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Movimento 5 Stelle

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28 novembre 2019

Il futuro di CVA non passa per IREN

 

«Il turismo del Ponente Ligure e il Porto di Genova “messi a terra” dalla crisi strutturale del sistema autostradale, dall’incuria e dagli effetti del cambiamento climatico: è questo l’esempio che la Valle d’Aosta vorrebbe seguire privatizzando, certo solo parzialmente, una risorsa di vitale importanza come la CVA? Oppure seguire la strada di IREN, società creata e poi quotata in borsa sperando di superare le paralizzanti ingerenze della politica, persino nell'assunzione di dirigenti? Quella IREN che ora, accortasi dell’impossibilità di reggere la competizione anche sul solo mercato italiano dell’energia per troppe attività, troppi territori e poca “benzina”, si aggrappa ripetutamente e disperatamente alla CVA?» È quanto domanda il gruppo consiliare Movimento 5 Stelle in merito al futuro della Compagnia Valdostana delle Acque.

E risponde: «Se accettasse di frequentare quella corte, CVA annegherebbe nella stessa debolezza.»

«Peccato che CVA - proseguono i Consiglieri del M5S -, rapinata dai suoi stessi padri, sia priva delle risorse finanziarie che le permetterebbero di cogliere l'opportunità per acquisire le attività rinnovabili di IREN. La Valle d'Aosta non può in ogni caso essere favorevole a vendere un organo vitale per il proprio corpo, qualunque possa essere il prezzo offerto.»

«Nel mondo aziendale di oggi non è certo necessario scambiarsi quote societarie per collaborare in modo positivo a strategie comuni di difesa sul mercato e di crescita - conclude il gruppo consiliare -. A questa opportunità, il M5S guarda con diverso atteggiamento, ricordando a IREN che le società 50-50 non funzionano, a meno che qualcuno pensi che il suo 50 % valga più di quello dei valdostani.»