Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 183 del 16 dicembre 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 183/XVI - P.L. n. 7: "Disposizioni urgenti per permettere la revisione degli ambiti territoriali sovracomunali di cui all'articolo 19 della legge regionale 5 agosto 2014, n. 6, nonché il correlato conferimento dei nuovi incarichi ai segretari degli enti locali. Modificazioni alla legge regionale 24 settembre 2019, n. 14."(Approvazione di un ordine del giorno).

Bertin (Presidente) - I relatori vogliono intervenire? È stato depositato, riferito a questa proposta di legge, iscritta al punto 21.01 dell'ordine del giorno, un emendamento sottoscritto da tutti i Gruppi e anche un ordine del giorno. Vi sono due relatori: per la maggioranza il collega Grosjacques e per la minoranza il collega Sammaritani. Per la relazione, collega Grosjacques ne ha facoltà.

Grosjacques (UV) - Prima di passare all'esame dell'articolato, consentitemi di fare i dovuti ringraziamenti ai colleghi di maggioranza e di opposizione delle Commissioni I e II, compresi coloro che, pur non avendo apposto la loro firma sul disegno di legge, hanno inviato le loro suggestioni e che, consapevoli dell'importanza di questa proposta di legge per il sistema delle collettività locali, si sono resi disponibili a collaborare e a migliorarne il testo attraverso i loro contributi, al collega correlatore Sammaritani, alla struttura degli enti locali dell'Amministrazione regionale e al Consiglio di amministrazione del CPEL, che attraverso il suo presidente Franco Manes ha condiviso il lavoro in diversi momenti di confronto e ha sottoposto all'assemblea il testo che ha ricevuto il voto favorevole pressoché unanime degli amministratori locali, inviando alcune proposte modificative che sono state in larga parte accettate e che sono state oggetto di un emendamento e un ordine del giorno che sono stati depositati, contribuendo alla definizione della presente proposta di legge che nel suo insieme va a modificare sostanzialmente l'articolo 19 della legge regionale 6/2014, nonché la legge regionale 14/2019.

È una legge che certamente non risolve tutte le problematiche emerse in questi anni nel sistema degli enti locali valdostani, ma è certamente un buon punto di partenza che consente a quest'Aula di dare le prime e più urgenti risposte alle necessità dei comuni valdostani, nel rispetto delle tempistiche che ci eravamo dati fin dall'insediamento di questa sedicesima consiliatura che, come sappiamo, è nata poco meno di due mesi fa.

Una legge che interviene in favore sia dei piccoli che dei grandi comuni della nostra Regione, Aosta compresa, consentendo a quelli di minori dimensioni, e quindi meno strutturati dal punto di vista dell'organizzazione amministrativa, di potersi associare con realtà simili o anche, in alcuni casi, più grandi senza il vincolo di doverlo fare con comuni contermini ed eliminando anche il vincolo dell'obbligatorietà di convenzionamento tra comuni della stessa Unité des Communes e nello stesso tempo liberando i comuni di dimensioni numericamente superiori ai duemila abitanti e con strutture organizzative più solide dall'obbligo di associare i servizi con altri comuni che nella legislatura passata, soprattutto per quanto riguarda il servizio di segreteria, in alcuni casi ha creato difficoltà di gestione della macchina amministrativa. Il caso emblematico è stato l'unione di comuni tra Châtillon e Saint-Vincent, ma ce ne sono altri che hanno avuto problematiche uguali.

Una legge ponte, come è stata definita dal gruppo di lavoro, che rimanda a quanto ben specificato dall'articolo 5, dove si prevede di arrivare entro il 31 dicembre 2021 all'approvazione di un testo unico sugli enti locali che vada a normare in modo definitivo le attività dei nostri comuni anche in considerazione di quanto disposto dalla sentenza della Corte costituzionale numero 33 del 2019 sulla questione legata al venir meno dell'obbligatorietà del convenzionamento tra comuni per l'esercizio associato di funzioni, previa dimostrazione della capacità non solo economica ma anche soprattutto organizzativa da parte dei comuni stessi di poter gestire in modo autonomo tali attività nel rigoroso rispetto dei principi di efficacia, efficienza ed economicità.

Importanti sono altri passaggi di questa legge: l'articolo 4, che modifica la legge regionale 14 del 2019, "Disposizioni urgenti per il reclutamento di segretari degli enti locali della Valle d'Aosta", disciplina in modo puntuale il conferimento degli incarichi di segretario di ente locale andando a riconoscere nell'assegnazione delle supplenze - all'interno dell'elenco dei soggetti iscritti all'albo, ai sensi dell'articolo 1 comma 6 della legge regionale 46/98, la cosiddetta parte seconda - una priorità a coloro che hanno seguito e superato il corso di formazione tenutosi negli anni 2009-2010, peraltro sostenuto a loro spese, nonché, al comma 3 dello stesso articolo, l'inserimento della possibilità per il B.I.M. di dotarsi nuovamente di un segretario, da utilizzare obbligatoriamente in convenzione con l'agenzia dei segretari degli enti locali della Valle d'Aosta.

La norma sull'attribuzione del segretario al B.I.M. è il primo passo per il riconoscimento da inserire nel previsto testo unico degli enti locali della dignità delle funzioni e delle responsabilità in capo al Presidente e alla Giunta, che sono state soppresse dall'articolo 37 della legge regionale 19/2015 equiparando il Presidente B.I.M. e la sua Giunta a un comune nella fascia fino a mille abitanti e attribuendo quindi agli stessi i medesimi diritti anche in termini di attribuzione di eventuali emolumenti legati alle responsabilità e all'impegno profuso per l'espletamento del mandato.

È stata poi ripristinata la possibilità per gli enti locali che hanno in dotazione organica dei dipendenti appartenenti alla qualifica dirigenziale assunti a tempo indeterminato di conferire agli stessi l'incarico di segretario, a condizione che tali soggetti siano iscritti alla parte seconda dell'albo e che questo non comporti nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

È stata poi prevista la proroga della durata delle convenzioni per l'esercizio associato delle funzioni fino alla conclusione del procedimento di revisione degli ambiti e la conseguente proroga degli incarichi di segretario degli enti locali e per ultima, ma non certamente per ordine di importanza, la possibilità per gli enti locali soggetti all'obbligo di convenzionamento per l'esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali in ambito territoriale sovracomunale di sciogliere le convenzioni stipulate, a eccezione di quelle di segretario che avranno durata per tutta la legislatura a seguito dell'entrata in vigore della legge di revisione organica della materia, il cosiddetto Testo unico disciplinato dall'articolo 5.

Andiamo quindi oggi ad approvare una legge di modifica delle leggi regionali 6/2014 e 14/2019, predisposta, come dicevo poco fa, in tempi molto brevi ma avente contenuti molto importanti per il sistema degli enti locali, così come ci eravamo prefissi fin dall'insediamento di questa consiliatura, poiché tutti in quest'Aula siamo consapevoli dell'importanza dei nostri comuni e delle nostre Unités des Communes, che devono essere messi nella condizione di avviare l'attività amministrativa della nuova legislatura con regole certe e immediatamente applicabili.

Il testo unico - che oggi con questa legge si prevede di approvare entro la fine dell'anno 2021 - dovrà uniformare tutta la vigente normativa sugli enti locali, adattandola alle intervenute esigenze delle nostre piccole comunità con l'obiettivo di fornire norme chiare e di facile applicazione.

Una particolare attenzione dovrà essere riservata a quelle norme relative ai trasferimenti finanziari e alle nostre collettività locali, oggi disciplinate dalla legge regionale 48/95 che, nonostante le parziali modifiche intervenute negli anni, ha necessità di una profonda revisione dei suoi parametri.

Tutto questo per dare certezza di risorse e conseguente possibilità di programmazione dei documenti finanziari ai nostri enti locali, sia per quanto riguarda la parte corrente che per quanto riguarda gli investimenti.

Questa legge è un primo importante passo, anche se molto rimane da fare su questa tematica, ma è l'avvio di un percorso che questo Consiglio si propone di effettuare - ci auguriamo in modo unanime e condiviso, così come è stato in questa occasione - insieme ai rappresentanti del CPEL e a tutti gli attori che saranno coinvolti nei lavori con l'obiettivo di salvaguardare le prerogative dell'ordinamento degli enti locali valdostani, rispettandone e valorizzandone le singole peculiarità e specificità nell'ambito della potestà legislativa prevista dal nostro statuto speciale.

Questo perché proprio i comuni sono presidio e salvaguardia del nostro territorio e i nostri sindaci e amministratori locali, operativi H24 in favore dei nostri cittadini, soprattutto nelle piccole realtà di montagna, meritano tutta la nostra attenzione e la velocità di predisposizione della presente proposta di legge e le prime risposte puntuali contenute nella stessa vanno esattamente in questa direzione.

Presidente - Come relatore di minoranza, il vicepresidente del Consiglio Sammaritani, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - Mi preme innanzitutto porgere i miei ringraziamenti a tutti i colleghi firmatari, ai componenti della I e della II Commissione e a tutti gli altri colleghi che hanno fattivamente collaborato alla composizione di questa proposta di legge che ha impegnato le due Commissioni per alcune settimane.

Ringrazio anche il collega correlatore, il consigliere Giulio Grosjacques, la struttura regionale degli enti locali, il Presidente del CPEL in rappresentanza del suo CdA e tutte le persone audite nelle Commissioni, tutti preziosi portatori di fondamentali contributi.

I lavori della Commissione sono stati accelerati al fine di agire il più efficacemente possibile compatibilmente con i ristretti tempi a disposizione per soddisfare la necessità condivisa da tutti i Gruppi consiliari di dare una risposta concreta agli enti locali dopo una tornata elettorale che ha delineato i nuovi Consigli comunali di gran parte dei nostri Comuni.

Non mi soffermerò, per evitare inutili ripetizioni, sulle principali caratteristiche del provvedimento legislativo, già bene esplicitate dal correlatore di maggioranza. Dico soltanto in modo sommario che si è intervenuti sia sulla disciplina in materia di esercizio associato di funzioni e servizi comunali, sia in materia di conferimenti degli incarichi ai Segretari comunali, quindi essenzialmente sugli impianti normativi rispettivamente della legge numero 6/2014 e delle leggi numero 46/98, numero 10/2015 e numero 14/2019.

A più riprese si è dibattuto all'interno di quest'Aula degli organi rappresentativi degli enti locali della necessità di superare alcune criticità applicative nate a seguito della legge regionale numero 6/14, che ha per oggetto la gestione associata delle funzioni e dei servizi comunali, una legge quest'ultima che nasceva da encomiabili esigenze di razionalizzazione della macchina amministrativa e di risparmio nella gestione.

Nella realtà la disciplina della legge 6/2014 che prevede una notevole rigidità nel sancire e gestire i meccanismi associativi, ha fatto sì che alcuni nostri comuni manifestassero vari malesseri e malfunzionamenti in palese dissonanza con lo scopo della legge, così che, come spesso accade, un principio ispiratore sicuramente buono richiede ora alla prova dei fatti di essere declinato con modalità diverse.

Allo stesso modo occorre porre mano alla disciplina di quelle già citate leggi 46/98, 10/2015 e 14/2019 e di tutti gli altri provvedimenti normativi di settore.

Merita anche, come ha già fatto il collega correlatore, citare un intervento giurisprudenziale della Corte Costituzionale la quale, con la pronuncia numero 33 del 24 gennaio 2019, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 14 comma 28 del decreto legge numero 78 del 31 maggio 2010, ha sancito come gli eccessivi vincoli e gli obblighi associativi non siano rispettosi degli articoli della carta costituzionale numero 5 e numero 114 sulle autonomie locali e sul decentramento amministrativo, principi questi tanto propugnati da molte parti quanto spesso disattesi dal Governo centrale.

È quindi doveroso da parte di un organo legislativo regionale attento e il più vicino possibile alle mutevoli necessità del territorio mettere mano a una revisione organica dell'intera normativa di settore per dare finalmente un assetto complessivo non frammentario e farraginoso all'importantissimo comparto degli enti locali, la cui rilevanza è fondamentale, soprattutto in una Regione che fa dell'autonomia una bandiera.

Questa legge pertanto nasce proprio con il preciso intento dichiarato nell'articolo 1 di fungere da provvedimento che possa traghettare al settore degli enti locali nelle more dell'approvazione di un provvedimento, un testo unico, che affronti e definisca tutta la disciplina in materia, tenendo conto sia delle criticità manifestate dalle già citate leggi di settore, sia dell'esperienza acquisita dai sindaci valdostani, dai segretari comunali e da tutti coloro che hanno operato nell'ambito degli enti locali e altresì, non ultimo, del principio sancito dalla Corte Costituzionale nell'esercizio della sua preziosa funzione nomofilattica. Un principio di cui dovrà tenersi conto per dare attuazione al principio dell'autonomia dei nostri comuni, al principio di sussidiarietà previsto dall'articolo 118 della Costituzione, anche nel rispetto del valore della leale collaborazione in linea verticale.

Questa riforma dovrà essere realizzata con un confronto continuo e costante; è un lavoro concertato, come prevede espressamente l'articolo 5 di questa legge, e che sarà imprescindibile, stante l'importanza dell'intervento di riassetto normativo che andremo ad affrontare nel prossimo anno, intervento che verrà anche rafforzato da un ordine del giorno proposto in Commissione dal Gruppo consiliare di cui faccio parte, che ha trovato l'immediato sostegno di tutti gli altri Gruppi consiliari e che auspico verrà votato dall'intero Consiglio regionale.

Presidente - Si apre la discussione generale. Consigliere Aggravi ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Non è mia intenzione tornare sugli argomenti già trattati dai due colleghi relatori, che ringrazio, ma vorrei porre all'attenzione dell'Aula alcuni elementi di analisi in più relativamente alla norma di rinvio di cui all'articolo 5 della proposta di legge. Possiamo dire che questo è un articolo di auspicio rispetto a una riforma organica della disciplina regionale in materia di enti locali di cui questa Regione ha bisogno da molto tempo.

Già nel corso della scorsa legislatura si creò una Commissione speciale che doveva lavorare alla riforma della legge 6 nel suo complesso e più volte si è detto e concordato di lavorare unitamente alla definizione di un testo unico regionale in materia di enti locali, tra l'altro è già stato anche in parte citato dai colleghi.

Questa legge ci permette oggi di fare un passo in avanti per cercare di mettere ordine, seppur con notevole difficoltà e imprecisione, nel complesso delle scelte in materia di enti locali che nel tempo si sono purtroppo sedimentate nel corpo normativo regionale.

Con questo mio intervento voglio però concentrare l'attenzione riguardo a un aspetto importante della futura riforma - così almeno mi auguro, ma ne sono sicuro vista la sua importanza - che riguarda la materia della finanza locale. Sì, perché questa legge di fatto non sposta risorse finanziarie, almeno direttamente, genera però una serie di ragionamenti che dobbiamo necessariamente fare in vista di una riforma del sistema di finanza derivata su cui oggi è costruito il nostro sistema di enti locali.

La legge regionale 48/95 poneva alla base delle sue finalità cinque principi fondamentali: autonomia e funzionalità delle amministrazioni locali; cooperazione intercomunale e sovracomunale; perequazione tra gli enti; responsabilizzazione degli amministratori locali; favorire il coordinamento degli interventi pubblici di interesse locale.

Al contempo questa definiva nel 95% dei nove decimi dell'imposta sul reddito delle persone fisiche l'ammontare del finanziamento regionale agli enti locali, ammontare che da tempo viene concesso in deroga a tale disposizione.

Sappiamo benissimo che dal 1995 in poi il mondo è notevolmente cambiato, sino tra l'altro al varo della già citata legge 6, che come una falce cade senza pietà sui comuni obbligandoli a trovare forme di collaborazione e cooperazione al fine di contenere la spesa pubblica complessiva.

Come ben sappiamo le finalità che si prospettava tale intervento normativo non hanno sortito i risultati concreti - e duraturi, soprattutto - e infatti siamo qui a discutere della necessità di riformare anche e soprattutto quella legge.

Non sarà sicuramente facile lavorare alla revisione di uno dei pilastri portanti della nostra autonomia, quello comunale, in un regime di incertezza e dubbio come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia ma non possiamo più rimandare scelte che nel tempo stanno costando molto in termini di risorse, di inefficienze, e di rigidità decisionali soprattutto verso la nostra comunità. Un primo passo verso la definizione di un nuovo modo di concepire le realtà degli enti locali, seppur timido, è stato riconoscere con questa proposta di legge a certi comuni una complessità amministrativa maggiore rispetto ad altri, sto in particolare parlando del principio definito all'articolo 2.

Sulla scorta di tale principio credo che sarà necessario lavorare per riformare il sistema di Finanza locale non prevedendo più la sola dominanza della logica perequativa à tout prix, prassi ormai consolidata nella applicazione della legge 48, bensì premiando realtà che cooperando e finanche unendosi, per scelta democratica ovviamente, creino quelle condizioni di miglior risposta al cittadino in termini di carico fiscale, di tariffe, di servizi e di qualità della vita.

Oltre alle variabili della popolazione, delle caratteristiche territoriali e delle condizioni socio-economiche, credo che si debba proprio considerare l'elemento del livello di complessità amministrativa dell'ente, come ad esempio, in termini di significatività del bilancio comunale, i servizi offerti sul territorio del comune di riferimento di cui beneficiano anche i comuni limitrofi; quindi non possiamo continuare a considerare i comuni soltanto a sé stanti ma giustamente come elementi unici e insieme che creano appunto un sistema e operano in un sistema. Anche la posizione del comune rispetto alla vallata di riferimento, e quindi all'asse centrale della regione, se vogliamo scongiurare l'abbandono delle nostre valli laterali.

Non saranno sicuramente scelte facili ma credo che la definizione di un tavolo di concertazione permanente con i rappresentanti degli enti locali favorirà il processo di definizione della nuova normativa di riferimento e soprattutto rappresenta un'evoluzione rispetto alla vecchia - e l'ho già citata - Sottocommissione o Commissione speciale che si era costituita per la riforma della legge 6 proprio perché l'obiettivo dovrà essere concertare, con chi ovviamente è sul territorio e con chi rappresenta prima di tutto l'ente locale Comune, una riforma che mi auguro possa avere un futuro migliore di quello della legge 6 e che soprattutto ci permetta di far fronte alle necessità e alle sfide che aspettano i Comuni e anche la Regione.

Presidente - In discussione generale, consigliere Restano. Ne ha facoltà.

Restano (VdA Unie) - Intervengo in discussione generale per porre alcune considerazioni in merito alla norma e anche per presentare l'ordine del giorno predisposto dal gruppo di lavoro.

Innanzitutto anche io esprimo i miei ringraziamenti alla I Commissione, ai colleghi che hanno partecipato e affiancato la I Commissione che non sono rappresentati all'interno della stessa e a tutto il personale, sia del Consiglio, sia degli enti locali, che si è adoperato per portare a compimento in un brevissimo termine di tempo questa norma, perché credo che tutti i movimenti politici, tutti i partiti, oggi rappresentati in Consiglio, nel corso della campagna elettorale abbiano speso parole in merito alla necessità di riforma della legge 6. Credo anche che a tutti noi sia stato richiesto in un certo qual senso un salto di qualità, dopo una legislatura durata pochi anni e contraddistinta da un alto livello di scontro e di rissosità all'interno dell'aula, e ci siamo riusciti. Spero si continui così, almeno per quanto riguarda la I Commissione, che interessa le riforme istituzionali e quindi degli argomenti che vanno oltre il confronto politico nel merito di scelte politiche nei vari settori. Abbiamo dimostrato di avere raccolto la sfida e di averla vinta, infatti questa norma è stata firmata da tutti i rappresentanti dei gruppi consiliari e votata all'unanimità e questo è un elemento di orgoglio per tutti quanti noi.

Non entro nel merito della norma che è stata egregiamente illustrata dai due relatori e non farò neppure delle considerazioni in merito, però posso pensare e augurarmi che sia nata una fase nuova nei rapporti istituzionali tra il CPEL e il Consiglio regionale e anche tra i vai gruppi consiliari, perché il futuro che ci attende è un futuro denso d'impegni e di sfide.

Ricordiamoci quanto ci ha detto il Senatore della Valle d'Aosta in merito all'impegno che dovremmo spendere rispetto alla riforma del titolo V della Costituzione, che è stata proposta in Senato e che ci vedrà tutti quanti impegnati in un'attenta analisi.

Su questi argomenti che riguardano la nostra collettività, che riguardano la Valle d'Aosta, le nostre istituzioni, dovremo trovare una sintesi e soprattutto sarebbe bello trovarla insieme ed esprimere un voto unanime rispetto a queste scelte.

Tanto percorso si dovrà anche fare sia dal punto dei rapporti politici sia per quanto riguarda eventuali percorsi amministrativi che riguarderanno gli argomenti di cui ho parlato prima.

Quindi posso solo esprimere grande soddisfazione per il lavoro che è stato fatto e mettere a disposizione, penso di poterlo fare a nome della I Commissione, l'impegno di tutti per continuare celermente verso questi argomenti di riforma istituzionale che ci potranno via via interessare.

È stato evocato prima dal consigliere Sammaritani un ordine del giorno che adesso andrò a illustrare e riguarda gli impegni politici futuri che si deve assumere questo Consiglio, proprio riguardo alle riforme che ci aspettano. Si è parlato della norma che riguarda i segretari comunali, recentemente ci eravamo confrontati sul corso/concorso che ha visto impegnate tante risorse umane, tanti segretari, e non avevamo trovato unanimità su questo. Bene, con questo ordine del giorno proponiamo al Consiglio di prevedere una norma che, allineandoci ad altri tipi di concorsi effettuati, preveda prima il concorso e successivamente il corso per il reclutamento dei futuri segretari che gestiranno le nostre amministrazioni comunali.

Impegna il Consiglio nel valutare un percorso per definire la realizzazione dell'albo unico della dirigenza, anche questo un passo importante, se si arriverà a compimento, che segnerà una profonda trasformazione per la dirigenza delle amministrazioni, degli enti locali dell'amministrazione regionale valdostana.

Vogliamo impegnare il Consiglio nella revisione della legge regionale 46/98 e delle sue successive modificazioni per arrivare infine a superare il disposto dell'articolo 1 comma 6, la parte seconda dell'albo dei Segretari tanto per intenderci, anche su questo argomento ci siamo sovente confrontati.

Impegniamo ancora il Consiglio per quanto riguarda il servizio di segreteria, le convenzioni del servizio di segreteria, come già detto in precedenza le nuove forme associative tra enti locali: la famosa legge 6/2014.

Quindi ci vogliamo porre degli obiettivi molto ambiziosi, ci vedranno impegnati per molto tempo all'interno di quest'aula io spero con risultati altrettanto importanti.

Presidente - Il consigliere Chatrian ha fatto richiesta d'intervento, gli cedo la parola.

Chatrian (AV-SA) - Mi associo ai ringraziamenti sia ai relatori che al Presidente della I Commissione. Sono state delle settimane intense ma interessanti nell'elaborare e redigere questa proposta di legge che è partita dal Consiglio, quindi tale proposta, tale documento, è il primo tassello importante che il Consiglio ha voluto fortemente predisporre ed elaborare e l'Aula ha trovato subito la determinazione e la voglia di dare quelle risposte rapide, perché la situazione ce lo imponeva. L'abbiamo definita tutti una legge ponte, una legge che traghetta, indubbiamente, e che dà una risposta puntuale ai nostri comuni, in questo momento, cercando anche però di traguardare e di tracciare un primo percorso, perché le leggi, gli articoli, i vari commi creano le condizioni per tracciare un percorso immediato.

Il secondo tassello è invece quello più difficile, forse, ma anche più sfidante. Abbiamo voluto scrivere nero su bianco nell'articolo 5: ci diamo un tempo certo, lo inseriamo anche in legge ma è un inserimento dove ci siamo assunti una grande responsabilità: raggiungere un obiettivo importante, rivedere quello che è un po' il contrappeso dell'Amministrazione regionale, della Regione, cioè il comparto degli enti locali.

Tanti di noi hanno avuto l'onere e l'onore di guidare dei Comuni piccoli, medi, grandi, un po' più complessi e un po' meno, più turistici o meno turistici, ma penso che il legislatore - in questo caso noi - se come tanti di noi ha avuto la fortuna di guidare dei Comuni come Sindaco, come Vicesindaco, come Assessore o come semplice Consigliere, penso che da una parte abbia la conoscenza ma dall'altra adesso abbiamo un altro cappello, che è per l'appunto quello del legislatore.

Scherzando in queste numerose riunioni in queste ultime settimane più volte ce lo siamo detti tra di noi, ma l'altro passaggio importante è che questa legge ponte ha avuto il parere favorevole, quasi all'unanimità, dei nostri sindaci appena eletti. Questo è un altro punto apprezzato e importante.

Per quanto riguarda invece l'ordine del giorno dove abbiamo voluto già tracciare i prossimi passi con qualche idea, con qualche proposta, con qualche pensiero, sicuramente la parte più delicata sarà governare i processi.

Le leggi che i colleghi hanno citato sono leggi datate, probabilmente non dobbiamo neanche temere di affrontare il futuro e quindi di avere il coraggio e la forza di tracciare un percorso innovativo non solo basato sulla questione economico-finanziaria ma anche sui rapporti tra Regione e Comuni e, perché no, anche legato al fatto che se dal basso c'è la volontà di unire, non fondere, unire i Comuni, non parlando sempre solo dei piccoli o medi Comuni, bisogna mettere in campo efficacia ed efficienza, perché poi alla fine è vero che l'Ente comunale, il Sindaco, la Giunta comunale, i Consigli comunali sono le persone più vicine al cittadino, ma dall'altra parte si deve creare quel giusto equilibrio per mettere in moto una macchina pubblica che sia più performante, più efficace, più efficiente e, allo stesso tempo, senza perdere quel presidio su cui più volte in quest'Aula concordiamo tutti; nello stesso tempo però che si trovi anche un punto di atterraggio utile a essere più performanti in un momento comunque dove penso ci sia da parte di tutti la volontà e speriamo anche la capacità e il dialogo, perché ci vuole la volontà di governare il futuro processo, ma soprattutto di raggiungere l'obiettivo, che è il testo unico entro il 31/12/2021.

Presidente - Si è prenotata la consigliera Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - La competenza legislativa esclusiva in materia di ordinamento degli enti locali costituisce una pietra miliare per l'autonomia valdostana e - come ben ricordava il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida - questo va nella direzione di un sistema delle autonomie integrato, nel quale la Regione e gli enti locali non si contrappongano e nel quale il sistema delle autonomie veda al proprio centro la Regione e gli enti locali.

È quindi importante e significativo che la prima legge che firmiamo e presentiamo a firma di tutti i Gruppi consiliari in questa nuova legislatura sia proprio una legge sugli enti locali, una legge che vuole fornire una pronta ed efficace risposta alle immediate esigenze delle collettività locali a seguito dell'avvio della nuova consiliatura comunale e che naturalmente non poteva essere esaustiva di tutte le problematiche da molti di noi riscontrate durante i nostri mandati amministrativi.

Era quindi necessario intervenire per permettere, nel più breve tempo possibile, la definizione degli ambiti territoriali ottimali e stabilire le sedi di segreteria, tenendo conto dell'avvenuto corso/concorso per Segretari comunali appena conclusosi.

È fin da ora però importante, lo hanno detto anche i miei colleghi prima, una revisione organica della legge 6 attraverso un forte e reale coinvolgimento delle collettività locali, relativamente alla gestione associata delle funzioni e servizi comunali dopo un primo periodo di applicazione, ma non solo: ci poniamo l'importante obiettivo di arrivare a un testo unico sugli enti locali.

La competenza esclusiva in materia di ordinamento degli enti locali e le trattative tra Stato e Regione sull'ordinamento finanziario hanno notevolmente rafforzato il ruolo della Regione e tali competenze si sono concretizzate in due leggi fondamentali per gli enti locali valdostani, la legge 48/95 e la 54/98 con le quali si è cercato di creare un modello valdostano fondato sui principi di autonomia, di sussidiarietà, di lealtà e di pari dignità tra i due livelli di Governo: la Regione e i Comuni.

Tali leggi però nel corso degli anni sono state svuotate dei loro contenuti ed è mancata la volontà d'introdurre anche all'interno della Regione quei principi federalisti spesso rivendicati nei confronti dello Stato.

Uno dei tasselli più importanti di quella riforma era la creazione del comparto unico del pubblico impiego, ottenuto attraverso l'equiparazione giuridica ed economica dei dipendenti della Regione degli enti locali, ivi compresi i dirigenti, che avrebbe dovuto facilitare la mobilità del personale dalla Regione agli enti locali, presupposto fondamentale per il trasferimento delle funzioni regionali a questi ultimi.

L'albo unico della dirigenza, citato anche questo dai miei colleghi, ne doveva costituire parte fondamentale.

Tutto ciò non solo non è avvenuto o è avvenuto solo in minima parte, ma è stato uno dei problemi principali che tutti noi amministratori abbiamo subito, insieme alla mancanza di concorsi o, peggio ancora, alla migrazione continua del personale, dagli enti locali alla Regione.

Ecco quindi che, se vi sarà la volontà politica, sindacale, amministrativa, per arrivare all'albo unico della dirigenza e alla revisione di quelle due leggi madre, la 48 e la 54, potremo dire di aver fatto un grande passo avanti.

La legge 6/2014, che ha introdotto le Unités del Communes e che ha proposto ai Comuni di svolgere in modo associato le proprie funzioni, non è mai stata pienamente accettata e per questo, nel proseguo del nostro lavoro in Commissione e al tavolo con gli enti locali, sarebbe importante puntare ad allocare in modo migliore le funzioni e i diversi livelli di Governo, basti pensare all'assunzione del personale o alla gestione delle microcomunità.

È necessario introdurre modelli più snelli gestiti dal basso e non imposti dall'alto, non tutti i servizi sono uguali e gli ambiti territoriali dovrebbero poter essere diversificati a seconda del tipo di servizio da espletare, anche per rispondere a quei principi di efficacia ed efficienza.

I Comuni costituiscono il primo e più importante presidio sul territorio e hanno un'importanza fondamentale per evitare lo spopolamento e meglio conoscere i bisogni e le difficoltà della popolazione; durante questa emergenza pandemica ce ne siamo accorti.

Non possiamo in questo senso non rilevare l'importante ruolo svolto finora nell'affrontare la crisi sanitaria e le sue conseguenze da parte degli enti locali.

Credo quindi sia importante sottolineare le risorse messe a disposizione della finanza locale dalla legge finanziaria che abbiamo appena approvato, quasi 200 milioni di euro di cui 91 milioni di trasferimenti senza vincoli settoriali, 101 milioni di trasferimenti con vincolo settoriale, 5 milioni per spese d'investimento destinate alla salvaguardia e alla tutela dei rischi idrogeologici.

In un'ottica di semplificazione, di soddisfacimento delle esigenze organizzative degli enti locali, quindi di un incremento delle loro capacità di erogare servizi alla collettività, vanno anche le norme derogatorie in materia di reclutamento del personale.

Si potrà poi, credo, ragionare su ulteriori interventi che possano consentire ai comuni di mettere in atto azioni importanti per il sostegno delle proprie comunità, come ad esempio la destinazione del recupero del maggior gettito IMU nell'ambito dell'assestamento di bilancio e delle risorse disponibili.

Per quello che riguarda la nostra forza politica, inoltre, il numero dei comuni lo abbiamo detto anche in campagna elettorale, potrebbe per noi anche essere ridotto, consultando le popolazioni interessate e prevedendo incentivi economici alle fusioni, ma è fondamentale che in ogni realtà rimangano sportelli che costituiscano presidi importanti sul territorio.

Confidiamo quindi che questo primo atto in questo primo anno di lavoro si possano affrontare questi e altri temi, nell'ottica di rafforzare e di far crescere le nostre collettività locali.

Presidente - Ha fatto richiesta il consigliere Jordan, ne ha facoltà.

Jordan (VdA Unie) - Come anticipato dal collega Grosjacques, questa norma non ha l'ambizione di voler riformulare la legge 6/2014 relativa alle funzioni associate. Per gli enti locali è importante ribadire che questo argomento è di fondamentale importanza: il tema delle funzioni associate e l'identificazione della migliore forma di gestione dei servizi che possa garantire appunto i migliori risultati in termini di efficacia ed efficienza non possono essere pertanto affrontati in maniera esaustiva in tempi così brevi.

Come già detto la presente norma vuole essere un primo intervento finalizzato a una migliore definizione degli ambiti ottimali nei quali esercitare tutte le funzioni associate, ma soprattutto quelle della segreteria.

L'aver reso obbligatorio l'accorpamento di funzioni e servizi agli enti locali dopo una legislatura di applicazione dimostra che i soli principi di economicità non sono da considerarsi sufficienti per dimostrare efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa.

La diversità dell'organizzazione e della strutturazione di ogni ente - le sue specificità, le sue peculiarità - hanno fatto sì che i risultati e la soddisfazione di tale esercizio tra Comuni e ambiti siano stati decisamente diversi. Pertanto dare una risposta immediata ai Comuni più grandi e più strutturati va proprio nel senso d'iniziare questo percorso legislativo per risolvere da subito alcune problematiche e per avviare in tempi brevi, per tutti i Comuni, la giusta riflessione su quale sia il modello organizzativo per rendere più efficace, efficiente ed economica la gestione associata di tutti i servizi e funzioni.

Questo non vuol dire rinnegare le politiche dell'associazionismo, della legge 6 - politiche volute anche dal sistema degli enti locali - vuol dire però aprire un confronto reale, serio, partecipato e soprattutto paritario; un confronto per capire quale sia il migliore modello che gli enti locali in modo responsabile, soprattutto contestualizzato, vorranno adottare per raggiungere quelli che sono principalmente i loro obiettivi in termini di riorganizzazione dei servizi delle funzioni, questo perché siamo tutti consapevoli che i Comuni rappresentino l'istituzione più vicina ai cittadini e svolgano un ruolo fondamentale a salvaguardia di tutto il territorio e della sua popolazione.

Quindi, come ha già detto il collega Grosjacques, a loro va tutto il nostro rispetto e tutta la nostra attenzione.

Presidente - Il consigliere Rollandin ha fatto richiesta, ne ha facoltà.

Rollandin (PA) - Le thème qui a été évoqué de la part des collègues touche les communes et ce que les communes peuvent et veulent faire, justement, pour donner aux populations concernées la possibilité de résister dans leurs communes que sont des communes de montagne, pour la plupart.

Je voudrais rappeler, comme a déjà été dit, que la plupart des personnes qui sont ici ont déjà fait des expériences dans les communes ; on ne dit rien de nouveau.

Je remercie, à mon tour, les responsables des Commissions et le Président de la Commission, qui a voulu présenter cet examen exhaustif sur ce qui a été discuté pendant cette période.

Je voudrais seulement aborder deux aspects. Pour la première fois, je crois qu'on n'a pas trop insisté sur la question des petites et grandes communes. C'est-à-dire que, autrefois, le thème qui avait occupé le plus de temps et de discussion c'était de voir s'il fallait réunifier - en quelque sorte, on disait même par force - les petites communes afin d'avoir des communes plus grandes. Cet aspect a été oublié, dans le sens qu'on respecte les petites communes comme les grandes, en sachant qu'il faut faire le possible pour travailler ensemble. Il faut faire de façon qu'il y ait la possibilité à utiliser au mieux les rapports qui existent entre les communes. Quelque collègue se rappelle les discussions concernant le maintenir la commune, la réunifier avec une autre, etcetera et nous n'oublions pas qu'existaient aussi les Communautés de montagne qui étaient un autre organe qui allait unir des communes et qui devaient prendre en charge toute une série de correspondances. Mais, l'aspect le plus important c'est de donner aux communes, associées ou non, dans le sens de faire vivre les petites communautés qui, surtout dans cette période, nous avons vu ce que la montagne signifie et ce que signifie rester à la montagne dans cette période. Il nous faut réfléchir sur cet aspect, car le maintien de certaines activités, même dans les petites communes de haute montagne a un sens pas seulement économique, mais aussi de maintien du territoire, de responsabilité du maintien du terroir. Je crois que jamais comme dans cette période les personnes ont connu cet aspect et ont mieux décerné cette possibilité qui nous avons et qu'il faut maintenir. Le Coronavirus nous a mis dans une situation difficile. Aujourd'hui nous sommes là à dire : "qui peut venir en Vallée d'Aoste ? Comment maintenir les gens dans les communes ? Les différentes communes de montagne que peuvent faire et que peuvent maintenir avec les petites industries et les petites activités présentes dans toutes les montagnes ?".

Je crois donc que c'est important qu'il y ait cet ordre du jour qui porte à reprendre l'activité qui doit être faite pour concerner dans son ensemble les régimes les meilleurs possible pour maintenir cette spécificité.

Credo che sia importante che ci sia la volontà di discutere con questa disponibilità, voglio anche ricordare che per un certo periodo di tempo c'era quasi la forzatura a dire che bisognava unire i Comuni: praticamente in Val d'Aosta non dovevano esserci tanti Comuni né Comunità montane, dovevano esserci due-tre referenti e basta.

Ora per fortuna questa "moda" è un po' passata, adesso di questo se ne parla meno, ma c'è stato un periodo in cui anche molti di coloro che sono oggi qui in quest'Aula spingevano per unificare i Comuni, per non mantenere i piccoli Comuni; adesso di questo non si parla più, per fortuna, e credo che sia un aspetto importante.

Oggi abbiamo sicuramente da tenere nella dovuta considerazione l'organizzazione del Comune e giustamente si dà molto peso ai Segretari, al fatto di avere delle persone qualificate che hanno esperienza e che aiutano gli eletti a creare le premesse per lavorare in funzione di ciò che le singole realtà richiedono.

Vi è la necessità e la volontà di portare i Comuni a una collaborazione tra di loro, che non vuol dire unificazione; collaborazione vuol dire agire guidati, sorretti dai Segretari che con l'esperienza maturata, con la competenza accresciuta da corsi di formazione:

questo deve essere lo sbarco di una nuova volontà tesa a far capire che cosa significhi organizzare nel modo migliore il Comune.

Il Comune è un punto di riferimento importante. Le iniziative principali che abbiamo promossi - per quanto riguarda non solo la viabilità ma tutti gli altri temi che si sono portati avanti - sono state portate avanti perché c'è stata la volontà dei Sindaci e dei Consiglieri comunali di far capire che sono esigenze che vanno a salvaguardia di tutta la regione, non solo del piccolo comune.

Questo è un aspetto che noi dobbiamo sempre rispettare e che cerchiamo di ricordare un po' a tutti. È un lavoro difficile, è un lavoro che porta a una discussione alle volte un po' rude, però deve essere salvaguardato il principio fondamentale di una regione come la nostra, una regione di montagna.

Presidente - Altri si vogliono iscrivere? Non vedo altre richieste. Chiudo pertanto la discussione generale. In fase di replica il Governo o i relatori? Presidente Lavevaz si è prenotato, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Alors, au-delà du contenu de ce projet de loi qu'évidemment je partage, je veux moi aussi souligner - les plusieurs intervenants l'ont déjà fait de façon très ponctuelle - le processus qui a porté à l'approbation - j'espère à l'approbation en tout cas à la présentation - de ce projet de loi, de façon partagée par toutes les forces politiques à l'intérieur du Conseil régional. C'est un passage qui est absolument à retenir et qui peut être d'exemple pour partager aussi des parcours même plus structurels. Je pense par exemple au parcours, qui avait déjà entamé, qui avait déjà été proposé par le Conseil Permanent des Collectivités Locales, en particulier de la révision plus structurelle de la loi 6 de 2014. Une loi que j'ai eu façon d'utiliser, disons comme ça, en tant que syndic. C'est une loi qui a évidemment des choses à revoir, on en a déjà parlé, des obligations plutôt que d'autres choses, mais est une loi qui a eu aussi et qui a encore aujourd'hui des points positifs qui sont à retenir, en particulier sur des économies possibles avec une gestion profitable des services de façon commune. Je crois que ce processus a été un exemple, comme je disais, de réponse rapide et efficace à un problème qu'on connaissait, que toute les forces politiques de quelque façon, de façon plus évidente ou moins, même en campagne électorale, avaient souligné de façon claire. Evidemment la chose la plus importante, peut-être pas la plus importante mais la plus urgente, c'était de résoudre la question des secrétaires communaux, maintenant il y aura à résoudre des autres questions qui concerne la loi 6, mais pas seulement.

Il collega Aggravi ha parlato molto puntualmente di finanza locale e credo che questo sia un altro aspetto, anzi, forse l'aspetto più importante; anche questo l'abbiamo vissuto in tanti, anche all'interno di altre assemblee in quanto amministratori di collettività locali. È stato ribadito, sono tanti anni che si chiede, e c'è un'evidenza della necessità di una revisione puntuale della legge 48 ma una revisione che deve essere sottesa a un'azione di maggior tutela degli enti locali che deve arrivare dal Governo prima e dal Consiglio poi, perché in questi anni, lo abbiamo già detto, lentamente la finanza locale si è un poco svuotata di quello che era, cioè di un trasferimento di fondi senza vincoli e di Fondi con vincoli attraverso i Fospi, attraverso altre fonti di finanziamento, laddove negli anni i famosi allegati alla stabilità, in particolare sulla finanza locale, vedevano aumentare un poco negli anni, ma questo ovviamente è comprensibilmente legato al fatto che le finanze, ovviamente regionali, negli anni hanno avuto dei tagli molto, molto importanti; adesso che siamo di nuovo in una fase non dico crescente ma almeno di stabilità delle finanze regionali bisogna trovare una solidità e una stabilità anche per la finanza locale.

Quindi, i trasferimenti non devono essere più in deroga a questo 95% dei nove decimi che ricordava il collega Aggravi, ma devono tornare un punto stabile che permetta agli enti locali di progettare il futuro in maniera autonoma e in una logica federalista, come tutti spesso diciamo ma che poi nei fatti abbiamo a volte difficoltà a rendere effettiva.

Abbiamo una legge, la legge 54/98, che credo sia stata una legge molto lungimirante da questo punto di vista, è stata esempio credo per tante altre realtà, perché ha dato reale autonomia di gestione agli enti locali, ha proprio creato un sistema delle autonomie in Valle d'Aosta, quindi dobbiamo continuare a lavorare sempre rifacendoci a quella legge che rimane a oggi tutt'ora assolutamente valida, perché poi di fatto la legge 6 è in parte una modifica della legge 54.

Ci sono ovviamente anche altri aspetti aperti per quanto riguarda gli enti locali che sono assolutamente altrettanto importanti da risolvere e che riguardano anche tavoli un poco più complessi da gestire, quindi quelli tra Governo centrale e Regioni per quanto riguarda i rapporti finanziari, quindi l'extragettito IMU, insomma ci sono tutta una serie di problematiche che dobbiamo risolvere, dobbiamo risolvere in fretta per rendere i nostri enti locali realmente autonomi nella loro gestione.

Presidente - Altri intendono intervenire? Non vedo richieste, pertanto passiamo alla votazione dell'ordine del giorno che è stato già illustrato in precedenza dal collega Restano. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Approvato l'ordine del giorno, passiamo all'articolato.

Articolo n. 1. Vi sono richieste d'intervento? Dichiarazioni di voto? Non ne vedo, mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Mettiamo in votazione l'articolo n. 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Mettiamo in votazione l'articolo n. 3. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Mettiamo in votazione l'articolo n. 4. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Mettiamo in votazione l'articolo n. 5. C'è un emendamento dei gruppi consiliari e posso darlo come illustrato. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Mettiamo in votazione l'articolo n. 6. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Articolo n. 7. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Mettiamo in votazione l'articolo n. 8. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Mettiamo in votazione l'articolo n. 9. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.

Votiamo la legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

Il Consiglio approva all'unanimità.