Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 448 del 25 marzo 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 448/XVI - Interpellanza: "Intendimenti per il rispetto della scadenza del termine per l'emanazione di una disciplina regionale sulle procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico".

Bertin (Presidente) - Passiamo al punto n. 36 all'ordine del giorno. La parola al consigliere Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Questa interpellanza vuole riprendere la tematica che abbiamo già avuto in varie occasioni in modo di trattare relativamente alle procedure di assegnazione delle concessioni idroelettriche.

Ci sono fondamentalmente due riferimenti normativi che vanno considerati: uno riguarda quello del decreto legislativo n. 135/2018, che è stato poi convertito nella legge n. 12 sul 2019, che riportava: "Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazioni per le imprese e la Pubblica Amministrazione", quello che viene chiamato decreto semplificazioni. In questa disciplina si è consolidata appunto la previsione che le concessioni idroelettriche, ovvero il quadro normativo generale relativo sulla gestione delle concessioni idroelettriche fosse rinviato alle Regioni per quello che riguarda principalmente i criteri di assegnazione, quindi sostanzialmente si passa alle Regioni questa previsione.

Successivamente non stiamo a sondare quelle che sono state le evoluzioni sia della compagine di Governo e poi l'arrivo della pandemia ma con un successivo D.L. n. 18/2020 all'interno ovviamente di un decreto molto più corposo, poi convertito in legge, la n. 27/2020, si è prorogato il termine per l'emanazione da parte delle Regioni della disciplina sulle modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico.

Chi, tra l'altro, viene dalla scorsa legislatura si ricorderà che a un certo punto in quest'aula si discusse sull'opportunità di fare in fretta e di definire una norma proprio per riuscire a traguardare la previsione temporale definita da questi impianti normativi, salvo poi, se non erro, era stata una Capigruppo, verificare che, per quello che riguardava appunto le Regioni a statuto speciale, ovviamente c'era un rimando successivo.

Rimane però il fatto che oggi questa problematica c'è ed è presente ed è una sorta di spada di Damocle che pesa non soltanto sull'Amministrazione, ma soprattutto, considerata la nostra ulteriore specificità dove siamo anche al contempo non soltanto deputati della gestione, almeno dal punto di vista della legge, dei criteri di assegnazione delle procedure ma anche azionisti del maggior gestore attuale di queste concessioni, con un timing che si sta sempre più riducendo, lo diciamo continuamente non soltanto sulla definizione di questa procedura ma anche della scadenza delle stesse concessioni. L'interpellanza vuole per l'appunto comprendere quali siano le intenzioni del Governo regionale per rispettare la prossima scadenza relativa alla disposizione di cui alla già richiamata legge n. 27. Perché dico che c'è una preoccupazione maggiore? C'è una preoccupazione maggiore perché il quadro generale, al di là di quello che ho citato, fa sì che la nostra Regione è sì titolare esclusiva di quasi tutti i beni del demanio idrico, compresi quelli destinati a sfruttamento idroelettrico, ma ha una potestà legislativa esclusiva soltanto per ciò che concerne le acque pubbliche destinate a irrigazione a uso domestico, a differenza - le citiamo sempre - delle Province di Trento e Bolzano, noi quindi abbiamo una competenza concorrente, non abbiamo appunto una competenza invece più forte come quella di Trento e di Bolzano, in un panorama regionale dove le varie Regioni si sono già dotate di un quadro normativo regionale, che poi sappiamo benissimo non essere una materia del tutto semplice perché su tutto questo caos che si sta generando incombe anche una procedura europea sul discorso gare. Tra l'altro - e qui lo dico con un po' di rammarico -, l'Italia su questa materia è stata come al solito più realista del re prevedendo la formula delle gare pubbliche - e di questo dobbiamo ringraziare il decreto Bersani - rispetto ad altre realtà europee dove si è preferito definire delle procedure più duttili o comunque più inclini alla situazione vigente nel Paese in quel momento.

La seconda domanda dell'interpellanza invece non si lega alla visione normativa generale ma a quello che questo Governo ha scritto nel suo programma, l'ho già citato all'interno del programma di legislatura, per quanto riguarda la Compagnia valdostana delle acque e quindi la tematica delle concessioni, si dice e si ipotizza la definizione di specifiche leggi regionali e particolari procedure nella riassegnazione delle autorizzazioni per le società che siano interamente pubbliche. A tal riguardo per l'appunto vogliamo capire e vogliamo chiedere se si ritenga che allo stato attuale delle cose lo strumento della norma di attuazione possa consentire il rispetto del termine della legge n. 27 in materia di gestione delle procedure di assegnazione delle concessioni. A fronte di questo chiediamo considerato che tempo fa il Presidente annunciò e disse in quest'Assise appunto che c'era stata, tra l'altro, un'interlocuzione con il Ministro degli affari regionali, o se altri esponenti del Governo hanno avuto interlocuzioni con il Governo centrale... vogliamo capire se questa problematica è stata oggetto di interlocuzione considerato che - e mi lego al discorso norma di attuazione - oggi in questo Consiglio del 25 di marzo all'ordine del giorno non troviamo più l'indicazione della nomina dei componenti di parte regionale per la Commissione paritetica e senza tale Commissione le norme di attuazione non si fanno, questo lo sappiamo benissimo.

Ricapitolando, abbiamo una scadenza definita dalla legge, che è vero è stata continuamente rinviata, ma siamo in coda rispetto alle altre Regioni rispetto a questo tipo di azione e soprattutto tra i vari rischi che incombono - e che prevede il dettato normativo nel caso in cui la Regione non adempia e non proceda in ciò - ovviamente c'è il potere sostitutivo da parte dello Stato.

Quello che vogliamo è che si mettano in fila le scadenze e le attività che la Regione può fare e soprattutto capire che idea ne avete voi che siete al Governo di questo tema.

Dalle ore 09:55 riassume la Presidenza il presidente Bertin.

Bertin (Presidente) - Per la risposta, la parola all'assessore Caveri.

Caveri (VdA Unie) - Va detto che, da un certo punto di vista, è del tutto evidente che la materia è e resta complessa, soprattutto in una temperie non molto incoraggiante per il regionalismo, come si è visto non solo dalla pronuncia della Corte costituzionale sulla legge n. 11, ma dalla giurisprudenza della Corte di questi ultimi mesi in cui la pandemia sembra quasi rendere naturale un soffio centralistico. Peraltro sappiamo, per chi studia i fenomeni della politica e dell'istituzione, che le emergenze aiutano in qualche modo addirittura nei sistemi federalisti a un irrigidimento dei Governi centrali.

È vero che l'instabilità politica nazionale, così come la nostra instabilità politica, hanno in qualche maniera inciso e non si è mai riusciti, malgrado gli sforzi di tutti i Governi regionali precedenti, da una parte, a chiudere la partita delle norme di attuazione e anche va detto - ed è anche interessante vedere come i comportamenti dei singoli gruppi politici al Senato in particolare - l'insuccesso nei tentativi di presentazione di emendamenti, che in qualche maniera, se approvati, ci avrebbero reso la vita più semplice: mi riferisco in particolare a quel possibile spostamento della famosa data del 2029, in certi casi si è giunti proprio alla votazione a Palazzo Madama e questi emendamenti per adesso sono sempre stati respinti.

La scadenza ovviamente va rispettata, non si può correre il rischio di trovarsi di fronte alla mancanza di una legge regionale in materia, anche perché se noi non avessimo la legge regionale, ovviamente si applicherebbero delle norme nazionali, quindi a svolgere l'eventuale apertura della gara, che comunque dovrà avvenire non molto oltre il 2023-2024 perché i tempi procedurali sono complessi e già solo la scrittura... lei molto spesso rimarca anche questa situazione di essere controllori-controllati, cioè è possibile per noi fare il bando ma ci vogliono delle accortezze particolari proprio per evitare che si possa pensare che chi fa la gara in qualche maniera possa influirne il risultato a beneficio della propria società, questo ovviamente sarebbe impensabile.

Ora, noi siamo impegnati nella verifica dei contenuti da inserire nella legge regionale sulle concessioni idroelettriche anche, come lei sa, consigliere Aggravi, sulla base dell'esperienza di altre Regioni italiane che si sono viste impugnare le leggi dello Stato per il non rispetto di taluni requisiti e sarà anche interessante vedere, visto che queste sono leggi già impugnate, quale sarà la giurisprudenza della Consulta, cioè sarà più vicina alle Regioni o più vicina alla situazione di poteri e competenze dello Stato?

Tenendo conto, come sanno coloro che qui in aula conoscono la materia, che poi noi facciamo le gare e ci sono Paesi importanti come i nostri vicini Francesi o anche altri Stati, come la Germania, che le gare non le fanno in barba alle direttive comunitarie, aprono procedimenti di infrazione e lì non si capisce come mai i procedimenti di infrazione italiani finiscono facilmente, la Corte europea di giustizia che ci condanna, e Paesi che hanno mantenuto un monopolio stretto nel settore elettrico non subiscono mai nessuna procedura di infrazione, oppure la subiscono ma poi finisce sine die. Occorre quindi - e peraltro ci dovrà essere la condivisione con il Consiglio - confezionare una proposta di legge in grado di reggere alle eventuali censure e che sia in grado di conciliare le esigenze regionali, pur nella debolezza dello Statuto di autonomia sotto quel profilo, perché lei ha fatto bene a evocare che le due Province autonome sono più avanti da quel punto di vista, ovviamente bisogna rispettare tutti i principi che sono di origine europea ma anche i criteri che sono dettati dalla legge n. 12/2019.

Immaginando una gara fra le norme di attuazione e la legge regionale, è del tutto evidente che, al di là della necessità, che sicuramente si mantiene, della formazione della Commissione paritetica, da qui al mese di maggio non si potranno immaginare delle norme di attuazione. Sapendo che le norme di attuazione sono comunque nelle fonti del diritto al di sopra di qualunque legge regionale noi facessimo, però è del tutto evidente che non si può non pensare che comunque le procedure per le concessioni debbono passare attraverso una norma di attuazione, anche perché chi ha esperienza qui dentro di norme di attuazione sa perfettamente che, per grazia di Dio, le norme di attuazione sono il reale strumento che rende dinamico lo Statuto di autonomia, perché in materie come queste noi possiamo immaginare di avere un effetto elastico, cioè di poter allargare molto di più i contenuti dei nostri poteri e delle nostre competenze rispetto a quanto invece può avvenire con una legge regionale, che molto facilmente, laddove ci fosse qualunque sbavatura in questo periodo, verrebbe comunque impugnata di fronte alla Corte costituzionale.

Un ultimo accenno ai rapporti con lo Stato centrale, in particolare il senatore Lanièce sta seguendo questa questione, sicuramente il presidente Lavevaz sotto il cui controllo... in questo momento sto parlando delle interlocuzioni con il Governo centrale... questa questione dell'idroelettrico e delle grandi derivazioni d'acqua e delle loro concessioni diventa nei rapporti politici con Roma un tema assolutamente centrale.

Chi, come lei, consigliere Aggravi, segue con attenzione anche quello che scrivono Trento e Bolzano - noi abbiamo sempre questa competizione - avrà notato un cambio di attitudine, nel senso che i Sudtirolesi hanno avuto la proroga delle concessioni e quindi delle nostre problematiche molto simpaticamente se ne fanno un baffo. Molto diversa è la situazione di Trento, perché Trento per un certo periodo ha fortemente nicchiato sul fatto di fare con noi sistema su un allungamento del periodo delle concessioni, adesso mi pare che il presidente Fugatti abbia invece fatto dichiarazioni pubbliche molto importanti chiedendo che a loro stessi, e a noi per trascinamento o per l'inverso, venga concessa una proroga com'è già avvenuto per Bolzano. I Sudtirolesi riescono sempre anche per il peso politico che hanno ma anche va detto per la garanzia internazionale, noi ogni tanto sottostimiamo questa questione della garanzia internazionale, credo di far sorridere il senatore Rollandin, che ricorderà quando nelle discussioni parlamentari si arrivava al "calor bianco" e i Sudtirolesi dicevano: "noi domani andiamo a pranzo con l'Ambasciatore austriaco e poi sarà Vienna a intervenire su Roma". Noi quindi ogni tanto ci dimentichiamo che questo particolare di un autonomismo che non deriva solo dalla loro forza, ma deriva dalla scelta negli anni Sessanta dell'Austria di adire addirittura alle Nazioni Unite per il famoso pacchetto che poi loro vararono ma loro hanno dei difensori, noi siamo difensori di noi stessi, loro hanno uno Stato europeo che li tutela. Non per fare l'invidioso o il geloso della situazione, noi credo che siamo abbastanza grandi per poterci anche difendere da soli ma comunque il loro quadro giuridico è più rassicurante.

Per concludere quindi sicuramente questa legge va presentata, questa legge non può essere considerata sufficiente, per essere sicuri ci vuole sicuramente una norma di attuazione, ci vuole anche una riflessione seria nel rafforzamento di CVA. È per questo che noi continuiamo a dire che dobbiamo uscire dalla Madia, perché sennò la fragilità di CVA negli investimenti nel settore delle rinnovabili rischia di restare forte nel momento in cui le norme della Madia l'hanno ingessata e a poco per adesso consola il fatto che ci pare di capire, come giustamente si evince dalle discussioni nazionali, che il Governo Draghi probabilmente su questa camicia di forza che è stata messa alle partecipate pubbliche con la Madia prima o poi qualche passo indietro dovrà essere fatto perché oggi oggettivamente queste aziende sono sul mercato in una situazione di handicap.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Vede, Assessore, su questa tematica come anche su altre ma in particolare su questa parlare di Trento e di Bolzano, secondo me, è un po' fuorviante per quello che abbiamo detto prima, in particolare perché il Südtirol sappiamo è sostanzialmente arbitro, a Trento sono più o meno tra noi e Bolzano e quindi hanno due situazioni di partenza molto diverse, poi a Trento c'è tutta una grossa tematica sul discorso delle opere asciutte che li sta tenendo molto occupati.

Noi invece siamo passati da una situazione di forza dove eravamo i concessionari, i proprietari della società di gestione e quant'altro a una situazione di debolezza dovuta sicuramente alle maglie della Madia, ma anche al mutato contesto di tutto quello che è ovviamente il mondo del mercato dell'energia e non soltanto.

Spesso e volentieri su questa tematica si parla soltanto, e l'abbiamo anche visto nelle interlocuzioni che ha avuto il Senatore nella sua sfortunata missione di salvataggio del Conte 2, degli emendamenti alla Madia e capisco che nell'opinione pubblica è un tema molto complesso quello di parlare delle concessioni, ma io posso avere una società performante senza il nome della Madia ma, se poi non ho risolto il problema concessorio, abbiamo un altro problema. Apprezzo nella sua risposta questo doppio binario relativamente al dire da un lato dobbiamo lavorare alla legge e, ripeto, oggi è il 25 marzo, poi magari ci stupite ma, secondo me, i tempi sono molto stretti e spero davvero che una legge di questo tipo non venga lanciata nelle Commissioni e portata in Consiglio in fretta e furia, sia perché c'è una tematica tecnica, come lei ricordava, molto complessa, ma, secondo me, considerati i tempi, è necessario legiferare. Poi, purtroppo, come le altre Regioni, apriremo sicuramente un contenzioso, ovvero anche una trattativa con lo Stato e forse se tutte le Regioni riuscissero a capire che, considerate le impugnative, però insieme possano per quota parte costruire, fare lobby in senso positivo su questo tema, sarebbe molto più importante considerato poi l'impostazione europea... e qui Bersani ha dimostrato all'epoca, poi usiamo il suo nome perché il decreto porta il suo nome... ma quello che lei ricordava della problematica europea, al di là delle garanzie internazionali, è che noi siamo stati più realisti del re e fa strano perché sicuramente Bersani è meno liberista del sottoscritto.

Detto questo, così è e su questo aspetto dobbiamo lavorare. Ripeto: io mi auguro che una legge di questo tipo venga ben valutata e considerata e soprattutto che da parte del Governo si faccia un po' ordine, mi si permetta, nella confusione del paragrafo relativo a questa tematica che avete riportato, perché si va a mischiare la norma di attuazione, il futuro aziendale di CVA, perché CVA ha un futuro aziendale che va valutato al di là della procedura concessoria, e quindi io mi auguro che prima o poi questo testo possa essere vagliato dalla Commissione competente e dal Consiglio.

Dall'altro lato, però, c'è un aspetto che, secondo me, vale la pena sottolineare: la debolezza del nostro Statuto di autonomia e la forza o, meglio, la duttilità delle norme di attuazione. Forse anche se qualche articolo potesse essere toccato dall'impugnativa potrebbe anche fare scuola, essere utile, e qua lo credo veramente, per aprire uno spiraglio di discussione anche a livello romano e favorire forse quella diplomazia necessaria che non soltanto alla Valle d'Aosta potrebbe essere utile ma a tutte le Regioni, io dico principalmente quelle dell'arco alpino, perché sappiamo che l'idroelettrico è sostanzialmente concentrato nella parte alta del Paese Italia.

Sul resto io, ripeto, mi auguro poi in parallelo che si possa riaprire - lo dico per l'ennesima volta - anche una discussione sul futuro di CVA, perché il lavoro fatto nella scorsa legislatura, ancorché travagliato e ancorché fermato, è necessario che vada valutato perché è l'asset forse più importante che la Regione ha e che ha un futuro... oggi, purtroppo, vuoi per il dettato normativo, vuoi per la scadenza delle concessioni ma soprattutto vuoi perché non si è deciso che strada prendere, è più in difficoltà rispetto a un passato sostanzialmente monopolista.