Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 4021 del 9 dicembre 1992 - Resoconto

OGGETTO N. 4021/IX Presa di posizione dell'Associazione Valdostana Industriali in relazione alla politica industriale della Regione. (Interpellanza)

Interpellanza La crisi nel settore industriale che si manifesta già in questi ultimi tempi è destinata certamente ad aggravarsi nei prossimi anni perché cresceranno le interdipendenze nel contesto europeo, dove è prevista una preoccupante recessione economica. La consapevolezza di questa crisi ha spinto l'Associazione Industriale Valdostana a lanciare un pressante segnale di allarme, ma anche a sottolineare pesanti critiche all'attuale politica industriale dell'Amministrazione regionale.

Due gli aspetti che vengono soprattutto evidenziati dagli industriali: il primo, l'assoluta mancanza di una politica tesa a consolidare e sviluppare il tessuto industriale esistente, a fronte di notevoli investimenti volti a privilegiare gli insediamenti provenienti da fuori Valle o ad acquistare aree senza alcuna programmazione industriale (Cogne e Autoporto); il secondo, la carenza di servizi alle imprese e in modo particolare la mancanza di un osservatorio sul mercato del lavoro e di una Camera di Commercio autonoma.

Di fronte a tali critiche, preoccupante è apparso il silenzio della Giunta regionale e dell'Assessore competente.

Ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale

interpella

l'Assessore regionale all'Industria, Commercio ed Artigianato per conoscere:

1) quali valutazioni ritiene di poter fare in risposta alle critiche dell'Associazione Industriali e quali iniziative ha allo studio per fronteggiare una crisi produttiva già in atto e che si annuncia ancor più grave per il prossimo anno;

2) per quale motivo l'osservatorio sul mercato del lavoro esiste solo sulla carta;

3) qual è la posizione dell'attuale Giunta regionale in merito alla costituzione di una Camera di Commercio svincolata dalle strutture burocratiche dell'Assessorato, richiesta che l'Associazione industriali e l'Associazione Commercianti avanzano da almeno 20 anni.

F.to: Pascale

Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Pascale.

Pascale (PSI) Stiamo vivendo un momento di grave crisi economica e a detta degli economisti il 1993 sarà ancora peggiore, perché andiamo verso una recessione.

Di questo stato di crisi si è fatta interprete l'Associazione industriali della Valle d'Aosta e all'unanimità, anche tenendo per buona quella distinzione che il Presidente della Giunta aveva fatto tra industriali e industriosi, io credo che l'analisi sia stata condivisa da tutti. E' stato lanciato un grido d'allarme e al contempo anche delle critiche nei confronti dell'Amministrazione regionale che a giudizio dell'Associazione industriali non sta ponendo in essere delle iniziative atte a fronteggiare la crisi che si sta avvicinando.

Grosso modo viene criticata, da un lato la politica industriale della nostra Regione perché privilegia troppo gli industriali che vengono da fuori e non assume iniziative tese a consolidare il tessuto industriale esistente.

Io avevo già avuto modo di osservare questo aspetto in occasione della discussione in Commissione del disegno di legge che favorisce i nuovi insediamenti industriali. Allora si era trovato un compromesso in modo da ampliare questi interventi regionali anche a favore di aziende valdostane che volessero solo ampliare i loro opifici.

Penso che lo stesso discorso si potrebbe fare nel settore della ricerca, perché se è giusto dare alla Tecdis svariati miliardi per la ricerca, non vedo perché un provvedimento del genere non possa essere pensato a favore di tutte le imprese valdostane; tra l'altro sono interventi che vengono attuati anche a livello nazionale.

E così si potrebbe anche parlare di altri campi di attività. Dall'altro lato si fanno delle critiche relativamente ai servizi alle imprese. Questo è un vecchio discorso della carenza dei servizi alle imprese che avevamo affrontato già anni fa, parlando della Finaosta che era diventata una banca anziché svolgere la sua attività principale, che era quella di dare servizi alle imprese.

Ne avevamo riparlato in occasione della costituzione della Banca Valdostana; ora che c'è la Banca Valdostana la Finaosta smetterà di fare la banca e darà spazio a quei servizi che sono l'essenza del proprio statuto.

Indubbiamente rispetto ad altre regioni, quelle del triangolo industriale, dobbiamo riconoscere che in Valle d'Aosta non esistono dei servizi a favore delle imprese esistenti. Qui viene richiamato da parte dell'Associazione industriali soprattutto l'osservatorio sul mercato del lavoro che è stato già deciso, ma che non è ancora partito e non sappiamo per quali motivi. Poi viene riproposta quell'istituzione di una Camera di Commercio o perlomeno di un istituto svincolato dall'apparato burocratico, dove altrove esercita le funzioni della Camera di Commercio e che è una vecchia battaglia dell'Associazione industriali.

Ne avevamo parlato anche nella scorsa legislatura e su questo tema non c'è mai stato, da parte delle Giunte regionali che si sono succedute, una particolare attenzione.

Io non so se è possibile istituire qui una Camera di Commercio autonoma, come esiste nelle altre regioni d'Italia, visto che le competenze sono state assorbite dall'Assessorato all'Industria, ma forse è possibile ipotizzare la creazione di un qualche istituto misto, mezzo pubblico e mezzo privato, che comunque sia in grado di dare alle imprese alcuni servizi che altre Camere di Commercio effettivamente danno.

Di fronte a queste critiche dell'Associazione industriali mi è parso un po' strano il silenzio della Giunta regionale. Non ho visto riportata sugli organi d'informazione una risposta del Governo regionale, di critica o anche in termini propositivi.

Ecco il motivo per cui ho presentato l'interpellanza.

Presidente Ha chiesto di parlare l'Assessore all'Industria, Commercio e Artigianato, Mafrica.

Mafrica (PCI-PDS) Non abbiamo risposto ufficialmente, perché abbiamo avuto contatti ed incontri con la Giunta la quale ci ha formulato direttamente senza interpreti esterni le sue osservazioni e l'Associazione industriali ha tenuto a precisare che il suo intervento aveva fini costruttivi e non politici e intendeva porre dei problemi per i quali ricercare soluzioni comuni.

Credo sia stata giusta da parte dell'Associazione industriali una presa di posizione preoccupata sulla situazione dell'industria, perché effettivamente la recessione continua a mordere sempre più forte.

Qui in Valle arrivano anche se attenuati e in ritardo gli stessi segnali che hanno già portato il triangolo industriale in una situazione molto negativa. Tutti i giorni si sentono i dati relativi al crollo degli addetti nell'industria, ai posti di lavoro che probabilmente si perderanno, alla necessità che ha l'impresa di interventi di politica industriale.

Da questo punto di vista la preoccupazione dell'Associazione indu-striali è condivisa pienamente e c'è la massima disponibilità della Giunta a collaborare con l'Associazione stessa e con tutte le altre associazioni produttive interessate al mantenimento dell'occupa-zione e al mantenimento dello sviluppo di questa Regione.

Ovviamente nell'ambito di questo discorso sono anche state fatte delle osservazioni e critiche in parte giuste, in parte da disarticolare e verificare su alcuni problemi posti relativamente ai servizi. Ci è stato precisato che ci si riferiva sì ai ritardi e alle lentezze burocratiche della Regione, ma anche a disservizi che sono di Enti di Stato, di servizi dello Stato oppure di grandi enti che adesso sono diventati società per azioni.

Rispetto al funzionamento di questi servizi in Valle, dall'Enel, alla Sip, alle Poste e alle Ferrovie, ci siamo detti disponibili a fare quanto possibile come Giunta perché questi enti esterni alla Regione, ma importanti come servizi alle imprese, potessero prendere delle misure per iniziative concrete che risolvano i problemi concreti posti dall'Associazione industriali.

Ovviamente il discorso della crisi è a più livelli; c'è un livello comunitario, per la siderurgia si stanno studiando misure a livello CEE. C'è un livello nazionale che interviene per ciò che riguarda i tassi di interesse, uno degli elementi fondamentali che appesantisce i bilanci delle imprese, che interviene per i costi delle imprese dal punto di vista fiscale; ci sono poi interventi regionali.

Da questo punto di vista, io credo di dover ricordare che la gamma di interventi regionali a favore dell'industria è abbastanza ampia e va dagli interventi svolti attraverso il Consorzio Fidi, attraverso la legge per i fondi di rotazione, la legge n.33, agli interventi in gestione speciale.

In questi giorni è comparso su La stampa con un certo rilievo un intervento della Regione Lombardia che si riferiva al fatto di aiutare i Consorzi Fidi. Io credo che rispetto a questi strumenti si possano fare approfondimenti per migliorarne ed adattarne il funzionamento all'evoluzione della situazione.

Se ci sono proposte nuove, se l'Associazione industriali ha proposte nuove, le esamineremo con attenzione. In questo senso abbiamo dato la disponibilità a costituire una sede permanente di confronto tra la Giunta regionale e l'Associazione industriali stessa, proprio per esaminare nel dettaglio proposte, modifiche, interventi che si rendessero necessari.

In quanto alla politica regionale, un elemento che da alcuni viene interpretato, a nostro giudizio in modo non corretto, è quello della politica delle aree. La politica delle aree e della infrastrutturazione delle aree è un elemento che rimane decisivo nel lungo periodo per consentire l'insediamento o la dislocazione di attività industriali.

Lo stesso procedimento che si è usato per l'area di Pont-Saint-Martin verrà usato per l'area di Verrès, che oramai è diventata quasi integralmente di proprietà della Regione e uno studio è stato affidato per la riorganizzazione dell'area di Villeneuve. C'è quindi questa indicazione di entrare in possesso delle aree e in questo senso si parla anche dell'area Cogne e dell'area Autoporto per programmarne l'utilizzo ai fini di un successivo sviluppo produttivo.

Questo mi pare un indirizzo importante che ha una sua logica e che ha dato e potrà dare i suoi frutti.

Rispetto alla politica di sostegno alle imprese, sono stati presi, anche recentemente, una serie di provvedimenti che vanno a sostegno delle imprese esistenti, oltre che dei nuovi insediamenti. Da questo punto di vista sta procedendo la costituzione di un centro di assistenza e sviluppo per le piccole imprese, un centro che è giunto alla fase della costituzione notarile, un centro a maggioranza pubblica in cui la Regione opera attraverso la Finaosta che vede aggregate al suo interno, nella società per azioni anche le banche esistenti in Valle e tutte le associazioni produttive in Valle.

Questo centro dovrebbe assistere le imprese e fornire ad esse servizi reali rispetto alle normative esistenti, alle possibilità di finanziamento, alle ricerche di mercato, a quant'altro sia utile per favorire la difesa e lo sviluppo delle piccole aziende.

Alcune leggi, le ricordava prima il Consigliere Pascale, sono state approvate negli ultimi tempi, quella che aiuta le imprese che vogliono innovare nel campo del miglioramento ambientale, quella che aiuta le piccole imprese a costruire nuovi capannoni, e anche la legge per la ricerca. Si è trattato di una legge che riguardava sì la Tecdis e la Cogne, ma anche una piccola impresa come la CPS.

In quel caso si è fatta la scelta di favorire progetti precisi, piuttosto che andare ad una legge generale che potrebbe funzionare come una legge che assegna contributi a pioggia. Si è preferito procedere e si è disponibili a procedere per casi singoli.

Come invece elemento specifico nel campo della ricerca, è allo studio la legge che favorisce le imprese che hanno bisogno di aggiornare ai fini europei la certificazione dei propri prodotti. Si sta lavorando alla predisposizione di un disegno di legge che aiuta le imprese che hanno bisogno di certificare la qualità dei propri prodotti, che quindi incontrano delle spese in questo senso.

Rispetto agli insediamenti, alla luce anche dell'esperienza fatta in questo decennio, c'è un indirizzo che inverte il metodo: vale a dire invece di esaminare decine e decine di proposte che provengono da parte di imprese che chiedono di insediarsi in Valle d'Aosta, selezionare come Regione dei gruppi a cui richiedere l'insediamento, invece di attendere che si facciano avanti quelli che possono avere qualche loro ragione per un insediamento in Valle, riuscire ad individuare come Regione i soggetti che ci interessa siano presenti, sia ai fini delle entrate fiscali, sia ai fini occupazionali.

E' una politica complessa, che una piccola Regione come la nostra cerca di mettere in opera con le difficoltà presentate da una crisi che è molto rapida e un sistema nazionale che è molto incerto.

Credo che con il contributo del Consiglio e delle associazioni produttive possano essere fatti ulteriori passi in avanti.

Ci sono poi due richieste precise: come mai l'osservatorio del lavoro esiste solo sulla carta?

In realtà non è che l'osservatorio esista solo sulla carta, esiste frazionato in una serie di soggetti, perché in questa Regione sono fornitori di dati relativi al mercato del lavoro l'Ufficio del lavoro, che mensilmente fornisce i flussi degli avviamenti al lavoro e dei licenziamenti, l'Inps che è in possesso di tutti i dati puntuali relativi a tutti i lavoratori dipendenti, la Cerved che dipende dagli uffici dell'Assessorato all'industria e che ha i dati relativi alle imprese. Esiste poi la ricerca da parte dell'Ufficio studi e programmi sui dati Istat campionari trimestrali.

Si tratta di riuscire a coordinare questo insieme di dati, trovando un referente preciso, che da una complessa situazione legislativa finora non è stato individuato in modo chiaro.

La legge n.28 del 1983, quella relativa alla formazione professionale attribuisce all'Ufficio studi e programmi la competenza per la costituzione dell'osservatorio regionale.

La legge n. 56 del 1987, che è una legge dello Stato attribuisce alla Agenzia dell'impiego, qui rappresentata dall'Agenzia del lavoro, con sue funzioni regionali, lo stesso compito. La legge n.16 del 1989 affida compiti all'Agenzia del lavoro regionale.

Il tentativo che stiamo facendo è quello di ricomporre queste diverse fonti attribuendo ad un'unica fonte che potrebbe essere l'Agenzia del lavoro il compito della fornitura dei dati puntuali e di flusso, lasciando invece alla segreteria dell'Ufficio studi e programmi la parte di ricerca macroeconomica.

In questa direzione si sono affidati ai due soggetti compiti di ricomposizione per una proposta definitiva. Ci auguriamo di fare rapidamente dei passi in avanti.

Per ciò che riguarda la Camera di Commercio io credo si debba dire che l'argomento non è un tabù. La Camera di Commercio è stata costituita in Valle non dagli imprenditori, ma è stata costi-tuita in Valle nel 1928 come Consiglio provinciale dell'economia, diretta da un Prefetto, ed è nata quindi come espressione delle corporazioni su indicazione dello Stato fascista. Quando nel 1946 con il decreto legislativo 532 le competenze sono passate alla Regione, si è creata un'opinione contraria a funzioni che richiamavano quella storia della precedente Camera di Commercio.

I tempi sono cambiati, gli uffici svolgono tutti compiti obbligatori dal registro ditte all'albo artigiani, agli elenchi protesti, al bollettino delle società a responsabilità limitata.

Esiste forse una necessità di coinvolgere direttamente in questo tipo di attività, soprattutto per ciò che riguarda la ricerca di mercato e la promozione, anche le associazioni. Fino ad oggi c'è stato un organo che si chiama Comitato di collaborazione in cui sono presenti i rappresentanti degli artigiani e dei commercianti, degli industriali, degli agricoltori, dei lavoratori dipendenti che ha svolto compiti fondamentalmente burocratici. Questo organo, di cui abbiamo esaminato la proposta insieme all'Associazione industriali, potrebbe essere condotto alla qualità di Comitato tecnico-politico di indirizzo dei servizi della Camera di Commercio. Nel contempo si potrebbe verificare la possibilità di avere una struttura che non restituisca ad altri le competenze che sono state trasferite dallo Stato alla Regione, ma che consenta con una legge dello Stato di individuare un organismo nuovo, regionale, senza cedere competenze regionali, ma andando verso una struttura che conservi competenze regionali che però coinvolga nella gestione, non solo a livello di comitato di indirizzo, ma anche più concretamente, le associazioni.

In questo senso esaminerò con la Giunta la possibilità di un incarico specifico di studio sulla materia.

Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Pascale.

Pascale (PSI) Ringrazio l'Assessore all'Industria che mi ha dato una risposta molto ampia e dettagliata e sotto molti aspetti esauriente e soddisfacente.

Prendo atto con soddisfazione che c'è stato un incontro con l'Associazione industriali e che questo ha portato alla costituzione di un comitato permanente che era una delle richieste che l'associazione aveva avanzato. Si chiedeva di incontrarsi, di parlare, di valutare assieme le iniziative da prendere.

E' chiaro che la crisi incombe e quindi sono necessarie iniziative che vanno concordate con i diretti interessati.

La Regione si è sempre preoccupata in passato di garantire interventi finanziari a sostegno delle imprese.

Oggi, questi interventi finanziari non sono più sufficienti. Questa è la sostanza della critica da parte dell'Associazione industriali. Finalmente, sono venuto a sapere e mi fa piacere, dopo anni che se ne parlava, entrerà presto in funzione il centro di assistenza sviluppo alle piccole imprese su iniziativa della Finaosta. Era un'iniziativa di cui si era già discusso a lungo tre anni fa. Prendo atto che questo é già un organismo che è in via di istituzione.

Per quanto riguarda l'osservatorio del lavoro c'è da creare un coordinamento. Mi pare di aver capito che l'Assessore è della mia stessa opinione: questo coordinamento non deve essere dall'ente Regione. L'ente Regione fa troppe cose e le fa in un modo più lento di quello che può fare un organismo snello ed agile che potrebbe essere l'Agenzia del lavoro.

A proposito della Camera di Commercio, si tratta di individuare, non so sia necessaria una legge, o se basti separare le competenze, (ci sono delle competenze che riguardano gli aspetti locali, il registro ditte eccetera, che possono benissimo essere mantenute nell'ambito della struttura burocratica), le imprese lamentano la mancanza di servizi di ricerca del mercato, di promozione eccetera, servizi che non può dare l'ente pubblico, perché sono servizi che devono essere forniti essenzialmente da un organismo manageriale, da un organismo privato.

Sotto questo aspetto, mi auguro che l'Assessore approfondisca anche attraverso un incarico, il discorso con l'Associazione industriali.

L'unica cosa che non condivido, ed in questo sono d'accordo con l'Associazione industriali, è la politica delle aree. Ho già avuto mo-do di esprimere la mia opinione in occasione della discussione che riguardava la Cogne e l'Autoporto, mi auguro comunque che anche quando si parla di queste acquisizioni si cerchi, non di guardare solo agli imprenditori che vengono da fuori, ma si affronti il problema con l'Associazione industriali, non è detto che le iniziative per riempire queste aree non possono venire già da parte di quella che è la classe imprenditoriale della nostra comunità.