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Movimento 5 Stelle

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31 juillet 2018

Migranti: il Governo regionale fa della discriminazione la propria bandiera

«Il vero problema per la Valle d'Aosta (e per il resto d'Italia) non è il numero di migranti assegnati, ma il tempo che ci vuole per il riconoscimento dello status: se riusciremo a ridurlo da 18 mesi a 2, come previsto dal Governo Conte, potremo gestire senza alcun problema le quote assegnate alla Valle e gli arrivi sarebbero di gran lunga inferiori rispetto al saldo negativo fra mortalità e natalità nella nostra Regione.» Lo sostengono i Consiglieri del Movimento 5 Stelle nel fornire qualche dato sui richiedenti asilo in Valle d'Aosta.

Negli anni fra il 2014 e il 2016 alla nostra regione sono stati assegnati esattamente 500 "profughi", fra i quali neppure un siriano e solo 15 donne. Di questi, 56 sono scappati all'estero prima ancora di presentare la domanda di accoglienza internazionale, ne restano 444. Di questi, 261 non hanno ancora avuto risposta definitiva alla loro domanda; dei 183 che l'hanno avuta, 133 (il 73%) si sono visti rifiutare la domanda (e sono spariti dalla circolazione), quindi il totale dei profughi effettivamente accolti in Valle d'Aosta, quelli di cui ci facciamo stabilmente carico come Stato italiano alla fine dell'iter sono 50 (cinquanta) e di questi 39 hanno lasciato la Valle d'Aosta. Quindi ce ne restano 11 (UNDICI) con permessi stabili. Oltre a questi ci sono ancora 280 persone: in attesa di convocazione (180), di esito (9) o che hanno presentato ricorso (91), questi sono in accoglienza provvisoria.

«Quella della Lega valdostana e della sua Presidente/Prefetto - commentano i Consiglieri del M5S - è invece la classica soluzione semplicistica: si vanta sui giornali di non aver accolto 25 siriani, adducendo motivazioni molto labili sulla capacità di accoglienza. Ci chiediamo allora: dove sono finite le strutture che in precedenza erano destinate ad accogliere le quasi 200 persone che hanno lasciato la Valle d'Aosta di loro spontanea volontà? Messa in questi termini sembrerebbe solo una campagna elettorale incentrata sulle paure della gente e non la risposta ponderata di chi ha la responsabilità di gestire il problema.»

«Stiamo parlando di famiglie siriane - concludono i Consiglieri -, sicuramente in fuga dalla guerra, non di migranti economici, né di pericolosi terroristi. Farsi un vanto di averli rifiutati toglie la maschera ad un Governo regionale che fa del razzismo e della discriminazione la propria bandiera. Qual è la verità: "non possiamo accogliere tutti" o "non vogliamo accogliere nessuno"?»