Oggetto del Consiglio n. 1109 del 21 marzo 1990 - Resoconto
OGGETTO N. 1109/IX - Accertamenti previsti dall'Inail sui lavoratori affetti da silicosi. (Interrogazione e interpellanza).
Presidente - Do lettura dell'interrogazione e dell'interpellanza, presentate rispettivamente dal Consigliere Pascale e dai Consiglieri Mafrica e Bajocco, ed iscritte rispettivamente ai punti 6 e 11 dell'ordine del giorno:
lNTERROGAZIONE
Sembra che centinaia di silicotici valdostani saranno presto chiamati dall'INAIL ad un ricovero presso gli ospedali di Genova, Milano e Pavia per essere sottoposti ad accertamenti relativi alla loro malattia professionale, nonostante esistano in loco strutture sanitarie adeguate e, soprattutto, in evidente contrasto con l'art.3 della legge regionale n.57 del 22 dicembre 1980.
Si ha anche la sensazione che questo tipo di ricovero sia motivato dalla volontà dell'INAIL di rivedere quanto già accertato ed avallato per più di vent'anni dall'Istituto stesso per tale malattia professionale.
Poichè il clima inquisitorio che, pare, si stia instau-rando su tale tematica coinvolge migliaia di lavoratori, per lo più oggi pensionati ed in pessime condizioni di salute, il sottoscritto Consigliere regionale del Gruppo Socialista
interroga
il Presidente della Giunta o l'Assessore competente per conoscere:
a) se è vero che un primo gruppo di 800 silicotici saranno chiamati nei prossimi giorni dall'INAIL per essere ricoverati presso ospedali di altre regioni ed ivi sottoposti ad accertamenti relativi alla loro malattia professionale;
b) in caso affermativo, quali sono le motivazioni che hanno portato l'Ente a compiere questa scelta e quali i criteri di individuazione delle persone da sottoporre ad accertamenti;
c) se è vero che l'INAIL ha intenzione di procedere ad una revisione generalizzata delle prestazioni nel tempo erogate, coinvolgendo tutti i silicotici valdostani;
d) quali iniziative intende assumere per chiedere all'INAIL il rispetto della Legge regionale n.57 del 22 dicembre 1980 in merito agli accertamenti da effettuare sui silicotici nonchè per tutelare i diritti acquisiti da migliaia di pensionati, lo status dei quali è sempre stato valutato nel corso degli anni dall'Istituto con metodi e con criteri dallo stesso stabiliti.
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INTERPELLANZA
Avuta notizia che l'INAIL intenderebbe sottoporre ad accertamenti radiologici centinaia di lavoratori malati di silicosi, in molti casi con invalidità riconosciute da decenni;
ricordato che la legge 57 del 27 dicembre 1980 aveva introdotto, per ragioni sanitarie, il criterio della "lastra unica", da effettuarsi presso strutture sanitarie pubbliche della Regione;
appreso che gli accertamenti predisposti dall'INAIL sarebbero previsti in strutture diverse da quelle individuate dalla legge regionale;
i sottoscritti Consiglieri regionali del Gruppo co-munista
interpellano
la Giunta regionale per conoscere:
1) quali informazioni sono a conoscenza dell'Esecutivo in merito alla vicenda degli accertamenti straordinari previsti dall'INAIL;
2) quali sono gli intendimenti della Giunta in ordine agli interventi da prendere per il rispetto della legge regionale sopraricordata e per tutelare i lavoratori valdostani dai rischi di ripetuti accertamenti radiologici.
Presidente - Ha chiesto di illustrare l'interpellanza il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
Mafrica (PCI) - Qualcuno ci ha chiesto perchè abbiamo presentato questa interpellanza. Abbiamo ritenuto opportuno portare in Consiglio la vicenda, perchè ci sembra che la questione della silicosi rappresenti una materia di grande interesse sociale, che ha sollevato allarme in una parte consistente della popolazione valdostana.
Con questa nostra interpellanza vogliamo anzitutto dimostrare che non condividiamo quella ipotesi, che alcuni hanno fatto, che la silicosi in Valle d'Aosta sia una materia di cui non è opportuno discutere perchè chissà cosa ci sarebbe da nascondere. A noi sembra invece che si tratti di una questione sociale di grande interesse, di cui è opportuno si occupi la massima assemblea legislativa ed amministrativa di questa Regione.
Si è scritto che i casi di rendite INAIL in Valle d'Aosta sono in una percentuale molto più rilevante di quella presente sul territorio nazionale; si dice che in Valle d'Aosta c'è un 10% di persone che usufruiscono della rendita INAIL, mentre nel resto del paese la percentuale è del 3%: a noi sembra che questo dato possa essere discusso solo alla luce della storia di questa Regione, della storia del lavoro, della storia dell'industria nella Valle d'Aosta. Nella nostra Regione c'è stata per decenni una industria, la Cogne, che ha assorbito la gran parte dei lavoratori del settore industriale; una industria dove, per le lavorazioni che si facevano in anni passati, era pressochè implicita la possibilità di essere ammalati di questa particolare malattia professionale.
Il processo lavorativo dell'acciaio veniva portato avanti, fino ad una decina di anni fa, partendo direttamente dal carbone e dalla magnetite, e proprio in Valle d'Aosta c'erano le miniere da cui venivano tratte le materie prime; anche le miniere contribuiscono in modo diretto alla malattia della silicosi.
Oltre a questo processo lavorativo legato all'industria siderurgica, nella nostra Regione ci sono state delle attività particolari che hanno occupato migliaia di lavoratori: parlo dei trafori, parlo delle attività che hanno portato alla costruzione di invasi e impianti idroelettrici, tutte attività per le quali il contatto con le polveri era sicuramente terreno facile per contrarre la silicosi.
Tutte queste condizioni del lavoro della Valle d'Aosta, che hanno segnato la storia del movimento operaio valdostano, hanno portato ad una concentrazione di malattie professionali che indubbiamente è superiore a quella che si può trovare in altre realtà, dove c'era una diversa distribuzione dell'attività industriale, dove anche le attività nel campo dei trasporti erano praticabili in modo differente.
Quindi, non troviamo strana questa percentuale. Direi che di questa cosa è opportuno discutere perchè non crediamo che si possa dimenticare la storia di questa Regione e non crediamo neanche che la Valle d'Aosta sia una realtà in cui possono esserci stati nella storia, nei diversi momenti, abusi generalizzati; se ci sono stati abusi particolari, che questi abusi vengano colpiti. Il complesso della questione invece va affrontato con molto senso di responsabilità e con la coscienza che si tratta di una materia difficile, che va discussa ed affrontata con strumenti scientifici e con criteri di responsabilità.
La silicosi è una malattia particolare, il cui accertamento dipende da due condizioni preliminari: la presenza di particolari condizioni nell'esame radiologico e il fatto di lavorare in luoghi di lavoro riconosciuti come silicotigeni. Il riconoscimento che questi posti di lavoro di cui parlavo prima, le acciaierie, le miniere, fossero silicotigeni, è venuto da sedi di indubbia validità scientifica e credo che questo non possa essere dimenticato. Gli accertamenti radiologici sono accertamenti che per loro natura possono essere anche sottoposti a valutazione diversa, però in questa situazione che riguarda la Valle d'Aosta, per la stragrande maggioranza dei casi si tratta di accertamenti ripetuti per decine di volte, in sedi diverse, con medici diversi, quindi ci pare che la cosa debba essere tenuta presente.
Vogliamo portare queste riflessioni nell'affrontare la materia e vogliamo anche far rilevare due elementi. E' indubbio che ognuno ha i suoi compiti, che l'INAIL deve far valere le sue regole e ha la possibilità, quando trova degli errori, di rimediare; abbiamo però l'impressione che gli errori di cui si parla all'articolo 55 della legge 88/89 siano errori da intendersi come errori materiali, vale a dire se si è fatto un calcolo sbagliato sulla rendita, o se per qualche ragione si è esaminata una lastra invece che quella di un'altra persona. Quelli sono errori; se invece c'è una differenza di valutazione di due tecnici competenti entrambi nella materia, qui non si tratta di errore, si tratta di valutazioni diverse che bisogna confrontare, di cui poi bisogna verificare quale sia la valutazione più attendibile.
Ci sembra di dover, quindi, sottolineare che l'applicazione dell'articolo 55 deve essere condotta con la necessaria attenzione, distinguendo quelli che sono gli errori da quelli che sono gli abusi, contro i quali occorre perseguire in altre sedi, da quelle che possono essere valutazioni che per tutta la storia dei rapporti fra istituti e patronati sono state condotte con le dovute procedure di confronto.
C'è ancora un ultimo elemento che è la legge regionale n. 57/80. Questa legge aveva due intendimenti: il primo, di consentire ai lavoratori, in gran parte anziani, di essere sottoposti ad esame in Valle d'Aosta, senza dover affrontare la difficoltà di trasferimenti che in alcuni casi erano veramente difficoltosi, perchè si trattava di persone con difficoltà di spostamento e che quindi avevano dei problemi a stare fuori dalla Regione per alcuni giorni; il secondo, di tutelare la salute dei lavoratori da numerose, ripetute e spesso inutili esposizioni a radiazioni. Si era detto: la lastra sia fatta una volta sola, poi si esamini in sedi differenti questa lastra; è inutile che ogni ente intervenga, faccia la propria lastra sottoponendo i lavoratori a ripetute radiazioni, quando la cosa può essere condotta in modo diverso.
Ora, una legge della Regione è una legge che fino a prova contraria ha un suo valore erga omnes ed essendo stata votata dal Consiglio, vistata dal Presidente della Commissione di Coordinamento e rimasta in vigore fino ad oggi senza essere contestata, crediamo che questo Consiglio regionale abbia il diritto di chiederne il rispetto.
Il rispetto di questa legge ci sembra una richiesta di cui chiediamo conto alla Giunta; pensiamo che in Valle d'Aosta possano essere fatti tutti gli accertamenti necessari, pensiamo che la Regione Valle d'Aosta possa predisporre gli strumenti e i provvedimenti necessari per l'applicazione della legge ove vi fossero ulteriori necessità. Quindi riteniamo opportuno avere l'opinione della Giunta rispetto a questa vicenda complessa e sapere se la Giunta intende procedere in questa direzione, perchè le cose siano affrontate avendo questa visione di insieme della storia e della realtà valdostana e perchè si faccia valere una norma che questo Consiglio ha approvato.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Bajocco, ne ha facoltà.
Bajocco (PCI) - Quella della "lastra unica" è stata una grande battaglia che hanno fatto i lavoratori e i patronati, perchè già allora si pensava che queste infiltrazioni di raggi nel corpo umano non facessero bene. E' stata una grande battaglia ed abbiamo avuto una grande vittoria; non vogliamo perdere certe conquiste. Le conquiste vanno rispettate, vanno mantenute.
E' per questo che abbiamo presentato questa interpellanza, per mettere in evidenza che non siamo d'accordo per nessuna ragione sulle iniziative prese dall'INAIL.
La Cogne di Aosta, le miniere di Cogne e La Thuile sono delle aziende a norma di silicosi; chi ricorda la nazionale Cogne nei tempi passati, sa che dopo un paio di anni il lavoro alle acciaierie, agli altiforni, o in quei reparti dove si sviluppava polvere e silicio, provocava forti malattie nei lavoratori.
Oggi questi lavoratori, per colpa non so di che cosa, sono chiamati a rifare una gran parte di visite, e non ad Aosta ma chi a Genova, chi a Pavia, chi da altra parte. Sono stato a Pavia e so cosa vuol dire passare attraverso questi ospedali; non è il discorso della lastra unica, quando si va lì le lastre sono come minimo dieci e penso che prima di tutto dobbiamo salvaguardare la salute del lavoratore ed impedire questi esami.
La legge regionale prevede che a tutti i residenti della Valle d'Aosta le lastre vengano fatte nella nostra Regione, è per questo che dobbiamo, come Consiglio regionale, batterci, perchè questi lavoratori non vadano a farsi le lastre fuori di Aosta.
La silicosi è una malattia che nessuno guarisce; se qualcuno di voi ha parenti silicotici, sa che durante la notte la gran parte dorme con due o tre cuscini sotto la testa. Non penso che a questi lavoratori, dopo 15 anni, 20 anni, 30 anni che hanno questa malattia professionale, oggi non venga più riconosciuta. Non penso che i medici dell'INAIL di allora fossero meno bravi di quelli di oggi; le pratiche sono state vistate all'INAIL non dal lavoratore ma dai medici e la silicosi è stata diagnosticata dai medici dell'INAIL. Per questa ragione chiediamo che le visite vengano fatte ad Aosta, che, se vi sono delle cose che non sono andate bene, si veda di mettere una pietra sul passato e si cerchi di far lavorare in un modo diverso nel presente.
Tutto questo crea del malessere, dello scontento, delle grandi preoccupazioni per questi pensionati silicotici, ed è per questo che concordo con l'ordine del giorno che andremo a votare alla fine della discussione.
Presidente - Vorrei ricordare che la trattazione della interrogazione e dell'interpellanza è separata da quella della risoluzione presentata, pertanto tutti i Consiglieri che vorranno intervenire po-tranno farlo in tempi successivi alla trattazione dei punti 6 e 11.
Ha chiesto di parlare l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale Lanièce, ne ha facoltà.
Lanièce (DC) - Le preoccupazioni esternate sia dagli interpellanti che dall'interrogante sono condivise dalla Giunta e fatte proprie.
Fatta questa brevissima premessa, vorrei rispondere ai quesiti posti dall'interpellanza e dall'interrogazione. Per dare questa risposta, abbiamo chiesto i dati precisi all'INAIL, che ce li ha inviati per scritto e dei quali do lettura.
L'invio presso la clinica del lavoro di Torino, Pavia, Genova e Milano riguarda solo quei titolari di rendita per silicosi che, successivamente all'entrata in vigore della legge 88/1989, hanno presentato tramite i rispettivi patronati domanda di revisione per aggravamento, ma che, a seguito dei primi accertamenti sanitari di routine, la dirigenza sanitaria della sede INAIL di Aosta ritiene titolari di rendita in cui la silicosi è ipervalutata o dubbia. Il numero complessivo di tali domande di aggravamento ammonta a circa 700.
Da un primo esame relativo ai primi 210 casi esaminati, i casi ipervalutati o dubbi ammonterebbero a circa l'80% del totale, quindi circa 160 casi di questi 210 già esaminati, secondo la direzione sanitaria dell'INAIL di Aosta sarebbero o ipervalutati o addirittura dubbi.
L'INAIL ritiene di dare applicazione alla legge 88/89, che introduce il principio della revisione per errore delle prestazioni erogate, sulle domande di aggravamento della malattia professionale silicosi, che la direzione sanitaria ritiene non sufficientemente fondate.
L'INAIL giustifica il ricovero per accertamento medico legale fuori Valle come tutela e garanzia del lavoratore per la mancanza in Regione di una clinica del lavoro; premetto di nuovo, per non essere frainteso, che queste sono le risposte date dall'INAIL ai quesiti posti.
L'INAIL esclude tassativamente, in assenza di una precisa disposizione di legge, il ricorso indiscriminato e generalizzato alle revisioni d'ufficio delle prestazioni erogate nel tempo, cioè l'INAIL ha escluso in modo categorico che si metterà a guardare tutti i casi, ma li guarderà nel momento in cui il silicotico chiederà delle prestazioni per le quali è soggetto a dei controlli sanitari.
Sulla base del disposto dell'articolo 55, quinto comma, della legge 88/89, l'INAIL dispone il ricovero in questione per i soli casi accennati, a cui andranno aggiunti tutti i casi - allo stato circa 35 - per cui vi è espressa conforme richiesta della Magistratura sulla base della nota inchiesta giudiziaria in corso. Quindi sarebbero circa 735 quelli che oggi dovrebbero essere inviati a ricoveri fuori Valle.
La legge 88/89 all'articolo 55, comma quinto, stabilisce fra l'altro che le prestazioni, a qualunque titolo erogate dall'INAIL, possono essere in qualunque momento rettificate dallo stesso Istituto in caso di errore di qualsiasi natura commesso, in sede di attribuzione, erogazione, o riliquidazione della prestazione.
Da quanto sopra ne consegue che l'INAIL, pur applicando le norme suddette, ha disatteso le disposizioni della legge regionale 57/80, che ha introdotto il criterio della lastra unica. Questo è quello che noi abbiamo già fatto presente all'INAIL e che ribadiamo con fermezza anche con questa risoluzione del Consiglio; noi cioè chiediamo all'INAIL il rispetto della legge 57. Infatti, allo stato attuale, essendo le norme degli articoli 3 e 4 della suddetta legge regionale vincolanti per l'INAIL, tale Istituto, nei casi in cui ha utilizzato strutture collocate fuori dalla Regione, non ha operato in conformità alle disposizioni della legge surrichiamata, le quali interessano sia le domande in ottenimento che in revisione di silicosi. Cioè, il discorso non è che la lastra unica serve solo per il riconoscimento della silicosi, ma serve sia nel caso di prima domanda, quindi di richiesta di riconoscimento, come nei casi di aggravamento.
Per quanto concerne le iniziative della Giunta, ci sono stati degli incontri a livello regionale e nazionale; l'ultimo è stato di ieri pomeriggio tra le organizzazioni sindacali e l'INAIL, dove, a conclusione della riunione, si è messo a verbale, d'accordo anche il rappresentante della sede locale dell'INAIL, di soprassedere per il momento all'invio dei silicotici fuori Valle. Questo è stato l'accordo di ieri, che oggi verrà ribadito da parte dei nostri parlamentari nell'incontro che avranno a livello nazionale con la direzione generale INAIL e le rappresentanze sindacali, e che verrà confermato con più fermezza dalla risoluzione che proporrà il Consiglio.
Quindi, la Giunta segue molto attentamente il problema silicosi, in modo da evitare che da parte dell'Istituto sia disattesa l'applicazione della legge regionale.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Pascale, ne ha facoltà.
Pascale (PSI) - Ringrazio l'Assessore che ha condiviso le preoccupazioni che sono state alla base della nostra iniziativa; chiaramente non sono accettabili le giustificazioni date dalla direzione dell'INAIL, che ha appena letto.
Il Consigliere Mafrica ha fatto tutta la storia di come si è svolta questa problematica della silicosi in Valle d'Aosta nei decenni passati: io non voglio ripeterla; vorrei ribadire e sottolineare alcuni punti fondamentali di questa vicenda.
Anzitutto non è nostra intenzione difendere coloro che non hanno mai contratto la malattia ed abbiano ottenuto questa rendita con la frode o con il dolo; se ci sono di questi casi fa bene l'Istituto a denunciarli e fa bene la Magistratura ad indagare per ricercare eventuali colpevolezze. Noi ci siamo preoccupati e ci preoccupiamo per la stragrande maggioranza dei lavoratori e pensionati che hanno contratto questa malattia, che ne soffrono oggi le conseguenze e che non solo vengono colpevolizzati indiscriminatamente - perchè questo è il clima che si sta instaurando - ma vengono anche costretti ad accertamenti illegittimi.
Illegittima è la sede dove si richiede il ricovero di queste persone, perchè c'è la legge regionale n. 57 del 22.12.80 (è già stata ricordata) recante norme integrative di attuazione del testo unico nazionale, che all'articolo 3 prevede espressamente che gli accertamenti radiologici per l'ottenimento o per la revisione della rendita devono essere effettuati presso le strutture sanitarie pubbliche della Regione.
Non so se le organizzazioni sindacali hanno fatto o meno un accordo in sede romana, abbiano dato o meno un assenso tacito su questo invio presso ospedali diversi da quelli della Valle d'Aosta; i sindacati lo hanno smentito. Comunque, quand'anche avessero dato un assenso tacito, credo che anche i sindacati non possono legittimare ciò che è illegittimo. Quindi, questo è il primo punto fondamentale: chiediamo il rispetto di questa legge.
L'altro punto oscuro è che non si capisce quale tipo di accertamento l'INAIL voglia far effettuare presso queste cliniche del lavoro. Sembra, ad esempio, che ai lavoratori, ai pensionati che vengono inviati presso queste cliniche, si richieda, sotto la loro responsabilità, di effettuare accertamenti, esami che l'Istituto non è competente a richiedere; si richiede sotto la loro responsabilità, perchè sembra siano anche pericolosi per la loro incolumità. Questo è un altro punto che va chiarito, perchè anche il tipo di accertamento che deve essere effettuato in sede di revisione non può essere diverso da quel criterio che per decenni è stato seguito ed avallato da parte dell'Istituto stesso.
Nessuno contesta all'Istituto il diritto a rivedere eventuali errori, anche alla luce della nuova legge 88/89, però chiediamo che questo venga fatto secondo le disposizioni vigenti, quindi in base alla legge regionale 57, presso le strutture sanitarie della Valle d'Aosta e seguendo quei parametri che per decenni l'Istituto ha seguito ed ha avallato.
Un ultimo punto vorrei chiarire: ci sono state nei giorni scorsi, anche sugli organi di informazione, delle dichiarazioni rese su tale vicenda da un magistrato, dichiarazioni che ci hanno molto stupito. Credo che l'ordine del giorno che è stato presentato da esponenti di tutte le forze politiche, che esprime la preoccupazione e l'attenzione unitaria di questo Consiglio verso tale problematica e che conclude chiedendo la revoca dei provvedimenti che sono stati decisi dall'Istituto, sia la risposta più appropriata a quanti hanno tacciato la nostra iniziativa di propaganda politica o elettorale. Ci auguriamo nel contempo che la Magistratura concluda con solerzia un'istruttoria che dura ormai da tre anni, perchè andando avanti di questo ritmo for-se solo fra dieci anni avremo delle risposte giuridiche certe su questa intricata vicenda.
Presidente - Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
Mafrica (PCI) - Mi pare che la risposta dell'Assessore sia da considerarsi positiva; d'altronde tut-ti i Gruppi hanno firmato una risoluzione che verrà in seguito approvata da questo Consiglio.
Ci sembra che siano state dette con chiarezza alcune cose: che il Consiglio regionale della Valle d'Aosta non ha alcuna intenzione di interferire con eventuali fenomeni di inganno o di dolo, ma intende tutelare la salute ed anche la storia dell'industria e dei lavoratori valdostani che hanno dato a questa Regione le condizioni di benessere in cui oggi viviamo.
Chiediamo che, come l'INAIL vuol far valere la legge nazionale che lo riguarda, anche la Regione Valle d'Aosta faccia valere una legge votata sulle modalità di accertamento di questa malattia.
Siamo convinti che si tratti di diverse valutazioni e non di errori, siamo convinti che, come si è trovato nel confronto fra chi ha il dovere di tutelare i lavoratori e l'INAIL il risultato in tutti i casi fi-nora presentati, questo possa essere fatto per il futuro senza che nessuno rinunci al proprio ruolo: la Magistratura indaghi sui casi di dolo, i sindacati lavorino per la tutela dei lavoratori, l'INAIL verifichi la realtà dell'esistenza e delle rendite da assegnare, il Consiglio regionale faccia valere il suo diritto di essere portatore degli interessi generali della popolazione e del rispetto delle leggi da lui votate.