Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 918 du 18 septembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 918/XV - Interpellanza: "Recupero di una somma dovuta alla Regione da parte di un ex dipendente a titolo di risarcimento danni".

Rini (Presidente) - Alla presenza di 22 colleghi, possiamo iniziare i lavori di questo pomeriggio. Dovremmo trattare il punto n. 24 ma l'Assessore non è in Aula, per il punto n. 28 non è in Aula il collega Manfrin, quindi passiamo al punto n. 29. Per l'illustrazione, la parola al collega Sammaritani. Colleghi, vi chiedo un po' di silenzio in Aula.

Sammaritani (LEGA VDA) - Questa interpellanza nasce da una storia ormai risalente nel tempo perché si tratta di una vicenda collegata ancora alle tristi vicende dell'alluvione del 2000 e di ciò che poi era successo a livello di gare di appalto, eccetera. Allora la Corte dei Conti Sezione centrale con una sentenza del 2016, in riforma di una precedente sentenza del 2009, condannava un ex dipendente della Regione al pagamento a titolo di risarcimento di danno erariale della somma di 750 mila euro per somme indebitamente percepite. È una somma rilevante naturalmente e, per recuperare questa somma, naturalmente si deve sicuramente mettere in atto qualsiasi attività possibile, in particolare una somma di 350 mila euro risulta confiscata proprio a questa stessa persona ed è conservata presso la Confederazione elvetica in applicazione di una sentenza della Corte penale del Tribunale federale svizzero del 2012. Dal 2012 ad oggi quindi quella somma già ce l'ha, come la stessa sentenza penale Svizzera dice, è una somma di spettanza dello Stato italiano, in particolare della Regione Valle d'Aosta, quindi è una somma che è opportuno recuperare, è fondamentale recuperare. Si tratta di un importo non trascurabile e, visto il lungo lasso di tempo ormai trascorso, è bene adoperarsi in tutte le maniere possibili affinché questa somma non vada perduta perché se la lasciamo in Svizzera, non la possiamo utilizzare, è evidente, e c'è il rischio che con il passare del tempo il nostro diritto si prescriva e tutte le complicazioni burocratiche - che già sicuramente ci sono e probabilmente hanno rallentato anche questa procedura - rischiano proprio di far sì che questa somma vada definitivamente perduta con danno per la nostra Regione.

Presidente - Per la risposta, la parola al presidente Fosson.

Fosson (PNV-AC-FV) - Non è solo una questione molto datata, è una situazione molto complessa, quindi accetti la risposta di un povero medico che legge a un avvocato quanto è stato previsto, nella speranza, come ha detto lei, di recuperare questi fondi perché poi il discorso è comune.

La questione a cui fa riferimento l'interpellanza è estremamente complessa in quanto interessa non solo la Valle d'Aosta, ma soprattutto le competenti Autorità statali d'Italia e Svizzera. In effetti, nel 2006 un ex dipendente della Regione è stato condannato con sentenza di patteggiamento per fatti corruttivi, siamo quindi in ambito penale. La sentenza ha previsto la confisca del "prezzo della corruzione" quantificato in euro 400 mila depositato presso una banca svizzera. Con sentenza del 14 giugno 2012, la Corte penale federale elvetica, in esito a due gradi di giudizio, ha condannato l'ex dipendente alla pena sospesa di dieci giorni di detenzione per il reato di riciclaggio, complementare a quello di corruzione commesso in Italia, disponendo anche la confisca dell'importo di euro 351 mila. Nel frattempo in primo grado, nel 2009 e in secondo grado nel 2016, la Corte dei conti ha condannato il medesimo soggetto al risarcimento danni nei confronti della Regione per la somma indicata nell'interpellanza: 750 mila euro. Abbiamo quindi due condanne con natura diversa: una sanzionatoria, la confisca del procedimento penale, e una riparatoria, quella disposta dalla Corte dei conti.

L'Avvocatura regionale già nel 2013 si è attivata formalmente presso il Ministero della giustizia e presso l'Ufficio federale di giustizia svizzero al fine di concordare l'iter per il recupero delle somme in oggetto. Il Ministero della giustizia, Dipartimento per gli affari di giustizia, ha quindi investito della questione il Tribunale di Aosta comunicando che l'esecuzione materiale della confisca del denaro depositato sul conto svizzero avrebbe dovuto avvenire mediante commissione rogatoria a norma delle vigenti convenzioni internazionali e il Tribunale di Aosta ha provveduto a quanto di sua competenza. Come dicevo, si tratta di un iter piuttosto complesso che, come affermato nella sentenza di cui si tratta, deve anche tener conto della problematica di una doppia confisca, su cui le Autorità italiane e svizzere devono accordarsi. La stessa sentenza della Corte penale federale elvetica afferma infatti che, in virtù della legge federale sui valori patrimoniali confiscati, la Svizzera può concludere con gli Stati esteri accordi di ripartizione del denaro confiscato tenendo presente che i valori legati alla corruzione dovrebbero essere integralmente restituiti allo Stato estero, cioè a noi. L'Avvocatura regionale sta seguendo comunque lo sviluppo della situazione, pronta a mettere in atto tutte le azioni necessarie per il recupero delle somme in capo alla Regione e sicuramente questa interpellanza ha suonato un ulteriore campanello affinché si proceda in questo senso.

Presidente - Per la replica, la parola al collega Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - In effetti si tratta di una questione complessa tutte le volte in cui si mettono a contatto sistemi diversi e soprattutto quelli giudiziari sicuramente non è facile venire a capo di queste pratiche burocraticamente molto complesse. L'importante è avere una grande attenzione perché appunto, al di là del fatto che si tratta di denaro nostro e dei nostri concittadini - quindi è opportuno e dobbiamo fare tutto il possibile per recuperarlo, per impiegarlo come risorsa della nostra Regione - come la Corte dei conti ci insegna - purtroppo spesso dobbiamo citarla -, non solo spendere malamente in modo indebito il denaro pubblico costituisce un danno erariale ma anche non recuperarlo o non andarlo a prendere laddove è possibile farlo. È importante quindi che in questo caso la Giunta monitori costantemente questa situazione e cerchi in tutti i modi con i contatti giusti anche a livello ministeriale naturalmente di poter finalmente portare a casa questa somma che ci spetta.