Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1110 del 21 marzo 1990 - Resoconto

OGGETTO N. 1110/IX - Iniziative per la tu-tela dei diritti acquisiti dai silicotici della Valle d'Aosta (Approvazione di risoluzione)

Presidente - Do lettura della risoluzione presentata dai Consiglieri Beneforti, Stévenin, Rusci, Pascale, Mafrica, Riccarand, Aloisi, Martin, Gremmo e Limonet:

RISOLUZIONE

A conoscenza della decisione assunta dall'INAIL di Aosta, in base alla legge n. 88/1989 e alle circolari della Direzione Generale dell'Istituto, di disporre una revisione attiva delle rendite erogate per tecnopatia in casi di dubbia valutazione qualunque sia il motivo per il quale la documentazione relativa venga esaminata da un sanitario;

rilevato che la revisione dovrebbe avvenire tramite il ricovero presso le cliniche universitarie di Torino, Milano, Pavia e Genova;

considerato che fra i silicotici ci sono invalidi a cui l'indennità è stata riconosciuta da decenni e che sono in condizioni di salute tali da non permettere il trasferimento;

constatato che le rendite per Tecnopatia sono state erogate dall'INAIL dopo aver sottoposto l'assistito a visite mediche nelle forme e criteri previsti dalla normativa vigente;

ritenuto che con la decisione assunta l'INAIL possa coinvolgere indistintamente coloro che percepiscono le rendite dopo anni di lavori in ambienti silicotigeni, creando un grande e grave problema sociale nella nostra Regione;

preso atto delle carenze che contraddistinguono la sede INAIL di Aosta, dove le prestazioni previste per gli aventi diritto vengono definite ed erogate con anni di ritardo e dopo vari solleciti da parte dei patronati sindacali, come dai diretti interessati;

tenuto present che con legge regionale n. 57 del 22/12/1980 è stato introdotto il criterio della "LASTRA UNICA", da effettuarsi presso strutture sanitarie pubbliche della Regione onde evitare di sottoporre l'assistito a continue e dannose radiazioni;

il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

richiede all'INAIL il rispetto della legge regionale n. 57 del 22 dicembre 1980 in merito agli accertamenti da effettuare nei confronti dei silicotici e quindi di revocare immediatamente i provvedimenti deliberati unilateralmente dall'Istituto;

dà mandato all'Assessore competente di porre in essere tutte quelle iniziative, incontri e confronti che si rendono necessari onde ottenere la piena tutela dei diritti acquisiti dai silicotici della Valle d'Aosta;

impegna la Presidenza del Consiglio a trasmettere la presente risoluzione agli organi istituzionali dell'INAIL a livello regionale e nazionale, nonchè ai competenti Ministeri.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Vicepresidente Beneforti, ne ha facoltà.

Beneforti (DC) - Abbiamo ritenuto opportuno presentare questa risoluzione per permettere al Consiglio di esprimersi nel suo insieme su un problema, che credo rivesta particolare importanza all'interno della nostra Regione, ma anche per dare una risposta come Consiglio a quei pensionati silicotici che hanno richiesto il nostro interessamento, che hanno richiesto l'interessamento oltre che dei sindacati anche delle forze politiche. Inol-tre anche questa risoluzione serve a dare una ri-sposta a certe note che sono apparse sulla stampa, sia da parte della Magistratura come da parte del-lo stesso Istituto infortuni.

L'INAIL ha preso spunto - questa almeno è l'impressione che ha dato per il modo con cui ha agito - dall'articolo 55 della legge nazionale 88/89 per rivedere tutta la problematica della silicosi nel-la nostra Regione.

Io credo che nella nostra Regione la silicosi non sia stata, nè sia oggi, una invenzione di nessuno; nella nostra Regione, dove si dice che ci sono trop-pi silicotici (perchè sono settemila circa), non si può dimenticare che c'è stata una Cogne siderurgica, c'è stata l'Ilssa Viola, altro stabilimento siderurgico, ci sono state le miniere, ci sono state cave, ci sono stati lavori in galleria; per cui è e può essere, per l'attività lavorativa che c'è stata, una regione dove la silicosi esiste.

Con questo non vogliamo dire che intendiamo difendere i casi di dolo o i casi di colpa grave, e tan-tomeno le frodi, se sono avvenute, ma siamo stati e siamo, come forze politiche, per la difesa dei diritti di ogni cittadino, siamo per ottenere dalla Magistratura una risposta eloquente ai casi che sta esaminando, perchè vogliamo e diciamo che dob-biamo stare nella legalità. Ma non possiamo neppure, sempre e comunque, accettare il comportamento di oggi dell'INAIL, che è il comportamento che ha avuto anche in passato, in altre occasioni che ricordo molto bene, in quanto nella mia pro-fessione di sindacalista mi sono dovuto contrapporre molto spesso e volentieri alle prese di po-sizione da parte dell'Istituto infortuni.

Ricordo la vertenza che fu aperta dalle organizzazioni sindacali nei confronti dell'INAIL, proprio per ottenere la rendita di passaggio per un certo numero di lavoratori della Cogne che l'INAIL in-tendeva negare; si giunse perfino all'occupazione dello stesso edificio dell'INAIL per far rispet-tare un diritto previsto dalla legge, per far rispet-tare un diritto che i lavoratori hanno acquisito e che era un diritto che veniva concesso a quei lavoratori che lasciavano l'ambiente silicotigeno. Infatti tutti sappiamo che la silicosi è una malattia irreversibile, tant'è vero che per legge è prevista una rendita di passaggio per coloro che lasciano il lavoro silicotigeno, in modo che la malattia non debba perlomeno aggravarsi. Anche allora fu portata avanti una certa azione sindacale che per i lavoratori si concluse con il rispetto dei loro diritti.

Il direttore dell'INAIL ha dichiarato alla stampa che ci sono troppi casi dubbi; ma chi ha stabilito che questi casi sono dubbi o supervalutati? A quanto pare, chi ha stabilito questi dubbi sono i medici dell'INAIL, senza alcuna visita specialistica. Chi sa cos'è la malattia silicosi, sa che non si può così all'apparenza giudicare l'entità della invalidità che può sussistere, ma che ci vogliono de-terminati approfondimenti; e non è sfogliando le pratiche da parte di un medico funzionario dell'INAIL che si può stabilire se il caso è dubbio o supervalutato. Bisogna approfondire i casi e ci vogliono analisi ben precise per accertare, e non sempre la silicosi è ben riconosciuta, perchè dipende da come si fanno le lastre e da come si fanno determinate analisi, ed è sempre stato difficile arrivare a distinguere la silicosi da altre malattie che possono colpire il lavoratore, come la ferrosi, l'asbestosi ed altre malattie professionali che oggi ci sono in certi settori della siderurgia, nelle cave e nelle miniere.

Ma questi dubbi poi, queste indagini sulle in-dennità facili, questo scandalo, come si intende chiamare, della silicosi, perchè si è aspettato il 1987 per aprirlo? E' possibile che al direttore dell'INAIL, che ha controfirmato le relazioni dei medici, non sia mai venuto qualche dubbio prima di oggi di fronte a tanto indennizzo, come egli dice, di silicosi? Ma la direzione compartimentale di Torino, la direzione centrale dell'Istituto, dalle statistiche in loro possesso non si erano mai rese conto dell'alta percentuale che, come dicono, sia stata raggiunta nella nostra Regione rispetto al resto d'Italia?

Non si sostenga oggi, come sembra si voglia sostenere, che non esisteva la legge che permetteva loro di farlo, perchè di fronte a certi dubbi, ad e-ventuali intuizioni di dolo o di frode è concesso a tutti di denunciare i casi alla Magistratura, ci sia o non ci sia la legge. Quindi l'INAIL poteva ricor-rere alla Magistratura quando e come voleva.

E' vero che il proverbio dice: "meglio tardi che mai", ed arriviamo oggi a rivedere queste pratiche, ma, se si vuole rivedere certe pratiche, si rispetti almeno la legge regionale votata da questo Con-siglio, la n. 57 del 22.12.80, che prevede che gli accertamenti siano effettuati nelle strutture sanitarie pubbliche valdostane. Questo lo chiediamo e lo riaffermiamo anche nella risoluzione, perchè intendiamo far rispettare le leggi che vengono approvate da questo Consiglio, ma anche perchè ci sono anche silicotici di età avanzata, ammalati, che non possono essere trasportati altrove. Ci sono persone di sessanta, settanta ed anche ottant'anni ammalate gravemente, che non si può pretendere di trasportare in cliniche private per essere sottoposte ad a-nalisi che forse li farebbero soffrire ancora di più rispetto alle malattie che già hanno.

Pertanto, si facciano gli accertamenti sanitari necessari e si faccia anche presto, perchè nessuno vuole l'inerzia, ma non vogliamo neanche subire l'inerzia. La vicenda silicosi è scoppiata nel 1987 e dopo tre anni non è stata ancora chiusa: questa è la constatazione che dobbiamo fare oggi, 21 mar-zo 1990.

Il giudice istruttore ha diffuso una nota con la quale afferma:"L'esistenza o meno della silicosi non è una questione sindacale, non è neppure questione che possa essere oggetto di eventuale propaganda politica ed elettorale; costituisce es-clusivamente questione medico-legale". Siamo d'accordo, signor giudice, è una questione medico-legale, lo è oggi e lo era ieri quando veniva riconosciuta l'invalidità per silicosi; è sempre stata una questione medico-legale anche ieri, quando sempre sono stati i medici e i legali a riconoscere questo diritto ai lavoratori, e noi riteniamo che debba restare una questione medico-legale. Ma il sindacato non può rimanere estraneo; i patronati sindacali sono stati riconosciuti per legge e sono finanziati anche dallo Stato perchè difendano gli interessi dei lavoratori in campo infortunistico co-me in campo previdenziale. Il patronato ha i suoi medici ed ha i suoi legali per far applicare le norme e le leggi dell'INAIL, dell'INPS e di tutti gli istitutiassicurativi.

Che l'esistenza della silicosi non debba poi es-sere oggetto di eventuale propaganda politica ed elettorale, siamo anche d'accordo, ma questa è una affermazione populista ormai logora e priva di ef-fetto, che non mi tocca personalmente e tanto meno tocca il Gruppo della DC. Ognuno di noi si muove nella misura in cui viene interessato; ognuno di noi si muove ed è giusto che si muova quando come amministratori dobbiamo fare le leggi e nello stes-so tempo quando c'è necessità di farle rispettare.

Nel concludere concordo con chi sostiene che la sede INAIL di Aosta sia anche ingovernabile, non perchè intende applicare correttamente le norme di legge in caso di infortuni sul lavoro o per malattia professionale come silicosi, ma è diventata ingovernabile per il fatto che non vengono erogate regolarmente le prestazioni che i lavora-tori richiedono. Enormi sono i ritardi con cui vengono erogate le indennità da parte di questo Istituto e in molte occasioni passano degli anni prima che i lavoratori ricevano il danno subito da un infortunio o dalla silicosi o altre prestazioni che devono essere corrisposte dall'istituto medesimo. Quindi i patronati, come i sindacati, come i diretti interessati, devono sollecitare spesso e volentieri l'erogazione delle loro prestazioni.

Ritengo che anche su questo, se ci sono ancora ulteriori ritardi, si debba esaminare, come Consiglio, quali strumenti usare per andare a vedere le motivazioni reali di questi ritardi e se necessario vedere quali inchieste aprire o far aprire su questo problema, in quanto non è pensabile che un istituto, che è nato e vive con i soldi versati dai datori di lavoro e dai lavoratori, non debba corrispondere le prestazioni nei termini che sono previsti dalle disposizioni di legge. Ma questo è un discorso che ci riserviamo di fare successivamente, in quanto non possiamo accettare una situazione così com'è venuta a crearsi nella sede di Aosta.

Sono uno dei firmatari per la DC di questa risoluzione; l'abbiamo sottoscritta, la voteremo e faremo in modo che i contenuti di questa risolu-zione vengano applicati e riconosciuti dall'INAIL; se questo non avverrà, useremo tutte quelle forme per ottenere sempre e comunque il rispetto dei diritti dei lavoratori.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Agnesod, ne ha facoltà.

Agnesod (UV) - In riferimento a questo argomento vorrei sottolineare il metodo anomalo con cui l'INAIL intende applicare l'accertamento e la revisione delle malattie professionali silicosi e broncopneumopatie.

E' risaputo che la silicosi è una malattia pro-fessionale paralizzante e devastatrice del tessuto polmonare e che l'azione della stessa è progressiva e mai regressiva.

L'INAIL ha intrapreso un'azione che, se può essere giustificata per alcuni casi dubbi, che vanno denunciati e colpiti, per la stragrande maggioranza dei lavoratori e pensionati dell'ex Ilssa Viola, del-la Cogne non lo è, poichè essi sono ammalati e tali sono stati riconosciuti dall'INAIL stessa da anni. E perchè oggi improvvisamente vanno revisionati e considerati guariti, o migliorati, da una malattia che purtroppo non migliora mai?

Se le attuali rendite sono state concesse, non è certamente opera dei lavoratori o pensionati, bensì delle strutture mediche predisposte per tali con-cessioni.

Senza alcuna giustificazione è poi il sottopor-re i silicotici valdostani al ricovero presso gli os-pedali di Genova, Milano e Pavia per accertare le loro condizioni; questo modo di agire della sede INAIL è in palese contrasto con quanto previsto dalla legge 57/80.

Su questa tematica a mio modo di vedere deve esserci una convergenza di azione fra i vari enti ed istituzioni competenti. Le organizzazioni sin-dacali ed i patronati devono lavorare d'intesa fra di loro, rispettando una comune linea di azione. Non è possibile che magari qualcuno, forse per eccessiva volontà di protagonismo, esca dagli accordi e dalle intese e rischi, a discapito dei lavoratori e pensionati, di peggiorare notevolmente la situazione già di per sè molto difficile e delicata.

Pertanto, richiedendo massima serietà ed impegno da parte di tutti, ritengo che con questa risoluzione, di cui l'Union Valdôtaine è firmataria, il Consiglio regionale da parte sua debba affrontare in modo completo e preciso questa importante tematica che si è venuta a creare nel settore delle malattie professionali.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Martin, ne ha facoltà.

Martin (ADP) - Molte cose sono state dette a proposito di questo argomento, quindi al nostro Gruppo non rimane che ribadire due concetti. In primo luogo, nessuno vuole difendere coloro che non hanno la silicosi e che ne percepiscono la pensione; in secondo luogo non si può, per alcuni casi anche dubbi, fare di tutte le erbe un fascio. Noi quindi siamo per tutelare tutti quei lavoratori che hanno contratto la malattia, lavoratori che, non dimentichiamolo, hanno già pagato pesantemente durante la propria attività lavorativa.

Come sapete, la silicosi non si contrae lavorando in luoghi puliti, in luoghi sicuri, si contrae invece davanti ai forni dell'acciaieria, si è con-tratta lavorando alle ferroleghe, si è contratta nelle miniere di La Thuile e di Cogne. Allora, perchè continuare a colpire queste persone che hanno già abbondantemente pagato con la perdita del bene più prezioso, ossia con la perdita della salute? Per-chè continuare a colpire queste persone, inviandole fuori Valle per accertamenti che secondo la leg-ge regionale n. 57 devono essere effettuati in Valle d'Aosta?

Siamo quindi favorevoli a votare questa risoluzione, che abbiamo presentato insieme ad altri gruppi, perchè si ritorni alla normalità nell'interesse di questi lavoratori che devono effettuare le vi-site in Valle d'Aosta secondo quanto previsto dalla legge regionale 57.

Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Gremmo, ne ha facoltà.

Gremmo (UAP) - Due telegrafiche osservazioni si impongono dopo quanto hanno detto i col-leghi, precisando che a nome dell'Union Autonomiste sono fra i firmatari di questa risoluzione.

In effetti, hanno ragione coloro che sostengono che con questo modo di operare da parte degli or-ganismi burocratici di Stato si colpiscono gli ul-timi, si colpiscono i lavoratori che hanno già per tutta la vita tirato la carretta. Se penso che oggi in Italia ci sono un milione e mezzo di extracomunitari arrivati da paesi sicuramente a rischio anche dal punto di vista sanitario, ed il Governo e il Par-lamento hanno fatto una legge di sanatoria che permette a questi signori di rimanere indisturbati a girare per l'Italia, senza che venga fatto nessun accertamento sulle loro condizioni di salute, e poi vedo sull'altro piatto della bilancia l'accanimento con cui qualcuno va a fare le pulci ai lavoratori val-dostani diventati ammalati, mi chiedo se non sia-mo di nuovo di fronte alla solita demagogia che vede sempre colpiti i poveri, gli ultimi, quelli che davvero hanno malattie, quelli che davvero si tro-vano in situazioni difficili. Ed hanno ragione i colleghi che sottolineavano come, dimenticando completamente il dettato di legge nostra, regio-nale, autonomista, che permette gli accertamenti sul luogo senza creare aggravi di soldi e di fatica a questi ammalati, vengano imposte sfibranti ed inutili - secondo me - visite di accertamento chis-sà dove.

La seconda osservazione, che voglio rivol-gere in particolare al Gruppo della DC che ha fatto delle giuste, in teoria, osservazioni in merito alla situazione dell'INAIL, è un'osservazione di tipo politico. E' vero, noi dobbiamo aspettare i ritardi burocratici con cui da Roma danno ai nostri quello che spetta, ma questo non succede, colleghi democristiani, per puro caso, succede perchè siamo nel paese dove ci sono i primi della classe e gli ultimi della classe. Nelle regioni meridionali state tranquilli che l'INAIL è sollecita a riconoscere quello che spetta ai malati e a quelli che sono in condizioni di usufruire; la Valle d'Aosta è considerata, dal Governo centrale sempre l'ultima ruota del carro. E su questo, mi dispiace colleghi della DC, le responsabilità dei partiti sono tutte chiare e precise. Noi dell'Union Autonomiste abbiamo sempre detto che, solo quando avremo la regionalizza-zione di tutti questi istituti previdenziali e quindi avremo una regionalizzazione anche dell'INAIL, a-vremo la possibilità di riconoscere davvero gli interessi dei nostri lavoratori e dei malati.

Questo va detto, perchè certamente ho firmato questa risoluzione, certamente concordo con quel-lo che vi è scritto, ma debbo dire con grande chiarezza che sono dubbioso del fatto che ab-biamo poi la forza di portare avanti davvero queste rivendicazioni; l'abbiamo solo nella misura in cui globalmente il discorso dell'autonomia va avanti e si afferma.

Presidente - Pongo in votazione la risoluzione in oggetto:

Esito della votazione:

Presenti, votanti e favorevoli: 28

Il Consiglio approva all'unanimità

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