Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3282 du 9 février 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3282/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno a organizzare iniziative concernenti la Giornata per il ricordo dei Martiri delle foibe".

Marguerettaz (Presidente) - Colleghi, possiamo iniziare di nuovo i nostri lavori. Punto 90 all'ordine del giorno. Per la presentazione della mozione, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Voglio iniziare questa mozione evidenziando come siano evidentemente cambiati i tempi, sono cambiati i tempi in maniera importante da vent'anni a questa parte, è da vent'anni che esiste la legge 92 che fu emanata il 30 marzo del 2004, che istituì la Giornata del Ricordo.

Vent'anni nei quali si sono fatti molti passi avanti, che hanno portato - e questo credo sia un dato assolutamente rimandabile - addirittura il Presidente del Consiglio, che non è il collega Marguerettaz, che in questo momento presiede l'Aula, ma il presidente Bertin, ad aprire la seduta di mercoledì ricordando proprio una tragedia come quella delle foibe, una cosa fino a qualche anno che sarebbe stata immaginabile, quindi sicuramente un dato che ci ha portato a crescere e a diffondere la conoscenza di quest'evento.

Le foibe, come sappiamo e come ricordiamo, sono state purtroppo una pagina nera, nerissima, tragica, terribile, di tutto il nostro Paese, una vicenda - l'abbiamo ricordato già mercoledì - nella quale sono state barbaramente uccise circa 10 mila persone, sono state gettate in queste forre del terreno che appunto si aprono in Istria, in Dalmazia, in Friuli-Venezia Giulia, prese, legate a gruppi, neanche sommariamente processate ma semplicemente con l'accusa di essere Italiani e di rappresentare un'etnia diversa rispetto a quella che voleva impadronirsi di quei territori, giustiziati a prescindere dalla loro collocazione, a prescindere dalle loro idee, a prescindere da qualsiasi cosa credessero; non che questa sarebbe stata una giustificazione, ma sicuramente rende ancora più odioso questo crimine. A questo si unisce, purtroppo, quello che fu l'esodo di 350 mila Istriani, Fiumani e Dalmati, che, a causa dell'appropriazione da parte del regime comunista Titino di quei territori, furono messi di fronte a due scelte: o inchinarsi al regime comunista di Tito, e quindi aderire alla Jugoslavia di Tito, con tutte le negatività che questo comportava, oppure perdere tutto e venire esiliati. In 350 mila, la stragrande maggioranza, vennero esiliati e vennero rimpatriati, rimpatriati ovviamente in quello che era il pezzo dei paesi che rimaneva e spesso e purtroppo ebbero anche accoglienza negative, ricordiamo le scene nelle quali i treni carichi di questi veri profughi, cacciati dalle proprie case, dalle proprie terre, senza più nulla, senza averi, senza un futuro, senza un'idea di dove sarebbero finiti, venivano accolti a male parole, venivano addirittura guardati e contestati quando si fermavano nelle stazioni che erano particolarmente più schierate verso la simpatia del regime comunista Titino, perché rappresentavano coloro che non avevano voluto accettare questo "vento liberatore" del Comunismo che cominciava ad avere questo suo afflato, questa sua diffusione anche a livello europeo.

Di tutta questa tragedia chiaramente abbiamo poi potuto prendere atto dei frutti, io voglio dare qui oggi atto a quello che fu un Presidente di questo Consiglio, che fu il presidente Cerise, che conferì - ricordiamo ai primi anni del Duemila, quindi dopo il 2004, mi pare fosse il 2005 o il 2006 - i riconoscimenti a coloro che erano parenti degli infoibati o gli esuli e fra questi vi era appunto Salvatore Radizza, che è stato oggetto di un'iniziativa in quest'aula, oggetto che poi è stato approvato all'unanimità da parte di tutti i colleghi, quasi tutti, e, grazie a quest'iniziativa, si è potuto e si potrà inaugurare nella giornata di domani uno spazio dedicato proprio a Salvatore Radizza e alla sua famiglia, che poi ha visto una grande partecipazione anche nella nostra comunità, una grossa presenza, un grosso contributo e sarà un piacere poter vedere i nipoti di un infoibato che potranno partecipare a questa inaugurazione. Proprio però perché questa legge è stata approvata solo vent'anni fa, dobbiamo interrogarci sulla conoscenza che le persone hanno di questo fenomeno, perché non possiamo nascondercelo, è evidente che per decenni le foibe non soltanto non sono state celebrate, quindi non si è potuto perpetuare il ricordo di quanto accaduto, di quanto occorso durante quei tragici eventi, ma possiamo anche dirci che questo fenomeno è stato spesso nascosto, perché forze che politicamente erano omogenee a chi governava in quel momento preferivano evitare di avere un'accezione negativa e ammettere di aver avuto un ruolo da protagonisti negativi nella storia avendo o girato la testa dall'altra parte, o addirittura sostenuto la pulizia etnica messa in campo in quel momento e quindi di questo fenomeno non se n'è parlato.

Il problema è che non se n'è parlato e se ne parla sempre di più di allora, ma se ne parla comunque poco al giorno d'oggi. Testimonianza plastica, come abbiamo voluto evidenziare in quest'iniziativa, è proprio il calendario delle iniziative che sono state organizzate per celebrare due grandi eventi che meritano il ricordo e la memoria, sono proprio la Giornata della memoria è quella del ricordo. Per la Giornata della memoria sono stati organizzati diversi appuntamenti su tutto il territorio regionale, con particolare attenzione verso il capoluogo, compresi alcuni eventi specificamente dedicati alle scuole, eventi teatrali, proiezioni, film, documentari, che hanno spiegato che cosa accadde in quel momento terribile per perpetuare la memoria di quei fatti tragici e per evitare che questa non dovesse più ripetersi. Purtroppo abbiamo rilevato che identica attenzione non è stata dedicata al Giorno del ricordo, che - e siamo assolutamente felici di questo - prevede due eventi: come abbiamo detto, l'intitolazione all'infoibato Salvatore Radizza di un parco cittadino nel comune di Aosta e una presentazione di un libro che è avvenuta nella giornata di ieri alle ore 18:00 presso la biblioteca Bruno Salvadori. In questi eventi però abbiamo potuto apprendere e potuto rilevare che non sono state coinvolte le scuole, non sono stati coinvolti i giovani e purtroppo non sono state, per esempio, rese note, non è stata data visibilità e pubblicità ad alcune opere che noi riteniamo sicuramente importanti per diffondere la conoscenza di quegli eventi, per esempio, è stato fatto un film molto interessante su quanto accade a Norma Cossetto, che fu una ragazza di 19 anni che fu sequestrata da casa, fu malmenata, stuprata, seviziata e poi uccisa dai partigiani titini perché era la figlia del Commissario di Polizia del Paese. In questo bellissimo documentario, in questo bellissimo film, che si intitola proprio "Foiba rossa", si racconta la storia che c'è dietro quegli eventi e si illustra anche la barbarie di quegli eventi che purtroppo furono tragici.

Oltre a questo ricordo... e anche qui devo assolutamente ringraziare quello che fu l'allora Ufficio di Presidenza della scorsa legislatura, che permise di organizzare presso la Cittadella dei giovani di Aosta uno spettacolo di Davide Giandrini, che è un bravissimo attore di teatro, che fece proprio una rappresentazione di quei giorni tragici delle foibe e chiaramente anche dell'esodo e purtroppo dell'abbandono delle case in Istria, Fiume e Dalmazia. Da quel giorno e da quella volta purtroppo altri eventi non sono stati organizzati e l'assenza di eventi, soprattutto dedicati alle giovani generazioni, che devono necessariamente conoscere quei fatti, perché questo è quello che prevede la legge e questo è quello di cui peraltro - e qui venendo un attimo a noi - abbiamo anche discusso recentemente con l'assessore Guichardaz, cioè il contenuto di una nota che fu mandata tempo fa dal Ministero degli interni, che chiedeva di diffondere la conoscenza della spirale di violenza che esplose all'indomani della firma dell'Armistizio e che per i successivi quattro anni si scatenò su molti Italiani inermi e incolpevoli residenti nei territori a est di Trieste, con durissime e atroci rappresaglie dai contorni di una vera e propria pulizia etnica... per scongiurare il rischio di ridurre la solennità civile a una mera celebrazione. "Quindi - concludeva appunto quella nota - dovranno essere promosse presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado... che venga favorita, da parte delle istituzioni e di enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende". Ricordo, in completa sincerità, che l'assessore Guichardaz disse che, pur non condividendo le modalità di comunicazione che avevano contraddistinto questa nota, era assolutamente favorevole e disponibile per portare avanti delle iniziative in questo senso.

Ci avviciniamo alla giornata, siamo oggi al 9 febbraio, dedicata proprio al ricordo dei Martiri delle foibe, però di questi eventi ulteriori non abbiamo visto traccia. Noi vogliamo cogliere lo spirito positivo e siamo sicuri che magari sia stato fatto un elenco limitato ad alcuni eventi e poi ne siano stati fatti tanti altri, ma ci terremmo particolarmente che la tragedia delle foibe venisse ricordata, venisse soprattutto spiegata alle giovani generazioni e venisse illustrata, perché le immagini sono sicuramente molto più efficaci a volte spesso delle parole, anche tramite delle proiezioni, delle rappresentazioni teatrali.

Con questa mozione quindi, venendo all'impegno, chiediamo al Governo regionale di mettere in campo ogni azione utile al fine di organizzare un'iniziativa dedicata ai giovani delle scuole di ogni ordine e grado e un evento teatrale o di proiezione dei temi concernenti la Giornata del ricordo dei Martiri delle foibe, istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92 al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra.

Presidente - Grazie collega. Apriamo la discussione generale sulla mozione. Ci sono prenotazioni? Ha chiesto la parola il collega segretario Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - La presentazione del collega Manfrin è sicuramente esaustiva, per cui quest'intervento vuole semplicemente rafforzare degli elementi.

Inizio ricordando quello che diceva un grande giornalista, Indro Montanelli, lui usava un'espressione che non so se sia sua o se presa in prestito sostenendo che "L'inchiostro con cui si scrive la storia è il sangue". Questo rende la storia un elemento fondamentale per la costruzione di una società di persone e per la formazione di ogni persona all'interno di questa società; conoscere e condividere l'insegnamento della storia significa riconoscere che la speranza di avere un futuro dipende dalla capacità di assimilare la verità che la storia ci consegna. Si diceva historia magistra vitae, è esattamente così. Ci sono pagine di storia, purtroppo - e questa è una di quelle - che invocano ancora oggi giustizia e onestà intellettuale e il dramma delle foibe è una di queste pagine, con una maligna regia di occultamento della memoria, ripetendo la malignità di questa pagina di storia.

In questo processo maligno - e, vedete, sto ripetendo il termine "maligno" perché è proprio qui che si colloca questa triste pagina: nella malignità, nel mysterium iniquitatis, così come racconta la grande tradizione giudaico-cristiana, questo male che si insinua nell'uomo che è a immagine e somiglianza di Dio ma riesce a essere angelo e demone nello stesso tempo - i complici non sono solo gli attori del crimine di allora, o i servi esterni che hanno permesso le azioni di contorno a quel crimine, o addirittura gli omertosi che non hanno denunciato, ma i complici di questa regia maligna, che fanno parte di questa malignità sono quei macchinatori che si impegnano e che si sono impegnati nel tempo a negare il crimine commesso, a diminuirne la gravità, a sviarne la verità. Ancora oggi leggiamo messaggi, complici di questa regia maligna, che collocano la celebrazione del Giorno del ricordo e il crimine delle foibe come revanscismo fascista, eppure è così, succede sempre così, succede così quando non riesci a sostenere lo sguardo sulla verità, la cambi, la confondi, la tradisci o addirittura la neghi, è un problema di incapacità.

Noi, come Istituzione, abbiamo il dovere di consegnare alle nuove generazioni il vigile attento ricordo di quanto l'uomo può diventare diabolico, soprattutto quando un'ideologia diabolica - che, tra l'altro, non si è mica solo limitata alle foibe - ne giustifica gli atti e soprattutto quando una macchinazione condotta per decenni e decenni da parte degli interpreti e degli eredi di quella stessa ideologia hanno cercato e cercano tutt'ora di minimizzarne l'orrore. "Esiste un solo bene - diceva Socrate - la conoscenza, ed esiste un solo male: l'ignoranza"; ecco il motivo e la ragione di fondo di questa nostra mozione, chiedere di trattare la storia con coraggio, con rispetto, con rigore. Ricordiamoci che una società che ignora la sua storia non solo ignora il suo passato, ma chiude le porte al suo futuro.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Perron, ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - Rapidamente mi unisco a quanto hanno già detto i colleghi o, meglio, non mi ripeto, però voglio dare atto quest'anno alla Fondazione Chanoux che tra i propri incontri ha organizzato la scorsa settimana una serata con lo storico Gianni Oliva, in dialogo con Alessandro Celi, questo era un suggerimento che era arrivato da questi banchi lo scorso anno, è stato ben recepito e quindi una nota certamente positiva.

Ricordo che lo storico appena citato Gianni Oliva è in realtà uno storico di area Sinistra democratica, quindi che non ha assolutamente alcuna appartenenza politica ma sa far bene il suo mestiere di storico utilizzando l'imparzialità che uno storico deve utilizzare, altrimenti è un militante. Tanto per fare un esempio, uno dei titoli dei libri di Gianni Oliva è: "45 milioni di antifascisti, il voltafaccia di una Nazione che non ha fatto i conti con il ventennio", tra l'altro viene riportata la famosa frase di Churchill: "In Italia sino al 25 luglio c'erano 45 milioni di fascisti, dal giorno dopo 45 milioni di antifascisti, ma non mi risulta che l'Italia abbia 90 milioni di abitanti". Questo per capire come sul ventennio ci sia ancora la difficoltà di avere dei giudizi che siano in qualche modo oggettivi e storicamente fondati.

Ben diverso invece lo storico Eric Gobetti, invitato mi pare lo scorso anno o forse due anni prima, è un autore invece militante, famoso anche per le sue fotografie con la maglia di Tito e il pugno chiuso sui social, quindi uno "storico", più un attivista da centro sociale che abbiamo avuto anche noi qui in Valle mi pare lo scorso anno. Chiaramente quest'area politica ha la sua dignità di esistere e devo dire che anche qua in questo Consiglio è brillantemente rappresentata, dunque ci mancherebbe... rappresentata in un'area e di un Governo autonomista di Sinistra che ha come appendice più a Sinistra anche questo tipo di area che brillantemente ci delizia della sua superiorità culturale su questi temi e attendiamo anche qui un brillante intervento su queste faccende e tematiche storiche che sicuramente non mancherà dai banchi che io ho qui di fronte.

Presidente - Grazie collega. Siamo in discussione generale, ci sono prenotazioni? C'è qualcuno che vuole intervenire? Non ci sono richieste di intervento, chiudo la discussione generale. Per la replica del Governo, ha chiesto la parola l'assessore Jean-Pierre Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz J. (FP-PD) - Mi scuso ma mi sono fatto prendere dall'entusiasmo e ho prenotato un secondo prima del tempo, quindi mi contengo. Intanto rispondo subito alla vostra impegnativa e lo dico subito: vi propongo di ritirare la mozione altrimenti ci asterremo, poi vi rappresenterò anche i motivi della richiesta che sono rinvenibili in parte anche nelle numerose risposte che sono state fornite nel corso di questi anni in svariati Consigli regionali, da parte sia dell'assessore Caveri, quando aveva la delega all'istruzione, sia da parte mia anche nel mio ruolo di Assessore alla cultura.

Devo dire con un certo sollievo che il tema - e lo vedo anche dal dibattito e dall'approccio con cui lo abbiamo affrontato oggi - mi pare stia finalmente uscendo da alcuni steccati che lo vedevano - e ancora in alcuni casi lo vedono - motivo di contrapposizione tra schieramenti pro o contro, spesso fatti anche con finalità ideologiche e politiche. Non nego ovviamente che vi siano ancora dibattiti in tal senso che addirittura mettono in competizione la Shoah con le foibe e l'esilio Giuliano-Dalmata al punto da pretendere un equilibrio quantitativo tra eventi dell'una e l'altra ricorrenza, è una sorta quasi di pesatura della presenza e del gradimento dei Giorni della memoria e del ricordo nel dibattito politico, ma, avendo partecipato attivamente anche agli eventi di cui parlava il collega Perron, portando i saluti istituzionali e fornendo anche alcuni spunti al dibattito, a diversi di questi eventi organizzati in occasione di tali ricorrenze, posso dire che, secondo me, si sta andando sempre di più nella buona direzione, che è una direzione anche proprio di pacificazione credo rispetto a questi temi. Intendo dire con questa mia affermazione che finalmente le due ricorrenze non appaiono più in competizione tra loro, tanto che le associazioni di riferimento, sia quelle riconosciute dalle leggi istitutive delle giornate nazionali, sia le varie associazioni che a diverso titolo partecipano al dibattito, partecipano - e mi è stato riferito proprio dal Presidente dell'associazione che è stato invitato al dibattito organizzato dalla Fondazione Chanoux - finalmente insieme a svariati seminari, convegni e insieme riflettono sul tema della memoria con un approccio comune. L'approccio è sostanzialmente che occorre ricordare i fatti più efferati della storia affinché questi non si ripetano, credo che l'obiettivo delle leggi che hanno come tema la memoria sia proprio che le persone capiscano in qualche modo come le ideologie estreme, tanto di Destra quanto di Sinistra, possano trasformare una persona normale, quindi il vicino della porta accanto in un delatore, se non addirittura in un esecutore spietato.

La proiezione del film sul processo Eichmann, per esempio, al Théâtre de La Ville, organizzata dall'Istituto storico della Resistenza, alla quale abbiamo partecipato il presidente Testolin e io, ma anche i racconti sugli infoibati proprio da parte del Presidente dell'ANVGD, che è l'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e dello storico Gianni Oliva di cui lei ha fatto cenno durante la serata alla BCC dell'altro ieri alla quale ho partecipato, così come anche la commovente testimonianza di Egea Haffner al Salone ducale di Aosta, "La bambina con la valigia", questa donnina di 83 anni, che con il suo entusiasmo ha raccontato tutta la storia della sua famiglia, di come è stata caricata su un carretto con questa valigia con scritto: "Sono un'esule giuliano-dalmata", o qualcosa del genere, raccontano di un'adesione popolare diffusa e convinta, senza la quale nessuna opzione organizzata e sistematica sarebbe stata possibile, io credo che questo sia il primo elemento importante. Non possono capitare: questo è il messaggio che hanno cercato di veicolare sia Egea, sia il Presidente, le persone che erano lì, c'era anche Elettra Crocetti, per esempio, in rappresentanza dell'Associazione valdostana degli esuli... il primo messaggio che hanno cercato di veicolare è quello della responsabilità collettiva, così come con la Shoah, anche in questo caso l'adesione della popolazione a questo tipo di persecuzione è stata comunque importante e fondamentale. Un tema delicato quello del coinvolgimento dei popoli nelle pratiche dello sterminio e delle persecuzioni, sul quale le iniziative di cui ho detto hanno posto l'attenzione, così come anche il tema dell'individuazione del nemico comune, che è sempre l'espediente utilizzato dalle dittature più spietate per mantenere un po' la coesione popolare e naturalmente il potere totalitario. Devo dire che in questi giorni questi temi sono stati dipanati in maniera molto interessante e che la riflessione è stata una riflessione importante.

Riguardo al Giorno del ricordo, come ho detto, ho personalmente assistito alle conferenze organizzate dalla Fondation Chanoux, ne ricordo una domani sera alle ore 20:45 alla biblioteca di Saint-Vincent, dove parteciperà un altro storico, un personaggio dalle ampie competenze: il professor Vercelli, quindi siete invitati tutti a parteciparvi, e la Fondation Chanoux, che è un'Associazione partecipata dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta e con la quale vi è un continuo dialogo finalizzato proprio ad affrontare le tematiche relative alle minoranze etnico-linguistiche e alle vicende storiche che le hanno viste vittime di persecuzione, in alcuni casi di veri e propri genocidi. Devo riconoscere anche al vostro intervento e al fatto di portare comunque questi temi in Consiglio e attraverso anche il sottoscritto insomma la sensibilizzazione è stata fatta ed è stata anche raccolta con parecchio interesse ed entusiasmo, queste conferenze sono state assolutamente importanti, tra l'altro, hanno aperto anche degli orizzonti e dei temi di discussione anche abbastanza inaspettati.

Naturalmente le persone interessate, comprese le scuole, sono state informate di questi eventi e di altri anche predisposti da soggetti diversi, avete citato l'evento che c'è stato ieri in biblioteca: quello organizzato in occasione del Giorno del ricordo che, tra l'altro, mi dicono essere stato molto apprezzato anche per il suo equilibrio e per la sua scientificità. Eventi che, come nel caso del Giorno della memoria - questo lo voglio dire, poi farò un piccolo inciso -, sono ad adesione completamente libera ed è giusto che sia così, perché credo che le leggi istitutive di queste solennità siano estremamente attente anche a diffondere la memoria di queste giornate, ma sempre nella piena libertà e nella piena adesione.

Faccio un inciso anche per spiegare a chi ci ascolta che il mondo della scuola viene sensibilizzato rispetto a tematiche importanti come quelle veicolate dalle ricorrenze ufficiali, quindi le giornate citate, la Festa della Repubblica, della Liberazione, dei Lavoratori, insomma, tutte le solennità, ma l'autonomia scolastica - e questo credo che il collega Perron lo sappia meglio di me essendo insegnante - è un elemento imprescindibile, che è previsto, tra l'altro, proprio da specifiche norme di riferimento e questa autonomia scolastica, organizzativa, didattica e amministrativa svincola le istituzioni da qualunque tipo di costrizione o di imposizione ideologica, partitica, politica o anche di altro genere. Gli organi della scuola e anche i piani dell'offerta formativa e altri strumenti programmatori fissano loro, certo nel rispetto ovviamente dei piani di studio e di indirizzo, che, secondo me, danno poca attenzione, questo lo devo riconoscere, anche a certe tematiche che dovrebbero essere forse affrontate anche con un approccio un po' più programmatorio... fissano a quali eventi e iniziative partecipa la singola scuola e la singola istituzione, cioè sono loro che decidono dove andare e a quali eventi far partecipare.

Mi si consenta anche una piccola riflessione personale, mi aggancio anche un po' alle cose dette dal collega Manfrin rispetto a un dibattito che abbiamo già avuto, io ho letto di nuovo con attenzione la nota del Ministero che lei ha citato in premessa della mozione che voi avete citato, il Ministero dell'istruzione e del merito... e devo dire che, rileggendola, l'ho di nuovo trovata un po' inconsueta, diciamo così, sia nel tono che nei contenuti. L'ho confrontata con la legge del 2004, che voglio ricordare, fu votata al 99%, cioè a larghissima maggioranza da tutto l'arco costituzionale, con qualche eccezione, ma fu votata al 98,8% dell'arco costituzionale rappresentato e, rispetto a quella legge, io rilevo una sorta di fuga in avanti rispetto alle disposizioni contenute nella nota ministeriale. Non l'ho rilevata solo io questa fuga in avanti ma anche tanti con i quali in questi giorni ho avuto modo di confrontarmi proprio in occasione degli eventi sul Giorno del ricordo: parlo dei rappresentanti degli esuli, degli esuli ancora in vita e dei rappresentanti delle associazioni, con i quali ho avuto il piacere, tra l'altro, di passare un'intera giornata perché ero proprio curioso anche di capire il loro punto di vista e che poi nel pomeriggio e al Salone Ducale la sera hanno poi fatto queste due conferenze. La legge parla di iniziative volte a diffondere la conoscenza dei tragici eventi e di favorire, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti con riferimento alla tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo gli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

La nota del Ministero invece mi pare - e questo è abbastanza condiviso anche con le persone con le quali ho parlato che credo non ci sia sospetto che abbiano collocazioni politiche estremiste a Sinistra, tanto per essere chiari - semplifichi la questione riducendola ai soli Italiani. Loro mi hanno spiegato - e di questo ne parlavo prima anche con il collega Caveri - che tutti gli infoibati, gli esili perseguitati - perché poi tanti sono morti anche nei campi di concentrazione e di concentramento, nei campi di prigionia per stenti, per fame, diciamo per la repressione anche da parte dei carcerieri, gli infoibati sono una parte, poi però il fenomeno è molto più ampio - non erano solo Italiani, ma persone di varia provenienza etnica, erano Sloveni, erano persone che storicamente, da secoli magari facevano parte di famiglie che avevano all'interno persone provenienti dal Veneto, c'erano tantissimi dissidenti politici che non erano Italiani e poi i nemici del regime Titino, che era un regime che non si faceva nessuno scrupolo di far scomparire e di far sparire nelle foibe, era costume prendere queste persone e infoibarle in alcuni casi, in altri vi erano le fosse comuni, sono state trovate.

La nota, tra l'altro, spinge a definire la vicenda come una vera e propria pulizia etnica. Il fatto che la legge parli di complessa vicenda del confine orientale significa che sul tema - e questo mi è stato proprio detto da loro - vanno rifuggite delle semplificazioni delle categorizzazioni. Loro mi hanno detto: "Bisogna fare molta attenzione, perché nel momento in cui questa cosa qua diventa un problema di genocidio, di uccisione degli Italiani, poi alla fine si nega una realtà e si allontana, rispetto a questo fenomeno, la vera realtà storica".

Presidente - Per la replica, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Vede, Assessore, io ho seguito il suo excursus dove ha parlato di queste persone con cui si è confrontato, che sono e rimangono per quest'Aula delle entità misteriose. "Ho parlato con della gente che mi ha detto...", se vuole, io le dico che ho parlato con dell'altra gente che mi ha detto, però credo che il valore del dibattito e delle tesi o delle opinioni che esprimiamo in quest'aula dovrebbe avere un valore superiore rispetto a quello che riportiamo, che ci ha detto qualcuno. Mi ha fatto particolarmente piacere ascoltare alcune sue parole rispetto, per esempio, alle ideologie che non sono finalmente più soltanto quelle di estrema Destra ma anche quelle di estrema Sinistra. Io non so se tutto il suo gruppo sarebbe d'accordo con questa sua affermazione ma effettivamente il contrasto a queste credo sia importante.

Lei ha parlato di uscita dagli schieramenti, sono perfettamente d'accordo, chi ha cercato di categorizzare certi eventi e certe ricorrenze, per fortuna, non è questa parte del tavolo, ma questa è una considerazione politica che non ci aiuta nella nostra discussione.

Vengo invece... come dire? alla parte del suo rifiuto, perché lei sviluppa un ragionamento a partire da una parte, l'autonomia scolastica, dall'altra parte la sua contrarietà rispetto al contenuto che lei ha letto della comunicazione del Ministero degli interni. Come lei avrà avuto modo di leggere, nell'impegnativa di questa mozione abbiamo scritto: "Rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe", per cui nessuno qui ha negato che fossero vittime di altre nazionalità, quindi questo è sicuramente un modo per dire che abbiamo rispettato in maniera sicuramente importante il testo della legge che è stata approvata. D'altra parte non possiamo neanche nasconderci, come le ho detto in premessa, che vi sia stata una parte politica che ha cercato di cancellare quella pagina o di minimizzarla e di attribuire alle persone che furono infoibate o furono cacciate da quei territori semplicemente l'accezione di fascista, erano dei fascisti, io me lo ricordo perché ci sono dei volantini, se vedrà in rete, uno di quelli che non ha votato quella legge mi pare fosse il rappresentante dei Comunisti italiani o del Partito Comunista Italiano, c'erano varie suddivisioni e spaccature, partiti e partitini; i giovani di quel movimento ai tempi fecero un volantino con uno scarpone che schiacciava la faccia di una persona con scritto: "Nelle foibe solo fascisti e assassini" semplificando la questione in maniera molto sbrigativa. Era abbastanza notorio che ci fosse effettivamente questo tipo di contrapposizione, ma anche per uscire da questa contrapposizione, l'informazione è corretta; lei dice però, per addivenire alla questione dell'astensione, da una parte chiamando a sé e adducendo il fatto che sono stati organizzati degli eventi.

Io le ripeto: ho preso il comunicato stampa che voi avete mandato, gli eventi per la Giornata della memoria e il Giorno del ricordo e in questo comunicato stampa io vedo due soli eventi: una presentazione di un libro, che è quello di cui ha parlato, che è avvenuta ieri: "Le due Marie. Vite sulla frontiera orientale d'Italia", in dialogo con la scrittrice Maria Pia Simonetti e l'evento di domani che sarà d'intitolazione di uno spazio. Io però le lancio anche un monito: se non vorremo fare un'altra intitolazione il prossimo anno, io spero di sì ma ne dubito... gli eventi sono finiti, basta, stop, non viene organizzato nulla. Forse è opportuno prendersi per tempo, sarebbe stato anche interessante farlo per questa edizione, però fare qualcosa di organizzato da parte della nostra Regione per ricordare quella tragedia e per evitare che questa debba ripetersi facendo rimanere vivo il pensiero di quanto è accaduto è importante.

Lei dice che non si può organizzare nulla perché c'è l'autonomia scolastica, però io leggo, per esempio, fra gli eventi che sempre voi nel vostro comunicato stampa avete organizzato, per esempio: "Venerdì 26 gennaio 2024, ore 08:30, al Théâtre de La Ville di Aosta, nella ricorrenza della Giornata della memoria si svolgerà il classico incontro dedicato alle scuole superiori di secondo grado che quest'anno proporrà, a partire dal film di Eichmann Show "Il processo del secolo", una riflessione sulla memoria collettiva dell'Olocausto". Non è ovviamente per fare dei paragoni o dire: "Di qua è stato organizzato un evento in più, un evento in meno", ma nella nostra impegnativa chiediamo specificamente che vengano realizzati degli eventi dedicati alle scuole e obiettivamente degli eventi dedicati alle scuole oggi non ce ne sono per perpetuare la memoria del Giorno del ricordo.

Sa che cosa è successo la scorsa legislatura, quando l'Ufficio di Presidenza organizzò una pièce teatrale con l'attore Davide Giandrini per ricordare (io ho partecipato e molti dei colleghi qui hanno partecipato ed è stato davvero bellissimo assistere ad uno spettacolo che metteva in scena una tragedia umana, recitato in maniera magistrale)? Questo invito venne mandato a tutte le scuole e nel teatro della Cittadella dei Giovani si presentò un solo dirigente senza studenti, nessun studente. Allora io chiesi a quel dirigente: "Mi fa piacere vederti qui, ma come mai non c'è nessun altro? Non ci sono professori e non ci sono studenti?", a parte che era organizzato in orario serale e non c'erano le uscite organizzate alle otto e mezza del mattino dove ti portano a teatro, la risposta fu desolante. Io non so che cosa hanno fatto gli altri dirigenti ma lui me lo disse: "Io ho mandato l'invito a tutti gli insegnanti, a tutta la scuola, nessuno ha risposto". È evidente che se a fronte di questi atteggiamenti, cioè di persone e di insegnanti, che hanno volutamente deciso di ignorare questo tipo di invito, magari perché non avevano voglia, può darsi, più probabilmente perché preferivano che magari i loro ragazzi non sapessero cosa era accaduto, magari perché erano di idee politiche contrastanti, non lo so, è una possibilità... allora a fronte di questo a maggior ragione si devono organizzare eventi dedicati alle scuole e magari anche in orario scolastico, come è già stato fatto, e non per parificare le cose, ma per spiegare che ci sono tragedie del nostro Paese che hanno toccato famiglie, che vivono anche qui in Valle d'Aosta, che devono essere ricordate e che se qualcuno le vuole cancellare, a maggior ragione vanno ricordate. Questo purtroppo è il problema. Lei dice che vi asterrete e noi ovviamente non ritireremo la mozione perché nulla è stato organizzato; se lei mi avesse detto che c'era in programma di organizzare un evento dedicato alle scuole, io l'avrei ritirata di buon grado. Siccome lei dice che non avete intenzione di farlo per tutta una serie di motivi, tra cui l'autonomia scolastica, mi dispiace, Assessore, ma questa è una scelta che un'Amministrazione deve fare, un'Amministrazione deve decidersi con chi schierarsi, con chi vuole ricordare o con chi vuole nascondere e dimenticare. Lei ha parlato prima, e mi ha colpito, di schieramenti pro o contro, ne ha parlato in tempi moderni; probabilmente è un lapsus evidentemente, ma in realtà non è andato così lontano. C'erano e continuano a esserci schieramenti contro quel tipo di tragedia ma probabilmente qualcuno rimane ancora a favore o perlomeno rimane in colpevole silenzio.

Presidente - Qualcun altro in replica o per dichiarazioni di voto? Nessun altro in replica. Passiamo alle dichiarazioni di voto. La parola all'assessore Jean-Pierre Guichardaz per dichiarazione di voto.

Guichardaz J. (FP-PD) - Approfitto di questo dibattito e comunque la ringrazio anche per i toni. Intanto le persone con cui ho parlato sono persone con cui ho passato l'intera giornata e sono il Presidente dell'ANVGD, quindi il rappresentante nazionale delle Associazioni Giuliano-Dalmate, che ha avuto la cortesia di venire in Valle d'Aosta a parlare di questo tema con Gianni Oliva, con Egea Haffner che era la famosa bambina con la valigia e che poi ha fatto un po' una missione nella sua vita, tanto che credo domani sarà con il Presidente della Repubblica per la celebrazione della solennità e leggerà parte del suo libro; tra l'altro, una testimonianza molto serena, devo dire che a me è piaciuto molto anche quest'approccio che vuole ricordare i fatti ma non nell'ottica di polarizzare, come dicevo prima, il conflitto, perché credo che non ci sia nessun conflitto e nessuna competizione. Domani con il Presidente della Repubblica ci saranno anche i rappresentanti probabilmente non so se delle chiese rabbiniche, comunque ci saranno anche i rappresentanti delle associazioni della Shoah proprio per dare un senso di non concorrenza tra questi due temi che devono essere ricordati, come dicevo prima, per gli effetti che qualunque tipo di totalitarismo può avere poi sulle persone. È interessante anche quest'aspetto di come le comunità comunque sono sempre state coinvolte, perché l'adesione e la condivisione delle comunità sono un fattore importante, e lo citava prima il collega Perron, la questione dei 45 milioni di antifascisti, dal giorno dopo erano in 90 milioni. Questo tema della condivisione collettiva che, per esempio, viene riportato in un bellissimo libro: "I volenterosi carnefici di Hitler" che vi consiglio di leggere, è proprio un saggio sulla partecipazione del popolo agli eventi estremi, alla fine è stato affrontato ieri, così come è stato detto in maniera molto chiara dal Presidente: "Noi vogliamo rifuggire le categorie. Noi non siamo fascisti", poi lui credo che abbia fatto una sua carriera politica, tra l'altro, nella Democrazia Cristiana, ha detto: "Noi siamo un variegatissimo panorama dove questa cosa per cui gli esuli e gli infoibati erano fascisti alla fine fa danno alla memoria. Non è così, non può essere categorizzato e non può essere in nessun modo fatto". Questo per rispondere alla domanda: a quali erano le persone con cui mi sono confrontato, poi ce ne sono sicuramente altre; durante la serata sono venute fuori varie altre testimonianze, ha parlato anche Elettra a nome dell'Associazione valdostana, altri hanno fatto le loro considerazioni.

Io quello che voglio dire è che già quest'anno io penso si sia dato un segnale coinvolgendo la Fondazione Chanoux in questo e il segnale è stato accolto. Io raccolgo le istanze anche di costruire magari degli eventi che non siano di difficile accesso rispetto alle scuole, tra l'altro, in Senato, mi sembra ad ottobre, è stato votato il DDL sul viaggio del ricordo, quindi anche questo è comunque un impegno che viene assegnato alle scuole, così come "I viaggi della memoria". Quello è un altro elemento importante perché bisogna essere sui luoghi, sentire i testimoni, respirare un po' anche le situazioni, così come fanno oramai da tanto tempo gli studenti, per esempio, nel viaggio della memoria andando direttamente nei luoghi dove ci sono stati gli stermini.

L'impegno in ogni caso è quello di cercare di andare in una direzione che è quella del coinvolgimento sempre maggiore delle scuole, fermo restando - e qua lo voglio dire - che anche per il Giorno della memoria non è che i teatri fossero strapieni di persone, c'erano delle classi che hanno deciso di aderire per iniziativa della classe e di alcuni professori più sensibilizzati. L'Associazione, per esempio, ha cominciato a formare e sono già due i docenti che sono stati formati specificamente per quanto riguarda la questione del ricordo, della tematica degli esuli giuliano-dalmata, si sta andando in questa direzione.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Minelli per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Io ho ascoltato con interesse tutto quanto è stato detto, ho letto con attenzione sia le premesse che l'impegno di questa mozione.

È stato detto sia dall'Assessore ma anche dal proponente che è un po' riduttivo, forse, per un argomento importante come questo mettersi a contare quanti eventi sono organizzati per una giornata di commemorazione piuttosto che per un'altra. Faccio presente peraltro che io ho spulciato in questi giorni sui giornali le cose che venivano proposte e mi sembra che sul Giorno del ricordo sono state organizzate quattro se non cinque iniziative da parte anche di soggetti che in qualche modo hanno un riconoscimento istituzionale: parlo dell'Istituto storico della resistenza, che ha patrocinato l'evento del 6 a Palazzo Ducale e poi di Fondation Chanoux che ha organizzato i due eventi: quello della "Bambina con la valigia" e l'altro quello alla BCC con la presenza di Claudio Vercelli. Mi sembra che siano eventi di una certa importanza e qualità.

Intervengo però su un'altra questione, che è quanto fanno le scuole; io credo che, al di là di quella che effettivamente è l'autonomia scolastica riconosciuta per legge, le scuole, soprattutto quelle che non sono ad Aosta, e quindi che sono distanti dal capoluogo regionale, organizzano autonomamente delle attività, magari meno altisonanti, meno evidenti dal punto di vista pubblico, però nei singoli consigli di classe anche vengono programmate delle attività. Il fatto che solo un po' più recentemente, questo è vero, sia stata data attenzione al Giorno del ricordo non deve però neanche essere visto come una grave mancanza. Intanto c'è un percorso, ma poi soprattutto, quando si ha a che fare in particolare con bambini e ragazzi molto giovani, spesso è il raccordo con il territorio che poi aiuta a costruire delle iniziative ed effettivamente, per quello che riguarda la Giornata della memoria o anche altre questioni: penso alla tragedia della guerra, penso al periodo della Resistenza, alle manifestazioni per il 25 aprile, eccetera, purtroppo hanno degli agganci che sono più diretti con il territorio, quindi è anche più semplice - e mi riferisco soprattutto a una certa fascia di età, anche dei bambini proprio piccoli - organizzare delle iniziative. Una preoccupazione che ho un po', e che mi pare emergere tra le righe di tutto quello che ho sentito, è che si possa andare nella direzione di rendere obbligatorie alcune attività per le scuole. Questo non mi sembrerebbe positivo, anzi, è addirittura controproducente, perché è veramente difficile alle volte organizzare a scuola tutta una serie di attività e sappiamo bene - l'ho detto in altre occasioni - che alla scuola vengono dati moltissimi compiti che riguardano giustamente anche il dovere di conservazione della memoria ma poi ci sono tante altre cose. Io credo quindi che sia importante rispettare quest'autonomia delle scuole e rendersi anche conto che se si organizzano degli eventi, questi vengono organizzati nel capoluogo regionale di solito e la partecipazione non può che essere limitata, mentre va valorizzato il lavoro delle singole realtà, cosa di cui si parla poco e credo che invece abbia una sua consistenza.

Presidente - Grazie collega. Ci sono altre dichiarazioni di voto? Il collega Perron ha chiesto la parola per dichiarazione di voto.

Perron (LEGA VDA) - La dichiarazione di voto ovviamente sarà positiva. Colgo l'occasione per dare atto, in questo caso all'assessore Guichardaz, quanto meno anche del coraggio di aver affrontato queste tematiche, sono tematiche complesse, l'ha fatto anche con una certa imparzialità e glielo riconosco e poi è troppo facile stare qua dentro, tacere e poi uscire e fare comunicati stampa magari o post sui social. Il dibattito deve avvenire qua, troppe volte c'è un silenzio forte dalla parte Sinistra, specie su queste tematiche che sono complesse. Di questo assolutamente gliene diamo atto, poi ovviamente io voterò a favore. Piccola chiosa sulla scuola, sull'insegnamento: innanzitutto c'è un vulnus nella scuola italiana, perché i professori che insegnano storia insieme a italiano e geografia alle medie hanno la formazione generalmente letteraria a cui aggiungono poi qualche esame di storia.

Alcuni, che sono un po' le pecore nere, i casi diversi, come il mio personale, ho una laurea in storia e poi mi faccio degli esami sulla letteratura, quindi è vero che in Italia sul tema storico il personale docente è generalmente formato sull'italiano, quindi sulla letteratura e sulla grammatica. Il tema storico a volte viene affrontato con un po' meno di competenza proprio per questo motivo qua, come da parte mia ho dovuto studiarmi dopo altre cose e sono veramente meno competente rispetto a dei miei colleghi che hanno una base forte di greco e latino sulla letteratura, nessun problema a riconoscerlo.

Sull'insegnamento della storia è chiaramente sempre delicato perché si avvicina sempre alla politica, ovvio anche questo, penso che l'unico modo per bypassare questo sia la massima trasparenza possibile, quando un professore si sa da che parte è, secondo me, è bene, perché almeno uno può prendere la parte e può prendere tutto sempre con il beneficio anche del dubbio, che è sacrosanto, e non deve mai essere eliminato nell'insegnamento. Per parte mia posso dire che ho preso la laurea a Torino, in contemporanea il mio professore scriveva su "l'Unità", quindi io ho studiato il pensiero di Sinistra con un professore dichiaratamente comunista, era un professore estremamente competente e quindi ne ho giovato e ringrazio quel tipo di formazione. A volte piuttosto è meglio avere qualcuno dichiarato ma competente e onesto intellettualmente che avere qualcuno invece che magari non si dichiara ma che è incompetente. Questi sono tutti aspetti della scuola che generalmente non vengono valutati, sono elementi in più che inserisco proprio en passant nel dibattito, comunque voterò a favore di questa mozione ma le do atto che su questo ha avuto almeno il coraggio di esporsi su queste tematiche complesse e delicate.

Presidente - Grazie colleghi. Altre dichiarazioni di voto? Non ci sono altre richieste per le dichiarazioni di voto. Metto in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 20 (Barmasse, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rosaire, Sapinet, Testolin)

La mozione non è approvata.

Colleghi, sono le ore 12:45, potremmo presentare la mozione e rinviare... dite voi. La parola al collega Planaz.

Planaz (RV) - Scusi, Presidente, solo per dire che se non riesco entro i termini, andiamo a finire un po' più tardi, per me è uguale.

Presidente - Noi alle ore 14:30 abbiamo l'Ufficio di Presidenza, quindi non è possibile. Se ritiene di poter stare in un quarto d'ora...

Planaz (RV) - Non garantisco che riesco a stare nei minuti.

Presidente - Allora sospendiamo e ci ritroviamo alle ore 15:00 per la ripresa dei lavori.

---

La seduta termina alle ore 12:44.