Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1204 du 25 juin 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 1204/XV - Discussione generale sul D.L. n. 60: "Assestamento al bilancio di previsione della Regione Autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste per l'anno 2020 e misure urgenti per contrastare gli effetti dell'emergenza epidemiologica da Covid-19".

Rini (Presidente) - Alla presenza di 35 Consiglieri, riprendiamo i lavori. Ricordo che c'è stata l'illustrazione dei relatori, quindi dichiaro aperta la discussione generale. Chi intende prendere la parola? In discussione generale la parola al presidente Testolin.

Testolin (UV) - In maniera forse un po' anomala rispetto allo sviluppo che abitualmente hanno le discussioni generali, mi permetto d'introdurre questa riunione del Consiglio regionale, in un momento particolarmente complesso che ci ha visti lavorare in questi giorni, tutti, indistintamente, per cercare di trovare i percorsi che più ci permettano di svolgere una discussione serena in merito al disegno di legge presentato dalla Giunta. Io in questa circostanza mi permetto d'intervenire, evidentemente a nome del Governo regionale, ma anche dei Gruppi consiliari che appoggiano questo Governo e di cui questo Governo fa parte, Gruppi che ringrazio per la collaborazione che hanno dato in questi mesi per cercare di sostenere, al pari di ogni altro Consigliere, di ogni altra persona che nella nostra regione si è messa a disposizione, ognuna nel suo ruolo, per dare delle risposte, risposte che avrebbero potuto essere qualche volta diverse, qualche volta migliori, qualche volta potevano essere delle non risposte, potevano essere delle risposte più efficaci o meno.

Evidentemente abbiamo vissuto un percorso che, nel bene o nel male, ci ha arricchiti in questa tragicità, una tragicità che oggi ci troviamo ad analizzare sotto uno dei punti di vista più importanti: cercare, attraverso le nostre decisioni, di rilanciare un tessuto economico che ci vede tutti coinvolti, con le nostre famiglie, con i nostri amici, con i nostri conoscenti. Un percorso che abbiamo cercato di affrontare, tutti, molto seriamente. Abbiamo scelto una strada che probabilmente poteva essere diversa, ma non per questo meno efficace, una strada che è stata rappresentata nella sua puntualità dall'intervento dei relatori di questo disegno di legge, dal collega Lavevaz e dal collega Peinetti, nelle sue due anime principali, cioè gli interventi messi a disposizione di quest'Aula per la discussione.

Un disegno di legge che ha coinvolto tutti i rappresentanti del Governo regionale, in un confronto esterno con tutte le associazioni, un confronto che è stato serio, che è stato anche, per certi versi, frutto di un doppio binario di confronti e quindi ha attinto anche da tutta una serie di indicazioni emerse attraverso i dialoghi tra la II Commissione e le stesse associazioni di categoria e gli stessi portatori d'interessi. Un discorso che è poi stato analizzato alla luce di quelli che si considerano i bisogni e le indicazioni che questo disegno di legge, che questo Governo, ha cercato di mettere a disposizione per una discussione.

Un Governo che evidentemente non ha i numeri per sostenere da solo questo disegno di legge, ne siamo ben coscienti, abbiamo verificato sulla nostra pelle l'assenza di una maggioranza che possa sostenere, a prescindere, la presentazione di una proposta che possa anche non tenere conto di altre indicazioni. In questo momento non è così, ne siamo assolutamente coscienti, ed è anche per questo che abbiamo cercato di condividere le iniziative attraverso un primo passaggio, il 15 maggio, con la Commissione, con la quale si sarebbe potuto intraprendere un percorso di condivisione e di analisi puntuale fin da subito, ma si è poi scelto di fare scaricare al Governo una proposta sulla quale poi apportare le giuste modifiche, i giusti arricchimenti, le giuste correzioni.

Ecco, penso che il lavoro fatto anche in questi due-tre giorni vada proprio in questo senso. Il Governo e i Gruppi che sostengono questo disegno di legge hanno cercato di disegnare una filosofia che possa adattarsi alle esigenze del nostro territorio, alle nostre molte innumerevoli piccole aziende sul territorio composte da poche unità di lavoratori, da imprenditori che vivono quotidianamente il territorio che hanno bisogno di risposte il più possibile concrete e anche scaricabili a terra - è stato detto più volte in quest'aula anche nei confronti tra di noi - aziende che hanno bisogno di sentirsi sostenute.

Il disegno di legge ha cercato di dare indicazioni forti di attenzione alle possibilità di condividere il percorso di crescita e di rilancio anche con gli enti locali che sono i primi conoscitori delle necessità dei nostri cittadini, che vivono quotidianamente e che hanno vissuto con noi questi cento giorni di criticità dal punto di vista sanitario, che hanno condiviso con noi le problematiche quotidiane e che condivideranno, se quest'Aula lo riterrà opportuno, anche il percorso di rilancio del nostro territorio.

E poi si è cercato di trovare una soluzione che desse risposte il più possibile equilibrate a tutti i settori produttivi con delle iniziative che sono anche innovative, che sono state frutto di confronto dei colleghi di Giunta con le associazioni, perché ognuno ha cercato di trovare le strade da percorrere in modo collegiale - così come collegiale deve essere il confronto sereno - e soprattutto, io direi, nei modi ancor prima che nelle iniziative che questo Consiglio deve dare capacità di sviluppare; questi giorni ci permetteranno d'intervenire puntualmente su ogni singolo articolo di una legge che ne prevede un'ottantina, articoli che sono tutti opinabili ma che, come dicevo prima, nascono da una filosofia che è cercare di dare delle risposte. Risposte che non tutti vediamo evidentemente allo stesso modo e che in quest'Aula dovranno trovare una sintesi per poi essere rilanciate con efficacia nei prossimi giorni, nelle prossime settimane.

Abbiamo cercato di fare tesoro degli errori o delle inattenzioni o delle mancanze di conoscenza che qualche volta hanno frenato l'efficacia dei provvedimenti normativi precedenti, riscontrando delle criticità tecniche poi nella loro attuazione. Abbiamo cercato di portarci avanti; è chiaro che se il disegno di legge sarà totalmente trasformato, bisognerà rivedere i lavori di post-approvazione della norma che hanno cercato di creare già le delibere attuative e i supporti tecnologici che possano aiutare a mettere a terra, come si dice in questo periodo, le misure che verranno approvate.

È un disegno di legge che ha bisogno di tutta l'attenzione, di tutto il tempo necessario per essere dibattuto, è un disegno di legge che vuole, almeno per una volta, essere il più condiviso possibile, perché quando si scrive qualcosa si è sempre più convinti che quello che si è fatto possa essere un buon risultato; visto da un'altra angolazione si vedono invece delle sfumature, delle zone d'ombra che possono essere evidentemente colmate da altri punti di vista, da altre informazioni, da altre valutazioni. Speriamo che sia questo il percorso che oggi si voglia adottare per approvare, con la massima serietà, un disegno di legge che vale 161 milioni di euro e che vuole essere veramente un punto della ripartenza e della credibilità di quest'Aula e di coloro che ne fanno parte.

Questo era lo spirito con il quale volevamo iniziare questa seduta, ringraziando sinceramente l'attività svolta in questi giorni dai vari Gruppi consiliari, anche al di fuori delle procedure standard che caratterizzano generalmente i lavori di quest'Aula, con la collaborazione delle strutture dell'Amministrazione regionale che si sono rese disponibili a condividere e a cercare di migliorare e di mettere tutti noi nelle condizioni di esprimere al meglio le nostre idee, i nostri punti di vista.

Buon lavoro a tutti noi nella speranza che esca una legge approvata a favore di tutti i Valdostani.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Aggravi, prego collega.

Aggravi (LEGA VDA) - Io la ringrazio, Presidente, per quest'introduzione, perché ha detto una cosa molto importante: "ognuno ha fatto il suo lavoro" e la ringrazio perché non sapevo come iniziare questo mio intervento e lei mi ha dato il "la" per esporre il nostro lavoro e anche fare chiarezza su alcune polemiche, alcune incomprensioni, alcuni messaggi che sono passati male, soprattutto nella stampa, perché noi abbiamo fatto il nostro lavoro e, come spesso è successo, è un lavoro che, sotto alcuni aspetti, è antitetico, diverso dalle proposte che sono state fatte. È già successo, non è una novità. Quindi volevo fare delle precisazioni, fornire dei dettagli e specificare quello che abbiamo fatto, perché quello che abbiamo fatto non è un gioco politico; noi, quando abbiamo fatto giochi politici, lo abbiamo detto in maniera molto trasparente. Se vi ricordate, un anno fa, quando ci fu quella valanga di emendamenti presentati per evitare che alcune leggi importanti passassero con colpi di maggioranza o al di là delle Commissioni, noi lo abbiamo detto, lo abbiamo fatto apposta per raggiungere - secondo noi - un obiettivo maggiore, siamo stati trasparenti.

In realtà questa volta abbiamo fatto una cosa diversa, abbiamo proprio cercato di presentare delle alternative, nella maniera che sappiamo e possiamo fare, e qui voglio andare nel dettaglio, proprio perché riteniamo utile che ci sia una sintesi, poi sarà il voto a decidere, ça va sans dire, quale sarà la strada che prenderà questo DDL, ma è bene considerare come è nato questo DDL, come sono nate le nostre proposte.

Noi arriviamo da un percorso un po' strano, nel senso che nello scorso Consiglio si approvarono anche degli ordini del giorno, dove c'erano due principali obiettivi prima di arrivare alla legge di assestamento: una legge sanitaria e una potenziale legge per l'utilizzo di risparmi spesa.

Perché dico questo? Sul discorso sanitario è importante perché, lo sappiamo, stiamo ancora vivendo una situazione di emergenza, direi di vera e propria guerra sanitaria più che emergenza sanitaria, e che tra l'altro si sta sviluppando in maniera anche molto strana in tutto il mondo, perché, questo va detto, poi non vorrei fare delle considerazioni sulle prese di posizione del massimo organo sanitario mondiale che, a mio giudizio, non aiuta la gestione complessiva della comprensione di questa malattia, però questa legge sanitaria si è sostanzialmente arenata, o comunque ha avuto un limite o comunque in Commissione non è uscita e non ha avuto uno sbocco. Ci sono state delle situazioni molto strane, la querelle su Saint-Pierre che non è conclusa, la querelle sui tamponi che non è conclusa, una serie di scelte che, a nostro giudizio, andavano al di là di quelli che erano sia le possibilità sia i doveri di questo Governo regionale e soprattutto di questo Consiglio, e sui doveri del Consiglio poi toccherò anche un altro aspetto più avanti che credo molto importante.

Sul discorso sanitario abbiamo detto e diremo tante cose. All'interno di questa legge troviamo un capo interamente dedicato che però, a nostro giudizio, ancora non dà una linea di come s'intenda uscire o comunque, sempre nelle possibilità della prorogatio, gestire l'emergenza sanitaria.

Sul discorso dei risparmi, ricordo un ordine del giorno che presentai, e non solo io, e fu votato, i risparmi ce li troviamo nell'assestamento. Il fare presto, che è leitmotiv di molti e di tutti noi che già siamo in campagna elettorale, in realtà si poteva fare anche prima però, ripeto, è una scelta, è un clima, forse una legge a metà strada si poteva fare. L'assestamento, si sa, è onere della Giunta, la Giunta ha fatto il suo percorso, ha predisposto e ha proposto un testo e poi è iniziato, appunto, il suo percorso.

Sull'iniziativa legislativa della Giunta vorrei dire due cose, perché la legge 5 - sono un Commissario della II Commissione, sono un firmatario di quella legge - è nata in seno al Consiglio.

Ora io sono molto preoccupato di certe derive di alcuni savants du pays - le tite grousse come diciamo in Valdigne - che hanno preso delle posizioni dove, addirittura, si vede quasi come non positiva l'iniziativa consiliare. Perché dico questo? Perché l'assestamento è un atto dovuto della Giunta e il Consiglio fa le sue valutazioni, la Commissione fa la sua valutazione. Per quanto riguarda le altre leggi d'iniziativa, lo dissi all'epoca, lo ripeto, la legge 5 è nata da una inazione - ripeto, a nostro giudizio, poi ognuno ha le sue visioni - da parte della Giunta. C'era la necessità di fare presto, c'era la necessità di dare una risposta, la gente lo chiedeva. È stato fatto.

A me quello che preoccupa è proprio questo tentativo che non capisco da dove nasca ma mi preoccupa perché chi lo dice non è un chiunque ma è qualcuno (che presiede una Commissione che ha avuto una vita travagliata ma che ha un certo spessore) che fa anche delle considerazioni su ciò che è emergenza e ciò che non è emergenza ed è legato comunque anche a parte di questa legge.

Io poi - l'avrei detto nelle comunicazioni iniziali ci fossero state - voglio dare un messaggio al, seppure in prorogatio, Presidente del Consiglio: chiederei di fare luce con la persona che ha detto certe cose alla stampa riguardo alle funzioni ispettive del Consiglio. Io ritengo molto grave che qualcuno al di fuori, chiunque sia, sappia quali sono i 116 che questo Consiglio fa perché, fino a prova contraria, siamo pagati per lavorare e il sottoscritto - e penso tutti - ha lavorato, e le funzioni ispettive sono parte del lavoro. Limitare le funzioni ispettive vuol dire limitare i lavori dell'Assemblea, vuol dire limitare le prerogative dei Consiglieri, vuol dire limitare le prerogative del massimo organo democratico di questa regione, che per me è qualcosa di più di una regione. Quindi le chiedo ufficialmente di fare al più presto chiarezza su questo, perché è molto grave, soprattutto perché non l'ha detto Stefano Aggravi, l'ha detto qualcuno di molto più importante.

Riguardo al percorso di questa legge, io lo farei iniziare già in aprile quando fu creata la task-force dell'Amministrazione, una task-force - e qui sono le cose strane di questa prorogatio - che addirittura aveva delle competenze quasi simili a quelle della II Commissione, e qui c'è un qualcosa di strano che chi si occupa di diritto dovrebbe verificare. Può un organismo tecnico avere competenze similari a un organo amministrativo politico come la II Commissione? Ecco, questo è un argomento che magari potremmo chiedere a chi insegna diritto, io purtroppo ho studiato economia, quindi sono poco esperto, però riguardo la task-force parliamo della fine di aprile. Bene, questo lavoro arriva il 15 maggio con una bozza in cui era contenuto, se vogliamo, il cuore di quello che poi sarà il documento ufficiale, un documento ufficiale che viene depositato il 9 giugno. Io mi chiedo che cosa sia successo in questo tempo. Quello che spiace è che alcuni elementi contenuti all'interno di quella bozza erano anche frutto delle audizioni fatte dalla II Commissione, qualcos'altro no, e questo è anche parte del perché noi poi abbiamo fatto una controproposta di cui poi parlerò. Ma che cosa è successo? Perché riunioni, condivisioni... addirittura abbiamo associazioni di categoria che dicono "non sapevamo più con chi stavamo parlando" e, secondo me, questo non ha aiutato il percorso del confronto con le parti sociali e con chi soprattutto, ovviamente, rappresenta il territorio.

Riguardo al testo che poi è arrivato - lo dico ma non con polemica, lo dico in maniera analitica - sinceramente mi aspettavo di vedere qualcosa di più, perché tra il 15 di maggio e il 9 giugno ho visto poche modifiche, peccato.

Noi che cosa abbiamo fatto? Abbiamo proposto una visione alternativa, è già successo, abbiamo analizzato il DDL e abbiamo pensato a dare una visione che non fosse, io lo dico perché sono nuovo, una visione vecchia di riempimento di capitoli di spesa o di tacconamenti, ripeto, tranne alcune misure che infatti vedete non sono oggetto né di abrogazione né di pesante modifica da parte dei nostri emendamenti, perché questo va detto, non è che noi ci siamo divertiti ad abrogare qua e là delle cose o a tacconare, abbiamo cercato di dare un filo logico al nostro obiettivo. Un filo logico che idealmente va al di là del 17 di agosto. Perché dico il 17 di agosto che magari possono sembrare due giorni dopo ferragosto? Ma perché il 17 di agosto a oggi, al quadro di oggi, termina il blocco dei licenziamenti, la famosa "Norma salva INPS". Quello che succederà dopo non lo sa nessuno ma quello che ci si aspetta è che ci saranno molti licenziamenti, ci saranno molti disoccupati, e se non avverrà il 17 avverrà un po' più in là, perché speriamo, se Dio vuole, che la stagione estiva qualcosa porti ma non porterà sicuramente una soluzione rispetto ai problemi che gli strascichi, o meglio, che la vera crisi economica porterà, perché non è adesso la vera crisi, sarà dopo!

Noi abbiamo cercato di guardare più in là, noi abbiamo cercato di dare delle priorità diverse, delle soluzioni diverse, e abbiamo anche lasciato in alcune soluzioni, proprio per andare incontro alla necessità di snellezza, lo strumento della delibera di Giunta con ovviamente il parere delle Commissioni perché, ripeto, siamo pagati per lavorare, però c'è quella possibilità.

Per noi la soluzione non è soltanto fatta di asfalti, e lo dico in senso più di uso dialettico che di termini, e qui arrivo all'oggetto del contendere. È vero, la nostra norma, per grosso, va a pescare su grossa parte delle risorse date agli enti locali, ma sia ben chiaro - perché sui giornali è stato esposto male - che noi non tagliamo nulla di ciò che è già stato dato e che deve essere dato agli enti locali. Noi riteniamo, ma modestamente, che ci siano altri modi per rilanciare l'economia, modi che non passino necessariamente dagli enti locali e abbiamo cercato di dare una ratio, e mi spiace poi leggere che questa scelta - questa proposta, perché ancora deve essere votata da questo Consiglio - è stata vista come un evidente tentativo di scardinare il sistema degli enti locali da parte di forze sovraniste.

Allora chi ha detto questo probabilmente ha nostalgia del sovrano, però è anche stato abbandonato dal sovrano per cui si dovrebbe fare un esame di coscienza, forse lui pensa di essere un nuovo sovrano, però io penso che l'unico sovrano che ci sia in Valle d'Aosta sia il popolo valdostano, che farà le sue scelte.

Nessuno ha scardinato il sistema degli enti locali, anzi; voglio ricordare che queste terribili forze sovraniste... o meglio, all'interno degli 11 -perché poi non parliamo di diritto in questo momento o di filosofia, quello lo lascio alla collega Pulz e al collega Distort - c'è gente che ha firmato una proposta di modifica della legge 6 che non va assolutamente verso una visione sovranista dell'autonomia degli enti locali, perché qua dobbiamo anche capirci. Qualcuno è stato favorevole alla legge 6, qualcuno è stato favorevole al taglio degli stipendi dei Sindaci, qualcuno è stato favorevole a togliere l'elezione diretta del Sindaco, qualcuno è stato favorevole nel passato al rastrellamento degli avanzi che fu fatto da chi non era sovranista, non entro nel discorso del sovranismo, sennò starei qua troppo a parlare, e oggi cosa chiede? Che la legge 6 venga riformata, che gli stipendi vengano aumentati - già lo sono stati - e che l'elezione diretta venga ripristinata, e lo è stato fatto; sugli avanzi mettiamoci un po' à côté, perché comunque ci sono. Quindi anche gli enti locali stessi dovrebbero dirci che riforma hanno in testa di loro stessi perché ricordo che quando fu discusso il discorso della legge 6, non ci fu una proposta concreta da parte degli stessi enti locali. Quindi siamo tutti in campagna elettorale, anche i Sindaci.

Per noi il rilancio dell'economia non passa dalla somma urgenza, per noi il rilancio dell'economia passa dalla libera impresa e io lo dirò sempre: tra l'ente pubblico e la libera impresa preferisco la libera impresa. Questo è un punto di vista e mi spiace tantissimo che si parli anche di rispetto nei confronti del Presidente dei Sindaci. In II Commissione, il sottoscritto, lo potete vedere dai verbali, ha più volte chiesto alla rappresentanza dei Sindaci quali fossero le necessità dei Sindaci, le risposte purtroppo sono state magre. Se il Presidente dei Sindaci ha fatto un accordo con chi rappresenta il Governo, io sono contento per lui, però sinceramente questo è un Consiglio sovrano, deputato a prendere delle scelte, perché altrimenti sciogliamo il Consiglio, lo chiudiamo, lasciamo una Giunta, i Sindaci magari si sostituiscono a noi, e potrebbe anche essere interessante magari discuterne, magari dando una consulenza al solito savant che fa le interviste.

Sono anche contento invece che qualche Sindaco abbia detto la verità e che il discorso dei licenziamenti sia stato citato. E qui entro nel termine: io voglio ricordare che, criticabile quanto è criticabile la nostra proposta, comunque noi abbiamo aggiunto qualcosa come 13 milioni dei 16 milioni e 500 che vorremmo spostare per il rilancio del turismo, per il rilancio dell'occupazione, per il mantenimento dei livelli occupazionali - poi se sarà occasione comunque lo espliciteremo - e, soprattutto, per il rifinanziamento di una misura molto importante di cui purtroppo la proposta della Giunta si è completamente dimenticata che è quella dei mutui agevolati Finaosta, il cui plafond è stato riempito - forse quella misura è stata molto più apprezzata di altre dal mercato - e questo pesa più di 13 milioni.

Voglio ricordare che un terzo delle famiglie valdostane, ce l'ha detto Banca d'Italia, non ha un contratto a tempo indeterminato. Questo vuol dire che dopo il 17 di agosto tout est possibile. Soprattutto, il picco dei licenziamenti non c'è stato, perché? Perché c'è il blocco dei licenziamenti e perché le cose arrivano sempre dopo! La cosa peggiore, che ci preoccupa, è che davvero si rischia che l'apice della disoccupazione arrivi nel momento di maggior prorogatio di questo Consiglio, ovvero quando saremo tutti in campagna elettorale o saremo in piene trattative (o saranno, coloro che ci sostituiranno) per fare un nuovo Governo. Noi abbiamo provato a fare questa proposta e mi spiace anche che all'interno degli enti locali ci sia chi abbia detto semplicemente e bollato questa proposta come una semplice ricollocazione altrove di risorse, anche perché diciamo che chi ha fatto quelle affermazioni è una double chaise, cioè siede anche nel CdA della Finaosta e questo mi preoccupa, considerando il fatto che la Finaosta è molto importante; ma si sa, questo Governo, non me ne vogliate, durante l'epidemia ha fatto a Finaosta quello che il Coronavirus spesso fa ai polmoni, e abbiamo visto di tutto e di più.

Io quello che volevo dire è che quando sono arrivato qua, e l'ho vissuto sulla mia pelle, ho detto che c'era un qualcosa in più rispetto alla bagarre politica o alle differenze politiche, anche perché la geografia politica valdostana è sempre più complicata, non che prima fosse semplificata, perché siamo bravissimi a complicarci, però c'è un vecchio e un nuovo, perdonatemi, non ho ancora trovato dei termini diversi, ma ci sono due scuole di pensiero.

Bene, noi abbiamo cercato di rappresentare una nuova scuola di pensiero, il problema si ripresenta perché l'abbiamo già visto. Poi ci saranno buoni e cattivi, ci saranno amici degli enti locali e nemici degli enti locali, ma vorrei invitarvi a ragionare su quello che ho detto prima, però io penso che questa proposta demarchi una linea - non dico del Piave ma del Don, così almeno siamo in una località molto più fredda che assomiglia alla Valle d'Aosta - tra il vecchio e il nuovo.

Quindi io penso anche che come andrà su quell'articolo ma anche sul complessivo demarcherà una proposta che vuole guardare un po' più in là rispetto al momento e che soprattutto potrebbe anche essere frutto, con alcune di quelle misure, di un rifinanziamento, perché, non dimentichiamocelo, ci sono comunque degli utili di società partecipate che sono risorse importanti, poi sarà il Consiglio che dovrà valutare cosa fare e il Governo valutare le proposte da fare, ma noi abbiamo cercato di avanzare una proposta che guardasse un po' più in là al momento diciamo dell'emergenza o comunque anche in vista delle elezioni. Abbiamo pensato di dare una soluzione e soprattutto di cercare soluzione a dei problemi che purtroppo non sono nati oggi e non sono nati coll'epidemia perché il Covid altro non ha fatto che amplificare gli effetti di problemi che c'erano, soprattutto sul mercato del lavoro, sul tessuto economico, giustamente il collega Testolin parlava delle micro-imprese, infatti il bonus per il mantenimento dei livelli occupazionali noi l'abbiamo parametrato sulle imprese al di sotto dei 15 addetti, che sono molto più in difficoltà perché sappiamo che quelle più grandi hanno degli strumenti maggiori, siamo diventati tutti esperti di Cigo, Cig e quant'altro.

Abbiamo cercato appunto di guardare ai soggetti più deboli, perché i problemi in realtà non sono nuovi, sono stati amplificati e rischiano di esserlo ancora di più in un momento terribile che sarà proprio quello in cui le poche misure strutturali che il Governo centrale ha proposto e i troppi rimandi che ha fatto alle Regioni, perché comunque su tante scelte il Governo centrale ha gravato le stesse Regioni, rischiano di essere inefficaci per un momento che idealmente io ho citato essere il 17 di agosto, ma sarà nella seconda parte della stagione estiva verso l'autunno. Speriamo che l'autunno dell'economia valdostana non diventi un lungo inverno dal quale sarà difficile uscire e al quale comunque chi verrà dopo di noi, che la fa tanto semplice, dovrà far fronte e allora lì si vedrà davvero se questo scontro tra il vecchio e il nuovo avrà soluzione oppure sarà nuovamente uno scontro tra il nuovo e il vecchio troppo vecchio.

Presidente - Collega Aggravi, mi consenta solo un intervento sul richiamo che giustamente ha fatto sulla questione apparsa sugli organi di stampa. Io credo che questa Presidenza abbia già ha preso una posizione molto chiara sulla questione dell'accesso agli atti. Inquieta abbastanza sentire e leggere determinate prese di posizione, ci si chiede un po' a che titolo anche vengano prese, soprattutto visti i ruoli ricoperti. Quello che mi posso augurare è che chi ha scelto di seguire una strada così preoccupante per la democrazia tutta nella nostra regione, lo abbia fatto nella sua veste di politico e non nella sua veste di giurista, perché altrimenti l'inquietudine si aprirebbe anche su altri fronti.

Per quanto riguarda invece la questione dell'accesso agli atti, come dicevo, noi avevamo già espresso un parere dove ovviamente in Consiglio - finché sarà operativo, prorogatio o meno - giustamente chi è pagato, chi è eletto, chi è operativo, svolge e assolve le proprie funzioni, in primis quella ispettiva, quindi su questo è chiara la posizione di questa Presidenza.

Ha chiesto la parola il collega Cognetta, prego collega.

Cognetta (Vdalibra) - Ho ascoltato con attenzione quanto detto dal Presidente Testolin perché ha ammesso una cosa lampante, ovvero che non c'è una maggioranza definita e quindi questo provvedimento di legge che deve essere votato, comunque sia, ha bisogno di qualcuno che lo voti. Ora questo era chiaro già da qualche mese, Presidente, mi permetta di ricordarglielo, ma sostanzialmente chi ha lavorato al Governo pare che di questa cosa se ne sia dimenticato completamente. Voi avete dimostrato nei fatti, oltre che nelle parole, in più e più occasioni, di lavorare come se aveste una maggioranza enorme in questo Consiglio regionale. Oggi ci troviamo poi, dopo aver scaricato un documento che sostanzialmente è da rivedere completamente, per i motivi che spiegherò tra un momento, di fronte al fatto che il Presidente dice: "io non ho i voti, quindi dobbiamo tutti quanti fare uno sforzo di responsabilità per portare a casa un risultato". Argomento molto interessante devo dire.

Io capisco che lei giustifica il fatto che ci siano delle mancanze rispetto ai vari temi scritti all'interno di questo documento - non è che si riesce sempre a guardare tutto, e, d'altronde, è ovvio, chi fa sbaglia e chi non fa insegna - ma noi non ci siamo messi a insegnare, noi ci siamo fatti una domanda; al di là delle questioni sanitarie che hanno causato più danni, perché ci sono più di centocinquanta morti, direi che il passo successivo del ragionamento che stiamo facendo con questo DL è: chi è che ha patito e patirà di più, da un punto di vista economico, il lockdown? Cioè noi ci siamo posti una domanda: che succede, che succederà, chi è che effettivamente poi avrà problemi se non li ha già avuti? E lì abbiamo cominciato un ragionamento, quel ragionamento ha portato a presentare gli emendamenti che abbiamo fatto. Non basta dare i soldi una tantum a un'azienda. Non si risolve il problema: Il problema si risolve se riparte l'economia. Non basta dare dei soldi per tenere aperto un bar, gli dai 2-3 mila euro, passa un mese, forse due, e alla fine il bar chiude lo stesso se nessuno va a comprare il caffè.

È una questione di logica, credo. Se un'azienda chiude, ci sono dei dipendenti che vanno a casa che hanno a disposizione degli strumenti per andare avanti, vedi la disoccupazione, e poi ci sono uno o più imprenditori che vanno a casa che non hanno nulla. Quando un'attività chiude, l'imprenditore non ha nessun tipo di aiuto.

Ci vogliamo mettere nella condizione di dare una mano anche a questi che sono quelli che patiranno di più? Noi pensiamo che sia fondamentale, è questo che mi fa arrabbiare del discorso dei Sindaci, perché non hanno certo patito di più quelli che sono a stipendio fisso, magari dipendenti della Regione o del Comune, e, nonostante questo, ancora fanno discorsi per i quali "guai a toccare i loro soldi". Ma perché, non riusciamo a pagare gli stipendi dei dipendenti comunali? C'è questo problema? Sì? No?

Io adesso non voglio assolutamente entrare in una diatriba di questo tipo, ma uno dovrebbe poi fare un elenco di quali sono le priorità, di chi patisce, di chi non patisce, di cosa fare. Voi questo elenco non l'avete fatto.

All'interno di questo provvedimento, accanto a norme sicuramente corrette, avete poi messo altre norme che sono tutt'altro che corrette, mettendo tutto all'interno dello stesso capo, in maniera tale che poi diventa difficile votare alcune cose sì e altre no, mettendo lo stanziamento di tutto quanto il capo al primo articolo del capo stesso. Io metto tutti i soldi al primo articolo poi via via declino nei vari articoli come li spendo, con il risultato che se il secondo o il terzo articolo non mi passa che è collegato al primo, poi posso gestire quei soldi per qualcos'altro, perché l'avete costruita così la norma! Una meraviglia, uno spettacolo, poi ci avete aggiunto la massima urgenza e poi ci avete aggiunto la possibilità di spostare i soldi come volete, in base alle delibere.

Forse fuori non si capisce bene il ragionamento che sto facendo ma, detto in soldoni, molto semplicemente, è un modo per portarsi a casa dei soldi e poterseli gestire come meglio si crede.

E poi è successo l'assurdo: noi ci siamo messi lì e visto come era strutturata la legge, abbiamo fatto le modifiche seguendo quest'impostazione, ovvero toccando il primo articolo del capo dove c'erano tutti i soldi, declinando quanti sarebbero stati tolti e dove li andavamo a mettere. Poi arrivano gli emendamenti fatti dalla Giunta che non seguono questo schema e ci leggiamo un parere finanziario che dà buono il nostro metodo per prendere i soldi e il metodo che si è inventato la Giunta all'ultimo momento. È stata l'apoteosi, siamo stati fermi due giorni per aspettare che cosa stava succedendo, proprio perché a un certo punto non si capiva quali erano gli emendamenti giusti tecnicamente e quali quelli sbagliati.

Io veramente mi chiedo alle volte se oltre a voi che giustamente fate gli Assessori ma che avete un termine, come tutti noi qui dentro, se gli uffici si rendono conto di quello che hanno fatto; per non parlare di chi magari nella sanità poi riesce a farsi ridare i soldi dallo Stato rispetto a quelli che ha impegnato in questa legge, perché c'è anche questa possibilità, sapete? Lo Stato, attraverso la Protezione Civile, darà comunque dei soldi per le spese Covid alla Regione Valle d'Aosta e noi li riusciamo a mettere nella legge per farli spendere così magari qualcuno si fa il tesoretto e se lo gestisce come meglio crede durante la campagna elettorale, perché a un certo punto a pensar male si fa peccato come diceva qualcuno ma molto spesso ci si azzecca, magari qualcuno ha voglia di vedere una fila di persone ad agosto che non sa come arrivare alla fine del mese e che va a pietire se gli si può dare un po' di lavoro, e quindi non mette nessuna misura e fa sì che succeda tutto questo. Ovviamente non è il nostro caso, è un'ipotesi, nessuno sta indicando nessuno, per carità di Dio! Allora noi abbiamo pensato di fare delle proposte, ovviamente neanche tanto economicamente grandi, muoviamo anche pochi soldi alla fine, se va bene non arriviamo a 20 milioni di movimento rispetto ai 160.

Abbiamo cercato di dare anche un minimo di visione futura perché forse quello che manca, al di là di tutto, è una visione futura di ciò che accadrà a settembre e mesi successivi.

È bello perché abbiamo capito che le tre direttrici principali sono la sanità, la scuola e l'economia. Per quanto mi riguarda, rispetto a quello che avete presentato, siete riusciti a fare cose poco belle in tutti e tre i settori, per la sanità, per la scuola e per l'economia e quando andremo a parlare nel dettaglio dei vari articoli spiegherò esattamente perché queste cose non vanno bene, non sono sufficienti, oppure danno adito a essere interpretati in maniera poco bella. Ripeto, danno adito, non è detto che sia così.

Quindi per concludere, Presidente, io mi approccio a questo disegno di legge con la massima disponibilità a trovare una soluzione per i tanti che sono fuori e che aspettano una risposta, però c'è una cosa che mi contraddistingue forse in maniera diversa rispetto ai miei colleghi: io non sono disponibile a votare qualcosa in cambio di un voto che crea qualche marchetta. Non esiste, io la scelta la faccio sempre e se c'è qualcosa che non mi piace, non la voto, a prescindere. Non basta mischiare le due cose, la cosa positiva con quella negativa, tutto insieme. No. Se ce n'è una negativa io non lo voto e basta. Quello lo fate voi, se vi sta bene, se siete in pace con voi stessi, se volete dare risposte a qualcuno che vi sollecita. Io preferisco invece non dare quei soldi.

Dalle ore 16:18 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Comunico che siccome il Presidente Rini ha chiesto d'intervenire, ufficializzo la sua prenotazione dopo l'intervento richiesto dal collega Ferrero, a cui do la parola.

Ferrero (Vdalibra) - Nella seduta precedente avevo osservato un religioso silenzio perché eravamo ancora in piena emergenza, tutti dovevano lavorare, non mi pareva il caso di fare sottolineature. Arrivati a questo punto non vorrei, e per questa ragione intervengo brevemente, che il silenzio venisse scambiato come un'accondiscendenza o addirittura una complicità, una connivenza, con le scelte fatte finora dal Governo regionale, scelte che a mio avviso, e ad avviso anche della forza politica che rappresento, sono state gravemente insufficienti in tutti gli ambiti. Lasciamo perdere la comunicazione all'inizio, lasciamo perdere il "venite tutti" il "fuori tutti", lasciamo perdere i grandi annunci sui contributi regionali che dovevano arrivare e che poi sono stati sostanzialmente vanificati da delibere in cui porto un esempio: la profumeria che aveva ottenuto già dallo Stato il contributo viene esclusa dalla Regione per il fatto che nella categoria d'iscrizione al registro delle imprese oltre alla vendita di profumi c'è anche la vendita di prodotti per l'igiene.

Ma allora cosa facciamo? Cosa è successo? È successo che dieci giorni fa non ho fatto un'indagine su centinaia di attività commerciali artigianali ma ne ho prese in considerazione sei, e di queste sei due avevano ricevuto i 600 euro dallo Stato e nessuna aveva visto ancora un centesimo dalla Regione.

Ora siamo qui a parlare di 160 milioni. Una cosa che non è emersa - e che è la cosa più grave di tutte - è che qui si è voluto affrontare una guerra che sarà una guerra lunga come se fosse un'unica battaglia. Sono stati presi questi 160 milioni e sono stati suddivisi cinque da una parte, dieci dall'altra, quindici da un'altra parte...

Che cos'è che manca? Che cos'è già che è mancato nel precedente provvedimento? Noi dovremmo affrontare una guerra, sarà una guerra lunga, i morti e i feriti che ci sono stati finora sono solo una minima parte, e parlo in senso di economia reale. Che cosa succederà tra un mese? Che cosa succederà a ottobre? Noi dovevamo prepararci ad affrontare una guerra, queste sono misure, queste sono mancette che non risolveranno alcuna questione. C'è una crisi di sistema, c'è una crisi mondiale, c'è una crisi europea e noi i 160 milioni li dividiamo in maniera aritmetica, come con un pallottoliere, pensando che questi pochi soldi possano salvare le nostre attività? Pochi soldi che poi vedremo, dobbiamo ancora vedere, quando verranno poi effettivamente erogati; quando finiranno nelle tasche dei Valdostani? Con la stessa tempistica del precedente provvedimento? Siamo a posto. Allora lì potremmo confezionare con quei soldi le casse da morto per le attività economiche. Noi gli diamo i soldi per la cassa da morto. Io spero che almeno da questo punto di vista vi sarete presi in tempo.

Gli emendamenti che sono stati presentati, i circa duecento emendamenti, sono una specie di Mission Impossible. Io ringrazio i colleghi dell'opposizione che in II Commissione si sono dati da fare per cercare di raddrizzare questa specie di canna che ormai è spezzata, è una mission quasi impossible, è stato fatto tutto il possibile, ma è l'orientamento del provvedimento che è sbagliato! È un provvedimento che non guarda più avanti, non guarda quello che potrà succedere e non capisce che siamo solo all'inizio della crisi. Quindi un'occasione veramente persa per tutti. È chiaro che poi in questo provvedimento, lo vedremo nel corso dell'esame, ci sono delle questioni che sono tragicomiche, più tragiche che comiche, perché è inutile che mi diciate: mettiamo 1 milione e 700 mila euro a favore del Forte di Bard per fare la promozione; poi arriva anche una bellissima, lunga, lettera da parte dell'associazione Forte di Bard che dice: "ma sapete, noi siamo in difficoltà, abbiamo avuto meno introiti, abbiamo avuto meno di questo, abbiamo avuto meno di quello e quindi abbiamo diritto al nostro milione e 700 mila euro".

Ma signori, ma ci rendiamo conto che all'interno della struttura c'è anche un'attività che fa somministrazione di alimenti e bevande? E che cosa devono dire allora i signori che hanno le attività nel borgo di Bard? "Ma perché a quella che è una semi partecipata regionale date i soldi perché hanno avuto i danni e a noi non li date o non ne date nella stessa entità?". Già c'è una concorrenza sleale che abbiamo visto anche all'epoca con il Casino che mette su dei carrozzoni di hotel e fa fuori mezza Saint-Vincent. Continuiamo in questa direzione? Ma vi sembra il caso? Ma che razza di trattamento è? Cosa si nasconde dietro a questo? Cosa si nasconde? Lo vedremo cosa si nasconde, si nasconde la campagna elettorale con le piccole mancette, per un ente che avevamo detto, c'era stato anche qualche ammiccamento da parte vostra, "è necessario, non è un'associazione, senza scopo di lucro, trasformiamola perché così non funziona, un amministratore è già finito nei pasticci, adesso la compagnia di San Paolo, che era uno dei sostenitori e dei finanziatori, si è tirata indietro, mancano 100 mila euro, uno dei relatori, che è stato mezzo scomunicato dal Papa, era sempre presente al Forte di Bard... Ma in che cosa andiamo a investire? Abbiamo una risorsa sempre stata sottovalutata e che non abbiamo il coraggio di cambiare, di dargli una veste, in maniera che funzioni. Di certo un milione e 700 mila euro per fare la promozione di che cosa? Di una coda che parte da Pont-Saint-Martin, perché le persone poi devono osservare le distanze? Per favore!

Ecco, questa è una delle questioni ma poi all'interno certamente si fa rimando alle deliberazioni della Giunta regionale per poi attuare i provvedimenti, però poi ci sono delle specie di passaggi di fiches da un tavolo all'altro; se non spendiamo da una parte poi ci pensa l'Assessore di turno, o il Presidente plenipotenziario di turno, a gestire le cose. No, non si fa così, non si fa così! Altro che condivisione, che condivisione è? Un mese c'è voluto, ci voleva ancora tempo? Non riuscivate a mettere a fuoco la situazione? Comprensibile. Arriviamo oggi in aula e alcune decine di emendamenti sono fatte dalle forze politiche della maggioranza.

Ma scusate, ma dove eravate? Qualcuno era assente, qualcuno ha avuto dei problemi di memoria? Perché allora, al posto delle botticine di disinfettante, ci mettiamo l'olio di fegato di merluzzo o qualcosa del genere!

Si sta perdendo un'occasione, che è un'occasione che veramente non si ripresenterà.

Quando da fuori hanno chiesto "ma cosa state facendo?" - sarà capitato anche a voi - per quanto mi riguarda, anche personalmente, io l'ho detto: "No signori, che cosa stanno facendo" perché qui c'è un Consiglio che è diviso, ci sono delle forze politiche che hanno portato avanti in maniera autonoma, è inutile fare cinquanta Commissioni quando poi, stringi stringi, i testi e i significati rimangono sempre quelli.

Ecco perché ci sono i 200 emendamenti, non perché siamo impazziti, perché abbiamo cercato veramente di fare un'azione che potesse essere di raddrizzamento disperato per un provvedimento che nella sua sostanza non è un provvedimento strategico, ma è un provvedimento tattico.

Qui non si tratta di una battaglia, ripeto, da vincere, qui c'è una lunga guerra da combattere per la quale bisogna avere le idee chiare, idee chiare che voi non avete perché sennò non sareste qui e non saremmo qui a discutere di modificare, su vostra richiesta, le cose che ci avete proposto.

Presidente - Ha chiesto la parola la presidente Rini.

Rini (PNV-AC-FV) - Anche io intervengo in discussione generale, brevemente, giusto per fare un po' il punto della situazione di quella che è anche la nostra posizione politica su questo disegno di legge. Intanto, lo hanno già fatto molto bene, molto puntualmente, tutti i colleghi che mi hanno preceduto, ma anch'io vorrei fare una breve cronistoria di quanto accaduto. Questo disegno di legge arriva con un ritardo estremo e il ritardo estremo lo pagano tutti coloro che sono stati obbligati a tirare giù le saracinesche, a chiudere le loro attività o comunque a vedere notevolmente ridotta la loro attività produttiva, economica, lavorativa, e questa è la cosa che più ci preoccupa. Un disegno di legge che è stato annunciato in pompa magna con una conferenza stampa, ormai diverse settimane fa, era il 16 di maggio addirittura quando il Presidente ha annunciato i contenuti di quella che poi si è scoperto essere una bozza, evidentemente, perché è stata stravolta, di questo famoso, e tanto aspettato dal tessuto economico-sociale del nostro territorio, terzo intervento anticrisi.

Bene, noi dal momento in cui abbiamo ascoltato le parole del Presidente ci siamo subito messi al lavoro a testa bassa e già allora avevamo prodotto una serie di emendamenti al testo annunciato. Peccato poi che i giorni passavano, passavano anche le settimane e il Governo non aveva scaricato e non ha scaricato nessun disegno di legge fino a una settimana e qualche giorno fa, quando ci siamo trovati di fronte un testo completamente cambiato rispetto a quella bozza annunciata in pompa magna, e anche qua mi chiedo se questo è il modo di operare in un momento così delicato per la nostra comunità.

Lo abbiamo detto in altri settori, penso alla scuola, quando ci sono stati tanti annunci su "apertura sì, apertura no", aperture di piccoli plessi, e poi si è visto che la realtà ha portato a quello che abbiamo visto tutti sul nostro territorio e anche lì ci eravamo permessi di dire, con molto rispetto, che è meglio fare e poi annunciare, non annunciare e poi nemmeno fare, perché questo crea ancora più instabilità, più confusione in una comunità che, tutta, ha vissuto un periodo di estrema difficoltà che porta con sé ovviamente anche la confusione.

E quindi ecco che finalmente questo disegno di legge arriva, viene scaricato, votato dalla Giunta. Un disegno di legge che noi non abbiamo condiviso, non condividiamo, perché non ne condividiamo la filosofia di fondo. Questo disegno di legge, è già stato detto, dà poco a tutti. Non entro nel merito se questa sia una volontà di campagna elettorale, di attirarsi il favore di tutte le categorie, ma noi prendiamo assolutamente le distanze da questo modo di fare; "poco a tutti e talvolta pure male" fa danni importanti in un momento come questo.

La filosofia che noi avremmo voluto seguire era quella di dare di più, molto di più, a chi davvero ne aveva bisogno. Io vorrei ricordare che oggi andiamo a legiferare di un pacchetto anticrisi che deve intervenire sulle misure post Covid-19.

Sulla questione Forte di Bard non ritorno perché il collega Ferrero lo ha fatto in maniera molto puntuale, ha ricordato anche il mancato introito della compagnia San Paolo ma, caspita, questo era del 2019 e noi interveniamo ora. Ma cosa c'entra il Covid con questo, cosa c'entra?!

Altra filosofia ma anche altre priorità. Per noi le priorità sono - e non entro nel merito del dettaglio, lo faremo quando presenteremo tutti gli emendamenti - le attività che più hanno patito, come dicevo prima: di più a chi davvero è in ginocchio, prima sopra tutti, sopra tutto, ci sono gli albergatori, una categoria veramente provata, lo abbiamo visto. Abbiamo una grande fortuna: la montagna sarà sicuramente oggetto di richieste in quest'estate ma nessuno pensi di prendersi i meriti, nessuna azione di promozione è stata messa in campo, se non un piccolo spot, è meglio che non entro nel dettaglio di cosa penso di questo: nessuna azione dicevo, né di promozione né di rilancio né di sviluppo turistico della nostra regione. La nostra regione avrà dei buoni numeri turistici in questa stagione perché abitiamo in un paradiso, perché le nostre montagne meravigliose sono il nostro biglietto da visita.

Chi ha avuto il piacere e la fortuna di gironzolare per i nostri monti nello scorso week-end ha potuto vedere il grande afflusso di turisti, ma nessuno pensi di prendersi meriti perché ahimè non stiamo facendo nulla in questo senso e spero che qualcosa su questo davvero si possa fare di più incisivo.

Sul modus operandi devo dire che sono un po' frastornata e ho trovato abbastanza, lo dico con rispetto, imbarazzante l'intervento con cui il Presidente ha aperto questo Consiglio regionale, perché ha parlato di confronto. Io non so se probabilmente abbiamo una concezione molto diversa di quello che significhi il confronto. Ho fatto prima la cronistoria, quindi: bozza presentata alla stampa il 16 maggio, nessuna forza politica - sicuramente non quella che rappresento io - è stata coinvolta prima di questa bozza, tantomeno siamo stati coinvolti fino a oggi, quindi mi fa molto strano che oggi ci si accorga di non avere i numeri in quest'aula e si chieda oggi la collaborazione, il supporto, il confronto - neanche confronto perché ormai che confronto facciamo? - il sostegno a un provvedimento dove ve la siete cantata e suonata in totale solitudine. Che sia chiaro questo, non è vero che avete voluto il confronto, anzi, vi siete presi le sbobinature fatte dal lavoro della Commissione, che è stato un lavoro enorme, e di questo io devo ringraziare i Commissari di II Commissione, vi siete fatti le vostre audizioni parallele e vi siete scaricati il vostro disegno di legge, e oggi chiedete il confronto, il supporto, il sostegno, la condivisione, i toni gentili!

Per carità, noi siamo sempre disponibili a confrontarci ma ci deve essere il rispetto reciproco, ci deve essere la vera volontà di arrivare a una sintesi di posizioni che poi è quello che dovrebbe saper fare la politica, sempre.

E anche sul confronto con le associazioni, mi permetto sempre di dirlo con molto rispetto, non è che il pellegrinaggio dei singoli rappresentanti, magari dei vertici delle associazioni, corrisponda sempre al reale pensiero degli associati o di tutti coloro che formano il tessuto economico e sociale della nostra realtà, perché invito chiunque, e tutti lo stiamo facendo, ne sono certa, a parlare con coloro che vivono la realtà quotidianamente, a chi quotidianamente è in crisi, in tilt, perché non sa dove mettere il plexiglass, i guanti, la mascherina, il gel, un giorno c'è, un giorno non c'è, in uno stato di confusione totale, con gli aiuti che non arrivano, che poi non sono aiuti, sono rimborsi, sono risarcimenti. Qui lo Stato ci ha obbligati, per carità, davanti a una pandemia mai vista, davanti a una situazione sanitaria pazzesca, a chiudere le nostre attività.

Quindi io dico, davvero, confrontatevi, forse però confrontiamoci tutti un po' con il mondo, quello reale, quello vero che tutti i giorni si trova a far fronte a mille difficoltà.

L'attitudine che abbiamo cercato di avere di fronte a questa situazione è stata caratterizzata da due elementi: abbiamo cercato di essere seri e concreti.

Dal momento della famosa conferenza stampa di presentazione di quella bozza, ci siamo messi al lavoro e avevamo già prodotto allora una serie di emendamenti che poi ovviamente abbiamo dovuto interamente rivedere, perché il testo base era cambiato e abbiamo cercato di fare un lavoro che potesse migliorare, non ovviamente in senso assoluto ma secondo la nostra visione, ovvero di concentrare le risorse, come ho detto prima, su chi realmente sta soffrendo di più, nei settori che per noi rappresentano le priorità. Ho parlato prima degli albergatori in primis e come ho detto prima lo diciamo in maniera davvero convinta, sopra tutti e sopra tutto, ma anche ai commercianti, ma anche al mondo delle associazioni sportive dilettantistiche che qualcuno dice "ma è la parte ludica". No, no, c'è anche una parte occupazionale, c'è gente che ci lavora, c'è gente che ci vive, c'è un mondo economico che gira intorno a queste realtà, e hanno avuto grandi spese, hanno avuto continuamente le spese fisse da portare avanti.

Tutto il mondo delle Partite Iva e dei liberi professionisti. Anche qua qualcuno sorride, c'è chi dice: "sono quelli che difendono le Partite Iva". Probabilmente chi dice questo, e ahimè c'è anche qualcuno qui dentro, sicuramente, è perché quel mondo non lo ha mai vissuto, è perché quei problemi non li ha mai avuti, perché non sa magari cosa vuol dire a fine mese fare i conti con la realtà di una piccola azienda, di una piccola attività con le spese da pagare, con i dipendenti, con gli adempimenti.

Queste devono essere le nostre priorità, queste devono essere le nostre priorità! Ed è in questo segno che abbiamo cercato di lavorare.

Io vorrei cogliere l'occasione per ringraziare i colleghi di altri Gruppi politici con cui ci siamo confrontati in questi giorni, con cui abbiamo cercato di trovare delle sintesi, con cui abbiamo cercato, ognuno, di fare un passo verso l'altro per arrivare a soluzioni che siano delle mediazioni ma che possano seguire questa filosofia che condividiamo, come potete anche vedere dal contenuto degli interventi, ma ringrazio anche il gruppo di persone che ha lavorato con me in questo periodo.

Io ho portato all'attenzione di quest'Aula le proposte emendative formulate dai Gruppi di Forza Italia e Fratelli d'Italia, e lo faccio con molto onore e ringrazio per la serietà che il gruppo di lavoro che abbiamo messo in piedi ha dimostrato in quest'occasione, perché il pacchetto di emendamenti che sottoporremmo all'attenzione di quest'Aula è stato studiato, è stato analizzato e davvero non ha voluto cavalcare l'onda del malcontento ma ha cercato di dare delle risposte puntuali, delle risposte serie ma soprattutto delle risposte sostenibili.

Sono state fatte delle boutades, una mera campagna elettorale, ma noi, seppur mantenendo l'impianto generale, perché altro non potevamo fare - un impianto che non condividiamo, lo ripeto, se non fossi stata chiara, ma questo ci siamo ritrovati - abbiamo cercato di migliorarlo.

Sicuramente qualcosa di positivo lo abbiamo notato, penso per esempio, finalmente, all'introduzione del famoso fondo perduto che poi, come dicevo prima, guai a pensare che questo sia un fondo perso ovvero regalato, ma è un vero e proprio indennizzo per le situazioni che sono state vissute, così come condividiamo il premio economico dato ai sanitari, anche se qualcosina di diverso avremmo previsto, e lo diremo negli emendamenti, così come anche gli incentivi per il mantenimento dei livelli occupazionali, anche se su questo abbiamo, attraverso un emendamento, chiesto di ampliare la platea. Noi avremmo preferito l'introduzione di veri e propri voucher, i voucher per l'agricoltura, i voucher per la ristorazione, i voucher per tutto quel settore turistico ricettivo, e lo dicevo prima: la montagna sarà una montagna forte quest'estate dal punto di vista turistico, perché è ovvio che il distanziamento sociale sia più facile da praticare in un ambiente di montagna, ma ci saranno comunque settori che patiranno, e parlavamo prima degli alberghi perché, è normale, se pensiamo a come ipotizzare la vacanza, è normale che ci siano più criticità nell'affrontare una vacanza e quindi abbiamo visto come, basta leggere i dati, le persone affittino delle case, le seconde case, ovviamente, come sempre, ma anche i residence, tutte le altre forme diverse di accoglienza. Quindi è giusto investire in chi ha sofferto e soffrirà di più.

In conclusione, io non mi voglio dilungare tanto, credo che ora dovremo essere anche bravi a trovare delle sintesi rapide per chiudere i lavori e poter fare in modo che queste risposte arrivino alla comunità, ma queste risposte arrivano in clamoroso ritardo e lo ricordo, non è una questione di scaricare le colpe o che, ma ognuno si deve assumere le proprie responsabilità sempre, sempre, ancor di più in un momento come questo.

Quaranta giorni per scaricare un disegno di legge sono, a nostro avviso, troppi, sono stati mal usati e non lo diciamo noi ma ve lo dite da soli. Quel che resta della maggioranza se lo dice da sola, e ancora una volta a parlare sono i fatti e non le parole. Vi siete auto presentati 45 emendamenti, 45 emendamenti al vostro testo dopo un mese di lavoro per scaricare una legge. Spero che sia confusione, io non so darmi una risposta a questo, che è un dato oggettivo. Un mese e una settimana per scaricare una legge e, il giorno dopo che viene presentata, 45 emendamenti. È pazzesco.

Entreremo dopo, emendamento per emendamento, spiegando le nostre proposte sperando che non succeda quello che è accaduto in passato, perché vi è preoccupazione, oltre che ovviamente sull'impianto generale della filosofia, anche sulla fase successiva, condivido assolutamente la preoccupazione del collega Ferrero sulla tempistica e sulla modalità di erogazione, perché se l'impianto funziona come ha funzionato finora, auguri! Ma non a noi che siamo dei fortunelli, auguri a chi sta patendo, auguri a tutti coloro che si sono trovati già la brutta sorpresa di collegarsi e poi magari vedersi esclusi o per errori materiali o perché la piattaforma non funzionava o per altri mille imprevisti che abbiamo ahimè potuto constatare. Sistema d'inefficienza, sistema che allontana ancor di più la nostra comunità, che è giustamente stufa.

Un collega che mi ha preceduto, non ricordo chi, ha detto: "io non voglio prendermi le colpe di altri", giustamente non si può fare di tutta l'erba un fascio, ma purtroppo da fuori si fa, perché sono stati troppi gli errori degli ultimi mesi, troppi, per questo oggi bisogna essere chiari. Chi ha delle responsabilità se le deve prendere; nel bene e nel male. Noi lo abbiamo sempre fatto. Mi fa piacere che qualche collega sorrida, forse non vive la gravità del momento, mi fa piacere.

Concludo sperando che questo Consiglio sappia davvero fare un lavoro di sintesi sulle proposte che verranno prodotte al di là dell'appartenenza politica e partitica e sappia produrre un testo di legge migliorativo che possa dare delle risposte concrete, rapide ed efficienti alla nostra comunità, perché credo che questa comunità meriti di meglio.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Nell'avviare la discussione di quest'importante disegno di legge - credo che sia davvero il più corposo, il più importante innovativo provvedimento di tutta questa breve e tormentata legislatura - ritengo che occorra fare alcune considerazioni di carattere generale, prima di entrare nel merito dei contenuti del disegno di legge stesso.

La prima considerazione in premessa riguarda un aspetto che, secondo noi, è paradossale. In questo Consiglio ci troveremo a discutere, magari anche a litigare, per la distribuzione di risorse finanziarie disponibili che sono notevoli ma che non sono sufficienti a coprire tutte le esigenze evidenziate. È stato più volte detto che la coperta è corta, che la coperta è stretta rispetto alla mole delle richieste e il paradosso, a nostro avviso, sta nel fatto che le risorse aggiuntive a cui poter attingere in realtà non mancano. È stato infatti affermato da vari esponenti della stessa Giunta che a luglio avrebbero dovuto rendersi disponibili una cinquantina di milioni di utili delle società partecipate della Regione, e in particolare di CVA, e una trentina di milioni di provenienza statale. Abbiamo capito che c'è un problema di tempistica, visto che a metà luglio il Consiglio dovrebbe cessare definitivamente ogni attività con l'emanazione del decreto del Presidente della Regione che indirà le nuove elezioni regionali, però a nostro avviso c'è anche un problema di eccessiva prudenza rispetto agli equilibri complessivi di bilancio con un accantonamento all'articolo 5 che cuba ben 38 milioni.

Secondo noi questa è una cifra esagerata basata su delle previsioni di diminuzione di entrate erariali, una minore entrata che sicuramente ci sarà, ma che non tiene in alcuna considerazione quel tesoretto tra gli 80 e i 100 milioni che si renderà disponibile a breve e che non rimarrà di certo lì a fare nulla.

La vicenda, come dicevo, è paradossale e mette il Consiglio in difficoltà. In questo paradosso giocano un ruolo rilevante gli aspetti tecnici ma incide moltissimo la situazione politica di un Consiglio che ha avuto una vita travagliata, che ha vissuto una situazione d'incertezza permanente e che alla fine è stato sciolto per vari motivi, ma anche per l'incapacità di costruire una maggioranza. E qui vengo alla seconda osservazione in premessa, che riguarda il modo di lavorare di questo Consiglio, ma più in generale della nostra Amministrazione regionale. Siamo in ritardo, è già stato detto da tutti quelli che mi hanno preceduto, siamo in clamoroso ritardo rispetto a questo provvedimento, soprattutto per quanto riguarda gli interventi a sostegno delle imprese e dei lavoratori. Tanto per fare un esempio, la Provincia autonoma di Bolzano è intervenuta fin dal mese di aprile, come molte altre Regioni che si sono mosse prima di noi. Lo stesso decreto statale, lo stesso Decreto Rilancio, pur non essendo stato ancora convertito in legge, è già in applicazione e sta producendo degli effetti anche in Valle d'Aosta.

Noi dobbiamo ancora varare la legge più organica sulle misure di emergenza! La Giunta ha tardato; la prima bozza del disegno di legge, è stato sottolineato già più volte, è del 15 maggio e poi soltanto a giugno iniziato è arrivato il testo del disegno di legge 60, quindi un mese e qualche cosa di più; però anche l'atteggiamento delle Commissioni consiliari non è stato, a nostro avviso, costruttivo.

Noi non abbiamo condiviso e non condividiamo l'atteggiamento di rifiuto della discussione della prima bozza parziale che risale a oltre un mese fa, non condividiamo nemmeno la mancata presentazione di emendamenti in fase di Commissione. Adesso, dopo tre giorni dall'apertura del Consiglio, siamo sostanzialmente soltanto all'inizio dei lavori dell'Aula, è l'ennesimo caso di un Consiglio che si trasformerà in una maratona oratoria, mentre ci sarebbe bisogno di scelte precise, concrete e rapide, come ha già detto qualcuno.

Tutto questo non avviene a caso o per una sfavorevole o momentanea contingenza, ormai questa situazione di confusione è diventata di fatto una cosa consueta, purtroppo. La realtà è che abbiamo un sistema politico e un sistema amministrativo che non funzionano, che sono lenti, che non riescono a svolgere un'azione effettiva di governo, che non riescono a utilizzare al meglio le competenze e le risorse che una regione autonoma dovrebbe avere. C'è un sistema istituzionale che non funziona, che produce instabilità, che determina della frammentazione, che non consente di governare ed è un sistema in cui è naturalmente più facile che s'innestino la corruzione e il malaffare, che ci siano delle connivenze anche con la criminalità come purtroppo è avvenuto.

Nel corso di questa breve e penosa legislatura noi abbiamo tentato di affrontare il problema, proponendo un sistema elettorale che consentisse agli elettori di scegliere una maggioranza, un Presidente e una Giunta ma ci siamo scontrati con un muro di ostilità, abbiamo incontrato su questo punto, che riteniamo cruciale, l'ostilità delle forze autonomiste, in particolare dell'Union Valdôtaine, abbiamo incontrato l'ostilità dell'ala destra del Consiglio, non abbiamo ottenuto il risultato; ma la cosa più grave è che l'attuale sistema d'instabilità, di maggioranze fragili o addirittura inesistenti, è destinato a continuare! Le elezioni di settembre modificheranno sicuramente l'assetto di quest'Aula, modificheranno una parte dei volti del Consiglio, ma non risolveranno il problema dell'instabilità. Non è stata trovata una cura all'ingovernabilità e già ne vediamo le avvisaglie.

A settembre ci saranno dieci-dodici, non ho idea di quante liste ci saranno, quindi una grande frammentazione. Non c'è alcuna garanzia che esca dalle urne una maggioranza organica e in grado di reggere una legislatura. Potrà succedere, ma non ne abbiamo la garanzia, non abbiamo imparato la lezione dalle ultime due legislature e non abbiamo trovato la capacità di affrontare il problema come doveva essere affrontato. Sarà l'intera comunità valdostana a pagare per questa situazione in termini di scarsa capacità di Governo, di lentezza amministrativa, di assenza di programmazione, come succede ora e come la storia del disegno di legge che stiamo per esaminare dimostra. Sottovalutare, come è stato fatto, il problema della necessità di una riforma istituzionale è stato un peccato grave.

Venendo ai contenuti del disegno di legge io voglio anzitutto osservare che non si può non riconoscere che nel provvedimento ci siano delle misure utili, varie misure utili, ci siano dei tentativi di dare delle risposte ai numerosi problemi che sono posti dall'emergenza del Covid-19, ci siano dei finanziamenti anche significativi destinati a dei settori importanti della società, ci siano delle somme cospicue che vengono anche, in alcuni casi, utilmente destinate. Non ci piacciono, non condividiamo alcune affermazioni che abbiamo sentito, che abbiamo letto, alcune sentenze liquidatrici del tipo "fa tutto schifo".

Il provvedimento ha tanti difetti, dei difetti anche significativi, alcuni dei quali a nostro avviso potevano essere corretti già in Commissione e ora possiamo farlo, possiamo farlo nuovamente in Aula. Come altri, abbiamo presentato degli emendamenti per proporre dei miglioramenti al testo. Ma va però anche detta una cosa importante: che ci sono dei difetti in questo DL che non si possono correggere, non si possono correggere con degli emendamenti per la semplice ragione che riguardano un problema d'impostazione generale che è fortemente carente.

Mi riferisco in particolare ai settori della sanità e della scuola. In questi due settori manca una visione chiara di come si voglia procedere. Noi non riusciamo a vedere un disegno ben definito, ci sembra che si proceda per tentativi, che non ci sia organizzazione, metodo, programmazione; programmazione, appunto, che è quella che servirebbe. Tutti elementi, questi che ho appena citato, che in un disegno di legge di fine legislatura però non possono rientrare; un disegno di legge di fine legislatura non può affrontare strutturalmente questo problema. Ci sono dei settori in cui la situazione era già critica prima del Covid-19 ma che l'epidemia che abbiamo subito ha accentuato.

A me non risulta chiaro, stando al testo del disegno di legge, con quali strumenti, con quale organizzazione e strutture, nel caso ne avessimo bisogno, si voglia affrontare il problema di una ripresa autunnale dell'epidemia. Abbiamo anche notato una scarsa attenzione ai settori deboli: gli anziani, le persone contagiate, i disabili, e per questo abbiamo preparato e abbiamo depositato degli specifici emendamenti. Allo stesso modo c'è una grande incertezza sulle scelte di organizzazione scolastica. Già c'erano delle criticità notevoli, in particolare nel settore dell'edilizia scolastica, ne abbiamo parlato tante volte, ma ora la situazione è di una criticità estrema, è una situazione di emergenza e in campo scolastico non sono ancora chiare le modalità con cui si vuole tornare alla didattica in presenza dopo un così lungo periodo. È vero che non c'è chiarezza nella maniera più assoluta neanche a livello nazionale, e mi riferisco anche alle recenti linee guida che sono state pubblicate, che non danno delle linee certe come ci si sarebbe aspettati. È vero che molto dipenderà dall'evoluzione dell'epidemia, però io ritengo che in una regione piccola come la nostra si potrebbe e si dovrebbe essere più avanti e credo che nei mesi scorsi si sarebbero dovuto concentrare tutte le energie a programmare la ripresa di settembre, al di là di tutti i DPCM, delle distanze tra banco e banco, tra testa e testa, tra naso e naso...ma un distanziamento si sapeva che c'era, una ricognizione si poteva fare! Le ricognizioni sul territorio, la previsione delle risorse aggiuntive in più, strettamente legate all'emergenza, potevano essere maggiormente e meglio ipotizzate, perché ora siamo in ritardo, un ritardo che è sicuramente del Ministero che ce l'ha messa tutta per creare confusione ma è un ritardo anche nostro.

C'è dunque un problema di edilizia scolastica ma c'è anche un problema di organici. Su questi due aspetti i contenuti del disegno di legge che è stato scaricato non sono rassicuranti, e non mi riferisco alle politiche sanitarie e scolastiche dei prossimi anni ma proprio ai problemi dei prossimi mesi, del prossimo autunno. Su questi temi abbiamo presentato degli emendamenti, e ce ne sono anche di altri Gruppi e di altri Consiglieri.

Noi vorremmo che alla fine il disegno di legge nei suoi articoli e il Consiglio con le sue affermazioni e le sue prese di posizione mandassero un messaggio chiaro agli studenti, agli insegnanti, alle fasce deboli.

Per quanto riguarda l'emergenza economica e la difesa dei posti di lavoro, noi riteniamo fondamentale il sostegno alle imprese, in particolare il sostegno alle piccole imprese che è fondamentale per una ripresa dell'attività economica. Ci sono oltre diecimila imprese in Valle d'Aosta, i posti che generano sono trentamila. Oltre il 70% di queste imprese ha avuto nei tre mesi di marzo, aprile e maggio una perdita compresa tra il 60 e l'80% del fatturato, sono stimabili in circa 300 milioni di euro. Bisogna agire in modo concreto ed efficace, molte di queste imprese sono già indebitate e l'accesso al credito agevolato per loro non è sufficiente. Ci vuole un ristoro parziale sulle perdite di fatturato, un indennizzo a fondo perduto ma quello previsto dal disegno di legge è, secondo noi, insufficiente. Ci è stato detto anche da chi è stato audito, ci è stata presentata una situazione che è veramente preoccupante.

A noi è spiaciuto constatare che nel passaggio dalla bozza del 15 maggio al disegno di legge numero 60, con cui c'è stata un'estensione del contributo anche alle imprese fino a 5 milioni di fatturato annuo - mentre la bozza si fermava a 1 milione -, ci sia stata una penalizzazione per le circa duemila imprese con un fatturato fra i 200 mila e 1 milione di euro. Questo per noi non va bene, non è accettabile, ed è avvenuto perché l'estensione è sì stata fatta, ma senza incrementare la spesa e riducendo di conseguenza gli importi delle fasce proprio tra 200 e 1 milione di euro.

I nostri emendamenti hanno quindi la finalità, l'obiettivo di proporre dei correttivi con l'introduzione di una nuova fascia e con ulteriori risorse su questo articolo, che illustrerò meglio quando presenteremo gli emendamenti.

C'è infine un aspetto che ci preoccupa e su cui interveniamo, che è quello ambientale. C'è un problema dei dispositivi personali, una marea di materiali non biodegradabili che provoca un aggravamento dell'inquinamento planetario.

Secondo le stime che sta facendo il WWF se anche e solo l'1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente e magari disperso in natura, questo si tradurrebbe in 10 milioni di mascherine al mese disperse nell'ambiente. Considerando che il peso di ogni mascherina è di circa 4 grammi, questo comporterebbe una dispersione di 40 mila chilogrammi di plastica in natura.

Nei nostri emendamenti poi ci sono delle proposte di correzione all'articolo sulle deroghe alle normative urbanistiche, al vincolo idrogeologico, che ci possono anche stare in un momento di emergenza, ma che non possono essere eccessive, indiscriminate e soprattutto senza scadenze temporali, così come è nel disegno di legge.

Un'attenzione particolare l'abbiamo poi riservata al ruolo di Finaosta, al ruolo che Finaosta può avere nell'ambito del processo che si aprirà con l'attivazione dell'Eco bonus, del decreto rilancio relativo all'efficientamento energetico, senza alterare o modificare i compiti statutari della partecipata, ma ci tornerò al momento d'illustrare l'emendamento e anticipo che presenteremo sull'argomento anche un ordine del giorno.

In conclusione a nostro avviso, come ho già detto, per un lavoro produttivo sarebbe stato necessario lavorare agli emendamenti già in Commissione, approfondendo emendamento per emendamento, e invece molti, troppi a nostro avviso, hanno tenuto le carte coperte fino al momento della discussione in aula e questo non agevola la costruzione di una buona legge, per me non è un buon modo di procedere. Se si fosse fatto un lavoro completo nelle Commissioni, ora il Consiglio sarebbe verso la dirittura di arrivo e invece siamo in alto mare e c'è anche il dubbio che la nave non arrivi in porto.

Per quanto ci riguarda, noi intendiamo agire in modo costruttivo per migliorare il provvedimento, non intendiamo polemizzare con nessuno, non vogliamo divagare sui massimi sistemi, vogliamo attenerci al merito e alla validità degli articoli e degli emendamenti.

Il nostro voto sui singoli emendamenti, sugli articoli e sul complesso della legge dipenderà dalla volontà migliorativa o conservativa che emergerà dal dibattito.

Presidente - La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - La furia demolitrice del Coronavirus ha fatto esplodere a tutti i livelli e in un colpo solo la reiterata gestione irresponsabile della cosa pubblica negli anni, dal lavoro alla sanità ai diritti sociali. E adesso che facciamo? Cerchiamo di rattoppare in fretta laddove si può.

È questa la sintesi anche di tre mesi d'intenso lavoro nelle Commissioni e in Consiglio. Personalmente mi sono sentita come quell'idraulico che cerca di tappare i buchi da una stessa tubatura mentre esce acqua in tanti punti e rischiamo così di vedere allagata tutta la casa. La casa che stiamo rischiando di allagare più di tutte è la scuola, quella casa dove tutti noi siamo cresciuti e ci siamo formati, più o meno capaci di leggere e scrivere e far di conto, di argomentare, di analizzare, sintetizzare, più o meno ricchi di spirito critico e di capacità di vivere insieme in società da cittadini. Ed è di quella casa nello specifico che scelgo ora di parlarvi in quest'intervento, come ha fatto in parte la collega Minelli, sebbene la legge in discussione tratti un insieme molto ampio di problematiche sulle quali ci soffermeremo insieme poi nell'analisi puntuale di ciascun emendamento, di ciascun articolo sottoposti a voto.

Facciamo quindi ora appunto una precisa scelta di campo, perché la scuola è lasciata sempre come l'ultimo dei problemi, si parla di scuola e sembra di divagare.

Sul Corriere della Sera è uscito pochi giorni fa un intenso pezzo di Carlo Verdelli, un'analisi amara sulle priorità della politica e di una società che dimentica chi dovrebbe stare in cima ai nostri pensieri, ovvero i giovani, il futuro.

Stiamo andando a sbattere contro un iceberg, l'iceberg scuola a cui nessuno sembra dare importanza. In Italia siamo all'ultimo posto per la spesa pubblica destinata all'istruzione con un 6,9% del totale. Abbiamo uno dei più alti tassi di abbandono scolastico e la Valle d'Aosta è al 14%, al pari della Campania. Il 20% dei nostri giovani ha capacità di lettura considerate minime. Per votare infatti basta saper fare una croce. Forse è per questo che mettiamo le elezioni molto prima della scuola. Un decimo di quello che stiamo spendendo per gli F35 è stato investito nell'ultimo decreto bilancio a favore della scuola. Evidentemente all'Italia servono di più bombardieri che ragazzi pronti ad affrontare le grandi sfide della contemporaneità.

Abbiamo in Italia il più basso tasso di laureati rispetto a tutta l'Europa, siamo dopo la Romania, ma tanto basta l'università della vita, anche per fare carriera politica! E voi ditemi come potrebbero fare gli insegnanti a motivare gli studenti con una panoramica così desolante, locale e nazionale.

La didattica a distanza, che è stata una didattica di emergenza, in Italia ha raggiunto un alunno su due e stiamo parlando di povertà educativa che quasi sempre coincide con la povertà sociale. Per non parlare poi degli allievi disabili, vittime di carenza di personale ma anche di competenze specifiche. Abbiamo inoltre in Italia il record negativo per stipendi ridicoli dei docenti. La scuola è tenuta in piedi dai precari che ancora una volta non verranno stabilizzati malgrado sia un loro preciso diritto che continua a essere leso. Abbiamo poi ovunque edifici vecchi e ammalorati.

La domanda di sintesi è: ma perché trattiamo così male la scuola pubblica? Perché abbiamo così poco a cuore la formazione e la cultura?

La chiusura delle scuole ha significato inoltre un forte aggravio di lavoro che ha pesato ovviamente, guarda caso, sulle madri. Trattasi di una condanna di genere e anche anni di lotte per la parità sono andate in fumo in pochi mesi e ora ci tocca ricominciare da capo.

Di fronte a questa dura realtà che non può farci chiudere ancora una volta gli occhi, come politici dobbiamo chiederci con molto coraggio perché il tempo delle scelte ne richieda sempre tanto, soprattutto quando le elezioni bussano alla porta e qualcuno tra di noi ha grandi difficoltà a tornare al suo lavoro, perché magari non ne ha uno o magari ha fatto della politica una professione e questo gli è stato comodo. E la domanda ineludibile per noi, hic et nunc, è: "ma quali sono per questo Consiglio le priorità di valori e di obiettivi sociali? Che posto ha veramente l'istruzione delle nuove generazioni nel progetto di ricostruzione della nostra regione? Sta prima o dopo l'allevamento bovino? È più importante tappare le buche sulle strade o i buchi irrecuperabili nella formazione dei nostri figli? Far funzionare al meglio tutte le funivie per poterci fare delle belle sciate, d'accordo, banalizzo un po', o è meglio riaprire in sicurezza garantendo - senza alcuna distinzione che sarebbe fuori luogo, visto che parliamo del diritto costituzionale all'educazione e all'istruzione - la presenza nelle scuole per tutti gli allievi di qualsiasi ordine e grado?"

Noi non vogliamo mettere in contrapposizione delle categorie, ma questo è il tempo delle scelte coraggiose e qui dentro di coraggio se ne vede ben poco.

Il Ministro Fioravanti, ve lo ricorderete, si è dimesso dall'istruzione quando ha chiesto più fondi e non gli sono stati dati. Alla ministra Azzolina invece si vede che va bene che il decreto rilancio abbia stanziato 1 miliardo e 400 milioni per la scuola, cioè la metà di quelli per Alitalia. Anche in Valle d'Aosta sono assolutamente insufficienti i finanziamenti, sia in ordine di organico che di personale che di logistica. Su oltre 160 milioni siete riusciti a metterne un paio sulla scuola, compresi quelli in arrivo da Roma, ma ci rendiamo conto? Ma di cosa stiamo parlando qua dentro? Ma di quale ripartenza vogliamo parlare?

Servono più spazi e più docenti per investire su una generazione che, non so se sia chiaro a tutti, ma rischia di portare un peso emotivo e sociale troppo forte e di pagare cara la decadenza civile e culturale di un paese in cui la scuola pubblica era diventata baluardo contro la disparità sociale e per il riscatto delle classi povere.

Colleghi, il mio invito è chiaro, rimandiamo a luglio o direttamente alla prossima legislatura di ottobre tutto ciò che non è adesso prioritario. Si può infatti di nuovo andare in ufficio, alle terme, sulla Skyway, si può persino giocare al Casinò, al campionato di calcio, ma tornare sui banchi di scuola non si sa ancora se si potrà davvero fare a settembre e senza una risposta chiara su questo punto fondamentale, scusate la franchezza, ma il terzo provvedimento di aiuti si dimostrerà solo un provvedimento pre-elettorale per la distribuzione miope di contributi a pioggia, senza un'idea chiara di società, senza un progetto e una visione di Valle d'Aosta.

Sarebbero trasferimenti per il mantenimento dello status quo senza alcuna direzionalità per il nostro futuro. Ovviamente questo dipende in parte dalle urgenze legate alla crisi ma anche da una classe politica che non ha idea di come la Valle d'Aosta dovrà affrontare i prossimi anni. Ce lo possiamo dire sinceramente o no? È così!

Auguriamo allora alla nostra comunità che tutti questi 160 milioni non siano gestiti come moneta di scambio per le prossime elezioni regionali. Questo è un rischio reale e sarebbe addirittura più tragico del Covid-19.

L'assessora Certan che chiude con nonchalance i tavoli di lavoro troppo critici, e mi è dispiaciuto molto, e gli altri membri della Giunta e del Consiglio tutto dicano se hanno collocato la scuola al centro dell'azione politica e se davvero credono che così nessuno sarà lasciato indietro.

Da parte nostra, crediamo che la scuola debba essere posta, insieme alla sanità, al centro della ripartenza, perché altrimenti staremo fermi; ma questo provvedimento purtroppo per la scuola non va in quella direzione e la situazione è davvero molto preoccupante.

Altri motivi di preoccupazione vi sono in questa situazione di emergenza poiché addirittura si mette in discussione in Valle d'Aosta la riapertura delle graduatorie. Ma ci rendiamo conto? A livello regionale molto probabilmente non saranno riaperte, riapertura che adesso tocca alla Sovrintendenza agli studi. E sinceramente questa cosa, scusate, mi fa andare il sangue alle tempie. Quando è successo a me nel 2000 io sono andata dall'Assessore e ho detto: "io non esco da qui finché non risolve questo problema". È un diritto, non possiamo ledere un diritto.

Abbiamo poi anche saputo che le classi pollaio esistono eccome, anche se il termine non piace all'Assessora. Per fare un solo esempio ci sono classi terze al Maria Adelaide che sono composte da 28 alunni. Quello non è un pollaio? Non è un rischio per il contagio? Boh, ditemi voi.

La questione dell'ultimo decreto nazionale, l'articolo 7 ter per l'attribuzione di poteri commissariali ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia, e per noi trattasi di Presidente della Regione, potrebbe avere conseguenze sulle necessarie e urgentissime decisioni in merito all'edilizia scolastica su cui si sta giocando allo scaricabarile in nome di una falsa autonomia delle singole istituzioni.

L'Assessora già da almeno un mese ci aveva detto di aver fatto ricognizioni sui fabbricati scolastici con i Sindaci, invece poi abbiamo scoperto per caso che ha invitato gli stessi a contattare i dirigenti scolastici per effettuare una mappatura degli spazi necessari, chiaramente per le misure di sicurezza, per il protocollo, unitamente anche a una rilevazione del fabbisogno del personale ausiliario, cioè dei preziosi bidelli, al fine di garantire la pulizia e l'igienizzazione degli ambienti durante tutto l'orario scolastico, ma anche l'importantissimo supporto al personale docente.

Ebbene, questa ricognizione in realtà è prevista solo entro il 30 giugno.

Ora io dico: non capisco tutta questa fretta, siamo a fine giugno, mica a settembre? Fate pure con la massima calma, che problema c'è?

Si sta inoltre temporeggiando troppo sui moduli prefabbricati alla ricerca del luogo più idoneo che prima sembrava essere la zona della Pèpinière, proprio dietro alla Cogne, così fanno un po' di aerosol, ora invece è lo stadio Puchoz e sull'edificio di Via Torino ci vuole ancora una valutazione prima che venga sottoposto a restauro urgente. Anche qui con calma valutiamo pure tutti gli angoli.

Ma nel frattempo può darsi anche che se lo prenda Rocco Schiavone, è giusto, ci fa un film, giusto. Mentre il Liceo Berard langue da tre anni, da tre anni è chiuso lì, non è successo niente in tre anni, sono stati persi tre anni in attesa che i lavori di ristrutturazione avanzino, ma i piani dove c'erano le classi non sono ancora stati toccati. Invece il Convitto cosa fa? Al Convitto mancano un sacco di posti e avremmo il Collège de Saint-Bénin, ne abbiamo parlato tante volte, e grazie a una nostra mozione, magari prima del mio pensionamento, vedrò realizzato questo sogno, speriamo prima e non troppo dopo.

Intanto cosa succede, sempre a livello di cultura? Succede che il cantiere della nuova Università langue anche lui, mentre il materiale delicatissimo con cui è stata fatta la facciata della Costa Smeralda, come qualcuno ha ribattezzato l'Università, rischia di cadere a pezzi, ancora prima della sua inaugurazione, perché infatti è molto logico, se ci pensiamo è molto logico che quando si decide d'investire tanti soldi pubblici per costruire un campus dove si formeranno le future generazioni, a cosa si pensa in primo luogo? Si pensa a un materiale costosissimo, delicatissimo e dal super design per ricoprire la facciata.

Quando frequentavo io il Dipartimento di storia e filosofia dell'Università di Torino mi sarei accontentata di una sedia perché in realtà ho ascoltato sempre le lezioni accovacciata sui gradini, però quelle lezioni erano tenute dai migliori docenti italiani e non solo ed è questo il punto essenziale di cui preoccuparsi per creare un'Università, non di quel (bip) materiale costosissimo e che necessita di una continua manutenzione che ricopre la facciata.

Sapete cosa diceva Pietro Calamandrei, quello della lapide che abbiamo proprio qui sotto, davanti al Manzetti? Diceva che la scuola supera di gran lunga tutto, vi leggo esattamente la frase, "se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della Magistratura e pure della Corte Costituzionale".

La scuola supera di gran lunga anche questo Consiglio che la sta trascurando e condannando a una ripresa impossibile. Il nostro vero e grande cruccio è che l'école valdôtaine ne repartira pas.

Passiamo per il poco tempo che resta al vicino capitolo cultura di questa legge.

Io ho provato imbarazzo nel leggerlo, l'ho trovato un capitolo incredibile, asfissiante, perché per quanto io adori il Forte di Bard e corra a visitarlo ogni volta che inaugurano una nuova mostra, resta angosciante che il Forte di Bard sia l'unica voce presente nel provvedimento con un milione e 700 mila euro, mentre per tutte le scuole in emergenza quanti ne abbiamo? Due, qualcosa del genere. Noi abbiamo cercato di ampliarla quella voce con tutte le energie di cui siamo capaci e siamo grati all'Assessore Bertschy, glielo voglio dire, lui lo sa che lo apprezzo, perché gli riconosciamo rara serietà e compostezza e in questo caso ha cercato delle soluzioni, anche se all'ultimo, per ricomprendere le compagnie teatrali professionali, le associazioni culturali e chi fa musica. Tutti loro hanno rischiato fortemente di essere dimenticati dalla ordinaria amministrazione e in assenza di un Assessore, l'Assessore di turno, a cui baciare la sacra pantofola, perché la discrezionalità dei fondi messi a disposizione della cultura è sempre stata totale in Valle d'Aosta, discrezionalità che il prossimo Consiglio regionale dovrà controllare, arginare e abolire perché, come direbbero i Francesi, on en a vraiment marre di questa mancanza di regole precise, uguali per tutti in questa regione che spesso mi ricorda il Far West.

Abbiamo quindi aggiunto altre categorie culturali dimenticate perché la cultura è a 360 gradi e non a 370 come ha detto di recente un noto leghista e ci rallegriamo per gli sforzi fatti con l'Assessore per ricomprendere tutta un'ulteriore serie di categorie sociali deboli all'improvviso private del lavoro già precario non tutelato ben prima del virus e prive di tutele previdenziali, come ad esempio i lavoratori dello spettacolo, perché l'enorme problema che si evidenzierà ancora di più nei prossimi mesi è quello di garantire il livello occupazionale e, anzi, di migliorarlo se vogliamo evitare in ogni modo il conflitto e il disagio sociale e davvero dire che non lasciare nessuno indietro non è soltanto uno slogan politico.

Presidente - La parola al collega Luboz.

Luboz (LEGA VDA) - Visto che gli interventi sono stati fatti tutti quanti dalla minoranza e che quest'ultimo intervento della collega Pulz ha tirato più volte in ballo l'assessore Certan, volevo chiedere all'Assessore, se volesse intervenire le lascio il mio posto... interverrà successivamente, bene.

J'introduirai mon intervention par deux pensées qui passent à côté de l'argument principal, soit l'analyse des mesures pour faire face à la crise produite par le virus. La première pensée est adressée dans notre langue aux 147 victimes valdôtaines du virus. Par les mots d'Eva Pellissier, une poétesse valdôtaine, qui avec ces mots a annoncé à nous tous son départ de la vie terraine : Sovèn no oublièn que no sèn tcheut de passadzo su ceutta téra... Comme sèn arreuvò, tot p'an pousa tornèn ià... Quatcheun queutte eun sourire su le pot, eunna mia de douceur i fon di coeur, comme lo parfum d'an violetta... Quatcheun d'atre queutte eun petchou so d'amer i fon de l'ama, comme l'apro flo di bénéfor... Mé no sèn tcheut de passadzo deun ci petchou mondo! L'èt à no s-atre fie de façon à lèché eun souvenir itor de no, lo parfum di violette où l'apro flò di bénéfor..." [traduzione letterale dal patois: Spesso ci dimentichiamo che siamo tutti di passaggio su questa terra... Come siamo arrivati, improvvisamente ce ne andremo... Qualcuno lascia un sorriso sulle labbra, un po' di dolcezza in fondo al cuore, come il profumo della violetta... Qualcun altro lascia un po' di amarezza in fondo all'anima, come l'acre odore dell'assenzio... Ma siamo tutti di passaggio in questo piccolo mondo! Tocca a noi fare in modo di lasciare in ricordo intorno a noi il profumo della violetta o l'acre odore dell'assenzio...].

Maintenant vous me permettrez encore de faire un petit constat qui, apparemment, celui-ci n'a pas trop à avoir avec Covid-19, mais en réalité ce virus a démontré une fois de plus la grande contradiction de notre société, de la société valdôtaine en particulier. Je suis conscient et convaincu qu'à beaucoup d'entre nous cela n'intéresse pas ou n'intéresse plus. Mais une question cependant se pose impérativement: si nous sommes là aujourd'hui à discuter d'importantes mesures pour contraster cette crise dramatique, si nous faisons partie d'un Conseil régional, organe le plus important de n'importe quelle région, si notre institution peut tirer parti de sa spécifique autonomie, que trop souvent nous banalisons et nous avons gâché pendant des décennies, c'est grâce à des raisons historiques, géographiques et économiques, mais surtout, rappelons-le, linguistiques.

Et donc, pardonnez-moi, mais je ne peux la réprimer cette question ; si on excepte la relation lue lundi par le collègue Lavevaz, où est-elle restée la langue française pendant ces trois mois et demi de confinement ? Oubliée, négligée, laissée de côté ou simplement effacée des débats et des conférences de presse, car certaines thématiques comment faire à les traiter, n'est-ce pas, par une langue qu'on méconnait, même si officielle dans notre région ? Français oublié, oublié aussi plus longtemps dans le service public télévisé, un des derniers exemples la réouverture du Col du Petit-Saint Bernard la semaine passée, une petite cérémonie et reportage diffusé par le téléjournal tout en italien, évidemment. Quelle drôle d'interprétation du bilinguisme, utilisé oui mais pour nous renseigner sur les nouveaux cas de Covid-19 à Sion ; et que dire des Assemblées du CPEL ou CELVA et d'entendre parler certains syndics d'autonomie communale. Tôt ou tard il faudra revenir sur cet argument, pilier de nos institutions. Alors, n'importe qui siégera encore dans cette salle, je souhaite un grand débat sans l'hypocrisie que manifestement a toujours voilé cet argument pour travailler à un projet à travers lequel nos langues, le français et le patois, arpitan ou franco-provençal, comme on voudra l'appeler, puisse finalement trouver la dignité qu'aujourd'hui, par la lassitude d'une société et l'hypocrisie de sa classe dirigeante ne leur est pas reconnue.

Mais revenons à l'actualité et au moment que nous sommes en train de vivre et d'où nous souhaitons en sortir même si avec de grandes difficultés. Pour ceux qui sont nés avant les années 70, la question "dunque, dov'eravamo rimasti?" est devenue célèbre et à peu près tous nous en souvenons. Elle fut prononcée, après des longues et terribles années d'injustices par un des présentateurs de la télévision italienne les plus aimés de l'époque, Enzo Tortora. "Dunque dov'eravamo rimasti" est une question que nous pouvons et nous devons nous poser nous aussi. Le virus de l'injustice avait signé et détruit, nous pouvons le dire, la vie du présentateur. Ce virus Covid-19 a éclaté sans que nous nous en rendions véritablement compte. Si lors de l'approbation du budget dans la dernière séance qui s'est tenue dans cette salle, c'était le début de février, si on avait su la gravité des effets de cette pandémie et surtout de la fameuse délibération du Conseil des Ministres du 31 janvier 2020, et bien j'ai des doutes que nous serions dans cette condition aujourd'hui. Par pitié nous éviterons de passer en revue d'un côté les évènements judiciaires qui nous ont accompagnés pendant la législature et de l'autre les changements ou les fractures politiques à l'intérieur des différents mouvements présents dans ce Conseil. Il suffit de lire les journaux ou de voir la disposition physique de certains Conseillers dans cette salle.

Tuttavia non è con i "se" e con i "ma" che si scrive la storia, probabilmente nemmeno con i provvedimenti pur importanti come quelli che andremo a votare in questi giorni che si governa o si guida una società o una comunità e nemmeno, ne siamo consci, con le importanti modifiche che andremo a proporre con i nostri emendamenti, sempre se accolti, primo fra tutti quello all'articolo 17 che tende a recuperare i famosi 17 milioni di risorse da destinare, oltre a obiettivi di minore entità, ai voucher al sostegno del turismo, ai bonus per evitare i licenziamenti che potranno verificarsi ad agosto, alle misure per il reinserimento nel mondo del lavoro di coloro che l'hanno perso, alle misure alle famiglie e forse quello più atteso da piccole e medie imprese e da professionisti al rifinanziamento del fondo di rotazione per il sostegno alla liquidità previsto dall'articolo 3 della legge 5 votata il 17 aprile con prestiti, come sappiamo, fino a 25 mila euro al tasso d'interesse dell'1% in dieci anni.

Queste risorse sono reperite dall'originario articolo 17 che incrementava, in deroga alla legge regionale di finanza locale, un importante trasferimento agli enti locali senza vincolo di destinazione e redatto a valle di un patto evidentemente condiviso solo dall'esecutivo e da una rappresentanza dei Sindaci, senza tener conto della centralità del Consiglio regionale; a nostro giudizio queste risorse potranno impattare molto più positivamente sul tessuto socio-economico locale rispetto a quanto previsto dal testo originario.

Abbiamo letto, come hanno anticipato anche il collega Aggravi e il collega Cognetta, in questi giorni del dissenso di molti primi cittadini riguardo a quest'emendamento e in qualche modo lo comprendiamo anche. Quale ente rinuncerebbe a 300 mila euro poi ridotto a 290 mila senza vincolo di destinazione? Sono evidenti e più che giustificate le loro rimostranze, ci mancherebbe. La campagna elettorale riguarda anche loro.

Se, in un sistema di finanza derivata, un Consiglio regionale ritenesse tuttavia di destinare diversamente queste risorse individuate con altri parametri e destinate a finalità ritenute più appropriate, non credo che i firmatari di tale emendamento potrebbero essere tuttavia tacciati di essere al soldo di forze sovraniste a cui non interessa l'autonomia locale; un'autonomia locale e regionale che veramente, se fosse stata adottata con lealtà, impegno, rigore e onestà da chi se ne riempie spesso la bocca inopportunamente, non avrebbe portato la Valle d'Aosta nelle condizioni attuali.

Le misure che andremo a votare, ricomprese nel DL 60, rappresenteranno comunque, ne siamo certi, un sicuro sostegno, un soccorso a tante realtà, imprese e famiglie che hanno sofferto e stanno soffrendo la crisi generata dalla pandemia. Rimane tuttavia più di una perplessità riguardo all'aspetto degli atti indifferibili e urgenti in alcuni degli articoli del provvedimento normativo proposto, oltre alla chiara assenza di visione prospettica del futuro di questa regione nella proposta formulata dall'esecutivo.

Per questa ragione abbiamo proposto gli emendamenti che andremo poi a esporre e crediamo potranno portare ossigeno e respiro alla Valle d'Aosta che amiamo e che deve poter superare questo momento difficile con unità per guardare con fiducia al domani nella speranza che gli effetti della pandemia non ritornino in autunno, magari accompagnati da qualche illustre ex della politica.

La politica, quella struttura che prevede l'attiva partecipazione degli abitanti liberi alla vita pubblica, deve tornare a essere intesa o diventare, qualora non lo fosse mai stata, il più alto contributo che ogni cittadino, libero da interessi privati, deve e può dare alla propria comunità.

La politica, invece, da troppo tempo si è rivelata essere la sola mira di camaleonti avidi e in astinenza di potere, d'immagine e di gestione del denaro, autentici virus politici che ne hanno delegittimato l'immagine per la condotta, a essere gentili, discutibile. Probabilmente è anche quest'incoerenza, quest'ipocrisia, questa mancanza di punti fermi a determinare un'altra crisi, forse ancora più grave e altrettanto subdola, che incombe nella società. Ce ne stiamo accorgendo? È la crisi dei valori, delle virtù, delle qualità, ovunque, e i titoli delle pagine giudiziarie di queste scorse settimane sono lì a testimoniarlo. Oltre alla ndrangheta di cui è permeata una buona parte della vita politica regionale, con la consapevolezza o meno di chi ne è coinvolto, quanto degrado civico e morale nella società! Baby gang, spaccio di droga en plein air, sporcizia, decadimento... e nella politica?

In questi giorni riflettevo su quanta percezione abbiano gli amministratori del rischio idrogeologico, dei pericoli che le pietre cadano e, tra me e me, dicevo: se avessero la stessa percezione dell'illegalità di cui possono essere interessati gli atti amministrativi, gli appalti, le concessioni idroelettriche rispetto a quanta preoccupazione pongono alle pietre che cadono, probabilmente non avremmo di che preoccuparci.

Quello che mi rincresce è che nella società, nella politica, nella televisione manchino i modelli, i modelli di vita che devono o dovrebbero essere rappresentati in tutti i campi dalle famiglie, ripeto, dalla politica, dalla televisione.

Perché il livellamento avviene sempre verso il basso e non possono essere i comportamenti virtuosi a far crescere ed evolvere una società che invece si svilisce e si corrompe negli incivili comportamenti della mediocrità?

Quanto abbiamo contribuito anche noi in quest'aula a invertire la direzione verso cui sta precipitando la comunità? Oppure, anche noi, per i nostri atti abbiamo provveduto a sospingerla? Ognuno tragga le proprie considerazioni secondo coscienza.

Credevo, e l'ho anche affermato, che all'indomani di questa pandemia avremmo dovuto ripensare a un nuovo mondo, rivedere completamente i concetti e i principi che finora sono parsi essere gli unici per un futuro di prosperità: quelli del progresso, della crescita e dello sviluppo di una società, non quel progresso e quella crescita per cui, e nel passato è successo spesso, nei Consigli comunali, nei consorzi, si finanziavano lavori a volte palesemente inutili pur di far lavorare progettisti e impresari compiacenti.

Starà a noi o a chi ci sostituirà decidere se tornerà quel tempo o se cogliere questa crisi come opportunità per cambiare direzione. Pe chèdre "lo parfum di violette où l'apro flò di bénéfor" [traduzione letterale dal patois: per scegliere il profumo della violetta o l'acre odore dell'assenzio...]

Dalle ore 17:41 assume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio i colleghi che mi hanno preceduto e che, ognuno per quota parte, ognuno secondo la propria interpretazione, visione e lettura del provvedimento che andiamo a esaminare, hanno esposto le contestazioni, le critiche in ordine chiaramente alla genericità di questo dibattito e che poi potranno essere specificate meglio sui singoli articoli, ma diciamo che da una prima raccolta delle critiche che sono piovute, direi che questa legge che ha visto questa pioggia di emendamenti effettivamente sembra figlia di pochi Consiglieri all'interno di quest'aula e forse questi pochi avrebbero dovuto fare un pensiero prima di sottoporre questa proposta al nostro esame, e avrebbero dovuto fare un pensiero, perché ovviamente siamo qui per dare necessariamente le risposte ai nostri cittadini e le risposte che i nostri cittadini ci chiedevano erano risposte molto rapide. Ovviamente avevamo già cominciato a lavorare in maniera molto importante all'interno di questo Consiglio in piena crisi, cosa che tantissimi Consigli hanno fatto ma tantissimi Consigli sono stati molto più rapidi e molto più precisi di noi nel dare risposte ai cittadini.

Ed è con imbarazzo che oggi veniamo a esaminare un provvedimento che ha visto un parto davvero lunghissimo, tre-quattro settimane di gestazione con processi incomprensibili, con annunci sui social, sulle conferenze stampa o quant'altro per poi arrivare in aula, e questo è bene che lo sappiano i cittadini all'esterno, è stato detto ma è bene ribadirlo, arrivando in aula per un primo esame degli emendamenti con la II Commissione, vedendo dei nuovi emendamenti depositati dal Governo, e a mia domanda precisa, chiesi se avremmo dovuto far riferimento a quegli emendamenti o se ce ne sarebbero stati altri, il presidente Testolin mi rispose: "non si preoccupi, lavori su quelli, che sono a posto così".

E infatti abbiamo poi visto altri 50 emendamenti che hanno aggravato e modificato nuovamente, o forse andranno a modificare nuovamente, questo provvedimento che abbiamo in discussione. Quindi, evidentemente, o lei, Presidente, mi prendeva in giro oppure non avevate le idee chiare nemmeno in quel momento quando abbiamo discusso in aula i vari emendamenti giunti alla II Commissione.

Ma tant'è... mi permetto di fare una piccola digressione, effettivamente il collega Aggravi ha ricordato come alcuni rappresentanti istituzionali abbiamo fatto riferimento al sovranismo e al populismo, dando un'idea politica, un'accezione negativa, ebbene, io ricorderò finché campo a tutti coloro che proveranno a fare questo simpatico giochino che, all'interno della nostra Costituzione, che spesso si cita spesso a sproposito senza conoscerla - e, badate bene, all'articolo 1 - si citano espressamente i concetti di sovranità e di popolo.

Detto questo, entriamo nel merito del testo che contiene moltissimi aspetti, alcuni sono stati esplicitati ma tanti altri, che sono stati completamente ignorati nella sua formulazione, ancora no. Iniziamo con il dire una cosa, mi spiace che non ci sia la collega Pulz in aula, ma quando ci sarà poi lo ripeterò. È stata evocata la necessità d'intervenire sulle classi meno agiate e sulla povertà, sulle persone che hanno subito la crisi perché, intendiamoci, fino a questo momento si è intervenuti su una parte ma si sono escluse le persone a reddito zero, che hanno subito e pagato maggiormente questa crisi sulla loro pelle. Ebbene, anche all'interno di questo provvedimento noi andiamo a leggere un capitolo che dovrebbe essere dedicato alle politiche sociali, ma alle persone che hanno zero viene dato zero.

Ecco perché abbiamo prodotto una serie di emendamenti, come l'emendamento che introduce una misura sulla famiglia con un reddito che va appunto a supportare chi effettivamente non aveva nulla e chi si è trovato ad affrontare questa crisi senza avere i mezzi necessari per farlo; ci sono delle stime precise sulla povertà in Valle d'Aosta, così come chiaramente su tutto il Paese, che stimano come una famiglia spesso non possa far fronte a delle spese impreviste, nel nostro caso, nella nostra Regione ci sono cinquemila famiglie che non possono far fronte a delle spese improvvise di una media entità ed effettivamente per queste persone non si è pensato ancora a nulla, ci abbiamo pensato noi, così come abbiamo pensato noi a intervenire sulla questione dell'edilizia residenziale pubblica. Ci sono persone che purtroppo si sono trovate ad affrontare, in situazione già di necessità, con fragilità evidenti, questa crisi, a queste persone nessuna risposta è stata data e sono state lasciate sole, in balia degli elementi, nonostante ci fossero notevoli risorse finanziarie a disposizione.

Lo ha già ricordato il presidente Rini, non è stato fatto nulla sul settore dello sport o si sono spacciati come sport degli interventi che in realtà con lo sport hanno poco a che fare, e quando parliamo di sport parliamo delle centinaia di associazioni sportive che innervano la nostra regione e che hanno una funzione non soltanto di benessere psicofisico ma anche una funzione assolutamente sociale, fondamentale per la tenuta della nostra regione e che sono state anche queste ignorate, nonostante conducano sulla base del volontariato la loro attività tra mille difficoltà e tra gravosi impegni; sono state lasciate sole queste associazioni a far fronte a spese davvero gravose, soprattutto dovendo rinunciare a numerosi eventi e dovendo far fronte a delle spese che nel frattempo, durante la crisi, a volte anche per la stolidità delle Amministrazioni locali, non si sono volute toccare ma si sono andate a chiedere lo stesso.

Sono scomparsi, non avete pensato agli universitari nonostante abbiate fatto qualche piccolo annuncio ma poi abbiate detto in Commissione che eravate contrari a qualsiasi abbassamento delle tasse, avevate stanziato nella tabella 700 mila euro che poi sono scomparsi magicamente eppure sull'Università non si è fatto niente, e ci abbiamo pensato noi. Avete escluso, non avete dedicato nemmeno un pensiero alle tante associazioni di volontariato che si sono occupate durante questa crisi di Protezione Civile di sostenere tutto il sistema della pubblica Amministrazione, senza le quali ancora oggi noi non riusciremmo a far fronte ai molteplici impegni, ci abbiamo pensato noi con un emendamento.

Sarà veramente molto importante vedere come verranno presi, come verranno valutati da parte della maggioranza, o la pseudo maggioranza o l'ex maggioranza, questi emendamenti che riteniamo siano importantissimi per il tessuto sociale della nostra regione, lo ripeto un'altra volta.

L'esame di questo articolato però mi ha dato un'idea, in generale, ovvero che si cerchino di mettere delle pezze politiche su alcune mancanze ma che queste pezze politiche spesso siano peggio del buco, e per spiegarvi quali siano le mancanze e le pezze politiche che avete cercato di mettere e purtroppo non riuscite a mettere con questo strumento, devo fare un piccolo passo all'indietro, andando all'inizio di questa crisi che è iniziata nella peggiore delle maniere, e io l'inizio di questa crisi me lo ricordo con due immagini importanti. La prima è una fotografia di una conferenza stampa in cui il Vicepresidente facente funzioni Testolin diceva ai turisti di venire tranquillamente nella nostra regione che non c'era nessun pericolo e che era tutto a posto, confortato dalla parte sanitaria al suo fianco che annuiva soddisfatta e aggiungeva anche la sua parte. Ecco, questo è stato il vero inizio, secondo me, della crisi ma un'altra fotografia che io porto sempre negli occhi è la fotografia meravigliosa di quella conferenza stampa in cui tutti gli Assessori, stretti come sardine all'interno di un tavolo per entrare tutti nell'inquadratura - nonostante le misure di sicurezza e le distanze fossero necessarie- erano appunto a fare queste comunicazioni, in realtà questi Assessori non dovevano dire nulla, perché a fare le comunicazioni era solo il Presidente ma si sa, vicini alla campagna elettorale non si poteva non entrare nell'inquadratura delle videocamera e non essere presenti. Magari un elettore che in quel momento guardava la diretta Facebook o la diretta degli organi d'informazione avrebbe potuto decidere di votare uno degli Assessori per il suo nobile cipiglio dimostrato durante la conferenza stampa.

Ecco, queste due immagini sono, secondo me, molto evocative della crisi che abbiamo vissuta, ma veniamo a uno degli interventi delle criticità che poi ci portano all'attuale articolato e arriviamo, per esempio, a una delle questioni che abbiamo più discusso, ovvero la questione del bando affitti.

Abbiamo deliberato con questo Consiglio di riaprire il bando affitti che era purtroppo chiuso, proprio per la decadenza di questo Consiglio, e abbiamo detto a marzo: dobbiamo fare presto per dare delle risposte, almeno in parte, alle famiglie che stanno vivendo delle difficoltà.

Ebbene, a quest'intervento approvato a marzo cosa succede? Che la discussione si protrae e che ovviamente in Commissione, così come era obbligatorio fare, viene dato un parere vincolante che prevede tre criteri: il criterio del fatto che potessero accedere al bando affitti soltanto le persone con permesso di soggiorno in lungo periodo, il criterio che le erogazioni per le persone che avevano già fatto domanda per questo contributo dovessero essere fatte immediatamente e il terzo criterio era che le erogazioni invece dei nuovi, di coloro che avevano fatto la nuova richiesta, dovessero essere corrisposte in trenta giorni.

Si delibera questo con parere vincolante della II Commissione e io cosa scopro? Scopro che il giorno prima che la Giunta vada ad approvare il bando, così come uscito con le indicazioni della II Commissione, il bando è già presente sul sito! E per fortuna ho salvato tutte le immagini così magari qualcuno dovrà andare a spiegare come mai i bandi vengono pubblicati prima che la Giunta approvi quel determinato bando sul sito della Regione! Queste saranno domande importanti a cui dovrete rispondere, mi auguro.

Dopodiché andiamo a leggere il bando: nel bando vengono esclusi quei tre criteri che avevamo stabilito, ovvero il criterio della partecipazione soltanto per coloro che avevano un permesso di soggiorno in lungo periodo, oltre ovviamente ai cittadini valdostani, e il criterio dell'immediata erogazione per chi aveva già fatto richiesta nel 2018. Perché? Perché grazie a un parere di un dirigente - una letterina più che un parere - si diceva che la prima condizione era oggetto di ricorso e quindi, essendo oggetto di ricorso - senza alcuna sentenza, badi bene - allora non si poteva utilizzare perché avrebbe ritardato il bando; un ricorso che ancora non era stato discusso, ma la cosa più divertente è sull'erogazione immediata perché questo dirigente ci diceva che quest'erogazione immediata non si poteva inserirla nel bando perché in realtà di fatto nel bando era già inserita. Vado a leggere il bando, e nel bando non c'è.

Come finisce tutta questa questione, ovviamente? Finisce con questa comunicazione. Io ho chiesto alle persone di farmi sapere, man mano che arrivavano le domande del bando affitti, come andava a svilupparsi l'esito della loro domanda e del loro pagamento e la risposta è questa: "ciao, mi avevi chiesto il mese scorso con l'avvio della procedura per il sostegno alla locazione di tenerti informato delle eventuali evoluzioni. In data 6 maggio ho inviato via mail la domanda, il 12 ho inviato spontaneamente integrazione con aggiornamento di ricevute di pagamento fino ad aprile 2020, con quest'ultima mail chiedevo se fossero tutti a posto i documenti e ricevuto per risposta, probabilmente in automatico da computer, che mi avrebbero risposto in cinque giorni per fissare appuntamento in dieci giorni per informazioni e che le domande sarebbero state riscontrate in quindici giorni. Non avendo ricevuto alcun messaggio o telefonata, ho chiesto più volte all'Urp se avessero degli elenchi come gli anni scorsi o potessero dirmi qualcosa ma niente, è più facile contattare il Presidente della Repubblica che un dipendente di quell'ufficio. Mi sono trovato però ad Aosta giovedì scorso e ho tentato di richiedere informazioni, ma l'usciere mi ha fermato già fuori dicendomi che ha spedito lei delle lettere che prima o poi sarebbero arrivate a tutti".

Questa è la condizione di persone che avevano già fatto la domanda nel 2018, domanda che doveva essere immediatamente erogata ma chissà come mai a queste persone non è mai arrivata e non è ancora arrivata oggi e siamo a giugno, il giovedì a cui ci si riferisce è della settimana scorsa, ma guarda un po'.

Arriviamo però ovviamente alla parte dedicata alla sanità, perché non c'è soltanto un intervento sociale ma c'è anche la parte dedicata alla sanità. Il collega Cognetta ci ha già ricordato e spiegato che c'è una letterina che forse qualcuno ha voluto tenere nascosta, forse perché qualcuno voleva farsi un tesoretto per affrontare al meglio la campagna elettorale, ma ovviamente c'è questa parte sanitaria che si propone degli obiettivi. E allora andiamo a esaminare qual è lo stato attuale della nostra sanità, ma soprattutto quale è stato il decorso all'interno della crisi. Voglio essere evocativo oggi, cominciamo con un'altra immagine, l'immagine iniziale di un dottore in servizio al Parini che si lamenta in un video delle mascherine che gli sono state fornite definendole chiaramente in maniera poco elegante ma sicuramente lamentandosi perché quelle mascherine non servivano assolutamente a nulla. Ebbene, questa denuncia pubblica che ha circolato per i social ha uno sviluppo, perché questo medico viene sanzionato, richiamato, non so se poi sia stato sanzionato effettivamente ma minacciato di richiamo, e la risposta pubblica che ci fornisce la sanità è: "ma quella persona ha ricevuto quei DPI perché lui non doveva essere a contatto con pazienti affetti da Covid. E come è andata a finire questa vicenda dopo che lui, sanzionato, ha dovuto scusarsi pubblicamente? Che è stato contagiato dal Covid-19!

Ma proseguiamo con lo sfogo di un'infermiera di Saint-Pierre, della famosa clinica di Saint-Pierre, che pubblica un video dove fa tutta una serie di sfoghi e dice delle cose molto precise sul trasferimento di pazienti affetti da Covid dall'ospedale Parini fino alla struttura di Saint-Pierre; questo video rimane in circolo, in rete per poche ore perché poi viene rimosso, evidentemente per un rimorso della persona che lo aveva pubblicato. Per fortuna questo video è stato salvato ed è a disposizione.

Ma veniamo alla denuncia più importante o quella che ritengo più importante, quella di una persona che non è tacciabile di essere né sovranista né populista, e parlo della direttrice del Cottolengo di Saint-Vincent Suor Clara, e voglio ringraziare qui chi, prendendo il suo sfogo, ha fatto quest'articolo che voglio leggervi, perché è importante, perché voglio che appunto tutti, se non lo avete letto, conosciate che cosa è stato detto: "Su ventidue ospiti, cinque sono deceduti e quindici risultano positivi. Lo sfogo della direttrice Suor Clara: siamo stati abbandonati, quando tutto finirà andremo via, non c'è più motivo di restare qui, nessun'altra regione in questa emergenza si è comportata in questo modo con le nostre strutture per anziani.

Il 23% degli ospiti deceduto e il 95% positivo sono i numeri drammatici della struttura protetta Cottolengo di Saint-Vincent. Degli ospiti della struttura 22 - sono tanti - sono quelli risultati contagiati, ma cosa dice la suora in questo sfogo?

La suora racconta: "Siamo stati abbandonati e lasciati soli come cani. Uno dei nostri ospiti che abbiamo subito messo in isolamento ha iniziato ad avere le prime linee di febbre e i primi sintomi di bronchite. Con il suo medico di base abbiamo chiesto che gli venisse fatto il tampone, nel frattempo la febbre aumentava con i giorni e quando il medico è tornato gli ha riscontrato una polmonite, disponendo il ricovero immediato. L'anziano è stato trasportato al Pronto Soccorso del Parini di Aosta dove è arrivato intorno alle 19. Tre ore dopo volevano rimandarcelo indietro ma io mi sono rifiutata. Al mattino si è poi avuta notizia dell'esito positivo del tampone e poche ore dopo il decesso. Altri ospiti nei giorni successivi hanno manifestato i sintomi del virus e anche per loro è arrivato l'isolamento e la richiesta di tampone, che però ci è stato rifiutato! Stranamente più avanti con i giorni sono arrivati a farlo ad un'ospite risultata poi positiva. Il 3 aprile scorso tutta la struttura è stata tamponata, ci hanno però detto di andare noi a prenderci alla USL i tamponi, di farli e poi restituirli. L'esito dei referti è stato infausto: ad eccezione di un ospite tutti gli altri sono risultati positivi. La struttura ha cercato da sola di far fronte alla situazione, a singhiozzo ci sono stati consegnati i DPI, una o due scatolette di mascherine chirurgiche, cinque tute, qualche camice monouso e poi una trentina di quella FFP2 che però oggi ci hanno detto non vanno bene ma che dobbiamo usare le FFP3. Per fortuna abbiamo la sede centrale a Torino che ci sta rifornendo".

E si va avanti illustrando anche la situazione del personale, ma la cosa che io ho trovato più disgustosa è stata leggere queste frasi: "stiamo facendo degli investimenti enormi però continuo a venire insultata e minacciata di possibili multe o denunce da chi si è ricordato di noi solo negli ultimi giorni".

Ma la cosa ancora più schifosa che ho letto è questa: "stiamo continuando a ricevere richiami in modo sgarbato da parte delle autorità che ci accusano di aver fatto dei pasticci ma stiamo pagando per dei loro errori, siamo stati trascurati, ora veniamo trattati come untori. Io posso anche portare il peso di tutte le colpe che in cuor mio so di non avere ma non posso dimenticare le parole che ho sentito pronunciare. La mancanza di rispetto e di dignità per le persone. Ci hanno detto di non intasare con i nostri anziani l'Ospedale, che non hanno risorse da buttare per persone che stanno per morire".

Questo è stato dichiarato da Suor Clara - vedete che l'intervista è molto lunga, sono molte le dichiarazioni - che incredibilmente qualche giorno dopo ci dice - e sicuramente non sarà stata convinta né contattata, assolutamente no - ma incredibilmente ci dice che quando ha rilasciato quell'intervista doveva essere stanca. Caspiterella! Ma il problema è che in realtà questo modo di pensare è plasticamente riportato esattamente in quest'articolato che andiamo a esaminare, e sapete perché? Perché ci sono due interventi, soprattutto quello sulle micro. Che cosa vanno a fare? Vanno a pagare le rette di coloro che hanno avuto le positività all'interno delle micro, e sapete perché succede questo? Questo succede perché le micro sono state ospedalizzate, e sapete perché sono state ospedalizzate? Sono state ospedalizzate perché probabilmente, esattamente come a Suor Clara, alle micro che dovevano portare degli anziani all'interno della struttura Ospedale si è risposto che non c'era spazio per i loro assistiti e quindi per una persona che ha pagato per una vita delle tasse per avere un servizio sanitario, quando ci si ammala, ed è dopo aver pagato veramente decenni e decenni di tasse, gli si dice: "per te purtroppo non c'è più posto, mi sa che devi morire".

Questa credo che sia la cosa più disgustosa emersa all'interno della crisi sanitaria che abbiamo dovuto affrontare che fa il paio ovviamente con quella del codice bianco dell'USL, ma anche su questo avremo modo di approfondire. Lo ha ricordato anche la collega Pulz la volta scorsa: un'altra vicenda che si aggiunge a quella della bambina disabile che addirittura è stata tolta ai suo genitori dalla USL con un parere che ha tolta la potestà genitoriale per un mese, parere che poi il Tribunale dei Minori ha giudicato assolutamente fasullo. Io credo che questa sia la fotografia perfetta della gestione.

Vede, e mi rivolgo a lei, Assessore, e mi scusi se parlo veloce ma cerco di fare tutte le mie riflessioni e di contenerle all'interno di un intervento; mi sono lamentato con lei perché ha fatto degli interventi Facebook e lei nell'intervento Facebook che ha fatto poi qualche giorno dopo ha detto che io mi arrabbio perché lei parla su Facebook. Io non mi arrabbio assolutamente se lei parla su Facebook, io mi arrabbio nel momento in cui lei fa delle promesse, sia vane promesse sia promesse elettorali, oppure dice delle cose inesatte alle persone, e le faccio un piccolissimo esempio: lei ricorderà la vicenda delle famose mascherine che un suo amico, questo scrive lei nel suo post, un suo amico della Valle d'Aosta che lavora in un settore differente le ha fatto avere o ha fatto avere alla nostra Valle d'Aosta 50 mila mascherine e addirittura le persone commentavano sotto e dicevano: "ma come e a chi verranno distribuite?" e lei rispondeva: "seguiremo la stessa linea come ogni riferimento, quindi inizieremo dall'Ospedale, micro, farmacie eccetera dove c'è più urgenza".

Ebbene, cosa succede? Succede che chiediamo un approfondimento su queste mascherine in Commissione e diciamo: "Ma, caspita, lei che è il responsabile della Protezione Civile, ha ricevuto questa mascherine?" "No". Il responsabile della Protezione Civile regionale ci dice che di queste mascherine non ve ne è nemmeno l'ombra. Allora chiediamo degli approfondimenti all'Assessore che ci risponde sdegnato: "proprio la USL, che al momento era fortemente in difficoltà, ha acquistato immediatamente 10 mila mascherine, una manna per i nostri operatori in quei giorni", cioè ci rassicura che queste mascherine esistono e non sono state comprate dalla Protezione Civile ma dalla USL. E allora io faccio una bella richiesta di accesso agli atti ed effettivamente arriva un documento che ci parla della storia di quest'acquisto di mascherine, perché effettivamente il 20 marzo la USL scrive: "si richiede - a questa azienda che fa scarpe - l'inizio di produzione di almeno 10 mila pezzi con consegna urgente entro martedì 24 marzo e pagamento a trenta giorni dalla consegna". Quindi si chiede - a questa azienda che fa scarpe - d'iniziare la produzione, non è che ci sono mascherine già pronte, ma di produrle per inviarle in Valle d'Aosta. Faccio un piccolo inciso: l'Assessore sapeva che queste mascherine non erano certificate, c'è scritto nella mail.

C'è una piccola letterina che parte dalla USL e va sempre a quest'azienda che dice: "la presente per comunicare che la fattura è in stato bloccato in attesa della certificazione da parte del Politecnico di Milano". Quindi prima si ordinano le mascherine in tutta urgenza, poi si blocca la fattura dicendo che queste mascherine non sono certificate, quindi si blocca il pagamento della fattura, intanto le mascherine arrivano.

Poi c'è un'altra incredibile lettera che arriva, pensate un po', il 21 di aprile, esattamente il giorno in cui io trasmetto la mia richiesta di accesso agli atti agli uffici e questa lettera che viene fatta il 21 di aprile, lo stesso giorno in cui io trasmetto la mia richiesta di accesso agli altri uffici, dice: "con la presente, a seguito della mail ricevuta in data 20 aprile, si comunica che la fornitura di mascherine, non essendo conforme alla normativa vigente, tenuto conto dell'impossibilità di convertire l'uso della mascherina da sanitaria a civile, impone la restituzione di 9.940 pezzi. Si fa presente che le restanti 60 mascherine sono state distribuite ad operatori non sanitari in mancanza di mascherine chirurgiche".

Quindi lei, caro Assessore, ha fatto una simpatica pantomima su Facebook, dicendo che aveva acquistato 50 mila mascherine, e poi ci rendiamo conto che quelle mascherine che lei ha acquistato e che la USL ha ordinato al suo amico, o all'azienda del suo amico, non ho idea, questo è quello che scrive lei su Facebook, in realtà non esistono ma avete trattenuto 60 di quelle mascherine dandole non so a chi, visto che non sono certificate, e non so se queste persone utilizzandole magari si sono anche ammalate, se queste maschere non sono certificate. Qui non c'è scritto se le avete pagate o meno, però questo sarà importante perché un'azienda che si veda ordinare delle mascherine e poi ovviamente le si dice: "eh no, ma non sono certificate", anche se tu lo sapevi già" e poi non se le vede pagare, non so come reagisce.

Un altro post di questo tipo, Assessore, ovviamente è quello che riguarda le assunzioni. Lei propaganda assunzioni a tutto spiano, anche con persone che non hanno la qualifica professionale di OSS, questo è riportato in un suo post che ha pubblicato, ma i commenti che ci sono a seguito, peraltro lei invita le persone a iscriversi a un'agenzia per il lavoro, non so questo come possa intendersi o come possa essere interpretato dal momento in cui quando ha scritto il post quelle due comunità alle quali fa riferimento non erano nella disponibilità della USL, quindi è un po' curiosa questa scrittura, ma sicuramente non sarà una captatio benevolentiae per le elezioni, però capisce che tutta questa cosa e tutta questa somma di questioni messa assieme un pochino di dubbi la solleva sulla vostra gestione della crisi e sulle vere finalità del vostro lavoro, e il mancato rispetto verso chi si trova in una situazione di necessità è evidenziata anche, per esempio, nel mancato rispetto degli impegni presi da questo Consiglio. Ricordiamo tutti gli impegni presi con un ordine del giorno relativo alla disabilità, e, nello specifico, relativo all'individuazione di persone che potessero tradurre nel linguaggio dei segni le conferenze stampa che facevate con la mascherina davanti alla faccia, perché non avevate nemmeno il pudore di distanziarvi e non utilizzare la mascherina per far capire ai sordomuti cosa stavate dicendo, ebbene, in ogni singola conferenza stampa che avete fatto con la mascherina bella fissata davanti alla faccia non siete riusciti, a settimane di distanza, a trovare nemmeno un interprete del linguaggio dei segni, e questo è la quadra del rispetto che voi date alle persone che avrebbero bisogno invece di sostegno da parte della pubblica Amministrazione.

Concludo, avrei ancora molte cose da dire, magari qualche intervento lo farò ancora, ma concludo nel fare una valutazione: io credo che ci sia una necessità oggi e sia la necessità di dare vere risposte alle persone e non interventi e spot che effettivamente, come già qualcuno ha evocato, probabilmente non sono nemmeno così attinenti all'emergenza Covid, perché effettivamente fa abbastanza specie leggere di alcuni interventi su alcune materie denominate "interventi Covid", non faccio l'elenco tanto avremo modo di approfondire ancora durante questa seduta.

Quello che però ho visto è stato un comportamento e un atteggiamento da parte di questo Governo, e non parlo neanche della maggioranza perché io credo che gran parte dei Consiglieri della ex maggioranza siano stati completamente e volutamente esclusi da chi oggi ricopre posizioni di vertice, proprio perché chi può dettare le regole oggi può anche avere un beneficio elettorale domani. Io quindi credo che questo risentimento e questa necessità di richiesta di chiarezza arrivi anche dai Consiglieri dell'ex maggioranza, anche se ovviamente non lo possono esplicitare.

Oggi ho trovato di estremo cattivo gusto aver passato settimane e settimane a lavorare su un provvedimento segretissimo di cui non si poteva avere testo, tabelle, riferimenti e nient'altro, dopo averlo ricevuto a seguito di minacce ripetute abbiamo avuto questo testo e poi, oggi, si viene in aula dopo 50 emendamenti del Governo a dire con il cappello in mano: beh, votatecelo".

Io credo che sia un ragionamento che non ha né capo né coda, io non so come andrà a finire la storia di quest'emendamento ma io credo che, nonostante voi abbiate impostato le cose per riuscire a dare gli ultimi colpi di coda finché rimanete attaccati su quelle poltrone, anche se voi cercate e pensate di raccogliere qualche briciolino di consenso con questi sistemi, per quanti regalini possiate fare, gli errori che avete commesso e la gravità della situazione è talmente importante che le persone, nonostante i regali, se lo ricorderanno.

Dalle ore 18:10 assume la Presidenza il vicepresidente Farcoz.

Farcoz (Président) - La parole au conseiller secrétaire Vesan.

Vesan (M5S) - Vorrei, dopo il grande excursus del collega Manfrin, anch'io partecipare un momento all'inquadramento di questa legge. Questa legge è sostanzialmente un intervento per la risoluzione di un'emergenza che si è creata all'interno della nostra regione, in prima battuta dal punto di vista sanitario e, a seguito delle cure per l'emergenza sanitaria che si sono imposte per evitare danni più gravi, anche da un punto di vista economico.

Come siamo messi noi in Valle d'Aosta dal punto di vista sanitario su quest'emergenza? Siamo messi veramente piuttosto male, stiamo comportandoci come se fosse tutto risolto ma non possiamo dimenticarci che la regione Valle d'Aosta è quella con il maggior numero di contagiati pro capite di tutta Italia, peggio della Lombardia. Che la regione Valle d'Aosta è la seconda in tutta Italia e con largo margine sulla terza per la mortalità.

Noi tendiamo a vedere i grafici che ci illustrano l'Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte e la Liguria, ma in realtà dopo la Lombardia, come numero di morti pro-capite, c'è la nostra regione con dei numeri particolarmente impressionanti.

Nella settimana dal 29 marzo al 4 aprile, il dato settimanale che quindi anche con i numeri piccoli come la nostra regione permette di fare un'analisi statistica significativa, è stato di 326,3 morti per milione di abitanti. In nessuna settimana di crisi e in nessun'altra regione italiana è stato superato questo valore. In Valle d'Aosta si è morti per Covid più che in qualunque altra regione, non solo in questa settimana quando abbiamo fatto il record assoluto ma anche in quella successiva.

Il primo posto per contagiati è stato ripetutamente giustificato da chi ha gestito l'emergenza sanitaria dicendo che noi avevamo tanti contagiati perché facevamo tantissimi tamponi, quindi facendo tantissimi tamponi ci trovavamo nella condizione di trovare più contagiati che altri non trovavano. Ebbene, questo dato è facilmente confutabile perché la Valle d'Aosta tutt'ora, a oggi, non al momento in cui avevamo il picco d'inizio aprile, a oggi è la quarta regione italiana nel rapporto contagiati-tamponi, cioè quanti contagiati trova in funzione dei tamponi che fa, ciò nonostante abbia cominciato a fare un numero di tamponi decisamente più basso, molto più basso di quello che ci è stato annunciato in Commissione e trattiamo all'interno di questa proposta di legge l'emergenza sanitaria come se fosse conclusa.

Noi non siamo qui a operare per salvare i Valdostani dal Covid, noi siamo qui a riparare i danni che il Covid ha causato.

Proprio dal punto di vista sanitario è emblematico quello che prevediamo in questa legge, noi in questa legge prevediamo di assegnare un premio di risultato, un bonus, a tutti gli operatori che si sono occupati di risolvere il Covid. Sarebbe un po' come se la Juventus assegnasse il premio scudetto ai propri giocatori in questo momento. Non è così, non è risolta la situazione emergenziale e se abbiamo delle risorse disponibili e abbiamo delle risorse disponibili in ambito sanitario, dobbiamo usarle adesso per risolvere l'emergenza sanitaria, non per fare festa tutti assieme con dei soldi in più perché abbiamo già risolto tutto quanto.

Questo è uno degli esempi che evidenziano come una legge emergenziale possa essere trasformata, a ridosso della campagna elettorale per la Regione e per i Comuni, in una legge meramente elettorale. Io non ho sentito richieste da parte di nessun operatore sanitario di questo bonus, sicuramente meritano tutta la nostra riconoscenza ma in questo momento le risorse dovrebbero essere destinate a risolvere problemi che ci sono ancora e invece qui ci comportiamo come se l'unico vero grande problema... la proposta della Giunta ci presenta un problema come se il problema fosse quello di riuscire a confermare la rielezione in occasione della ormai imminente campagna elettorale.

È notizia di oggi che l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il referente europeo, ha dichiarato che dalla scorsa settimana i casi in Europa, dopo mesi di calo, sono in aumento.

Qui facciamo come se non fosse vero, facciamo come se non fosse vero che ben nascosti nei dati che la Giunta ci fornisce, cioè che abbiamo solamente più che nove contagiati di cui tre asintomatici e solo tre in Ospedale, non ci sia scritto nascosto in una tabella Excel che, con una somma che bisogna farsi da soli, perché non ci viene proposta, ci sono in Valle d'Aosta, a ieri pomeriggio, ancora 159 persone isolate a causa dell'emergenza Covid.

Il Presidente Testolin, che come ha detto il collega Manfrin si è presentato in aula con il cappello in mano - cosa piuttosto triste, ci sarebbe piaciuto risolverla con una legge regionale sulla governabilità almeno per le prossime legislature, purtroppo non possiamo farlo, cerchiamo di operare almeno per la risoluzione di quest'emergenza per poi lasciare finalmente il posto libero a chi dovrà dare un altro tipo di risposta - il Presidente Testolin ha introdotto il suo discorso dicendo: "abbiamo cercato di condividere" e "Questo è l'atto più condiviso possibile".

Chiedo scusa, Presidente, le sarà sembrato, perché se devo dire quello che riguarda la nostra forza politica, non abbiamo avuto nessun riscontro di questa condivisione o disponibilità, anzi, abbiamo tristemente dovuto riscontrare che anche l'accesso agli atti e alle informazioni quando li abbiamo presentati per avere dati sulla situazione e dati sui numeri con i quali siete partiti per fare questa proposta di legge, dati in ambito scolastico, dati in ambito sanitario, ma nemmeno siamo riusciti a capire per quali impianti di risalita volete utilizzare 15 milioni! Non riusciamo assolutamente a vedere dove sia stata questa condivisione. Sicuramente non in Commissione e non l'ho nemmeno vista nella sua proposta iniziale.

Che cosa presenta il Movimento 5 Stelle? Presenterà tutta una serie di emendamenti finalizzati a riportare nell'alveo emergenziale questo testo di legge, cercando di prescindere dai criteri di assegnazione a pioggia che potrebbero tanto piacere a chi si candida per le prossime elezioni, come ad esempio il criterio con cui alle varie imprese delle varie categorie il finanziamento viene assegnato in ordine cronologico di presentazione della domanda.

Ecco, una norma che dovrebbe risolvere un'emergenza, che dovrebbe risolvere un problema esistente e che decide che le risorse vengano date a chi arriva prima, tutte a chi arriva prima e niente a chi arriva dopo, secondo noi non è un criterio accettabile.

Abbiamo presentato delle proposte diverse in cui tendiamo a sostenere con queste risorse tutte le imprese che si sono trovate ad affrontare delle spese supplementari a causa dell'emergenza.

Se non riusciamo a dare tutto a tutti, perché sappiamo che le risorse sono purtroppo finite, cerchiamo di dare tanto a tutti e non, come invece proposto in questo testo, di dare tutto a tanti. Se i tanti poi avranno impegnato tante risorse, utilizzando fino al tetto massimo che avete ipotizzato, probabilmente, si arriverà invece a dare tutto a pochi.

Anche sulla scorta di questo, il nostro intervento va a modificare l'assegnazione dei soldi previsti per i Comuni.

Questa proposta di legge emergenziale risolve l'emergenza dicendo: ogni Comune della Valle d'Aosta ha 300 mila euro, faccia un po' quello che vuole. Ecco, questo per noi non è la risoluzione di un'emergenza, è vero che assegnare le risorse all'imprenditoria è utile, è fondamentale, però anche in quest'ambito bisogna riuscire ad assegnare le risorse in funzione delle necessità, invece i Comuni hanno ricevuto, indipendentemente dalla loro dimensione, dalle spese che hanno affrontato, dal numero di abitanti, dalla reale necessità, lo stesso tipo di assegnazione. Questa è di nuovo, tristemente travestita da norma emergenziale, una norma elettorale perché in fondo anche i nostri Sindaci tengono famiglia e devono potersi pagare la campagna elettorale.

La nostra proposta è che questi importi invece vengano rideterminati in funzione delle risorse disponibili per gli avanzi di bilancio e anche in funzione della dimensione dei Comuni. Non solo, ma abbiamo chiesto ripetutamente, in tutte le occasioni, che questa quota fosse assegnata con un vincolo di destinazione per interventi sulle strutture pubbliche per la risoluzione dell'emergenza e, invece, si è preferito dire che non c'è nessun vincolo di destinazione.

Di nuovo, non è una norma risolutiva, è solo una norma di distribuzione di soldi a pioggia, probabilmente questa maggioranza, figlia di tante altre maggioranze precedenti, non è in grado di gestire le risorse in modo diverso.

Vero è che però, di fronte a questo atto, abbiamo avuto invece finalmente un cambio di posizione. Il Presidente del Celva ha deciso di iniziare la révolte des "Fusciacche" dichiarando che se non avesse avuto tutti i soldi che gli erano stati promessi... presidente Testolin, lei viene qui con il cappello in mano ma poi al Celva si presenta dicendo che ha pronti i soldi da dare, perché questi signori annunciano pubblicamente di aver già avuto un accordo per avere tutti questi soldi.

Il Presidente del Celva che ha preso quest'iniziativa invece non ha fatto neanche una piega nel momento in cui una maggioranza precedente in un'altra legislatura rastrellava tutti gli avanzi di bilancio, non è stato visto a restituire la fusciacca, sicuramente invece è stato visto al Celva quando alzava la mano dicendo che il rastrellamento degli avanzi di bilancio di tutti i Comuni della Valle d'Aosta fatto da parte della Regione andava bene, e forse lo stesso è successo quando sempre l'Amministrazione regionale, sempre di questa legislatura precedente, incamerava tutti i sovracanoni Bim dei Comuni trasferendoli, non tutti, solo quelli dal 2009 in avanti, trasferendoli direttamente nelle casse della Regione.

La nostra proposta è di assegnare delle risorse ai Comuni e di demandare ai Comuni la risoluzione dei livelli di emergenza che si sono dovuti provare ad affrontare. Visto che queste risorse non sono assegnate in questo modo dalla legge, noi abbiamo presentato un emendamento che cerca di andare in questa direzione. Così come molti altri emendamenti che cercano di riportare un'attenzione maggiore su quelle che sono secondo noi le risposte da dare ai cittadini valdostani prima ancora dell'emergenza economica e sono la risoluzione dell'emergenza sanitaria e la risoluzione dell'attuale emergenza scolastica.

Abbiamo ricevuto dichiarazioni di tutti i tipi, qualcuna che parlava addirittura di una riapertura delle scuole a maggio, ma quando abbiamo chiesto i dati per sapere cosa deve essere fatto puntualmente, scuola per scuola, cosa deve essere fatto nelle scuole valdostane per essere certi di riaprire a settembre, abbiamo avuto le solite risposte vaghe. Anzi, abbiamo finito per trovarci con questa legge in cui c'è scritto che gli interventi sull'edilizia scolastica che non riguardino la scuola superiore di secondo grado sono in capo ai Comuni che possono usare, se vogliono, un po' di questi 300 mila euro.

Se questa legge sarà così come presentata la risposta che i Valdostani aspettano, noi siamo seriamente molto preoccupati e confidiamo che nel dibattito all'interno di quest'Aula, quando andremo ad affrontare tutti gli emendamenti, si possano apportare dei correttivi in modo da renderla una reale risposta per i Valdostani e non la risposta alle necessità di chi, nei prossimi mesi, eserciterà il diritto di elettorato passivo.

Président - La parole à la collègue Morelli.

Morelli (AV) - Non so se questa sarà una lunga maratona oratoria, come ha detto una collega, o un unico grande comizio elettorale come mi ha detto un giornalista che ho incontrato poco fa.

Io vorrei sinteticamente riprendere i contenuti dell'intervento iniziale del presidente Testolin, perché il disegno di legge sull'assestamento al bilancio di previsione della Regione quest'anno assume una valenza e un significato del tutto particolari. È infatti completamente improntato al contrasto degli effetti negativi in termini economici, sanitari e sociali dell'emergenza epidemica da Covid-19.

A differenza dei due precedenti atti legislativi collegati all'emergenza sanitaria che hanno visto la luce in pieno lockdown con il confinamento in casa della popolazione e con la sospensione forzata di gran parte delle attività economiche, questo terzo provvedimento si situa in quella che viene definita la fase 3, caratterizzata dalla fortunatamente sempre minore virulenza della malattia e del contagio, dalla graduale riapertura delle attività economiche e degli uffici pubblici oltre che dal progressivo allentamento delle misure di distanziamento sociale. Potrebbe quasi sembrare una sorta di ritorno alla normalità.

In realtà crediamo debba essere proprio la situazione attuale a renderci tutti molto consapevoli di quanto il mondo sia cambiato in pochi mesi e di quanto difficile sarà, anche per la nostra comunità, ritrovare delle condizioni sociali economiche lavorative sanitarie di maggiore serenità, non solo perché potrebbe esservi una recrudescenza e un ritorno della pandemia, ma anche perché gli esperti ci mettono in guardia contro la possibilità che epidemie di questo tipo diventino più frequenti e in qualche modo si debba imparare a conviverci e perché, come giustamente diceva qualche collega, lo strascico della crisi si prolungherà ben oltre il breve periodo che ancora compete a questo Consiglio regionale.

Sarà probabile che ci si trovi a dover adottare un modus vivendi a livello globale che ci permetta di convivere con rischi di questa natura, perché un lockdown totale e quasi assoluto, come quello che abbiamo vissuto in questi mesi, noi non ce lo potremmo più permettere dal punto di vista dell'economia, salvo andare a compromettere in modo irreversibile un sistema economico che è anche garanzia e fondamento di un sistema sanitario che è necessario per far fronte, giustamente, a questi fenomeni.

Per questo motivo sono e saranno necessarie regole sanitarie di convivenza civile chiare, ragionevoli e ragionate, perché necessarie, che devono essere rispettate, così come ci vorrà da parte di ognuno di noi lo spirito di adattamento adeguato. Non sarà facile trovare la giusta mediazione tra le diverse esigenze ma crediamo che con questo problema tutti dovremo fare i conti e adottare un atteggiamento proattivo.

A livello valdostano crediamo che questa pandemia non avrebbe potuto coglierci in un momento di più grande difficoltà con una situazione politica estremamente critica, frammentata, in attesa di elezioni regionali anticipate con un'attività amministrativa condizionata dal regime di prorogatio ma che deve comunque, e direi esclusivamente, far fronte all'obbligo di rispondere ai bisogni urgenti della comunità, sotto i diversi profili sanitario, economico e sociale.

Per questo la legge di assestamento di bilancio si connota esclusivamente in funzione dell'emergenza Covid-19, declinata nelle sue fasi susseguenti che vanno dalla chiusura totale dei primi di marzo, con tutti i problemi enormi che conosciamo, alla riapertura attuale e prova anche ad andare più in là; ne deriva la scrittura di un provvedimento corposo, articolato secondo diverse aree d'intervento dettate dalle priorità legate a questo momento, a cui il nostro Gruppo di Alliance Valdôtaine ha dato il suo contributo propositivo e fattivo, sia per quanto riguarda la componente che siede nei banchi della Giunta sia per la parte che lavora nel Consiglio e all'interno delle Commissioni.

Probabilmente il lavoro avrebbe potuto essere più rapido se si fosse scelto di affrontare pochi temi precisi e circoscritti; in realtà gli ambiti d'intervento necessari sono talmente tanti, perché le problematiche sono talmente tante, che un po', obtorto collo, si è dovuto cercare di affrontare il più possibile le problematiche, ed è stato un lavoro complesso che è iniziato con la ricognizione delle criticità espresse da parte delle rappresentanze delle diverse categorie - che naturalmente ringraziamo per il contributo che hanno dato - e che è proseguito con l'individuazione dei bisogni e che si è concluso con la proposta delle soluzioni e delle misure.

È un lavoro di stesura, di cucitura, anche di mediazione che ha visto impegnato tutto il Consiglio regionale, le Commissioni consiliari e naturalmente la Giunta per diverse settimane in collaborazione con gli uffici e le strutture competenti del Consiglio e della Regione che credo sia giusto e doveroso ringraziare per l'impegno, per il lavoro e anche, talvolta, per la pazienza.

Il risultato che ne è scaturito è un disegno di legge sicuramente ampio che coinvolge tutti gli aspetti essenziali, depositato dalla Giunta regionale suscettibile di essere integrato e migliorato dall'apporto del dibattito in Consiglio regionale ma è un testo di legge che va reso operativo nel più breve tempo possibile, perché assume il carattere dell'urgenza e dell'esigenza di fare fronte in tempi rapidi al grave momento di difficoltà.

Questo è quanto la comunità valdostana si aspetta da noi, uno sforzo legislativo possibilmente collettivo che nel rispetto delle differenze politiche, di visione e talvolta anche ideologiche, tenda al raggiungimento di obiettivi comuni che sono d'importanza vitale per la Valle d'Aosta.

Non voglio ripercorrere i contenuti del disegno di legge che sono già stati molto ben espressi dai relatori, ma semplicemente voglio puntualizzare alcune questioni su alcuni settori, in particolare, primo fra tutti, quello della sanità, settore da mettere in sicurezza in risposta alle criticità riscontrate nei mesi scorsi, anche nella malaugurata prospettiva di un possibile ritorno dell'epidemia che non deve coglierci impreparati, soprattutto per quanto concerne l'organizzazione dei servizi sul territorio che vanno integrati, che vanno rinforzati per consentire all'Ospedale di continuare a svolgere il suo ruolo principale.

Vorrei tornare brevemente su quanto espresso poc'anzi da un collega, che ha definito l'indennità Covid un contributo elettoralistico per fare festa tutti insieme.

Io credo che questa definizione sia estremamente offensiva non solo di chi - e c'è buona parte del Consiglio regionale che condivide quest'idea - avanza questa proposta, ma anche nei confronti di chi ha operato in questi mesi rischiando e dimostrando un'abnegazione e una dedizione che credo vadano oltre l'ordinarietà.

Quest'indennità Covid, per come l'interpretiamo, vuole essere l'espressione tangibile della riconoscenza non nostra, non dei Consiglieri regionali che vogliono farsi la campagna elettorale ma della collettività valdostana che esprime in questo modo la propria gratitudine, perché noi non rappresentiamo noi stessi, ma la comunità valdostana, che esprime la propria gratitudine nei confronti di tutte quelle figure che si sono impegnate.

E poi la scuola, l'istituzione penalizzata drammaticamente dal lockdown, che dovrà riaprire i battenti in condizioni adeguate di sicurezza e di didattica garantendo uguali possibilità per i nostri ragazzi su tutto il territorio regionale e a tutti i gradi d'insegnamento in termini di spazi, di risorse umane, di dotazioni adeguate e per questo la Regione, ma soprattutto gli enti locali devono essere messi nella condizione d'intervenire con tempestività per adeguare le sedi scolastiche alle nuove regole e alle esigenze contingenti.

Per questo, ma non soltanto, si è politicamente scelto di dare centralità ai Comuni, a tutti i Comuni in egual misura. Questa è una scelta politica, si può pensarla in modo diverso, la nostra scelta è stata questa, sul modello del federalismo che riconosce pari dignità e capacità di programmazione d'interventi a ogni Comune, andando a creare lavoro, cercando di essere volano per un rilancio dell'economia e in particolare di un settore penalizzato come quello dell'edilizia.

Il terzo pilier è quello delle attività economiche, le imprese valdostane che con pochissime eccezioni sono tutte pesantemente provate; imprese commerciali, turistiche, agricole, artigianali, industriali a cui è necessario ridare prospettive, per quanto può fare il pubblico che non può fare tutto, compatibilmente con le risorse disponibili andando ad agire su un duplice binario d'intervento, il primo che tenda a compensare le perdite subite in questo periodo e il secondo che vada a favorire la ripartenza con un'attenzione alla salvaguardia dell'occupazione.

Siamo coscienti che non sarà sufficiente, che non sarà facile: l'approfondimento di pochi giorni fa di Banca Italia che denuncia che il commercio e il turismo in Valle d'Aosta hanno subito un vero e proprio tracollo con perdite che vanno dal 30% in su e con preoccupazioni forti per il prosieguo della stagione estiva ce lo conferma.

Non so se questo è per dare tutto a pochi o poco a tanti, come diceva poc'anzi qualcuno, stupisce un po' che critiche così aspre vengano da un collega che appartiene a un Gruppo, forse l'unico all'interno di questo Consiglio regionale, che non si sia mai assunto una responsabilità di Governo, credo proprio che sia l'unico Gruppo.

Facile dare lezioni quando si rimane sempre un pochino indietro. Qui credo che tutti abbiano provato nei fatti cosa significhi assumersi delle responsabilità e quanto sia difficile. Noi non abbiamo inteso sottrarci alle nostre responsabilità rispetto al varo di una manovra finanziaria che è sicuramente indifferibile e urgente. Dopodiché la parola tornerà agli elettori che saranno loro a valutare e speriamo che lo possano fare in quello che come Gruppo di Alliance Valdôtaine ci auguriamo sarà l'Election Day, che viene proposto con l'emendamento all'articolo 41, da noi sottoscritto assieme ai colleghi dell'Union Valdôtaine.

Ma oggi il confronto è qui in aula, noi non ci sottraiamo e cercheremo di portare il nostro contributo proficuo.

Dalle ore 18:30 riassume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - La parola alla collega Russo, prego.

Russo (M5S) - Questo doveva essere il tempo per cambiare e non per ripetere, il tempo per dimostrare ai Valdostani che questa classe politica tiene davvero a tutta la comunità valdostana, ma invece abbiamo riconfermato sempre la stessa modalità di gestione, sia nelle audizioni sia nella stesura della legge che ci apprestiamo a discutere.

Mi chiedo che senso abbia aver effettuato ore e ore di audizioni, peraltro molto interessanti, di numerosi portatori d'interesse, quando di molte delle loro riflessioni vi sono rare estemporanee tracce.

Mi chiedo che senso abbia che dal punto di vista dell'onestà siano state date già per approvate alcune misure presenti in questo DL, quando non era neanche iniziata la lettura nelle relative Commissioni. Ci apprestiamo a discutere una legge che è contemporaneamente un assestamento di bilancio e una legge di risposta all'emergenza Covid. In piena campagna elettorale.

Anche se siamo nella fase 3 post-pandemia e anche se il contesto in cui agiamo è profondamente incerto e fragile, la strenua ricerca di consensi e la volontà di soddisfare le richieste dell'elettorato sono sempre la priorità assoluta. Le disposizioni previste in legge vengono spesso definite senza tener conto dell'effettiva possibilità di compiere in sicurezza tali scelte, il tutto ha creato un clima di lavoro davvero insostenibile, non produttivo e confuso.

La politica deve tornare presto, velocemente, a portare con sé concetti meravigliosi - lo voglio dire perché per me sono meravigliosi e sono il motivo per cui mi ero candidata - come bene comune, partecipazione, diritti e doveri di ognuno. Deve rapidamente tornare a essere responsabile della stabilità e del bene di tutta la comunità e della sua polis.

Le morti e la paura ci hanno fatto vedere con chiarezza che il nostro sistema politico, amministrativo, socio sanitario ed economico deve essere rapidamente rivisto.

Fra pochi mesi ci saranno le elezioni e almeno la classe politica cambierà, ma con mia continua immensa incredulità altri preziosissimi mesi sono stati persi, mesi che invece dovevano, e sottolineo dovevano, essere utilizzati non solo per destinare risorse finanziarie ed economiche importanti e sacrosante ai vari settori, ma per scegliere in quale direzione e con quali obiettivi le risorse economiche pubbliche messe a disposizione dovevano essere indirizzate.

Questo DL, che ovviamente avrà dei correttivi tramite i nostri emendamenti, ha stabilito a chi dare le risorse economiche a disposizione; abbiamo cercato di garantire, come sempre, di arrivare alla più ampia platea possibile di categorie di persone con comunque l'ovvia e ormai ripetuta attenzione per alcuni settori piuttosto che per altri.

Credo però che questa legge scaricata dalla Giunta, che è nata per rispondere agli effetti Covid-19, dovesse almeno prevedere poche azioni chiare e definite da realizzarsi nei prossimi sei mesi per riorientare il tessuto economico valdostano, per prendere in carico il problema della disoccupazione che si farà sentire in modo importante quando finiranno i sostegni statali: la definizione di due o tre strategie di rapida attuazione per rilanciare il turismo; la riorganizzazione della medicina territoriale e di quella ospedaliera; la definizione dell'offerta scolastica valdostana, che sfrutti appieno tutte le risorse presenti nel territorio.

L'arrivo del Covid-19 è stato uno shock a livello sanitario, ma anche sociale e culturale, per la nostra regione, l'arrivo del ciclone, e lo chiamerei proprio così, Covid-19 ha creato paura e sgomento non solo tra la popolazione, non solo tra noi Consiglieri, ma anche tra il personale medico.

Siamo stati testimoni di una crescita esponenziale del numero di nuovi contagi, dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva e poi del numero di morti in un sistema sanitario in continuo affanno e fatica senza strategie definite, come bene abbiamo potuto constatare ripetutamente durante l'audizione in V Commissione, dove la direzione sanitaria non è parsa avere la situazione sanitaria sotto controllo anche se supportata da una task-force, sul cui operato ancora non abbiamo chiarezza né tantomeno conoscenza.

Ora sappiamo molto, anzi, moltissimo di più sul Covid-19 nel caso di un'eventuale seconda ondata, così non ci troveremo più in una situazione di simile ignoranza e impotenza di fronte al virus e alla malattia e infatti saremo sicuramente più preparati.

Forse però, permettetemi, anche in questa legge ci siamo preoccupati molto e giustamente di contenere i danni economici causati dal lockdown, ma poco o pochissimo degli effetti negativi che il prolungato lockdown e con esso il prolungato snaturamento della nostra vita sociale e affettiva avranno sulla nostra salute psicologica e su quella dei nostri figli.

A me preme sottolineare che i danni economici sono ingenti ma lo sono ugualmente i danni a livello socio-sanitario, infatti già ora tra i danni collaterali di Covid c'è un chiaro peggioramento della gestione sanitaria e di molte altre patologie acute e croniche che, a causa del Covid, sono state messe in secondo piano. Non ci dimentichiamo del problema dell'allungamento delle liste d'attesa che, da una ricerca che è stata fatta oggi, sembra che andranno a raddoppiarsi nei prossimi sei mesi. Ancora più sottili ma possibilmente più devastanti sono i danni legati alle difficoltà psicologiche causate dall'isolamento, dalla crisi finanziaria e dal peggioramento del servizio sanitario. Tra questi mi preoccupano particolarmente quelli causati a bambini e adolescenti la cui vita sociale è stata completamente sconvolta, esponendo la fragilità emotiva e cognitiva tipica dell'età dello sviluppo. Per non parlare dei limiti dell'educazione scolastica a distanza - limiti riscontrati soprattutto per i bambini più fragili o in difficoltà - che ha introdotto un ulteriore e devastante elemento di discriminazione tra i minori.

Le principali azioni che la nostra Regione dovrebbe mettere in campo rapidamente, ma che non ho trovato in questa legge, per farci trovare pronti a un'eventuale nuova ondata e per contenere almeno in parte gli effetti del lockdown sono: un monitoraggio e una sorveglianza epidemiologica attenta e sistematica tramite un osservatorio epidemiologico con personale altamente qualificato. Si tratta in altre parole di usare in modo copioso i test virologici e sierologici per determinare sia il ritorno potenziale del virus che lo stato di immunità della popolazione, il tutto attraverso campionamenti capillari ripetuti nel tempo, analisi dei dati e, se necessario, un rapido intervento d'identificazione e isolamento dei contatti fino al possibile instaurare di zone rosse limitate sia nello spazio che nel tempo.

La seconda azione è il rafforzamento forte e rapido delle nostre strutture ospedaliere e territoriali, in modo da farsi trovare preparati in casi di seconda ondata. Qui si torna ovviamente a parlare di preparazione a livello di strutture ospedaliere della gestione delle RSA della presenza di personale, medici e infermieri in primis, preparato a questo tipo di emergenza con un numero adeguato di dispositivi di protezione, scorte di disinfettanti, ventilatori e letti di terapia intensiva.

Si tratta, dal punto di vista dei medicinali, di mettersi in condizione di poter usare rapidamente molte dosi di farmaci per curare il Covid insieme alle sacche di plasma di pazienti guariti e convalescenti. Anche qui si tratta di fare un investimento costoso ma il gioco varrebbe sicuramente la candela per prepararci a questa pandemia ma anche eventualmente ad altre pandemie che potranno arrivare in un mondo che, sappiamo, è sempre più globalizzato.

Dobbiamo rapidamente focalizzarci su una riprogettazione organizzativa di ogni distretto socio-sanitario e della riorganizzazione gestionale delle strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie per anziani, misurandone rapidamente i risultati e, nel caso siano negativi, ricambiando la riorganizzazione.

La terza azione sta in un sostegno importante alle fasce deboli, agli anziani, ai disabili e alle donne che hanno subito violenza.

Una quarta sta invece in una destinazione delle risorse agli enti locali, oculata e proporzionata alla situazione di ogni Comune.

Una quinta sta in un accompagnamento lungo e costante alle imprese in questo momento di lockdown per ristrutturarsi e riorganizzarsi.

Un accenno finale lo voglio portare sulla scuola che dovrebbe essere, insieme alla sanità, sempre, e tanto più in questo momento, al centro delle nostre valutazioni e delle nostre scelte.

Abbiamo riaperto tutto, trasporto, attività commerciali, bar, parchi e castelli, ma di cosa sarà della scuola ad oggi che siamo al 25 giugno ancora non abbiamo contezza né noi né i Sindaci e né i dirigenti scolastici. Perché non abbiamo utilizzato questi mesi e la nostra economia per una rimodulazione vera e sostanziale dell'attività didattica? Abbiamo bisogno di favorire l'interdisciplinarità e di portare la scuola verso il territorio, verso i luoghi culturali, reinserirla come protagonista attiva della nostra vita sociale. Insomma, aprire e rinnovare gli spazi didattici della scuola tenendo anche conto delle nuove esigenze del virus.

Dobbiamo rimodulare l'utilizzo numerologico della valutazione, ancora predominante e assolutamente inopportuno in questo momento di didattica digitale, e bisogna riqualificare in modo importante la formazione e il lavoro degli insegnanti.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Vedete, presidente Testolin e collega Morelli, se c'è una cosa nella vita che io proprio non riesco ad accettare è l'ipocrisia, non la riesco ad accettare come persona nella vita reale perché ognuno deve agire e assumersi la responsabilità delle proprie azioni, di ciò che fa e di ciò che dice e di ciò che pensa. Qualunque cosa sia, nella vita bisogna avere un'unica faccia e non avere maschere. Ciò che per me è insopportabile è vedere le maschere con cui vi travestite quando arrivate in questo Consiglio per nascondere l'arroganza che avete sempre dimostrato in tutte le vostre azioni di Governo, l'arroganza che in questo periodo ha raggiunto veramente l'apoteosi, lo avevate dimostrato prima, ricordiamoci che eravate già arrivati per la legge di bilancio a non avere i numeri, ma comunque avete sempre agito come se fosse una maggioranza molto ampia senza mai tenere conto di tutto quello che diceva la minoranza, delle richieste della minoranza, avete sempre fatto da soli e abbiamo visto che poi siamo finiti come siamo finiti.

Ma non solo, lei, collega Morelli, ha il coraggio di dire "stiamo facendo uno spot", chiaramente il tutto riferito a noi dell'opposizione che stiamo parlando, "stiamo facendo uno spot elettorale".

É inaccettabile che lei venga a dire questo, perché lo spot elettorale è quello che avete fatto voi, e soprattutto lo ha fatto il Presidente insieme agli Assessori, in tutto questo periodo in cui noi non abbiamo aperto bocca, vi abbiamo lasciato lavorare.

Da quando è iniziata la pandemia, noi siamo spariti dalla scena, volontariamente, per senso di responsabilità, perché in un momento drammatico come quello che stava vivendo la nostra comunità, l'unica cosa che potevamo fare era stare zitti nella speranza che riusciste a fare il miglior lavoro possibile per il bene dei Valdostani. Ogni terzo minuto noi avevamo una quantità di denunce enormi che avremmo potuto portare in Consiglio, cioè non c'era il Consiglio quindi non avremmo neanche potuto dire, ma saremmo potuti uscire con comunicati stampa tutti i giorni, denunciando ogni azione che avevate fatto perché ci sarebbe stato da tirare giù un libro in questo periodo, ma non abbiamo detto niente!

Il Consiglio non si riuniva, la maggioranza non c'era, non vi sentivamo, non potevamo fare assolutamente niente e siamo stati zitti, vi abbiamo lasciati lavorare. Questo è il primo Consiglio in cui possiamo aprire bocca, ma, attenzione, noi non siamo venuti qui con la volontà di non approvare un provvedimento, perché la nostra speranza era che questi soldi fossero spesi nella maniera migliore per affrontare il dramma che c'è già stato ma che ancora non solo non è finito ma deve ancora esplicare la sua gravità, perché le conseguenze di tutto questo le vedremo dopo. La disperazione della gente, della perdita dei posti di lavoro e le risposte che voi non avete fatto arrivare ai Valdostani le vedremo dopo. Le conseguenze disastrose sulla nostra comunità le vedremo dopo, quindi non solo nel periodo di lockdown c'è stato da parte nostra, appunto, un atteggiamento di silenzio totale ma non solo, di collaborazione totale, perché, visto e considerato che il Governo nulla faceva se non gli spot elettorali e se non annunciare delle cose che non avrebbe poi fatto e se non fare le conferenze stampa tutti i giorni facendosi belli e basta, ma senza dare risposte concrete, noi abbiamo tentato di essere collaborativi; infatti in II Commissione sono riusciti comunque a fare - dico sono riusciti perché io non facevo parte della II Commissione - comunque noi abbiamo lavorato insieme al collega cercando di dare tutti quanti chiaramente il nostro apporto, non essendo comunque in Commissione, abbiamo dato il nostro appoggio per cercare di fare almeno un qualche cosa in assenza del Governo.

La speranza appunto era poi che sul grosso di queste cifre che ricordiamo oggi diciamo: che bello, quanti soldi che ci sono da spendere, ricordiamoci anche come mai oggi ci sono così tanti soldi da spendere, e ci sarebbe appunto da tornare indietro un attimino sulle discussioni precedenti, comunque adesso ci sono tanti soldi da spendere e come li state spendendo? E noi dovremmo venire qua dopo che avete fatto tutto in completa solitudine, anzi, non avete fatto niente in completa solitudine, perché non sono arrivate risposte concrete a nulla, neanche siete stati in grado di mettere a terra le misure che la II Commissione comunque aveva tirato fuori e oggi che siamo a fine giugno, a fine giugno, si arriva a dover approvare un disegno di legge che non dà sostanzialmente nessuna risposta perché non ha nessunissima visione del futuro. I soldi sono distribuiti a pioggia, come sempre è stato fatto. Poi cosa succede? Che non ci avete mai interpellati, qualsiasi spunto, qualsiasi input abbiamo provato a dare non ha mai avuto nessun tipo di seguito, avete fatto il vostro disegno, poi se solo la gente sapesse il retroscena di tutto questo! Un disegno di legge che arriva, una proposta disegno di legge che arriva, che poi non arriva più, che poi viene trasformato completamente, che poi finalmente viene depositato, che poi viene da voi stessi emendato, questo dimostrando che chiaramente voi non siete d'accordo con voi stessi perché... "Oh, mi sono accorto di aver fatto questo questo questo questo" 49 emendamenti, cioè 49 errori, 49 cose che voi stessi dite: "no aspetta ho sbagliato qua, ho sbagliato qua". È delirante tutto questo e come stia avvenendo il tutto.

Poi, come se niente fosse, inizia il Consiglio, prime votazioni e andate sotto. E allora adesso arrivate qua, gentilissimi, "chiediamo senso di collaborazione", anche perché i titoli sul giornale cosa dicono? Le opposizioni cattive, noi quelli cattivi che presentano tutti questi emendamenti! Il tentativo è solo di cercare di mettere delle pezze a quello che sta uscendo da quest'aula e noi cerchiamo di mettere delle pezze un po' più grosse con una visione perché chiaramente, fossimo stati noi, avremmo fatto delle scelte completamente differenti in tutto il disegno organico complessivo. Visto e considerato che possiamo solo lavorare mettendo delle pezze, cerchiamo per lo meno di guardare con una visione più strategica sul futuro.

Ritorniamo un attimo indietro: in quest'emergenza voi due cose dovevate fare. Occuparvi della emergenza sanitaria in primis e dell'emergenza economica.

Gestire l'emergenza sanitaria: è stata disastrosa, non lo dico io, non lo dice la Lega, lo dicono i dati. Per tutto il periodo siamo stati la regione con il più alto numero di contagi - più della Lombardia, però la Valle d'Aosta chiaramente fa meno notizia - e siamo stati la seconda per numero di morti. Attenzione, andiamo a vedere un attimo cosa è successo in sanità. Oltre a tutto quello che ha ricordato il collega Manfrin, ci ricordiamo che i responsabili della sicurezza si sono dimessi in tronco, tutti insieme? Chissà come mai?! Ci ricordiamo che tutte le organizzazioni sindacali si sono scagliate contro la dirigenza sanitaria e contro l'Assessore? Lo hanno fatto loro, lo hanno fatto quelli che erano sul campo e quando si diceva che purtroppo la nostra sanità è stata smantellata, che era un fiore all'occhiello, in pochi anni è stata smantellata, qualcuno ha delle responsabilità grosse. Mi auguro che la sentenza Rubbo vi faccia mettere un freno a tutto quello che state facendo e che non sta facendo solo lei, assessore Baccega, oggi, perché è chi sta dietro anche che ha delle serie responsabilità e chi c'era prima di lei e che è in prima linea, direttamente ai vertici della sanità.

Guardi, visto e considerato che è stato un consueto appuntamento perché il caso voleva che ogni volta che all'epoca c'era un Consiglio, uscivano dei dati nazionali e allora io le dicevo: "guardi, anche oggi oppure ieri è venuta fuori un'altra casistica, sono venuti fuori altri dati che riguardano la Valle d'Aosta" e anche oggi il caso vuole, il destino vuole che mi vengano dati in mano questi dati e tabelle pubblicati nel rapporto Osserva Salute 2019, dove ci sono dei tassi standardizzati di mortalità per regione per la Valle d'Aosta che sono veramente spaventosi, dati per quanto riguarda la speranza di vita all'età di 65 anni e variazioni per genere e per regione sono spaventosi.

Qui dice, andiamo a prendere dove parla della Valle d'Aosta, "per quanto riguarda la fibrillazione atriale invece i tassi di ospedalizzazione si sono ridotti considerando lo stesso arco temporale è del 29,3% negli uomini e del 39,5% nelle donne, andamenti di segno opposto sono stati registrati solo negli uomini in Valle d'Aosta, Liguria e Veneto". Dopodiché dice: "speranza di vita di nuovo" e qui bisogna essere veramente preoccupati e poi "tassi di mortalità per suicidio": i valori più alti si registrano per gli uomini in Valle d'Aosta e Provincia di Bolzano e di Trento, per le donne i valori più elevati si registrano, come per gli uomini, in Valle d'Aosta. Andiamo avanti, anche qua degni di nota sono la Valle d'Aosta e il Friuli-Venezia Giulia - prendo solo dei pezzi velocemente perché il tempo stringe - la cui spesa privata è pari al 50% della spesa pubblica pro-capite nel 2017. C'è qualcosa che non va nella direzione che abbiamo dato alla nostra sanità. Poi leggiamo: l'analisi per classe di età mostra che nel 2017 per entrambi i generi, anche se con un'entità differente, i tassi più elevati dei dimessi con una diagnosi di dipendenza da alcool e droghe si registrano tra i 19 e i 64enni in particolare in Valle d'Aosta. Altra tabella: relativamente all'anno 2017 il numero di persone dimesse almeno una volta con diagnosi primaria o secondaria di disturbo psichico si è confermato maggiore nella Provincia di Bolzano e in Valle d'Aosta. E potrei andare avanti.

Questo dimostra che veramente la prima cosa da rimettere in piedi è la nostra sanità. Però lei di che cosa si sta occupando, assessore Baccega? Forse non si è accorto che oltre a gestire la crisi nell'immediato, e i risultati li abbiamo visti, si sarebbe dovuto preoccupare allora di creare la fase 2 per l'emergenza sanitaria. La stiamo ancora aspettando. Stiamo aspettando la legge sanitaria, la stiamo ancora aspettando perché ancora non è arrivata però ha messo su una meravigliosa task-force. Fantastico. Che cosa stanno producendo? Ma vede, sulla gestione di un'ipotetica recrudescenza dell'epidemia ancora tutto tace, perché lei sta navigando non sappiamo dove, o meglio, sta navigando su soluzioni che la portano in quel di Saint-Pierre che non si capisce bene che cosa ci sia dietro tutto questo ragionamento, ma non solo, la porta a ipotizzare delle belle opere faraoniche che coinvolgono tre poli ospedalieri, Saint-Pierre, Aosta e il Beauregard, che se tutto va bene forse tra dieci anni, visto poi soprattutto la velocità con cui abbiamo qui in Valle d'Aosta la capacità di fare le opere faraoniche, ricordiamoci la nostra Università, il nostro aeroporto, il nostro trenino di Cogne... insomma tra dieci anni magari finalmente avremo trovato la soluzione Reparto Covid spendendo una quantità folle di soldi. Soluzioni semplici, immediate, non si possono per lei fare. Come mai? Che cosa c'è dietro? E soprattutto mi dica un po': quell'articolo di giornale che spaventa un po' tutti sul fatto che dopo tutti questi anni in cui non sono partiti ancora i lavori del nuovo Ospedale, lei decide in una situazione di prorogatio, dà il compito a questa task-force e poi agli altri enti della Regione di mettere in moto le procedure, così in fretta e furia si fanno partire i lavori. Adesso? Ma lei crede di avere soprattutto questo diritto e questo potere di farlo adesso in regime di prorogatio? Tutte le misure che avete adottato ci hanno portati a cercare di fare degli emendamenti, e ripeto, emendamenti per mettere delle toppe il più possibile, però con una visione d'insieme.

Noi tutto in questa fase avremmo voluto fare, e l'abbiamo dimostrato con i fatti, meno che doverci trovare in una situazione del genere perché, ripeto, lo abbiamo dimostrato di saper stare in silenzio, di lasciare lavorare e di essere collaborativi quando si può essere collaborativi, però no, cioè una cosa del genere, uno sperperare i soldi ai fini della campagna elettorale, senza nessuna visione di insieme; soldi che sono necessari per dare una risposta ai Valdostani, quella risposta che ancora non è arrivata e che non so quando arriverà perché comunque siamo a fine giugno e comunque le misure messe in campo sono solo dei tacconi che non servono a rilanciare niente e il grosso della crisi purtroppo deve ancora arrivare, è spaventoso.

Quindi noi siamo qua, avremmo voluto trovarci in un'altra situazione, di certo non siamo noi a fare spot e campagna elettorale, perché gli spot li abbiamo visti fare da tutti gli Assessori annunciando continuamente misure che non sarebbero mai arrivate, prendendo in giro i Valdostani e se oggi al 25 giugno siamo ancora qua a dover discutere della prima manovra che voi mettete in campo con queste modalità, e che poi vediamo quando concretamente poi potrà produrre, qualunque cosa esca, uscisse anche la vostra manovra... quando concretamente queste misure arriveranno al tessuto valdostano? Eppure di spot ne avete fatti tantissimi voi. Noi ci siamo presi... avete ragione, abbiamo preso adesso trenta minuti in tutti questi mesi per spiegare che cosa stiamo facendo.

Sapete, l'arroganza non è nell'essere duri e dire le cose come stanno e chiamare le cose con il proprio nome, perché è troppo facile dire sempre "lei è troppo dura" riferito a me; semplicemente io chiamo le cose con il proprio nome, ho il vizio di essere diretta.

Voi no. Però, è proprio questa la ragione per cui noi ci preoccupiamo di più. Comunque per carità, auguro buon lavoro a tutti, come ha fatto il presidente Testolin.

Presidente - Grazie, chiedo scusa, c'è stato un problema con il sistema audio. Ha chiesto la parola il collega Baccega, prego.

Baccega (UV) - Io credo che prenderò come buon consiglio l'intervento del presidente Testolin e mi richiamo ovviamente ad atteggiamenti di compostezza in questo mio intervento. È normale che l'Assessore alla Sanità dopo una pandemia di 90 giorni come quella che abbiamo vissuto in Valle d'Aosta possa essere attaccato, anche pesantemente, ci sta tutto, ma a certe illazioni invece non risponderò in aula, ma risponderemo in un'altra aula, chissà che non riesca a dare ancora qualche migliaia di euro a qualche associazione che fa volontariato.

La stranezza è che a volte ci richiamano a una pianificazione, a una programmazione, a una volontà di guardare al futuro: non c'è programmazione in questa sanità... ma i documenti di programmazione sono altri, c'è il documento di Economia e Finanza regionale che dice delle cose importanti, che tracciava già una strada e c'è il Piano Sanitario 2020-2025; da una parte ci si dice: ma come mai non va avanti? Non è andato avanti perché adesso ci sono tutta una serie d'interventi pubblici da fare perché è previsto dalla legge e quindi in una situazione di lockdown abbiamo dovuto stoppare il percorso, andrà avanti, ma qualcuno dice anche: "no, ma non dovete andare oltre alla tornata elettorale".

Allora delle due l'una: o lavoriamo o non lavoriamo, ma siccome noi vogliamo lavorare e siamo qui per lavorare proseguiamo il nostro percorso.

Stessa cosa succede all'Ospedale, qui c'è un appalto che prosegue i lavori, non c'è niente di nuovo, stanno continuando i lavori programmati. Anche lei quando ha provato a fare la Presidente della Regione Autonoma Valle d'Aosta sapeva che i lavori erano programmati.

Quindi è vero, la sanità ha una serie di criticità, questo non lo abbiamo mai nascosto, continuiamo a dirlo, a sostenerlo, e stiamo cercando di sopperire a queste criticità con tutta una serie di azioni, evidentemente sono criticità che arrivano da lontano, le mancanze di risorse soprattutto, la mancanza di medici, concorsi che andavano deserti, quante volte mi avete sentito dire queste cose in questo Consiglio regionale. Abbiamo assistito negli anni a un drammatico impoverimento del servizio sanitario pubblico nazionale e anche la Valle d'Aosta, che sostiene le spese del servizio sanitario regionale con risorse proprie, non è stata meno attaccata da quest'impoverimento; fino al 2018 vi è stata una decisa riduzione delle risorse a disposizione della sanità valdostana, nel bilancio 2019 avevamo avviato una netta inversione di tendenza per effetto proprio della volontà di fare fronte a una scelta ponderata della Giunta di garantire e migliorare i servizi sanitari.

Successivamente, il bilancio di previsione 2020 manteneva questa filosofia, dai 245 milioni di previsione del 2017 dopo questo assestamento, qualora venga votata la norma in questo modo, andremo a 277 milioni, quindi risorse importanti che vanno ad arricchire e a migliorare la sanità, ovviamente devono essere risorse spese bene, quindi bisognerà controllare affinché le risorse siano spese secondo gli indirizzi. Ma gli indirizzi sono appena stati approvati, c'è una delibera di Giunta che dà gli indirizzi di Governo alla USL e che precisa tutta una serie di aspetti della gestione dell'Ospedale e della gestione del territorio.

Questa legge prevede ovviamente un finanziamento importante dei LEA, ma anche un impatto finanziario molto più alto che guarda all'apertura di quelle strutture sanitarie sul territorio che avevo già programmato nella gestione del bilancio 2020, ma che, purtroppo, per un errore di votazione, non proseguì il suo percorso. Ha aperto Perloz, aprirà Morgex, saranno due strutture socio-sanitarie gestite dalla USL ed è un primo passo rispetto a quel percorso che avevamo a suo tempo individuato nell'avere quattro o cinque strutture sul territorio sanitarizzate, che se ci fossero state magari qualcosa di meglio avremmo potuto fare.

Va detto, però che in piena pandemia c'è stata una squadra tra volontari, medici, chirurghi che si sono messi a disposizione e sono andati in tutte le strutture, nelle strutture residenziali, a intervenire in modo significativo rispetto alla pandemia che si stava muovendo.

Credo che questo provvedimento che prevede tutta una serie d'interventi e anche di finanziamenti, costi di natura tecnica per l'acquisto di tecnologie biomedicali, costi di natura tecnica per interventi di disinfezione ambienti; ovviamente il Covid-19 ci pone nella condizione di dover modificare i metodi di lavoro, siamo concentrati nell'aprire le strutture, i consultori e i poliambulatori sul territorio, cosa che nei prossimi otto-dieci giorni sarà fattibile, quindi potremo ripartire con una campagna di vaccini che è una delle priorità in questo momento, andando a significare che nel 2020 noi abbiamo richiesto un incremento di vaccini antinfluenzali fino a 23 mila contro i 18.700 dell'anno passato, un 25% in più.

Poi la nostra proposta prevede anche costi per acquisti di dispositivi medici e reagenti, i tamponi, tutta una parte di costi piuttosto importanti. Certo, ci sono anche le risorse dello Stato ma noi le abbiamo quantificate: i 3 milioni che sono arrivati dallo Stato sono stati messi a disposizione della USL. Anche gli investimenti passano da 13 milioni a 16 milioni.

Io credo che una delle cose più rilevanti che abbiamo più volte sottolineato è la carenza di medici... la carenza di medici mi aveva portato già a presentare un disegno di legge a fine anno scorso, non passò anche lì per un voto, perché la priorità erano proprio le assunzioni in caso di rilevante carenza di personale, ovvero quando i concorsi vanno deserti, quando la USL ci comunica che è necessario intervenire in modo radicale, allora si può andare a individuare contratti a tempo indeterminato, come abbiamo proposto, da 24 a 36 mesi per assumere del personale della dirigenza medica e veterinaria e sanitaria senza il preventivo accertamento della lingua francese e italiana.

Ma non è che li deroghiamo, daremo loro modo di frequentare i corsi di francese organizzati dall'azienda fuori dall'orario di servizio e a sostenere la prova di accertamento. All'Alliance Française ci dicono che 18 mesi sono più che sufficienti, spesso un corso può durare anche soltanto 20 ore per acquisire la capacità di far avere un DELF 1.

Le indennità di attrattività: anche qui per la dirigenza medica si prevede un'indennità di 600 euro lordi in busta per un periodo di 24 mesi, anche questa è una forma per attrarre nuovi medici che vorranno venire a lavorare in questa meravigliosa regione al di là di tutte le problematiche che possono esserci: trasferimento della famiglia eccetera.

Abbiamo previsto il bonus una tantum per i laboratori della USL, quelli coinvolti nell'emergenza Covid, c'è un emendamento, appunto, che va nella direzione di modificare questa prima proposta, proprio perché alcuni sindacati all'interno della Commissione hanno ritenuto che si dovesse passare attraverso una contrattazione sindacale. Qui volevo sottolineare un aspetto, perché quello che è stato detto o scritto non è proprio così corretto: la contrattazione sindacale non doveva avvenire attraverso i soldi messi a disposizione dal bilancio della Regione ma potevano essere contemplate le risorse statali: 596 mila euro messi a disposizione dallo Stato per quest'indennità che poteva essere triplicata ma non andava a tutelare, a riconoscere il bonus a tutti i profili professionali presenti, quindi questa era un po' difficile da portare avanti.

La nostra proposta era proprio di andare a dare una risposta a tutti i lavoratori che avrebbero potuto avere le risorse in busta paga a luglio.

Ci sono interventi per la famiglia, la sospensione di super ticket, la rideterminazione della quota fissa per l'assistenza farmaceutica integrativa, abbiamo previsto la gratuità per la retta degli ospiti delle micro e delle strutture socio assistenziali. Anche per chi ha lavorato sul territorio, quindi le OSS e il personale delle micro, è previsto un riconoscimento per aver lavorato nell'emergenza.

Io credo che in materia di personale abbiamo fatto anche delle cose importanti, quali alcune modifiche sostanziali alla legge 11 che permettono l'accesso un po' più facile ai medici chirurghi nella sanità valdostana e anche per i medici di medicina generale.

Abbiamo recepito le indicazioni che arrivavano anche da alcuni colleghi del Consiglio rispetto l'osservatorio regionale epidemiologico e per le politiche sociali, quindi una modifica della legge 5 è messa in campo; abbiamo dato fiato a una nuova strategia, avendo confermato le unità speciali di continuità assistenziale sul territorio, che hanno fatto un grandissimo lavoro sul territorio nel periodo di emergenza. Poi ci sono tutta una serie di risorse che vanno proprio nel creare quell'assistenza sanitaria ospedale- territorio che è più volte richiamata nei diversi interventi.

Ma questo non è tutto, perché ovviamente al di là del disegno di legge che vede questo capo legato alla sanità, la recente delibera di Giunta che approva e determina gli indirizzi e gli obiettivi dell'azienda assegnando le risorse per la copertura dei singoli livelli essenziali di assistenza, vede la pianificazione delle attività di prevenzione, compresi gli screening e appunto le vaccinazioni, come dicevo poco fa.

Rispetto alla medicina di base, alla farmaceutica, alla specialistica e alla territoriale è anche questa, secondo noi, un'azione importante di rilancio.

Io credo che da questo punto di vista posso completare il mio intervento senza entrare nelle polemiche, perché oggi non è giornata di polemiche, oggi è giornata di dare delle risposte ai nostri cittadini, tanto ormai non so se questo sarà l'ultimo Consiglio o il penultimo però da qui a qualche mese saranno i cittadini a decidere chi ha lavorato in un certo modo, chi ha lavorato in un altro modo e quindi diciamo che abbiamo messo in campo tutti i presupposti per migliorare ancora di più la sanità in Valle d'Aosta. Ci sono appunto risorse per investimenti, risorse per assunzioni di personale, per l'acquisto di tecnologie, per la formazione, per il territorio e quindi da questo punto di vista credo che, dopo un percorso piuttosto affannato di 90 giorni in presenza del Coronavirus, poter dire alla sanità che questa legge verrà approvata e verrà approvata con criteri di buon senso, come riteniamo si sia fatto, possa essere una risposta importante anche per il futuro proprio per andare nella direzione di migliorare le liste di attesa, che inevitabilmente si sono allungate perché per 90 giorni sono stati chiusi gli ambulatori e poi anche per quanto riguarda il percorso dell'Ospedale.

A breve avremo una valutazione attenta per come eventualmente gestire il futuro di un eventuale ritorno dell'epidemia, perché si sta lavorando alacremente su eventuali proposte e sulla base di questo poi daremo le informazioni del caso.

Presidente - La parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Mi permetto solo di aprire una piccola parentesi riguardo a un tema che è stato trattato poco fa da alcuni colleghi riguardo la questione dell'accesso agli atti.

Su questo vorrei far presente a questa Giunta e per conoscenza anche all'Ufficio di Presidenza del Consiglio che anche la mia attività ispettiva sta trovando ostacoli. Infatti a metà febbraio ho fatto un 116 per chiedere la bozza della norma di attuazione sulle concessioni delle acque a scopo idroelettrico a cui stava lavorando la Commissione Paritetica prima della caduta del Governo, la scorsa estate, e ancora oggi non ho ricevuto risposta. Ho fatto un sollecito a metà maggio e ancora non ho ricevuto risposta.

A questo punto, dopo più di quattro mesi, qualcuno forse dovrebbe darmi una risposta. Mi si dia quanto richiesto, oppure mi si dica che non esiste alcuna bozza su questa norma e che non è vero quanto già dichiarato precedentemente, cioè che qualcuno ci ha già lavorato.

Visto che si trova il tempo per scrivere un saggio di quindici pagine sulla biografia di questa triste legislatura, si potrebbe trovare anche qualche minuto per rispondere o per mettere a disposizione ciò che per legge è stato richiesto. Chiusa la parentesi.

Tornando al disegno di legge in questione, era naturale aspettarsi un provvedimento la cui natura esclusiva fosse quella di supportare fattivamente quei settori che più di tutti hanno sofferto economicamente durante il periodo di emergenza da Covid-19; una legge pensata per aiutare i Valdostani più colpiti a riprendere in maniera dignitosa la propria attività e che di conseguenza destinasse tutti i fondi disponibili solo ed esclusivamente per questi settori e per fornire alla sanità valdostana le misure necessarie a far fronte a un eventuale ricaduta epidemiologica. Questo è ciò che doveva essere questa legge.

Invece oggi siamo chiamati a votare questo disegno di legge dove si trovano misure che non sono indifferibili né tanto meno urgenti. Devo ricordare ancora una volta che questi sono gli unici atti che un Consiglio sciolto, o in prorogatio, chiamatelo voi come volete, è autorizzato ad approvare. Questo è un disegno di legge che prevede ingenti somme di denaro pubblico per misure che potevano essere sicuramente rimandate alla prossima legislatura, come ad esempio tutti i fondi stanziati per gli impianti a fune e per le piste da sci, senza contare che nelle misure non urgenti si vogliono privilegiare, a discapito di altri, alcuni Comuni, come ad esempio quello di Courmayeur, e attività come il Forte di Bard. Altri Comuni invece saranno penalizzati, come ad esempio il nostro capoluogo Aosta che riceverà le stesse identiche risorse destinate a comuni piccoli e piccolissimi.

Qualche briciola invece è stata destinata ai mutui per l'efficientamento energetico mentre si stanziano ben 5 milioni di euro per l'ammodernamento delle strade regionali, queste ultime, poverette, devono aver patito parecchio durante l'emergenza ma mai quanto gli impianti di risalita. Quanto stanziato per le misure di sostegno alle attività economiche risulta essere insufficiente a coprire il reale fabbisogno e qualcuno inevitabilmente resterà tagliato fuori.

Poi c'è l'articolo 8, misura davvero urgente e indifferibile che molto silenziosamente consente d'impegnare i contributi previdenziali privati dei Valdostani a garanzia dei debiti regionali, mi auguro che tale rischio sia scongiurato.

La Giunta ha realizzato questo progetto appoggiandosi esclusivamente a una task-force anziché al Consiglio che, di fatto, è stato esautorato, dimenticandosi forse che per l'approvazione di questa legge occorrono i voti di tutto il Consiglio e non della task-force.

Persino le lunghissime audizioni tenute in II e V Commissione non sono servite a indirizzare questa legge a richieste di utilità per lo meno dubbia, infatti per questi provvedimenti sono state più forti le critiche ricevute dai portatori d'interesse rispetto ai complimenti

Mi preme infine sottolineare, e sono stato alquanto breve nel mio intervento, che - tra emendamenti, ordini del giorno e soprattutto ferie dei dirigenti e uffici - i denari di sostegno arriveranno ai Valdostani, sempre con ipotesi iper ottimista, non prima di quest'autunno.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lavevaz, prego.

Lavevaz (UV) - Dans ma relation de lundi après-midi, j'ai fait des considérations plutôt de nature technique du contenu du projet de loi et, en tant que rapporteur, je remercie pour ça la II commission qui m'a chargé de cette tâche de responsabilité.

Aujourd'hui je veux faire quelque considération d'ordre plus politique. Je crois qu'on peut dire tout de ce gouvernement, mais je crois qu'avec l'honnêteté intellectuelle que nous tous on devrait avoir, même si dans la crudité de l'action politique, que parfois mettrait de côté un peu même l'honnêteté intellectuelle plutôt que, parfois, la logique, mais je crois qu'on doit être honnête sur ça.

Ce n'est pas vrai que ce projet de loi a été fait à l'extérieur du Conseil régional, parce que le passage qui a été fait en II commission, le rappelait le Président tout à l'heure, je crois la moitié ou plutôt la fin du mois de mai, c'était pour entamer un parcours partagé de construction de ce projet de loi. Un parcours pas formel, mais qui devrait de quelque façon le rendre plus partageable dans les contenus. Ça n'a pas été le cas, parce que c'est le Conseil qui a décidé de cette façon par le biais, évidemment, de la II commission. On a renvoyé, au gouvernement, à la junte, l'élaboration du projet de loi et maintenant je ne crois pas que c'est sérieux de prêcher le fait que ce parcours n'a pas été partagé, parce que c'est un choix qui a été fait par le Conseil lui-même dans la plus totale autonomie. Évidemment, c'est plus simple de critiquer ex post, plutôt que de faire partie d'une construction d'un projet ; parce que évidemment si on partage le parcours on doit partager aussi la responsabilité des résultats et là c'est plus difficile de critiquer.

J'ai écouté avec attention toutes les interventions qui ont précédé la mienne. J'ai pris bonne note de ce que les collègues ont porté comme proposition à ce Conseil. Évidemment il y a les propositions les plus différentes sur la destination de ces ressources, des visions évidemment différentes sur les buts et sur les objectifs.

J'ai entendu parler de "mancette", de la volonté apparente de donner avec cette loi "poco a tutti" plutôt que "tanto a pochi" plutôt que encore "tanto a tutti".

Je dois dire que j'ai relu avec attention les amendements que ces collègues ont présentés pour ce projet de loi sans y trouver, je dois dire, des solutions trop différentes ou beaucoup plus illuminées par rapport au projet que la junte a porté à l'attention du Conseil. Pourtant, je dois dire que c'était assez simple parce que, par rapport par exemple à l'approbation d'un budget où les rubriques de dépense sont plus compliquées à déplacer, ici le jeu était plus simple, parce que les postes étaient très claires, mais je dois dire que je n'ai pas trouvé des propositions si illuminées.

Après il y a l'intervention du collègue Luboz, que je dois dire j'apprécie toujours et je ne suis pas rhétorique du tout, j'apprécie toujours pour son intervention avec un français parfait, mais cela ne m'empêche pas aujourd'hui de n'être pas tout à fait d'accord comme déjà est arrivé sur les contenus de l'intervention du collègue Luboz et aujourd'hui c'est le cas. Je crois que parler de danger pour l'autonomie communale pour le fait que le français n'est pas employé dans une assemblée du Conseil permanent des Collectivités locales, après avoir signé un amendement qui a démonté un article de grande importance pour les collectivités locales, permettez-moi, est au moins bizarre. C'est inutile de dire, d'autre part, que au contraire je partage complètement les problèmes que le collègue Luboz a souligné par rapport aux problèmes de valorisation du français. Je crois qu'il faut être parfois un peu pragmatiques sur les choses et même mettre en pratique un peu ce que les positions idéologiques portent en avant.

Je crois que ce ne serait pas mal si les actions seraient conséquentes, en général cela je le dis, aux idéologies.

Questo discorso credo che si possa fare e ampliare a tutto l'impianto delle modifiche che alcuni movimenti orgogliosamente sovranisti, come il collega Manfrin ha ricordato poco fa, hanno fatto su questo disegno di legge, movimenti che però nei giorni dispari si professano anche autonomisti e federalisti convinti. Devo dare atto a questi movimenti, alla Lega in particolare, senza fare nomi, del grande lavoro che è stato fatto su questo disegno di legge, di questo gliene do atto sinceramente, ovviamente non condivido il contenuto ma do atto del grande lavoro fatto.

Prendo anche atto però che la Lega, rispetto ad altri Movimenti, ha fatto una precisa scelta di campo: ha deciso che i Comuni non hanno necessità in questo momento di avere fondi per gli investimenti, dimenticando forse che i Comuni, fra le altre cose, in questo momento, devono garantire il rientro a scuola a settembre dei nostri figli. Questo solo per ricordare le emergenze in ambito Covid, l'emergenza sanitaria che stiamo vivendo. È inutile dire che i Comuni hanno la responsabilità delle scuole dell'infanzia, della scuola primaria, delle scuole medie, delle scuole di primo grado attraverso le Unités; sono delle responsabilità che in questo momento hanno la piena e totale preoccupazione dei nostri Sindaci, e questo ve lo posso assicurare perché ho parlato con molti di questi Sindaci.

Tra l'altro vorrei cogliere anche l'occasione per ringraziare i Sindaci per il lavoro che hanno fatto durante tutta l'emergenza, perché sono stati veramente, e anche qui non voglio essere pleonastico, voglio semplicemente essere sincero, perché ho vissuto anche in parte i passaggi che i Sindaci hanno fatto avendo ancora un piede all'interno del Comune, almeno per dare una mano, e il lavoro è stato enorme, quindi il ringraziamento va sincero a tutti i Sindaci e in particolare al Presidente Manes, che oggi è già stato citato un paio di volte per il prezioso lavoro di coordinamento e di riferimento che ha svolto per tutti i Sindaci della nostra regione.

Il problema dell'edilizia scolastica è un problema che non riguarda solo le scuole superiori ma riguarda tutte le scuole di ogni ordine e grado, come sapete i nostri Comuni non hanno la possibilità di accedere al fondo, che è stato costituito a livello nazionale, del piano operativo nazionale, il cosiddetto PON, che riguarda proprio l'edilizia scolastica, quindi la necessità di questi fondi, al di là di tutte altre riflessioni possibili, è assolutamente necessaria innanzitutto per garantire la ripresa della scuola in sicurezza a settembre.

Vedete, sono abbastanza sbalordito, dico la verità, di sentire che questi fondi sono trasferiti ai Comuni per pagare gli stipendi ai dipendenti o, peggio ancora, per pagare la campagna elettorale dei Sindaci. Questo sinceramente fa veramente male e rende poco onore a quest'Aula, innanzitutto. Non sto a fare altra retorica dicendo quello che i Sindaci devono fare, oltre a parlare dell'emergenza, perché ovviamente sarei banale nella disquisizione.

Io credo che queste stesse forze politiche debbano chiarire, visto che ci avviciniamo a una campagna elettorale, se credono ancora nel federalismo e anche nell'autonomia, così come la immaginiamo, perché essere autonomi non vuole soltanto dire essere autonomi rispetto allo Stato nazionale, ma vuole anche dire di credere in un sistema delle autonomie. Noi abbiamo una legge - io forse l'ho già detto nei pochi interventi che ho fatto - che è assolutamente lungimirante, che è la legge 54/98 che regola il sistema delle autonomie in Valle d'Aosta e che, fra le altre cose, attribuisce al Consiglio permanente degli enti locali delle funzioni propositive, quindi permettetemi solo di rispondere al collega Aggravi che ha parlato della mancanza di proposte per quanto riguarda la modifica della legge 6.

Ricordo, e io non ero ancora seduto in questa sala, che il Consiglio permanente degli enti locali ha fatto una proposta di modifica della legge 6 che deve essere in qualche cassetto delle Commissioni, è stata anche nominata se non sbaglio, una Commissione ad acta ma di questo non ne sono certo, mi sembra di ricordare questo.

Senza voler ovviamente immaginare che il Consiglio permanente degli enti locali invada il campo del legislatore, perché questo non deve essere, però deve essere riconosciuta la sua dignità al Consiglio permanente degli enti locali; se si decide che non deve essere riconosciuta lo si deve dire e si deve modificare la legge 54.

In particolare la cosa più banale mi sembra la questione legata al riparto di questi fondi, perché, al di là della scelta politica, ovviamente spetta al Consiglio di dire quanti soldi vogliamo mettere sui Comuni; sul riparto visto che l'obiettivo, è stato detto in maniera molto chiara dal Governo, è mettere in campo nel modo più veloce possibile le risorse, quindi andare subito al fruitore finale, che è l'impresa che farà i lavori, visto che questo è l'obiettivo, francamente mi sembra veramente poco rispettoso del Consiglio permanente degli enti locali - che si è espresso con 73 Sindaci su 74, forse non erano tutti presenti, comunque sostanzialmente all'unanimità su un criterio di riparto condiviso - che il Consiglio regionale vada a trovare delle soluzioni diverse.

Poi, ripeto, io non voglio assolutamente mettere in discussione le funzioni istituzionali che ha il legislatore rispetto al Consiglio permanente degli enti locali. Quello che mi ha stupito francamente, ancora di più, è leggere tra i firmatari di questi emendamenti i nomi di alcuni colleghi che hanno vissuto tutta una storia più o meno lunga all'interno degli enti locali, quindi conoscono molto bene le problematiche e le necessità che gli enti locali hanno.

Vi ricordo anche che ormai da sette anni, credo dalla Finanziaria 2013, i trasferimenti di finanza locale ai Comuni, in tutte le finanziarie che in questi sette anni si sono succedute, sono stati tutti in deroga alla legge 48, una deroga che non riguardava i criteri di riparto piuttosto che altre cose, ma riguardo il fatto che il montante complessivo delle risorse a disposizione degli enti locali non era... scusi, Presidente, posso continuare?

Presidente - Parli pure, stiamo risolvendo una questione con la Presidenza, lei parli pure tranquillo che la sentono.

Lavevaz (UV) - Dicevo che l'ammontare complessivo della finanza locale che la legge 48/95 prevede non è stata più quella che la legge prevede, cioè il 95% dei nove decimi dell'Irpef del penultimo anno precedente ma, in deroga a questo, per le motivazioni ovviamente di emergenza contabile e di bilancio della Regione, è stata rimodulata e sulla finanza locale sono stati negli anni caricate tante spese di leggi di settore eccetera, ma non sto a dirvi cose che sapete.

Però di questo va tenuto conto anche in questo ragionamento quando si dice che si danno più soldi ai Comuni di quelli che si dovrebbero dare eccetera, in realtà il ragionamento è un pochettino più complesso.

Non voglio entrare nei tecnicismi, perché delle questioni più puntuali e parleremo quando parleremo dei singoli emendamenti e dei singoli articoli, perché anche la questione per cui si mettano di mezzo gli avanzi di amministrazione in questo momento, guardando ai criteri di riparto di spese di investimento, probabilmente non ha tanto senso visto che è cambiato, come tutti sanno, il sistema contabile con il nuovo decreto legislativo, è del 2011 e non è ormai più nuovo, ma insomma ha cambiato in maniera pesante la gestione dei bilanci comunali e in particolare anche la costituzione degli avanzi, perché se prima per fare un investimento con dei residui attivi si potevano accantonare delle importanti risorse, ora questo non è più fattibile perché, per iniziare un progetto preliminare, bisogna avere a bilancio tutta la somma a disposizione, non si possono più portare dei residui da un anno all'altro; si può creare un fondo vincolato ma solo quando i soldi ci sono, i progetti sono approvati eccetera.

Quindi per poter avere tutto l'importo necessario per iniziare a fare un progetto, essendo anche le risorse di trasferimenti vincolati per investimenti ormai tendenti a zero, i Comuni devono fare delle operazioni che consistono anche nel portarsi dietro degli avanzi. Quindi ogni avanzo ha la sua storia, non si può fare delle semplificazioni totali sulla gestione degli avanzi.

Peraltro io nella mia storia amministrativa mi sono sempre battuto sul fatto che gli avanzi dovessero ovviamente essere i minori possibili e se andate a vedere i dati del mio Comune e delle Unités ho sempre avuto degli avanzi molto, molto bassi.

Sinceramente mi dispiace molto di questa contrapposizione che si è creata tra il Consiglio regionale e i Sindaci perché, come dicevo prima, non rende assolutamente onore ai Sindaci ma neanche a quest'Aula.

Io concludo perché, ripeto, torneremo sulle questioni più tecniche guardando gli emendamenti ma spero veramente che questo disegno di legge, con tutti gli emendamenti che l'aula deciderà di apportare e con tutte le modifiche che l'aula deciderà di presentare all'attenzione di tutti, venga approvato e venga portato a casa perché la Valle d'Aosta l'aspetta.

Presidente - Ci sono altre richieste d'intervento in discussione generale? Non ci sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il collega Lucianaz, prego.

Lucianaz (LEGA VDA) - Aspettavo l'intervento di qualche altro collega, magari più autorevole, comunque due parole a livello generale in questo Consiglio le voglio dire, più che altro per rappresentare lo spirito e il clima che si sta respirando in questo periodo, poi sugli aspetti tecnici avremo modo domani di tornare, perché siamo tutti convinti che quest'esperienza emergenziale causata dalla pandemia Covid-19 lascerà un segno in un modo o nell'altro in ognuno di noi. Io non so se arriverà la tanto annunciata, a detta di tante persone, inevitabile seconda ondata virale, teniamoci pronti, assisteremo magari una campagna di vaccinazione di massa, non lo so, vedremo quali saranno le decisioni, certo è che comunque, come tutti gli anni avviene, ci saranno sempre morti per influenza, speriamo solo non nelle percentuali che hanno toccato certe zone e anche la Valle d'Aosta stessa.

Quest'emergenza ha sottolineato delle particolarità negative, ma io ne ho viste anche di positive, e voglio riferirmi più che altro alla piacevole sorpresa di quella lettera inviata dai nove magistrati di Aosta, che comunque che tengono un legame con Aosta, perché è stata una lettera molto interessante, molto autorevole e nello stesso tempo chiara, che è stata letta e distribuita in tutta Italia, e mi risulta anche fuori, perché veramente hanno dato la dimensione di come questo Governo non abbia recepito quali siano le esagerazioni che un sistema normativo può creare e anche come vengano applicate poi queste ordinanze. Io ho notato che ci sono stati personaggi anche appartenenti alle forze dell'ordine persino troppo solerti nella loro attività, mentre abbiamo visto un sacco di persone, di volontari che hanno dato l'anima e si sono distinti in tutti questi mesi di difficoltà. Non parliamo poi di chi ha avuto a che fare direttamente per questioni sanitarie con questa problematica crisi.

Ci sono tanti aspetti positivi, però io voglio parlare di un aspetto negativo e voglio parlare del Governo regionale, perché secondo me non si è comportato in modo corretto, a cominciare dall'inizio della crisi. Abbiamo sentito in audizione il responsabile della Protezione Civile Porretta: già al 31 gennaio c'era stata una riunione più o meno informale visto che noi eravamo impegnati qui in Consiglio e si era stati allertati per assumere immediate iniziative di carattere straordinario e urgente per fronteggiare adeguatamente possibili situazioni. Quindi sappiamo che sia la sanità sia la Protezione Civile erano al corrente che il 31 gennaio già c'era questa problematicità. Non sto a ricordavi cosa è successo con il materiale mancante e con la disorganizzazione, a mio avviso, soprattutto nel periodo iniziale. Poi tanti ci hanno messo del loro e per fortuna la situazione è migliorata.

Io non la faccio più lunga, voglio solo ricordare a questo Governo: "Colleghi, voi siete stati eletti come tutti quanti, siete lì grazie al diciottesimo voto di gente che è stata arrestata o comunque ha dovuto dimettersi, voti molto pesanti, io mi aspettavo un atteggiamento diverso da parte vostra nei confronti dei colleghi, cosa che ho visto durante le riunioni in Commissione su piattaforma, in cui c'è stato, forse grazie anche ai due Presidenti di Commissione che hanno saputo gestirle un confronto continuo e posizioni espresse ed approfondite. Da parte di voi cinque colleghi Consiglieri questo io non l'ho visto, anzi, non mi sono piaciute le conferenze stampa spot organizzate prima ancora di dibattere gli argomenti, riportate a caratteri cubitali su tutti gli organi d'informazione. E poi ci chiediamo perché i Valdostani, si lamentano quando si promettono milioni a palate e le decisioni non sono ancora state prese!

Comunque questo è il vostro comportamento, avete scelto questa strada e adesso mi fa piacere che il presidente Testolin oggi abbia iniziato con tutt'altro piglio, forse consapevole di quali sono le difficoltà, però ricordatevi che siete colleghi come noi, io non so se chi si siede sugli scranni del Governo si ammali di "assessorite" però sinceramente ho notato in questi due anni una differenza di atteggiamento da chi rimane seduto qui come peones come tutti noi a discutere e a cercare di rappresentare i problemi della popolazione e chi invece si atteggia a fare il professore. Comunque sono aspetti personali".

Termino parlando del fatto gravissimo, e quello non è pandemico, anzi, sta diventando pandemico perché sta occupando il mondo intero, però di questo non troveremo la soluzione, ed è la gravissima infiltrazione ndranghetista in Valle d'Aosta, io questo lo ricorderò tutte le volte, perché collega Lavevaz, io sarò ben contento di discutere e di affrontare problemi istituzionali e culturali valdostani, ma finché nel vostro partito non fate una bella pulizia e cominciate ad applicare qualche regola etica, mi spiace, ma qui non c'è spazio per parlare né di indipendentismo né di federalismo e né di autodeterminazione.

Quindi cominciamo a candidare persone per bene, perché tutti sappiamo benissimo quali sono state le problematiche di Marco Sorbara nel 2013, li abbiamo letti tutti quei verbali, non è un problema che L'Union Valdôtaine non l'abbia ricandidato o meno, il fatto è che ce lo siamo trovati qui e i 18, non parlo del collega Lavevaz, ma i 18 che erano qui presenti l'hanno anche votato Presidente della Commissione sviluppo economico.

È come dire, prendo la battuta dell'ex collega Perrin beutté lo tsatte deun la tsambra di saouseusse che tradotta è: mettere il gatto al posto migliore.

Chiudo veramente con l'impegno, per quanto sono capace io e per quanto vedremo in futuro, l'impegno che mi assumo è che la Val d'Aosta venga debellata da questo cancro, cancro di ordine sociale, economico, criminale; altri colleghi prima di me si sono impegnati e vi garantisco che non finirà con un processo, finirà a cominciare dall'atteggiamento che la politica e i partiti valdostani vorranno prendere nei confronti di una deformazione drammatica della società che qui ad Aosta ormai da decenni è stata rappresentata.

Quindi io faccio un appello a tutti i colleghi, a tutti i partiti, a tutte le forze politiche sociali che si impegnino, al di là dei voti che possono raccogliere, a fare una pulizia e un'applicazione di regole una volta per tutte, determinanti, perché è una vergogna che la mia regione, il mio popolo siano accostati a questa ignominia.

Presidente - Concludiamo i lavori, vi chiedo però la cortesia di effettuare una riunione dei capigruppo. I lavori riprenderanno domattina alle ore 09:00.

La seduta termina alle ore 19:59.