Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 915 du 18 septembre 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 915/XV - Interpellanza: "Notizie in merito al contratto per la gestione integrata dei rifiuti".

Distort (Presidente) - Passiamo quindi al punto n. 25 all'ordine del giorno. Per l'esposizione dell'interpellanza, la parola alla proponente collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Con questa interpellanza torniamo a parlare della problematica della gestione dei rifiuti da cui si può evincere il grado di rispetto dell'ambiente raggiunto da una comunità e quindi il suo grado di civiltà. Partiamo da una riflessione scontata, tipica di monsieur La Palice, quel tale che 5 minuti prima di morire era vivo, e cioè che tutte le discariche, per quanto grandi, finiscono per esaurirsi. Ciò che stupisce è piuttosto che, a questa conclusione di fatto scontata, si arrivi sempre in modo inaspettato.

Disponendo dei dati relativi alla quantità di rifiuti conferiti giornalmente, ci sembra irreale che non si riesca a fare delle proiezioni che consentano di prevedere la saturazione delle discariche, con una certa sicurezza e anche con il dovuto preavviso, in modo da poter arrivare per tempo e fare tutte le azioni necessarie a scongiurare le emergenze, perché le emergenze finiscono per rendere inevitabili scelte che, in condizioni normali, non sarebbero tali. Purtroppo anche la Valle d'Aosta è sottoposta, come peraltro la maggior parte delle discariche italiane, a queste regole, cioè a periodi di criticità.

Ricostruiamo un minimo di storia dell'emergenza discarica in Valle d'Aosta. Magari è noioso, ma crediamo sia importante per chi non la conosca bene questa storia, per capire tutto quanto. Questa emergenza è stata evocata una prima volta nel 2010 per giustificare la costruzione del pirogassificatore. Allora l'Amministrazione regionale, che era appunto pressata dall'esaurimento della discarica di Brissogne, fu "obbligata" a indire un bando per un project financing, che prevedeva la gestione integrata di tutti i rifiuti prodotti in Valle d'Aosta per i successivi 22 anni e anche la costruzione di questo pirogassificatore, che sembrava molto innovativo, un sistema di incenerimento che avrebbe fatto sparire tutti i rifiuti. In quell'occasione la gara è stata vinta da un'associazione temporanea di imprese, la Rea Dalmine S.p.A. di Dalmine, nei pressi di Bergamo. Poi c'è stata un'opposizione popolare fortissima che ha visto nascere quel fortunato referendum propositivo che ha sanzionato la bocciatura del progetto. Tutta la campagna referendaria del 2012 è stata fatta proponendo, in alternativa allo smaltimento a caldo dei rifiuti indifferenziati, il trattamento a freddo in un impianto che avrebbe dovuto massimizzare il recupero di materia e minimizzare il ricorso alla discarica. Nonostante la vittoria referendaria avesse reso impraticabile il trattamento a caldo e nonostante il decreto legislativo del 2003 che imponeva il trattamento a freddo degli stessi prima del loro ingresso in discarica, nonostante anche la circolare del Ministro dell'ambiente, Orlando, che ribadiva l'obbligo di trattare i rifiuti prima dello smaltimento in discarica, la Regione ha continuato a temporeggiare lasciando che appunto la discarica di Brissogne entrasse in situazione d'emergenza. Alla fine del 2014 questa emergenza è stata tamponata. Si è concessa a Valeco S.p.A. l'autorizzazione a effettuare la riprofilatura, che in realtà è un eufemismo, perché si è trattato di un ampliamento di 78.000 metri cubi. Questo ha consentito di allungare la vita dei famosi lotti 1, 2 e 3 per altri tre anni e mezzo. Il termine "allungare la vita" suona positivo, ma dobbiamo forse ricordare che quell'operazione è costata ai valdostani più di 3.000.000 di euro. Per la vita si fa questo e altro!

I primi interventi per contenere poi la produzione di rifiuti indifferenziati sono iniziati solo nel giugno 2015, perché si è riorganizzata la raccolta differenziata. C'era stato l'aggiornamento del piano regionale dei rifiuti e c'erano chiaramente da ottemperare le normative europee e nazionali, che richiedevano esplicitamente la realizzazione di un impianto di trattamento a freddo prima che ci fosse lo smaltimento nel quarto lotto. Di fatto nulla si è deciso fino alla delibera di Giunta del 2017. È molto interessante la lettura delle premesse di questa delibera, perché si afferma che il primo, secondo e terzo lotto si sarebbero esauriti nell'arco di un anno ed eravamo al giugno 2018. Il quarto lotto non può essere utilizzato per smaltire rifiuti non trattati, innanzitutto per evitare la possibile fase di commissariamento e poi perché bisognava fare le procedure per dare l'incarico della gestione del Centro regionale di trattamento dei rifiuti urbani di Brissogne e realizzare, appunto, questo sistema impiantistico di trattamento.

Si arriva così alla conclusione che si deve per forza adottare questa modalità del project financing e viene detto - proprio testuali parole - che "è l'unica modalità che consente di individuare un operatore economico che assicuri la gestione del centro regionale, la realizzazione del sistema impiantistico integrato", eccetera. Poi si dice una cosa molto interessante: "I costi sostenuti dal concessionario saranno recuperati - così prevede la normativa - attraverso le tariffe applicate agli utenti", secondo quel principio che abbiamo tante volte richiamato: chi inquina paga. Poi c'è stata una serie di coincidenze fortunate per cui l'ATI che ha vinto la gara è sempre capeggiata da Rea Dalmine, il contratto firmato punta alla riorganizzazione del centro di Brissogne, alla realizzazione di questo impianto che serve appunto per massimalizzare il recupero e minimizzare gli scarti. La concessione, come sappiamo, durerà 17 anni. Ci sono due fasi previste: la prima, di due anni, durante il quale tutto continuerà secondo l'attuale modello operativo gestionale e si costruiranno intanto i nuovi impianti; la seconda, della durata di 15 anni, durante il quale il centro verrà gestito secondo la nuova configurazione impiantistica.

Ci sembrerebbe di poter tirare un sospiro di sollievo e dire che è tutto bene quel che finisce bene, ma anche in questo caso, vista la riduzione dei volumi a disposizione del quarto famoso lotto e l'estensione temporale del contratto a 17 anni, sorge il dubbio che di nuovo la discarica possa esaurirsi prima della fine dell'appalto. Ci sorge questo dubbio. Allora noi abbiamo bisogno dell'Assessore per capire: innanzitutto perché l'impianto di trattamento non è ancora stato realizzato; quali azioni si intendono mettere in campo per monitorare il trend di riempimento di questa cella che appartiene al secondo lotto, ma che di fatto si trova all'interno del quarto; e poi, visto che fino alla messa in funzione dell'impianto di trattamento i rifiuti indifferenziati verranno conferiti in quella cella che abbiamo detto, si chiede quanto volume del quarto lotto resterà a disposizione di questi scarti che saranno prodotti dall'impianto di trattamento. Sono domande un po' tecniche, ma fondamentali anche per capire come si intende monitorare il trend di riempimento dello spazio residuale del quarto lotto per evitare di trovarci sempre di fronte ad inaspettate ed improvvise emergenze che erano impossibili da prevedere.

Presidente - La parola all'Assessore Chatrian per la risposta.

Chatrian (AV) - Devo dire che rispondo con qualche difficoltà a questa iniziativa che la collega ci ha presentato, perché ci ha fatto po' la storia di cos'è successo negli ultimi nove anni all'incirca, omettendo volutamente o non volutamente alcune parti, ma non è mia intenzione fare delle valutazioni legate alle premesse fatte poc'anzi dalla collega, anche perché ero attivo insieme a lei a raccogliere le firme e operativo per il referendum e, insieme, abbiamo creato le condizioni per poter dare la voce ai cittadini valdostani nel 2012.

Non riesco a capire la prima domanda, se devo dire, collega Pulz. Lei nelle premesse mi dice: "Avete firmato un contratto il 2 di luglio" e nella prima domanda ci chiede: "Per quale ragione l'impianto di trattamento non è ancora stato realizzato?", Abbiamo firmato il contratto un mese fa, e allora mi chiedo dove si vuole arrivare... Nel momento in cui l'Amministrazione regionale ha firmato un contratto di un certo valore, di un certo importo, a seguito di un percorso che lei ha citato parzialmente, soprattutto legato a quella delibera del 2017 da lei menzionata, è con un po' di imbarazzo che rispondo alla prima domanda. Ma veramente? Abbiamo firmato un contratto da un mese... non so, lascio a voi la risposta sulla prima domanda... Veramente sono un po' imbarazzato rispetto a quello che ci viene sottoposto, e non dal punto di vista tecnico o amministrativo.

Dobbiamo però essere robusti e chiari nello spiegare ai cittadini che ci ascoltano cosa si sta facendo e soprattutto quali sono le regole del gioco, perché? Perché a monte c'è stata una gara europea, un'impresa ha vinto, e oggi toccherà all'Amministrazione far perseguire tutto quello che è stato inserito nel contratto. Il contratto di concessione, in coerenza con il capitolato tecnico di gara, prevede che vi siano due fasi operative. Se qualcuno di voi è interessato cercherò di entrare nel dettaglio di cosa si è scritto sul bando e, di conseguenza, cosa si è scritto sul contratto che è stato siglato. La prima fase, di 2 anni, a decorrere dal primo gennaio 2020, consiste nella gestione tecnico operativa e amministrativa delle diverse attività già in essere presso il Centro di Brissogne, anche attraverso l'utilizzo del quarto lotto di discarica per lo smaltimento in via transitoria dei rifiuti indifferenziati anche non precompattati in blocchi fino all'avvio del nuovo sistema impiantistico. Questa fase comprende anche la prosecuzione della gestione post operativa del primo, secondo e terzo lotto di discarica esauriti, vale a dire tutte le attività tecniche di controllo e monitoraggio ambientale, nonché di estrazione e valorizzazione energetica del biogas prodotto. Durante il biennio dovrà essere portata a termine la realizzazione delle opere previste dal progetto definitivo presentato in sede di gara eventualmente aggiornato o modificato in fase di ottenimento dell'AIA. La seconda fase, a decorrere dal primo gennaio 2022, per una durata di 15 anni, si sostanzierà nella gestione vera e propria del nuovo centro, vale a dire delle diverse attività tecnico-operative di conduzione, manutenzione dei fabbricati, delle attrezzature e degli impianti di trattamento, recupero e smaltimento, controllo ambientale, nonché di ogni altra attività di carattere amministrativo prevista dal progetto di gestione. Cerco di rispondere nel merito al primo quesito. Come dicevo prima, è stata portata a termine la gara d'appalto di un servizio di gestione che comprende anche la realizzazione degli impianti, quindi all'interno di questa gara la gara è comprensiva della realizzazione dei nuovi impianti e noi abbiamo firmato il contratto alla Regione un mese fa. Capite che è un po' difficile rispondere il perché non si è ancora fatto l'impianto. Il contratto firmato il 2 luglio 2019 prevede l'avvio della realizzazione dell'impianto a partire dal primo gennaio 2020, quindi prevede che si inizino i lavori - dal punto di vista proprio del manufatto - il primo gennaio 2020 e che si concludano entro il 31 dicembre 2021. Ci sono quindi 2 anni di lavoro. Entro quella data verrà avviato il nuovo servizio secondo le modalità che ho appena descritto.

In merito al secondo quesito, in base a quanto riferito dalla struttura competente, il trend di riempimento del quarto lotto di discarica è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti urbani e speciali assimilabili agli urbani totali che si producono e alla percentuale di raccolta differenziata conseguita. Indubbiamente, più è alta la percentuale di raccolta differenziata, minore è la quantità di rifiuti residuali che vengono avviati ora come ora allo smaltimento diretto in discarica successivamente al pretrattamento e solo in parte allo smaltimento finale in discarica. Oggi e nei prossimi anni dovremo tutti compiere uno sforzo ulteriore per ridurre a monte le quantità dei rifiuti da smaltire in discarica. Siamo collettivamente tenuti ad agire affinché ci sia un miglioramento qualitativo e quantitativo delle raccolte differenziate e una riduzione della produzione dei rifiuti stessi. Penso che non sia banale questa messa in evidenza da parte nostra, da parte mia. È a monte che dobbiamo ridurre i rifiuti, nella nostra quotidianità, nelle nostre strutture ricettive, nelle nostre attività commerciali.

In merito al terzo quesito, c'è da precisare che il volume totale del quarto lotto di discarica autorizzata è pari a 383.000 metri cubi. Nella gestione residuale di Valeco saranno occupati indicativamente - prendete in quanto ordine di grandezza queste cifre - 27.000 metri cubi, probabilmente di meno essendo il trend in diminuzione. Quindi abbiamo un trend in diminuzione sulle cifre che vi ho appena esposto. Nella gestione transitoria del nuovo concessionario, dal 1° gennaio 2020 e fino all'avvio del nuovo sistema integrato, saranno indicativamente occupati non più degli attuali 27.000 metri cubi annui, per un totale presunto di circa 54.000, anche se si prevede un quantitativo inferiore per la durata dei due anni. Per la gestione ordinaria della discarica in cui verranno smaltiti, a partire dal terzo anno, sono i residui del trattamento e saranno a disposizione del concessionario circa 310-320.000 metri cubi. Questo per quanto riguarda la risposta alla terza domanda.

Per quanto riguarda il quarto quesito, è già stabilito che il monitoraggio sui volumi occupati avverrà con periodicità trimestrale attraverso i dati che saranno forniti dal concessionario nella relazione periodica. I dati di monitoraggio comprenderanno, oltre ai quantitativi delle diverse frazioni di rifiuto conferiti, anche i quantitativi residuali dei rifiuti indifferenziati trattati e avviati allo smaltimento, attraverso la rilevazione annuale con il rilievo topografico della discarica, e sarà anche quella di aggiornare l'entità dei volumi residui.

Spero di aver risposto nel merito ai quesiti della collega. Avevo già dato la disponibilità al Presidente di Commissione di essere audito su questo, forse già a luglio, poi purtroppo fine luglio è stato un periodo non molto bello, anzi per niente, ma ribadisco la mia e la nostra disponibilità di venire in Commissione ad illustrare non solo il contratto, ma il cronoprogramma dei prossimi mesi e dei prossimi anni per quanto riguarda la gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta.

Presidente - La parola alla collega Pulz per la replica.

Pulz (ADU VDA) - Assessore, evidentemente questa mattina c'è qualcosa nell'aria per cui noi due non ci capiamo.

La domanda è: perché c'è stato un ritardo per questo contratto, quindi perché lo avete firmato solo da un mese? Questa era la domanda, forse non l'ho formulata abbastanza chiaramente. Comunque, a noi sembra naturale e anche giusto chiedersi quali vantaggi i cittadini abbiano ricevuto da questi anni di inerzia e poi di improvvise emergenze inaspettate e, pare, troppo difficili da prevedere. Ancora noi non capiamo perché - l'abbiamo già detto molte volte - stiamo oggi continuando a pagare di più per un mancato radicale cambiamento che non è ancora purtroppo all'altezza dell'impegno dei cittadini, quelli coscienziosi davvero, quelli civili, che purtroppo non vedono ancora riconosciuti i loro sforzi e l'attenzione che investono quotidianamente nella raccolta differenziata, perché ad oggi nella nostra regione manca ancora l'incentivo a differenziare in modo capillare.

Scusate, ma qui c'è una violazione del saggio principio che ci impone la normativa europea, non è che ce lo siamo inventato: chi più inquina paga. Comunque, Assessore, la ringraziamo se ci fornisce i dati scritti che ho appuntato molto velocemente. Speriamo di poterla audire in Commissione e, soprattutto, ci auguriamo di trovarci davvero di fronte ad una nuova positiva fase di trattamento dei rifiuti che sia in grado di rispettare il nostro ambiente di vita, che è poi quello dove vivranno le future generazioni alle quali una politica degna di questo nome deve sempre saper guardare. Poi faremo pace.