Oggetto del Consiglio n. 3425 del 20 maggio 1992 - Resoconto
OBJET N° 3425/IX Mesures relatives à l'éboulement intéressant l'hameau Pasquier à Valtournenche. (Interpellation)
Président Je donne lecture de l'interpellation présentée par les conseillers Maquignaz, Andrione, Bich et Lanivi.
Interpellation Considérant qu'un vaste éboulement intéressant toute la zone du hameau Pasquier dans la Commune de Valtournenche menace l'effondrement de la Cure et de tous les bâtiments qui l'entoure;
Considérant que déjà à plusieurs reprises l'Assesseur compétent a été appelé à donner des explications à ce sujet sans que les légitimes préoccupations que la grave situation inspire aient été dissipées
les conseillers soussignés
interpellent
l'Assesseur au Travaux Publics. pour savoir:
quelles sont les mesures adoptées par le Gouvernement régional afin de sauvegarder les immeubles susdits et sécurité des habitants de la Commune de Valtournenche.
Presidente La parola al Consigliere Maquignaz.
Maquignaz (GM)Ho già avuto modo, con la precedente interpellanza, di richiamare all'attenzione dell'Assessore ai Lavori Pubblici la situazione che si è venuta a creare nel Comune di Valtournenche in seguito ai lavori di costruzione e ricostruzione del municipio che grava su un terreno che è caratterizzato da una fragile stabilità, a causa della natura dei luoghi soggetti a movimento franoso.
Purtroppo, nonostante l'interessamento della Regione, la situa-zione si è aggravata al punto che il parroco di Valtournenche ha ritenuto opportuno invitare, se così si può dire, tutte le persone di buona volontà a interessarsi del problema.
In effetti, la situazione è grave, perché continuano a formarsi delle crepe e delle lesioni nelle case circostanti i lavori; crepe e lesioni che interessano soprattutto la casa parrocchiale, la chiesa e potrebbero interessare anche il campanile con possibili gravi conseguenze per l'incolumità delle persone.
Quindi, crediamo che il problema vada affrontato con attenzione e con determinazione e a questo punto credo sarebbe opportuno richiedere una nuova perizia per accertare meglio lo stato dei luoghi o addirittura sarebbe il caso di richiedere l'intervento di ditte specializzate che siano in grado di affrontare il contenimento del movimento franoso.
Detto questo, desideriamo sapere quali sono stati gli interventi nel passato ed in particolare come s'intende agire ora, al fine di ovviare agli inconvenienti sopra menzionati.
Presidente Chiede di intervenire l'Assessore ai Lavori Pubblici, Martin.
Martin (ADP) Come ha ricordato il Consigliere Maquignaz, abbiamo già avuto modo di parlare di questo problema in una precedente interpellanza, quando si era praticamente agli inizi dei lavori e già da allora ci si accorse di essere in presenza di un problema abbastanza grave che interessava in prima battuta la casa canonica, ma che successivamente avrebbe interessato anche la chiesa parrocchiale e che avrebbe potuto, nella prosecuzione dei lavori, interessare le case circostanti.
E' una questione molto delicata che stanno seguendo con molta attenzione oltre ai tecnici dell'assessorato e della direzione dei lavori anche i tecnici di parte, nominati dalla curia vescovile ed alcuni altri tecnici esperti che seguono costantemente i lavori perché si è in presenza di un terreno molto instabile che non avrebbe dovuto subire altri interventi.
Purtroppo i lavori sono ormai in fase di esecuzione e quindi bisogna cercare di rimediare, di fare tutto quanto è possibile per far sì che la situazione sia nuovamente sotto controllo.
Mi permetterò di fare una breve cronistoria dei lavori dall'inizio e di enunciare quelle che sono state le iniziative che abbiamo messo in atto per cercare di riportare la situazione sotto controllo, evitando, così, danni alla canonica, alla chiesa e alle case circostanti.
Come i Consiglieri ricorderanno, i lavori furono consegnati il 27 febbraio del 1991 ed iniziati in data 4 marzo 1991. Durante l'esecuzione dei primi micropali lungo il lato sud est del fabbricato, il 12 marzo si manifestarono pericolose crepe che interessarono tutta la facciata e richiesero interventi regionali urgenti per evitare un crollo.
Si effettuarono immediatamente dei sopralluoghi con i tecnici dell'Assessorato della Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali. In una riunione del 30 marzo si concordo la demolizione del fabbricato esistente data la materiale impossibilità di garantire l'incolumità dei lavoratori, durante i lavori di ristrutturazione. In attesa delle prescritte autorizzazioni per il progetto di variante, i lavori vennero sospesi dal 3 aprile all'8 luglio del 1991.
Dopo la demolizione dell'edificio esistente, si riscontrò che la canonica edificata in adiacenza era stata appoggiata al livello del piano secondo e della copertura ad uno spigolo del vecchio municipio che contrastava involontariamente la spinta delle volte, del piano terra e del piano primo.
Durante l'esecuzione delle opere di sottomurazione si accertò, poi, che la muratura della canonica era realizzata in pietra, a secco, senza legatura di malta e senza alcuna fondazione variabile dai 4 ai 6 metri sotto il piano d'imposta della muratura stessa.
Dopo un primo tentativo di sottomurazione per conci, abbandonato per la inconsistenza della muratura della canonica, si adottò, in accordo con il tecnico che segue i lavori per la curia, un muro a gravità in calcestruzzo per il contenimento del riflusso del terreno sotto la fondazione, su cui intestare una paratia di micropali da tirantare successivamente, prima di approfondire gli scavi fino alla quota finale.
L'impresa costruttrice, nel frattempo, con lettera del 16 settembre, dichiarò la propria disponibilità a farsi cure del ripristino dei danni arrecati alla canonica durante i lavori.
La presenza di acqua di falda, trovata durante l'esecuzione della perforazione per i micropali, causò un'indubbia trasmissione di vibrazione al terreno di fondazione della canonica e della chiesa sul lato della piazzetta, causando, così, ulteriori assestamenti della murature con conseguenti essudazioni.
Fu disposto, quindi, un sopralluogo, il giorno 20 novembre, da par-te dell'Assessorato in presenza del direttore dei lavori, dell'impresa appaltatrice, dei rappresentanti dell'amministrazione, della curia vescovile e del consiglio parrocchiale per fare il punto sulla situazione e prendere gli eventuali provvedimenti del caso.
Fu deciso, in quella sede, di nominare sia un consulente strutturista che verificasse la staticità dell'immobile e suggerisse quali interventi provvisori e, naturalmente poi, definitivi, occorresse adottare per il ripristino della canonica sia un consulente geotecnico che valutasse quanto sino ad allora eseguito e proponesse eventuali soluzioni complementari.
Lo strutturista fu individuato nella persona dell'Ing. Vallacqua; il primo sopralluogo fu disposto in data 23 novembre alla presenza della direzione lavori e dell'impresa appaltatrice.
Da tale sopralluogo emerse che l'edificio della canonica, seppur evidentemente lesionato, non era prossimo ad alcun crollo, neanche parziale, ma necessitava di alcune opere che ne garantissero la staticità, durante l'esecuzione di lavori di fondazione del nuovo centro civico.
L'intervento consigliato consistette in un'accerchiatura dell'edificio, nonché nella chiusura di un'apertura lesionata e nel puntellamento della volta di un magazzino nell'interrato.
Tale intervento fu eseguito prontamente dall'impresa appaltatrice, naturalmente a suo carico, in ottemperanza appunto alla lettera che citavo prima.
Il suo tecnico fu individuato nell'ingegnere Bray, geotecnico di Milano. Questi dispose il primo sopralluogo in data 27 novembre a cui partecipò la direzione lavori, l'impresa appaltatrice, il consulente strutturista, i rappresentanti dell'assessorato, l'amministrazione della curia, eccetera. Tutti gli interessati, insomma.
In quel sopralluogo emerse come i dissesti che si erano evidenziati fossero dovuti ad un'instabilità locale innescata sì dagli scavi di fondazione e dall'esecuzione dei micropali per il nuovo centro civico, ma che, tuttavia, l'intero versante si trova in una situazione d'instabilità globale, che potrebbe innescarsi per fenomeni anche estranei alla costruzione in oggetto.
Fu pertanto deciso di sospendere la prosecuzione delle opere di fondazione e di disporre immediatamente una campagna di sondaggi e prove geotecniche atte a fornire i necessari elementi per una valutazione più puntuale dell'accaduto. Fu dato incarico alla "Geo Data Consult" di Cassano sul Naviglio, ditta specializzata in questi sondaggi, di effettuare quanto richiesto dall'ingegnere Bray, cioè tre sondaggi con perforazione a carottaggio continuo, di cui uno al bordo della scarpata ove è previsto il nuovo edificio, uno nell'area dei cantieri in prossimità della canonica ed uno in prossimità del campanile della chiesa, disponendovi anche un piazzometro doppio, due inclinometri ed effettuando prove di resistenza e permeabilità in foro. Fu inoltre deciso di realizzare sui campioni estratti delle prove di laboratorio per la classificazione puntuale dei terreni.
La campagna di sondaggi fu iniziata in data 5 dicembre e si protrasse sino al 18 gennaio del 1992. Fu quindi predisposto, da parte dell'ingegnere Bray e dell'ingegnere Vallacqua, un progetto per il consolidamento del terreno di fondazione e delle strutture murarie della canonica, consegnato all'amministrazione il 17 gennaio del 1992 e presentato ai rappresentanti della curia e della parrocchia il 21 gennaio 1992 per la richiesta di un loro parere tecnico.
Dalla redazione dell'ingegnere Bray emerse che la zona interessata dai lavori è "inserita sulle propaggini estreme di una paleofrana la cui stabilità locale è molto incerta".
Inoltre, gli scavi e i risultati delle indagini hanno evidenziato una situazione idrogeologica e geotecnica molto più complessa di quella accertata dalla versione geologica del 1984, presentata dal comune di Valtournenche a corredo del progetto di massima, sia per la presenza dei materiali di riporto sulla scarpata, sia per la eterogeneità detritologica dei depositi superficiali avente scarso addensamento, sia ancora per la presenza di due dei verdi di falda presumibilmente differenti.
Dalle prospezione geotecniche, si è evidenziato che gli edifici della zona sono fondati su una coltre detritica con scarsa presenza di limo dalla potenza variabile da 12.5 a 18 metri che a sua volta grava su una formazione di limo glaciale sabbioso della potenza di oltre 30 metri.
I sondaggi richiesti della profondità di 20 metri sono stati spinti fino a 30 metri in due casi e fino a 50 metri nel terzo senza incontrare la roccia. Pertanto, gli assestamenti della canonica possono iscriversi alla pluralità dei seguenti fattori: fenomeni latenti di instabilità, scarsa portanza del terreno, abbattimento della superficie freatica dovuta anche agli scavi, vibrazione indotte dai sistemi di perforazione.
Il Consiglio capirà da queste note, anche se sono molto tecniche, che la relazione geologica era effettivamente molto carente e che era necessaria, invece, una relazione geotecnica, cosa che è stata fatta, anche perché, con una semplice relazione geologica, tutti questi dati non sarebbero potuti emergere. Tale relazione geotecnica ha dovuto essere fatta dal geologo incaricato non appena è venuto a conoscenza dei primi risultati.
Se avessimo avuto l'opportunità di vedere la relazione geotecnica prima di iniziare i lavori, può anche darsi che non sarebbero stati neppure iniziati.
Non è da escludere, pertanto, che gli interventi effettuati sul pendio abbiano riattivato fenomeni quiescenti di instabilità locale a cui si sono aggiunti assestamenti conseguenti alle sopraccitate cause.
Ciò sarebbe dimostrato sia dalla distanza di 15-20 metri fino a cui si sono propagati i dissesti, ritenuta eccessiva rispetto all'altezza degli scavi che è di 6-7 metri sia dalle verifiche di stabilità eseguite su porzioni rilevanti sia dagli antichi dissesti che hanno prodotto le grosse lesioni evidenti sulla muratura della chiesa.
Il progetto di consolidamento del terreno di fondazione della canonica della piazzetta antistante la chiesa prevede: la realizzazione di drenaggi sulla parete sud del muro di contenimento, della lunghezza di 8 metri, per stabilizzare la falda ad una profondità tale da non provocare ulteriori assestamenti del terreno; l'esecuzione di un secondo livello di tiranti rispetto a quello già previsto, in grado di precomprimere il terreno, impedendo, così, lo scarico di tensioni dopo lo scavo, con lunghezza libera rispettivamente di 25 e 20 metri, in modo da mantenere il tratto di ancoraggio al di fuori della zona instabile.
Il progetto prevede ancora l'esecuzione di 8 micropali valvolati inclinati nei muri di cemento armato, eseguita per la sottomurazione della canonica ad impedire movimenti di ribaltamento verso valle dopo la messa in tensione dei pilastri.
Oltre a tali interventi di consolidamento del terreno, l'ingegnere Vallacqua predispose un progetto di consolidamento strutturale della canonica con un'impregnatura di rinforzo del collegamento del muro in pietrame da eseguirsi prima degli interventi sul terreno per evitare ulteriori cedimenti differenziali.
Fu disposta, perciò, una perizia suppletiva di variante inerente, oltre le varianti conseguenti la demolizione del vecchio edificio, anche le opere di consolidamento del terreno di fondazione e strutturali della canonica, perizia di variante che è già stata approvata dalla Giunta regionale.
Da parte di questo Assessorato si invitò l'amministrazione comunale a richiedere l'autorizzazione all'esecuzione dei su menzionati lavori di consolidamento della curia vescovile di Aosta, con lettera del 6 febbraio '92.
I lavori, sospesi per la pausa invernale, il 23 dicembre, furono ripresi il 20 febbraio di quest'anno. Durante l'esecuzione dei lavoro di consolidamento, su richiesta dei rappresentanti del consiglio parrocchiale, fu effettuato un sopralluogo in data 25 marzo, presenti naturalmente tutti gli interessati, dall'amministrazione ai consulenti e ai rappresentanti della curia per constatare lo stato dei lavori e confrontare l'evoluzione delle lesioni sulla canonica e sulla chiesa prima dell'inizio della perforazione del primo ordine di tiranti.
Da tale sopralluogo emerse che i lavori proseguivano fedelmente secondo le indicazioni progettuali e che non si era manifestata alcuna evidente progressione di instabilità né locale né globale.
Per la maggior tutela della parrocchia, ed in accordo con la stessa, questo Assessorato ha formulato, con lettera del 23 aprile di quest'anno, la precisazione di una garanzia circa il ripristino dei danni subiti dalla canonica e dalla chiesa una volta terminati i lavori di costruzione del centro civico e presumibilmente esauriti gli assestamenti conseguenti del terreno di fondazione. Su invito dell'amministrazione comunale, in data 6 maggio, è stato effettua-to un ultimo sopralluogo, presenti la direzione lavori, i consulenti specialisti, il rappresentante dell'assessorato, dell'amministra-zione della curia, dell'impresa e tutti quanti gli interessati.
Questo sopralluogo, richiesto dall'amministrazione comunale, era stato voluto per verificare la possibilità di una sospensione dei lavori, della tesatura dei tiranti già realizzati e l'esecuzione di lavori di confinamento globale, prima di precedere agli scavi di fondazione e di un'ulteriore verifica tecnica sulla compatibilità tra gli interventi in atto e quelli di consolidamento globali dell'area.
Dopo i chiarimenti prestati da parte dei consulenti e della direzione lavori, si è concordato:
- che i lavori non vengano sospesi onde evitare un ulteriore ingrassamento del terreno con conseguente aumento delle deformazioni delle strutture sottostanti;
- che la tesatura dei tiranti venga effettuata per poter proseguire gli scavi fino alla quota prevista senza riflussi di terreno dietro la paratia;
- dato che il progetto di consolidamento globale della zona, che sarà disponibile entro fine mese, è totalmente compatibile con gli interventi fatti in quanto di tipologia similare, chiedesi che l'opera venga realizzata in modo da non dover effettuare sospensioni nella costruzione del centro civico;
- Che gli edifici della canonica e della chiesa verranno monitorate a fine di tenere sotto controllo l'evoluzione del fenomeno di dissesto locale, mediante ulteriore apposizione di spie che quotidianamente verranno controllate.
Giornaliere verifiche saranno fatte per quanto riguarda un disgaggio sistematico, se sarà occorrente, di tutte quelle parti di intonaco o stucco pericolante in fase di stacco ed un controllo settimanale sarà altresì fatto sulla verticalità del campanile e della facciata della chiesa.
Si può concludere, quindi, che gli edifici, se pur lesionati, potranno essere, a detta dei tecnici, perfettamente recuperati una volta terminate le opere di costruzione del nuovo centro civico. Questo non potrà essere fatto prima, potendosi, durante il periodo dei lavori, manifestarsi qualche altra lesione, anche non direttamente dipendente dagli stessi lavori, a causa dell'instabilità globale dell'area. Nel frattempo, si acquisiranno tutti i rilievi dello stato delle strutture al fine di redarre il progetto di restauro dei fabbricati.
In questo periodo si potranno intraprendere le opere di consolidamento globale dell'area che prevede la stabilizzazione delle masse profonde, potenzialmente instabili e che verrà realizzata nella parte inferiore della scarpata, mediante opere di elevata rigidezza, vincolate al terreno mediante tiranti.
Come potete vedere, la situazione è piuttosto complessa, ma penso che si dovrà dare atto all'amministrazione di aver messo a punto tutto quanto era necessario per seguire questo fenomeno.
Ci sono dei tecnici, dei professionisti incaricati di seguire, per le parti di propria competenza, questo fenomeno e c'è naturalmente la volontà dell'amministrazione, manifestatasi con una precisa lettera alla curia vescovile, di ristrutturare le parti che sono state danneggiate e che lo verranno ancora durante i lavori.
Dalle perizie di cui disponiamo possiamo anche ritenere che, una volta finiti i lavori, con naturalmente dei costi aggiuntivi rispetto al progetto originale, per una serie di opere che vanno comunque fatte, tutto dovrebbe essere riportato nella stabilità iniziale del terreno.
Presidente La parola al Consigliere Bich.
Bich (GM) Spiace solo dover constatare che:
- punto primo, la sponda sinistra del Marmore da 300 metri a nord dall'attuale cantiere del centro civico e a sud ancora per altri 300-400 metri, adesso bisogna constatarlo, era già in modo ultracognito soggetta a franamenti e a mobilità del terreno.
Quindi, prima di approvare un progetto di tal mole, dove le fondamenta arrivavano a 7-8 metri di profondità e il contenimento di una sponda friabile come quella constatata in seguito, su questa quanto meno si sarebbe dovuto produrre una tariffa diagnostica con accessori tecnici noti: carotaggi, e quanto necessario, cioè quanto è stato effettuato dopo.
Questo ci avrebbe risparmiato quanto meno una tipologia progettuale che poi si è manifestata molto pesante e di fatto incompatibile con quel tipo di terreno.
Un secondo aspetto da rilevare è che la perizia geologica e geotecnica non può essere limitata solo all'area del cantiere e, diciamo, ad una perimetrazione di 50 metri dai muri di contenimento e dalle zone di locazione dei tiranti.
A mio avviso, dovrebbe essere estesa a tutto il tallone di quell'area, diciamo, di supporto e di sostegno della parte centrale di Pasquier, perché all'interno di quell'area si sono già verificati casi molto consistenti di mobilità del terreno e anche di intaccamento delle strutture attuali sia di case esistenti sia di manufatti che sono ivi collocati. Quindi, a mio avviso, nella risposta sono carenti gli aspetti di previsione: fino a che punto si intende intervenire, se l'intervento è solo limitato alla canonica e alla zona di costruzione del centro civico; sembra sia un intervento abbastanza limitato e non risolutivo per la bonifica di risanamento del territorio circostante.
Io inviterei l'Assessore a voler estendere il tipo di analisi geolo-giche e geognostiche non solo alle aree che ha considerato e a farci conoscere le risultanze di questi studi in modo da sapere poi le determinazioni per la bonifica dell'intera zona. Ripeto: si tratta di una situazione molto delicata che coinvolge un settore molto vasto del centro abitato di Pasquier, zona che sta molto a cuore a tutti.
In questo senso mi ritengo solo parzialmente soddisfatto dalla risposta dell'Assessore.
PresidenteLa parola al Consigliere Andrione.
Andrione (UV) Je remercie monsieur Martin, et, pour ce qui concerne strictement le chantier en question, je me déclare satisfait des réponses qui ont été données.
Je voudrais, si possible, que monsieur Martin me donne une copie de la relation qu'il vient de lire au Conseil régional.
Monsieur Bich m'a précédé par quelques amères considérations qu'il est indispensable de faire parce que, quand même, en Vallée d'Aoste on sait très bien qu'il est difficile de construire et d'in-tervenir, surtout sur les bords des torrents et dans des zones qui sont connues pour une grosse présence de "blanzun" de l'immense glacier. Il est évident qu'ici il y a eu une certaine superficialité au moment où l'ont a décidé certains travaux qui sont partis sans qu'il y eut une connaissance suffisante des terrains.
J'étais très impressionné par ce que monsieur Martin a lu. Donc, une première couche de 18 mètres et une deuxième couche de l'immense glacier de 30 mètres de profondeur: cela veut dire que tout l'habitat au sud de la route de Pasquier pourrait partir comme cela est arrivé au Vajont.
Si jamais il y avait de l'eau qui va en profondeur, tout cela donnerait une espèce de glissade comme sur du savon.
J'appuie, donc, ce que monsieur Bich vient de dire: il faut faire attention aux deux côtés de cette zone qui risque de devenir vraiment très dangereuse même pour la sécurité des hommes.
Presidente Ha chiesto la parola, per una breve precisazione, l'Assessore ai Lavori Pubblici, Martin.
Martin (ADP)E' chiaro che, per dare questi risultati, tale perizia geotecnica ha dovuto essere studiata ed allargata alle zone circostanti, anche perché nel centro della zona si dovrebbe iniziare fra non molto la costruzione del palazzetto dello sport. Per non ricadere in antichi errori, ho provveduto a bloccare i lavori e a richiedere una perizia geotecnica molto approfondita anche per questo cantiere, per evitare appunto di trovarsi poi in una situazione analoga.
Anche se pare, dai sondaggi che l'impresa già ha fatto, ci si trovi in presenza di un terreno leggermente diverso, più idoneo alla costruzione.
Per fugare i dubbi è meglio perdere magari due mesi di lavoro, anche in questa stagione in cui si potrebbe già lavorare, per avere dei risultati più sicuri, più attendibili, in modo da evitare di cadere in problematiche tipo questa che, oltre a costare molto di più, producono anche effetti imprevisti.