Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 4025 del 9 dicembre 1992 - Resoconto

OGGETTO N. 4025/IX Iniziative per la salvaguardia dell'autonomia finanziaria della Regione Valle d'Aosta in seguito all'abbattimento delle frontiere intracomunitarie. (Iscrizione di nuovo oggetto all'ordine del giorno e approvazione di risoluzione)

Presidente Pongo in votazione l'iscrizione del nuovo oggetto all'ordine del giorno.

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 24

Il Consiglio approva all'unanimità

Risoluzione Il Consiglio regionale

Venuto a conoscenza delle dichiarazioni del Ministro per il Coordinamento delle politiche comunitarie e per gli affari regionali, on. Raffaele Costa, espresse in una lettera diffusa alla stampa nella giornata di ieri, 8 dicembre 1992 in relazione all'articolo 7 comma 3 del disegno di legge Atto Senato n. 776 ("Interventi urgenti in materia di finanza pubblica) presentato dal Governo nel quadro dei provvedimenti collegati alla legge finanziaria per il 1993, in relazione alla situazione finanziaria della Regione Valle d'Aosta in seguito all'abbattimento delle frontiere intracomunitarie;

Rilevato che le dichiarazioni del Ministro sono in contrasto con gli orientamenti che lo stesso Governo ha assunto in conformità e nel rispetto dei diritti delle autonomie speciali;

Rilevato altresì che tali dichiarazioni rischiano di creare artificiose divisioni tra le Regioni e tra queste e lo Stato mentre al contempo violano diritti riconosciuti con legge costituzionale alla Regione Valle d'Aosta;

Tenuto conto:

1) che l'autonomia finanziaria è riconosciuta con legge costituzionale n. 4 del 26 febbraio 1948 (Statuto speciale della Valle d'Aosta) e dalla legge n. 690/81;

2) che la Regione ha funzioni e competenze in materie che in altre regioni (anche a statuto speciale) sono a carico del bilancio dello Stato (scuola, prefettura, compiti camerali, provinciali, ecc.), e che gravano per quasi il 40 percento del bilancio regionale, per un ammontare pari a circa 600 miliardi di lire (riferimento Bilancio 1992);

3) che il Servizio Sanitario nella Regione è per oltre il 60 percento a carico della Regione stessa per una spesa prevista per il 1993 di circa 100 miliardi; che non vi sono trasferimenti dello Stato in materia di trasporti ( i cui costi per la Regione ammontano a più di 25 miliardi di lire); che sono quasi del tutto cessati i trasferimenti in materia di agricoltura, e che dal 1990 la Regione non partecipa al Fondo per i "programmi regionali di sviluppo" previsto dalla legge 281/70;

4) che la Regione ha dovuto provvedere per l'insufficienza o la carenza di interventi dello Stato a partecipare alla realizzazione di opere di rilevanza nazionale e internazionale (collegamenti internazionali, metanizzazione, ecc.); che la Regione è intervenuta direttamente per la reindustrializzazione e riconversione della sua struttura economica in seguito ai pesanti ridimensionamenti occupazionali dello stabilimento siderurgico Ilva Cogne di Aosta e a causa della chiusura degli stabilimenti Ilssa Viola di Pont-Saint-Martin e Montefibre di Châtillon; che la Regione è impegnata oggi nella riconversione del suo tessuto produttivo a seguito delle conseguenze del completamento del Mercato unico europeo e della ulteriore crisi del settore siderurgico che colpisce lo stabilimento Ilva Cogne di Aosta;

Considerato che il principio dell'autonomia finanziaria ha dimostrato efficacia nell'azione strutturale e di sviluppo della Regione;

condivide pienamente

i contenuti del comma 3 dell'articolo 7 del disegno di legge Atto Senato n. 776 ("Interventi urgenti in materia di finanza pubblica") proposto dal Governo e approvato a larghissima maggioranza dalla Camera dei Deputati e in sede referente dalla Commissione Bilancio del Senato;

ribadisce

la necessità di mantenere e rafforzare un rapporto costruttivo e dignitoso con il Governo nazionale;

invita

tutti i Gruppi parlamentari presenti al Senato a esprimere il loro voto favorevole all'articolo 7 del disegno di legge succitato;

dà mandato

al Presidente del Consiglio regionale di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri finanziari, al Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie e per gli affari regionali, al Presidente del Senato, ai Capigruppo parlamentari del Senato nonché al Senatore valdostano Cesare Dujany.

Presidente Invito il Consiglio a procedere alla sua discussione.

A questa Presidenza è stato presentato un emendamento dal Consigliere Riccarand che vorrebbe sostituire l'ultimo comma della prima pagina in questo modo:

Emendamento ...ritiene opportuno un intervento finanziario dello Stato (in sostituzione degli introiti finanziari dell'IVA da importazione destinati a scomparire dal 1 gennaio 1993) a favore della Regione Valle d'Aosta in misura non inferiore al 70 percento dell'IVA da importazione incassata dalla Regione nel corso dell'anno 1991...

Questo andrebbe a sostituire il comma a partire da Condivide pienamente...

PresidenteHa chiesto di parlare il Consigliere Riccarand.

Riccarand (VA) Per illustrare l'emendamento, anche se l'ora non consente un esa-me approfondito di questa risoluzione che pure è estremamente importante, io credo che le dichiarazioni che ha fatto il Ministro Raffaele Costa, se non altro hanno avuto un pregio: quello che almeno il Consiglio regionale della Valle d'Aosta venisse informato di ciò che stava succedendo nelle trattative a Roma con il Governo e su cui questo Consiglio è stato completamente scavalcato.

Nelle ultime settimane, è stata portata avanti, penso dalla Giunta regionale e dai Parlamentari della Valle d'Aosta, con il Governo, una trattativa su un aspetto fondamentale della nostra autonomia, sul motore di fondo della Regione, vale a dire sui soldi.

Questa trattativa è avvenuta senza che mai né in Consiglio né in Commissione si discutesse di cosa si andava a chiedere, del perché si andava a chiedere, se era giusto, se era sbagliato, quali erano le possibili alternative.

Non ne abbiamo saputo assolutamente nulla, se non per delle estremamente generiche dichiarazioni del Presidente della Giunta che a volte diceva di essere stato sentito dal Governo, di aver fatto presente le nostre difficoltà e che il Governo si impegnava a intervenire.

Cosa si stesse facendo non l'abbiamo saputo fino a questi ultimi giorni e oggi è la prima volta che il Consiglio ha chiamato a prendere posizioni.

Penso che sia probabilmente abbastanza comune la convinzione, sia qui che dell'opinione pubblica, che comunque, quando si chiedono dei soldi e si riescono ad ottenere, vada sempre bene.

Io non sono convinto che sia così perché noi ci definiamo una Regione autonoma, siamo fieri di essere una Regione autonoma dove autonomia, a seconda della concezione più o meno forte che gli diamo, significa la capacità di essere autosufficienti e la capacità di contare sulle proprie forze.

Questo credo sia l'obiettivo che ci diamo tutti quanti e con cui consideriamo l'autonomia.

Io credo che gli accordi che si stanno definendo con il Governo italiano siano totalmente contraddittori rispetto al significato di autonomia.Sono degli accordi finalizzati a collocare la Valle d'Aosta in una situazione di assistenzialismo finanziario strutturale e non congiunturale.

Questo, ripeto, andrà benissimo a tutti, io non pretendo ci siano cortei contro la richiesta di soldi che la Regione sta facendo allo Stato, saranno tutti d'accordo, però ritengo che non sia coerente con il discorso di autonomia e neanche con l'invito che si fa alla popolazione di essere cosciente di cosa sia l'autonomia e dei sacrifici che questa comporta.

Noi vogliamo l'autonomia e vogliamo l'assistenzialismo finanziario, questa è la realtà.

Riassumendo, credo sia opportuno informare il Consiglio, perché non so fino a che punto i consiglieri ne siano informati, e se sono informati lo sono da canali extraconsiliari, visto che ormai quasi sicuramente a partire dal 1° gennaio 1993 scomparirà l'IVA da importazione.

Negli ultimi dieci anni questa è diventata il pilastro del bilancio regionale, entrata pari al doppio dell'IRPEF, tanto per dare un parametro di grandezza, l'IRPEF, e che dovrebbe essere la regina delle entrate, l'imposta base, rapportata al reddito delle persone.

Quest' IVA è destinata a scomparire, cosa del resto che si sapeva sin dal 1985, così come si sapeva che l'IVA da importazione non era una entrata legata alla ricchezza, al lavoro, alla produttività locale, ma era, diciamo così, una sorta di beneficio di cui abbiamo potuto usufruire per delle circostanze congiunturali che non dipendevano dalla nostra economia.

Era infatti una entrata dovuta ai TIR che passando nella nostra Regione, zona di frontiera (siamo zona di frontiera ed in parte lo saremo ancora), facevano operazione di sdoganamento e pagavano una certa tassa destinata ad un'altra città, ma noi avevamo il beneficio di introitare i nove decimi di questa tassa.

Scomparendo questo beneficio che era molto elevato e che non era stato usato selettivamente nella gestione del bilancio, ma era stato usato come un'entrata ordinaria, la Regione si trovava in difficoltà ed allora la soluzione è stata quella di chiedere al Governo di avere la garanzia di un'entrata sostitutiva dell'IVA da importazione a partire dal 1° gennaio 1993, cioè un contributo in pratica dello Stato rapportato al cento per cento dell'IVA riscossa dalla Regione nel 1991 e che è destinato a finanziare la Valle d'Aosta per gli anni a venire senza limiti, oltretutto indicizzato e quindi sulla base del tasso di inflazione programmato.

Evidentemente sono molti soldi, circa 450 miliardi di lire, che fanno sicuramente comodo.

Io ritengo che sia una richiesta sotto certi aspetti giustificabile per voler mantenere in piedi una politica di spesa da parte dell'Amministrazione regionale, ma sicuramente che ci colloca sotto quel versante di autonomia assistita, che invece sembrava si volesse superare.

L'ho già detto anche nella conferenza dei Capigruppo: quando abbiamo fatto la discussione del conto consuntivo della Regione del 1991, ho citato questo volume di Massimo Lévêque in cui si parlava di autonomia goduta e si sottolineava la necessità di passare ad una fase nuova dell'autonomia responsabile.

Io credo che con questo tipo di accordi non andiamo verso un'autonomia responsabile, ma andiamo ancora di più verso un'autonomia assistita.

Questo contributo straordinario che si chiede allo Stato, è un contributo che si colloca al di fuori della legge sull'ordinamento finanziario: noi chiediamo di incassare come Regione i nove decimi su tutte le tasse e imposte riscosse dalla Stato in Valle d'Aosta ed in più di avere un contributo di circa 450 miliardi di lire all'anno aggiuntivo indicizzato, contributo che fra l'altro è superiore alla somma dei nove decimi che riusciamo a riscuotere dalle imposte locali e quindi è una cifra enorme.

Io credo che ci sono due concezioni diametralmente opposte dell'autonomia e non voglio insistere più di tanto.

Ritengo che una soluzione alternativa ci possa essere e l'ho indicata nell'emendamento che ho presentato.

Anche noi ci rendiamo conto che una Regione che si è abituata male in questi ultimi dieci anni, che si è abituata a gestire e a godere di entrate aggiuntive considerevoli, di fronte all'improvviso scomparire di 450 miliardi di lire si trova sicuramente in difficoltà.

Quindi noi siamo d'accordo nel chiedere un sostegno, un aiuto finanziario dallo Stato, che poi significa dai contribuenti delle altre Regioni italiane, perché questa è la realtà, però sono le dimensioni e la finalizzazione di questo contributo che secondo noi sono discutibili.

Allora la proposta che noi abbiamo fatto è quella di chiedere un contributo che sia rapportato al 70 percento dell'IVA da importazione incassata nel 1991, una cifra considerevole, ma inferiore, che ci costringa poco alla volta a fare maggiormente i conti con la nostra capacità di drenare risorse in loco e quindi ci permetta progressivamente di camminare con le nostre gambe.

Se invece vogliamo imboccare la strada di un assistenzialismo dell'autonomia strutturale, noi non siamo d'accordo e non voteremo a favore della risoluzione se rimarrà nel testo che è stato proposto.

PresidenteHa chiesto di parlare il Consigliere Pascale.

Pascale (PSI) Io voterò questa risoluzione perché ritengo che questi contributi che chiediamo allo Stato siano sacrosanti e non si tratti di assistenzialismo come dice il Consigliere Riccarand.

Però condivido le critiche che il Consigliere Riccarand ha fatto al metodo, alla trattativa che è stata condotta dai Parlamentari, dalla Giunta o da entrambi, tenendo all'oscuro il Consiglio regionale.

Credo che sarebbe stato opportuno, nel momento in cui si paventava la chiusura delle frontiere e quindi la mancanza di questo introito, fare una bella discussione in Consiglio regionale sui contenuti della trattativa, che comunque andava fatta, nei confronti dello Stato.

Se ci fosse stata questa discussione qualche mese fa, io avrei espresso, a titolo personale, delle perplessità sui contenuti stessi della trattativa così come è stata condotta fino ad oggi.

Noi siamo andati a chiedere allo Stato una sostituzione di entrate rispetto a quell'IVA da importazione che poi è quello che ci ha tirato più critiche in questi anni e che ci ha fatto apparire agli occhi di tutta la Nazione come dei privilegiati, mentre di fatto non lo siamo.

Perché non seguire un metodo diverso, andare ad una trattativa con il Governo a dire: noi chiediamo che alla Valle d'Aosta vengano assicurati gli stessi stanziamenti che vengono assicurati alle altre Regioni italiane in tema di Pubblica Istruzione, in tema di Sanità, in tema di Provincia e così via.

Cose che sono qui quantificate in lire 600 miliardi, anche se non so come si sia arrivati a questa cifra, però la trattativa doveva rendere evidente che lo Stato non ci regalava niente, che non era in sostituzione dell'IVA da importazione.

Noi dovevamo avere esattamente, se non gli stessi introiti, perlomeno una gran parte degli introiti che vengono dati alle altre Regioni.

Noi non chiediamo qualcosa in più, probabilmente avremmo ottenuto non tutto, ma una parte di questo perché abbiamo poi anche i nove decimi su altre entrate.

Anche l'aver ottenuto non dico 450 miliardi di lire, ma l'80-90 percento di questa cifra, agli occhi della Nazione non saremmo più stati dei privilegiati perché avremmo ottenuto esattamente quello che hanno gli altri.

Su questo quindi io mi permetto di esprimere delle perplessità anche perché nel disegno di legge che è in votazione oggi al Senato è sì scritto che dal 1993 in poi alla Regione Valle d'Aosta sono assegnati questi soldi, ma non credo che questo abbia valore anche per il futuro, nel senso che la prossima legge finanziaria può modificarlo.

Forse era meglio andare a contattare una modifica della legge sul riparto fiscale e se non è stato fatto adesso io credo che sia comunque una cosa da fare per il futuro perché questo non ci dà nessuna garanzia di avere negli anni a venire queste entrate.

Presidente Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta.

Lanivi (GM) Secondo me in certi momenti bisogna sapersi assumere delle responsabilità, quindi io mi assumo personalmente la responsabilità e mi faccio carico di tutte le critiche che sono state fatte in merito al metodo seguito.

Non credo di dover nascondere assolutamente niente, quindi diciamo che sono io responsabile di questo metodo seguito.

Vi dirò perché. Almeno dal mese di settembre, ottobre, di fronte ad un Governo nazionale che ha dovuto affrontare in tempi molto ristretti il problema che oserei definire "enorme" di adattare il bilancio dello Stato a nuove regole che l'unificazione europea ha posto, e questa volta senza dilazione, a partire dal 1993, ogni tipo di rapporto è stato estremamente complesso e complicato.

Questo decreto che è in discussione al Senato, avendo subìto il vaglio positivo prima della Commissione della Camera, poi della Camera, poi della Commissione del Senato, e oggi, l'ultima tappa, del Senato, è un decreto di iniziativa del Governo.

Vorrei solo che fosse chiaro, per rispondere al Consigliere Pascale, che abbiamo fatto presente a tutti i Ministri finanziari, al Presidente del Consiglio, e ho consegnato personalmente ancora prima di iniziare a discutere su come si poteva intervenire sulla Valle d'Aosta a seguito di misure che venivano prese e modificate dalle ore dieci del mattino alle ore sedici del pomeriggio della stessa giornata - mi riferisco per esempio alla materia Sanità, riunione a cui ho partecipato - esattamente quello che il Consigliere Pascale ci ha consigliato di fare.

Abbiamo presentato l'elenco delle spese, l'elenco delle uscite che la Regione autonoma Valle d'Aosta ha per funzioni proprie e per funzioni nelle quali sostituisce lo Stato.

Non solo, abbiamo, e ho qui, diciamo in termini da ingenui, riportato computi, funzioni, costi, Assessorato per Assessorato, competenze per competenze, per arrivare ad un conto finale che riferendosi al bilancio 1991 a sommare a quasi 600 miliardi.

E' da tener conto che le Regioni a statuto speciale hanno subìto soprattutto nei tagli del comparto Sanità un ulteriore aggravio di riduzioni e che per tutte è stato assegnato un sovraccarico del 50 percento rispetto ai tagli precedenti.

La Valle d'Aosta in quella sede era già stata molto penalizzata con un meno 28 percento. Inoltre essendo Regione a statuto speciale ed avendo il Governo deciso di recuperare 400 miliardi su quattro delle cinque Regioni a statuto speciale, perché la Sicilia era stata esclusa, la Valle d'Aosta ha subìto un ulteriore incremento delle detrazioni del 50 percento: ventotto più quattordici, uguale al 42 percento in meno rispetto ai fondi che ci provenivano dal Fondo sanitario nazionale per un valore monetario variante tra 80 miliardi e 100 miliardi.

Questo per dire come quella cifra di circa 450 miliardi sia immediatamente da ridurre di un centinaio di miliardi.

Ci avrebbero fatto ancora ulteriori tagli, la verità è che la Regione è già esclusa dagli altri trasferimenti tipo il Fondo nazionale trasporti pari a 25 miliardi, tipo l'Agricoltura, il Turismo.

Quindi, non avevano più i settori su cui effettuare i tagli e quindi hanno operato in maniera pesante sul settore della Sanità.

Un'informativa anche più precisa sarebbe stata difficile proprio perché lo stesso Governo soltanto nelle ultimissime settimane ha trovato questa formula.

L'ho detto in Consiglio regionale, una sorta di patto che il Presidente del Consiglio Amato mi aveva manifestato nell'incontro che aveva avuto con il Consiglio dei Ministri, ma in un momento in cui tecnicamente non era ancora stato studiato il tipo di intervento né come farlo.

La stessa modalità che è stata poi seguita, è stata una modalità individuata da tecnici di Governo più che suggeriti da noi. Dato che in genere le vittorie hanno molti padri ed i difetti ne hanno pochi, se qualcuno intende il mio atteggiamento come una mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio regionale io me ne assumo completamente le responsabilità.

Per quanto riguarda invece il tono e il modo con cui il Consigliere Riccarand, di cui ho sempre rispettato, anche se molte volte non condiviso le posizioni, ha illustrato la sua posizione, io vorrei solo aggiungere pochissime considerazioni.

Su tutto l'arco alpino sopravvivono due sole Comunità di montagna, tutta la realtà della montagna alpina italiana è crollata. Sono sopravvissute due realtà quella della Valle d'Aosta e quella della Provincia di Bolzano.

Basta fare un inventario di tutte le realtà delle vallate alpine a partire dalla Liguria, al Piemonte, alla Lombardia, al Veneto, le realtà di montagna sono finite perché sono state seguite regole improntate ad una razionalità economica che le hanno sacrificate.

L'esodo dalle montagne in queste zone è avvenuto in modo pressoché totale ed oggi sono inesistenti realtà e comunità umane al di sopra dei mille metri.

Cogne è uno dei pochi comuni sull'intero arco alpino che a oltre 1500 metri sul livello del mare ha più di 1500 abitanti.

Ciò significa che è vero che rispetto a certe logiche sono funzionali certi discorsi apparentemente anche molto corretti, ma è altrettanto vero che applicando quelle regole la montagna è finita.

Si potrà discutere su come abbiamo impegnato le risorse e questo deve essere il dibattito di questo Consiglio, però questa è la realtà. Facendo semplicemente quelle medie aritmetiche, calcolo, reddito, partecipazione dello Stato ai bilanci regionali pro-capite, indubbiamente se non si tiene conto della nostra realtà questi ci fanno apparire come realtà privilegiate che non è vero.

Se fosse vero quel paradiso privilegiato che ci vogliono, con degli stereotipi superficiali, affibbiare come caratteristica regionale, questa realtà probabilmente non avrebbe difficoltà a mantenere quella dimensione demografica, per esempio, che a stento mantiene solo con un bilancio migratorio positivo.

Non sarebbe spiegabile altrimenti uno stentato mantenimento, ma che è un ridimensionamento reale della comunità di montagna e questo ci deve fare riflettere.

Io accetto anche alcune considerazioni nel senso di meglio mirare la spesa, ma una considerazione di base va fatta, perché non possiamo essere paragonati ad un quartiere di Torino, ma non perché ci sentiamo al di sopra di questa realtà, ma perché i servizi che fornisce una dimensione urbana demografica potente non possono essere applicati ad una realtà di montagna con una popolazione dispersa su un territorio ad altitudini elevate.

Dobbiamo intervenire a favore dell'industria perché la realtà di montagna presenta degli ostacoli, si tratta semplicemente di abbassare gli svantaggi, non di creare dei vantaggi altrimenti avremmo molte più domande di industrializzazione.

Dobbiamo intervenire a favore dell'agricoltura altrimenti avremmo un esodo totale dalla montagna.

Certo, si sono fatti degli errori e gradualmente lo stesso dibattito stasera, ma direi di più, questo modo diverso di guardare al futuro, alle prospettive della nostra Regione, va compiuto e portato avanti fino in fondo.

Però non dobbiamo dimenticare che da queste vallate vengono portati, come contributo di questa Regione all'economia nazionale, più di due miliardi di kilowatt/ore annue, su tre miliardi prodotti, sono quasi due miliardi e quattrocento kilowatt/ore annue che vengono qui prodotti.

Gran parte del risparmio che affluisce alle banche viene impiegato fuori dalla Valle d'Aosta, che paghiamo la scuola dovendo subire ed ubbidire a programmi e ad iniziative che non sono perfettamente aderenti alle esigenze della Valle d'Aosta, paghiamo lo scotto di essere anche non solo un'isola, ma un corridoio.

Tutte queste considerazioni non le dico per sostenere a spada tratta i nostri vizi, dobbiamo guarire da certi vizi, dobbiamo riconsiderare i valori forti che secondo me si ritrovano nella cultura di questa Valle, però non possiamo adeguarci a chi vuole ridurre le possibilità di crescita della nostra Regione.

Per concludere, mentre chiedo il voto favorevole su questa risolu-zione dichiaro nello stesso tempo che ci asterremo dall'emenda-mento proposto dal Consigliere Riccarand, pur riconoscendo in questo emendamento una raccomandazione e un invito a utiliz-zare meglio le risorse che abbiamo a disposizione.

PresidentePongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Riccarand.

Esito della votazione:

Presenti: 22

Votanti: 22

Favorevoli: 1

Astenuti: 21 (Agnesod, Bajocco, Beneforti, Chenuil, Cout, Faval, Lanivi, Lavoyer, Limonet, Mafrica, Milanesio, Monami, Mostacchi, Pascale, Perrin, Ricco, Rusci, Stévenin, Vallet, Viérin e Voyat).

L'emendamento è respinto.

PresidentePongo in votazione la risoluzione in oggetto:

Esito della votazione:

Presenti: 22

Votanti: 21

Favorevoli: 21

Astenuti: 1 (Riccarand)

Il Consiglio approva.

PresidenteI nostri lavori sono terminati, il Consiglio è convocato per domani mattina alle ore 9,15.

La seduta è tolta.