Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1546 del 8 novembre 1990 - Resoconto

OGGETTO N. 1546/IX - Illustrazione del programma regionale per il triennio 1990-1993.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.

Bondaz (DC) - Il programma regionale per il triennio 1990-93 si divide in sei punti, come è a conoscenza dei signori Consiglieri che avranno avuto la relazione.

1. INDIRIZZI GENERALI.

Il documento programmatico elaborato dalla maggioranza regionale è frutto di un ampio ed aperto confronto al suo interno e si prefigge di indicare le linee direttrici di azione per il prossimo triennio 1990-93 con l’obiettivo di promuovere concrete iniziative mirate a ridisegnare l’assetto politico-istituzionale ed economico della Regione, privilegiando la concretezza e l’efficienza in tutti i settori, attraverso una concertazione delle forze sociali.

V’è infatti la volontà precisa, pur nella brevità del tempo a disposizione, di lanciare all’opinione pubblica un chiaro ed inequivocabile messaggio di cambiamento e di rinnovamento nella gestione della cosa pubblica.

V’è pure la consapevolezza che tre anni sono pochi per ottenere risultati tangibili nella direzione di un grande cambiamento e che molte energie verranno assorbite per impostare un modo nuovo di far politica e di amministrare. Il tempo può però essere sufficiente per dare il segnale di una significativa inversione di tendenza in termini di democrazia, progettualità, volontà di affrontare i principali problemi politici, istituzionali, economici e sociali della Valle d’Aosta.

Politica istituzionale

Ruolo del Consiglio regionale.

La maggioranza ha, sin dal momento della sua costituzione, messo l’accento sulla inderogabilità di ridare dignità e prestigio al Consiglio regionale, trasformatosi, in questi ultimi anni, da organo depositario e fedele interprete della volontà popolare, come previsto dallo Statuto, in organo di mera ratifica di decisioni assunte dalla Giunta regionale.

E’ intendimento di ripristinare le competenze di indirizzo, di scelta e di controllo anche attraverso una revisione - già avvenuta - delle modalità di funzionamento delle Commissioni consiliari permanenti e ricollocando la Giunta regionale nel suo ruolo statutario di organo esecutivo della volontà dell’assemblea regionale.

Condizione indispensabile, affinché il Consiglio assuma il ruolo motore e decisionale che gli compete, è che i Consiglieri siano messi nelle condizioni logistiche e funzionali idonee a tale scopo, e dotati di locali, servizi, personale e strumentazione tecnica.

Interventi prioritari.

Si impone la realizzazione di una serie di adempimenti di grande importanza, particolarmente qualificanti per l’autonomia regionale della Valle d’Aosta:

- dovrà essere ricercata una intesa quanto più possibile ampia per l’applicazione della legge elettorale regionale, ai sensi dell’art. 16 dello Statuto speciale, come modificato con legge costituzionale 12 aprile 1989, n. 3;

- si dovrà proporre una più ragionevole e funzionale organizzazione degli Assessorati, che risentono della caratteristica di origine, quando furono modellati sulla falsariga dei ministeri dell’epoca;

- sono maturi i tempi per una proficua utilizzazione dell’art. 50 dello Statuto speciale, non solo per adeguare l’attuale normativa di livello costituzionale all’esigenza di sempre maggiore funzionalità di organi e uffici della Regione, ma anche per modificarla con la particolare procedura prevista dall’art. 123 della Costituzione;

- occorrerà procedere alla più sollecita applicazione delle "norme di attuazione" contenute negli ultimi decreti legislativi, riprendendo inoltre la trattativa per ottenere l’emanazione del decreto relativo al Parco Nazionale del Gran Paradiso;

- dovrà essere attivata la procedura prevista dall’art. 62 della legge statale sulle autonomie locali, al fine di emanare "norme di attuazione" dello Statuto speciale, che quest’ultimo non ha espressamente previsto ma che detta procedura rende possibile con la partecipazione dei rappresentanti regionali.

Riforma dell’Amministrazione regionale

Condizione indispensabile affinché il potere politico possa dedicare tutte le proprie energie al governo della comunità valdostana è che si proceda ad una riforma dell’Amministrazione regionale, concretando una più netta separazione fra i compiti di programmazione e indirizzo, propri degli amministratori, e quelli esecutivi e gestionali, di competenza degli apparati.

Si evidenzia al riguardo l’opportunità di pro-cedere:

- ad interventi diretti all’ottimizzazione delle risorse dell’Amministrazione regionale mediante l’analisi delle procedure di gestione delle attività, funzioni e compiti attribuiti ai servizi regionali (fotografia dell’attuale situazione, rilevazione delle singole procedure ed eventuali proposte di revisione delle stesse; responsabilizzazione degli apparati; analisi della distribuzione degli spazi fisici);

- all’adozione di una metodologia basata sulla definizione degli obiettivi, la valutazione delle risorse necessarie e la verifica dei risultati ottenuti;

- alla realizzazione di un testo unico recante disposizioni in materia di ordinamento dei servizi e stato giuridico del personale;

- ad uno studio di fattibilità di decentramento sul territorio di servizi polivalenti, in connessione con il sistema informativo regionale.

Confronto con le parti sociali.

Allo scopo di ampliare la partecipazione di organizzazioni, associazioni, categorie alle principali scelte di loro interesse, la maggioranza regionale opererà per fissare canali e procedure permanenti di consultazione.

Con le principali forze sociali verrà ricercata la convergenza su idonei protocolli di intesa.

Rilancio dell’autonomia

La maggioranza è profondamente convinta della necessità di rilanciare nell’attuale fase politica l’idea autonomistica ed intende operare, anche alla luce dei grandiosi processi di mutamento e ricomposizione in atto in Europa per ancorare la Valle d’Aosta alla nascenda Europa, nella quale le Regioni dovranno esercitare un ruolo primario nel processo di integrazione.

A questo fine nell’ambito della riforma istituzionale da tempo oggetto di discussione in sede parlamentare, la Regione si farà promotrice di proposte mirate:

- ad una utilizzazione delle potenzialità connesse ad una moderna attuazione dell’art. 14 dello Statuto speciale (zona franca);

- ad una revisione dello Statuto che ridefinisca in senso più autonomistico le rispettive competenze di Stato e Regione, recuperando lo spirito del progetto di Statuto del Consiglio Valle del 1947, mantenendo allo Stato i compiti generali concernenti la difesa, la giustizia, la politica estera e riservando ogni altra competenza alla Regione;

- ad operare, di concerto con le altre realtà istituzionali e politiche, per una riforma dello Stato italiano in senso federale;

- a favorire a livello nazionale ed europeo l’estensione delle competenze delle regioni transfrontaliere in materia di scambi economici e culturali e di concertazione programmatoria con le altre regioni limitrofe, anche se appartenenti a Stati diversi.

Europa

Occorre operare per un inserimento attivo della Valle d’Aosta nel processo in atto di integrazione - unificazione europea, al fine di valorizzare le caratteristiche peculiari della nostra regione (autonomia speciale, bilinguismo, posizione plurifrontaliera).

In particolare si propone:

- l’istituzione in Valle di strutture e servizi capaci di informare e documentare gli operatori economici e i cittadini interessati sulle normative comunitarie e sulle opportunità da esse offerte (eurosportello);

- l’apertura a Bruxelles di un ufficio regionale con funzioni di rappresentanza e di raccordo con le strutture comunitarie.

Decentramento

Nella convinzione che i Comuni e gli altri Enti locali rappresentano la rete vitale di presenza delle istituzioni sul territorio, il luogo privilegiato di rappresentanza democratica dei cittadini, nonché la vera e naturale forza dell’autonomia della Valle d’Aosta, la maggioranza intende:

- favorire una corretta applicazione della legge statale n. 142, nel rispetto delle competenze statutarie regionali, ma utilizzando appieno le potenzialità contenute nella nuova normativa, anche mettendo a disposizione degli enti locali un apposito ufficio di consulenza giuridica;

- aggiornare i criteri e i parametri dei trasferimenti finanziari in parte ordinaria ai Comuni, per adeguarli alle esigenze delle realtà locali, alla loro tipologia ed alle loro funzioni così come si sono delineate in seguito ai grandi cambiamenti di questi ultimi anni; -modificare la legge FRIO per semplificare e snellire le procedure ed i meccanismi di valutazione delle richieste e di erogazione dei fondi;

- decentrare competenze e fondi alle comunità montane sia per l’attività ordinaria (personale, strutture e funzioni già operanti) sia per nuovi compiti di coordinamento di uno sviluppo più possibile ed integrato delle realtà locali.

Imparzialità e trasparenza amministrativa

La Regione tenderà, in ogni campo della sua attività, a seguire criteri di imparzialità e trasparenza amministrativa, al fine di garantire a tutti i cittadini la massima possibilità di informazione ed uguali diritti.

Tra le proposte operative che a tal fine si intendono perseguire figurano:

- la creazione di sportelli del cittadino da istituirsi in sede di comunità montana, che forniscano alla popolazione alcuni servizi di informazione, consulenza e raccolta delle pratiche amministrative (domande di mutuo, consulenza sulle normative, funzionamento degli uffici, ecc.);

- la pubblicazione di un bollettino periodico informativo sulla assegnazione di incarichi, consulenze ed appalti; -l’approvazione di una legge per le nomine di rappresentanti regionali in enti o società a partecipazione o controllo regionali;

- l’istituzione della figura del difensore civico;

- la predisposizione, d’intesa con gli ordini professionali interessati, di elenchi o albi di professionisti interessati a collaborare con la Pubblica Amministrazione sulla base di idonei requisiti e competenze specifiche;

- la revisione delle modalità e dei criteri sin qui seguiti per l’espletamento dei concorsi pubblici;

- l’attuazione degli adempimenti previsti dalla legge statale 7 agosto 1990, n. 241, fondamentale per quanto attiene al diritto di accesso dei cittadini ai documenti della pubblica amministrazione.

Utilizzazione delle risorse

La maggioranza è ben conscia del fatto che in assenza di autonomia finanziaria e di certezza delle entrate è impossibile procedere ad una seria programmazione degli investimenti.

Pertanto è suo intendimento adoperarsi per la salvaguardia dei principi ispiratori della legge di riparto fiscale, impegnandosi a tutti i livelli per la conservazione dei diritti costituzionalmente riconosciuti alla Valle d’Aosta in materia di entrate finanziarie.

Saranno inoltre poste allo studio iniziative volte a ricercare finanziamenti integrativi ed in previsione sostitutivi di eventuali riduzioni derivanti dalla eliminazione delle barriere doganali.

Sin dalla predisposizione del bilancio per il 1991 si è destinata una parte cospicua delle risorse a ben qualificati progetti per lo sviluppo della nostra comunità, in modo da perseguire l’obiettivo di una economia regionale sempre più capace di creare autonomamente ricchezza e sempre meno dipendente da risorse esterne.

2. TERRITORIO

Tra le risorse primarie della regione va sottolineato lo straordinario ruolo che spetta ad un patrimonio ambientale unico, da tutelare ed utilizzare come fattore di sviluppo e qualità della vita.

A questo fine occorre:

- adottare, dopo un ampio confronto, il piano territoriale paesistico;

- potenziare il piano di forestazione per tutelare la salute dei boschi, prevedendo interventi fitosanitari programmati ed azioni incisive nella prevenzione degli incendi e delle malattie;

- adottare chiari criteri di selezione nella costruzione di strade poderali, al fine di servire efficacemente l’agricoltura ed utilizzare accorgimenti tecnici che le rendano compatibili con l’ambiente;

- predisporre un piano programmato per la sicurezza del territorio (mappa delle regioni a rischio e programma delle infrastrutture necessarie);

- contribuire, sulla base di idonei studi e di concerto con le regioni frontaliere interessate, alla tutela ambientale del massiccio del Monte Bianco;

- proseguire nella politica di istituzione di parchi ed aree protette regionali, in particolare di oasi umide e parchi fluviali;

- programmare, prendendo a base le comunità montane, piani di risanamento ambientale;

- completare il piano di smaltimento dei rifiuti, con particolare attenzione ai prodotti tossici ed al controllo e recupero delle zone di discarica;

- rivedere il piano regionale di estrazione degli inerti (cave);

- operare per il mantenimento del patrimonio prativo, attraverso una politica di intervento e controllo gestita dalle comunità montane;

- studiare gli effetti dell’inquinamento provocato dal passaggio dei TIR ed avviare misure per contenere il fenomeno;

- migliorare le condizioni ambientali del tratto autostradale Pont-Saint-Martin/Aosta (insonorizzazioni, inerbimenti, ecc);

- approvare una legge regionale per la valutazione dell’impatto ambientale;

- rivedere la normativa regionale in materia di caccia.

Trasporti

La vocazione agli scambi e alla comunicazione che ha sempre caratterizzato e caratterizza tutt’oggi la storia della Valle d’Aosta, va intensificata con l’adozione di iniziative mirate a:

- predisporre procedure, finanziamenti e strutture necessari per il passaggio dell’Aeroporto "Corrado Gex" al III° livello, che comporta anche l’apertura al traffico aereo commerciale;

- intervenire sulla ferrovia Aosta/Pré-Saint-Didier, trasformando la linea in una metropolitana extraurbana leggera, anche con funzioni turistiche ("Rail du Mont-Blanc");

- operare per una smilitarizzazione, anche graduale, della ferrovia Chivasso-Aosta;

- rivedere le normative concernenti gli impianti a fune, con l’obiettivo di rendere più snelle e più efficaci le procedure di autorizzazione e controllo;

- operare a livello nazionale ed internazionale (anche con l’intervento finanziario regionale) per la realizzazione del collegamento ferroviario Santhià/Aosta/Martigny;

- completare la rete viabile regionale puntando alla sicurezza ed alla qualità di tutte le strade ed alla costruzione di nuovi paravalanghe;

- attivare una razionale rete di trasporto pubblico, con particolare attenzione alle esigenze delle zone decentrate, delle località turistiche e delle aree urbane.

Un nuovo rapporto tra Aosta e la sua Valle

Aosta, capoluogo della nostra regione, centro focale dell’economia, della vita culturale e della società civile valdostana, sarà al centro dell’attenzione dell’attuale maggioranza.

Il fatto che in questo agglomerato urbano si ritrovino concentrati la maggioranza delle attività economiche e più di un terzo degli abitanti della nostra regione è di per se stesso motivo sufficiente di interesse particolare dell’Amministrazione regionale.

Negli ultimi anni, infatti, i compiti della città di Aosta sono aumentati: scuole, ospedale, uffici pubblici, esercizi commerciali sono al servizio di tutta la popolazione valdostana e rappresentano per la città fattori di sviluppo ma anche problemi di non facile soluzione: basti pensare al traffico e alle crescenti richieste di casa e lavoro.

La Regione interverrà per sostenere Aosta nella risoluzione di questi problemi, nell’interesse non solo degli abitanti del capoluogo, ma di tutta la popolazione valdostana, puntando su un ruolo propulsivo del capoluogo regionale nello sviluppo e nella complessiva qualità della vita regionale.

Le iniziative prioritarie previste sono:

- sostegno alla città per l’adozione di politiche di sviluppo economico, favorendo l’insediamento di attività produttive avanzate, in particolar modo nel turismo e nei servizi, per evitare che al ridimensionamento industriale si faccia fronte soltanto con l’espansione di attività burocratiche;

- interventi urbanistici ed infrastrutturali che, conformemente al piano regolatore, migliorino la viabilità e dotino la città di strutture di importanza regionale (auditorium, centri universitari, palazzetto dello sport, centro congressi);

- sostegno ad iniziative di carattere comprensoriale che diano ad Aosta ed ai Comuni limitrofi i servizi e le strutture di cui necessitano a seguito del continuo incremento della popolazione.

3. STRUTTURE REGIONALI

Valle d’Aosta cablata

La Regione si attiverà per sfruttare al massimo, attraverso specifiche convenzioni con la Sip, con la Rai e con grandi banche dati, le molteplici potenzialità aperte dal passaggio sul territorio valdostano del collegamento internazionale in fibra ottica a larga banda:

- facilitazione dei collegamenti con le più importanti reti informatiche nazionali ed europee;

- accesso alle trasmissioni radiotelevisive via satellite ed alle tecnologie ad alta definizione;

- utilizzazione dei collegamenti in fibra ottica per sistemi televisivi regionali, flussi di informazione ambientali, sanitari, turistici, conferenze a distanza, ecc;

- formazione di quadri tecnici altamente specializzati.

Piano energetico regionale

La Regione si adopererà con adeguati investimenti, per la realizzazione di un piano energetico regionale, con l’obiettivo di utilizzare appieno le risorse idroelettriche esistenti sul proprio territorio e ricercando le più moderne ed economiche forme di approvvigionamento energetico, attraverso:

- un aggiornamento del protocollo ENEL-Regione per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica, incentivando la costruzione di nuovi impianti idroelettrici in conformità ad un piano generale che consideri l’intera superficie regionale;

- l’attuazione di un programma di distribuzione del metano in tutti i centri nei quali esso sia economicamente vantaggioso e garantendo costi di allacciamento omogenei in tutte le zone di distri-buzione;

- la promozione, attraverso ulteriori incentivi, del risparmio energetico e di un razionale impiego dell’energia nei diversi settori, produttivi e di servizio, privati e pubblici.

Piano informatico regionale

La Regione attiverà uno studio per la redazione di un piano informatico regionale tendente ad una più puntuale conoscenza e registrazione dei dati della realtà valdostana, ad una ottimizzazione dei servizi delle pubbliche amministrazioni, e ad una razionalizzazione dell’offerta di servizi informatici sul territorio valdostano.

Ruolo Finaosta

La Finaosta sta svolgendo e potrà svolgere, nell’ambito dell’economia regionale, compiti di sostegno, di promozione e di consulenza tecnica, nonché di gestione, su mandato della Giunta regionale, dei finanziamenti regionali in diversi settori economici, privilegiando la promozione di iniziative economicamente sane.

In tale contesto si colloca la possibile realizzazione di un Business Innovation Center regionale, capace di stimolare la formazione di imprese potenziali, prive di risorse finanziarie e strutturali, alle quali fornire anche quei servizi reali indispensabili per un loro positivo decollo.

Certamente il ruolo propositivo e di consulenza tecnica potrà ottenere i migliori risultati se la Regione utilizzerà - come è intendimento della maggioranza - la Finaosta non in modo occasionale, ma come strumento di valutazione di tutte le iniziative promosse, in modo particolare nella fase preliminare, quando le scelte di intervento devono ancora essere definite.

Banca regionale

La Banca regionale, che sta per diventare operativa, è nata fondamentalmente per rispondere a precise esigenze del mercato del credito locale, il quale, da sempre, è stato caratterizzato dalla presenza di una raccolta di risparmio elevata - circa 2000 miliardi di lire al 31.12.1989 - che però non è mai stata reimpiegata localmente in proporzioni accettabili con riferimento alla media nazionale.

Tale risparmio, inoltre, è stato remunerato con tassi non solo inferiori a quelli applicati nell’Italia settentrionale, ma anche a quelli medi su base nazionale, mentre il costo del denaro è risultato più elevato rispetto agli stessi indici.

E’ perciò indispensabile un impegno della banca regionale a riequilibrare la politica dei tassi attivi e passivi da un lato, e favorire un incremento degli impieghi più adeguato al volume della raccolta dall’altro lato.

La presenza pubblica nella nuova struttura permetterà senza dubbio di aumentare la concorrenzialità del sistema bancario, stimolando le banche ad offrire servizi migliori e a prezzi competitivi; tuttavia il ruolo fondamentale che la stessa inizialmente andrà a recitare sarà quello di gestire le opportunità che la Regione ha già creato, o può offrire in prima persona quali i consorzi garanzia fidi, la tesoreria, una quota del credito agevolato.

Casa da gioco di Saint-Vincent

In vista della prossima scadenza delle con-venzioni con Sitav e Siser per la gestione dei giochi del Casinò di Saint-Vincent, la maggioranza si impegna:

- a delineare, anche mediante l’apporto di società specializzate, le caratteristiche produttive, organizzative e finanziarie più idonee per una casa da gioco armonicamente inserita nel contesto economico e sociale della Regione;

- ad espletare, nella massima trasparenza e con il coinvolgimento del Consiglio regionale, le scelte connesse alle scadenze delle convenzioni.

Grandi infrastrutture

Lo sviluppo della nostra regione necessita di adeguate infrastrutture distribuite equamente sul territorio.

E’ intendimento procedere al potenziamento delle strutture già esistenti, tenendo però ben presente la necessità di porre in essere interventi per la realizzazione dei seguenti nuovi progetti:

- creazione, in accordo con l’ANAS, di nuovi svincoli per le valli laterali, miglioramento della strada statale n. 26 e realizzazione della tangenziale di raccordo tra autostrada e statale n. 27;

- strada dell’Envers, da Arvier fino a Pontey, per servire adeguatamente tale versante della Valle centrale e per creare una valida alternativa alla statale n. 26.

Considerata poi la carenza di risorse idriche dovuta a periodi sempre più lunghi di siccità, è intenzione procedere alla costruzione dell’acquedotto del Monte Bianco che costituirà sicuramente una soluzione altamente positiva per molti Comuni della Valle.

4. ATTIVITA’ PRODUTTIVE

Agricoltura

L’agricoltura, giustamente, è sempre stata oggetto di particolare attenzione da parte di tutte le amministrazioni succedutesi dall’immediato periodo post-bellico ad oggi.

Difendere e potenziare l’agricoltura è dunque un imperativo categorico per tutti.

Il mondo rurale è sempre stato in prima linea nella difesa dell’autonomia, nella valorizzazione delle più genuine tradizioni della Valle, nella conservazione dell’"esprit valdôtain".

Non va poi dimenticato, ancora, il ruolo fondamentale dell’agricoltore inteso come custode delle bellezze naturali.

Oggi, anche alla luce dell’appuntamento europeo del 1993, è indispensabile - e la maggioranza intende operare in questa direzione - l’adozione di interventi coraggiosi ed incisivi per rendere la nostra agricoltura competitiva anche a livello europeo e per creare condizioni di vita sempre più favorevoli per la gente dei campi.

Pertanto, il settore agricolo valdostano va sostenuto in un’ottica di continuo miglioramento della qualità e della specificità dei prodotti, puntando sulla genuinità e sui metodi di produzione che contemperino l’innovazione tecnologica con le pratiche tradizionali.

In particolare si intende agire per:

- creare un marchio di tutti i prodotti tipici valdostani che tuteli i consumatori e permetta agli agricoltori di valorizzare la propria produzione, in particolare quella controllata e biologica;

- rivedere il programma di risanamento del bestiame, applicando controlli più rigorosi e prevedendo l’erogazione di premi più consistenti per le stalle indenni nonché contributi per i capi ormai improduttivi;

- operare interventi programmati per la cura e la valorizzazione degli alpeggi;

- promuovere e sostenere le iniziative di riordino fondiario;

- sostenere la cooperazione agricola nelle sue diverse espressioni.

Turismo

La tutela dell’ambiente naturale è inevitabilmente destinata a divenire il presupposto essenziale e irrinunciabile per un ulteriore sviluppo turistico, ben più importante sul piano strategico dei tradizionali fattori concorrenti alla formazione dell’offerta (prezzo, qualità delle infrastrutture, distanza ecc.).

La rapida adozione ed attuazione del Piano Territoriale Paesistico rappresenta perciò il presupposto indispensabile per una programmazione turistica che, intervenendo sul territorio, tenga conto delle esigenze e delle compatibilità strettamente correlate alla sua conservazione.

All’interno del quadro programmatico che sarà definito dal Piano, la maggioranza individua fin d’ora i seguenti indirizzi:

- mantenere ed incrementare la competitività delle strutture sciistiche più prestigiose, favorendo e sollecitando, nel rispetto delle procedure di valutazione dell’impatto ambientale, le possibili interconnessioni fra stazioni limitrofe e complementari (Courmayeur-La Thuile, Pila-Cogne, Breuil-Champoluc);

- riequilibrare l’offerta ricettiva delle strutture alberghiere, in particolar modo attraverso l’insediamento di complessi e di esercizi di adeguate dimensioni, in grado di offrire standard qualitativi elevati e perciò propedeutici anche ad un possibile ed auspicato sviluppo del turismo congressuale;

- potenziare gli impianti e le strutture ricreativo- sportive (campi da tennis, campi da golf, parchi-giochi, percorsi di equitazione, ecc.);

- riqualificare il contesto ambientale dei centri urbani;

- valorizzare il turismo di alta montagna, sostenendo uno sviluppo qualitativo dei rifugi (anche come fonte di reddito ed occupazione) curando la rete di sentieri ed alte vie, con particolare attenzione al rispetto dell’ambiente, alla sicurezza ed alla dislocazione di una adeguata segnaletica;

- puntare sulla qualificazione della professionalità a tutti i livelli, stimolando in modo particolare lo spirito imprenditoriale;

- favorire i meccanismi di natura contrattuale e previdenziale che stabilizzino il lavoro stagionale, con l’obiettivo di giungere ad una stagione turistica che duri tutto l’anno;

- valorizzare il patrimonio storico, archeologico, culturale attraverso la predisposizione di passeggiate, percorsi guidati, materiale illustrativo, oltre che attraverso una adeguata politica di promozione;

- attuare una politica programmata di istituzione, valorizzazione e fruizione dei musei;

- estendere, con l’istituzione di nuovi parchi ed aree protette, le potenzialità del turismo naturalistico;

- istituire una agenzia di promozione e commercializzazione turistica e definire gli ambiti territoriali delle aziende di promozione turistica;

- favorire la realizzazione dello ski-pass unico per tutti gli impianti regionali;

- rilanciare il termalismo.

Olimpiadi

L’organizzazione delle Olimpiadi invernali in Valle d’Aosta rappresenta una grande opportunità di promozione turistica a livello mondiale e di impegno per la razionalizzazione delle strutture ricettive, sportive e di collegamento della nostra regione.

Il tutto avverrà in un quadro di rispetto delle caratteristiche ambientali e delle vocazioni naturali del territorio valdostano.

La Regione continuerà ad adoperarsi, dopo le iniziative preliminari già assunte, per ottenere l’assegnazione alla città di Aosta dei giochi olimpici invernali del 1998, che vorrebbe dedicare alla memoria di Leonardo David.

Imprenditoria diffusa

L’imprenditoria diffusa dell’artigianato, del commercio, dei servizi rappresenta una importante realtà che necessita, oltre che di un adeguamento dei sostegni finanziari, soprattutto della realizzazione di una rete di servizi reali.

Particolare attenzione sarà dedicata alle imprese di carattere cooperativistico.

Industria

La presenza dell’industria nell’economia regionale va conservata e sviluppata, allo scopo di garantire una crescita equilibrata del reddito, favorendo l’innovazione tecnologica e organizzativa, consentendo l’interdipendenza funzionale fra i settori economici fondamentali della Valle e realizzando adeguati livelli occupazionali ed incrementando il patrimonio di professionalità ed imprenditorialità presenti nella regione.

Per questi motivi il ruolo dell’industria va rafforzato e nel contempo è necessario accelerare il processo di reindustrializzazione delle aree colpite dalla crisi industriale.

Piccola e media impresa.

E’ indubbio che le piccole e medie imprese esercitano un ruolo importante nello sviluppo industriale della regione.

L’integrazione europea porterà alla creazione di un grande mercato, ricco di opportunità per tutti i soggetti che vi partecipano, penalizzando però le strutture meno capaci di affrontare la competizione internazionale.

Le piccole e medie imprese della regione necessitano pertanto di una rete qualificata di servizi.

A questo fine occorre:

- procedere alla realizzazione di un centro servizi per l’impresa, secondo quanto indicato nel programma presentato dalla Regione alla CEE per il raggiungimento dell’Obiettivo n. 2 (Piano di riconversione delle zone in declino industriale);

- avviare processi innovativi nel campo della formazione manageriale; -accedere ai network comunitari di cooperazione nei campi del trasferimento di tecnologie e della ricerca;

- promuovere l’export e favorire l’integrazione tra le imprese.

Verrès S.p.A.

Sarà perseguito l’obiettivo di un accordo societario tra azienda, Regione e Poligrafico dello Stato.

Cogne

Il mantenimento sul territorio valdostano di una grande industria, con collegamenti nazionali oltre che motivazioni occupazionali, riveste finalità strategiche di aggregazione sociale, di diversificazione professionale, di impiego, specializzazione e mobilità di quadri tecnici e manageriali.

A questo fine si riconfermano i contenuti del protocollo sottoscritto con l’IRI e la FINSIDER, volti al rafforzamento dell’industria a Partecipazione Statale nell’economia della regione.

Per realizzare gli obiettivi contenuti nel protocollo e sostenere il ruolo della COGNE nel settore degli acciai lunghi speciali ad alta qualificazione la Regione opererà:

- per favorire una completa ristrutturazione delle linee produttive della Cogne, in modo da eliminare diseconomie derivanti dalla non razionale distribuzione del lay out degli impianti;

- per acquisire al patrimonio pubblico le aree dismesse dalla Cogne, al fine di consentire una utilizzazione programmata;

- per risolvere i problemi di sicurezza sul lavoro e di inquinamento posti da una grande azienda operante nel settore siderurgico;

- per agevolare la ricerca nel campo degli acciai speciali e di nuovi materiali;

- per promuovere interventi atti a contenere i costi energetici.

5. INTERVENTI SETTORIALI

Politica Culturale

Bilinguismo.

Il bilinguismo italiano-francese è la condizione naturale dell’identità valdostana.

Tale caratteristica peculiare assumerà una importanza ancora maggiore con l’avanzamento del processo di integrazione europea.

Occorre perciò favorire l’estensione della conoscenza e dell’uso della lingua francese, innanzitutto proseguendo nella politica di attuazione degli artt. 39 e 40 dello Statuto speciale nei diversi ordini di scuola, per un insegnamento effettivamente bilingue.

E’ poi necessario un migliore coordinamento della molteplicità di associazioni, enti ed istituti interessati alla tutela del patrimonio storico e linguistico valdostano, che vanno dotati di sedi e strutture adeguate.

Istruzione e cultura.

Investire nella scuola e nella cultura significa effettuare un investimento economico e sociale per il futuro.

Un elevato livello culturale favorisce la possibilità di comunicazione, creatività, conservazione di identità della comunità valdostana.

La circolazione delle conoscenze e l’affinamento dei processi formativi sono anche fattori di qualificazione del lavoro e del sistema produttivo.

Per ottenere tali risultati la regione interverrà per:

- ridurre i preoccupanti fenomeni dell’abbandono scolastico e delle ripetenze;

- riformare gli istituti professionali nell’ambito di un sistema formativo integrato, superando l’attuale separazione tra scuola e formazione professionale;

- istituire in Valle centri universitari, legati alle particolari condizioni storiche, linguistiche, geografiche e produttive della nostra regione;

- istituire centri post-universitari particolarmente specializzati e proiettati verso professioni nuove di interesse comunitario;

- mettere a disposizione degli universitari valdostani una casa dello studente a Torino;

- razionalizzare il sistema bibliotecario regionale: attuandone l’informazione, ridisegnando - in una logica di decentramento culturale - i rispettivi ruoli della biblioteca regionale, delle biblioteche di comprensorio, di quelle comunali e speciali, risolvendo con lo strumento legislativo i problemi del personale precario;

- risolvere mediante una fondazione i problemi dell’istituto musicale;

- istituire un museo etnografico ad Aosta;

- realizzare un centro polivalente (Auditorium) nella zona individuata dal Comune di Aosta.

Beni Culturali

Un impegno importante sarà dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e culturale della nostra Regione, attraverso:

- la continuazione e conclusione del lavoro di censimento e catalogazione dei beni culturali esistenti sul territorio;

- la predisposizione di progetti mirati di ricerca e fruizione guidata nel settore archeologico;

- la redazione di un piano di restauro dei beni culturali censiti, stabilendo le necessarie priorità;

- la produzione e divulgazione di materiale illustrativo del patrimonio culturale regionale.

Le politiche attive del lavoro e la formazione professionale

Le politiche attive del lavoro devono concorrere alla qualità dello sviluppo regionale, in stretto collegamento e coerente integrazione con le politiche macroeconomiche, le politiche sociali, le politiche industriali e le politiche territoriali.

Gli strumenti di politica attiva del lavoro, ad oggi esistenti ed utilizzati, necessitano di potenziamento, innovazione ed integrazione:

- l’Osservatorio del mercato del lavoro e delle professioni deve svilupparsi a valido strumento di comprensione delle dinamiche occupazionali, degli sviluppi settoriali e delle evoluzioni nelle professioni;

- l’orientamento professionale deve elevarsi ad un sistema di servizi rivolti all’informazione e alla consulenza anche individualizzata, per supportare il cittadino nelle scelte verso il lavoro, verso i percorsi formativi scolastici e professionali;

- la formazione professionale, già consolidata, necessita di innovazione a livello di sistema, di riflessione rispetto al modello strutturale, di qualificazione;

- la politica degli incentivi per favorire il reinserimento nel mondo del lavoro dei disabili e degli espulsi dai processi produttivi (cassaintegrati e disoccupati) deve essere il più possibile correlata ed integrata con le azioni che arricchiscono la professionalità;

- la promozione del lavoro autonomo e della piccola imprenditoria deve evolvere verso un sistema di servizi a sostegno, che favorisca l’innovazione, la professionalità, il consolidamento.

La nascita dell’Agenzia del Lavoro ha sicuramente creato le condizioni per lo sviluppo di politiche attive del lavoro.

E’ però necessario:

- garantire comunque l’integrazione di tutti gli strumenti di politica del lavoro;

- sviluppare e consolidare l’attività di tutti gli strumenti disponibili, con particolare riferimento all’Osservatorio e all’orientamento;

- avviare processi innovativi nel sistema della formazione professionale, in stretta coerenza con le linee comunitarie ed in riferimento agli obiettivi del Piano Innovazione del Ministero del lavoro (legge 492).

Politiche sociali

L’attuale organizzazione temporale del lavoro e dei servizi non risponde più alle esigenze di una migliore qualità della vita familiare ed individuale, soprattutto per le donne.

Il punto di partenza per un ripensamento dell’esistente e per nuove proposte organizzative è una conoscenza più puntuale su base regionale, dell’organizzazione del lavoro, dei tempi destinati alla mobilità, delle possibili modificazioni di orari e calendari delle più diverse attività, da ottenersi mediante una apposita indagine conoscitiva, affidata ad un istituto specializzato.

Occorre poi programmare a livello regionale interventi che favoriscano la realizzazione di condizioni di pari opportunità per il mondo femminile e che conducano all’incremento e alla qualificazione del lavoro delle donne, accogliendo positivamente gli apporti propositivi e progettuali che possono provenire dalle organizzazioni ed associazioni femminili della Regione.

La qualità della vita di una comunità si misura soprattutto dalla condizione dei soggetti più deboli (emarginati, disabili, anziani, minori, immigrati).

Per i disabili saranno incrementati gli interventi e potenziati i servizi, volti al miglioramento delle condizioni di vita e all’inserimento nella vita sociale e lavorativa.

Le indicazioni principali riguardano i seguenti punti:

- armonizzazione delle normative regionali e nazionali in materia di eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici e nei servizi pubblici;

- estensione dei servizi di sostegno ai disabili anche nelle scuole superiori;

- interventi e strutture diversificati per la cura, l’assistenza ai malati psichiatrici nelle diverse fasi della malattia e per il loro reinserimento sociale;

- anagrafe dei disabili, finalizzata ad interventi più mirati;

- miglioramento dell’assistenza sanitaria ed economica.

Per gli anziani, oltre a promuovere interventi per una politica di aggregazione sociale, finalizzata a contrastare fenomeni di abbandono e solitudine, occorre:

- aumentare la capacità ricettiva dei servizi a disposizione degli anziani autosufficienti, soprattutto nel capoluogo regionale;

- potenziare e diversificare la gamma dei servizi finanziari, sanitari e sociali rivolti agli anziani non autosufficienti.

I servizi a disposizione dei tossicodipendenti vanno migliorati soprattutto per quanto riguarda la diversificazione ed il coordinamento dei compiti, la preparazione del personale ed il reinserimento sociale dei soggetti interessati.

Al fine di prevenire la diffusione del fenomeno droga fra i giovani, particolare attenzione dovrà essere rivolta alle cause del disagio giovanile ed ai modi per prevenirlo.

Gli interventi a favore degli immigrati del terzo mondo, oltre che mirare ad una crescita del dialogo e della solidarietà sociale, devono essere rivolti ad istituire idonei centri di informazione e di prima accoglienza, capaci di fornire prime risposte ai bisogni di informazione, regolarizzazione, lavoro, abitazione.

Sanità

Nel quadro delle confuse e contraddittorie iniziative dello Stato in materia di riforma sanitaria, la Regione si pone i seguenti obiettivi:

- operare per una regionalizzazione del servizio sanitario che preveda il trasferimento alla Regione delle competenze e i fondi fin qui gestiti dallo Stato. Sfruttando gli spazi già consentiti dalle leggi vigenti, va perseguita una gestione più mirata ai risultati del bilancio sanitario;

- ridefinire le rispettive competenze di Regione, USL e Comuni, ridiscutendo anche le funzioni, il numero e le delimitazioni dei distretti socio-sanitari;

- procedere, attraverso un largo confronto con le forze sociali e gli operatori interessati, ad una verifica e ad un aggiornamento del piano sanitario regionale. In tale piano andranno meglio chiariti i livelli di coordinamento professionale ed amministrativo, a livello di distretto come di USL, tenendo conto della specificità delle varie figure e dei diversi compiti in sede intraospedaliera e territoriale. La verifica continuativa dei risultati deve divenire prassi abituale, privilegiando la qualità degli interventi, senza trascurarne la quantità;

- ferma restando la necessità di procedere comunque agli interventi urgenti, occorre sottoporre ad una seria analisi (dal punto di vista sanitario, urbanistico, finanziario) con il contributo di idonei apporti tecnici, la scelta fra la costruzione di un nuovo ospedale nel comprensorio aostano e la ristrutturazione dell’attuale presidio di Viale Ginevra;

- potenziare la prevenzione sanitaria attraverso la messa in funzione dell’Osservatorio Epi-demiologico, iniziative di educazione sanitaria, campagne di screening mirate, interventi per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro;

- migliorare la capacità operativa dei servizi di riabilitazione;

- dare corso al processo di informatizzazione globale dell’USL;

- riqualificare e rilanciare i servizi sul territorio, con particolare riguardo alla prevenzione.

A questo fine è necessario ricorrere a modelli organizzativi ed operativi adeguati ai compiti dei servizi territoriali, che sono diversi, anche se collegati a quelli della struttura ospedaliera:

- riorganizzare la rete dei poliambulatori (Alta Valle, Aosta, Media Valle, Bassa Valle) per offrire servizi specialistici in periferia;

- istituire nuove attività, volte ad aumentare l’efficacia del servizio sanitario regionale, dando la precedenza ad interventi capaci di incidere sui livelli di salute di consistenti fasce di cittadini (telesoccorso, elisoccorso, ospedalizzazione a domicilio, ecc); -intervenire efficacemente per la formazione e la riqualificazione permanente del personale in servizio.

Casa

Un notevole riscontro ha avuto la legge che consente alle fasce sociali, in grado di utilizzare i mutui per la prima casa, di accedere alla proprietà dell’alloggio.

In questo campo, assicurando la continuità degli interventi, occorre individuare meglio le caratteristiche dei beneficiari ed accelerare le pratiche di finanziamento.

Restano invece ancora forti le richieste di alloggi a canone sociale, provenienti da strati sociali bisognosi, e quelle di alloggi da locare ad un canone equo, provenienti da famiglie a reddito medio-basso.

Occorre perciò intervenire per:

- incentivare, mediante idonei strumenti normativi ed operativi, il recupero del patrimonio edilizio esistente, sia attraverso l’intervento pubblico, che attraverso il sostegno all’edilizia convenzionata. Un particolare impegno sarà dedicato, d’intesa con il Comune, ad un progetto di risanamento del centro storico di Aosta;

- riformare, attraverso una ridefinizione di competenze, procedure e finanziamenti, l’Istituto autonomo per le case popolari, al fine di giungere all’unicità di gestione e ad interventi programmati di manutenzione straordinaria di tutto il patrimonio abitativo pubblico;

- istituire un fondo per contributi in conto interessi a favore dell’I.A.C.P. regionale e dei Comuni, per la realizzazione di alloggi da destinare esclusivamente alla locazione secondo la disciplina delle locazioni degli immobili urbani.

Solidarietà

Il contributo regionale ad una politica di solidarietà e cooperazione fra i popoli troverà concreta attuazione attraverso idonei finanziamenti, iniziative di sensibilizzazione, scambi culturali e di formazione tecnico-professionale.

6. CONCLUSIONI

Il momento politico ed istituzionale che stiamo vivendo è delicato.

E’ in corso infatti un ampio dibattito, a volte anche acceso, sulla necessità di una riforma profonda delle istituzioni, al fine di renderle più aderenti alla nuova realtà del paese.

"Si diffonde e si rafforza - ha detto di recente il Capo dello Stato - la richiesta di una democrazia più moderna, matura, consapevole, in cui le istituzioni lavorino meglio, ed in modo incisivo per il comune benessere e per una sempre maggiore libertà. Una stretta connessione tra le aspirazioni individuali e gli obblighi della solidarietà di tutti, a cominciare dalla classe politica, costituisce la chiave, già indicata dalla nostra Costituzione, della soluzione del problema fondamentale della democrazia: il rapporto fra il cittadino e la politica".

La maggioranza che si è formata proprio per ridisegnare l’assetto istituzionale della Regione, è ben conscia della necessità di una profonda riforma delle istituzioni, al fine di dissipare il clima di indifferenza che serpeggia nel paese.

Però è altrettanto convinta che sarebbe destinata al fallimento anche la più coraggiosa e moderna riforma strutturale, se non si potesse avere la certezza di poter contare sull’operato di nuovi quadri politici.

Riformare la politica, darle nuovi contenuti, lavorare nella direzione di un coinvolgimento dei cittadini: queste sono le linee politiche direttrici che la nuova maggioranza intende perseguire.

E’ ferma intenzione quindi di operare nella difesa della specialità dell’istituto autonomistico, in un momento di generale risorgere di tentazioni neocentralistiche, finalizzate a minare le basi dello Stato regionale, prefigurato dai Padri fondatori della Repubblica.

La maggioranza vede nell’assunzione di forti iniziative - peraltro già in corso - da parte delle regioni per un rilancio della loro identità, un’occasione questa per fare dell’Ente Regione il centro vitale della vita politica del paese.

L’intendimento è di proseguire in tale direzione, cercando di ricreare un clima di fiducia intorno all’istituzione regionale, alquanto appannata da scelte non sempre coerenti compiute in tempi non troppo lontani.

Non va poi dimenticato il fatto che il 1993, l’anno della integrazione europea, è vicino: le Regioni dovranno essere il fulcro della costituenda Europa, se non vogliono essere definitivamente sopraffatte da una logica centralizzatrice presente non soltanto in Italia ma anche in altri paesi del vecchio Continente.

Un nuovo regionalismo: questo è l’obiettivo ambizioso che la maggioranza si propone di conseguire; un regionalismo di apertura, propulsivo e dinamico come nelle migliori tradizioni del pensiero federalista italiano ed europeo.

Presidente - Ringraziamo il Presidente della Giunta per la lettura del programma; ricordo che la discussione avrà luogo nella seduta di domani mattina. Oggi pomeriggio proseguiremo con la discussione dell’ordine del giorno già iniziata stamani.

La seduta è tolta, il Consiglio si riconvoca per le ore 16.

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