Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1037 del 14 febbraio 1990 - Resoconto

OBJET N° 1037/IX - INITIATIVE POUR LA SECURITE' DE L'INSTALLATION ATOMIQUE DU SUPERPHENIX DE CREYS-MALVILLE ET POUR UNE POLITIQUE ENERGIQUE AUTONOME ET INDEPENDANTE (Approbation de résolution et rejet de motion).

PRESIDENTE:Do lettura della mozione presentata dal Consigliere Riccarand ed iscritta al punto 30 dell'ordine del giorno.

MOTION

RAPPELANT la consultation référendaire du mois de novembre 1987 dans laquelle le 76% des électeurs valdôtains avaient dit "oui" à l'abrogation d'un article de loi qui autorisait l'ENEL à participer à des programmes nucléaires à l'étranger;

CONSIDERANT: -

- les décisions prises par diverses autorités administratives françaises de maintenir en service le surgénérateur de Superphénix de Creys-Malville;

- les défectuosités déjà constatées sur cette installation atomique;

- les conséquences incalculables pour les populations, la nature et l'environnement d’un accident du surgénérateur que ses promoteurs qualifient eux-mêmes prototype;

- les procédures déjà engagées par la ville de Genève, la commune de Confignon ainsi que diverses associations suisses et françaises (WWF, APAG, CONTRATOM, SPE, FRAPNA) en vue d'obtenir l'arrêt du surgénérateur;

- la nécessité de mettre en évidence la protection des intérêts des populations et des territoires face aux aléas des risques technologiques;

le Conseil régional de la Vallée d'Aoste

DECIDE

1) de s'associer aux procédures de la ville de Genève, de la commune de Confignon ainsi que des associations suisses et françaises, ce aussi bien devant le Conseil d'Etat, le Tribunal administratif de Grenoble que devant toute autre autorité judiciaire;

2) de mandater le Gouvernement régional de la Vallée d'Aoste pour entreprendre, dans les plus brefs délais, les démarches nécessaires pour se joindre à ces procédures

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand; ne ha facoltà.

RICCARAND (VA):In questo Consiglio si è già parlato più volte della centrale nucleare francese di Creys-Malville "Superphoenix", specie alcuni anni fa, quando in Valle d'Aosta iniziò la costruzione dell’omonimo famoso elettrodotto che avrebbe dovuto essere utilizzato per importare in Italia energia nucleare prodotta da quella centrale nucleare. Anche negli anni successivi si è continuato a seguire con particolare attenzione le vicende della centrale di Creys-Malville, specie dopo l'incidente di Chernobil.

Va detto e precisato che tale centrale in questo momento è unica al mondo, nel senso che è diverse da tutte le altre centrali nucleari che conosciamo, perché è un prototipo, cioè un tentativo sperimentale, fatto su grande scale, per realizzare il cosiddetto reattore autofertilizzante.

Si tratta di un reattore che durante il funzionamento usa un combustibile che a sua volta viene prodotto durante il funzionamento in quantità maggiore di quella occorrente per il suo processo produttivo.

Il combustibile base è il plutonio, una sostanza artificiale, non presente in natura, ma fortemente radioattiva ed estremamente pericolosa per l'uomo e per la natura, che, attraverso il processo realizzato nel reattore di Creys Malville, dovrebbe essere generato in quantità sempre maggiore. Da qui discende anche un certo interesse per la ricerca a scopo militare, che è connesso con il reattore di Creys-Malville.

Questi tuttavia sono aspetti un po' marginali rispetto al discorso che più ci interessa e cioè che questo reattore, che contiene questa sostanza così pericolosa, non è sicuro. Non sono sicure le centrali nucleari tradizionali, ma ancor meno sicuro è questo prototipo, che pure è stato messo in funzione nonostante l'esistenza di tutta una serie di incertezze nelle norme di sicurezza e di prevenzione.

Che questa centrale non sia sicura è emerso in modo chiaro dopo un paio d'anni di funzionamento, perché si è verificata una crepa o un piccolo incidente, che si pensava non dovesse mai verificarsi o che comunque si potesse verificare con una sola probabilità su 10.000 casi, che nel 1988 ha costretto a fermare l'attività del Superphoenix. Tale impianto, infatti, è stato fermato per diversi mesi, sono state spese diverse decine di miliardi, anzi diverse centinaia di miliardi per riparare la piccola falla che si era determinata, così che lo si è potuto rimettere in funzione all'inizio del 1989.

Appena rimesso in funzione il reattore, è scattata una reazione ancora più negativa contro questa centrale nucleare, non solo in Francia, non solo nella zona intorno a Creys Malville ed intorno a Lione, ma anche in altri Paesi ed in particolare nella Svizzera.

I motivi di preoccupazione della Svizzera, e non solo della Francia, rispetto a questa situazione sono determinati dal fatto che, ad esempio, la città di Ginevra, che si trova a poco più di 100 chilometri in linea d'aria dalla centrale nucleare, sarebbe fortemente investita dagli effetti radioattivi in caso di incidente alla centrale di Creys-Malville.

Tale centrale, diversamente dalle centrali nucleari tradizionali, è esposta ad un rischio di esplosione, proprio per il suo diverso processo produttivo.

Un grave incidente in questa centrale determinerebbe obbligatoriamente l'evacuazione di tutta la popolazione entro un raggio di alcune centinaia di chilometri e quindi, evidentemente, tutta la zona di Ginevra e tutta la Valle d'Aosta, oltre che la Savoia, dovrebbero essere evacuate e probabilmente non potrebbero più essere abitate o popolate.

Di fronte ad un rischio che i sostenitori del progetto ritengono molto limitato, ma che comunque non è possibile escludere, si erge una forte reazione internazionale contro questa centrale nucleare. Da circa un anno, infatti, si è costituito un Comitato europeo contro il Superphoenix, che ha sede a Ginevra e raggruppa tutta una serie di associazioni, di enti pubblici e di privati cittadini, che si sono mobilitati contro il reattore nucleare e che nel prossimo mese di aprile, in occasione dell'anniversario dell'incidente di Chernobil, intende organizzare una manifestazione a livello Europeo contro il reattore nucleare di Creys-Malville, che tra l'altro si è dimostrato un fallimento anche dal punto di vista economico.

Sappiamo tutti che tale reattore è gestito da una società internazionale, la "Nersa", costituita dall'ente per l'energia elettrica francese, dall'ENEL italiana che vi partecipa al 33% e da una piccola partecipazione tedesca e belga, che ormai ha investito somme spaventose in questa centrale, con degli scarsissimi risultati in termini di produzione, tant’è che l'energia elettrica prodotta dalla centrale di Creys Malville è la più cara esistente sul mercato, perché i costi sono eccessivamente elevati. Ora, si sta addirittura prospettando l'ipotesi di chiudere questa sperimentazione, anche perché l'altro prototipo simile, che avrebbe dovuto essere costruito a Kalkar in Germania, non è mai partito, proprio per la forte opposizione, anche a livello tedesco, contro questo tipo di centrali nucleari.

A tutto ciò va aggiunto un altro particolare importante. Nel novembre 1987, come ben sappiamo, in Italia si è svolto un referendum sulle centrali nucleari. Uno dei tre quesiti riguardava la partecipazione dell'ENEL ad operazioni o comunque a consorzi di iniziative nucleari all'estero e si riferiva soprattutto alla partecipazione dell'ENEL alla centrale di Creys-Malville.

Sappiamo che la stragrande maggioranza degli elettori, pari a circa l’80% (78% in Valle d'Aosta), ha espresso un voto contrario alla partecipazione dell'Italia e dell'ENEL a progetti nucleari all’estero, anche in coerenza con la decisione di smantellare le centrali nucleari in Italia e di non crearne di nuove. Sappiamo anche che è sul tappeto un'ipotesi di uscita dell'ENEL da questa partecipazione, che però non si è ancora realizzata, perché l’ENEL si nasconde un pochino dietro una disquisizione giuridica, sostenendo che l'esito del referendum non è vincolante rispetto ad un contratto o ad una convenzione stipulati prima del referendum, anche se tale partecipazione comporta nuovi impegni e nuove spese nella fase successiva.

Possiamo dire, comunque, che dal punto di vista giuridico è aperto il confronto, specie in sede parlamentare, fra chi sostiene che l'ENEL deve subito uscire e chi sostiene invece che l'ENEL può rimanere ancora, sia pure temporaneamente, nella società.

Io credo che anche la nostra Regione, che è una realtà territoriale molto vicina alla zona della centrale nucleare di Creys-Malville, debba dare un segnale ben preciso rispetto alla pericolosità di tale centrale ed alla necessità di arrivare ad una sua chiusura. Si possono seguire diverse strade o diverse forme di mobilitazione...

(...Interruzione...)

... Tuttavia ce n’è una particolarmente interessante e forse molto incisiva, anche perché non richiede un grosso sforzo alla nostra Regione, consistente nell'associarci, come Regione, alle iniziative già assunte dalla città di Ginevra, da altri due comuni svizzeri e da una serie di associazioni svizzere e francesi, nonché di privati cittadini, nei confronti degli organi di giustizia amministrativa per impedire il mantenimento in funzione o la riapertura del ciclo produttivo del Superphoenix.

Va precisato inoltre che in questo momento la centrale è nuovamente ferma, nel senso che, dopo la sua prima riapertura, avvenuta nel mese di gennaio, ha funzionato sino al settembre del 1989, quando la produzione è stata nuovamente fermata, per consentire tutta una serie di necessarie verifiche e controlli tecnici. La centrale, quindi, è ferma, ma c'è la forte intenzione di rimetterla in funzione in tempi brevi.

Contro tale intenzione e contro tale struttura è avviata ormai da circa un anno una vertenza giuridica in diverse sedi ed in particolare di fronte al TAR di Grenoble, che è il tribunale amministrativo regionale competente per la regione Rhône-Alpes e di fronte al Consiglio di Stato francese. Queste cause giudiziarie, come certamente avrete letto nel dossier che ho fatto pervenire ai Capigruppo, sono gestite da due avvocati del Foro di Parigi, l'avv. Christian Uglod e l'avv. Corinne Lepasse, che rappresentano tutte le realtà territoriali, i comuni, le associazioni ed i privati che hanno fatto questo ricorso.

E' chiaro che questa è solo una delle tante iniziative che si possono fare nei confronti del Superphoenix, però è una iniziativa particolarmente pregnante, perché va proprio a colpire la legittimità giuridica del funzionamento del Superphoenix. Evidentemente gli avvocati che si sono assunti il compito di portare avanti questa vertenza si sono avvalsi di una serie di perizie sul funzionamento e sui sistemi di sicurezza della centrale, per cui dispongono di una documentazione che già attualmente è a disposizione.

Il costo di partecipazione a questa causa non è elevato per la nostra Regione. Alle realtà territoriali che si associano a questa procedura il comitato richiede una partecipazione pari a cinquanta centesimi svizzeri per abitante.

Trattandosi di una iniziativa incisiva, io credo che sarebbe opportuna e fortemente significativa una partecipazione della nostra Regione e potrebbe sollecitare altre partecipazioni od iniziative di questo genere anche in Italia.

lo credo che una Regione come la nostra, che nel 1983, se ben ricordo, ha già fatto una dichiarazione ufficiale di notevole importanza, quando il Consiglio regionale ha dichiarato la Valle zona denuclearizzata e territorio senza centrali nucleari, ed ha già operato attivamente per porre fine alle iniziative in campo nucleare sia civile sia militare, debba considerare questa importante occasione per dare gambe e concretezza a quella dichiarazione di principio aderendo ad una iniziativa che non ci richiede degli sforzi particolari. Si tratta solo di attivare dei contatti, perché i canali sono già definiti e le procedure sono già avviate.

Si tratta, quindi, di un'occasione che non deve essere perduta e che può anche essere utilizzata a livello parlamentare per costringere il nostro Governo ed il nostro Parlamento a chiarire al più presto il rapporto che lega l'ENEL a questo progetto che si è rivelato fallimentare.

Io chiedo che il Consiglio si esprima favorevolmente nei confronti di questa iniziativa. Io resto evidentemente a disposizione per fornire, nel caso ce ne fosse bisogno, ulteriori ragguagli o riferimenti nominativi. Mi sembra, comunque, che si tratti di una iniziativa che dobbiamo saper cogliere al volo, per non rimanere estranei a quel processo, a quel dibattito ed a quella battaglia che ci interessano molto da vicino.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA (PCI):Sicuramente i temi dell'ambiente e dell'inquinamento saranno oggetto di notevole interesse a livello europeo. Nella procedura in atto per giungere alla creazione del mercato unico europeo, alcune questioni, come quelle dell'energia e dell'ambiente, ci pongono già oggi di fronte a difficoltà di non poco conto.

Vediamo, ad esempio, che mentre una percentuale piuttosto rilevante dell'energia utilizzata in Francia è di origine nucleare, un referendum svolto in Italia ha fornito al Governo indicazioni perché non vengano costruite nuove centrali nucleari, ma vengano addirittura smantellate quelle esistenti. E' evidente che nella futura Europa unita le questioni del come produrre energia e del come garantire la sicurezza dell'ambiente porranno i governi e le popolazioni di fronte a scelte di non facile soluzione.

Noi crediamo che in Italia si sia assunta una posizione più avanzata rispetto ad altri paesi e perciò riteniamo che l'Italia debba cercare di estendere questo suo orientamento nel più vasto contesto europeo. Invece abbiamo l'impressione che a livello di Governo e di ENEL non ci sia ancora una convinzione adeguata in tal senso. Alla televisione e sugli organi di stampa sono ricominciate le campagne dell'ENEL, analoghe a quelle già fatte negli anni '70, per dimostrare che c'è una carenza di energia, che i consumi stanno crescendo in modo molto rapido e che l'attuale produzione è insufficiente, per cui o si aprono centrali a carbone, che pongono grossi problemi di inquinamento, oppure bisognerà pensare ad arrestare la costruzione di nuove centrali nucleari.

A noi sembra quindi che votare una mozione come quella proposta abbia un significato importante. Si tratta di dire che la Regione Valle d'Aosta è coerente con le indicazioni emerse dal voto dei cittadini valdostani; si tratta di dire all'ENEL (visto che il voto del referendum del 1987 ha riguardato anche la questione del Superphoenix) che va rispettata la volontà della popolazione; si tratta anche di dimostrare che le comunità locali rappresentano la volontà delle popolazioni e che quindi dal basso, attraverso le comunità locali, si può dare un contributo perché avanzi una politica energetica pulita e perché l'ambiente venga tutelato.

Crediamo che proprio in questo senso sia utile un voto del Consiglio regionale che associ la nostra regione ai cantoni ed alle città che già si sono pronunciate contro il Superphoenix per il pericolo che rappresenta e per l'indirizzo che esprime nella politica energetica europea. Se a livello europeo dovesse andare avanti un indirizzo molto pesante, per ciò che riguarda l'energia, sarebbero del tutto inutili le decisioni assunte in Italia o in Valle d'Aosta. Come è stato dimostrato dalla tragedia di Chernobil, infatti, le radiazioni ed i pericoli non si fermano ai confini naturali, per cui occorre che decisioni responsabili e concertate tra i diversi popoli siano assunte a livello più ampio e che i nuovi indirizzi in materia di produzione dell'energia e di difesa dell'ambiente siano quanto più estesi possibili.

Tale discorso potrà essere ulteriormente. allargato se l'Europa della CEE si porrà in collegamento con l'Europa dei paesi dell'est. Anche in tali paesi, infatti, la produzione di energia è di prevalente origine nucleare, per cui è evidente che la politica energetica deve essere affrontata, discussa ed eventualmente rivista con una maggiore attenzione rispetto al passato nei confronti dei problemi dell'ambiente, ma soprattutto tenendo ben presente l'esigenza primaria di proteggere la salute delle popolazioni.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola l’Assessore all'Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale, Perrin; ne ha facoltà.

PERRIN (UV):Je crois que le Superphenix et le réacteur de Creys-Malville ont déjà fait parler plusieurs fois ce Conseil. Je crois qu'il ne s'agit pas de rhétorique si on dit que des fleuves de paroles sont passés à juste titre, car nous devons nous préoccuper de la défense de l'environnement et surtout de la défense de la santé des populations alpines. La population de la Vallée d'Aoste à cause de ce qui nous entoure peut subir, le cas échéant, des influences négatives. Il y a cependant des limitations qui nous empêchent d'obtenir exactement ce que nous voulons. Lors de la reconstruction de cette ligne électrique qui a traversé la Vallée d'Aoste, nous avons vérifié la presque impossibilité de freiner l'action. Nous avons dû, bon gré mal gré, accepter ce passage, en essayant de mettre quelque limitation, là où cela était possible.

Une action de défense de notre population, de sauvegarde de la santé contre un possible accident du réacteur de Creys-Malville est juste de notre part. Pour cela la majorité, bien qu'elle n'accepte pas la motion présentée par M. Riccarand telle qu'elle est, présentera une motion alternative pour souligner quand même cette nécessité et l'urgence d'arriver à définir un problème qui est sans doute grave.

Nous connaissons les vicissitudes de ce super-réacteur, ses dégâts, les assurances que la société de gestion a données quant à la sécurité actuelle de l'installation, le fait que cet accident n'a pas entraîné, pour l'instant, des conséquences négatives sur les populations avoisinantes et sur le personnel qui travaille dans la centrale.

Nous savons que le 14 du mois de janvier (si je ne me trompe pas), après quelque mois de nouvelle fermeture, ce réacteur a repris son activité. Je crois qu’il est notre devoir essayer d'obtenir de la part des organismes compétents et, de façon particulière, de la société qui gère le super-réacteur toutes les garanties les plus grandes possible pour ce qui concerne la sécurité de l'installation et donc pour éviter de graves dangers sur nos populations.

Je crois qu'il faut rappeler quelle est la position de la Vallée d'Aoste qui à maintes reprises, grâce à ce Conseil, a dit que, quant à notre Région, nous étions et nous sommes pour le développement de l’exploitation de l'énergie hydroélectrique et des sources renouvelables. Par une prise de position très nette de ce Conseil, nous avons carrément déclaré que le Val d'Aoste est contre le nucléaire.

Voilà pourquoi, par cette motion substitutive, nous demandons au Gouvernement régional de s'engager afin d'obtenir des garanties sur toutes les mesures qui doivent être adoptés au niveau de cette installation, au niveau des dispositifs qui puissent conjurer tout danger dans le futur.

Nous voulons confirmer notre orientation pour le développement de l’énergie hydroélectrique et des sources renouvelables, et reconfirmer notre position contre le nucléaire, même s'il faut dire que l'exploitation des ressources hydroélectriques peut entraîner, par-ci par-là, de graves conséquences aussi sur l’environnement à cause des barrages.

Nous devons confirmer qu'il faut continuer dans cette politique de développement des ressources, mais par le moyen de petites exploitations au niveau communal et de petites entreprises de façon à rendre autonomes les vallées alpines pour ce qui concerne leur besoin de consommation d'énergie électrique.

Nous demandons au Gouvernement italien et à l’ENEL d'adopter cette même philosophie. Nous demandons à l'Etat italien de poursuivre la complète autonomie, l’indépendance dans la production et l'approvisionnement de l'énergie, cela afin d'éviter l'importation d'énergie d'un côté et de l'autre la construction de réacteurs nucléaires ou d'usines de production qui emploient le charbon, le métane, le gasoil ou autres sources polluantes.

C'est pourquoi au nom de la majorité qui a souscrit cette motion je demande d'affronter le problème pour marquer encore une fois la présence de notre Gouvernement, même si d'une façon différente de celle qui a été demandée par M. Riccarand, et de voter cette motion.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Riccarand; ne ha facoltà.

RICCARAND (VA):Io credo che sui veri problemi della nostra società, quelli che riguardano il futuro, la sicurezza e l'avvenire della nostra Valle, questa Giunta sia in una posizione di retroguardia rispetto a tutto l'arco alpino e non abbia la benché minima sensibilità o il benché minimo coraggio rispetto alle scelte che si devono fare. Così è stato per il settore dei trasporti, in cui ha optato per la scelta autostradale, che era la più sbagliata per la Valle d'Aosta. Così è stato per il settore energetico.

Con l'atteggiamento odierno voi in pratica ci dite: "La centrale di Creys-Malville ci sta bene" e volete essere rassicurati solo in tema di sicurezza; ma state pure tranquilli, perché vi daranno tutte le assicurazioni possibili ed immaginabili! Ve le daranno tutte e vi scriveranno volumi interi sulla sicurezza della centrale! A voi sta bene così, perché è questo quello che vi si dice e, di fronte alla possibilità di fare un piccolo gesto concreto, voi vi ritirate e dite: "Per noi va bene, basta che ci dicano che l'impianto della centrale è sicuro; semmai possiamo sollecitare il Governo italiano ad avviarsi con un po’ più di decisione verso una autonomia energetica".

Ciò non mi sorprende molto, però mi amareggia, perché io pensavo che dal 1987 in poi fosse maturato qualche pensiero nuovo. Ricordo ancora adesso che in occasione del referendum del 1987 l'Union Valdôtaine scelse la strada di "non aderire, né sabotare", preferendo non schierarsi né a favore del nucleare, né contro: in sostanza le andava bene tutto. Dopodiché, per fortuna, c'è stato il 78% dei Valdostani che, nonostante l'Union Valdôtaine, ha detto: "Noi siamo contro l'energia nucleare".

Adesso, dopo anni, pur essendosi sviluppata una certa coscienza sul problema ed essendo avvenuti dei fatti concreti, si dice: "Beh sì, la centrale è lì, noi siamo qui, ma ci va bene lo stesso, basta che ci dicano che prenderanno dei provvedimenti sicuri". Io sono abbastanza disarmato di fronte ad un simile comportamento, nel senso che è al di sotto di qualsiasi livello di dibattito possibile, perché manca il benché minimo coraggio per operare una scelta sia pur minimamente innovativa, anche perché non si tratta di fare delle gran di cose.

Del resto, non credo che realtà territoriali come la città di Ginevra siano espressione di una volontà di cambiamento radicale o rivoluzionaria della società, credo però che si pongano un problema e cerchino delle strade per affrontarlo e per risolverlo. Noi invece, forse perché tra noi e la zona di Creys-Malville c’è il Monte Bianco, neghiamo che questo problema esista e diciamo che ci sta bene convivere con quella realtà a soli due passi da casa nostra.

Io ne prendo atto, ma non mancheremo l’occasione di farvi pesare questo tipo di scelta, anche perché sono convinto che fuori da quest'aula qualsiasi abitante della Valle d'Aosta vi criticherà e dirà: "Non è possibile che questo Consiglio regionale, che spende miliardi in opere inutili ed in contributi vari, non sia disposto a spendere qualche misero milione per associarsi ad una vertenza internazionale contro il Superphoenix e per partecipare, anche solo a livello di conoscenza e di circolazione internazionale dei dati che emergono".

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Gremmo; ne ha facoltà.

GREMMO (UAP):Tanto per sgomberare il campo dagli equivoci, confesso che in occasione del referendum ho votato contro il nucleare, però devo anche dire che, se andassi a rivotare adesso, non sono certo che rivoterei alla stessa maniera, perché, a mio parere, l'ultimo paragrafo del documento della maggioranza, che io non voterò, presenta un punto estremamente debole, che alla fine dà in qualche modo forza al discorso del Consigliere Riccarand. Mi riferisco esattamente al punto in cui si chiede al Governo italiano ed all'ENEL la completa autonomia ed indipendenza energetica dell'Italia.

A suo tempo i sostenitori del nucleare già ebbero modo di dire che la completa indipendenza energetica dell'Italia sarebbe stata possibile solo con il nucleare. Qualunque altra strada, infatti, presuppone da un lato la subalternità al Terzo Mondo, cioè ai vari Gheddafi, a quelli del metanodotto dell'Algeria ed a Paesi arabi e dall'altro il tentativo di correlarsi con Paesi europei, come ad esempio la Francia, che possono darci dell’energia a pagamento.

Non si può, pertanto, auspicare la completa autonomia energetica dell'Italia e contemporaneamente opporsi al nucleare. Se si vuole la completa autonomia energetica dell'Italia, come si dice nell'ultimo paragrafo della risoluzione della maggioranza, bisogna scegliere il nucleare. Se non si vuole scegliere il nucleare, non si può essere autonomi dal punto di vista energetico e quindi si è ricattati giorno per giorno dai Paesi arabi, terroristi...

Piuttosto che essere in balia di Gheddafi o di altri Paesi dell'Africa del Nord... Martelli è andato in Tunisia o in Marocco, ma, in cambio del "pacchetto dono" delle migliaia di immigrati che dovremo goderci in Italia, si prevede non soltanto che noi riceviamo alcune migliaia di immigrati clandestini, ma forse anche la realizzazione del famoso oleodotto che qualcuno vuole costruire.

Quindi, se si vuole davvero quello che dice l'ultimo paragrafo, cioè la completa autonomia ed indipendenza energetica, non si può dire che non si vuole il nucleare.

Rivolgendomi con molta onestà al Consigliere Riccarand e senza voler aprire polemiche ormai vecchie, posso dire che è vero che qui si è ricordato Chernobil, ma occorre anche aggiungere che era fin troppo chiaro che i russi non erano capaci a costruire una centrale nucleare; del resto non ho ancora ben capito che cosa funzioni ancora in quel paese. Tuttavia, se tutti i danni che ha fatto la Russia si limitassero ad una centrale nucleare, mi potrei ritenere ancora contento. Inutile ricordare che solo due giorni fa si ammazzavano per le strade, perché dopo settant'anni di comunismo reale, la gente ha scoperto che l'etnia viene sempre ed inevitabilmente prima di tutte le ideologie.

Mi sembra tuttavia fuor di luogo prendere a pretesto l'incidente di Chernobil e ripetere tutta la campagna di stampa ed anche di terrorismo psicologico che si è già fatta a suo tempo per non consentire la realizzazione di centrali nucleari. In America ci sono tantissime centrali nucleari che funzionano benissimo; per cui il discorso è sicuramente di tutt'altro genere.

Non condivido quindi il discorso quasi terroristico che viene sistematicamente ripetuto richiamandosi al pericolo del nucleare. Certo, tutto è vero e tutto è sempre possibile a questo mondo, però io penso che il nostro discorso debba muoversi in un'altra direzione.

Ha ragione l'Assessore Perrin ed io sono con lui d'accordo quando dice: "Visto che le regioni alpine sono padrone di energia idroelettrica, dovrebbero aprire un contenzioso con lo Stato italiano per chiedere che la loro energia sia pagata davvero, cioè sia riconosciuto alle Regioni tutto quello che danno agli enti preposti all'energia in termini di acqua utilizzata". Su questo sono perfettamente d'accordo, però io continuo a pensare che tutto questo ragionamento deve essere fatto su base diversa, rifiutando da un lato le periodiche sollecitazioni al timore portate avanti in questo caso dal collega Riccarand ed in altri casi da altri colleghi: "Abbiamo paura di questo... Abbiamo paura di quest'altro...", ma dall'altro cercando di fare in modo che l'Italia, come tutti i paesi industrializzati, cerchi delle strade per evitare il ricatto energetico da parte dei Paesi arabi.

Io temo fortemente, e non l’ho mai nascosto, il rischio che l'Europa continui ad essere ricattata dai Paesi arabi e dai loro barili di petrolio. Mi sono accorto che tanti ondeggiamenti nella politica estera, anche italiana, si spiegano perché evidentemente il petrolio è venduto da chi ce l'ha come e quando vuole, mentre chi non ce l’ha sta a guardare.

A questo punto, quindi, il discorso del rifiuto aprioristico del nucleare non mi trova d'accordo, perché mi sono accorto che, se da un lato c'è stata la giusta preoccupazione rispetto a certe situazioni (Chernobil), per le quali era giusto dire e denunciare i rischi e le responsabilità, dall'altro lato però non si può sempre fare gli struzzi e fingere che il progresso non ci sia. Abbia pazienza il Consigliere Riccarand, che è una persona molto intelligente, ma anche l'accenno all'autostrada da lui fatto (io abito in pieno posto autostradale) mi sollecita a pensare che per la Valle d'Aosta è molto meglio avere un'autostrada, con tutto quello che volete, ma che comunque permette dei trasporti di una certa velocità ed efficacia, piuttosto che andare col biroccio e vedere che qualcuno non sviluppa più il commercio per farci contenti.

I commerci ci saranno sempre e ci sarà sempre l’esigenza di utilizzare le vie di comunicazione più comode. Questa, per fortuna nostra, è una via di comunicazione comoda e si tratta solo di renderla anche veloce, per avere meno guai possibili.

Lo stesso dicasi per il solito discorso che fanno molti esponenti Verdi (vedo che anche il Consigliere Riccarand è approdato al movimento Verde Alternativo), di negare cioè alcune componenti tecnologiche che ormai fanno parte integrante della nostra civiltà.

Io non amo molto la tecnologia, perché ha dei grossi difetti specie in riferimento al tema dell'identità dell'uomo, ma è innegabile in sostanza che la tecnologia e la ricerca, nonostante degli sbagli (certamente la tecnologia va avanti anche con degli sbagli, che si pagano, per carità!) debbano andare avanti.

Capisco quelli che negano la tecnologia ed il progresso in nome di una visione arcadica. Ad esempio, lo Sting che va nell'Amazzonia, per stare insieme al selvaggio che ha il piattino inserito nel labbro, è certamente simpatico, perché, rifiutando un modello di vita occidentale e di tipo moderno, dice: "Il mio modello è la tribù, la capanna, la freccia, il caimano...". Non si può, però, sedere nel Consiglio regionale della Valle d'Aosta, fruire dei beni della società dei consumi, nonostante tutti i suoi difetti, vestirsi in un certo modo ed essere partecipe dei valori comuni della civiltà europea, che per certi versi può essere peggiore di quella dell'Amazzonia (il rapporto tra ambiente e società, ad esempio, è sicuramente più intenso nelle tribù dell'Amazzonia), e nel contempo rifiutare certi suoi difetti o certe sue manchevolezze.

Si ripeterebbe in qualche modo il discorso di quelli che sono partiti da Milano per venirci ad insegnare che bisognava fare il Parco del Monte Bianco. Io continuo a pensare che la gente che vive a Courmayeur non fosse tanto d'accordo che qualcuno le andasse ad insegnare o a suggerire certe soluzioni.

Ho fatto questo discorso molto pacato per cercare di dire che l'ultimo paragrafo del documento della maggioranza è improponibile, perché prima vi si fa una critica del nucleare e poi vi si dice: "Vogliamo l'autonomia energetica", che però si può avere solo col nucleare.

Caro Assessore Perrin, purtroppo, per quanto andiamo a cercare le fonti energetiche alternative, non riusciremo mai a sopperire autonomamente alle esigenze di una società tecnologica come quella italiana. Per questo tipo di con fusione che presenta, quindi, non mi sento di votare il documento della maggioranza.

D'altra parte, non condivido neanche i toni del documento del Consigliere Riccarand e non sono d'accordo che la Valle d'Aosta vada ad imbarcarsi in questo tipo di contestazione che, con tutta l'amicizia per Ginevra e dintorni, non mi pare che sia di pertinenza diretta della nostra Regione.

Vorrei fare ancora un'osservazione. Ci sono stati degli organi di stampa che hanno ritenuto di non dover dare nessun rilievo al fatto che ci sono dei Consiglieri che ritengono di prendere delle posizioni autonome. Mi dispiace dover constatare che purtroppo ci sono degli organi di stampa che preferiscono l'unanimismo al dissenso.

Essendo uno che qualche volta scrive sui giornali, credo di poter dire che vale la pena far presente che ci sono anche dei dissensi, i quali a volte possono favorire dei ripensamenti.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA (PCI):Noi non voteremo la mozione alternativa proposta dalla maggioranza, perché ci pare la mozione di uno struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia. All'inizio, infatti, riconosce che alla centrale di Creys-Malville ci sono stati degli incidenti, che continuano a ripetersi periodicamente, ma chiede al costruttore di quella centrale di fornire le garanzie di sicurezza.

Ovviamente, chi è interessato alla continuità della produzione della centrale di Creys-Malville tenderà a dare delle garanzie, che però oggettivamente non è in grado di fornire, anche perché nessuno è in grado di fornire quelle garanzie. In questi anni, infatti, è la stessa scienza ad aver fatto un proprio ripensamento sulla possibilità di fare previsioni oltre un certo limite. Non esistono questi limiti di certezza del progresso, non esistono questi limiti di certezza nella sicurezza degli impianti.

E' da ingenui pensare che il Consiglio regionale della Valle d'Aosta avalli in qualche modo una scelta come quella dei reattori al plutonio, accontentandosi delle assicurazioni che possono essere date da chi è interessato alla continuità della produzione e, soprattutto, alla vendita all'Italia, ma in modo particolare al Piemonte, di questa energia.

Credo che non si tenga neanche nel dovuto conto la differenza che esiste, dal punto di vista tecnico, tra le normali centrali nucleari e questa centrale con reattore veloce, il cui pericolo è molto superiore a quello delle normali centrali nucleari.

Non ci pare, quindi, che qui si voglia tenere conto dell’evoluzione che c’è stata nell'atteggiamento scientifico, nella sensibilità delle popolazioni e nei rapporti tra i diversi paesi in materia di energia.

Noi non crediamo che la situazione vissuta oggi dall'Europa e dall'intero pianeta sia di assoluta staticità, in cui le cose non possano cambiare. Abbiamo l'impressione invece che siano in discussione rapporti complessivi tra i diversi paesi dell'Est e dell'Ovest ed anche del Nord e del Sud del mondo. Siamo dell’opinione che temi come quello della produzione energetica e della difesa dell'ambiente vadano discussi ad un livello quantomeno comunitario, in previsione di poterli fare anche ad un livello più alto di governo mondiale.

Oggi, il mantenimento delle posizioni che potevano parere rassicuranti alcuni anni fa non può essere considerata credibile, perché significa volersi nascondere di fronte alla realtà che muta e di fronte ai cambiamenti che avvengono nella sensibilità della gente. Proprio la sensibilità della gente valdostana ha dimostrato di credere a quelle campagne che alcuni Consiglieri ritengono "terroristiche". A me non sembra che si tratti di un credito di tal genere, ma di un ripensamento rispetto alle precedenti convinzioni ed alla fiducia in un progresso inarrestabile della scienza, della produzione e dei consumi.

Oggi, tutti questi campi sono in discussione e devono essere assunti nuovi parametri e criteri. E' preferibile che nella nostra regione ci si preoccupi in primo luogo della sicurezza della popolazione, nonché dell’opinione e degli auspici della popolazione valdostana, piuttosto che riconfermare, chissà se per motivi di schieramento, posizioni assunte in anni precedenti.

PRESIDENTE:Se nessuno chiede la parola, pongo in votazione la proposta di risoluzione presentata dal Consigliere Riccarand, della quale abbiamo già dato lettura.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 26

Votanti: 5

Favorevoli: 5

Astenuti: 21 (Agnesod, Andrione, Bene forti, Bondaz, Faval, Fosson, Gremmo, Lanièce, Lanivi, Lavoyer, Limonet, Louvin, Marcoz, Martin, Perrin, Ricco, Stévenin, Trione, Vallet, Viérin e Voyat)

Il Consiglio non approva

PRESIDENTE:Do ora lettura della proposta di risoluzione presentata dall’Assessore all'Agricoltura, Foreste ed Ambiente Naturale, Perrin, e sottoscritta anche dai Consiglieri Stévenin, Pascale, Limonet e Lavoyer.

RESOLUTION

LE CONSEIL REGIONAL

DE LA VALLEE D'AOSTE

ETANT DONNE QUE:

- la production de la centrale de Creys-Malville, suite à un accident dû à une panne d’un élément périphérique du surgénérateur, a été suspendue au cours du mois de mai 1987;

- la Société qui gère la susdite centrale, en donnant les éclaircissements sur la véritable ampleur de l'accident, a souligné que ce dernier, certainement négatif du point de vue économique, n'a quand-même pas atteint la sécurité de l'installation, ni entraîné des conséquences négatives sur les populations avoisinantes, ni sur l'effectif de la centrale elle-même;

- la Centrale de Creys-Malville, après environ vingt mois d'inactivité, durant lesquels ont été effectués les travaux nécessaires à la réparation des éléments endommagés et les contrôles exigés par les autorités compétentes, a repris son activité à partir du 14 janvier 1989;

EN CONSIDERANT

extrêmement important le fait d'obtenir des grandes garanties sur la sécurité de l'installation nucléaire de Creys-Malville à l'état actuel et sur l'adoption de tous dispositifs et mesures de sûreté pour empêcher que d'autre accidents se reproduisent par la suite;

AYANT SOULIGNE'

par ailleurs, que la politique des ressources énergétiques entreprise par la Région Autonome de la Vallée d'Aoste prévoit le développement et l’exploitation de la production d'énergie hydroélectrique et des sources renouvelables, en excluant donc le "nucléaire";

ENGAGE

le Gouvernement régional à intervenir auprès des organismes compétents et de la Société qui gère l'installation nucléaire de Creys-Malville afin d'obtenir des véritables garanties sur l'adoption, dans cette même installation, de tous les dispositifs et les mesures permettant de conjurer d'éventuels accidents futurs;

CONFIRME

son engagement et son orientation dans le développement des sources énergétiques renouvelables, à exclusion de celles de type nucléaire;

DEMANDE

au Gouvernement italien et à la Société ENEL la complète autonomie et indépendance dans la production et dans l'approvisionnement en énergie électrique sur le territoire italien afin de ne pas fournir des prétextes de facilité pour le maintien en activité de centrales du même genre de celle de Creys-Malville.

PRESIDENTE:Se nessuno chiede la parola, pongo in votazione la proposta di risoluzione testé letta.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 26

Votanti: 25

Favorevoli: 20

Contrari: 5

Astenuti: 1 (Gremmo)

Il Consiglio approva