del decreto in questione e, ancor peggio, di sospenderlo con successivo decreto 865 del 29 giugno 1993. Lo stesso, doveva invece essere per lo meno revocato. Sta di fatto che certamente qualcuno ha preso una cantonata, dirigenti o amministratori che siano, sulla quale si deve fare chiarezza ed è per questo motivo che chiediamo delle risposte concrete e precise alle domande poste nella nostra interpellanza, e preci­samente:

- Punto 1: Come si è proceduto per la verifica della disponibilità dei terreni prevista dall'articolo 24 della legge regionale 30 luglio 1991, n. 30, all'atto di deliberare il provvedimento di Giunta n. 4659 del 14 maggio 1993?

- Punto 2: La Giunta intende confermare i contenuti della sua delibera n. 4659 del 14 maggio 1993?

- Punto 3: Intende mantenere efficace il decreto sospensivo del Presidente regionale n. 865 del 29 giugno 1993?

- Punto 4: Quali sono i tempi e il relativo iter per la definizione della pratica?

Presidente - Risponde l'Assessore dell'ambiente, territorio e trasporti, Ricca­rand.

Riccarand (VA) - Credo che la risposta alle domande richieda una rapida pre­messa su questa zona umida - che è la più importante in Valle d'Aosta - lungo il corso della Dora, dove esistono soltanto due zone umide: la prima, è al Marais di Morgex e l'altra, è appunto a Saint-Marcel. Quella di Saint-Marcel è senz'altro la più im­portante per la sua estensione e perché è l'unica area in cui ci sia un passaggio molto importante di uccelli migratori che usa­no questa zona come area di sosta e di alimentazione. Inoltre, è l'unica zona umida in cui si riproducano molte specie di uccelli che sono presenti in Valle d'Aosta.

Nel 1987 c'è stato uno studio molto accurato di questa zona umida, condotto da Bocca e Maf­fei per conto del Museo di Scienze Naturali di Saint-Pierre, che poi ha dato luogo a una pubblicazione del Museo di Scienze Naturali di Torino: in esso è emerso che sono presenti ben 145 specie di uccelli che rappresentano il 63 percento delle specie note e presenti in Valle d'Aosta. Alcune di queste specie posso­no nidificare e hanno possibilità di riproduzione soltanto in questa zona umida. Credo che siano questi, molto rapidamente, i dati fondamentali che spiegano quanta importanza l'Ammi­nistrazione regionale ha sempre dato a questa zona - che è l'ul­tima frazione di terreno rimasta con quelle caratteristiche - ri­spetto ad una zona che un tempo era molto più estesa. Credo che lo stesso toponimo "Les Iles", come ben sapete, si estendes­se su una zona molto vasta che andava dalla confluenza della Dora con il Buthier fino ad oltre Saint-Marcel. Oggi è rimasta soltanto questa area molto limitata e quindi, coerentemente con l'importanza naturalistica di questa zona, l'Amministra­zione regionale da circa una decina di anni sta operando per salvaguardarla.

Nel 1982 si è creata una oasi di protezione per cominciare a proteggere quest'area; il 7 novembre del 1983 il Consiglio re­gionale con una propria mozione ha impegnato l'assessorato competente a porre in essere tutti gli atti necessari alla salva­guardia della flora e della fauna facenti parte dell'oasi protetta di "Les Iles". Nel 1991, con la legge regionale n. 30, quella cita­ta dal Consigliere Viérin: "Norme per l'istituzione delle aree naturali protette", si sono definite le procedure per arrivare all'istituzione delle riserve naturali e coerentemente con queste norme il 6 novembre 1992, con la deliberazione n. 10207, la Giunta regionale ha proposto l'istituzione della riserva "Les Iles" con una perimetrazione piuttosto ampia.

Sono quindi stati raccolti, dopo la proposta, le osservazioni e i pareri dei vari soggetti interessati: i proprietari dei terreni, i comuni, il con­sorzio pesca, la società che gestisce l'impianto di inerti collocato all'interno dell'area perimetrata, l'Associazione "Sport de nou­tra tera". Sulla base di tali osservazioni la Giunta regionale nel maggio 1993 ha infine deliberato l'istituzione della riserva su di una area più ridotta rispetto a quella inizialmente proposta, proprio tenendo conto di una serie di osservazioni che erano state fatte, ed è stato poi emanato il decreto del Presidente della Giunta n. 676 del 25 maggio 1993.

L'attuale impasse, cioè la sospensione del decreto del Presiden­te della Giunta di istituzione della riserva, deriva da una si­tuazione confusa che si è verificata recentemente. Per l'istitu­zione dell'area di riserva, come prevede la legge, ci vuole un consenso da parte di almeno i due terzi dei proprietari; in realtà praticamente tutti i proprietari di terreni della zona - ec­cetto uno - hanno dato il loro consenso all'istituzione dell'area protetta ma con una condizione: che fosse risolto il contenzioso tra i proprietari stessi e il demanio dello Stato sulla proprietà di alcune zone che si trovano all'interno di questa zona. Ad una verifica successiva è però emerso che questo contenzioso non era stato nemmeno avviato e diventava quindi difficile risolvere un problema di questo tipo. La Giunta ha quindi ritenuto che, non essendo stata avviata questa procedura, venisse meno quella parte di condizione posta sul parere favorevole e ha rite­nuto quindi di procedere con il decreto applicativo. C'è stata una opposizione, una resistenza dei proprietari che hanno ri­badito che questo loro condizionamento sarebbe diventato un parere negativo, se non fosse stata risolta la questione, e quindi il decreto di istituzione è stato poi sospeso.

Adesso l'Ammini­strazione regionale sta facendo una verifica puntuale per sta­bilire quanti sono i proprietari che sono favorevoli senza con­dizioni e quanti invece sono contrari, in modo da verificare se esistono i due terzi e quindi poter andare avanti; nel frattempo l'Amministrazione si preoccupa anche di seguire il contenzioso, per quanto è possibile, visto che si tratta di un conflitto fra pro­prietari e demanio dello Stato, in cui non c'è un ruolo diretto da parte dell'Amministrazione.

La volontà della Giunta regionale è chiaramente quella di riu­scire a completare l'iter di questa pratica, perché credo che non possa esserci scelta diversa; si tratta di andare incontro alle esigenze e ai problemi posti dai proprietari e dagli altri soggetti che hanno degli interessi legittimi su questa area. Io credo che nell'arco di pochi mesi la questione si possa risolvere e che en­tro l'autunno sia possibile dare una conclusione definitiva a questa pratica che è avviata ormai da dieci anni.

Presidente - La parola al Vicepresidente, Viérin Marco.

Viérin M. (DC) - Mi stanno bene le premesse fatte sull'impor­tanza e sulla dislocazione dell'area ma emergono anche, dalle parole dell'Assessore, alcune grosse incongruenze. Che la si­tuazione sia piuttosto confusa mi sembra sia stato confermato; poi si dice che il contenzioso non era stato avviato: allora io vor­rei capire come si possa emettere un decreto di istituzione quando per l'applicazione di tale legge istitutiva è previsto il consenso dei proprietari e quando poi questo consenso è subor­dinato ad altre questioni che non sono state nemmeno avviate. Decade quindi a questo punto il consenso dei proprietari e, guardando il relativo articolo 24, il decreto non poteva essere emanato. Altro problema è quello sollevato, in ultimo, dal fatto che questa vertenza è tra demanio e proprietari.

Vorrei solo ri­cordare, visto che sono dell'Envers e conosco la situazione, che quei laghi sono stati creati artificialmente per escavazione su questi terreni che avevano già dei proprietari; in seguito, c'è stato un errore da parte del catasto che ha fatto sì che queste aree fossero "d'ufficio" inserite come proprietà demaniali: è questo il vero motivo del contenzioso.

Credo perciò che questo contenzioso sia determinante per l'assenso e quindi per la le­gittimità dell'atto in questione nonché del decreto attualmente sospeso. Voglio poi ricordare alcune altre cose: tale istituzione non è conforme, in questo momento, a tutti gli strumenti ur­banistici in atto o in fase di attuazione, come i piani regolatori comunali e il piano territoriale paesistico.

Bisognerà poi risol­vere di pari passo il problema del campo dei giochi tradizionali valdostani - rebatta, tzan, fiolet - e pensare altresì dove si potrà trasferire l'attuale riserva di pesca del lago Lillaz-ovest, unica riserva di questo tipo nella valle centrale gestita dal Consorzio regionale per la tutela, l'incremento e l'esercizio della pesca in Valle d'Aosta, che attualmente dà la possibilità agli anziani, ai giovani e ai turisti che si avvicinano a questa disciplina di poter accedere con facilità e sicurezza a questo sport.

Nello stesso la­go vengono inoltre effettuate innumerevoli gare di pesca che si­curamente non potrebbero trovare attualmente altre sedi es­sendoci quasi sempre dai 100 ai 120 concorrenti. Infine, una battuta: visto che questi atti sono stati espressi dal collega La­nivi, allora Presidente della Giunta, speriamo che le altre questioni da lui trattate siano un po' meno ingarbugliate, so­prattutto dopo l'ultima lezione che abbiamo ricevuto da lui nelle vesti di buon padre di famiglia.