Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1539 del 8 novembre 1990 - Resoconto

OGGETTO N. 1539/IX - Iniziative per la riapertura della caccia alla marmotta (Interpellanza).

Presidente - Do lettura dell’interpellanza presentata dal Consigliere Maquignaz:

INTERPELLANZA

Considerato che da alcuni anni nella nostra Regione è stato sancito il divieto di caccia alla marmotta;

Preso atto che il numero di queste è in forte aumento in tutte le valli laterali;

Rilevato che in alcune zone si sono scatenate epidemie mai segnalate e che hanno provocato la moria di migliaia di marmotte;

Evidenziata la legittima richiesta delle sezioni dei cacciatori della Valle di Gressoney tendente alla riapertura della caccia della marmotta;

Tenuto conto della competenza primaria della nostra Regione in materia di caccia;

Il sottoscritto Consigliere regionale

interpella

la Giunta regionale per sapere quali iniziative intenda assumere al fine di addivenire alla riapertura della caccia alla marmotta.

Presidente - Ha chiesto di illustrare l’interpellanza il Consigliere Maquignaz, ne ha facoltà.

Maquignaz (Ind) - Le richieste che recentemente sono state fatte dai cacciatori della Valle di Gressoney hanno nuovamente posto con forza il problema che riguarda la riapertura della caccia alla marmotta nella nostra Regione. Purtroppo questo è un argomento che è stato sempre affrontato con difficoltà e con delle diffidenze a causa dell’impatto che questo argomento può creare sulla opinione pubblica e a causa anche delle possibili strumentalizzazioni che alcune volte in questi casi vengono fatte dalle organizzazioni dei protezionisti.

Credo però che l’argomento vada affrontato con buon senso, con intelligenza e con razionalità, tenendo conto delle esigenze dei cacciatori, tenendo conto anche delle giuste considerazioni che vengono fatte sovente dalle organizzazioni dei protezionisti, ma tenendo conto soprattutto di quelle che sono le esigenze più generali della comunità valdostana.

Orbene su questo argomento credo che alcune cose vadano evidenziate, innanzitutto per dire che la marmotta nella nostra Regione è sempre stata presente in modo massiccio e nella nostra storia la caccia a questo animale è sempre stata praticata senza provocare dei danni di rilievo, anche perché bisogna ricordare che questo è un animale che si riproduce molto facilmente.

In questi ultimi anni il numero di questi animali è aumentato in modo sensibile e bisogna dire che ha provocato due fenomeni che vanno presi nella massima considerazione e che sono i seguenti. Innanzitutto questi animali stanno provocando dei danni di rilievo alle colture agricole in alta montagna perché provocano dei buchi nei prati più alti dove ci sono i mayens, tant’è vero che in altre Regioni, come ad esempio in Alto Adige questo fenomeno è estremamente diffuso al punto tale che la Provincia di Bolzano, nonostante le difficoltà frapposte dalle organizzazioni dei protezionisti, hanno dovuto reinserire la caccia alla marmotta per limitare danni alle colture agricole.

Ma esiste un altro fenomeno che non va sottovalutato; in questi ultimi anni soprattutto si sono manifestate delle epidemie in varie zone della nostra Regione e sono delle epidemie preoccupanti perché hanno provocato la moria di parecchi animali. Sarebbe estremamente interessante fare una indagine approfondita per capire qual è l’origine di queste epidemie, anche se bisogna pur dire che la maggior parte delle persone è convinta che queste epidemie derivano dal fatto che gli animali sono in sovrannumero in numerose zone della nostra Regione.

Fatte queste considerazioni, desidero sapere qual è la posizione della Giunta regionale nei confronti di questo problema; problema che certamente non è di facile soluzione perché, come altri hanno ricordato, esistono degli ostacoli giuridici che vanno superati. Ricordo che tra l’altro la legge nazionale non prevede la marmotta fra le specie cacciabili e questo è un grosso ostacolo, però sono convinto che l’ostacolo giuridico può essere superato a condizione che ci sia la volontà politica di risolvere il problema.

Sono convinto che se esiste una azione della Regione in questa direzione, sia possibile addivenire alla riapertura della caccia alla marmotta nella nostra Regione, tenendo conto evidentemente di quelle che possono essere le esigenze di una caccia che sia armonica, equilibrata, e che tenga conto delle esigenze di tutti.

Detto questo, spero di avere una risposta che sia la più chiara possibile, che non sia la solita risposta con la quale si promette di fare qualcosa ma poi non si fa niente.

Presidente - Ha chiesto di parlare l’Assessore all’Agricoltura, Foreste e Ambiente Naturale Lanièce, ne ha facoltà.

Lanièce (DC) - Nel confermare che la consistenza numerica delle marmotte è in buona ripresa sul territorio regionale aperto alla caccia, si sottolinea che non corrisponde al vero che lo stato sanitario delle stesse desti preoccupazione.

Uno studio in tal senso, basato su studi e ricerche biennali e che sarà pubblicato dalla "Société de la flore valdôtaine", sfata questa preoccupazione, ovvero non c’è nessun pericolo di epidemie allo stato attuale. Nello studio che era stato commissionato dal comitato caccia e dalla Regione si era chiesto di fare anche lo studio sullo stato sanitario; anche se il comitato caccia ha detto che non era necessario, comunque è stato fatto lo stesso e questo ci conforta perché le marmotte sono in buona salute. Sarebbe infatti più grave, proprio per arrivare a quello a cui penso voglia arrivare il Consigliere Maquignaz, se le marmotte fossero ammalate: se le marmotte muoiono già per malattia, non possiamo certamente cacciarle perché non ce ne rimangono più. Quindi se sono sane e sono tante, ci sarebbe una ragione per cacciarle, ma se queste sono già malate allora vuol dire che le distruggiamo.

Allora, lo stabilire che le marmotte sono sane va nel senso, ritengo, di andare all’apertura della caccia alla marmotta.

Fatte queste premesse rispondo alla domanda dell’interpellanza dicendo che, per quanto riguarda la possibile riapertura della caccia alla marmotta, questa potrà eventualmente avvenire con opportuna regolamentazione non appena saranno ultimati gli studi sulla consistenza reale delle marmotte e sulla loro distribuzione sul territorio. A livello di Assessorato si sta esaminando di fare una regolamentazione e non di aprire la caccia alla marmotta a tappeto, completamente.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Maquignaz, ne ha facoltà.

Maquignaz (Ind) - Devo dire che se ho condiviso la parte finale della risposta dell’Assessore, perché ha dimostrato la sua sensibilità ad esaminare con attenzione questo problema, non condivido però le premesse. Non le condivido nel modo più assoluto perché secondo me l’Assessorato è stato male informato.

Non vorrei che si verificasse quanto si è verificato per la cheratocongiuntivite, perché ancora adesso gli organi competenti sostengono che la cheratocongiuntivite non esiste nella nostra Regione, poi dopo si è dimostrato che nelle valli del Parco la cheratocongiuntivite esisteva.

E ne voglio dire ancora un’altra: si sostiene che la cheratocongiuntivite non esisterebbe nell’oasi Lagranda; ebbene quest’anno i cacciatori valdostani hanno catturato dei camosci ammalati di cheratocongiuntivite che sono stati consegnati alle stazioni forestali. Eppure fino a ieri si è sempre sostenuto che questa malattia non esisteva. Ora che si dica addirittura che non esiste la moria di marmotte la cosa è assolutamente ridicola, perché qualsiasi persona che va in montagna sa benissimo che in alcune zone le marmotte muoiono; faccio alcuni esempi. Nel vallone di Vessona due anni fa sono morti secondo me minimo 500 animali; nel vallone di Cignana otto anni fa non c’era più un animale e quest’anno nel vallone del Montabel non c’è più neanche una marmotta.

Quindi quelli che sostengono queste cose non sono informati...

Lanièce (DC) - (fuori microfono):... non ce ne sono più perché le cacciano...

Maquignaz (Ind) - ... non so quale sia l’origine di questa epidemia, però so anche che la maggior parte delle persone informate sostengono che queste epidemie ci sono perché gli animali sono in sovrannumero, per cui diventano consanguinei e muoiono di epidemia. Quindi è necessario intervenire con un po’ di buon senso.

Detto questo, mi riservo di provare quello che sto dicendo, mi riservo anche di assumere altre iniziative consiliari per poter chiarire questa vicenda che secondo me va chiarita, e nel contempo colgo anche l’occasione per ringraziare l’Assessore per la sua disponibilità e mi auguro veramente che vengano assunte quelle iniziative che sono necessarie al fine di addivenire con razionalità e intelligenza alla riapertura della caccia a questo animale.

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