Oggetto del Consiglio n. 4015 del 9 dicembre 1992 - Resoconto
OGGETTO N. 4015/IX Interventi per evitare la prosecuzione dei lavori di costruzione del raccordo autostradale del Gran San Bernardo, in conseguenza dei ritardi nella realizzazione. (Interpellanza)
Interpellanza Preso atto che, in data odierna, la costruzione del raccordo autostradale del Gran San Bernardo non è ultimata e che anzi le opere realizzate sono circa il 25 percento dell'intero progetto;
Ricordato che il progetto di tale raccordo è stato approvato in una serie di "Conferenze dei servizi" svoltesi nel corso del 1991 e che la realizzazione dell'opera è stata autorizzata con il decreto del ministro dei Lavori Pubblici, n. 1080 del 7 giugno 1991;
Ricordato, altresì, che le procedure accelerate ed eccezionali utilizzate per l'approvazione del progetto e per l'affidamento dei lavori senza gara d'appalto erano giustificate dalla necessità perentoria di concludere tale opera entro il 27 febbraio 1992 (termine poi prorogato al 30 agosto 1992) onde poter utilizzare l'opera per consentire il buon esito delle Celebrazioni Colombiane previste a Genova nell'estate del 1992;
Sottolineato che la mancata ultimazione delle opere nei termini perentori previsti dalla legge determina la decadenza delle autorizzazioni che stanno alla base dei lavori in corso di realizzazione;
Evidenziato che non solo il raccordo non è concluso, ma anzi è necessaria una variante al progetto onde evitare l'abbattimento della casa Faverge e l'eliminazione degli svincoli a Plan Signayes;
Rilevato che è compito dei Sindaci dei comuni interessati, del Presidente della Giunta regionale, dell'Assessore regionale ai Lavori Pubblici assumere gli opportuni provvedimenti per impedire la prosecuzione di un'opera priva di regolari autorizzazioni;
il sottoscritto Consigliere regionale del gruppo Verde Alternativo
interpella
la Giunta regionale per sapere quali provvedimenti sono stati assunti o si intendono assumere per evitare la prosecuzione di un'opera le cui autorizzazioni sono decadute.
F.to: Riccarand.
PresidenteHa chiesto di parlare il Consigliere Riccarand.
Riccarand (VA) Questa interpellanza affronta nuovamente la questione del raccordo del Gran San Bernardo che ci interessa in particolare per quanto riguarda la situazione di Signayes.
Questo progetto, come è noto, è stato approvato con una procedura anomala, prevista da una specifica legge, collegata alle celebrazioni colombiane di Genova.
Questa legge ha previsto che l'approvazione del progetto avvenisse non con l'iter normale, ma attraverso delle Conferenze dei Servizi che si sono svolte nel corso del 1991 e che hanno poi portato all'approvazione dell'opera e all'autorizzazione attraverso un decreto del Ministro dei Lavori Pubblici del 7 giugno 1991.
L'iter di approvazione accelerato e anomalo era giustificato dalla necessità di costruire, completare, rendere agibili queste opere, per poter garantire un buon svolgimento delle celebrazioni previste a Genova.
La legge aveva previsto inizialmente che tutte le opere approvate con questa procedura fossero concluse entro il 27 febbraio 1992. Successivamente con provvedimento di legge tale scadenza è stata prorogata al 30 agosto 1992.
Tutti oggi possiamo constatare che il raccordo del Gran San Bernardo non solo non è stato ultimato entro il 30 agosto del 1992, ma è ben lungi dall'esser ultimato, ed è un'opera che richiederà anni di lavoro.
Questa situazione credo che dovrà far riflettere sui presupposti che stavano alla base dell'approvazione, su come sia stato possibile approvare un progetto che doveva essere completato entro sei-sette mesi al massimo e che invece richiederà anni di lavoro.
Inoltre, credo che ci sia un problema ancora più immediato, ancora più urgente: abbiamo visto ad esempio la presa di posizione del Presidente della Giunta regionale della Regione Liguria, secondo cui, non essendo stata ultimata quest'opera entro la data prevista dalla legge, vengono meno le autorizzazioni che si basavano proprio sul presupposto dell'ultimazione di quest'opera entro una precisa data.
E' comprensibile che il legislatore abbia previsto procedure anomale per realizzare un'opera in considerazione della sua urgenza, ma è anche evidente che quando questa urgenza viene meno e non viene più rispettata e non vengono più rispettate determinate scadenze precise per la consegna dei lavori, vengono meno anche tutti quei presupposti su cui si basavano le anomalie dell'autorizzazione.
Quindi noi ci troviamo sostanzialmente di fronte ad un'opera che sta proseguendo nell'esecuzione dei suoi lavori e che non è più in possesso di regolare autorizzazione.
Tutti i presupposti che stavano alla base dell'autorizzazione stavano nel fatto che questa opera fosse conclusa in tempo per le celebrazioni colombiane.
L'Expo di Genova è chiusa, da mesi. C'è una controversia sui suoi risultati, sul numero di frequentatori, rimane comunque il fatto che questa opera, autorizzata con determinate procedure perché fosse funzionale all'Expo di Genova, non è conclusa e quindi sono decadute le autorizzazioni che si basavano su questo presupposto. Le autorizzazioni dovranno essere rinnovate dagli organi competenti.
Siccome gli organi competenti sono l'Anas, il Ministro dei lavori pubblici, ma anche l'Amministrazione regionale, i comuni interessati, noi riteniamo che sia doveroso da parte della Regione adoperarsi per chiarire la situazione, per sospendere questi lavori e per rinnovare le autorizzazioni.
Questo è importante anche alla luce della situazione che si è creata a Signayes: la variante richiesta è prevista per eliminare lo svincolo a Plan Signayes e realizzare degli svincoli in località Faverge e c'è il problema dell'abbattimento della casa Faverge. Proprio perché le autorizzazioni devono essere rinnovate, una variante deve essere approvata.
Io credo che qui ci sia l'opportunità, e si inserisca la necessità e l'opportunità di prevedere un progetto completo di svincoli a nord di Signayes, evitando fra l'altro l'abbattimento della casa Faverge e andando incontro alle richieste più volte espresse dagli abitanti, dal Consiglio di frazione, dalla comunità montana, ribadite anche in documenti approvati dal Consiglio regionale e dal Consiglio comunale di Aosta.
Questi sono i contenuti dell'interpellanza e vogliamo sapere come la Giunta intenda muoversi rispetto a questa situazione.
Presidente Ha chiesto di parlare l'Assessore ai lavori pubblici, Vallet.
Vallet (UV) Il problema posto dal Consigliere Riccarand è un problema serio e difficile.
Le risposte però che si devono dare non sono così scontate come sembrerebbe da quanto esposto dal Consigliere Riccarand. In questo senso abbiamo intanto scritto una lettera al Ministro dei lavori pubblici per avere chiarimenti in merito a questa situazione che si è venuta a creare.
Abbiamo convocato i sindaci dei comuni interessati, il sindaco di Aosta, di Quart e Saint-Christophe e, insieme ai responsabili dell'Ufficio urbanistica dell'Assessorato all'ambiente, abbiamo cercato di fare un pochino di chiarezza.
In quella sede è stato definito un quesito che abbiamo posto al Professor Siniscalco proprio perché gli stessi tecnici dell'Ufficio urba-nistica hanno avuto delle grosse difficoltà a dipanare la matassa.
Abbiamo avuto nei giorni scorsi la risposta del Professor Siniscalco che conferma appunto quanto dicevo prima, vale a dire che le risposte date dal Consigliere Riccarand non sono affatto così scontate.
Allora la via da seguire consigliata dal professor Siniscalco è di questo tipo: rispetto alla perentorietà dei termini sembrerebbe che il discorso è quanto meno opinabile, cito un passo del parere in cui si dice appunto: "La sanzionabilità del ritardo esclude a mio parere la decadenza ope legis dei provvedimenti abilitativi e quindi la perentorietà del termine"
Per quanto riguarda invece la linea di condotta suggerisce che comunque i comuni interessati dovranno informare il Presidente della Giunta regionale e il Ministro dei lavori pubblici dello stato di avanzamento dei lavori; il Presidente della Giunta dovrà verificare che i comuni adempiano tempestivamente alle disposizioni ed in caso di inerzia dei comuni dovrà provvedere sostitutivamente.
Spetterà quindi al Ministro, d'intesa con la Regione, adottare i provvedimenti ritenuti opportuni e necessari. In questo senso è stata predisposta una lettera per i sindaci dei comuni interessati per renderli edotti del parere e della situazione ed è stata convocata per venerdì mattina una riunione con i sindaci stessi per definire l'ulteriore iter del problema.
Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Riccarand.
Riccarand (VA) Indubbiamente su queste materie ci possono essere pareri diversi e opinioni diverse. Io leggerei con molto interesse il parere del professor Siniscalco se l'Assessore me lo farà avere. Credo però che sia abbastanza chiara la situazione.
Si dice che c'è una estrema urgenza di realizzare un'opera finalizzata ad un avvenimento ben preciso, le manifestazioni colombiane di Genova, che si svolgono in una data ben precisa, con una data precisa di inizio e di fine.
Per fare quest'opera la legge consente di derogare, di saltare tutta una serie di procedure per l'approvazione dei progetti, l'approvazione dei comuni, della Regione, la valutazione dell'impatto ambientale, tutte le norme sulla legge Galasso, eccetera. Tutto questo è stato completamente saltato, sostituito da una riunione di responsabili di vari settori che hanno decisodi fare andare avanti il progetto.
La legge ha previsto che la cosa è legale, che si può fare; può essere discutibile sul piano opportunità ma comunque è legale. Ma se poi per questa opera per cui si è derogato a tutte le norme, si è prevista una procedura nuova e non viene fatta per l'obiettivo che ci si era dati, io credo che non ci sia solo un problema di sanzione, ma ci sia un problema di venir meno a dei presupposti che stavano alla base di tutte le autorizzazioni.
I giuristi, gli esperti, possono sbizzarrirsi, possono dire tante cose; però credo che il problema sia grosso, corposo e nodoso.
Bisogna capire che cosa vuole fare la Giunta regionale. Se la Giunta regionale vuole utilizzare comunque questa situazione, che mette sicuramente in difficoltà la SAV, mette in difficoltà l'Anas, mette in difficoltà gli enti che gestiscono questa operazione per ottenere degli obiettivi che c'eravamo dati come Consiglio regionale, e che la Giunta stessa aveva dichiarato validi - come eliminare lo svincolo a Plan Signayes, evitare l'abbattimento della Faverge, studiare una soluzione razionale a nord di Signayes per gli svincoli -, allora qui c'è lo spazio per mettere alle corde la RAV, l'Anas, il Ministro dei lavori pubblici e tutti quelli che hanno approvato un progetto che non ci va bene, che noi riteniamo non di bloccare completamente, ma di correggerlo.
Quindi io credo che la Giunta debba svolgere questa funzione qua. I comuni devono attivarsi, evidentemente, per quanto di loro competenza, e la Regione deve operare per trovare una soluzione, per mettere a posto una situazione dal punto di vista della legalità delle autorizzazioni, attraverso una sanatoria, attraverso gli atti che saranno necessari. Tuttociò purché ci sia la disponibilità a fare quei correttivi sul progetto, che sono le cose che ci interessano e che abbiamo votato come Consiglio.
Quindi noi seguiremo l'iter di questa vicenda. Riteniamo fra l'altro che in questa vicenda emergano ancora più pesantemente le responsabilità della SAV, perché l'Assessore Vallet e tutti quelli che si sono chinati su questa vicenda ben sanno che nel decreto del Ministro dei lavori pubblici, che ha approvato quest'opera del 7 giugno 1991, n. 1080, è richiesta esplicitamente la garanzia alla SAV che l'opera venisse conclusa entro i termini di legge. Come facesse a dare la SAV quelle garanzie....
Ma quella è responsabilità sua. La SAV prima o poi ne risponderà in sede penale, ma era una garanzia che doveva dare, ed invece non è stata rispettata.
Io credo che ci sono tutti gli spazi per costringere la SAV ad uscire da una situazione di muro che ha fatto nei confronti delle richieste della Regione e degli abitanti di Signayes per trovare invece una soluzione che vada a rispettare quello che era stato chiesto come modifica del progetto.