Oggetto del Consiglio n. 4038 del 10 dicembre 1992 - Resoconto
OGGETTO N. 4038/IX Proroga della concessione alla SITAV S.p.A. dei giochi tradizionali e alla SITAV S.p.A. e per essa alla SISER S.p.A. dei giochi americani fino al 31 dicembre 1993.
Bich (Presidente) Dichiaro aperta la seduta. Ritorniamo al punto iscritto all'ordine del giorno 35bis, "Proroga della concessione alla SITAV dei giochi tradizionali e alla SITAV per essa alla SISER dei giochi americani fino al 31 dicembre 1993".
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Chenuil, ne ha facoltà.
Chenuil (PCI-PDS)Non è certo semplice per me aderire a questo deliberato. Tutti sanno che ho sempre cercato di affrettare i tempi per giungere a una conclusione di questo problema. Ritengo che si tratti di un nuovo atto di debolezza da parte della Giunta regionale. Purtroppo oggi non si può fare niente di diverso e se vogliamo essere responsabili e tutelare gli interessi della Regione Valle d'Aosta e dei lavoratori della Casa da gioco di Saint-Vincent, dobbiamo approvare questa proroga.
La ritardata o rinviata conclusione di questa trattativa è nota a tutti noi. Non siamo riusciti a superare problemi inerenti all'affidabilità della società SITAV, una richiesta questa che ci ha portato via mesi di lavoro aspettando risposte e giudizi da parte dei legali.
Non ci siamo solo limitati ad aspettare risposte inerenti questo problema, abbiamo altresì cercato soluzioni diverse che sono tuttora elemento di analisi da parte dei legali.
Personalmente sono convinto che sia ancora possibile risolvere questo problema, ma bisogna avere la volontà politica per farlo. Se l'attuale maggioranza non chiude questo fascicolo in questa Legislatura, pagherà seriamente in senso elettorale.
Quante volte ho chiesto alla maggioranza di predisporre la nuova convenzione in attesa che si chiarissero i punti precedentemente menzionati. Se si doveva affrontare una contrattazione dovevamo avere le idee chiare su cosa fare di questo Casinò.
Il mio invito alla Giunta regionale è di tentare in ogni modo di sfruttare tutte le energie disponibili per far si che questa proroga sia interrotta il più presto possibile.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Martin, ne ha facoltà.
Martin (ADP) Penso che sulla base del dibattito intercorso fino ad ora sia utile una sospenzione della seduta in modo da permettere alla maggioranza di consultarsi brevemente e di chiarire alcuni dubbi che sono emersi.
Si dà atto che i lavori sono sospesi dalle ore 16,24 alle ore 17,21.
PresidenteRiprendiamo la discussione generale per l'approvazione dell'og-getto n. 35 bis.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Milanesio, ne ha facoltà.
Milanesio (PSI) Cari colleghi, a mio avviso su questo argomento ci si può e ci si deve prestare a fare una serie di considerazioni di carattere specifico evidentemente sull'argomento in discussione, ma anche di carattere più generale circa il comportamento di questo Consiglio e della classe politica sui temi più scottanti, quegli argomenti che sono controversi, ma che si riferiscono a settori della nostra vita economica che hanno grande importanza e grande riverbero sulle finanze regionali nonché sull'occupazione regionale.
Prima di entrare nel merito della proposta della Giunta regionale, sulla quale ha già parlato ampiamente il Consigliere Pascale per il Gruppo socialista, vorrei solo ricordare che, in questo Consiglio, tutte le volte che si parla della Casa da gioco di Saint-Vincent, avviene una specie di rimozione: non si vuole mai parlare chiaramente, non si vuole mai dire le cose come stanno, ci si trincera dietro medie aritmetiche e pareri giuridici e si lascia aleggiare una atmosfera di incertezza e di mistero.
Personalmente cercherò di dare un contributo alla discussione, così come l'ha sollecitata il Presidente della Giunta regionale, tentando di dire pane al pane e vino al vino. Voglio dire le cose come stanno senza, per quanto possibile, offendere nessuno e senza fare discorsi che, partendo da considerazioni di carattere morale, finiscono per essere moralistici ed evitando altresì considerazioni di carattere giudiziario che sono di competenza esclusiva della Magistratura. Invece, ciò che noi dobbiamo fare, e che non è stato fatto e neppure si sta facendo, è di trarre delle considerazioni politiche su cosa sta succedendo e sul ruolo della Casa da gioco nella nostra Regione.
E' chiaro che c'è stata una trasformazione profonda nel modo di funzionare della Casa da gioco, anche se praticamente la società è rimasta la stessa da oltre quarant'anni. Se si dovesse scrivere la storia della nostra autonomia, credo che si dovrebbe anche scrivere la storia della SITAV e degli uomini che l'hanno rappresentata ed emblematizzata nel passato, anche recente, e anche nel presente.
E' una storia piena di luci e di ombre e non vedo perché questo Consiglio debba rimuovere le ombre e non debba discuterne con la memoria storica, con il senso del poi, con gli animi calmati dopo le ultime vicende giudiziarie che sono state devastanti per il Consiglio regionale e che sono ancora vive in questo Consiglio sia sotto il profilo penale sia il sotto il profilo della responsabilità patrimoniale.
Se non riusciamo a fare questa analisi serenamente e seriamente; non diciamo quella che possiamo definire l'esistenza diffusa di arrière pensée, l'esistenza di stati d'animo revanscisti per alcuni, di vendetta per altri o di semplice falsa finta indifferenza per altri ancora e non cerchiamo di psicanalizzare questo Consiglio e noi stessi, non saremmo in grado di spiegarci ciò che sta succedendo, che a parer mio è assolutamente inspiegabile in termini logici.
Con questo non voglio dire che sia inspiegabile la proposta che ci ha illustrato oggi il Presidente della Giunta. Essa ha delle spiegazioni, ma queste stanno nella mancanza sostanziale di volontà politica di risolvere questo problema, stanno nella divisione profonda che esiste tra persone e persone al di là dell'appartenenza ad un Movimento, ad un Partito o a un gruppo politico sulla soluzione della vicenda Casinò. E questo perché c'è un vissuto su cui questo Consiglio deve soffermarsi, non per fare dello scandalismo né del pettegolezzo, ma per cercare di capire cosa è successo.
Non voglio fare una ricostruzione storica lunghissima, ma mi limiterò a dire che il Casinò nasce da una iniziativa di nobili, antichi e recenti, legati alla partigianeria in Valle d'Aosta. Nasce come un'iniziativa intelligente, coraggiosa e certamente utile alle finanze regionali e poi si sviluppa sotto l'egemonia, nei primi tempi, del commendator Rivella e successivamente, per moltissimi anni, del Conte Cotta. Alla sua scomparsa, c'è un periodo di fermento, un azionariato già frammentato, già suddiviso in molte partecipazioni, dove l'asse ereditario ha già inciso perché ha contribuito a trasformarli in un azionariato di parenti, di amici dei parenti e di amiche dei titolari o dei dirigenti di questa Casa da gioco. Si è trasformato quindi in un azionariato complesso ed è a questo punto che si innesta la figura di un giovane manager, Bruno Masi, che certamente era ed è una persona capace e poi, successivamente, si innestano altre due figure di persone certamente capaci che sono Chamonal e Giovannini.
A questo punto la storia si complica ed io non la voglio ricordare perché è tutta riassunta nelle pagine degli atti giudiziari. E' una storia non ancora chiusa completamente e sulla quale non esprimo nessun giudizio morale perché non lo ritengo opportuno, né do una valutazione giudiziario-giuridica perché non è di mia competenza. Formulo però una valutazione politica.
Penso di poter affermare in termini politici che quella fase è stata la fase in cui si è visto trasformarsi il Casinò come fine a Casinò come mezzo. C'è stato il tentativo, neanche troppo mascherato, di utilizzare la Casa da gioco come un centro di potere. Su questa vicenda qualcuno in questo Consiglio, forse anche per colpe non personali, ha comunque pagato. Altri amministratori, che non hanno avuto conseguenze penali in questa vicenda, hanno comunque avuto dei riflessi di tipo amministrativo per essere stati nelle Giunte che si sono succedute, anche questi per nulla simpatici e augurabili per nessuno.
Credo che queste cose debbano essere dette e che si debba valutare cos'era la Casa da gioco, con tutti i difetti che potevano avere i Cotta e i Rivella: un'entità molto sovente munifica, disponibile alle pubbliche relazioni, ma che non faceva politica. E' questa la verità: non faceva politica! Frequentava tutti gli ambienti politici, ma proprio perché li frequentava tutti, alla fine era come se non ne frequentasse nessuno. Sono sempre sfuggiti alla tentazione di utilizzare il Casinò come mezzo per conquistare il potere o per usarlo a fini di potere. Si sono accontentati di gestirlo come fine.
C'è stata una parentesi in cui tutto questo, in qualche modo, è cambiato, è stato stravolto. Non vogliamo qui fare il discorso della responsabilità, però in qualche modo dobbiamo dire che ci fu un mutamento genetico nella dirigenza, quanto meno, mentre l'azionariato era rimasto praticamente invariato. C'era questo ceppo di vecchi azionisti un pò sdilinquiti nel tagliare le cedole e c'era questo sangue nuovo entrato forse anche troppo prepotentemente che ha cercato di usare la Casa da gioco come mezzo. Non voglio aggiungere altro.
Abbiamo poi una parentesi che potremmo definire della restaurazione.
Il Casinò, dagli azionisti, alcuni anche inetti, altri semplicemente incapaci di andare d'accordo tra loro, decidono, attraverso i commercialisti ed i consulenti, di affidare la gestione della Casa da gioco a dei manager, ad un management.
Personalmente do tuttavia un giudizio di correttezza a questo management, anche se non è sempre attento alle piccole sollecitazioni dell'ambiente politico, non è sempre disponibile a dialogare e a volte può anche avere tono di supponenza . Per alcuni ha un difetto: non si occupa delle questioni politiche della nostra Regione o se ne occupa per quel minimo che gli consente di avere dei rapporti privilegiati, ma neanche troppo, con le forze di maggioranza, qualunque esse siano.
Questo succede nel migliore dei mondi e, quando succede in modo corretto e ragionevole, non credo sia un elemento di disdoro. Questa è la valutazione che io personalmente faccio ad alta voce, di cui mi assumo la responsabilità.
Sono almeno due o tre anni che si parla dell'insufficienza dell'attuale Casa da gioco a reggere il mercato, a reggere la domanda di gioco ed è già da anni che questi dirigenti investono la Regione di proposte, di iniziative e propositi alle quali la Regione, con la Giunta Rollandin in precedenza, poi con la successiva Giunta Rollandin, poi con la Giunta Bondaz e adesso con la Giunta Lanivi, non dà risposta.
La verità è che a queste proposte e sollecitazioni non sono state date delle risposte. Questa responsabilità, secondo me, grava sull'intero Consiglio regionale perché voglio ricordare che la Casa da gioco è un'attività economica, e le attività economiche non possono aspettare i comodi del Consiglio regionale.
Quando facciamo il discorso della managerialità, dell'efficienza, della necessità di implementare il bilancio regionale con entrate che non siano solo del riparto fiscale - sappiamo che stiamo andando incontro a tempi duri e ieri, così come oggi, ne abbiamo avuto una prova, - credo che il Consiglio regionale al di là della sua litigiosità naturale e che le persone, i gruppi politici, i sottogruppi, al di là delle aspirazioni, delle volontà personali di ognuno, dovrebbero cercare un momento di unità, di sintesi su queste cose.
Siamo riusciti a farlo faticosamente per la legge elettorale - in un modo dignitoso perché bastavano ventiquattro voti, ma questo Consiglio è riuscito a raccoglierne ventisei, il che non è una cosa da niente - è possibile che sulla questione Casinò noi ci dobbiamo trovare di fronte ad un tomo di questo tipo dove ci sono lettere di richiesta, lettere di risposta, il classico dialogo tra sordi?
Nell'audizione di pochi giorni fa in Commissione abbiamo capito che il 90 per cento delle cose scritte dalle parti secondo me partono dal principio di riconoscere nell'interlocutore una malafede aprioristica, cioè strutturale. Io credo che questo non sia il modo per condurre una trattativa.
Questo Consiglio regionale aveva assunto molto faticosamente una determinazione alla vigilia della scadenza della concessione, ricorrendo all'avviso pubblico.
Questo non era mai successo, perché in precedenza le Giunte che c'erano o perché si sentivano troppo forti o perché i gestori della Casa da gioco avevano l'abilità di fare le pubbliche relazioni con tutto il Consiglio regionale in modo tale che nessuno si sentisse tagliato fuori dal processo decisionale, queste cose avvenivano o all'unanimità o a stragrande maggioranza.
Quelli erano altri tempi, ora sono cambiati. Erano i tempi in cui c'era il padrone del vapore che disponeva del bilancio della società come meglio credeva. Dopo San Martino del 1983, questo non è più possibile e la società che gestisce il Casinò è diventata trasparente come tutte le altre.
Non ci sono più tre bilanci: quello che poteva avere il Conte Tizio per sè, quello per gli azionisti e quello per la Regione, oggi io credo che ci sia un bilancio solo. Mi chiederete se sono qui per fare l'elogio della SITAV. Entro certi limiti sì, e questo perché io ho un teorema politico che voglio spiegare al Consiglio.
Preferisco, di gran lunga, una società con un azionariato diffuso, dove non ci sono padroni del vapore, dove la gestione deve essere affidata a dei manager, dove la Regione ha la possibilità di dare il gradimento o meno sulla cessione delle quote e controllare l'operato di questa società, piuttosto che trovarmi di fronte ad una società che ha di nuovo qualche padrone del vapore, uno, due o tre e che quindi non sarà esente dal tentare in questa piccola Regione, dove già gli equilibri politici sono così difficili da crearsi, dov'è così facile romperli e dove è così facile inserirsi nelle lotte tra gruppi all'interno dei Partiti che sono sempre vive e vivissime, quando c'è un padrone del vapore che può disporre a suo piacimento e senza controllo di piaceri, posti di lavoro e soldi, io credo ,che la vita democratica di questa nostra Regione sia messa a repentaglio.
Per questo motivo io sono tendenzialmente favorevole ad una società con un azionariato diffuso, dove ci sia anche il cosiddetto "parco buoi", e dove ci siano dei manager che rispondono della efficienza della gestione e della correttezza della gestione, e ne rispondano agli azionisti e alla Regione. Tendenzialmente quindi approvo una soluzione di questo tipo perché ritengo sia meglio che un Partito o un Consigliere regionale sponsorizzi una società piuttosto che si faccia sponsorizzare da quella società.
Ho l'impressione che in passato ci sono stati degli uomini politici molto validi in questa Regione - anche se comunque anche loro possono essere messi in discussione - che non si sono mai fatti sponsorizzare, caso mai hanno sponsorizzato, e quindi hanno potuto fare quello che volevano, erano loro i "dominus" della situazione e non i "dominati".
Credo di aver analizzato ora l'essenza del problema che è posto di fronte a questo Consiglio: da una parte c'è una situazione complessa e confusa che si vuole far diventare più complessa e più confusa perché sappiamo benissimo che all'interno dell'azionariato SITAV c'è una parte di azionisti che ha dato la scalata ad una parte di questa società.
E' una cosa abbastanza chiara e comprensibile e non sfugge agli occhi di nessuno che la litigiosità di questa azienda è frutto delle iniziative sistematiche di una o due o tre persone che sono, io ritengo, detentrici delle quote della società VALSER e che hanno o ha acquistato quote di SFIT e ha dato o sta dando la scalata a SFIT. Tutto questo è legittimo. Io non sto dicendo qualcosa che possa suonare a disdoro di qualcuno, a me risulta essere così anche se mi posso sbagliare.
E' chiaro che c'è qualcuno che ha interesse a delegittimare in tutti i modi quella parte SITAV che ha costituito un'esigua maggioranza assoluta. Leggetevi le sentenze del Tribunale..., anche quella di Aosta.
Il Consiglio non può fare finta che non esista questo braccio di ferro o che avvenga tra ipotetici azionisti della SITAV che fanno capo a Piantini e altri ipotetici azionisti che non si sa bene a chi fanno capo. In realtà lo si sa benissimo a chi fanno capo e non sono neanche tanti. Mi guardo bene dal demonizzare qualcuno ma, voglio solo dire, che questo Consiglio tragga le conclusioni politiche di questa vicenda giudiziaria.
Questo, non per mettere al bando nessuno, ma se ci sono delle responsabilità per i tempi e i modi in cui queste devono essere fatte valere, è chiaro che ci deve essere una specie di moratoria. Esiste poi l'istituto delle riabilitazione: quando una persona subisce una condanna non è cancellato dalla faccia della società civile, sconta la pena, quando la deve scontare, si fa riabilitare se ne è in grado, dopodichè, è un cittadino come tutti gli altri con tutti i diritti e tutti i doveri.
Non si chiede al Consiglio di applicare una misura di tipo moralistico o punitivo nei confronti di qualcuno. Il Consiglio deve solo chiarire la sua opinione in merito a questa lotta sorda all'interno della SITAV. Il Consiglio deve inoltre valutare un'altra cosa, non è tanto facile prendere la SITAV per la collottola e far posto a VALMONT, "l'uomo del monte". Non è così facile fare un discorso di questo tipo.
Abbiamo indetto un bando pubblico, mettendo un traguardo un po' alto, perché l'atleta che si sarebbe presentato doveva essere capace, doveva fare questo salto bene, poi in Consiglio c'è stata la tendenza ad abbassare un poco questa asticella, da due metri e venti a due metri.
In seguito abbiamo detto loro di saltare e quando siamo andati a vedere chi saltava questa asticella, ci siamo accorti che non ce ne erano tanti che riuscivano. E' vero che anche la SITAV l'ha saltata toccando con un piede, però gli altri o non hanno neanche provato oppure hanno fallito clamorosamente il salto.
Per quale motivo il Consiglio ha fatto questo? Il Consiglio non poteva perché non c'era una maggioranza forte numericamente e politicamente e non c'è neanche adesso, per cui per ragioni interne ha ritenuto di fare ciò che avevano fatto gli altri precedentemente. Sembrava possibile avere una convenzione migliore e si è seguita questa strada.
Non credo, retrospettivamente, che abbiamo fatto male anche se io sarei stato più propenso ad usare la trattativa privata, l'ho detto allora e lo ridico ora, però ho votato a favore di quella soluzione. La Giunta Bondaz iniziò delle trattative che non ha potuto concludere, io mi auguro che tutto ciò che ha fatto la Giunta Bondaz non venga preso come un qualcosa da demonizzare, come è già stato fatto per l'S.D.S. o per altri argomenti. Mi auguro che questa maggioranza, che questa Giunta, sappia chinarsi sulle cose fatte anche dagli altri con attenzione, vedendo ciò che si può o non si può salvare.
Non mi sembra che ci siano trentasei soluzioni di fronte a noi. Esistono dei condizionamenti pesantissimi che la Regione ha nei confronti del socio SITAV e che sono dovuti alla storia di questa società che esiste da quarant'anni e che complessivamente ha svolto bene il suo lavoro.
C'è stata questa eclissi, questo offuscamento nelle finalità dell'azienda che si è verificato nel momento in cui un gruppo ha avuto il sopravvento, però in generale questa azienda ha bene operato, ma anche allora, se andiamo a vedere le scelte tecniche dei nuovi soci di allora non sono state sbagliate e oggi la Casa da gioco ne sta traendo i vantaggi.
Voi pensate ragionevolmente che sia possibile, senza colpo ferire, estromettere la SITAV a favore "dell'uomo del monte"? Mi chiedo inoltre se tutto questo sia utile per la Regione e se possa avvenire senza "spargimento di sangue". Per sangue intendo il sangue di una parte di quei 1.250 lavoratori impiegati nel settore del gioco: una parte di questi sono dipendenti del Billia, che, e lo sapete meglio di me perché lo sanno tutti, totalizza cinque miliardi di deficit all'anno.
Ipotizzate uno scorporo di SITAV e SISER dal Billia e poi spiegatemi chi vorrebbe gestire il Billia. Chi vorrebbe gestire il Billia per poi pagare cinque miliardi di lire per dovere di firma? Questo è certamente un grosso condizionamento.
E lo sapevamo fin dall'inizio. Ciò significa che se vogliamo toglierci l'accerchiamento, se vogliamo toglierci i condizionamenti dobbiamo passare attraverso una convenzione che faccia cadere questi presupposti e che possa consentire al prossimo affidamento l'inesistenza di vincoli di proprietà, di interconnessione e di complementarietà fra le attività del gioco e le attività private, privatissime della società SAAV.
Non condivido molte delle cose che sono state dette qui oggi. Penso che occorra reinserire il problema del Casinò nella sua complessità in una dimensione politica più generale, non considerandola come un problema puramente tecnico dove dobbiamo discettare sullo 0.1 per cento, questi sono compiti che in un paese civile li risolvono i tecnici, con i politici.
I politici fanno le grandi opzioni in modo discrezionale, ma trasparente, dopo di che ci devono essere nell'amministrazione coloro i quali devono dare concretezza ed attuazione a queste scelte e questa attuazione deve essere efficiente ed imparziale. Non ho visto né in questa Giunta né in quelle precedenti , su questo argomento, nè efficienza nè imparzialità.
Il Casinò è la nostra gallina dalle uova d'oro: molti ce la invidiano. Ci invidiavano anche il riparto fiscale. Dico che ce lo invidiavano, perché va a finire che non ce lo invidieranno più. Ci invidiavano la benzina e speriamo che ce la invidino ancora. Non vorrei dover dire, tra sei mesi o un anno, che ci invidiavano anche il Casinò. Perché il rischio che si corre è proprio quello di veder deperire questa azienda, perché è di una azienda che si sta parlando dove la politica non dovrebbe entrare e il cui compito è quello di produrre denaro, di dare posti di lavoro e se possibile di fare promozione a livello di immagine.
Mi sembra che il modo con cui abbiamo affrontato questo problema sia sbagliato. Ci sono troppe arrière-pensées, troppe code di paglia, troppe volontà di vendetta e forse anche troppe incomprensioni e questo non è certo il ruolo che deve rivestire il Consiglio nella sua collegialità.
Noi non vogliamo farne una questione di minoranza o di maggioranza e do atto all'attuale Presidente della Giunta di essersi comportato in modo estremamente corretto. Però, Lanivi è uno di quelli che se non ha la forza, certamente non gliela può dare nessuno in questo argomento. Lanivi è un uomo solo in questa Giunta perché è Presidente della Giunta, ma appartiene ad una formazione politica che in questo momento esprime la sua persona.
So benissimo quali sono le diverse valutazioni che avvengono all'interno della maggioranza, o perlomeno penso di saperlo, so anche quali sono le valutazioni che avvengono all'interno della minoranza: sono improntate il più delle volte alla volontà di dissolvimento, al "cupio dissolvi" Visto che non si possono fare dei goal, bisogna impedire agli altri di farne. Non capisco questo tipo di atteggiamento.
Noi siamo all'opposizione, ci opponiamo a questa Giunta, non crediamo in questa Giunta e non riteniamo che essa abbia compattezza politica, ma su questo argomento noi vorremmo fare un discorso responsabile.
Capisco le preoccupazioni del Presidente quando dice che qui ci sono tante teste e tante idee. I nodi veri non si vogliono sciogliere, il dito nella piaga non lo si vuole mettere. Ci si preferisce soffermare sugli aspetti di dettaglio, di contorno.
Il Presidente della Giunta propone allora di rinviare la soluzione di questa situazione a marzo, periodo di probabile pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato, ma voi pensate che nel mese di marzo questo Consiglio sarà in grado di soffermarsi su questa vicenda per decidere qualcosa in merito? Non lo so, ho l'impressione che neanche adesso sia più in grado di farlo, quindi, prudentemente, il Presidente propone il rinvio della questione al futuro Consiglio regionale, motivandolo nella maniera che ho appena illustrato.
Quando una maggioranza non ha la possibilità e la capacità di esprimere una decisione, ha la legittimità di formulare questo tipo di proposta. Secondo me anche il Consiglio nel suo complesso oggi non ha la capacità di dare una risposta a questo argomento.
Ho detto qui quello che pensavo e l'ho detto a voce alta perché sono abituato a dire ciò che penso in Commissione, in Consiglio e all'esterno a costo di farmi dei nemici.
Al di là del fatto che questa maggioranza, certamente oggi non dimostra una capacità di governo su questo problema, mi rendo conto che questa è anche una responsabile presa d'atto di una situazione che è complicata e quindi è inutile far finta che non lo sia.
Non condivido le motivazioni addotte nella delibera relative alla trasparenza e alla affidabilità perché ho un'opinione personale a riguardo, che sono pronto poi a discutere con chiunque e in tutte le sedi. Non voglio ora tediare questo Consiglio ulteriormente.
Non penso che si possa considerare inaffidabile una società che ha gestito una Casa da gioco con successo per quarant'anni. Forse si può considerare inaffidabile qualche amministratore regionale che ha dei comportamenti un po' discutibili nei confronti del Casinò e che, in certe situazioni, si presenta all'ingresso accompagnato da signore di piccola virtù, chiedendo a gran voce di accedere alle sale da gioco con le sue accompagnatrici.
Questo discorso dell'affidabilità deve essere fatto anche per gli amministratori regionali.
Inoltre non mi sembra corretto che qualche amministratore regionale riceva e veda, praticamente tutti i giorni, il Consiglio di amministrazione della VALMONT ed i suoi consulenti annunciati, o dichiarati o pretesi.
Credo che questa non sia la strada giusta. Dobbiamo fare uno sforzo di verità, di responsabilità non per offendere nessuno, ma per assumerci le nostre responsabilità. Questo Consiglio sta abdicando a troppe responsabilità e oggi questo probabilmente avverrà di nuovo.
Mi auguro che ciò possa servire in futuro alla Valle d'Aosta, ma sono seriamente preoccupato perché questa è una considerazione fatta anche dalle Associazioni sindacali con le quali io non sono tenero.
A differenza di Beneforti, che ha un'estrazione sindacalese, ritengo che i sindacalisti, i politici e i datori di lavoro debbano fare ognuno il proprio mestiere.
Quindi io non mi sono mai mescolato alle vicende sindacali della SITAV, ancorché sollecitato e malgrado io abbia molti amici sindacalisti, però mi sembra che le campane a morto che stanno suonando i dipendenti SITAV nei confronti della classe politica siano un atto giusto e da prendere in considerazione.
Loro sono tutti i giorni lì a produrre, non è la fabbrica, non c'è il rischio della silicosi e mi auguro che non facciano la fine di quelli della COGNE, però hanno capito che quell'azienda è la gallina dalle uova d'oro per cui se noi le tiriamo il collo, queste uova non ci saranno più né per loro né per la Regione.
Concludo quindi col dire che noi su questa proposta non possiamo che astenerci anche dando atto al Presidente della Giunta regionale di aver fatto degli sforzi, quanto meno, di aver permesso alla gente di capirsi e di spiegarsi. Voglio ricordare al Consiglio regionale che noi corriamo dei grossi rischi per il nostro riparto fiscale ed è quindi giunto il momento di accettare delle soluzioni che, anche se non sono di gradimento del singolo uomo politico, possono garantire delle entrate alla Regione e una certa continuità e trasparenza.
Concludo con un'ultima considerazione. Mi è parso di capire, anche se mi riserverò di capire in dettaglio la situazione quando avrò esaminato tutti i documenti, che nelle proposte presentate dall'Ing. Piantini in Commissione, il tipo di soluzione da lui avanzata consenta alla Regione un doppio controllo su questa vicenda: può consentire un intervento in qualsiasi momento della convenzione e addirittura la revoca della convenzione al verificarsi di certi eventi. Può darsi che io mi stia sbagliando, ma se così stanno le cose, scusatemi signori Consiglieri, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
PresidenteHa chiesto di parlare il Consigliere Beneforti, ne ha facoltà.
Beneforti (DC) Questa mattina ho illustrato la nostra posizione in merito a questa delibera. Prendo la parola perchè dopo il mio intervento il Presidente della Giunta ha fatto alcune affermazioni alle quali ritengo doveroso replicare.
Sono convinto che non è con entusiasmo che pone a questo Consiglio la proroga al 31 dicembre 1993 della vecchia convenzione SITAV.
Io credo che nessuno in questa sede, pur essendo di parere contrario o di ideologie diverse abbia mai chiesto alla Giunta di prendere decisioni scriteriate.
Noi sosteniamo che siamo qui tutti quanti per fare gli interessi della Regione. Abbiamo dichiarato la nostra disponibilità a studiare fino alla fine del mese le iniziative che si possono assumere per evitare che il Consiglio proroghi la concessione.
Non vogliamo far prendere a questa Giunta decisioni scriteriate ma non vogliamo nemmeno che essa rinvii nel tempo tutti i problemi che le si pongono e che aggiri gli ostacoli con la formula del rinvio.
Durante il suo intervento, il Presidente si è risoffermato sul discorso del Consiglio di Stato, ma se questo Consiglio di Stato non si pronunciasse a gennaio andando avanti, quando prenderemo l'iniziativa per rifare questa convenzione?
Penso che in situazioni come questa il Consiglio non debba essere gestito dalla Magistratura e che si debbano valutare principalmente gli interessi dell'Amministrazione regionale e della collettività valdostana. Credo che la decisione sul rinnovo della convenzione spetti al Consiglio e a nessun altro. Non dobbiamo stare dietro a tutte le società che decidono di gestire il Casinò e ci fanno ricorsi.
Mi rendo conto che il rinvio di un anno della Convenzione crei problemi anche alle organizzazioni sindacali che per rinnovare il vecchio contratto al 31 dicembre 1992 hanno dovuto sottoscrivere una clausola sull'articolo 13. Il contratto scade adesso e le organizzazioni sindacali devono riprendere le trattative, ma fino al 1993 l'azienda non le inizierà.
Inoltre oltre al ricorso i legali consigliano di aspettare la sentenza del Consiglio di Stato. Avete chiesto a questi avvocati chi pagherebbe le conseguenze di un indebito arricchimento della SITAV da qui al 1993?
E chi ripagherebbe la Regione se dovesse subire un danno? Non basta dunque chiedersi se si può rifare la convenzione, bisogna anche domandarsi quali sarebbero le ripercussioni sul Consiglio regionale, sulla Giunta e sull'economia regionale non facendola.
Io credo che queste domande meritino un'attenta analisi e confermo che noi non possiamo accettare questa politica del rinvio.
Dobbiamo invece cercare una soluzione che non metta la Regione nella situazione critica di cercare di rinviare la convenzione di un anno. Non è la Regione a doversi legittimare, ma sono le società che vogliono trattare con noi che lo devono fare e se queste non sono trasparenti, ribadisco che sia meglio lasciarle e cercare nuovi sistemi per gestire il Casinò.
Detto questo confermo l'astensione del Gruppo della DC.
Presidente Ha chiesto di parlare il Presidente del Consiglio Bich, ne ha facoltà.
Bich (GM) L'argomento Casinò sollecita quasi sempre confronti molto accesi; fuori da quest'aula ciascuno dichiara ufficiosamente la sua posizione, all'interno di questo Consiglio invece il dibattito ufficiale è rivolto verso un uditorio ben preciso, politicamente preparato che poi amplifica le sue posizioni sui giornali.
Queste vengono poi pubblicate come posizioni ufficiali dei partiti riguardo un grosso problema che è indubbiamente quello della gestione del Casinò.
Personalmente ho dato vent'anni della mia vita lavorando all'interno del Casinò; ho lavorato come Rappresentante della Regione, da giovane Vice-Commissario, dal 1969 fino al 1989.
Conosco quindi abbastanza bene la storia del Casinò, una storia che stasera è riecheggiata qui dentro con una tonalità un po' soffusa che simula certi atteggiamenti e certe allusioni soft con la presa dei giornali economici. Quasi come un articolo di fondo de "Il Sole 24 Ore" s'intreccia via via che si dipani con l'utilità saggia che deve avere questo Consiglio per il conseguimento del migliore risultato; quindi per sciogliere un nodo che per troppo tempo ha creato affanni e qualche volta anche disperazione.
Devo dire che il dibattito di oggi alla fine si sta rivelando un dibattito spento e le posizioni che sono state promesse l'altro giorno in commissione da alcuni consiglieri, posizioni determinate e altisonanti, non sono riecheggiate in quest'aula.
Riecheggiano invece posizioni che si conoscevano già vent'anni fa. Stiamo ripercorrendo un certo percorso all'indietro per la conferma e l'attribuzione alla società SITAV del suo ennesimo mandato; come nel 1977. Quelli che dicono stasera di essere innovativi in fondo ripetono esattamente gli stessi temi che erano stati discussi allora e che io conosco bene proprio perchè già allora dominavano all'interno del Casinò con le ridondanze che poi hanno anche oggi.
Innanzitutto si evidenziava l'assoluta intangibilità e inamovibilità della società SITAV. Tutti sostenevano, dai capi ufficio ai dirigenti massimi, che questa era una società più che affidabile e che le carenze che si manifestavano all'interno della gestione e che sono venute alla luce poi nei fatti giudiziari, erano inconsistenti perchè una società così forte, che di fatto aveva messo il bavaglio alle sezioni riunite della Cassazione, e che controllava gran parte dell'humus politico-amministrativo non solo della Regione ma addirittura a livello nazionale, aveva il diritto di poter compiere tutte le procedure, che erano particolari e finalizzate al mantenimento della gestione in esterno.
Tutto questo per dire che sostanzialmente la logica operativa di questa società è una logica che si è protratta nel tempo con enorme peso sulla comunità valdostana. Non è dunque vero quel che diceva un momento fa un Consigliere con fantasiose argomentazioni che il management non ha mai fatto politica.
Il management e la proprietà della SITAV hanno sempre fatto politica e tanto più l'equilibrio, l'imparzialità e l'equidistanza di questa società era sbilanciato tanto più ci si avvicinava a forme pericolose di promozione e di aiuto soltanto verso certe parti politiche. Situazioni che poi sono sfociate in quello che noi tutti sappiamo.
Questi atti erano sostanzialmente dovuti alla presenza di un potere forte che si era instaurato tra l'Amministrazione e i suoi legali rappresentanti e la società SITAV. E perchè si rompeva troppo spesso il rapporto di equidistanza, l'amministrazione pubblica finiva per non avere un rapporto di imparzialità verso la SITAV.
Ecco dunque l'incubo di allora e di oggi di vedere alle scadenze dei contratti, la possibile concorrenza che potesse venir fuori in un procedimento che mette a paragone due possibili forme di gestione, due possibilità di sviluppo.
Ritornando alla situazione odierna è possibile dopo tutto quello che è successo arrivare finalmente al concorso, a quella famosa licitazione fra diverse offerte, tal che si possa in qualche modo poter scegliere fra offerte concorrenziali? Tutto faceva presagire che si andasse in questa direzione, invece non è stato così. Due delibere del Consiglio hanno di nuovo rotto quell'equilibrio dell'imparzialità e equidistanza fra l'amministrazione pubblica e la società contraente.
Questo è apparso in diverse circostanze; innanzitutto nel bando che doveva doveva servire a selezionare un gruppo di aziende che dessero delle garanzie, in realtà le "maglie" del bando sono risultate troppo strette e solo una di queste società è riuscita non si sa come a passare.
Uno dei requisiti centrale del bando era infatti quello di trasparenza e affidabilità, il Consiglio espresse chiaramente i suoi dubbi circa queste due pregiudiziali ma la Giunta di allora decise di andare avanti malgrado tutto perchè quella era la volontà politica di allora. Ecco già una prova di assenza di imparzialità che io avevo già fatto rilevare alla Giunta di allora.
Non è lo 0,9 per cento dell'azionariato che cambia una società come la SITAV; essa non può come primo atto significativo delle trattative mettere in mora la regione con ricorso al TAR perchè per la prima volta la Regione ha emesso un bando di preselezione ritenendo che non sussistessero i diritti per una trattativa privata...
Per quanto riguarda poi l'equidistanza e l'imparzialità della società SITAV verso i politici, andiamo a vedere l'uso che è stato fatto dell'articolo 13 relativo alla quantificazione delle persone assunte, i criteri con cui sono avvenute le assunzioni. Se queste sono le risultanti, dov'è l'equidistanza!
In realtà dunque l'asetticità di questo gruppo di dirigenti che non si interesserebbe delle cose di questo mondo è soltanto apparente.
Diventa quindi inquietante il pensiero che la Regione non riesca ad uscire da questo circolo vizioso, che non possa dare in gestione la Casa da gioco senza una trattativa privata con una singola società. Credo che in questo modo venga leso il principio generale dell'imparzialità della pubblica amministrazione.
Sostengo dunque in questa sede la tesi per la quale la proroga di una anno poteva essere evitata se ci fosse stata una maggior volontà politica di concludere il procedimento, volontà che in realtà non c'è stata perchè nelle trasversalità si sono viste bene certe caratterizzazioni. Si poteva benissimo realizzare almeno un confronto fra due offerte e sarebbe stata certamente una cosa migliore e non ci troveremmo oggi in queste condizioni.
Gli errori capitali quindi in questo procedimento sono avvenuti nel momento in cui si sono escluse tutte le possibili soluzioni che non passassero attraverso la trattativa privata singola o con la SITAV.
Vorrei dunque riaffermare un principio che non può venire meno, nel contempo capisco benissimo che la Giunta non possa trovare una soluzione con decisioni avventate come è stato fatto per il Casinò di Campione d'Italia attraverso l'assunzione diretta della gestione, tanto più che noi abbiamo dei ricorsi pendenti.
Questi sono tutti aspetti secondari rispetto il fatto di grande rilievo che è la contrattazione concreta Casinò-Amministrazione regionale.
L'ennesimo riferimento che riemerge è quello poi della rottura dell'accerchiamento di cui si parla da oltre trent'anni. Questa rottura dell'accerchiamento è sempre stata un alibi per la prosecuzione delle trattative private dirette.
Allora se in questo momento questa fase di proroga ci consente, quanto meno, di definire una trattativa in cui si possa partire da un azzeramento generale delle condizioni di partenza, tenendo quindi un occhio di riguardo verso i problemi dell'accerchiamento, sarebbe un elemento quanto meno già di nuovo impulso verso la conclusione della trattativa.
Temo che in questo periodo che ci separa dalle elezioni non sarà possibile arrivare a una soluzione delle problematiche che si frappongono alla conclusione delle trattative.
La mia raccomandazione alla Giunta è evidentemente a quella di trovare una soluzione nel più breve tempo possibile, nella speranza che questo periodo così delicato non faccia riemergere di nuovo una certa preferenzialità della SITAV verso certe forze politiche ben identificate. Se questo avverrà avremo modo di denunciarlo pubblicamente.
Pretendiamo che ci sia un preciso controllo sulle assunzioni e su quelli che possono essere gli elementi di "intreccio" e di favoritismo che un ente così complesso e potente come quello del Casinò può avere sulla società civile, perchè noi vogliamo che si giochi a carte scoperte e che la campagna elettorale non sia viziata da queste turbative.
Questo è il mio augurio anche se in passato purtroppo non è stato così. Il nostro Gruppo voterà questa delibera con queste riserve: sia mantenuta la massima correttezza, sia data il maggior impulso possibile alle trattative e alla conclusione del procedimento in modo che si possa arrivare a una soddisfacente conclusione di questo iter travagliato prima delle elezioni.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore al Turismo e Beni Culturali Voyat, ne ha facoltà.
Voyat (UV) Mi dispiace che il Consigliere Milanesio non sia presente anche perchè il mio intervento è soprattutto dettato da alcune sue affermazioni.
Intendo premettere che in quest'affare non ho né amici da difendere né nemici da castigare, le mie azioni sono volte nell'unico interesse dell'Amministrazione regionale.
Conosco gli amministratori SITAV così come conosco gli amministratori e Azionisti di altre società, non intendo rinunciare all'amicizia di nessuno solo perchè come amministratore regionale devo interessarmi anche della questione del Casinò.
Posso dire tranquillamente che finora sono stato in grado di scindere quelli che sono gli interessi dell'Amministrazione regionale e quelli che sono gli interessi regionali. Non mi toccano quindi certe affermazioni che so per certo rivolte a me in quanto il Consigliere Milanesio mi aveva già rivolto queste allusioni in commissione, e se il mio intervento in Giunta o in commissione è stato fatto in certi casi su quelle che erano le società da valutare, ritengo finora di aver parlato solo di quella che era la trasparenza e l'affidabilità della società SITAV.
Opinabile la questione della trasparenza e dell'affidabilità; evidentemente c'è chi chiede il 100 per cento della trasparenza della società, come lo ritengo io, qualcuno invece che chiede la trasparenza solo del 50 o del 50,6 per cento circa.
Voglio dire comunque che le mie informazioni non le attingo solo all'interno della Casa da gioco di Saint-Vincent, ma anche alla fonte ed è proprio quello che ho avuto occasione di consigliare ad alcuni miei colleghi, di richiedere cioè della documentazione che so che esiste e che potrà essere utile in seguito al Consiglio regionale per discutere la questione dell'affidabilità e della trasparenza della società SITAV.
Non sto evidentemente ad elencare quali sono tutti questi punti di incertezza per passare alla questione dell'affidabilità di amministratori regionali.
Sono dispiaciuto che ci siano dei consiglieri che prendono quello che è un atto che io ritengo doveroso da parte di un amministratore regionale, di verificare alcuni casi che si verificano all'interno della Casa da gioco di Saint Vincent, trasformati da qualcuno in pettegolezzo.
Su questo fatto ho inviato una lettera al Presidente della Giunta, ho fatto una relazione due giorni dopo l'accaduto, spiegando il perché. Voglio comunque che tutti lo sappiano che a voce corrente e riportato anche da relazioni del Commissario regionale, c'è uno scadimento nei giochi, ci sono giocatori ritenuti buoni o ottimi che se ne sono andati o sono stati allontanati dalla Casa da gioco.
Quando un giocatore ritenuto buono con la conferma di croupiers, di changeurs o cassieri e controllori regionali viene detto che cambia mediamente due milioni ogni volta che si presenta e poi improvvisamente viene estromesso senza nessuna motivazione plausibile, ritengo che sia dovere di un amministratore regionale che si trovi nel caso di andare a verificare.
Il mio primo atto è stato quello di chiedere al Commissario regionale la motivazione. Il Commissario regionale assente, il Vicecommissario non ha potuto rispondermi in quanto come Vicecommissario non era in possesso della documentazione.
In un secondo momento il Commissario regionale mi conferma che il Commissario regionale non ha i nominativi di quelli che vengono ammessi o non vengono ammessi. A questo punto, durante un confronto con gli amministratori SITAV mi è stato detto che in effetti questi nominativi non vengono trasmessi al Commissario regionale.
Per quanto riguarda poi l'estromissione del giocatore in questione gli amministratori hanno dichiarato che le motivazioni non erano motivazioni di gioco ma di pubblica sicurezza all'interno del Casinò.
A questo punto ho ritenuto che la cosa non riguardasse l'Amministrazione regionale, al limite doveva essere interesse della Casa da gioco e del Commissario approfondire la questione. Il caso è stato dunque chiuso a questo punto senza mie richieste specifiche di riammissione della persona estromessa che come dicevo mi ha scritto due giorni fa una lettera.
Due giorni dopo tuttavia è stato consegnato al Commissario regionale tutto l'elenco delle persone che non hanno la possibilità di entrare al Casinò di Saint-Vincent.
Ritengo che a mio giudizio sia stato giusto l'intervento da parte di un amministrazione regionale per richiedere le motivazioni di certe azioni se poi vengono presi dei provvedimenti da parte della SITAV e mettere al corrente anche i commissari.
Un intervento dunque che ritengo logico da parte di un amministratore regionale, trasformato in pettegolezzo da qualcuno e ripreso in Consiglio regionale oggi dal Consigliere Milanesio. A questo punto va anche un ringraziamento a quei consiglieri sollecitati da qualcuno di fare interpellanza su questo caso in Consiglio regionale. La lettera che ho inviato al Presidente della Giunta il 17 novembre 1992 in merito a questa questione è a disposizione dei consiglieri.
Per quanto concerne l'affidabilità di amministratori regionali e la questione delle amicizie, ritengo che forse il Consigliere Milanesio deve guardare da altre parti, non nei miei confronti perchè tutti sappiamo che corrono voci su sponsorizzati o consiglieri che sponsorizzano certe società a livello di pettegolezzo e su questo io non mi fermo.
Dico comunque che ci potrebbero essere dei consiglieri regionali che in veste di consiglieri oppure di presidenti, oppure di commissari o di coordinatori di un qualunque comitato o commissione che possano avere ancora delle pendenze finanziarie nei confronti della società SITAV o della società SAAV, sono piuttosto queste persone che a mio avviso prima di lanciare accuse e pettegolezzi nei confronti di altre persone dovrebbero regolarizzare certe loro situazioni.
Questo non è certo a vantaggio della discussione del Consiglio regionale, ritengo comunque che sia giusto da parte mia aver precisato un fatto e nello stesso tempo averne precisati altri.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Mostacchi, ne ha facoltà.
Mostacchi (UV) Vorrei solamente fare alcune considerazioni, in quanto sono membro della IV commissione e pertanto sono responsabile della situazione che è venuta a crearsi.
Nel mese di luglio la Giunta ha portato in Consiglio per la ratifica una delibera di proposta di proroga fino al 31 dicembre 1992.
Io ero convinto della buona fede della Giunta e di tutti noi che l'abbiamo votata, che per il 31 dicembre 1992 si sarebbe giunti a una soluzione. Perchè questo non è avvenuto?
Per sei mesi abbiamo giocato a tennis, ci siamo passati la palla da Regione a SITAV su due parole: affidabilità e trasparenza. Due parole labili, astratte. Abbiamo confezionato un dossier di pareri legale mentre in realtà penso che il nocciolo della questione sia il parere politico e non quello legale.
Siamo tutti tesi ad indagare ad investigare, tutti in cerca di un colpevole, ma a nessuno è venuto in mente che forse non c'è neanche un cadavere. L'altro giorno a Milano hanno trasmesso la prima del Don Carlos. Lo spettacolo si è concluso con un po' di fischi ed un po' di applausi.
Noi oggi invece stiamo mettendo in scena la nona sinfonia di Beethoven. Non so se ci saranno applausi o se ci saranno fischi, chi vivrà vedrà. La mia posizione riprende le dichiarazioni fatte da Bich nell'ultima parte del suo discorso, discorso che io condivido molto apertamente.
Non sono qui per sponsorizzare nessuno ma mi auguro che nel più breve tempo possibile si arrivi ad una conclusione della vicenda Casinò.
Questo è l'augurio che mi permetto di rivolgere a me stesso in quanto membro della commissione e all'intera Giunta. Pertanto voterò a favore di questa delibera nella speranza che la vicenda si concluda molto prima del 31 dicembre 1993.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Martin, ne ha facoltà.
Martin (ADP) Qualcuno quest'oggi ci ha riportato indietro nel tempo; abbiamo sentito chi ci ha ricordato le sue esperienze passate come dipendente della Regione all'interno della struttura del Casinò, chi ci ha ricordato le esperienze di colui che ha gestito in prima persona, in quanto responsabile della politica della Regione verso il Casinò negli anni '70, qualcun altro ancora ci ha ricordato cosa succede adesso nella Casa da gioco e qualcun altro ancora ha cercato di indirizzare il dibattito come una questione pro o contro SITAV.
Ho l'impressione che la questione sia un po' più ampia e non si tratti soltanto di dire se si è d'accordo con la SITAV o se si è contro la SITAV. Non penso che si debba ridurre il tutto a questa domanda. Penso invece che il nostro compito sia quello di guardare con serenità e giudicare un problema che è molto complicato, indubbiamente molto importante per la Regione sia per i riflessi economici che ha sulle sue casse, sia per i riflessi legati ai problemi occupazionali. Penso che ormai il Casinò sia diventato dopo la Regione e la Cogne la terza industria valdostana per numero di occupati.
Una struttura che tra l'altro ha un indotto notevole, e quindi proprio per questo fatto è naturale che attorno a questa struttura si sviluppi un dibattito molto articolato.
Da un anno e mezzo circa si discute su questo problema; si sono avvicendate due Giunte e nessuna delle due è riuscita a portare a soluzione questa questione. Ciò significa che veramente la cosa non è tanto semplice.
Il risultato è stato quindi che ancora non si intravede una soluzione, ed il limite di questa mancanza di soluzione è stato denunciato anche dai sindacati e dai gestori attuali della Casa da gioco; ossia che da un po' di tempo e ancora per un po' di tempo, fino a quando almeno non sarà chiara la posizione della Regione verso il futuro concessionario, nessuno si permetterà di fare degli investimenti, nessuno proporrà delle idee nuove, nessuno si attiverà per combattere quella grossa concorrenza che sta avanzando a grandi passi.
Si è parlato di affidabilità, di trasparenza dell'azionariato come se questi fossero i problemi chiave della questione. Qualcuno ha ricordato che la SITAV dovrebbe essere affidabile solo per il fatto che da quarant'anni produce degli effetti positivi, ha incrementato i propri incassi e cose di questo genere.
Non ho nulla da dubitare in questo senso ma vorrei ricordare che se l'affidabilità sta soltanto in questo, a fine 1983 inizio 1984, quando il vertice SITAV è stato completamente decapitato per le note vicende, passati i primi quindici giorni dove c'è stato evidentemente un certo smarrimento, ed era comprensibile, gli incassi hanno ripreso a crescere ad un ritmo vertiginoso e si sono toccati di nuovo i records senza che ci fosse più il vertice.
Questo sta a dimostrare che il solo fatto che ci sia stata un'escalation degli incassi non può essere indice di sicura affidabilità, penso invece che siano altre le condizioni per garantirci che questa sia una società affidabile.
Le prospettive che si presentano alla Regione in questo momento purtroppo non sono rosee; non possiamo infatti pensare che il giorno dopo la scadenza della proroga deliberata da questo Consiglio il 17 luglio 1992 si possa chiudere il Casinò. Abbiamo sempre sostenuto che la Casa da gioco deve continuare a funzionare, deve continuare ad espandersi, a produrre ricchezza e se non vogliamo che si interrompa questo processo bisogna trovare qualcuno che si assuma il compito della gestione e in questo momento non c'è nessun altro in grado di gestire dal 1° gennaio 1993 la Casa da gioco e questa situazione favorisce chi già gestisce la struttura.
Le condizioni che determinano questa situazione sono dovute a tanti fatti, però queste sono le condizioni e noi siamo obbligati a dare una proroga alla SITAV per non vederci costretti a chiudere la Casa da gioco, con tutti gli inconvenienti che ne deriverebbero.
Ci è stato anche consigliato di attendere un responso che dovrebbe pervenire il 26 o 27 gennaio del prossimo anno, ossia quando il Consiglio di Stato si pronuncerà su un ricorso della società FINOPER, società che insieme alla SITAV e ad altre società ha partecipato alla gara d'appalto e non è stata ritenuta idonea.
Questo è un altro dato importante che consiglia in questo momento una proroga per aspettare la decisione del Consiglio di Stato che potrebbe anche indicarci la strada per indire una nuova trattativa.
Queste sono le condizioni oggettive in cui ci troviamo quest'oggi e probabilmente queste condizioni oggettive provengono dal fatto che il giorno che abbiamo deciso di indire una licitazione privata, tutti erano ben consapevoli della difficoltà del fatto che questa licitazione non attribuisse alla SITAV la pole position. Sarebbe già stato importante in questa fase riuscire a fare una trattativa che ci permettesse la volta dopo di essere completamente liberi.
Perché non dobbiamo dimenticare che la SITAV in tutti questi anni ha condotto una politica molto intelligente. Ha isolato la proprietà regionale, il Casinò, la Casa da gioco si trova in mezzo a delle strutture di proprietà SITAV e quindi questo famoso accerchiamento in qualche modo ci condiziona.
Una delle cose essenziali insieme all'affidabilità e alla trasparenza è appunto anche la rottura dell'accerchiamento per permettere alla Regione di condurre in futuro una trattativa un pochino più libera.
Questi elementi messi insieme ci hanno portato a trattare per un sacco di tempo con persone anche diverse e quindi siamo nelle condizioni di dover per forza prorogare a qualcuno per non dover interrompere a fine anno la prosecuzione dell'attività della Casa da gioco.
Personalmente non sono entusiasta di questo deliberato, sarebbe stato molto meglio riuscire o a individuare il nuovo futuro concessionario o comunque poter interrompere una trattativa con il vecchio se questo non ci soddisfava. Questo è ancora un compromesso che io spero possa essere sciolto prima delle elezioni regionali perchè i rischi che qualcuno ha presentato in quest'aula sono reali.
Sarebbe un bene per tutti evitare questi rischi e in questo senso invito caldamente il Presidente della Giunta nella sua veste di arbitro di questo Consiglio a fare in modo, nel caso non si dovesse arrivare a chiudere questa trattativa prima delle elezioni elettorali, di vigilare attentamente affinchè coloro che ancora gestiranno in quel periodo la Casa da gioco si comportino onestamente e facciano in modo che le elezioni regionali si svolgano in tutta correttezza, che i cittadini possano esprimersi sui programmi, sugli uomini, sulle forze politiche e solo su quello.
L'altro invito che faccio è di cercare di mettere in atto tutte quelle iniziative per verificare se è possibile arrivare a una conclusione definitiva prima delle elezioni regionali. Mi rendo conto che il tempo è poco e che il periodo è certamente piuttosto agitato, questo è uno dei molti problemi che vi sono ed il riuscire a risolverlo certamente qualificherà questa Giunta e questa maggioranza.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Rusci, ne ha facoltà.
Rusci (PRI) L'atto che ci apprestiamo a votare è quanto questa maggioranza è riuscita a porre in essere. Non possiamo settorializzare a questo momento decisionale questa vicenda che non è conclusiva ma è un momento di passaggio.
Ho partecipato alla passata Giunta e ricordo che altrettanto numerose e difficili sono state le riunioni per arrivare ad un punto fermo di espressione di volontà.
Sono innegabili alcune considerazioni che voglio fare.
In primo luogo le forze politiche risentono in qualche modo nei loro interventi di un precipitato quarantennale ormai sull'argomento. C'è stata una voglia prepotente di riappropiarsi dell'atteggiamento del vero "dominus" in Consiglio regionale in posizione di forza e di capacità di scelta. E' innegabile che l'approccio al problema quindi è variato. Un tentativo di gara rappresenta un'innegabile novità.
Questi sono gli aspetti positivi, ma forse non è stato sufficiente lo sforzo di fantasia fatto dalle forze politiche. Probabilmente nel corso di questi anni le forze politiche hanno perso alcune occasioni permettendo alla società di gestione di diventare nel tempo più forte. Dov'era l'Amministrazione regionale di allora quando si trattava di acquistare alcune proprietà, non a corollario della gestione dei giochi, ma importanti, fondamentali? Si è in qualche modo preferito delegare perchè i risultati c'erano, perchè la società era costantemente in espansione e poi sono avvenuti dei fatti che hanno posto con maggiore attenzione l'occhio di interesse delle forze politiche sulla società di gestione.
Questa difficoltà nella quale ci dibattiamo risente sicuramente di queste cose. Le forze politiche hanno provato a tirare fuori le loro ricette, ma sovente si è trattato di ricette che si elidevano vicendevolmente.
Oggi ho sentito da più parti in Consiglio regionale delle analisi lucide, dai toni non forti chiaro-scurali, neanche le memorie storiche più forti di questo Consiglio si sono mosse sull'onda del sentimento. Mi sembra che tutto sommato ci sia un buon atteggiamento di concretezza nei confronti del problema.
Avremmo potuto fare di più e non lo nascondiamo, in maggioranza gli atteggiamenti rispetto alla decisione erano in qualche modo differenziati e in parte risentivano anche delle esperienze storiche di questi quarant'anni.
Il nostro gruppo ha fatto una proposta che consideravamo di mediazione e che ho sentito fare questa mattina dal Consigliere Riccarand. In questo senso come PRI consideriamo che si è "domini" veramente quando si ha anche la proprietà ed allora probabilmente la soluzione concreta e in qualche modo perseguibile nel corso di questi mesi che ci separano dalla scadenza è una convenzione che permetta all'Amministrazione regionale di diventare proprietaria degli stabili importanti. Questo perchè così facendo in altre condizioni si svolgerebbe una futura gara ed è quello che noi auspichiamo.
Stanno crescendo delle professionalità, ci sono società interessate a diversificare i loro interessi. Probabilmente partendo su posizioni di maggiore parità potrebbero anche essere interessate.
Crediamo che la Regione dovrebbe attrezzarsi per il prossimo triennio per diventare davvero il punto di decisione, per permettere una più vasta competitività sull'argomento.
Se si guarda il grafico SITAV il trend gestionale di risultati è un trend che va in salita, ma si riscontra un certo impaccio nelle forze politiche, ci sono atteggiamenti univoci di gruppi consiliari e di partiti, ci sono dei dubbi all'interno delle singole forze. Io che sono un Consigliere ho dei dubbi, non ho delle certezze su questo tipo di argomento.
Questo atto amministrativo riflette di questi atteggiamenti. Poteva essere diverso probabilmente, ci si è in qualche modo forse troppo soffermati facendo del metodo sostanza e senza avere il coraggio di scegliere fino in fondo sui concetti della trasparenza, sui concetti dell'affidabilità.
Ci sono tuttavia altri argomenti che sono importanti; ho sentito poco dibattere sul tipo di sviluppo che il Casinò dovrebbe avere. Le forze politiche non sono chiare da questo punto di vista, non hanno detto se vogliono fare del Casinò di Saint Vincent una conservazione del momento e quindi mantenere il Casinò su queste posizioni di sviluppo oppure se si vuole una Casa da gioco raddoppiata nei suoi impianti tecnologici, una Casa da gioco verso certe clientele piuttosto che verso certe altre. Questo anche è un dibattito estremamente importante.
L'invito che io faccio al Presidente della Giunta dichiarando il voto favorevole all'atto amministrativo che ci è sottoposto, è proprio di allargare il dibattito in modo più ampio su tutti gli argomenti della convenzione. Uniamo il Consiglio regionale, le forze politiche, magari dopo un accanito dibattito, dopo un confronto preciso, nella condizione di fare delle scelte precise; la cosa peggiore su questo argomento sarebbe una "non scelta".
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Viérin, ne ha facoltà.
Viérin (UV) Au mois de juin nous sommes montés dans un train qui était déjà en marche. De plus, un train que nous n'avons pas fait partir ou que nous aurions peut-être fait partir dans une autre direction.
Je crois qu'il est important de faire cette constatation parce que quand cette nouvelle majorité a reçu en héritage ce problème, beaucoup d'éléments que nous sommes aujourd'hui en train de discuter n'étaient pas résolus. C'étaient des problèmes sur lesquels s'était déjà heurtée la précédente majorité.
Le fait que ce train était déjà en marche nous a donc obligés à tenir en considération au moins deux aspects que, par la suite, se sont révélés importants quant aux retombées sur les décisions même de nature politique que l'on devait prendre.
On a voulu suivre cette procédure et pour reprendre l'exemple que j'ai beaucoup apprécié de quelqu'un qui veut sauter une barrière, ce n'est pas que l'un des candidats a sauté en frôlant la barre et que les autres n'ont pas sauté. Les autres n'ont pas pu sauter à cause d'un choix qui a été fait, toujours au sein de ce Conseil, par la précédente majorité.
Le fait de faire approuver par le Conseil une délibération qui excluait d'autres candidats et qui laissait donc seulement une possibilité de pourparlers afin d'arriver à un renouvellement de la convention fait toujours partie des héritages que nous avons reçus. Un héritage, celui de la procédure, qui nous a créé aussi des problèmes quant à la possibilité raisonnable de conclure ces pourparlers compte tenu des recours et de la procédure judiciaire qui a été entamée.
En plus de cette question de procédure, nous avons également hérité des conditions à respecter, des conditions établies par le Conseil mais avec une question préalable, à savoir une vérification qui doit être obligatoirement faite parce que c'est le Conseil qui l'a demandé. Il l'a souligné même dans ses délibérations, à savoir la vérification de la transparence et de la fiabilité.
Je partage l'avis exprimé par d'autres que ce n'est pas là le problème véritable. Je suis moi-même convaincu qu'il faut dépasser la vérification de ces conditions préalables parce que tant qu'on reste à ce stade, on fait que du surplace.
Jusqu'à présent cette vérification préalable de la transparence et de la fiabilité ne nous a pas permis d'aborder les vrais problèmes, à savoir les contenus de cette convention avec, là encore, le respect de toutes les conditions que le Conseil a posées.
A mon avis il est nécessaire de faire de la clarté parce que je crois qu'il est dans la volonté de chacun de nous tous d'arriver à définir ce problème, avec un maximum de clarté.
Aujourd'hui nous ne sommes pas, à mon sens, dans la condition de le définir avec clarté parce que nous avons trop d'éléments qui nous empêchent de dégager cette volonté politique qui doit être à la base d'une décision à cet égard.
Je crois donc que la proposition de prorogation est opportune. C'est avec cette signification que nous la voterons et c'est égale-ment dans ce sens que nous voulons souligner l'importance d'un point qui est inséré dans la délibération, à savoir la possibilité qui est accordée à la Région d'interrompre cette prorogation même avant l'échéance établie et donc, avec la possibilité que nous offre maintenant cette prorogation, de sortir de l'impasse de la tran-sparence et de la fiabilité pour entamer dans les délais les plus brefs les véritables conditions qui doivent être nécessairement remplies pour arriver à un renouvellement de la convention.
Je ne veux pas faire de ce problème le problème fondamental. Je ne veux pas non plus réduire le problème à un problème de nature juridique, mais nous ne pouvons pas oublier qu'une décision du Conseil d'Etat doit être prononcée au mois de janvier et que c'est une décision que, de toute façon, a une conséquence directe, et de taille, quant à la procédure, quant au bien fondé des décisions qui, prises auparavant, pourraient être mises en discussion.
C'est donc pour ces considérations et avec cet engagement, du moins de notre part, de solliciter dans le plus bref délai, la résolution de cette question que nous voterons la délibération de prorogation.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Bajocco, ne ha facoltà.
Bajocco (PCI-PDS) La volontà della Giunta regionale espressa nel deliberato di continuare le trattative con la SITAV sulla trasparenza e l'affidabilità dell'azionariato, è a mio avviso un elemento importante e queste parole importantissime non sarebbero mai state sottoscritte se circa un anno e mezzo fa la maggioranza precedente non avesse fatto quell'avviso di garanzia invitando la società "BAIN & CUNEO" ad esaminare con attenzione tutte le domande pervenute. Penso che questo sia servito a dare un'immagine diversa di come vogliamo lavorare.
Il problema è certamente delicato, si vorrebbe già arrivare a sottoscrivere una convenzione ma non è stato possibile. Come rappresentante del PDS ho votato per due proroghe, quella del mese di dicembre e quella del mese di luglio.
Voteremo anche questa proroga perchè teniamo a cuore un problema importante, ossia la preoccupazione che i lavoratori hanno per coloro che lavorano all'interno di quell'azienda.
Io invito la Giunta a tenere in considerazione il fatto che sei mesi sono passati e dodici ne rimangono, ma dobbiamo cercare di restringere i tempi e di fare questa trattativa il più presto possibile proprio per dare un'immagine di serietà.
Mi auguro che dopo la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso della FINOPER si trovi la maniera di concludere questa trattativa e di arrivare a una soluzione del problema. Per questo motivo noi voteremo a favore di questa delibera.
Presidente Se nessun altro Consigliere chiede di intervenire dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta Lanivi, ne ha facoltà.
Lanivi (GM) Ho chiesto la parola non per cercare di rispondere puntualmente a tutti gli interventi, ma per svolgere alcune considerazioni.
Innanzitutto chiederei che la delibera sia dichiarata immediatamente eseguibile per specifiche ragioni di urgenza. In secondo luogo vorrei svolgere senza alcuna polemica alcune considerazioni su questa delibera.
Credo che proprio l'ampio ventaglio delle argomentazioni che sono state svolte in questa giornata abbiano giustificato il valore di questo atto.
E' un atto improntato a prudenza in un momento in cui scelte apparentemente più coraggiose o più affascinanti avrebbero potuto essere rischiose. Si tratta dunque di una deliberazione improntata alla prudenza, prudenza che suscita forse pochi entusiasmi e pochi applausi ma che è da considerarsi comunque come una virtù importante per salvaguardare gli interessi della Regione.
Questa Giunta non è al lavoro da molti anni; non è il solo dei problemi che dobbiamo affrontare e non è neppure un problema che abbiamo potuto affrontare fin dall'inizio. E' un problema che in sè ha un punto interrogativo molto grande e che qualcuno ha proposto, altri hanno dimenticato e che io vorrei risottolineare.
Si tratta di ridefinire il ruolo del Casinò nella nostra Regione e se una risposta politica deve essere data a questo tipo di domanda, devo dire che questo ruolo va misurato con le capacità di controllo di essere interlocutore valido e autorevole nei confronti di un'attività economica importante ma per certi aspetti atipica quale quella della Casa da gioco di Saint-Vincent.
Certamente sono giustificabili progetti che puntano a una grande valorizzazione della Casa da gioco, però un amministratore regionale attento deve sapere misurare la capacità politica della Regione stessa di contenere questa attività all'interno di un interesse regionale per far si che non sia la Regione ad essere un satellite di un'attività che rischia di diventare prevalente o eccessivamente preponderante nella nostra Regione.
Lo pongo come interrogativo che poi è alla base delle preoccupazioni di molti consiglieri regionali.
Quando ripetutamente da parte di alcuni è stata sottolineata l'esigenza che proprio in questa fase preelettorale siano da ricercare strumenti e metodi per impedire che vi siano inquinamenti rispetto a una campagna elettorale, ci si riferiva al problema del rapporto tra un'attività economica e la capacità di controllo e di essere interlocutori efficaci nei confronti di una attività economica importante come questa.
Per quanto concerne poi il problema dei rapporti SITAV e Regione Valle d'Aosta è stato ripetuto il termine di "dominus" che vuol dire padrone di casa e in qualche maniera non dominati ma inquilini in questa Regione.
Questo è un altro limite per cui questo rapporto è segnato da una situazione che ha una vicenda antica; dopo quarantacinque anni oggi sicuramente il "dominus" è contenuto in qualche maniera da limiti che costituiscono materia di dibattito in questa sede.
Questo fenomeno è stato anche definito con il termine di accerchiamento, comunque l'azione della Regione in qualche modo ha a che fare con la presenza che è stata creata nel corso di questi quarant'anni di vita.
E' stata volontà di questa maggioranza, tenuto conto di scelte precedenti che personalmente non ho sostenuto, di non arrivare a situazioni pericolose per la vita regionale. Sono stati sottolineati i due termini della trasparenza e dell'affidabilità sulla quale oggi non siamo nelle condizioni di poter dare una risposta definitivamente positiva e la documentazione che è stata distribuita ai consiglieri ha voluto essere la presentazione tangibile che su questo problema una certezza di risposta positiva non c'è.
Abbiamo e ho voluto sentire gli esperti e molte volte si potrà mettere in discussione il parere degli esperti ma credo che anche questo sia il minimo che una gestione corretta e prudente degli affari regionali possa essere utilizzata per essere supportata nelle decisioni che vengono prese.
Vorrei ribadire che primo, la proroga al 31 dicembre 1993 non stabilisce un termine perentorio obbligato, la scelta della data di scadenza è dettata da motivazioni che hanno dovuto tener conto di una serie di situazioni che non dipendono da noi e di un fatto, quello delle elezioni, che costituirà un elemento in qualche maniera importante in tutta questa vicenda.
Si aggiunga l'imminenza della sentenza del Consiglio di Stato per il ricorso FINOPER, i pareri dei legali e consulenti che ci consigliano di attendere l'esito del ricorso, sappiamo che ci sono e c'erano delle alternative che per realizzarsi dovevano avere un consenso politico che ancora non si è dimostrato.
Ecco perchè questa deliberazione appare in questo momento una deliberazione opportuna, non chiude e non prestabilisce delle soluzioni e rappresenta sicuramente e in maniera corretta la situazione attuale e cioè una situazione che ancora non ci consente una scelta definitiva.
Voglio precisare che i mesi che abbiamo avuto a disposizione sono stati molto pochi e le scadenze che ci sono state fissate non ci hanno consentito di prendere delle decisioni diverse da quelle che oggi proponiamo a questo Consiglio.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Milanesio, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Milanesio (PSI) Sarò brevissimo per non togliere spazio al Consiglio. Non darò nessuna risposta di carattere personale, perché non mi sento minimamente toccato dalle cose che qualcuno ha voluto riferire alla mia persona.
Io non mi ero riferito alla persona specifica di nessuno. "Honni soit qui mal y pense" oppure non lo so "la gallina che canta ha fatto l'uovo" oppure ce ne sono tante altre. Vorrei solo dire al Consiglio ed al Presidente della Giunta che abbiamo ascoltato con attenzione il dibattito e anche con attenzione la proposta e le conclusioni del Presidente della Giunta.
Noi non nutriamo nessun dubbio sulla serietà delle sue intenzioni e sulla onestà dei suoi propositi.
Dobbiamo con molta chiarezza dire che non siamo stati convinti a modificare la nostra posizione perché le argomentazioni che sono state portate per approvare questa delibera erano tutte contro l'approvazione di questa delibera.
Ci rendiamo conto che in questa sede la responsabilità ricade sul Governo regionale che è l'espressione di una maggioranza e allora, caro Lanivi, bevete fino in fondo l'amaro calice di una maggioranza che non è d'accordo su niente, eccetto sui rinvii.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Riccarand, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Riccarand (VA) Vorrei ribadire il voto contrario del Gruppo Verde Alternativo per le motivazioni che ho detto nel dibattito. Si tratta della terza proroga e soprattutto si tratta di una proroga che non è finalizzata e non contiene in se' delle indicazioni per arrivare a un buon fine.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Gremmo, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Gremmo (UAP) Penso che questa maggioranza dimostri di non essere capace di affrontare seriamente un problema spinoso come questo della convenzione.
Bisognava fare un punto fermo, bisognerebbe avere il coraggio di farlo perchè l'opinione pubblica chiede su questo trasparenza e io ho la sensazione che questa melina nasconda degli interessi che sicuramente verranno fuori in un modo contorto. Credo che questa sia la strada peggiore che si poteva scegliere.
Esprimerò quindi un voto contrario estremamente convinto, proprio perchè penso che il Consiglio non doveva e non poteva accettare ancora dei mesi in una direzione che chiaramente non fa chiarezza sulla questione.
Presidente Pongo in votazione la delibera in oggetto.
Esito della votazione:
Presenti: 30
Votanti: 23
Favorevoli: 20
Contrari: 3
Astenuti: 7 (Aloisi, Milanesio, Pascale, Ricco, Beneforti, Lanièce e Trione)
Il Consiglio approva.
Presidente Pongo in votazione la proposta di immediata esecutività.
Esito della votazione:
Presenti: 30
Votanti: 21
Favorevoli: 20
Contrari: 1
Astenuti: 9 (Aloisi, Milanesio, Pascale, Ricco, Beneforti, Lanièce, Trione, Limonet e Riccarand)
Il Consiglio approva.