Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1126 del 21 marzo 1990 - Resoconto

OGGETTO N. 1126/IX - "Adesione della Regione all’iniziativa "Salaam-ragazzi dell’ulivo" per interventi a favore dei bambini palestinesi". (Approvazione di mozione).

Presidente - Do lettura della mozione presentata dai Consiglieri Mafrica, Riccarand, Lavoyer, Trione, Pascale, Faval e Andrione:

MOZIONE

Constatato il carattere umanitario e la testimonianza di solidarietà rappresentati dall’iniziativa "Salaam-Ragazzi dell’Ulivo", con la quale, mediante un versamento mensile di 100.000 lire per un periodo di due anni, all’omonimo Comitato Nazionale (via Vico 22, Roma), si interviene a favore di un bambino palestinese, affidato a distanza alla persona, alla famiglia, al gruppo o all’ente che aderisce all’iniziativa;

sottolineato che già oltre 2500 bambini palestinesi sono stati "adottati" da singoli, gruppi, enti locali ed hanno avuto così la possibilità di essere aiutati a vivere e crescere nella propria terra, senza essere strappati alla loro cultura e ai loro ideali

il Consiglio regionale della Valle d’Aosta

delibera

1) di aderire all’iniziativa "Salaam-Ragazzi dell’Ulivo", promossa dall’AGESCI e dall’ARCI per un affidamento a distanza di 10 ragazzi;

2) di affidare alla Giunta regionale i provvedimenti attuativi della presente risoluzione.

Presidente- Ha chiesto di illustrare la mozione il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.

Mafrica (PCI) - Questa mozione è stata presentata da numerosi Consiglieri e il senso della stessa è immediato ed evidente. Due associazioni, l’Agesci, che raccoglie gli scouts, e l’Arci hanno da un paio di anni preso l’iniziativa di affidamento a distanza di bambini palestinesi.

In cosa consiste l’iniziativa? Si possono avere in affidamento sia come persone, sia come gruppi di persone, sia come famiglie, sia come enti locali, dei bambini palestinesi; un comitato nazionale che si trova a Roma raccoglie i fondi che vengono versati da chi aderisce a questa iniziativa ed i fondi servono per il mantenimento parziale e per le necessità di questo bambino, che continua a rimanere nella sua terra e nella sua casa con i parenti che gli sono rimasti.

E’ una iniziativa che ha carattere solidaristico ed è stata presa già da molte persone: sono 2500 le adozioni fatte al momento in cui era stata stilata la mozione. Anche enti locali hanno già aderito, pertanto i proponenti ritengono che anche la Regione Valle d’Aosta possa partecipare con una iniziativa particolare, ottenendo in affidamento (questa è la proposta) dieci bambini palestinesi.

L’entità della spesa è simbolica; è il senso politico ed umanitario della iniziativa che ha maggiore rilievo.

Presidente- Ha chiesto di parlare il Consigliere Gremmo, ne ha facoltà.

Gremmo (UAP) - Non sono tanto ferrato nelle lingue orientali, però, se non ho capito male, la parola "salaam" vuol dire "pace" in arabo. C’è una parola simile in lingua ebraica, che suona "shalom" che vuol dire la stessa cosa.

Nella situazione del Medio Oriente, così intricata e delicata, dire una sola delle due parole, Consigliere Mafrica e Consiglieri firmatari, vuol dire dimenticare il 50% del problema, l’altra metà del cielo, e quindi vuol dire fare un atto di ostilità nei confronti dell’altra metà del cielo.

Ho già detto una volta, quando qui si parlava del famoso aviatore, navigatore, che andava a trattare con i terroristi, che non capisco la logica per cui la Valle d’Aosta deve, in una situazione così ingarbugliata, prendere delle posizioni che suonano comunque di ostilità nei confronti di un governo democratico e legittimo.

Qui si dice che questi bambini dovranno continuare a vivere nella loro terra senza essere strappati alla loro cultura e ai loro ideali, e si parla di bambini palestinesi. Il termine palestinese è una delle parole più abusate e meno chiare che esistano nel vocabolario politico; nella mia modesta biblioteca ho una raccolta di racconti palestinesi stampata negli anni ’30 ed è una raccolta di racconti scritti da ebrei in ebraico per gli ebrei, perchè la Palestina da sempre era considerata ed è considerata dagli ebrei la terra degli ebrei. Nella Palestina ebraica, dal 1948, anche grazie all’URSS che allora ebbe un atteggiamento, assieme agli inglesi, democratico e tollerante, esistono due realtà: da una parte, esiste il libero Stato di Israele, dall’altra parte, lì vicino, esistono una serie di stati arabi più o meno non democratici, dove esistono degli arabi che hanno scoperto dalla sera alla mattina di essere non degli arabi, ma di essere dei palestinesi. Mentre nell’ambito dello Stato di Israele anche questi arabi hanno tutti i sacrosanti diritti - a Betlemme il Sindaco è un arabo, credo addirittura sia iscritto al PCI o sia comunque di sinistra - ma poi tutti, arabi ed ebrei di religione ebraica o di religione musulmana o di religione cristiana, hanno i loro diritti. Attorno a questa piccola oasi di libertà e di democrazia ci sono una serie di stati dittatoriali o semidittatoriali, il cui scopo è sempre quello di mettere in discussione la legittima sovranità dello Stato di Israele con tutti i mezzi possibili.

Quindi, dire che dentro allo Stato di Israele esisterebbe per qualcuno il rischio di non vivere nella propria cultura, nella propria terra, ed aggiungere fra l’altro che questi bambini devono anche avere degli ideali, quando l’ideale è una soggettività che uno matura nel corso degli anni, ecco, pensare che dobbiamo dare venti milioni per questa iniziativa, perchè questo è lo scopo degli ideali, credo sia forzato.

Allora, stabilito che in uno stato democratico come Israele nessuno viene leso nel suo diritto di vivere nella sua terra, perchè non che qualcuno sia stato deportato da Israele, mi risulta semmai il contrario, cioè mi risulta che gli ebrei dei paesi europei sfuggiti all’olocausto nazista - perchè poi è molto facile dimenticare che sei milioni di ebrei sono stati ammazzati per il solo razzistico fatto di essere ebrei - abbiano trovato un loro spazio territoriale, l’abbiano comprato a fior di miliardi dai beduini, dai regnanti locali che vendevano le terre a dei prezzi esorbitanti, e che quindi abbiano creato, prima ancora di avere un riconoscimento giuridico, il ritorno alla terra dei loro padri pagandolo fior di miliardi ai vari potenti arabi. Questo è un fatto. Che oggi nello stato ebraico vivano delle minoranze come gli arabi, come i cristiani, tutelate, che non hanno nessun tipo di problema, è un dato di fatto.

Cheperò a Gerusalemme esistano continuamnete dei gruppi terroristici - perchè l’OLP è un gruppo terroristico che nel primo punto del suo programma, mai smentito, mai accantonato, dichiara che con la lotta armata vuole arrivare a distruggere lo Stato di Israele, e questo è terrorismo - che dei gruppi terroristici abbiano fatto leva sulla situazione di protesta, di malessere della popolazione per aizzare questa cosa incredibile che si chiama intifada, ma che in realtà è solo la fanatizzazione di tipo mediorientale, discendente dalla cultura della conquista propria della religione musulmana, che si serve di ragazzi per fare una guerra civile scatenata per ragioni che non hanno niente a che vedere con la cultura e con la lingua, ma che sono solo delle operazioni di vero attentato nei confronti di uno stato democratico, che tutto questo esista è un altro discorso.

Sono veramente preoccupato, quindi, in una situazione così pericolosa per la democrazia, perchè Israele rappresenta nel Medioriente l’unico elemento di sicurezza, ed è l’unico paese dove si fanno le elezioni. Fra l’altro, Consigliere Beneforti, pensi che in Israele le liste che si presentano con meno difficoltà di quelle che il Ministro Gava ha creato per i gruppi nuovi in Italia; quindi Israele è proprio un paese dove la democrazia è largamente diffusa, tant’è vero che si presentano ogni volta tante liste, poi gli elettori non le votano tutte, ma la possibilità di potersi presentare è data a tutti quanti.

Per quanto riguarda il discorso della cultura - e noi qui siamo spesso sensibili rispetto alla questione della lingua e della cultura - questo è un paese dove è rispettato il plurilinguismo, per cui nelle zone abitate da minoranze arabe tutta la toponomastica, tutte le indicazioni stradali, sono in ebraico, in inglese e in arabo. Dove vivono degli arabi, l’istruzione viene garantita in lingua araba. Quindi dal punto di vista della cultura, dal punto di vista della identità, dal punto di vista della terra, non ci sono problemi.

Allora non capisco il senso di una iniziativa come questa, che avrebbe un qualche senso se voi aveste fatto una cosa che fosse in equilibrio con la situazione: noi sosteniamo l’iniziativa del "Salaam- ragazzi dell’ulivo" e contemporaneamente sosteniamo una iniziativa filantropica ebraica per aiutare i bambini. C’è ad esempio la corrispondente della Croce Rossa nostra di Israele che ha in corso ogni anno delle iniziative per i bambini ebrei, i bambini israeliani, i cui padri sono stati trucidati durante le guerre di aggressione contro Israele. La vostra iniziativa avrebbe avuto senso, e quella sì sarebbe stata, come aveva detto a suo tempo il Consigliere Andrione quando illustrava l’altra mozione, al di sopra delle parti, se aveste detto, da un lato, di aiutare i dieci bambini del salaam e dell’ulivo, ma dall’altro di aiutare la Croce Rossa del libero Stato di Israele con la stessa somma, per dieci bambini ebrei, i cui padri sono stati trucidati durante le guerre di aggressione contro Israele da parte dei terroristi o degli stati limitrofi.

Una iniziativa del genere non avrei avuto difficoltà a votarla, perchè saremmo stati veramente equanimi. Qui invece in qualche modo c’è un atto di ostilità nei confronti di un legittimo governo, perchè si dice che questi bambini devono essere aiutati a crescere nella propria terra, come se ci fosse qualcuno che non li vuole lasciar crescere; senza essere strappati alla loro cultura e ai loro ideali, come se qualcuno li volesse strappare; ma questo non è certamente il governo di Israele che ha favorito e favorisce in tutte le maniere i cittadini, perchè in Israele non esistono discriminazioni di nessun tipo. Quindi, la premessa per questa iniziativa è inconsistente perchè non esiste questo pericolo.

Dall’altra parte c’è ancora questo discorso che secondo me va fatto: siamo veramente certi che questo sia il modo per arrivare a quello che vogliamo tutti, cioè al reciproco riconoscimento delle realtà statali concrete che devono andare a sedimentarsi nel Medioriente, o, aderendo ad una iniziativa come questa che in qualche modo è ostile rispetto al legittimo governo di Israele, non andiamo anche noi a fomentare una ostilità nei confronti di uno Stato ebraico, che ha la fortuna comunque di sapersi mantenere?

Infine, devo dire che non sono certo, ma voglio verificarlo poi segnalando la cosa sia all’attenzione del Commissario di Governo, sia alla Corte dei Conti, che la Regione possa prendere venti milioni e mandarli a dei beneficiari sconosciuti. Non sono certo che possiamo mandare, senza sapere come vengono finalizzati i soldi, questi venti milioni che, ripeto, in qualche maniera dovevano e potevano essere utilizzati in loco per altre cose.

Un’ultima osservazione voglio fare con pacatezza, e riguarda il pericolo di strumentalizzazioni di iniziative come questa. Al Consiglio regionale del Piemonte è stato denunciato da un collega della Lista Verde e Civica, Pezzana, un caso allarmante successo in una scuola di Torino, dove una iniziativa umanitaria e pacifista di Amnesty International è stata poi nei fatti strumentalizzata al punto da diventare una attività ostile nei confronti di Israele. E’ il caso di quei bambini cui è stato fatto fare un disegnino dalla signora maestra e poi questo disegnino era contro questi cattivi ebrei che sarebbero contro i bambini palestinesi. Al Consiglio regionale del Piemonte il collega Pezzana ha sollevato la questione e credo abbia fatto bene, perchè c’è sempre il grosso rischio, in iniziative come queste, di partire con una certa impostazione e poi di ritrovarsi con la realtà dei fatti che cammina in una direzione anche opposta a quelle che possono essere le buone intenzioni.

Mi chiedo e chiedo al Consiglio chi ce lo fa fare, tenendo conto che venti milioni sono comunque venti milioni, di andare ad impegolarci in una iniziativa che secondo me non ha una sua motivazione di nessun tipo, ma che potrebbe essere letta come ostilità nei confronti del legittimo governo di Israele. Sono sempre allarmato quando vengono fuori cose di questo tipo e mi sembra che se dei Consiglieri vogliono - ecco, faccio questa proposta - tassarsi e regalare dal loro gettone di Consigliere regionale centomila lire al mese ai bambini palestinesi, è una cosa legittima e sacrosanta, però non trovo corretto che si chieda alla collettività valdostana di fare questa scelta, perchè non sono certo che la collettività valdostana sia davvero convinta di prendere una posizione piuttosto che un’altra rispetto alla questione della Palestina. La questione è troppo intricata, il problema è troppo delicato. Ripeto, solo salaam non vale molto se non c’è vicino la parola ebraica shalom, perchè parliamo sempre di convivenza, di rapporto fra i popoli, dobbiamo anche dimostrarlo.

Questa è una iniziativa che, pur nella sua apparente asetticità, potrebbe avere degli sviluppi non positivi rispetto a quella che dovrebbe essere la situazione del Medioriente.

Tenendo presente che questi bambini hanno un governo che va nella direzione di aiutare loro come tutti i cittadini dello Stato, questa situazione è garantita democraticamente, perchè Israele è l’unico paese del Medioriente che ha delle leggi certe. Credo che sia sbagliato andare ad impegolarsi in una cosa di questo tipo.

Presidente- Ci sono interventi per dichiarazione di voto?

Ha chiesto di parlare il Consigliere Gremmo, ne ha facoltà.

Gremmo (UAP) - Voto contro e torno a dire che credo sia veramente sbagliato continuare in questa direzione rispetto ad un problema che abbiamo affrontato tre volte, ma almeno le due ultime volte lo abbiamo affrontato con una mancanza di approfondimento, che qualcuno stamattina richiamava a proposito delle olimpiadi.

Su questa, che è una cosa ancora più delicata, si vuole un voto, che ha comunque una rilevanza politica e che non mi sento di dare. Quindi il mio voto è contrario su questa mozione.

Presidente - Pongo in votazione la mozione in oggetto:

Esito della votazione:

Presenti: 21

Votanti: 21

Favorevoli: 20

Contrari: 1 (Gremmo).

Il Consiglio approva

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