Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 916 du 18 septembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 916/XV - Interpellanza: "Notizie in merito al rimborso dei danni provocati dalla fauna selvatica".

Distort (Presidente) - Punto n. 26 all'ordine del giorno. Per l'esposizione dell'interpellanza, la parola al proponente collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Probabilmente terminiamo la mattinata ritornando sull'argomento della fauna selvatica che è sempre bene tenere sotto osservazione. Immagino mi risponderà l'Assessore Chatrian e, nell'attesa che illustri anche a noi ciò che ha comunicato alla stampa sulla sua proposta per contrastare - se non risolvere - il problema delle predazioni del lupo, dei canidi, dei cani o quel che è, oggi con questa interpellanza mi rivolgo verso un altro problema del mondo agricolo: quello del cinghiale. Le lamentele del mondo agricolo sono costanti, forse non sono così eclatanti come per il lupo, ma sono costanti, e non solo quello delle aziende con partita IVA, ma qualsiasi valdostano che ha a cuore il suo terreno, il suo appezzamento, la sua attività non ha piacere di vedere questi danni causati da questa bestia selvatica.

Vengo all'interpellanza. Appurato che quotidianamente c'è qualche cinghiale che lascia traccia del proprio passaggio in numerosi prati e campi del mio comune, come in tutti gli altri comuni - basti pensare che in Italia c'è più di un milione di cinghiali - e appreso del sempre maggiore sconforto che i conduttori dei terreni provano nel risistemare la superficie agricola per poi magari all'indomani rivederla danneggiata in modo ancora più profondo; rilevato che proprio nei terreni in pendenza caratteristici della nostra regione il terreno smosso può rappresentare una pericolosa causa di smottamenti - pietre che rotolano oppure dovuto all'acqua che non segue più il suo corso nei canali di adduzione -,rendendo di fatto responsabili poi, credo, i proprietari di questi terreni, e rammentato che la conduzione dei lavori agricoli, in particolare nei terreni montani, comporta un grande mole di lavoro, rappresentando nel contempo una limitatissima fonte di guadagno, ma con il pregio indiscusso di salvaguardare e abbellire complessivamente il nostro paesaggio; constatato che il numero dei cinghiali presenti sul suolo valdostano è in crescita, credo, ma non è assolutamente minacciato di rischio di estinzione, la interpello per conoscere a chi si può rivolgere concretamente il conduttore di un appezzamento di terra, anche nel caso che abbia un pericolo per sé stesso (mi riferisco al recente fatto tragico di Rovegno, nel genovese). Punto secondo: se ha la libertà di eliminare lui personalmente l'animale o come comportarsi per risolvere questa problematica. Tre: a quali forme di aiuto/rimborso i conduttori dei terreni oggi hanno accesso. Ultimo punto: quali azioni intenda intraprendere il Governo regionale a livello normativo, ma anche finanziario, per scongiurare nel prossimo futuro questa situazione così problematica.

Presidente - La parola all'Assessore Chatrian per la risposta.

Chatrian (AV) - Passiamo dai rifiuti ai cinghiali. Prima di entrare nel merito e di cercare di rispondere puntualmente al collega, dico che appena mi convocate in Commissione io sono a disposizione per illustrare il disegno di legge sul lupo. Metterò in evidenza quali sono le intenzioni da una parte e dall'altra cercherò di andare a legiferare comunque in materia, anche perché io penso vada fatto insieme, non è una questione solo di maggioranza. Io penso che questa specie protetta tocchi al legislatore, tocchi a noi creare le migliori condizioni di sicurezza, di controllo. Le questioni legate ai nostri allevatori e agricoltori le conosciamo penso entrambi che, nello stesso tempo, sono comunque anche legate alla parte antropizzata, dove vivono le nostre comunità.

Posso darvi anche un'altra informazione, che penso interessi pure al collega. Purtroppo la Commissione europea non ha ancora notificato la possibilità di tenere fuori dal contributo il de minimis sulle specie protette. Cosa vuol dire? Abbiamo fatto un incontro con l'AREV e con la Coldiretti spiegando che ad oggi non possiamo pagare gli aiuti legati alla prevenzione, quindi le recinzioni fuori dal de minimis. Abbiamo subito inoltrato una lettera - oltretutto devo ringraziare due associazioni - a tutti quelli che hanno presentato la domanda per i contributi spiegando che, se c'è l'intenzione da parte loro di accettare l'aiuto in de minimis, nel giro di poche settimane potremo erogare l'aiuto richiesto. Oltretutto io penso che questo sia un altro bel tassello, un bel passaggio, dato che sono state numerose le richieste da parte degli allevatori, degli agricoltori sulle misure di prevenzione, quindi principalmente sulle recinzioni. Abbiamo modificato per il tramite di una variazione di bilancio e andiamo a sostenere a tutti il 90 percento di aiuti. Penso che questo sia un segnale non solo di attenzione, perché poi dalle parole dobbiamo passare ai fatti e, come dico sovente, la pubblica amministrazione parla unicamente per il tramite di atti, il resto sono solo chiacchiere. Mi sono dilungato, ma penso che questi elementi siano comunque utili ai nostri pochi ormai rimasti allevatori e agricoltori.

Per quanto riguarda la risposta ai quesiti che lei mi ha posto, come noto, il piano regionale faunistico-venatorio prevede per il cinghiale il massimo contenimento al fine di ridurre il più possibile i danni che questo ungulato causa nelle colture agricole; in particolare il contenimento avviene attraverso il prelievo, senza limitazioni, durante il periodo venatorio da parte dei cacciatori e, nel restante periodo dell'anno, con l'attività di controllo da parte degli agenti del Corpo forestale e dei cacciatori esperti appositamente formati. Il programma di controllo della specie cinghiale attualmente in vigore è stato approvato, previo parere positivo dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con la deliberazione di Giunta n. 289 del 2015. La delibera di cui sopra prevede che le catture e gli abbattimenti dei cinghiali possano essere effettuati, fra gli altri, dai proprietari e dai conduttori dei fondi interessati dai danni, anche facenti parte dei Consorzi di miglioramento fondiario nel cui perimetro siano stati riscontrati danni, purché in possesso del porto d'armi per l'esercizio venatorio. Questa è la risposta alla prima domanda che ci ha illustrato.

Per quanto riguarda la seconda risposta, il proprietario o il conduttore di un fondo può agire in due modi: primo, qualora accerti la presenza dei cinghiali sui suoi terreni e sia in possesso del porto d'armi per l'esercizio venatorio, come previsto dalla delibera n. 289 del 2015, può provvedere all'abbattimento previo accordo con la stazione forestale competente per territorio; secondo, nel caso in cui verifichi la presenza di danni deve avvertire nell'immediato la stazione forestale competente per territorio e gli agenti del Corpo forestale si recheranno sul posto per rilevare l'ammontare del danno per il successivo risarcimento. Inoltre, se sono presenti idonee condizioni di sicurezza provvederanno ad effettuare degli appostamenti anche notturni al fine di abbattere anche con l'aiuto di cacciatori esperti. Infine, se le condizioni orografiche del terreno lo permettono, può installare idonee misure di protezione per impedire l'accesso dei cinghiali ai propri terreni. È la questione cui accennavamo prima, ma è molto difficile, non nego la difficoltà su questo passaggio, collega Lucianaz.

Per quanto riguarda la terza risposta, la deliberazione della Giunta n. 953 del 2017, che ha approvato i criteri e le modalità per il risarcimento, prevede l'erogazione dei risarcimenti per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle colture agricole e i contributi per l'attuazione di misure di prevenzione dei danni. Riguardo ai risarcimenti dei danni causati dalla fauna selvatica, la somma complessivamente risarcibile dell'anno solare per singolo richiedente non può eccedere gli 8.000 euro per gli imprenditori e 4.000 euro per gli altri soggetti. In merito ai contributi per l'attuazione di misure preventive, i soggetti interessati possono fare richiesta per l'acquisto di recinzioni elettriche, meccaniche, repellenti, sistemi acustici o visivi. Per le recinzioni elettriche o meccaniche - questo a seguito delle modifiche che abbiamo fatto ad aprile e a giugno 2019 - il contributo ammonta al 90 percento del costo dell'acquisto del materiale necessario su una spesa ammissibile di euro 4.000, pari ad un contributo massimo di 3.600 euro. Per il restante materiale il contributo ammonta al 90 percento del costo di acquisto su una spesa massimale assimilabile a 2.000, pari a un contributo massimo di 1.800. Si evidenzia che sia i risarcimenti che i contributi rientrano all'interno del de minimis nel settore agricolo, che attualmente prevede... qui c'è un passaggio che è stato fatto qualche mese fa, ne avevamo discusso anche in Commissione... il de minimis è stato alzato da 15.000 a 20.000 euro quale valore complessivo di aiuti concedibili ad un medesimo beneficiario nell'arco di tre esercizi fiscali.

Ultima risposta: è attualmente in corso l'iter per il rinnovo del programma di controllo della specie cinghiale, approvato con la delibera del 2015 e prossimo alla scadenza. Il nuovo piano di controllo 2020/2024 entrerà in funzione al termine della prossima stagione venatoria, alla fine del mese di gennaio prossimo. Gli stanziamenti previsti per l'adozione di misure preventive e per il risarcimento dei danni sono stati aumentati con l'approvazione della legge n. 10, con le modifiche successive che abbiamo apportato e con l'ultima, la n. 34. È previsto che il 45 percento della tassa di concessione regionale per l'esercizio venatorio sia volto alla costituzione di un fondo destinato al risarcimento dei danni arrecati dalla fauna selvatica agli agricoltori e all'incremento della prevenzione dei danni alle colture.

Termino dicendo questo: sicuramente delle criticità ci sono ancora, ma sono state date delle prime risposte. Come ho detto sia all'AREV che alla Coldiretti, incontrate solo una settimana e mezzo fa, non potendo erogare fuori dal de minimis, paghiamo subito chi accetta e per chi aspetta - ma i tempi non sono nostri, non possiamo dire noi se fra due, tre o quattro mesi - le risorse non saranno perse, ma saranno erogate successivamente. Per un altr'anno intendiamo mettere in campo una semplificazione anche per le altre specie e creare un rapporto allevatore-Amministrazione regionale, anche per il tramite dei CAA e delle due associazioni, al fine di poter essere più efficaci, più efficienti e soprattutto più rapidi.

Presidente - La parola al Consigliere Lucianaz per la replica.

Lucianaz (LEGA VDA) - Ringrazio per l'impegno dell'Assessore.

Sappiamo che la situazione non è facile e neanche rosea, quindi io qui sono portavoce dei valdostani che hanno difficoltà direi più che altro ad interagire con l'Amministrazione pubblica. Si lamentano di un sistema troppo burocratizzato del Corpo forestale che non è sempre disponibile, vuoi per mancanza di tempo o di personale, non so, comunque non sono sempre pronti a muoversi, a spostarsi e ad andare sul territorio; c'è la difficoltà delle osservazioni notturne, addirittura la difficoltà di trovare dei cacciatori interessati a sparare, perché pare che non ci sia tutto questo... anzi, assolutamente non c'è nessun vantaggio credo per il cacciatore stesso, se non proprio marginale, ad abbattere un capo. Si potrebbero studiare, non lo so - ne parlavo con un cacciatore - un sistema premiale per i cacciatori che intervengono, a punteggio, o non so in che modo si potrebbe organizzare. Certo è che se non è la Guardia forestale che abbatte questi animali, io non so sinceramente come si potrà contenere il fenomeno. Si può dissuadere un cinghiale, ma non risolve granché.

Per quanto riguarda in generale la situazione faunistica, vediamo che le notizie... anzi, la notizia stessa di oggi, di quell'avvistamento impressionante di lupi, ci dice che la situazione non pare così sotto controllo come qualcuno vuole farci credere.