Oggetto del Consiglio n. 3844 del 22 ottobre 1992 - Resoconto
OGGETTO N. 3844/IX Iniziative per il risanamento economico e produttivo dello stabilimento Cogne di Aosta. (Interpellanza)
Presidente Do lettura dell'interpellanza presentata dai consiglieri Beneforti e Chiofalo, iscritta al punto 20 dell'ordine del giorno.
Interpellanza Preso atto della delibera della Giunta regionale n. 8255 del 15 settembre 1992 con la quale la Giunta stessa ritiene di giungere entro il 15 ottobre p.v. alla sottoscrizione di un accordo-quadro con il Gruppo IRI-ILVA SpA sulle problematiche inerenti lo stabilimento Cogne di Aosta;
preso atto, altresì, dell'intenzione di predisporre entro 60 giorni dalla stipula dell'accordo sopra richiamato, un piano operativo per il risanamento economico e produttivo dell'Ilva-Cogne di Aosta;
preso atto del continuo atteggiamento dilatorio della Giunta regionale di fronte ad un problema che investe l'attività produttiva e occupazionale della maggiore azienda industriale della nostra Regione;
i sottoscritti consiglieri regionali della Democrazia Cristiana
interpellano
la Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere:
1) i contenuti dell'accordo-quadro che sarà stipulato entro il 15 p.v. fra la Giunta regionale e il Gruppo IRI-ILVA SpA;
2) quali iniziative intende assumere nei confronti dell'Ilva-Cogne per far cessare la logica aziendale sempre incentrata sui tagli occupazionali e la smobilitazione delle risorse umane, nonostante il confronto in atto fra le parti;
3) se, dato il ruolo che riveste l'Ilva-Cogne nella Regione Valle d'Aosta, non si ritenga di convocare il Consiglio regionale in seduta straordinaria per un confronto aperto, sia sui contenuti dell'accordo-quadro, sia sul piano operativo che la Giunta sostiene di realizzare entro 60 giorni a decorrere dal 15 ottobre 1992.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Beneforti; ne ha facoltà.
Beneforti (DC) Abbiamo presentato questa interpellanza per essere aggiornati sui problemi dello stabilimento Cogne di Aosta.
Nell'adunanza consiliare della prima quindicina di ottobre siamo rimasti in silenzio, fiduciosi che entro il 15 ottobre la Giunta si sarebbe pronunciata, almeno nel corso di un incontro con i Capigruppo o con il Comitato per la siderurgia, per rispettare quella data e riferire sull'accordo-quadro previsto dalla delibera di Giunta n. 8255 del 15 settembre, nella quale è detto che entro il 15 ottobre sarebbe stato stipulato un accordo-quadro.
Invece non è circolato alcun avviso di convocazione, nessuna lettera o telefonata è pervenuta ai Capigruppo del Consiglio, né tantomeno ad altre sedi. A noi è pervenuto solo il comunicato dei lavoratori del CED - credo che l'abbia ricevuto anche la Giunta - che si dichiarano esasperati dalle decisioni aziendali e dalle promesse non mantenute.
Visto che tutto taceva e non avendo saputo nemmeno dalla Giunta regionale o dall'Assessore competente che l'ing. Gambardella sarebbe venuto ad Aosta per incontri - forse all'ing. Gambardella conveniva di più incontrarsi con Lucchini, per fare accordi coi privati, magari svendendo parte della produzione dello stabilimento di Aosta - il 16 ottobre ho scritto una lettera aperta all'Assessore Mafrica e gliel'ho fatta pervenire tramite l'Ufficio stampa della Presidenza della Giunta...
(...interruzione dell'Assessore Mafrica...)
...L'Assessore scuote la testa... A me spiace che non l'abbia ricevuta. Comunque, in quella lettera ho puntualizzato la nostra posizione. Mi è stato detto che ne hanno parlato la RAI e Tele-Alpi, nonché altri giornali che ringrazio a nome di tutti coloro cui sta a cuore la problematica Cogne.
Con quella lettera aperta non ho voluto fare del protagonismo, ma ho voluto confermare il nostro pensiero sulla vertenza Cogne, ho voluto ricordare alla collettività gli impegni presi e disattesi dall'Assessore Mafrica, ma soprattutto ho voluto ancora una volta richiamare l'attenzione delle forze sociali, delle organizzazioni sindacali confederali e di categoria della FLM e del Consiglio di fabbrica sulla gravità della situazione produttiva e occupazionale dell'ILVA-Cogne.
Assessore Mafrica, mi fermo qui ed aspetto una risposta all'interpellanza. Abbiamo diritto di conoscere se gli impegni assunti unilateralmente dalla Giunta sono stati accolti dalla controparte. Con l'interpellanza vogliamo infatti sapere se l'accordo-quadro è stato realizzato entro il 15 ottobre e chiediamo una convocazione straordinaria del Consiglio regionale - in caso contrario raccoglieremo le firme necessarie per chiedere tale convocazione - per esaminare sia l'accordo-quadro sia l'accordo più generale, cioè quello che la Giunta si è impegnata a realizzare entro sessanta giorni dalla data del 15 ottobre.
Con l'interpellanza si chiede anche di conoscere se con l'Ilva-Cogne si gioca a bocce ferme o meno, perché io credo che quando si svolgono trattative o confronti si debbano mettere dei punti fermi, per evitare che una parte, nel caso specifico l'Ilva-Cogne, continui a fare quello che vuole all'interno dello stabilimento, dove elimina tutte le risorse umane, anche quelle più importanti che potrebbero garantire una certa continuità al futuro dell'azienda e si comporta nel modo che sappiamo col CED. Sembra addirittura che, dopo l'accordo di Piombino, la produzione di acciai lunghi sarà spostata alla ditta Lucchini. Insomma, l'azienda continua a fare i propri comodi, trascurando tutte le migliori intenzioni dell'Amministrazione regionale.
Concludo ribadendo che con l'interpellanza vogliamo sapere se è stato realizzato l'accordo previsto entro il 15 ottobre, quali sono i rapporti tra la Regione e l'Ilva-Cogne che continua a fare i propri comodi a scapito dell'occupazione e dell'attività produttiva dello stabilimento e se si vuole convocare o meno una adunanza straordinaria del Consiglio regionale per esaminare tutta la problematica alla luce dell'accordo-quadro che avrebbe dovuto essere realizzato entro il 15 ottobre e di quello più generale che dovrebbe essere realizzato entro 60 giorni dalla data del 15 ottobre.
Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore all'industria, commercio e artigianato, Mafrica; ne ha facoltà.
Mafrica (PCI-PDS) Evidentemente il ritorno del Consigliere Beneforti sui banchi dell'opposizione ha rianimato le sue non sopite virtù sindacali. Devo però dire che il suo modo di impostare la questione Cogne mi pare piuttosto superficiale e credo che anche nei rapporti con la Giunta egli tenda più a ricercare scontri sulla forma che non sulla sostanza delle cose.
La lettera aperta che ha inviato ai giornali, non l'ha inviata all'Assessore...
(...interruzione del Consigliere Beneforti...)
...É aperta, ma non l'ha fatta pervenire all'Assessore. Comunque si tratta di una sua valutazione.
Dicevo che questo atteggiamento è più attento ai rapporti Giunta-Consigliere Beneforti che non ai reali problemi di un'azienda che si trova in condizioni molto difficili e di una trattativa con un gruppo che sicuramente non ha intenzioni chiare in merito al futuro della Cogne.
In questo periodo, sui contenuti e sugli indirizzi della delibera di Giunta si è avviata una trattativa serrata e molto difficile con i rappresentanti dell'Ilva: "serrata" perché ci sono stati numerosi incontri e ce ne saranno ancora altri, "molto difficile" perché la situazione della Cogne è pesante e perché l'Ilva tende a far risolvere alla Regione problemi che devono essere risolti dagli azionisti e dalla società interessata, ma che solo in parte possono essere risolti dalla Regione.
Lunedì 12 ottobre abbiamo incontrato il dott. Zappa (direttore generale), l'ing. Morandi (Presidente e amministratore della Cogne) e il dott. Giotti (segretario generale dell'Ilva) per discutere dell'accordo-quadro e del modo di procedere sui singoli punti dell'accordo-quadro.
Giovedì 15 ottobre abbiamo incontrato l'ing. Lombardi, amministratore delegato dell'Ilva-Gestioni patrimoniali, e l'ing. Giotti, per approfondire la questione delle aree. L'incontro è proseguito venerdì 16 ottobre.
Martedì 20 ottobre c'è stato un ulteriore incontro con il dott. Zappa, l'ing. Bitossi (amministratore dell'Ilva-Centrali elettriche), l'ing. Morandi e il dott. Giotti. In tale occasione è stata raggiunta l'intesa su una bozza di accordo-quadro che dovrà essere sottoposto alla Giunta regionale e all'ing. Gambardella per ciò che è di sua competenza. Martedì 27 ottobre è in programma un altro incontro.
La questione della Cogne è molto complessa - anticipo qui delle risposte che potranno servire anche all'interpellanza successiva - perché l'anno scorso la Cogne ha perso 50 miliardi. Quest'anno, stando ad una stima, la Cogne si avvia a perderne altri 70.
Per coprire le perdite del conto economico, l'anno scorso è stata fatta un'operazione con la quale i terreni su cui è insediata la Cogne sono stati ceduti in pegno di un finanziamento di 80 miliardi. Tale pegno deve essere riscattato entro il 31 dicembre di quest'anno.
Esiste quindi una situazione economico-finanziaria molto difficile ed esistono problemi che non possono essere trascurati. Credo che sia inutile ricordare il permanere di una crisi nera per la siderurgia, la concomitante recessione economica internazionale e nazionale, l'alto costo del denaro in Italia e la tendenza che si va affermando nel campo industriale, rispetto agli enti di gestione pubblici che prima ripianavano le perdite con fondi dello Stato, a privatizzare e a far valere ogni situazione per se stessa.
La situazione della Cogne esige una integrazione. La Cogne è forte su alcuni prodotti (vergella e valvole), invece è presente con quote non significative su altri prodotti (barre) ed ha quote marginali negli utensili e nei rapidi, per cui ha bisogno di una integrazione con altri partner.
Tale integrazione richiede tempi, trattative e condizioni che devono essere create, perché un investitore privato non interviene a fronte di conti economici molto pesanti e di situazioni produttive non efficienti. Quindi, la situazione dell'azienda, che negli ultimi mesi ha avuto qualche significativo miglioramento nelle quote di mercato e nel margine operativo lordo, deve continuare a migliorare affinché si creino nel medio periodo le condizioni per questa indispensabile integrazione.
Cosa può fare la Regione rispetto a questa situazione? La Regione ha dichiarato in modo chiaro che non intende affrontare una singola questione, ma il problema complessivo, nel senso che intende favorire il risanamento aziendale, entrare in possesso delle aree per garantire il loro utilizzo ai fini di una possibile reindustrializzazione ed anche di possibili utilizzazioni per la città di Aosta e riprendere il controllo delle centrali elettriche che oggi sono proprietà di Ilva-Centrali elettriche.
L'atteggiamento dell'Ilva tende invece a scaricare sulla Regione tutti i problemi aziendali.
Credo che questo atteggiamento vada contrastato e la Regione dovrebbe tener fermo il quadro generale. In questo senso si punta al raggiungimento di un'intesa più complessiva e non di un'intesa su singoli aspetti.
L'atteggiamento, che in parte ritrovo nell'interpellante, di scaricare il problema Cogne sulla Regione va a sostenere le posizioni dell'Ilva, che invece noi possiamo soltanto contrastare ed inserire in un disegno più complessivo.
Certamente occorre che la Regione si impegni a fare ciò che è nelle sue potestà e nelle sue possibilità, ma occorre che l'Ilva, l'Iri e lo Stato facciano anch'essi la loro parte.
Non si può far gravare sulla Regione una situazione che dipende dall'andamento dei mercati internazionali, dalle condizioni in cui si trovano gli impianti della Cogne e dal modo in cui l'azienda è stata gestita per decenni.
La volontà della Regione è chiara e netta: fare il possibile perché l'azienda continui ad operare al massimo livello di occupazione, perché le aree della Cogne, che sono un terzo dell'area del centro cittadino, siano riutilizzabili a fini di una nuova industrializzazione e quindi del recupero dell'occupazione nella città di Aosta e per servizi ed attività di interesse del Comune e della città.
La trattativa in corso è molto serrata e difficile e richiede il contributo di tutti. In questo senso convocheremo la prossima settimana il Comitato per la siderurgia e non appena ci saranno elementi più precisi chiederemo l'iscrizione all'ordine del giorno di una adunanza ordinaria o speciale del Consiglio regionale; gli atti o i provvedimenti da assumere per procedere operativamente nella trattativa con l'Ilva, vale a dire gli atti relativi all'acquisto delle aree, alle determinazioni sulle centrali elettriche e all'accordo-quadro.
Credo che nel frattempo le cose potranno essere ulteriormente approfondite in seno al Comitato per la siderurgia e mi auguro che su questo problema non si facciano sottovalutazioni e non si cerchi una facile contrapposizione, perché si tratta di una questione che riguarda ancora un numero molto elevato di lavoratori e più in generale l'assetto industriale della nostra Regione.
Si dà atto che dalle ore 9,53 assume la Presidenza il Vicepresidente Stévenin.
Presidente Ha chiesto la parola il Consigliere Beneforti; ne ha facoltà.
Beneforti (DC)La risposta dell'Assessore mi lascia alquanto insoddisfatto. Riconfermo di avergli fatto pervenire tramite fax, indirizzato all'ufficio stampa della Giunta regionale, la lettera di cui ho parlato nel mio precedente intervento, perché il problema Cogne non riguarda solo l'Assessore competente ma tutta la Giunta regionale.
Non sono io il responsabile del non funzionamento dell'Ufficio stampa. Mi dispiace che non l'abbia ricevuta. Se l'avessi saputo, gliel'avrei fatta pervenire "brevi manu", cosa che d'ora in avanti farò per tutte le comunicazioni che gli dovrò far pervenire. Assessore Mafrica, respingo categoricamente l'accusa di impostare con superficialità il problema Cogne.
Se c'è stata della superficialità, questa è semmai da ravvisare in lei, nella Giunta e nella maggioranza che la sorregge.
Qui ci sono forze politiche che stavano all'opposizione e che il 2 aprile hanno distribuito un volantino ai lavoratori della Cogne, chiedendo addirittura alla precedente Giunta che entro sessanta giorni fosse presentato un progetto-studio sul modo in cui salvare la Cogne.
Quel volantino era sottoscritto dalla nuova compagine socialista, dall'Union Valdôtaine, forse dai Verdi Alternativi e da altre forze rappresentante in questo Consiglio regionale.
Nell'adunanza del Consiglio regionale convocata in via straordinaria era stata istituita un'apposita commissione, comprendente due consiglieri della maggioranza e due della minoranza, affinché, sotto la presidenza dell'Assessore all'industria, entro sessanta giorni predisponesse un piano per salvare la Cogne.
Sono passati sessanta giorni, ma il piano non è stato presentato. Successivamente, dopo gli incontri dell'Assessore e della Giunta con l'ing. Gambardella a Roma e qui, avete dichiarato che avreste istituito dei gruppi tecnici di lavoro e che avreste presentato un quadro della situazione al Consiglio regionale.
Chi è che opera con superficialità? Non vi siete resi conto dei tempi necessari prima ed oggi per realizzare un piano che tenga conto di tutte le difficoltà che gravano sulla Cogne e del modo in cui salvare la produzione e l'occupazione del più grande stabilimento aostano? Assessore Mafrica, la superficialità l'avete avuta voi nel pretendere e nell'esigere prima e nel promettere dopo, di fronte alle nostre richieste tese a conoscere la linea che volevate seguire, e nel chiedere di rinviare di due mesi in due mesi la soluzione del problema.
La superficialità la si vede anche stamattina, perché voi avete deliberato il 15 settembre, ma questa mattina lei ha detto che gli incontri li avete iniziati il 12 ottobre, cioè quando già sapevate, come è detto nella deliberazione, "di giungere entro il 15 prossimo alla sottoscrizione di un accordo quadro con il Gruppo Iri-Ilva, di predisporre entro 60 giorni dalla stipula del documento di cui al punto precedente un piano operativo che definisca...".
Signori miei, da che parte sta la superficialità, visto che voi avete iniziato gli incontri il 12 ottobre? L'ha detto lei stesso, Assessore, perché ce l'ha appena confermato qui in quest'aula, indicandoci anche le difficoltà che incontrate. Ci vuole una bella faccia per venire qui a dire a noi che facciamo della demagogia e vediamo il problema con superficialità, quando fino ad oggi voi vi siete assunti vari impegni di sessanta giorni in sessanta giorni, ma non ne avete mantenuto nemmeno uno!
Io non sono tornato a fare il sindacalista e non me la prendo soltanto con la Giunta regionale. Signori miei, io faccio il Consigliere e l'amministratore regionale, ma è la Giunta regionale che gestisce la vita politico-amministrativa e ad essa io mi devo rivolgere per invitarla ad affrontare i problemi, così come altri problemi saranno affrontati in altra sede dalle organizzazioni sindacali, perché ognuno ha i suoi compiti. Io ho il compito di amministrare, voi quello di gestire.
I sindacati, i consigli di fabbrica e tutte le altre strutture interne dei lavoratori hanno altri compiti. Io non mi posso sostituire ai lavoratori, né posso andare ad organizzare assemblee o manifestazioni di lavoratori.
L'unica cosa che posso fare, che ho fatto e che farò ancora, è di sollecitare lo Stato a darci una mano a risolvere i problemi della Cogne.
Questo noi l'abbiamo fatto già in passato, lo facciamo oggi e lo continueremo a fare domani. Ma fino a quando non conosciamo l'intesa che la Regione ha raggiunto con l'Ilva Cogne, non possiamo muoverci nei confronti dello Stato proprio perché non sappiamo quali sono gli obiettivi occupazionali e produttivi che si intendono perseguire alla Cogne.
Voi avete iniziato le trattative il 12 ottobre, ma ancora una volta siete inadempienti di fronte al Consiglio, perché il piano non è stato presentato entro il 15.
Si dice: "La Cogne deve integrarsi con altri partner, con i quali avviare trattative che contribuiscano ad affrontare e risolvere i problemi dello stabilimento aostano".
Noi siamo d'accordo, però stiamo attenti, perché i privati non vengono a risolvere i problemi della Cogne per niente, non vengono alla Cogne solo per risanare i debiti della Cogne. "La Stampa" che ho qui riporta la storia di Piombino, che sarà poi ripresa anche dal collega Trione, in cui si dice: "Piombino porta a Brescia 80 miliardi di dote. All'Ilva - secondo il contratto con il Gruppo privato - resteranno terreni e debiti per oltre 200 miliardi". Stiamo attenti a non fare questo tipo di affari anche per lo stabilimento di Aosta.
Noi tutti concordiamo sulla necessità di favorire il risanamento aziendale, però dobbiamo evitare di illuderci che i privati vengano a risanare, perché anche la società Lucchini, che pure è una grossa azienda del settore siderurgico, a Piombino ha cercato di fare i propri interessi più che quelli dell'ente pubblico.
Qui si parla anche delle aree. Io sono d'accordo sull'acquisizione delle aree, ma non voglio che tutti i problemi gravino sulla Regione, come invece tende a fare l'Ilva e come, stando a quello che lei ha detto, tenderebbe a fare anche la nostra interpellanza.
La prego però di non fare un'allusione di questo genere, perché io ho sempre detto e sostenuto - e lo leggerà anche nella lettera aperta che le farò pervenire, sempreché non l'abbia già letta - che noi dobbiamo salvaguardare la presenza del capitale pubblico nella nostra Regione, perché il bilancio della Regione non potrà mai sostituirsi al pubblico nel concedere tutti gli aiuti che il privato richiede.
Intervenendo su una delle ultime interpellanze, allorché il Presidente Lanivi diceva che i privati pretendono sempre qualcosa e che la Mercedes non veniva in Valle d'Aosta per niente, io gli ho ricordato che neanche l'Olivetti viene in Valle d'Aosta per niente: proviamo a vedere quanto è costato alla Regione lo stabilimento di Pont-Saint-Martin! Quindi anche Lucchini, se verrà in Valle d'Aosta, farà gli stessi affari che ha cercato di fare a Piombino.
Questo significa che io mi rendo conto di cosa voglia il privato, tant'è che ho sempre detto che dobbiamo stare attenti, perché con le nostre possibilità di bilancio, una volta acquisite tutte le aree dell'autoporto e della Cogne, non potremo certamente pensare di potervi impiantare noi nuove attività produttive. Non mi si venga quindi a dire che noi vogliamo appoggiare la linea portata avanti dall'Ilva-Cogne.
Lo so anch'io che l'Ilva-Cogne cerca di rovesciare sulla Regione ogni responsabilità dicendo: "Se mi dai i soldi e se mi ripiani i debiti io vado avanti, altrimenti chiudo".
Questo lo capisco. Ecco perché insisto affinché si rimanga nel settore pubblico. Torno a ripetere per l'ennesima volta che, come Valle d'Aosta, non siamo in condizione di poterci sostituire al pubblico presente nella nostra Regione.
Siamo d'accordo, quindi, nel predisporre un disegno complessivo che veda la partecipazione della Regione e dell'Iri, ma in cui anche lo Stato giochi la sua parte. In questa sede ho anche detto che bisogna intervenire anche sul Ministero preposto a questa attività industriale per avere la certezza che dallo Stato provengano tutti gli appoggi necessari ad una Regione a grande tradizione siderurgica come la nostra.
Pertanto, Assessore Mafrica, sono pienamente insoddisfatto della sua risposta, che mi fa constatare ancora una volta che sono stati disattesi gli impegni assunti entro il 15 ottobre.
Poiché è già la quarta volta che prendete impegni di sessanta giorni in sessanta giorni, è preferibile che d'ora in poi indichiate più chiaramente i tempi necessari, invece di impegnarvi a dire per poi chiedere di rinviare, forse per non farli votare in Consiglio regionale, le prese di posizione o gli ordini del giorno sull'argomento.
Oggi non siamo più in condizione di vedere, di fare o di dire, perché la situazione dello stabilimento sta peggiorando sempre più, i debiti dell'azienda stanno aumentando e la gestione non fa niente, anzi, pensando di risanare il bilancio, butta fuori tutte le risorse umane.
Francamente noi vi diciamo che prendiamo atto del mancato rispetto di un ulteriore impegno che vi eravate assunti.
Dal 15 ottobre ci sono altri sessanta giorni, ma, dato che lei non ha risposto, tra breve chiederemo la convocazione di una adunanza straordinaria del Consiglio per esaminare tutta la problematica della Cogne, così potremo finalmente fare il punto della situazione che non ci è possibile fare con una semplice interpellanza.