Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3884 del 9 novembre 1992 - Resoconto

OGGETTO N. 3884/IX Progetto di smobilitazione del centro elaborazione dati dell'Ilva-Cogne di Aosta. (Interrogazioni e interpellanza)

Presidente Do lettura delle interrogazioni e della interpellanza, presentate dai consiglieri Beneforti e Chiofalo, dai consiglieri Trione e Lanièce e dai consiglieri Aloisi, Pascale e Milanesio, iscritte rispettivamente ai punti 11, 15 e 17, che trattando argomento analogo vengono discusse congiuntamente:

Interrogazione A conoscenza del comunicato emesso dai lavoratori del CED/Ilva-Cogne in data 14 ottobre 1992;

Visti gli impegni assunti dalla Giunta regionale con delibera n. 8.255 del 15-91992;

i sottoscritti consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore competente per conoscere:

1) se corrisponde al vero quanto hanno reso noto con il loro comunicato i lavoratori del CED;

2) i tempi entro i quali intende riferire al Consiglio regionale sugli impegni e intenti contenuti nella delibera n. 8.255 del 15-9-1992 e che riguardano anche il Centro di calcolo.

F.to: V. Beneforti e A. Chiofalo

Interrogazione Sentita (e condivisa) la viva disapprovazione dei lavoratori del CED (Centro Elaborazione Dati) dell'ILVA-COGNE in merito al progetto di smantellamento del "Centro" prospettato loro nei giorni scorsi;

Ritenuta l'ipotizzata chiusura in netto contrasto con i contenuti della delibera della Giunta regionale n. 8255 del 15 settembre u.s. recante appunto gli indirizzi per un piano di riqualificazione economico-produttiva dello stabilimento di Aosta;

Valutata altresì negativamente la posizione passiva della Giunta regionale rispetto alle ripetute decisioni di ILVA mirate esclusivamente al ridimensionamento delle attività e dell'occupazione;

i sottoscritti consiglieri regionali della Democrazia Cristiana

Interrogano

la Giunta regionale per conoscere

1) se è a conoscenza dell'evenienza della chiusura del CED, del passaggio della potenza di calcolo all'Olivetti e della riduzione del 50 percento del personale;

2) se intende intervenire in difesa del rispetto degli accordi sottoscritti da ILVA.

F.to: S. Trione e A. Lanièce

Interpellanza Preso atto degli impegni assunti dall'Amministrazione regionale per una soluzione dei problemi Cogne, tenendo conto dell'importanza che riveste il settore industriale nel tessuto economico e sociale della nostra Regione;

Viste le dichiarazioni del Presidente della Giunta, intese alla valorizzazione delle risorse umane oggi presenti all'interno della Cogne, quali la costituzione tra Regione, Ilva ed eventuali qualificati partner, di una società di servizi informatici;

Preoccupati delle dichiarazioni del Capo Gabinetto del Presidente della Giunta, il quale, in una riunione, ha ipotizzato la chiusura del Centro Elaborazione Dati della Cogne di Aosta con l'acquisto di potenza di calcolo dell'Olivetti di Ivrea, e la conseguente riduzione del 50 percento del personale;

I sottoscritti consiglieri regionali del P.S.I.

Interpellano

Il Presidente della Giunta e l'Assessore competente per conoscere:

1) quali sono i motivi che impediscono il rispetto della dichiarazione d'intenti tra l'Ilva-Cogne e Regione Valle d'Aosta, sulla costituzione di una società mista di informatica;

2) quali accorgimenti si intendono predisporre onde evitare che vi sia una smobilitazione umana e professionale dallo stabilimento Cogne, visto l'alto grado di professionalità dei lavoratori del Centro Elaborazione Dati;

3) se, il Presidente della Giunta non ritiene esservi interferenze di "carattere privato" nell'intera vicenda.

F.to: D. Aloisi, L. Pascale, B. Milanesio

Presidente Ha chiesto di illustrare l'interpellanza iscritta al punto n. 17 il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.

Aloisi (PSI) Questo è un argomento di grande attualità, perché proprio in questo periodo si sta discutendo sul problema dell'Ilva Cogne, sulla soluzione di questo grave aspetto, che è quello occupazionale.

Mi sono permesso di fare una interpellanza che riguarda il settore del centro meccanografico, dove da sei anni i lavoratori hanno avuto vari incontri con i vecchi amministratori, inizialmente con l'ex Presidente della Giunta Rollandin e con l'attuale Presidente della Giunta Lanivi, che allora era Assessore all'Industria. Successivamente nel 1990 hanno avuto un incontro con il vecchio Presidente della Giunta Bondaz e l'allora Assessore Fosson.

In quella occasione si era prospettata la possibilità di creare una società di informatica, mista, composta da una percentuale alla Finaosta, da una percentuale all'Ilva Cogne, e una ad una società privata, l'In.Va..

Nel 1991 l'Assessore Mafrica aveva prospettato l'ipotesi di un polo informatico, che potesse servire la Regione Valle d'Aosta, potesse coinvolgere la Banca valdostana, l'USL, i vari comuni, nonché il centro meccanografico della Regione, polo che avrebbe avuto un lavoro assicurato perlomeno per cinque anni da parte dell'Ilva Cogne.

Questo era un modo per poter salvare il centro meccanografico della Cogne, quindi salvare la professionalità di questi lavoratori acquisita dopo anni ed anni di lavoro e di esperienza.

In vista di questa tesi, nel febbraio del 1992 era stato assunto all'Ilva Cogne il dott. Fabiole, amministratore delegato dell'In.Va., per coordinare questa società mista.

Nei primi mesi di ottobre vi è stato un incontro fra il Presidente della Giunta, l'Assessore Mafrica, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti dei lavoratori del centro meccanografico. Dopo quell'incontro (del quale gradirei sapere le risultanze dal Presidente della Giunta), a seguito di una telefonata fatta da delegato sindacale, il Capogabinetto del Presidente della Giunta aveva ipotizzato la possibilità di affittare la potenza di calcolo dell'Olivetti, quindi di Ivrea, e di eliminare il calcolatore della Cogne.

Questo avrebbe comportato una riduzione del personale del centro elaborazione dati di circa il 50 percento: da ventidue unità si sarebbero ridotte a dieci unità. Voglio ricordare che il dott. Lévêque, attuale Capogabinetto del Presidente della Giunta, faceva parte del consiglio di amministrazione dell'In.Va., e già allora si era dichiarato contrario alla costituzione di questa società mista Regione-Ilva Cogne-In.Va.. Nel consiglio di amministrazione il dott. Lévêque rappresentava la parte privata.

Nel 1991 l'allora Presidente Bondaz sembrava avesse trovato la soluzione per quanto riguarda il centro elaborazione dati, aveva detto testualmente (cito da un documento ufficiale delle organizzazioni sindacali) - "Abbiamo concordato la creazione di una società nel settore informatico, che sfrutterà le esperienze acquisite e garantirà un futuro in Valle d'Aosta per i giovani in un settore di avanguardia". Quindi c'era un impegno preciso, da parte dell'allora Presidente della Giunta, su questo problema.

Adesso chiedo al Presidente della Giunta di poter sapere quali sono le intenzioni, perché i lavoratori si trovano in una situazione drammatica, non sanno cosa succederà; alcuni di loro sono stati chiamati e sono stati invogliati a reperire un altro posto di lavoro, quindi a spostarsi da quel settore, e questo denota che c'è da parte della società la volontà di ridurre il personale di questo settore, che è un settore molto professionale. Ho davanti a me un comunicato stampa del Presidente della Giunta datato 28 settembre 1992, dove dichiara espressamente: "L'Amministrazione regionale ritiene importante una soluzione in tempi brevi dell'insieme dei problemi della Cogne, tenendo conto del rilievo che riveste il settore industriale in un sistema economico valdostano, dove l'equilibrio intersettoriale e l'apertura economico-commerciale verso aree limitrofe devono costituire le basi per un solido e duraturo processo di sviluppo". E in relazione a questo centro elaborazione dati dice: "Sono poi previsti interventi, volti alla valorizzazione delle risorse umane oggi presenti all'interno della Cogne, alla costituzione fra Regione, Ilva ed eventuali qualificati partner, di una società di servizi informatici, per il rilancio dell'attività di ricerca del prodotto eccetera".

A fronte di queste dichiarazioni di intenti, di queste belle parole, che denotano la volontà di questa maggioranza di portare avanti i problemi, non basta l'intenzione di portarle avanti, non bastano le belle parole o le belle dichiarazioni; a questo punto ritengo sia importante vedere fatti concreti, cioè toccare con mano la realtà. Abbiamo visto l'intervento del collega Bondaz all'inizio sulla questione della SDS: tante parole, poi c'è un po' di confusione nelle dichiarazioni, perché in alcune dichiarazioni si dicono certe cose, in altre se ne dicono altre ancora.

Oggi i lavoratori interessati aspettano dal Presidente della Giunta delle parole chiare, precise, su quello che sarà il futuro del centro elaborazione dati; c'era stato un impegno preciso di un incontro entro il 15 ottobre (lo dice il comunicato) per risolvere quei problemi ed entro 60 giorni di proporre delle cose concrete. Vorremmo sapere dal Presidente della Giunta quale sarà la fine di questo centro elaborazione dati dell'Ilva Cogne, se c'è in prospettiva la volontà di salvare questi posti di lavoro, di salvare la loro professionalità, con la creazione di questo polo informatico che sarebbe la soluzione ideale per risolvere questo problema.

Si dà atto che dalle ore 11,17 presiede il Vicepresidente Stévenin.

Presidente Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.

Lanivi (GM) Confermo tutti gli indirizzi che ho già più volte presentato in questo Consiglio, cioè l'impegno della Regione per risolvere il problema della Cogne, e ancora pochi giorni fa ho avuto degli incontri in tal senso, così come confermo l'impegno della Giunta ad operare per la valorizzazione delle risorse umane presenti all'interno della Cogne. E questo senza facili superficialità o demagogie, ma cercando di operare con il massimo della serietà.

C'è un gruppo tecnico di lavoro, che è composto da rappresentanti dell'Assessorato dell'Industria, della Cogne, dell'In.Va., della Finaosta e recentemente della "Sintax", per arrivare ad un tipo di soluzione che corrisponda appieno non solo alle esigenze dei lavoratori interessati, ma alla volontà espressa da questo Consiglio. Ci siamo trovati di fronte ad una soluzione, che voglio dire nelle sue caratteristiche essenziali, e alla ipotesi alla quale si sta cercando di lavorare con l'obiettivo che ho già denunciato, cioè di garantire ai lavoratori interessati una proposta seria, che tenga conto degli interessi di tutti.

La prima proposta cosa prevedeva? Era una proposta che prevedeva il concorso di Cogne e di In.Va., In.Va. che non aveva mai espresso una sua volontà di procedere, o meglio: In.Va. che doveva ancora decidere la sua posizione rispetto a questa proposta; comunque questa prima proposta prevedeva: 1) l'assorbimento di tutto il personale oggi operante presso il centro elaborazione dati della Cogne in una nuova società, 2) l'acquisto da parte di questa nuova società di un nuovo elaboratore, in quanto quello attualmente in funzione presso la Cogne risulterebbe obsoleto, 3) l'acquisto di un nuovo blocco integrato di procedure software in grado di garantire la gestione del sistema informativo Cogne, anche tenuto conto dell'adeguamento che sotto il profilo amministrativo viene imposto dalla normativa comunitaria in materia di bilancio.

Il personale proveniente dal CED della Cogne nella nuova società, circa venti unità, sarebbe per circa un quarto utilizzato per la gestione del sistema e per la parte restante per lo sviluppo, cioè predisposizione di un nuovo software applicativo.

Così concepita, la società in questione verrebbe ad avere il suo punto di pareggio economico, cioè fra costi e ricavi, intorno ai 3 miliardi di giro di affari all'anno. In questa proposta tale bisogno finanziario avrebbe dovuto essere così coperto: 1) da un impegno della Cogne, che attualmente spende circa 2,5 miliardi all'anno, ad una commessa di 1,5 miliardi all'anno per cinque anni; quindi rispetto all'equilibrio di 3 miliardi, la Cogne per cinque anni si sarebbe impegnata a garantire commesse per 1,5 miliardi all'anno; 2) la restante parte di domanda, necessaria a mantenere senza perdite la struttura, dovrebbe provenire dalla Regione, direttamente attraverso i contratti con il SED (Servizio Elaborazione Dati della Regione) oppure attraverso servizi da fornire all'USL, per un importo annuo di almeno 1,5 miliardi; 3) in aggiunta questo piano proposto prevedeva possibili ulteriori interventi pubblici, a titolo di concorso per le spese di formazione del personale e concorso per le spese di ricerca e sviluppo.

Considerazioni su questa proposta. Sotto il profilo formale questa strada rischia di presentare i seguenti problemi: 1) la Regione, a seguito delle disposizioni in materia di appalti pubblici di forniture, decreto legislativo 358 del 24 luglio 1992, non può impegnarsi a trattativa privata per garantire una commessa pluriennale alla costituenda società, se non dopo aver esperito le condizioni offerte eventualmente da altre; 2) in materia di sostegno alle spese di ricerca e sviluppo non esiste attualmente una normativa regionale che lo disciplina.

Questi due fatti determinerebbero la costituzione di una società, che parte con il rischio di registrare sin da subito un forte passivo, nel quale caso i partner coinvolti non sarebbero disponibili a meno che la Regione in qualche modo non garantisse sulla copertura delle prevedibili perdite.

Ecco perché si sta cercando di approfondire una soluzione che, tenendo conto di questi problemi, dia uno sbocco positivo alla situazione, garantendo da un lato i problemi occupazionali, e dall'altro una via di uscita, una soluzione positiva.

In questo caso, questo gruppo di lavoro di cui ho detto sta cercando di esperire tra Regione, In.Va., Cogne e Finaosta una strada diversa, in grado di risolvere i problemi occupazionali, senza partire con un ostacolo così pesante sotto il profilo economico.

L'ipotesi, che è in via di approfondimento tecnico, prevederebbe di non dover effettuare l'investimento di un nuovo calcolatore, ma di utilizzare la potenza di calcolo di una macchina efficiente già esistente e fra due anni localizzata in Valle d'Aosta, quella della "Sintax", perché con la "Sintax" la Regione ha una convenzione e quindi vorremmo utilizzare questa convenzione per sfruttare le capacità dell'Olivetti "Sintax" in questa vicenda.

Evitando tale investimento, il punto di pareggio dell'unità operativa scenderebbe drasticamente dai 3 miliardi ad 1,6-1,8 miliardi; la differenza esistente fra la commessa Cogne (1,5 miliardi per cinque anni) e quanto necessario a coprire i costi, potrebbe trovare riscontro in servizi da fornire al SED in materia di assistenza hardware e software e di mantenimento e duplicazione costante di tutti gli archivi e di sviluppo di parti di procedure software.

I lavoratori verrebbero assorbiti (questa è la soluzione che si sta approfondendo) dalla società a partecipazione regionale In.Va., la quale già fornisce del tipo al SED, per cui la richiesta di prestazioni solo aggiuntive si configurerebbe come legittima ed opportuna. Si deve ora verificare, perché è un progetto in via di approfondimento, l'esatto stato delle necessità del SED e la disponibilità, oltre che del cliente Cogne, del fornitore "Sintax", nonché delle rispettive condizioni.

Quindi, si ribadisce la volontà della Regione di affrontare e di risolvere il problema del centro elaborazione dati della Cogne, nell'interesse dei lavoratori interessati e nel quadro delle trattative in corso, che vedono la Regione impegnata a discutere su aspetti occupazionali e finanziari di portata assai rilevante.

Cioè vogliamo anche considerare questo problema nell'attuale trattativa che stiamo portando avanti con la Cogne, dentro la quale vogliamo inserire il discorso del centro elaborazione dati, nel senso che a fronte di impegni finanziari della Regione vogliamo che l'Ilva assuma degli impegni anche rispetto a questa iniziativa.

Non voglio neppure affrontare delle considerazioni che ritengo più che altro provocatorie perché sono assolutamente prive di fondamento, se non quello di cercare di offendere la onorabilità di persone che in questo momento sono impegnate a risolvere nella maniera il più possibile positiva questa delicata situazione.

Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Trione per la replica, ne ha facoltà.

Trione (DC) Non tanto per la replica, in quanto la mia era una interrogazione, alla quale mi premeva avere alcune risposte.

Direi che ho avuto parte delle risposte; intanto ringrazio il Presidente perché mi pare che abbia ribadito l'impegno della Giunta ad occuparsi del problema e a trovare una soluzione. Però non mi è ancora chiaro attraverso le due soluzioni che il Presidente stesso ha prospettato, per le quali ha parlato di assorbimento del personale, in che misura verrebbe garantito questo assorbimento. Se ho capito bene, nella prima delle soluzioni questo assorbimento verrebbe garantito al 50 per cento, perché delle venti unità attuali del CED...

(... interruzione del Presidente della Giunta ...)

... d'accordo, quella meno percorribile forse, o alla quale la Giunta è meno interessata.

Appunto, dicevo, in quella prima soluzione la metà del personale, un quarto in un modo e un quarto in un altro, verrebbe assorbita, ma rimarrebbe fuori una metà delle venti unità attualmente occupate.

Nella seconda soluzione, che, è vero, è ancora una ipotesi in via di approfondimento, come ha giustamente ricordato il Presidente, però mi pare che in questa soluzione il problema del personale non sia ancora stato affrontato e quindi tanto meno abbia potuto trovare definizione.

Dico questo perché mi pareva che alla prima delle due domande fosse necessario avere una risposta più precisa. Si chiedeva infatti se corrispondeva al vero che era stata ipotizzata la chiusura del centro elaborazione dati, il passaggio della potenza di calcolo all'Olivetti e la riduzione del 50 percento del personale, il che quadrerebbe con la prima soluzione. Questa era la preoccupazione che aveva mosso la mia interrogazione.

Ho avuto una risposta alla seconda parte, ma alla prima non mi è chiaro se è stata data risposta oppure no.

Presidente Eccezionalmente, per completare la risposta, posso dare la parola al Presidente della Giunta.

Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.

Lanivi (GM) Mi scuso con il Consigliere Trione, perché ho letto un documento proprio per evitare che non ci fossero fraintendimenti.

Allora, prima soluzione, sulla quale la Giunta aveva già espresso un orientamento in linea di massima positivo: per quanto riguarda il personale ho parlato di assorbimento di tutto il personale oggi operante presso il CED della Cogne in una nuova società.

Seconda soluzione: ho detto che i lavoratori verrebbero assorbiti dalla società a partecipazione regionale In.Va., quindi nelle considerazioni che il Consigliere Trione ha fatto non so a cosa si riferisse.

Ho letto un documento, quindi non ho problemi a ribadire rispetto alla prima soluzione che presenta quelle difficoltà che ci hanno spinto a riconsiderare e ad approfondire alcuni aspetti, per vedere di trovare una soluzione diversa e migliorativa. Nel primo caso, assorbimento del personale oggi operante presso il CED nella nuova società; nel secondo caso, i lavoratori secondo ipotesi che stiamo approfondendo verrebbero approfonditi dalla società a partecipazione regionale In.Va.

Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.

Aloisi (PSI) Il Presidente è stato ampio nella sua illustrazione, però rimane il fatto che ha parlato tanto ma la sostanza rimane molto poca.

In pratica il Presidente ha detto che c'era stata all'inizio una prima ipotesi, quella che avevo citato nelle mie premesse, quella che portava avanti l'ex Presidente Bondaz, che avrebbe poi creato questo polo regionale.

Questa prima ipotesi viene parzialmente accantonata e viene portata avanti una seconda ipotesi (che conferma le perplessità che ho citato nel mio primo intervento), prospettata dal Capo Gabinetto del Presidente della Giunta, dott. Lévêque, cioè l'ipotesi di eliminare il centro meccanografico dell'Ilva Cogne e concentrare la potenza di calcolo a Ivrea con la "Sintax"...

(... interruzione del Presidente della Giunta ...)

... Presidente, allora me lo spieghi meglio, perché la prima ipotesi lei ha detto che è stata accantonata, la seconda ipotesi era quella che avevo citato nelle dichiarazioni del portavoce della Presidenza della Giunta, nelle quali diceva che era stata ipotizzata la chiusura del CED di Cogne e l'acquisto della potenza di calcolo dell'Olivetti di Ivrea con la società "Sintax". Io ho capito in questo modo. Comunque sta di fatto che, malgrado la sua ampia illustrazione, nella sostanza non c'è una risposta chiara e concreta a quelle che sono le preoccupazioni dei lavoratori.

Oltretutto, per quanto riguarda il fatto di citare quella mia informazione, quella subdola informazione, come lei l'ha definita, con cui si vuole cercare di infangare eccetera, se ho chiesto se ci sono degli interventi o delle interferenze di carattere privato è perché intorno all'In.Va. ruotano dei privati che hanno sicuramente l'interesse a far sì che rimanga una società a carattere privato e non un polo centrale regionale, come viene chiesto dai lavoratori e come sarebbe opportuno fare.

Lanivi (GM)No.

Aloisi (PSI) Ho fatto una domanda, non volevo accusare nessuno. Essendoci dei privati, potrebbe esserci - a mia e sua insaputa - un'interferenza di carattere privato, per evitare che venga creato questo polo regionale, che potrebbe essere la soluzione dei problemi.

Ho capito poco, come lei ha detto; ma da quello che ho capito il problema rimane irrisolto, questo mi pare di averlo capito chiaro. State lavorando, state cercando di creare qualcosa di concreto, però le preoccupazioni sulle dichiarazioni che aveva citato allora il Capo Gabinetto del Presidente della Giunta risultano veritiere.

Mi considero insoddisfatto delle risposte, comunque rimango in attesa dell'evolversi degli eventi. Verificheremo in futuro la reale volontà da parte del Presidente della Giunta di affrontare e risolvere questo problema.

Presidente Ha chiesto di parlare il Consigliere Beneforti, ne ha facoltà.

Beneforti (DC) Al punto 11 c'era una interrogazione, presentata dal sottoscritto e dal collega Chiofalo, alla quale è stata data risposta solo parzialmente.

Al punto 2 della interrogazione si chiedeva "i tempi entro i quali (la Giunta regionale) intende riferire al Consiglio regionale sugli impegni ed intenti contenuti nella delibera n. 8255 del 15 settembre 1992 e che riguardano anche il Centro di calcolo". Eravamo a conoscenza della situazione, ma abbiamo colto l'occasione del comunicato dei lavoratori del CED, proprio per riprendere in questa tornata del Consiglio regionale un discorso sul futuro della nazionale Cogne.

Abbiamo capito che per i lavoratori del CED non ci sono prospettive certe; ci sono ancora da fare degli studi, dei ripensamenti, c'è da rivedere, da confrontarsi e così si va avanti mese dopo mese, come siamo andati avanti per tutto il resto dello stabilimento della Cogne. Dispiace dirlo, ma ancora una volta dobbiamo registrare l'inerzia di questa Giunta regionale e il fallimento della politica industriale portata avanti fino ad oggi.

Dobbiamo registrare invece la capacità di Gambardella di trascinare la trattativa nel tempo, mentre si aggrava la situazione produttiva e occupazionale dello stabilimento di Aosta, e il CED ne è una dimostrazione, signori della Giunta. Voi state dimostrando l'incapacità di realizzare quanto avete concordato fra di voi all'interno della Giunta nella delibera del 15 settembre.

Come è noto, entro il 15 ottobre doveva essere raggiunto un accordo con il gruppo IRI - Ilva S.p.a., entro sessanta giorni dalla stipula di questo accordo doveva essere attuato un piano per il risanamento economico, produttivo e occupazionale dell'azienda. Oggi degli impegni che avete assunto non c'è una indicazione che ci possa far guardare con fiducia al futuro.

Nella seduta del 21 ottobre - perché noi cerchiamo di tallonarvi non per fare della polemica, ma per vedere se si arriva a risolvere i problemi della Cogne - l'Assessore Mafrica con grande candore confessava che un incontro con i rappresentanti dell'azienda era avvenuto il 12 ottobre, quando il termine era il 15, cioè tre giorni prima si sono incontrati con la società. Un ulteriore incontro, diceva in quella sede, sarebbe avvenuto il 27 ottobre. Ma allora a che punto siamo del confronto fra la Regione e l'Ilva Cogne?

Dobbiamo registrare anche l'includente riunione del comitato di gestione della siderurgia. Per amor di patria non riferisco quanto mi è stato confessato da alcuni sindacalisti e delegati della Cogne, che hanno partecipato a quell'incontro.

Assessore all'Industria, Presidente della Giunta: vi rendete conto che oltre al fallimento della vostra azione che si sta registrando con l'Ilva, non avete dato ancora soluzione, neppure parziale, a nessun problema occupazionale? I cento trenta lavoratori delle case di spedizione attendono ancora un segno di certezza, e vengono da noi per sapere a che punto è la Giunta, a che punto sono le iniziative che dovrebbero essere prese. I lavoratori dell'edilizia, vedi Freydoz, e di altre aziende sono nella crisi più profonda.

Allora, Assessore Mafrica, come la mettiamo? Sono io che imposto i problemi Cogne con superficialità, con demagogia, a scopo elettorale, come ha affermato nel passato? E' giunto il momento - mi rivolgo a tutta la Giunta - di fare un confronto serio sulla situazione Cogne e sulla situazione occupazionale nella nostra Regione. Da tempo vi chiediamo la convocazione di un Consiglio straordinario in questa sede, per esaminare la problematica Cogne, ed anche il discorso della occupazione a livello regionale. Occorre un confronto nella sede istituzionale.

Certo, ci si può confrontare anche fuori casa; lo avete fatto giovedì della settimana scorsa nella saletta qui sotto, dove il PDS ha organizzato un confronto. Ma un conto è affrontare il problema e far vedere che si vuole affrontare il problema fra pochi intimi, un contro è affrontare il problema nella sede istituzionale. Voi avete timore di affrontare in questa sede la problematica della nazionale Cogne, avete dato delle indicazioni che non riuscite a portare avanti.

Bisogna venire qua e fare un discorso approfondito per quello che rappresenta la Cogne agli effetti occupazionali, produttivi, della economia regionale; non si possono fare discussioni di cinque-sei minuti come questa, in occasione della presentazione di interrogazioni. ma dobbiamo affrontare in un Consiglio la situazione reale.

Mi si rimprovera di essere semplicistico, superficiale, di fare demagogia, ma state attenti, signori miei, perché le distanze da questa Giunta le sta prendendo anche il PDS, a meno che non abbia letto male, e dice quello che dico io. Nell'invito che mi era stato inviato per partecipare a quella riunione di giovedì scorso, si legge: "E' urgente un intervento pubblico, nel quale la Regione svolga un ruolo importante, al fine di coinvolgere i privati nel settore. In assenza di una forte iniziativa pubblica e regionale si rischia di compromettere le residue possibilità eccetera ". Questo è quanto sto sostenendo da mesi in questa sede e oggi ve lo dice l'Assessore Mafrica, ve lo dice anche il suo partito, che sta prendendo le distanze da questa Giunta.

Inoltre, commenta la stampa locale dopo il convegno: "Il PDS ha deciso di porre il problema Cogne come un punto fondamentale della propria politica. Si deve trovare una solida intesa fra Regione e Cogne, che consenta (...) un intervento finanziario regionale, capace di pareggiare i conti". Si può essere d'accordo o meno, però qui c'è una presa di posizione che non è quella della Giunta regionale, e anche questo partito, che ha membri nella Giunta, prende le distanze.

Questo per dire che quello che abbiamo sostenuto e che oggi sostiene anche il PDS è la verità, e su quella strada bisognerà cercare di camminare. Allora non abbiate timore di confrontarvi fino in fondo e di convocare una seduta straordinaria di questo Consiglio regionale, per poter avere tutto lo spazio per discutere di questa vicenda. Se non lo fate voi, in questi giorni vi chiederemo noi come minoranza di convocare in seduta straordinaria il Consiglio regionale.