Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1194 del 17 aprile 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 1194/XV - Discussione generale sulla P.L. n. 56: "Ulteriori misure regionali urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19".

Rini (Presidente) - Buongiorno a tutti. Alla presenza di 35 consiglieri possiamo iniziare i lavori di questa seduta del Consiglio regionale.

In considerazione della comprovata gravità ed emergenza nazionale e regionale, che rende temporaneamente impossibile, o quantomeno particolarmente difficile, al Consiglio regionale di riunirsi secondo le modalità ordinarie, come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 33 in data 31 marzo 2020, l'adunanza odierna si svolge con la partecipazione dei consiglieri in modalità telematica, mediante collegamenti in videoconferenza sulla piattaforma Zoom di tutti i consiglieri regionali. Ricordo che l'adunanza consiliare non è aperta al pubblico, ma è trasmessa sul canale digitale TV Vallée e in diretta streaming sul sito internet del Consiglio regionale della Valle d'Aosta.

Colleghi, siete invitati ad attivare il microfono solo quando vi viene accordata la parola e a tenere la webcam attiva al momento dell'appello e al momento in cui prendete la parola o siete chiamati per le votazioni, per poter essere agevolmente identificati.

Il Consiglio regionale è oggi convocato per l'approvazione della proposta di legge regionale n. 56, presentata dai consiglieri regionali Marquis, Barocco, Daudry, Lavevaz, Aggravi, Cognetta e Mossa in data 9 aprile 2020. Si esamina il nuovo testo predisposto dalla II Commissione consiliare. Ricordo che, così come previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza prima citata, i tempi della discussione sono contingentati sulla base della determinazione della Conferenza dei Capigruppo, al fine di ridurre il più possibile la durata della riunione. La Conferenza dei Capigruppo ha concordato per i seguenti tempi di parola: dopo l'illustrazione da parte del relatore, ogni consigliere può intervenire in discussione generale per dieci minuti e la Giunta può intervenire per le repliche per altri dieci minuti; al momento della votazione finale della proposta di legge si procede con dichiarazioni di voto di cinque minuti per gruppo. Ricordo che per la prenotazione della parola occorre premere il tasto Raise Hand, in tal modo appare l'icona di una mano blu di fianco al partecipante, a indicare la prenotazione della parola; occorre invece premere il pulsante Lower Hand al termine del proprio intervento, oppure per abbassare la mano e cancellare la propria prenotazione.

Riepilogo le modalità di svolgimento dell'adunanza, la cui seduta mattutina terminerà alle ore 12:00 per consentire al Presidente della Regione di partecipare a una riunione in videoconferenza indetta dal Governo con i presidenti delle regioni a statuto speciale, mentre la seduta pomeridiana riprenderà alle ore 14:00.

La relazione del relatore è depositata, mediante trasmissione dall'indirizzo di posta elettronica istituzionale del relatore, all'indirizzo archivio@consiglio.vda.it e legislativo@consiglio.vda.it; si procederà poi alla distribuzione a tutti i consiglieri e ai rispettivi indirizzi di posta elettronica istituzionale, a meno che si opti per la relazione orale autorizzata a termini di regolamento, essendo il parere della Commissione stato espresso all'unanimità.

Al fine di evitare sospensioni della seduta, che non saranno consentite, anche perché non compatibili con lo svolgimento in modalità telematica dell'adunanza, la Conferenza dei Capigruppo ha concordato che gli emendamenti dovevano essere obbligatoriamente depositati in Commissione e che in aula potranno essere presentati solo gli emendamenti respinti dalla Commissione stessa, se corredati di parere favorevole di copertura finanziaria. La presentazione di tali ultimi emendamenti avviene mediante trasmissione entro la prima mezzora della seduta, mediante posta elettronica istituzionale. Si procederà poi alla loro distribuzione a tutti i consiglieri ai rispettivi indirizzi di posta elettronica istituzionale. L'illustrazione di tali emendamenti è effettuata in sede di intervento in discussione generale e si procede alla sola votazione senza discussione. Al momento sono pervenuti e sono già stati trasmessi tre emendamenti del gruppo Rete Civica.

Ciascun consigliere regionale entro le ore 17:00 di ieri ha potuto depositare ordini del giorno concernenti il contenuto delle disposizioni del disegno di legge o del provvedimento amministrativo in esame, che ne determinino o ne specifichino il concetto, o servano di norma alle Commissioni consiliari permanenti. Tali ordini del giorno, purché correlati alla proposta di legge, come disposto dall'articolo 64 del Regolamento interno appena citato e attinenti alla situazione di emergenza sanitaria, economica e sociale, sono stati distribuiti a tutti i consiglieri ai rispettivi indirizzi di posta elettronica istituzionale. La loro trattazione sarà effettuata dopo la chiusura della discussione generale e prima della votazione della proposta di legge con la seguente tempistica: cinque minuti per il proponente, cinque minuti per un membro della Giunta e cinque minuti per un solo consigliere per ciascun gruppo. Al fine di evitare sospensioni della seduta, non compatibili come abbiamo detto prima, si procederà senz'altro alla loro votazione senza la possibilità di emendarli; si procederà poi alla votazione della proposta di legge nel nuovo testo predisposto dalla II Commissione consiliare, articolo per articolo, degli eventuali emendamenti e alla votazione finale dell'atto, con dichiarazione di voto di cinque minuti per gruppo prima del voto finale della legge nel suo complesso.

Invito ora il collega, il consigliere Marquis, a illustrare la relazione.

Ricordo che i tempi della parola saranno controllati dalla regia e ci sarà un suono, un "gong" alla fine, che sarà attivato dal personale di segreteria e determinerà la conclusione del tempo a disposizione, dopodiché verrà tolta la parola.

Prego, collega Marquis.

Marquis (SA) - Buongiorno a tutti cari colleghi. L'emergenza sanitaria così carica di dolore e di impegno ha da subito evidenziato un'emergenza collegata e parallela, quella economica. L'arresto delle attività, il confinamento delle persone e delle famiglie nelle loro abitazioni, la limitazione della mobilità hanno inciso gravemente sulla situazione finanziaria dei valdostani. È subito parso chiaro che occorresse sostenere la continuità delle relazioni economiche, sia tra le imprese sia tra le persone, affinché fossero rispettati contratti, stipendi e un minimo di entrate per le famiglie, cercando di sostenere le fasce più deboli. Una prima e immediata misura è stata attivata il 25 marzo, con la sospensione per un anno delle rate dei mutui agevolati regionali e con l'istituzione di un fondo di garanzia presso le Confidi, con una partecipazione regionale di 3,7 milioni di euro; era necessario però sviluppare rapidamente una seconda azione che sostenesse il sistema economico valdostano in un contesto di emergenza.

Alla II Commissione affari generali, che ho l'onore di presiedere, è stato affidato il mandato di preparare questa proposta di legge, cioè l'insieme delle misure urgenti a favore di imprese e famiglie, con una dotazione di 25 milioni di euro. Si è subito inteso che tale perimetro finanziario era insufficiente, si poneva la necessità di pensare da subito a una successiva ulteriore serie di misure. Il Presidente della Regione aveva inizialmente formulato due ipotesi: di preparare queste misure legislative per il mese di maggio, oppure di accorparle all'assestamento di bilancio nel mese di giungo. La II Commissione e i consiglieri hanno valutato di procedere con la massima urgenza e quindi ad aprile, anche per affiancare e integrare le misure statali anch'esse in evoluzione. Per questo motivo si è tracciato un programma di lavoro dettagliato con le singole tappe da raggiungere e un cronoprogramma da rispettare: l'abbiamo adottato all'unanimità nella seduta del 27 marzo della II Commissione.

Vi era poi una questione di metodo: era necessario rendere concreta la partecipazione di tutti, raccogliere ogni contributo, estendendo il lavoro di commissione a tutti i consiglieri e all'apporto dei gruppi, con approccio collaborativo e di coinvolgimento. È un metodo che la Valle d'Aosta conosce bene, ma che doveva funzionare anche in queste condizioni di distanziamento sociale, di strumenti telematici e di prorogatio delle istituzioni. Ci voleva flessibilità, adattamento e disponibilità di ognuno. I frutti sono arrivati e non è stato facile. Ringrazio i consiglieri a nome mio e dei colleghi commissari per la pazienza dimostrata in qualche passaggio, che è stato fatto correndo e chiedendo uno sforzo aggiuntivo per tenere il passo. In questo modo sono stati raccolti anche gli apporti delle categorie dei soggetti economico-sociali, guardando già alle successive misure, sia per iscritto sia nelle consultazioni in riunione.

Si è trattato di un approccio concreto e pragmatico, orientato all'interesse dei valdostani e del sistema economico regionale. Non a caso, proprio pensando ai tempi ordinari dell'amministrazione che dovevano essere contratti notevolmente, la II Commissione si è preoccupata anche dell'attuazione delle misure, disegnando un procedimento interamente digitale delle domande e prevedendo aiuti privi di istruttorie. I tempi dell'amministrazione ordinaria non sono compatibili con la situazione di emergenza. A questo riguardo, per raggiungere gli obiettivi prefissi, fin dai primi di aprile abbiamo suggerito al Governo, parallelamente all'elaborazione del progetto di legge, di attivare la piattaforma digitale per rendere immediatamente esecutiva la legge dopo la sua approvazione. Si auspica che si possa procedere all'erogazione delle misure nei termini previsti dalla Commissione.

La Commissione allargata ai consiglieri regionali ha svolto un lavoro importante, rapido ed efficace. I consiglieri si sono rimboccati le maniche in un contesto in cui la Giunta, priva di tre componenti, è concentrata in particolare sulla crisi sanitaria. È un ruolo che il nostro Consiglio Valle ha mostrato di saper gestire e rendere concreto in poco tempo. Il cronoprogramma è stato infatti rispettato appieno, percorrendo tutte le tappe previste. La Commissione è stata capace collettivamente di passare dalla raccolta di tutte le proposte a una traccia condivisa, per poi scendere nei dettagli dal macro al micro. Gli uffici del Consiglio regionale e della Giunta hanno sostenuto questo percorso, affrontando i problemi posti dalla politica e dalla drammatica urgenza che stiamo vivendo. Le categorie economiche sociali, le organizzazioni e le associazioni hanno mostrato di apprezzare il lavoro svolto, hanno dato un apporto molto utile, di grande e decisivo aiuto anche per le prossime misure, quelle che aiuteranno la ripartenza dell'economia valdostana.

È stato lavoro di giorni intensi e lunghi che si sono prolungati nelle festività pasquali, coscienti del sentimento di attesa dei valdostani. C'è stata una capacità di sintesi e collaborazione aperta con tutti i passaggi validati lungo il percorso: steccati e divisioni sono stati superati, si sono trovate unità e solidarietà nel gestire la fase di emergenza. È stato condiviso dunque l'obiettivo politico e la responsabilità del progetto di legge di cui questo Consiglio si è fatto carico e che la II Commissione ha adottato all'unanimità. Vorrei mettere in evidenza questo aspetto, perché dimostra che la politica, la nostra politica valdostana, in questa fase è stata capace di rispondere ai bisogni della nostra Valle con serietà, con scelte discusse e condivise, una politica dotata di spirito comune per la nostra Valle d'Aosta e per i valdostani, recuperando e riaffermando il ruolo dell'istituzione che vedo chiaramente e di cui vorrei ringraziare tutti.

Passerei ora all'illustrazione della legge che si compone di 22 articoli. L'articolo 1 illustra le finalità del dispositivo. L'articolo 2 dispone il differimento dei termini del versamento di tributi regionali e locali, quali le tasse automobilistiche e l'IMU che viene posticipata al 16 dicembre 2020. L'articolo 3 dispone la costituzione di un fondo di rotazione regionale presso Finaosta, per l'erogazione dei finanziamenti a tasso agevolato a favore di aziende e professionisti; i beneficiari saranno coloro che hanno dichiarato nel 2019 un volume di affari non superiore a 500 mila euro. L'articolo 4 introduce contributi per l'abbattimento degli interessi su finanziamenti di liquidità a favore di imprese e di liberi professionisti che accedono nel corso dell'anno 2020 alle prime misure regionali urgenti; tali contributi sono diretti all'abbattimento di interessi conseguenti alla sottoscrizione dei finanziamenti di cui all'articolo 3 della legge n. 4 del 2020. L'articolo 5 introduce un indennizzo per la sospensione dell'attività disposta dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell'11 marzo 2020: la Regione provvederà all'integrazione delle disposizioni contenute nel decreto legge 18/2020, disponendo l'erogazione di 400 euro al mese per i mesi di marzo e aprile 2020 a favore dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti iscritti alle professioni ordinistiche residenti in Valle d'Aosta che sono tenuti alla sospensione dell'attività. L'articolo 6 prevede un indennizzo ai titolari dei contratti di locazione a uso non abitativo, disponendo che per l'anno 2020 la Regione provveda a corrispondere ai soggetti esercenti attività d'impresa o attività professionale un indennizzo a fondo perduto pari al 40 percento del canone di locazione relativo al mese di marzo 2020, fino a un importo massimo di 500 euro.

L'articolo 7 disciplina l'indennizzo alle categorie prive di altre modalità di sostegno al reddito; sono destinatari di un indennizzo di 400 euro al mese per i mesi di marzo e aprile i lavoratori autonomi, anche esercitanti attività stagionale, non tenuti alla sospensione dell'attività disposta con DPCM dell'11 marzo 2020; altresì sono ricompresi i lavoratori dipendenti, compresi atipici e lavoro domestico, che non beneficiano di ammortizzatori sociali, collaboratori coordinati e continuativi, tirocinanti il cui tirocinio extra curriculare sia stato interrotto. È altresì inserito un indennizzo per gli studenti universitari in Valle d'Aosta e frequentanti atenei valdostani o situati fuori dalla regione, titolari di un regolare contratto di locazione o domiciliati presso strutture collettive pubbliche o private.

L'articolo 8 prevede un indennizzo ai lavoratori dipendenti che beneficiano di ammortizzatori sociali; la Regione eroga una tantum un indennizzo di 200 euro ai lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo determinato che hanno beneficiato nel mese di marzo 2020 di ammortizzatori sociali. A questo riguardo chiederei alla Presidenza di fare una rettifica: laddove c'è scritto "indennizzo di 200 euro" eliminare la parola "lordi".

L'articolo 9 introduce l'esenzione dall'addizionale regionale IRPEF per l'anno 2020, disponendo che per il periodo d'imposta 2020 i soggetti con reddito complessivo determinato ai fini d'imposta sino a 15 mila euro siano esentati dal pagamento della misura. L'articolo 10 introduce un bonus a favore dei soggetti con figli a carico minorenni, per il mese di marzo e aprile 2020, di 100 euro per ogni figlio minorenne, per le famiglie anagrafiche con reddito lordo fino a 30 mila euro per l'anno 2018 e da due figli in poi...

Presidente - Collega, deve concludere. È passato il tempo a disposizione.

Marquis (SA) - Posso prendere cinque minuti di tempo?

Presidente - No, i tempi sono fissi, collega Marquis. Se vuole inviare la relazione, sarà distribuita a tutti i commissari. La invito a concludere.

Marquis (SA) - Allora molto rapidamente concludo dicendo che è stato fatto un lavoro sin qui credo decoroso del ruolo che tutti stiamo gestendo e pertanto auspichiamo che possa essere concluso il percorso nel migliore dei modi, per mettere sicuramente queste misure a terra e a favore dei beneficiari valdostani.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale e invito i colleghi che intendono prendere la parola a prenotarsi. Vista la modalità telematica, invito davvero a prenotarsi, almeno possiamo avere anche un ordine di intervento. Il collega Aggravi ha chiesto la parola e ne ha la facoltà.

Aggravi (Lega VDA) - Permettetemi prima di tutto di ringraziare i membri della II Commissione consiliare, che col sottoscritto hanno lavorato in questi ultimi periodi a questo disegno di legge, senza non poche difficoltà. Non è stato facile, sia perché l'isolamento ha introdotto questo nuovo modello di lavoro a distanza che per molti è sicuramente una novità, vuoi anche perché purtroppo il supporto tecnico richiesto è apparso in alcune situazioni tratteggiato; ma su questo tornerò. Il punto di partenza, e vorrei ringraziare anche tutti voi, colleghi consiglieri, è stato l'apporto che ogni gruppo consiliare, ogni collega ha presentato all'attenzione della Commissione. Da qua c'è stato un lavoro di affinamento, di pareristica, di osservazioni, anche di trattative per generare questa legge.

Si sarebbe sicuramente potuto e dovuto fare di più, ma, come mi ha gentilmente suggerito una collega in questi giorni, diceva De Gaulle: "Je préfère prendre des décisions imparfaites plutôt que d'être constamment à la recherche des décisions parfaites qu'on ne trouvera jamais ". È così è stato, perché il momento lo richiedeva e perché abbiamo ritenuto opportuno non rimandare una reale risposta, ancorché imperfetta, a favore di imprese, famiglie e singoli, ad un piano B che poteva magari arrivare a giugno e sarebbe stato tardi. Oggi non è il momento della polemica, non lo è stato nel lavoro in Commissione, ma sia chiaro che questo non vuol dire che siamo addormentati; la guardia è sempre alta e non la abbasseremo, perché casi come Finaosta, ICV, gestione dell'emergenza epidemiologica, corsi OSS, deliberazioni di ordinaria amministrazione sono da noi monitorati e analizzati costantemente.

Non entrerò nel dettaglio della legge, l'ha già fatto il collega Marquis, ma voglio invece porre l'attenzione molto modestamente su quelli che, secondo me, sono degli interventi che dovremo destinare al provvedimento successivo. Senza dubbio da qui la grande variazione di bilancio del post approvazione del rendiconto, ed è un grande peccato vedere che ancora una volta a Roma il Südtirol ci dà delle lezioni sull'uso dell'avanzo. Dobbiamo lavorare a un intervento legislativo utile a definire una serie di proroghe tecniche, utili a evitare che l'isolamento metta ulteriormente in ginocchio il sistema: parlo dei titoli abitativi, dei permessi, degli appalti; una legge dedicata al fronte sanitario e che comprenda le misure à la une che tutti hanno esposto in commissione.

Signori del Governo, mi rivolgo a voi. Spero che la collaborazione e la disponibilità di avere le informazioni in Commissione questa volta ci siano e credetemi che si può fare molto di più. In questo momento, lo ridico, tutti dobbiamo lavorare alla pari. Un vostro intervento di moral suasion positiva con gli uffici è importante, perché davvero il percorso di definizione di questa legge è stato molto duro.

Abbiamo davanti a noi una legge di 120 milioni, come la chiamano i giornali. La prima fase credo che debba essere quella del rifinanziamento e perfezionamento delle misure che già oggi sono contenute in questa legge. La seconda fase dovrà identificare quegli interventi più strutturali che dovranno permettere alle nostre imprese di riattivarsi e adeguarsi alle necessità del mercato, che sarà pesantemente trasformato da questa crisi, ma anche a quello che ci riserveranno le disposizioni sanitarie nella fase di riapertura. Qui sì, possiamo anche parlare di fondo perso: gli investimenti utili alla ripartenza dovranno essere supportati adeguatamente. Però, per favore - lo dico anche a chi silente ha seguito il lavoro della Commissione e poi è apparso fuori quale campione dell'indennizzo per tutti; non lo dico con polemica - io capisco benissimo che si voglia calcare il momento, ma perdonate il mio realismo, non è più tempo di dare false aspettative a chi già si trova in difficoltà e dovrà decidere se e come proseguire. Non fingiamo che l'emergenza giustifichi tutto: aiuti di Stato, finanziamenti indiretti, numeri mancanti e poi via dicendo. No, chi fa imprese è stufo di false promesse e io preferisco dire chiaramente come stanno le cose, perché promettere cifre di ritorno sul fatturato, sui costi passati, non ha senso.

Da un lato mi si spieghi poi come si intende gestire questa misura e soprattutto i numeri, perché le cifre pongono dei grossi dubbi. Questa querelle non ha senso, come dicevo; pensate che a me piacerebbe tanto emettere i Vda Bond per sostenere la ripresa, perché non ne parliamo? Ripeto, dare false aspettative a chi deve capire come organizzarsi dopo l'impatto violento di questa serrata non aiuta.

Servono due "D" nella seconda fase: defiscalizzare e deburocratizzare. Con un ordine del giorno, firmato con altri colleghi, abbiamo già fatto una proposta di defiscalizzazione, ma questo momento deve anche insegnarci una volta per tutte che la tecnologia non è bella soltanto quando ci facciamo i selfie, come diceva il collega Viérin, ma anche quando accorcia i tempi e limita i costi della burocrazia. Ecco un altro punto su cui abbiamo vigilato: il bando affitti ho visto che è arrivato, ma perché si prevedevano delle cose allo sportello, quando potevamo far leva sulla tecnologia?

I prossimi tempi ci porteranno anche a fare un robusto tagliando (ma anche un taglio!) alla nostra partecipata INVA, perché dovrà davvero diventare l'informatica pubblica valdostana, e lo proveremo già nell'attuazione della maggior parte delle misure contenute nella presente legge. Non faremo un atto di fede, perché la liquidazione di queste misure non può aspettare.

Ma c'è un'ulteriore misura che ritengo essere importante e voglio proporla, una misura a favore dell'occupazione nuova o mantenuta. Attiviamo una misura strutturale che alleggerisca significativamente il costo del lavoro delle nostre imprese. Tu impresa assumi a tempo indeterminato? Tu impresa non licenzi in questa fase? E noi ti sosteniamo nel costo del tuo personale, sino a superare questo momento; parlo di sei mesi, un anno e magari qualcosa di più. Le risorse ci sono e ci sarà tempo per andare nel dettaglio.

C'è anche un'ulteriore misura necessaria, quella di far collaborare le nostre realtà, di semplificarle, di razionalizzarle: ci saranno molte crisi di impresa, dobbiamo essere seri e dirlo. Penso soprattutto al settore agricolo, alla piccola manifattura, al ciclo del fresco, al Chilometro Zero: dobbiamo prevedere una misura che aiuti accorpamenti di aziende, reti di imprese, che permetta di generare economicità soprattutto sui costi di produzione, trasporto e vendita, chiedendo al contempo però ai nostri operatori di comprare, mangiare e vendere valdostano.

I momenti di crisi necessitano di dazi morali e non possiamo ancora applicare quelli economici, ma al momento di crisi serve questa misura, perché occorrerà sempre più differenziare l'offerta rispetto a una nuova domanda, forse fatta più da provenienza di prossimità o più lontana ancora, ma che cercherà comunque un particolare maggiore. Dobbiamo rafforzare il nostro particolarismo.

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma voglio permettere a tutti di potersi esprimere e ho già condensato in maniera sintetica molti elementi. In conclusione, il sottoscritto e la mia squadra abbiamo lavorato in questo periodo con serietà e responsabilità, vigilando, lo sottolineo. Così continueremo a fare: a mantenere la guardia alta, perché non si verifichino sornione fughe in avanti, sfruttando il momento di emergenza, e qualcuna l'abbiamo già vista.

Presidente - La parola al collega Cognetta, prego.

Cognetta (VDALIBRA) - È stato un lavoro lungo, è stato un lavoro difficile in alcuni momenti, complicato, ma sono molto soddisfatto del risultato. In tanti hanno messo da parte le posizioni pregresse e soprattutto tutto ciò che è stato fino a prima dell'emergenza COVID. Io che normalmente sono stato un consigliere che ha attaccato molto e ha fatto emergere spesso tutte le incongruenze e le incapacità dei governi e delle maggioranze che si sono succeduti, ho in questo caso eliminato quella parte e mi sono messo al servizio di tutti. Ma questo è stato fatto da tanti, tanti, tanti componenti della II Commissione e anche da tanti colleghi. Non da tutti, perché ovviamente non tutti riescono a cogliere la gravità del momento, però è una cosa che tenevo a sottolineare.

Per quanto riguarda le questioni tecniche, avremo modo di parlarne e ne parleremo a lungo. Però c'è un'aggiunta rispetto a quanto già detto dal collega Aggravi e quanto detto dalla relazione del presidente: anche la Pubblica Amministrazione locale va ristrutturata. Ci siamo accorti, ed è emerso in maniera lampante a tutti, che c'è uno scollamento gigantesco, enorme, che va sanato, va recuperato tra ciò che sono le emergenze, ciò che serve al cittadino in fretta e ciò che invece sono i tempi della burocrazia. È una cosa che in una regione piccola come la nostra, che dovrebbe avere dei servizi adeguati a ciò che siamo, non può più essere permesso. Io mi impegnerò per questo, così come ho sempre detto che l'informatica andrebbe di sicuro valorizzata e di sicuro sfruttata al meglio, cosa che non è stata fatta e che ci ha presentato il conto e ci presenterà ancora il conto, per quello che sarà la Valle d'Aosta. Dobbiamo approfittare di questo momento, di questa situazione tragica, per finalmente bloccare tutta una serie di posizioni che non possono più essere accettate, tutta una serie di orti e orticelli che non possono più essere mantenuti, altrimenti affonderemo tutti.

Quello che noi non abbiamo capito di questa crisi e che, ahimè, stiamo vedendo, è che sarà una crisi strutturale. Ci sarà un prima e un dopo: al dopo dobbiamo prepararci, al dopo dobbiamo puntare per risollevarci e per ricominciare a correre. In questo momento noi siamo assolutamente a terra e purtroppo, mi duole dirlo, il peggio non è ancora arrivato, il peggio sarà a maggio, giugno, quando in tanti purtroppo perderanno il posto di lavoro. Io non so, spero che le misure che metteremo in atto saranno sufficienti, però questo è il momento di riformare e ristrutturare questo sistema. Non esistono più scuse. Mi batterò per questo, mi batterò perché questi soldi non vadano sprecati e soprattutto servano effettivamente per ciò che devono servire.

Un'altra cosa su cui cercherò di porre l'attenzione rispetto a quello che verrà fatto è il risparmio. È vero che dobbiamo cercare nuove risorse con l'assestamento, ma è anche vero che dobbiamo mettere in atto dei risparmi, e tanti, sulla pubblica amministrazione. Non è più tempo di avere strutture faraoniche.

Io ringrazio tutti per il lavoro e non voglio rubare altro tempo. Ringrazio ancora una volta i colleghi della II Commissione e tutti quegli altri colleghi che hanno dato un apporto fattivo.

Presidente - La parola al collega Mossa, prego.

Mossa (M5S) - Io vorrei ringraziare i colleghi della II Commissione per il lavoro che abbiamo svolto in queste settimane. Raccogliere tutte le proposte dei colleghi consiglieri, analizzarle, verificarne la realizzabilità e infine concretizzarle in un testo di legge, come detto dai colleghi che mi hanno già preceduto, non è stata un'impresa facile. Abbiamo lavorato per due settimane serratamente, mattina e sera, sabato e domenica, spesso sino a tardi, e anche il giorno di Pasquetta. Abbiamo udito gli stakeholders e il Governo e abbiamo accolto le loro suggestioni condivisibili e attuabili in questo contesto. Il tutto, lasciatemelo dire, in maniera virtuale, attraverso le sole videoconferenze e perciò non è stato davvero facile. Ringrazio anche gli uffici del Consiglio e della Giunta per la stretta collaborazione e per il grosso lavoro svolto in maniera efficiente e celere.

Infine, eccoci qua oggi, con una proposta di legge in mano, realizzata in tempi record e nel rispetto del programma che ci siamo prefissati. Una legge la cui approvazione e attuazione potrà dare una mano alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese valdostane per superare questo momento drammatico di emergenza, causato dal COVID-19, in maniera dignitosa. Ognuno dei commissari ha dato il proprio contributo spogliandosi della veste politica e lavorando come un vero team. Per questo, un grosso grazie ai commissari mi sembra davvero il minimo.

A questo punto però vorrei far notare una cosa importante, sia ai colleghi consiglieri che ai cittadini che ci seguono da casa. Si tratta di una critica, ma di una critica sana, di una critica costruttiva. Abbiamo dimostrato che se c'è la volontà, esistono anche le potenzialità per lavorare bene. Siamo stati capaci di spogliarci delle nostre maglie di partito e dei nostri pregiudizi, per collaborare e operare egregiamente. Se siamo stati capaci di realizzare una legge così importante in sole due settimane, se avessimo lavorato allo stesso modo in tutte le commissioni nei diciannove mesi della nostra legislatura, pensate cosa saremmo riusciti a produrre. Pensate a quante cose belle avremmo potuto realizzare per migliorare la qualità della vita dei cittadini valdostani.

Spero che questa esperienza, anche se causata da una situazione drammatica di emergenza, serva da lezione per il futuro a tutti noi e ai prossimi colleghi che siederanno sugli scranni del Consiglio e della Giunta al posto nostro. Che chi ci succederà, capirà quanto i giochi di palazzo e le infinite trattative per la spartizione delle poltrone siano deleteri, e quanto invece il gioco di squadra finalizzato alla costruzione di veri progetti per il bene comune porti risultati positivi e, oserei dire, anche stupefacenti. Ora è il momento di approvare questa legge e ricominciare immediatamente a lavorare sul prossimo provvedimento. Forza Valle d'Aosta, usciamo da questa crisi e facciamolo a testa alta!

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Minelli, prego.

Minelli (RC-AC) - Per collocare nel suo giusto contesto la proposta di legge che stiamo esaminando, credo che sia necessario partire da uno sguardo complessivo delle misure urgenti fin qui adottate o in itinere, sia da parte del Governo nazionale sia da parte di questo Consiglio. Per una valutazione complessiva è opportuno distinguere fra le misure che riguardano le persone e quelle che riguardano le imprese.

Per quanto riguarda le persone e le famiglie ci sono varie misure sia nei decreti del Governo, sia nel testo che abbiamo votato a marzo, sia in questo provvedimento regionale oggi in discussione: vari interventi di carattere assistenziale, necessari certamente, ma con un impatto e con importi molto limitati. L'esenzione che si propone di dare rispetto all'addizionale IRPEF vale meno di un centinaio di euro all'anno per ogni soggetto di imposta, il bonus per un figlio si limita a 200 euro, il sussidio alle Partite IVA e alle persone senza reddito è di 400 euro a marzo e ad aprile e la riduzione per le locazioni artigianali e commerciali ha un tetto di 500 euro. I numeri parlano da soli: misure di sopravvivenza, necessarie ma appunto di mera sopravvivenza.

Per quanto riguarda le imprese vere e proprie direi poi che siamo messi anche peggio. Tutte le misure prese vanno in due direzioni: dilazioni e sospensioni nei pagamenti di mutui e imposte e agevolazioni all'accesso al credito. Si tratta, come ho detto, di misure necessarie, ma palesemente inadeguate per far fronte allo stato di grave sofferenza della maggioranza delle oltre diecimila imprese valdostane e in particolare delle micro e piccole imprese, che stanno subendo drastiche perdite di fatturato in conseguenza ai due mesi di inattività e che hanno davanti prospettive molto incerte per quanto riguarda i prossimi mesi. Lo abbiamo sentito nelle audizioni su questa proposta di legge, lo leggiamo ogni giorno in documenti che vengono diffusi dalle associazioni di categoria: la situazione è drammatica e quello che si sta facendo a livello generale è ancora troppo poco.

Nelle scorse settimane è anche stato individuato un intervento necessario che può dare effettivamente una speranza e una prospettiva ai tanti che oggi si chiedono se potranno riprendere la loro attività. La Chambre, Coldiretti, Confartigianato, Confcommercio, Adava, Confsal, auditi in Commissione e altri che si sono espressi attraverso i media, hanno esplicitamente richiesto alla Regione di intervenire con sostegni e indennizzi a fondo perso. Nel bollettino della Adava del mese di aprile 2020 c'è una proposta precisa: si chiede un riconoscimento dei danni per chiusura, cioè un indennizzo a fondo perso quale risarcimento del danno causato da forzata inattività. Noi condividiamo questo approccio e questo appello e riteniamo che già oggi bisogna mandare un messaggio positivo, dicendo che il Consiglio regionale andrà nella direzione anche degli indennizzi a fondo perduto per le piccole imprese, ovviamente controllati, con questo terzo provvedimento legislativo su cui dovremo iniziare subito a lavorare. Per questo abbiamo proposto un emendamento alla relazione che purtroppo non è stato recepito dalla Commissione e che ripresentiamo.

C'è bisogno di un segnale concreto fin d'ora. Questo stesso concetto lo riproporremo anche con un ordine del giorno. È una proposta che del resto non crediamo di avanzare in solitaria, abbiamo degli esempi intorno a noi: il vicino Canton Valais ha previsto un indennizzo per le microimprese di 5880 franchi svizzeri per ogni mese di cessazione dell'attività, oppure 4410 franchi svizzeri per ogni mese di significativa riduzione dell'attività. Qualcuno potrà dire che un cantone svizzero è un altro mondo, che i sistemi di aiuti economici e lo stesso stato di salute finanziaria della Svizzera sono diversi. Ma una cosa simile sta facendo anche la Provincia autonoma di Bolzano, che ha annunciato un finanziamento a fondo perduto per le piccole imprese con grandi perdite di fatturato. Tra l'altro nella Provincia di Bolzano hanno già fatto piani di investimento di vario tipo per 500 milioni.

Siccome abbiamo avvertito prese di distanza di qualche consigliere su questa proposta che ho avanzato già in Commissione, e direi anche una certa condiscendenza, vorrei ricordare che autorevoli economisti italiani stanno suggerendo allo Stato di intervenire con finanziamenti a fondo perduto per le imprese. Cito ad esempio Carlo Cottarelli che ha scritto su La Stampa: "Il decreto sulla liquidità delle imprese è stato utile, ma ci si comincia a chiedere se, oltre ai prestiti, non siano necessari anche versamenti a fondo perduto". Mercoledì sempre su La Stampa l'ex ministro dell'economia Tria ha detto: "Lo Stato dovrebbe decidere un intervento di compensazione a fondo perduto commisurato alla flessione del valore aggiunto tra il 2019 e l'anno in corso, contando sul fatto che metà dei fogli tornerebbe indietro sotto forma di tasse, prelievi e contributi, mentre il resto finirebbe comunque a pagare stipendi e materie prime".

Una caduta del Pil dell'8/9 percento del valore aggiunto comporterà una rilevante discesa del gettito, perché alle imprese non basta garantire l'accesso al credito, che pure è necessario. Non si può solo dire "adesso indebitatevi": specie le piccole e piccolissime imprese non ce la fanno. Ieri anche il ministro Patuanelli ha dichiarato che nel prossimo decreto arriveranno misure di ristoro e indennizzo a fondo perduto e si valuta se replicare il modello francese e tedesco che hanno erogato cifre consistenti.

Abbiamo fatto una valutazione approssimativa sull'impatto che avrebbe per le finanze della Regione un indennizzo come quello che proponiamo e proporremo. Con circa 80 milioni di euro si possono indennizzare gran parte delle micro e piccole imprese valdostane di una quota rilevante della perdita del loro fatturato nei mesi di marzo e aprile. 80 milioni sono alla portata della Regione Valle d'Aosta. E non è neppure necessario concentrare tutte le risorse dell'avanzo di amministrazione 2019 su tale misura, ci sono anche altre possibilità da intraprendere. Si può far fronte a varie esigenze. È vero, è certo però che la Regione deve fare delle operazioni straordinarie e non ordinarie per reperire delle risorse. Oltre all'avanzo di amministrazione e alla revisione del bilancio 2020, la Regione ha altri strumenti ancora per recuperare risorse, ad esempio può emettere bond per far fronte all'emergenza Coronavirus, come sta facendo la Provincia di Bolzano, e come abbiamo fatto vent'anni fa per l'acquisto dall'ENEL delle centrali idroelettriche: un intervento strategico, con risorse straordinarie, così come oggi è strategico rimettere in piedi il tessuto produttivo della Valle d'Aosta.

Ci sono poi altri settori in cui si possono fare delle economie e uno, su cui possiamo intervenire anche oggi e che ha un carattere esemplare, è quello degli emolumenti di consiglieri, assessori e presidenti. C'è un nostro emendamento oggi in aula che, con la riduzione limitata di indennità di cariche e di funzioni per un anno e un azzeramento dei contributi ai gruppi, può permettere di recuperare un milione di euro. È un gesto a nostro avviso necessario e dovuto. Il livello elevato delle retribuzioni di chi siede in Consiglio non era giustificato in passato e avevamo già proposto di ridurre; lo è ancor meno oggi, in un momento di emergenza in cui molti valdostani hanno gravi difficoltà economiche. Occorre quindi un gesto concreto e forte, normato dalla legge e non lasciato alla volontà dei singoli, un vero e proprio provvedimento che non è invece contenuto nell'articolo 13 della proposta di legge n. 56, il quale prevede semplicemente la possibilità per i consiglieri di decurtare gli emolumenti e il dimezzamento dei contributi ai gruppi. I due piani sono totalmente diversi e credo che chiunque lo possa ben comprendere.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Luboz, prego.

Luboz (LEGA VDA) - L'ultima volta che sono intervenuto in Consiglio a gennaio, avevo utilizzato un'espressione che oggi risuona purtroppo profetica e inquietante. Analizzando allora il disastro politico del 2019, a cui tutti quanti, chi più e chi meno, abbiamo contribuito, avevo fatto questa riflessione per l'anno nuovo: "Ora non ci resta che sperare che il vecchio adagio 'anno bisesto anno funesto' non sia confermato, perché qualora avesse un fondamento, peggio di così francamente non saprei cosa possa capitare alla nostra regione". È andata peggio! È andata peggio di quanto chiunque avesse potuto pensare e siamo solo ad aprile. Ciò che sta avvenendo nessuno avrebbe potuto e saputo lontanamente immaginare. Ricordo che in Valle si parlava di 300/330 contagi al massimo: siamo a tre volte tanto. Ora, se a livello sanitario pare che la situazione lentamente migliori, senza abbassare la guardia e ringraziando tutto l'apparato e quei lavoratori che non si sono mai fermati, è necessario mettere in moto misure e risorse per rilanciare i settori economici di fondamentale importanza o quantomeno attutire l'inevitabile crisi che la pandemia sta generando.

Veniamo quindi alla proposta di legge. A tutte le parti sociali, ai commissari, consiglieri, dirigenti e personale tecnico e amministrativo che hanno collaborato vanno i dovuti ringraziamenti. C'è gente che ha lavorato anche a Pasqua e a Pasquetta, e questo credo che sia giusto e doveroso sottolinearlo. Lunedì di Pasquetta ho inviato per altre ragioni un quesito a un funzionario regionale e mi sarei aspettato una risposta il giorno successivo, invece è giunta nel giro di un'ora, proprio perché ci stava già lavorando a Pasquetta. Quindi in un momento dove abbondano le critiche al mondo politico e al settore pubblico, dove gli occhi e l'attenzione sono giustamente puntate sul palazzo regionale, credo che sia doveroso e opportuno rendere la legittima rispettabilità a chi ha continuato il suo lavoro con impegno e abnegazione, se possibile ancora maggiore di prima, considerate le difficoltà del momento.

Personalmente, per quanto riguarda la proposta di legge, ho accolto con favore tutti quanti i contributi giunti dai vari gruppi o singoli consiglieri. Capisco le aspettative della comunità, delle imprese, delle famiglie, in particolare di coloro che hanno un'attività in proprio. Leggiamo, commentiamo e spesso condividiamo le reazioni che vengono pubblicate sui giornali o sui social. Questa è una prima misura di 25 milioni di euro. Confidiamo che a breve, per la manovra ipotizzata da 120 milioni di euro, con una ricognizione attenta del bilancio, ma questo dipenderà dal Governo, possano essere reperite ancora ulteriori risorse.

Certo però bisogna evitare di promettere ad associazioni o realtà varie contributi probabilmente non dovuti, perché connessi ad attività che non verranno svolte a causa della pandemia, soprattutto poi quando queste stesse associazioni stanno promuovendo una raccolta fondi tra i propri associati, da destinare magari alla Protezione Civile. Mi riferisco, colleghi, all'Assemblée de chant choral che ha luogo solitamente a maggio: approvazione dell'organizzazione della manifestazione 6 marzo, approvazione del regolamento e formulario per l'assegnazione di contributi 19 marzo, lettera ai cori con la quale si assicura il contributo e si dà istruzione sulla modalità di domanda 10 aprile. Tutto coerente con la situazione attuale? Io ho qualche dubbio, soprattutto quando si fa riferimento a una legge che prevede espressamente che l'erogazione di contributi sia subordinata alla partecipazione all'assemblea di canto; ma se questa non avrà luogo, di quali contributi parliamo? E ne parlo anche in veste di noto appassionato di canto corale. Voglio sperare davvero che questi fondi siano già ricompresi tra i 25 milioni o almeno possano far parte del futuro corposo stanziamento. Sono convinto altresì che nel bilancio della Regione voci e risorse come questa possano essere reperite e distolte dalla loro originaria destinazione, senza creare clamore, per andare a sostenere davvero quelle realtà produttive che sono e saranno in affanno, in primis il settore turistico e l'agricoltura.

Al di là di questo che mi premeva comunque sottolineare, mi sono soffermato in particolare a riflettere su altri due argomenti, uno di origine generale e l'altro più attinente alla legge. Il primo, e sarò breve su questo punto, riguarda la nostra pretesa autonomia. Non solo autonomia per eventuali elargizioni di indennizzo o finanziamento, lì siamo stati davvero insuperabili in passato, ma intendo proprio per gestire meglio il territorio, per sburocratizzare, per rendere più agevole il rapporto cittadini-pubblica amministrazione, per promuovere azioni concrete a protezione delle imprese locali. Non parliamo poi dell'istituzione del Consiglio: saremo pur in regime di ordinaria amministrazione, ma anche in totale, imprevedibile, straordinaria eccezionalità! Probabilmente in un momento storico e unico come questo, potrebbero essere intrapresi percorsi ancora mai ipotizzati, finalizzati a preservare e rinforzare soprattutto quell'autogoverno spesso mal utilizzato.

Il secondo argomento che vorrei affrontare è quello inerente alla nostra partecipazione a un eventuale fondo di solidarietà. A parere mio, come è già stato sottolineato in Commissione, ogni proposta è al contempo giusta e sbagliata, perché troppo soggettiva e perché riflette essenzialmente le diverse coscienze di ognuno di noi, che non possono per forza di cose essere concordi o analoghe. Per questa ragione ho apprezzato e personalmente condiviso le iniziative del CELVA, che volenti o nolenti rappresenta comunque la base delle nostre comunità e che ha già raccolto quasi 50.000 euro. Voglio credere, ma ne sono convinto, che se questa pandemia fosse esplosa con qualche mese di anticipo, ora non ci ritroveremmo con un governo azzoppato e un Consiglio decaduto. Chi allora cambiò idea sul bilancio, in queste condizioni forse avrebbe agito diversamente, e avremmo agito diversamente anche noi consiglieri, probabilmente pure al di là dei rispettivi gruppi politici di appartenenza. Di fronte a una crisi che nessuno avrebbe mai immaginato, di fronte a tali scenari oscuri, sono convinto che avremmo saputo dimostrare che certi interessi erano e sono tuttora molto maggiori che non le piccole utilità di movimenti o addirittura di partiti personali. Per questa ragione ora, prima di qualsivoglia discussione politica su come affrontare i mesi che ci separeranno dalle elezioni, accanto a queste misure che stiamo per votare, sarebbe auspicabile anche una risoluta presa di posizione collegiale di questo organo riguardo alle nostre indennità. È vero che l'iniziativa benefica può essere sempre promossa anche confidenzialmente da ognuno di noi, e sono convinto che tanti operano e opereranno in tal senso. Ma quanto sarebbe più meritevole, moralmente nobile e pubblicamente apprezzato se lo facessimo tutti indistintamente, con una misura precisa e di rinnovata credibilità e rispettabilità dell'organo consiliare! Proprio per questo avrei visto e appoggiato con favore una decisa e ferma presa di posizione dell'intero Consiglio attraverso la II Commissione, e non solo da un emendamento enfatizzato dagli organi di informazione di una piccola minoranza, probabilmente consapevole che la sua proposta, pur lodevole, non sarebbe passata e che proprio per questo avrebbe potuto poi essere utilizzata a scopo elettorale. E quindi ripeto, purtroppo in assenza di tale condivisione ben vengano le scelte personali di alcuni colleghi effettuate da tempo e le iniziative del CELVA di questi giorni, che è ancora più meritoria di quella dei colleghi di Rete Civica.

Solo rinunciando noi per primi potremmo magari immaginare, come è stato ipotizzato da sigle sindacali o anche da colloqui informali tra di noi, di invitare coloro che sono titolari di uno stipendio pubblico a voler contribuire alla solidarietà, quella solidarietà senza la quale non può esserci comunità. Proprio a tal proposito, rispetto al senso di comunità, considerato che viviamo in un fazzoletto di terra dove per interposta persona abbiamo l'opportunità di conoscerci tutti, all'indomani di questa situazione drammatica penso che dovremo rivedere completamente i concetti, i principi che finora sono parsi essere gli unici per un futuro di prosperità: quelli del progresso, della crescita e dello sviluppo di una società. Principi e concetti sempre sbilanciati a favore di un sistema capitalistico, in parte da rivedere, soprattutto nella declinazione locale; principi e concetti lontani dai veri, semplici e autentici bisogni dell'uomo. Saranno da riconsiderare le politiche economiche e finanziarie, che hanno permesso la proliferazione di ricche posizioni di rendita con stipendi spesso parassitari. Spero che questa vicenda possa contribuire a costruire un mondo più equo, dove la dignità del merito e del lavoro vero, frutto di azioni, idee, studio e concreta attività produttiva, vengano riconosciuti come valori fondanti di una società che premia la serietà, la competenza e l'efficienza.

Termino riprendendo quanto scritto due giorni fa dal più grande stilista italiano su un quotidiano nazionale. Parlava del suo mondo, ma sono riflessioni aderenti a ogni contesto: "Basta con gli sprechi di denaro per gli show - lui diceva, io aggiungo: per le inutilità tutte valdostane - basta! Sono solo pennellate di smalto apposte sopra il nulla. Il momento che stiamo attraversando è turbolento, ma ci offre la possibilità unica davvero di aggiustare quello che non va, di togliere il superfluo, di ritrovare una dimensione più umana. Questa è forse la più importante lezione di questa crisi".

Présidente - A demandé la parole la collègue Russo.

Russo (M5S) - Non entrerò nel merito dei singoli articoli della proposta di legge che ci apprestiamo a votare. Alcuni articoli li condivido in toto, altri meno. Vorrei invece soffermarmi su due scelte politiche importanti che sono definite in questa proposta di legge. La prima è la scelta doverosa di supportare economicamente le singole tipologie di lavoratori e quindi le loro famiglie durante la forzata chiusura delle loro attività, integrando le misure di sostegno nazionale con quelle messe in atto dalla nostra Regione con questa proposta di legge, arrivando così a un'ampia platea di settori economici. La seconda scelta è quella di iniziare a pensare a una graduale ripartenza del nostro sistema produttivo e commerciale, ma dobbiamo avere ben chiaro che non c'è ripresa economica se non si gestisce correttamente la questione sanitaria.

Dobbiamo creare delle precondizioni per iniziare a rimuovere le misure di contenimento stabilite per contrastare la pandemia, rimozione che dovrà essere graduale e altamente monitorata; le misure devono essere rimosse in diversi stadi e deve essere lasciato un tempo sufficiente tra uno stadio e l'altro per misurarne gli effetti. Le precondizioni che dobbiamo creare devono essere: una solida valutazione epidemiologica che indichi un significativo calo della diffusione del virus per un periodo sostenuto di tempo; il numero dei nuovi casi deve decrescere per almeno due settimane consecutive; una capacità del nostro sistema sanitario che non sia in difficoltà nei reparti di terapia intensiva e neanche in quelli normali, più una differenza molto ben marcata tra le strutture per i pazienti COVID e quelli non COVID.

Un'altra precondizione è la capacità di effettuare test su vasta scala sulla popolazione, sia tramite tamponi sia tramite indagini sierologiche, utili per avere informazioni statistiche globali sulla nostra regione e confrontarle con quelle delle altre regioni. La diffusione del COVID-19 è condizionato in modo prioritario dalla capacità di risposta di ogni singola area geografica nel limitare la circolazione virale, per contenere ulteriori diffusioni epidemiche. Il controllo della diffusione è vincolato alla capacità sul territorio di identificare e interrompere la catena dei contagi e nella fase successiva al lockdown questo sarà cruciale. Le regioni e le aree che dimostreranno mediante indicatori adeguati di essere in grado di tenere sotto controllo in modo efficace la trasmissione potranno uscire dalle attuali misure collettive di restrizione e mantenere solo l'isolamento selettivo dei casi, oltre alle misure di contrasto, come ad esempio l'uso dei dispositivi di protezione individuale.

Dobbiamo focalizzare immediatamente l'attenzione sull'analisi dei dati di sorveglianza dei casi recenti e sull'identificazione degli asintomatici, descrivere e analizzare i focolai di infezione - ancora non l'abbiamo ben fatto - rafforzare le capacità operative sul territorio. Le capacità di intervenire selettivamente e tempestivamente sui nuovi casi e sui loro contatti rappresenta l'unica reale possibilità per bloccare la catena di contagio e quindi far ripartire il nostro sistema economico e produttivo in sicurezza.

Per passare a un superamento dell'attuale lockdown bisogna potenziare la prima linea di difesa rappresentata della nostra rete di servizi di prevenzione sul territorio, per adottare misure mirate, applicate in modo coordinato. Ci sono poi, oltre alla parte sanitaria, altri aspetti importanti da monitorare, prima di ripartire con l'apertura delle attività economiche. C'è la questione delle mascherine che dovranno essere a disposizione delle attività produttive: se durante il lockdown ne servivano un tot al mese, per la ripartenza dobbiamo pensare che il numero sarà almeno triplicato. La questione della sanificazione degli ambienti: chi torna a lavorare dovrà farlo in ambienti sanificati, con mascherine e guanti e nel rispetto della distanza di sicurezza. La questione del distanziamento: un altro aspetto che dovrà essere garantito in ogni attività produttiva in ripartenza sarà relativo al distanziamento sociale di almeno un metro fra i vari lavoratori. La distanza sarà da applicare in ogni attività produttiva e sappiamo benissimo che questo sarà un grandissimo problema. La previsione di turni scaglionati nelle aziende con un certo numero di dipendenti concentrati in un unico posto di lavoro. La questione della riorganizzazione e del rilancio dello smart working, come alternativa per la gestione del lavoro nelle situazioni di emergenza in cui siamo.

A parere mio è necessaria molta attenzione nel commentare le conseguenze finali di una crisi che è ancora in corso e lo sarà ancora per molto. Siamo una regione piccola, dobbiamo scegliere di limitare la gestione della pandemia a poche misure chiare. Se l'epidemia ripartisse e costringesse a una seconda chiusura delle attività produttive e commerciali, i costi economici accumulati da pagare a lungo termine potrebbero essere ancora più alti di quanto ci si può immaginare.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Morelli, prego.

Morelli (AV) - Volevo intervenire a nome del gruppo di Alliance Valdôtaine per fare dei ringraziamenti sinceri e non formali. Abbiamo già ascoltato gli interventi di alcuni commissari che hanno voluto rimarcare come all'interno della II Commissione si sia cercato di lavorare in un clima di collaborazione. Ora io credo che dall'esterno, invece, da chi come me ha partecipato ai lavori della commissione ma non è membro di commissione, sia opportuno veramente apprezzare ed esprimere l'apprezzamento nei confronti dei colleghi; per il nostro gruppo vi ha partecipato il segretario del Consiglio Jean-Claude Daudry. Riteniamo che questi colleghi vadano ringraziati perché hanno messo in campo le loro competenze, le loro visioni politiche, le visioni di cui sono espressione, al servizio della comunità in un momento storico particolare, della cui gravità forse non siamo ancora del tutto consapevoli, ma che viene paragonato dagli esperti alla Grande Crisi del '29, che ha avuto effetti devastanti.

Ora, che i consiglieri mettano a disposizione e cerchino di far valere le loro competenze e le loro visioni è una cosa normale, ma che abbiano poi anche la volontà di farle convergere in un risultato condiviso in modo unanime, è sicuramente meno usuale. Qui si è cercata la sintesi, si è cercato di andare anche oltre una dicotomia che conosciamo bene, che è quella Consiglio-Giunta, per la quale in tempi normali le due linee procedono parallele e non si incontrano mai, o quasi mai. Qui alla fine si sono incontrate, con difficoltà ma si sono incontrate. Io mi permetto di auspicare che per il prossimo intervento legislativo dovranno farlo ancora meglio, valorizzando i rispettivi ruoli, le capacità, le competenze, andando anche a ottimizzare i tempi, perché se è vero che ci sono volute solo due settimane per predisporre questo testo, forse il tempo avrebbe potuto essere ancora più breve se si fossero trovate da subito modalità di collaborazione corrette. Non è una critica, è una constatazione, un contributo pro futuro.

Poi si è messo da parte lo spirito di fazione, che è quello spirito che fa sì che anche quando ci sarebbe la possibilità di trovare un'intesa tra maggioranza e minoranza, tra Governo e opposizione, si mantengono invece volutamente posizioni di scontro per ragioni che ben conosciamo, politiche o pseudo politiche, che attengono alla necessità di mantenere acceso quello spirito di tifoseria delle rispettive basi elettorali. Credo che tutti noi indistintamente conosciamo e pratichiamo lo spirito di fazione, ma in questo caso, perlomeno per quanto riguarda i sette componenti della II Commissione, bisogna riconoscere che questo non è avvenuto; o meglio, a un certo punto si è corso il rischio che ciò avvenisse, e infatti gli organi di informazione che dello spirito di fazione si nutrono non hanno mancato di farlo notare, suscitando anche reazioni di insofferenza da parte dell'opinione pubblica. Ma evidentemente alla fine è prevalso lo spirito di comunità, forse un po' perché non esiste più una maggioranza organica, ma anche e soprattutto - voglio crederlo - perché dividersi politicamente su una legge come questa sarebbe stato veramente deleterio e non avrebbe portato a vincitori o vinti, ma soltanto a una serie di perdenti di fronte a una comunità che è preoccupata e provata.

Questo non significa che non esistono più le differenze di visione. Se così fosse ci sarebbe un impoverimento del confronto democratico, che si alimenta proprio delle differenze, ma ci si è dati delle priorità attorno alle quali trovare un accordo. E il criterio che ha mosso il lavoro della II Commissione è stato di cercare di non lasciare indietro nessuno, compatibilmente con una coperta corta. Si è cercato di arginare le difficoltà delle categorie più penalizzate, in particolare quelle che hanno subito una sospensione forzata delle attività, ma devono continuare a sostenere dei costi e delle spese, i lavoratori autonomi, le categorie prive di sostegno al reddito; anche, per quanto possibile dicevo con una coperta così corta, i lavoratori dipendenti che dispongono di ammortizzatori sociali, ma che potranno comunque beneficiare di un indennizzo seppur limitato ma reale, così come c'è un'attenzione per le famiglie. È evidente che si tratta di misure improntate all'urgenza, a sostegno del sistema sociale ed economico valdostano, con una somma che è importante, sono 25 milioni di euro, ma che non è sufficiente: credo che su questo dobbiamo essere molto realisti e non millantare un risultato che è importante, ma che va comunque implementato.

Dovremo essere molto realisti anche per quanto riguarda il prossimo intervento, ma dobbiamo esserlo anche cercando di intervenire sui tempi dell'amministrazione. Qualcuno lo ha già detto: i tempi dell'amministrazione ordinaria non sono compatibili con l'emergenza, quindi uno sforzo nel senso della semplificazione va fatto, si è già cercato di farlo sfruttando le tecnologie, ma bisognerà anche cercare di combattere l'iperregolamentazione che caratterizza la nostra amministrazione pubblica. Così come bisognerà sfruttare un progresso, un salto dal punto di vista tecnologico che noi per primi siamo stati obbligati a fare e che avremmo già dovuto fare, perché sicuramente sfruttando al meglio la tecnologia si possono ottimizzare tempi e costi. Forse le sedute del Consiglio regionale in via telematica non sono il meglio, forse è importante anche poter avere un confronto diretto che è fatto anche di umanità, ma tante riunioni, tante procedure possono essere svolte per via telematica e veramente ci auguriamo che questo progresso forzato ci porti poi ancora a compiere ulteriori passi avanti in questo senso.

Vorrei concludere con uno sguardo al futuro. Come gruppo di Alliance Valdôtaine noi ci siamo impegnati, continuiamo a farlo, per far fronte a questa emergenza sanitaria, ognuno nei rispettivi ruoli, per far fronte all'emergenza sociale, ma riteniamo che a poco a poco si debba cominciare a ragionare per una ripartenza, facendolo anche attraverso piccoli passi, ma che per i nostri cittadini possano essere significativi. In questo senso ragionare su quanto si può ragionevolmente fare, contando sul senso di responsabilità che è maturato tra i cittadini in questo periodo, noi crediamo che contribuirà a tornare a una normalità che tutti auspichiamo.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Daudry.

Daudry (AV) - Anzitutto anche da parte mia, come membro della II Commissione, mi sembra doveroso ringraziare tutti quelli che si sono prodigati in questo periodo per arrivare qui oggi, il 17 aprile. Se ci pensiamo un attimo, questo avrebbe potuto essere il giorno dei comizi di chiusura e domenica saremmo andati a votare; anche questo piccolo pensiero penso che ci dia la dimensione della situazione che stiamo vivendo.

Mi permetto di ringraziare tutti i colleghi che hanno accompagnato questo lavoro, gli uffici, come è stato ricordato, che si sono dati disponibili sabato, domenica e lunedì di Pasqua. Credo che questo però, ovvio che è obbligatorio e doveroso da parte nostra e da parte di tutti, sia un atto di assoluta normalità. È stato detto, è stato sottolineato da tutte le parti: stiamo vivendo una situazione straordinaria, nulla è più come prima e probabilmente nulla sarà più come prima. Per cui questo impegno che stiamo mettendo, queste risorse che stiamo immettendo con questa proposta di legge a sostegno del settore economico della nostra regione sono un atto di assoluta normalità, e tutto il lavoro e tutta la disponibilità che abbiamo dato deve essere ricondotto in un impegno che deve essere assolutamente portato avanti.

Ai ringraziamenti però vorrei aggiungere anche la Giunta regionale. Mi ricollego in parte a quello che ha appena detto la collega Morelli, quando diceva che a un certo punto gli organi di stampa hanno evidenziato come se ci fosse una mancanza di collegamento e di collaborazione tra i vari organi. Invece vorrei sottolineare questo aspetto e ringraziare anche la Giunta per la disponibilità e per l'apporto che ha dato in funzione del lavoro che abbiamo portato avanti. Un lavoro che, come ha ricordato bene il presidente Marquis nella sua relazione, è iniziato il 25 marzo e nella roadmap che ci eravamo dati l'obiettivo in questo scenario era di riuscire ad andare in Consiglio regionale nel minor tempo possibile, ma sapevamo che poteva essere maggio, mentre siamo in Consiglio regionale il 17 aprile. Ecco che questo percorso così breve è stato possibile grazie all'impegno e alla collaborazione, anche nell'individuare non solo nel percorso gli step, ma anche evidentemente nell'individuare le misure che sono state portate avanti.

È stato detto e va ribadito, qui siamo in presenza di una fase uno. Nella fase precedente ci eravamo già trovati per affrontare il problema dei mutui e sospenderli. Oggi siamo ad affrontare la fase legata alla liquidità e per questo motivo le misure che sono state messe in campo raccolgono in maniera trasversale le esigenze delle persone, delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese, discutendo per esempio dei fondi presso Finaosta, irrobustendo la possibilità dei Confidi di dare delle garanzie, questo sicuramente in funzione delle imprese; delle misure di indennizzo sono state ricordate per quanto riguarda gli affitti, le misure una tantum per gli studenti universitari e per altre fasce di popolazione.

Però c'è una logica che va spiegata, che va sottolineata. Noi abbiamo fatto tutti assieme, lo ribadisco, un accordo con la Giunta e abbiamo cercato di immettere questi soldi per creare quella liquidità che è necessaria in questo momento per dare una sicurezza iniziale in un sistema che sicuramente ne ha bisogno. Qui sottolineo e voglio ricollegarmi ad alcuni interventi che ho sentito che si concentrano già decisamente sulla fase due. La fase due è stata presa in considerazione in questo lavoro che...

(Interruzione audio).

Dalle ore 10:58 assume la Presidenza il vicepresidente Farcoz.

Farcoz (Président) - Il y a un problème de connexion. On passe à l'intervention suivante, la parole au collègue Barocco.

Barocco (GM) - Tout d'abord je veux dire que, en ce moment très important pour notre communauté, je crois que ça sera une séance qu'on lira dans les livres d'histoire, comme les séances qui iront se débuter dorénavant. Moi je veux, même si c'est une séance réservée aux aspects économiques, rappeler et remercier tous les volontaires, les bénévoles, le personnel sanitaire, les forces de l'ordre, tous les valdôtains qui même en ces minutes sont en train de travailler et de lutter contre le COVID-19 ; je crois que c'est de notre devoir de les rappeler. Je veux rappeler avec un peu de tristesse toutes les victimes de ce fléau, surtout les amis qui ont été frappés par ce deuil. Les valdôtains sont une petite communauté et toutes les personnes qui quittent notre communauté est un gros problème...

(Interruzione audio).

Dalle ore 11:00 assume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Credo che ci sia qualche difficoltà con il collegamento del collega Barocco. I colleghi Barocco e Daudry quindi avranno diritto di riprendere il loro intervento appena la loro connessione sarà di nuovo pienamente operativa. Chiedo alla collega Pulz di prendere la parola e poi verrà ridata la parola ai colleghi Daudry e a Barocco per terminare i loro interventi. Chiedo poi di monitorare i minuti, grazie. Prego, collega Pulz. Pulz (ADU VDA) - La costante preoccupazione di ADU VdA di fronte a questa e alle altre misure regionali che seguiranno è che si evitino i contributi a pioggia, di cui la Valle d'Aosta ha già usufruito per lunghi anni, senza saperne fare tesoro davvero. Se non fosse così, come spieghiamo che un solo mese di chiusura delle attività abbia già messo in ginocchio la nostra regione? Si può forse affermare che prima avesse un'economia solida la regione più ricca d'Italia? E ora urge più che mai uno sguardo al futuro e a far sì che questi aiuti e gli ulteriori che arriveranno, dalla stessa Regione e dallo Stato, rimettano in piedi e in funzione le attività produttive, in modo da garantire i livelli occupazionali e anzi, se possibile, migliorarli. È già stato ipotizzato un indebitamento complessivo a fine crisi che potrebbe arrivare fino al 160 percento del PIL, con tutti i problemi che ne conseguirebbero. Bisogna anche avere ben chiara l'idea che il denaro non è più disponibile come una volta in Valle d'Aosta e il faut faire avec, anche perché chi può dirci quanto durerà e quando avrà termine questa crisi. Ma la sensazione è che si vogliano arginare i disastri conseguenti al COVID-19 con la stessa politica economica di prima, ammesso che ce ne sia mai stata una pensata e coerente in Valle d'Aosta. Qui e ora urge la capacità di fare propria l'idea che stiamo vivendo un cambiamento epocale e di dominarlo con nuove strategie per evitare di subirlo come abbiamo fatto finora, senza capire per nulla quale evento stesse per investirci tutti quanti con i lutti e i traumi che sta comportando. Si tratta certamente ora di fornire soluzioni rapide e immediate, come questo Consiglio sta cercando di fare, rincorrendole con grande affanno, con documenti che piovono all'improvviso e altri essenziali per intervenire al meglio che arrivano l'ultimo giorno o mai, ma ricordandoci che tutte le misure devono essere ideate per servire l'interesse pubblico nel lungo periodo, con ricadute positive su tutta la collettività, nessuno escluso. La misura, ancora più urgente di quelle economiche a cui abbiamo finora lavorato, è investire con forte convinzione soprattutto nella sanità, dopo i gravi tagli che ora tutti noi paghiamo anche a livello regionale; investire in personale qualificato, in strutture pubbliche efficienti, nella produzione di servizi e beni che ripongano al centro la persona. In questo difficile contesto occorre ribadire con forza come lo stop alle privatizzazioni sia quanto mai opportuno. Serve sostegno al settore pubblico per l'interesse non di pochi, non di qualcuno, ma per l'interesse vero della comunità. Urgono quindi contributi che dovrebbero essere in questa situazione a fondo perduto, più che non degli ulteriori prestiti, per poter ridare coraggio e speranza a tutti i lavoratori e alle imprese, perché un'azienda che chiude è un problema di tutti. Serve certo anche il differimento del versamento dei tributi regionali locali, come le tasse sull'auto e l'IMU; anche se l'IMU è una piccola patrimoniale, ADU VdA è sostanzialmente d'accordo con queste misure, con qualche necessaria precisazione di fondo. Il principio da avere ben chiaro, secondo noi, è che per far fronte alla crisi servono idee coraggiose, come quelle della Provincia di Bolzano, a cui purtroppo guardiamo solo quando sarebbe meglio di no, e serve anche tanto denaro, e la domanda essenziale è: ma dove lo prendiamo? Se facciamo solo debito rinviamo la crisi e finiamo per spostarla su tutti e, come sempre, sui più deboli che ancora una volta saranno le prime vittime. Per questo abbiamo bisogno di maggiore equità, solidarietà e ridistribuzione del carico fiscale, secondo il principio della progressività ben sintetizzato da Enrico Berlinguer: chi ha tanto paghi tanto, chi ha poco paghi poco e chi non ha nulla paghi nulla. Questo è un principio base di qualsiasi vero programma politico, che noi sogniamo di vedere applicato in ogni dove, anche quando si parla di riduzione delle indennità dei consiglieri regionali. Chi ha tanto paghi tanto. Voglio però precisare, malgrado la totale impopolarità del mio pensiero in questo momento, ma per me conta di più essere sincera: quando penso a un politico ideale non mi viene in mente la Caritas, ma una persona competente che si apprezza per fare proposte politiche di livello, che accompagnino la comunità fuori dal guado, ma non avanzando proposte che poi non trovano copertura finanziaria, perché qui non stiamo giocando a Monopoli con i soldi finti, anche se spesso sembra. Il vero compito di ognuno di noi è fare politica nel modo più serio possibile. Questo stesso politico dei miei sogni, poi, innanzitutto è un cittadino responsabile e solidale e quindi non aspetta certo il Coronavirus per destinare parte del suo stipendio al sostegno di associazioni che reputa importanti o situazioni di difficoltà di cui viene a conoscenza, perché quella è la sua forma mentis, lo fa da sempre come atto naturale, di cui peraltro la sua mano destra non sa che cosa fa la sinistra. Come ADU VdA continueremo a versare sul fondo povertà e destiniamo ora il cento per cento dei finanziamenti dei gruppi, confidando in progetti in tal senso per fronteggiare l'emergenza, senza dimenticare che la politica non si finanzia da sola ed è meglio che sia finanziata dal pubblico in modo che sia libera. Il nostro compito ora è di intervenire con urgenza e con un indennizzo a favore di tutti coloro che hanno dovuto forzatamente sospendere la loro attività e non possono accedere in modo sufficiente agli ammortizzatori sociali. Tale indennizzo deve materializzarsi nel più breve tempo possibile e questo implica lo snellimento delle pratiche appesantite da anni di soffocante burocrazia, perché la pubblica amministrazione è già ampiamente in possesso di tanti dati dei cittadini e non dovrebbe esserci il bisogno di ripeterli ogni volta. Non va però allo stesso tempo dimenticato che in Italia la burocrazia è tanta per via di coloro che se ne approfittano quando le procedure sono meno controllate, e noi consiglieri abbiamo la responsabilità molto gravosa di gestire con saggezza il denaro pubblico, che è il denaro di tutti. Come hanno sottolineato il magistrato Gratteri e altri, le mafie stanno aspettando questa pioggia di miliardi fregandosi già le mani. Pur nella fretta, bisogna quindi evitare che una fetta di questi aiuti vada a beneficio di chi non ne ha diritto. D'altronde non possiamo purtroppo illuderci, come io stessa ho fatto nei primi giorni della pandemia, che tutti miglioriamo all'improvviso per effetto di questa tragedia mondiale. Quanti, anche tra di noi, stanno continuando come se niente fosse a fare propaganda, senza accorgersi che sarà un boomerang che gli si ritorcerà contro. ADU VdA ha presentato ormai quasi un mese fa una proposta di legge il cui primo articolo è molto simile a quello che ora aggiunge in Consiglio per il rinvio delle elezioni regionali. Nella nostra proposta avevamo inserito un secondo articolo che però purtroppo non ha avuto alcun seguito, malgrado le diverse richieste da più parti. In questo momento difficile bisogna infatti riuscire a coniugare la necessità di garantire l'efficacia del potere esecutivo della Giunta, che si sente investita, non si sa peraltro da chi - forse dall'alto - di responsabilità senz'altro eccessive, con il diritto-dovere di mantenere il controllo democratico da parte del potere legislativo, cioè del Consiglio. E non riusciamo proprio a capire come si possa pensare che il reintegro della Giunta sia un lusso rispetto all'emergenza e non una priorità. Rischiamo infatti di aver subito il Coronavirus e di subire anche la successiva crisi sociale. Fa davvero specie fermarsi a riflettere, leggendo l'emendamento del rinvio delle elezioni, sulle date del 31 gennaio in calce alla prima delibera del Consiglio dei ministri che dichiarava lo stato di emergenza nazionale relativo al rischio sanitario. Noi in quei giorni dormivamo forse? No. Eravamo chiusi in aula, dove siamo rimasti per un'intera settimana, per cercare di approvare un bilancio che qualcuno irresponsabilmente aveva voluto rinviare; tutt'attorno c'era la Fiera di Sant'Orso e le cerimonie per la Giornata della Memoria che ci hanno visto perlopiù assenti. La totale incapacità della politica di leggere la realtà in quei giorni ci presenterà il suo conto salato e ci pare che ora la vista non sia purtroppo migliorata. Certo ci troviamo di fronte a un vuoto legislativo, perché siamo in una situazione imprevista dallo Statuto speciale, ma se non ora, quand'è che dobbiamo rivendicare la nostra autonomia? ADU VdA comunque ora non può che dichiararsi favorevole a questo atto legislativo indifferibile e urgente e speriamo che arrivi presto il momento più propizio per ridare un Consiglio regionale degno di questa istituzione alla comunità valdostana. Presidente - Mi segnalano che il collega Barocco che è di nuovo in linea, ma non riesco a vederlo e a sentirlo, quindi passo la parola al collega Peinetti, prego.

Peinetti (UV) - Io credo che un doveroso ringraziamento ai colleghi della II Commissione sia dovuto: è già stato ampiamente fatto, per cui mi associo al ringraziamento ai colleghi, agli uffici e a tutti quelli che hanno lavorato per dare un testo di legge in tempi così rapidi. Forse ha ragione la collega Morelli, forse si poteva fare addirittura meglio, ma comunque credo che sia stato fatto un ottimo lavoro.

Io concordo con gran parte del testo che è stato redatto, credo che sia una prima risposta non irrilevante a questa grave crisi economica che ha colpito questa regione, a seguito però, come è già stato detto precedentemente, di una grave, gravissima crisi sanitaria. Parto dalle ultime parole della collega Pulz, quando parla del 31 gennaio. Io credo che il 31 di gennaio sia una data molto importante, della quale però ci siamo accorti in pochi. Io per primo non gli ho dato il peso che forse bisognava dare, ma credo che neanche la collega Pulz lo abbia dato. Quindi prima di accusare altri del fatto che non si siano accorti, bisognerebbe forse fare prima un mea culpa generale di tutta la nostra assemblea, che in quei giorni era presa da altro e non si è accorta forse della gravità di questa pandemia che ci stava per colpire. Bisogna dire che eravamo in grandissima compagnia, perché tutta l'Europa era in queste condizioni e i dati lo stanno dimostrando, gli Stati Uniti lo stanno dimostrando, le grandi nazioni del mondo lo stanno dimostrando, per cui è inutile credo in questo momento guardare troppo al passato accusando Tizio o Caio.

Ora credo che il problema sarà quello che bisogna fare adesso. È evidente che senza una forte presa di coscienza di cosa bisognerà fare dal punto di vista sanitario, anche le misure economiche rischiano di essere probabilmente insufficienti, o meglio: tanto prima riusciremo a uscire dal lockdown in maniera efficace ed efficiente, non a qualsiasi prezzo, tanto prima riusciremo a trovare una via d'uscita per arrivare a una qualche forma di normalità. È chiaro che non sarà più come prima e questo dobbiamo iniziare a capirlo. Non sarà più come prima perché paghiamo anche il prezzo di scelte, secondo me, avventurose e sbagliate che sono state fatte nel corso degli anni. Mi riferisco, ad esempio, a una serie di leggi nazionali: il famoso decreto ministeriale n. 70 del 2015, quello che viene impropriamente chiamato "legge Balduzzi", che in realtà è stato emanato dalla Lorenzin, è quello che ha fatto sì che la nostra regione sia stata pesantemente penalizzata per quanto attiene all'erogazione dei servizi; noi siamo stati considerati una regione "minore". Il decreto ministeriale tiene conto di alcuni parametri, che sono il volume di attività, gli esiti, la popolazione residente: noi avevamo fatto delle osservazioni, però questo decreto ministeriale n. 70 ci consentiva di derogare ampiamente in quanto regione che si autofinanzia la sanità; abbiamo derogato troppo poco. In quegli anni ci sono stati dei pareri contrastanti tra noi, che come medici proponevamo di derogare pesantemente il DM 70, e i funzionari che ci hanno messo di fronte al rispetto pedissequo della legge.

Noi oggi paghiamo anche questo, paghiamo il fatto che abbiamo definanziato la sanità, paghiamo il fatto che abbiamo cercato in tutti i modi di ridimensionarla la nostra sanità, attenendosi in maniera assolutamente molto banale a un decreto che ci penalizzava e ci penalizza tuttora. Quindi a questo ha fatto seguito un atto aziendale del 2017 che ha tenuto in conto, giustamente se vogliamo, degli aspetti amministrativi, ma quasi solo degli aspetti amministrativi e pochissimo degli aspetti clinici e sanitari. Abbiamo soppresso delle strutture complesse, non abbiamo tenuto conto di tutta una serie di istanze che arrivavano dal mondo sanitario e che sono state fatte rilevare agli allora direttori generali, all'assessore e quant'altro, siamo stati pochissimo ascoltati, con il risultato è che oggi paghiamo questo fatto. Bisognerà ripensarlo questo modello, ripensarlo pesantemente!

Un altro dato su cui noi ci siamo battuti molto è quello della collaborazione con le regioni vicine. Una situazione come questa è la dimostrazione di come sia fondamentale che la sanità della Valle d'Aosta lavori in rete con le regioni vicine, in particolar modo con il Piemonte, ma mi vien da dire con la Liguria e con la Lombardia, perché da soli un'emergenza di questo genere è durissimo affrontarla! E credetemi, ma lo sapete perfettamente, chi ha lavorato - medici, infermieri, OSS, tecnici, volontari, amministrativi, eccetera - in questa emergenza hanno trovato veramente molto difficile, perché essere soli - soli! - è molto dura, lo dico dal punto di vista sanitario. Noi siamo un unico ospedale, un solo territorio, eccetera.

La dimostrazione di come si dovrebbe lavorare ce l'abbiamo dall'Emilia Romagna, che in questi giorni sta elaborando un hub nazionale per le terapie intensive, vale a dire che sta costruendo 150 posti di terapia intensiva per rispondere anche a quelle regioni che non avranno la possibilità di farlo. Noi dovremo metterci in rete con queste regioni, dovremo metterci in rete col Piemonte, noi lo diciamo da anni: accordi strutturali con il Piemonte per una regione come la Valle d'Aosta sono fondamentali. Ù

Vengo all'ultimo aspetto che è quello legato a che cosa fare da oggi in poi. È stato detto dalla collega Russo, sono state elencate alcune misure che bisognerà prendere, perché senza quelle le misure economiche rischiano di essere inefficaci o perlomeno poco efficaci. Sicuramente i test sierologici saranno fondamentali. Leggevo oggi che la Roche ne sta mettendo a punto uno che dovrebbe essere molto semplice, che dai primi di maggio dovrebbe essere disponibile e che è in grado di eseguire uno screening e depistare tutte le persone che sono venute a contatto col virus e che hanno sviluppato un'immunità. Questo è un fatto fondamentale che darà la possibilità di capire quali operatori possiamo mettere sul campo e quali no, ci darà la possibilità di scegliere quelli che dovranno essere vaccinati e quali no, e ci darà la possibilità quindi di programmare il futuro. Indubbiamente bisogna arrivare a quel numero fondamentale che è l'R con zero uguale a uno, vale a dire che il contagio si è placato, si è fermato, come sembra che stia accadendo, ma è ancora presto e almeno fino al 3 di maggio bisognerà arrivarci.

Indubbiamente bisognerà riorganizzare la sanità e il sistema sanitario di questa regione, bisognerà ripensarlo perché questa pandemia è stato un segnale durissimo per tutto il mondo, non solo per noi, bisognerà ripensare come riorganizzare l'ospedale, come riorganizzare il Beauregard, come riorganizzare la psichiatria, come riorganizzare il territorio. Penso che tutto questo andrà fatto insieme a coloro i quali ci lavorano, bisognerà farlo probabilmente mettendo in piedi e in bilancio una proposta, una task force che sia bipartisan, che tenga conto delle varie sensibilità politiche all'interno del Consiglio regionale, perché ci siano delle proposte che vadano in quella direzione, perché una riorganizzazione del sistema sanitario regionale di questo tipo non può essere fatta da una sola persona, non può essere fatta da una sola maggioranza per larga che possa essere, ma deve coinvolgere tutte le specificità e tutte le persone che hanno dei contributi da portare. Bisognerà fare in fretta, bisognerà essere molto rapidi. Credo che le potenzialità per farlo ce le abbiamo e penso che sarà fondamentale ragionare nei termini in cui i colleghi della II Commissione hanno ragionato, pur tra le difficoltà, perché ci sono state le difficoltà, e credo che questo sia da portare probabilmente in V Commissione, collaborando con l'Assessore, collaborando col Presidente, mettendo in campo tutte le persone che in questa emergenza sono state coinvolte: i sanitari, i tecnici, tutti quelli che vogliamo. L'ultimo dato è che probabilmente - questa è la dimostrazione finale netta - che bisognerà mettere in piedi molto rapidamente un osservatorio epidemiologico che funzioni.

Presidente - Passo la parola al collega Daudry per integrare il suo intervento. Ha ancora quattro minuti, prego.

Daudry (AV) - Cercherò di entrare già nelle conclusioni. Stavo dicendo che in questa prima fase è stata normale e auspicabile la collaborazione di tutti e su questo provvedimento di 25 milioni di euro abbiamo individuato le prime misure necessarie, già con l'occhio rivolto al futuro. L'obiettivo è infatti quello di ripetere le misure che secondo noi, tutti intendo, funzioneranno per il meglio, sia quelle che riguardano le imprese, sia quelle che riguardano i singoli lavoratori e le famiglie, di migliorare le misure che meritano di essere migliorate, che hanno dato dei buoni frutti ma non probabilmente quei frutti che speravamo, e soprattutto anche avere il coraggio di togliere quelle che non hanno ottenuto i risultati che si auspicavano in questa prima fase.

Le audizioni però le abbiamo sentite tutti e abbiamo tutti dei contatti, ovviamente in questo momento tramite la rete e i mezzi informatici. Sappiamo che va fatto un lavoro ulteriore, sappiamo che devono essere messi a disposizione dei fondi importanti e che questo potrà avvenire con l'avanzo di amministrazione. Sappiamo che bisognerà quindi introdurre delle misure di sistema, Anche qui faccio un ragionamento che è già stato fatto anche da altre regioni, perché nel lavoro che abbiamo portato avanti è stato fatto uno studio importante anche sul decreto Cura Italia e sulle misure che sono state adottate dalle altre regioni, perché tutti ci siamo trovati in difficoltà.

Il passaggio dalla fase uno alla fase due, se si può sintetizzare, è un po' quello di capire che -ovviamente questo i valdostani che ci ascoltano credo che possano capirlo bene - non è che i fondi che immettiamo per qualche settimana debbano finire, perché altrimenti avremmo fatto un lavoro che è vano; l'obiettivo in realtà è quello di dare l'ossigeno alle famiglie e alle imprese per il futuro. Quindi, c'è da capire e studiare a fondo le misure che sono state introdotte, per accompagnarle con quelle che servono in maniera strutturale. Qui ovviamente si è aperto, come ho avuto modo di sentire negli interventi, il dibattito sul fondo perso, piuttosto che sulla riduzione delle tasse, piuttosto che su altre misure.

Credo che come sia stato normale da parte nostra, in collaborazione con la Giunta e con tutti, affrontare l'emergenza, credo che sia però altrettanto normale, se vogliamo dare un segnale oltre quello della solidarietà che è stato evocato, che è giusto e che è condiviso da tutti, dare anche un segnale per il futuro di lavorare seriamente, di dimostrare che sappiamo ascoltare le istanze che arrivano, introdurre le misure che servono, ma anche quello di abbandonare il clima della campagna elettorale, perché su questo i valdostani ci giudicheranno molto, molto, molto seriamente.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Vesan, prego.

Vesan (M5S) - Colgo l'occasione, accodandomi agli interventi di tutti, ma soprattutto a quello del collega Peinetti, in prima battuta per ringraziare il lavoro della Commissione e della Giunta che hanno portato alla stesura di questo importantissimo documento e all'allocazione delle risorse su cui legiferiamo oggi. Però vorrei comunque evidenziare quale stimolo per il lavoro futuro che la crisi che stiamo affrontando è sanitaria, prima ancora che economica, quindi sarebbe importantissimo, soprattutto quando si va a decidere l'allocazione delle risorse, fare delle opportune verifiche su quali risorse possano essere necessarie per la risoluzione in prima battuta dell'emergenza sanitaria.

È verissimo che se non si riesce a rilanciare l'economia rischiamo il tracollo, però noi non siamo la Cina, siamo la Valle d'Aosta. Non abbiamo un'economia fondata fondamentalmente sulla produzione manifatturiera, che può essere riavviata anche in pochissimo tempo, una volta individuate le apposite prescrizioni per la gestione del lavoro. La Valle d'Aosta ha un'economia che vive sul turismo e la domanda di turisti nei confronti della Valle d'Aosta rischia di essere penalizzata gravemente dalla situazione sanitaria. Faccio solo un veloce esempio. Noi in Valle d'Aosta quando dimensioniamo le reti della corrente elettrica o degli acquedotti, teniamo in considerazione gli abitanti equivalenti, cioè i residenti e i turisti, sia nelle seconde case che negli alberghi o quelli occasionali; idem quando dimensioniamo il servizio raccolta rifiuti, il collettamento e la depurazione delle fogne; anche solo l'asfaltatura delle strade deve garantire un'usura fatta non solo dai residenti, ma anche dal consistente apporto dei turisti. Quindi tutto è dimensionato diversamente per sostenere quello che è il nostro principale atout economico.

Ebbene, in questa situazione c'è stato il fatto di aver dichiarato e alla fine esserci dovuti rendere conto che invece la struttura sanitaria valdostana non era dimensionata per gli abitanti equivalenti, ma solamente per i residenti e quindi in questo momento noi non siamo in grado di dare la risposta sanitaria che riporterà i turisti in Valle d'Aosta, quindi è proprio sulla risoluzione dell'emergenza sanitaria che dobbiamo intervenire. Non possiamo prescindere, ma non solo per quello che riguarda la tutela della vita e della salute dei valdostani, che è l'elemento comunque fondamentale che non dobbiamo dimenticarci mai in nessun momento in cui operiamo, ma anche perché questa sarà la soluzione per cui la Valle d'Aosta potrà rilanciarsi anche dal punto di vista economico.

Ritengo importante che le future azioni che si faranno nei confronti del bilancio regionale prendano in considerazione in prima battuta gli interventi sul settore sanitario, perché sono quelli fondamentali anche per il rilancio della nostra economia. Soprattutto ritengo che, per quello che riguarda l'organizzazione dei lavori, per i quali comunque ribadisco il mio ringraziamento nei confronti di tutti quelli che hanno operato, si debba partire anche dalle scelte delle risorse da destinare. Purtroppo, siamo riusciti a capire quali erano i capitoli da cui venivano recuperate le risorse solamente all'ultimo minuto; non dovrebbe essere quella la strada. La strada dovrebbe essere avere assolutamente ben chiaro qual è il pacchetto di risorse disponibili, avere ben chiaro quali di queste risorse devono essere investite in ambito sanitario, perché è l'aspetto più importante, e sulla scorta di questo poi definire in quale maniera rilanciare l'economia. Ma se l'economia pensiamo di sostenerla con un problema sanitario in corso, in Valle d'Aosta, una regione turistica, temo che non riusciremo a ottenere risultati, arrivando solo all'erosione completa delle nostre risorse.

Presidente - Darei la parola al collega Barocco per riprendere il suo intervento, prego.

Barocco (GM) - Una cosa da queste videoconferenze si capisce: per il futuro la Regione Autonoma Valle d'Aosta dovrà senz'altro investire sulla tecnologia, perché penso una regione come la nostra possa diventare un esempio. Alcuni colleghi hanno fatto riferimento al Südtirol, sulla capacità di reazione di colleghi e di regioni a noi vicine. Bisognerebbe poi cominciare anche a fare certe proporzioni.

Detto questo, senz'altro volevo solo dire alcune cose. La nostra Commissione si è ritrovata insieme, ha lavorato facendo riferimento a un concetto che è molto presente nei nostri contadini, nei valdostani: n'a fata de tcheutte, cioè abbiamo bisogno di tutti, e su questo siamo andati avanti. Devo dire che all'inizio abbiamo avuto qualche scossone con il Governo, qualche mancanza, qualche insensibilità o diciamo più prosaicamente la situazione è questa, quindi certe informazioni arrivavano un po' a singhiozzo. Allineati su questo problema, abbiamo cominciato a lavorare.

Per tornare al metodo di lavoro, noi avevamo a disposizione 25 milioni di euro e questo era il limite. Quindi l'attività che abbiamo svolto è stata volta a dare delle risposte a chi ha più bisogno. Quando poi si fanno riferimenti a regioni, come abbiamo detto prima, lì bisognerebbe anche contestualizzarli. Il Südtirol ha messo in campo una misura da 80 milioni di euro, noi di 25 milioni; il Südtirol sta cercando di fare una misura da un miliardo di euro per la fase due, noi se dovessimo mantenere le proporzioni dovremmo avere una misura, una fase due, un'azione di circa 250 milioni di euro. Io penso che lì si debba arrivare: 120 milioni di euro secondo me non basteranno. C'è da fare tanto, c'è da fare tante cose, dal sanitario... io qui non voglio tornare su questo aspetto che non conosco e ci sarà modo e tempo di tornare. Io dico solo che in questo provvedimento, lo dirà probabilmente dopo qualche altro collega, non sono previste misure in quel campo, perché c'è stata un'interlocuzione con i responsabili di questi settori e abbiamo deciso di fare poi un provvedimento ad hoc sulle necessità del settore sanitario, quindi su questo ci torneremo. Poi l'altra cosa è che per questi 25 milioni di euro abbiamo fatto un triage e la realizzabilità e chi ha più bisogno sono le cose che ci hanno condotto nella stesura di questa proposta di legge.

Io cerco di andare avanti e non mi attardo su questa proposta di legge che sarà senz'altro poi approfondita e già lo è stata dalla relazione del nostro relatore, ma la fase due ci dovrà vedere confrontati su delle misure più strutturali. Concordo con alcuni colleghi che la defiscalizzazione penso che sia una via opportuna da seguire, in accordo anche con i comuni con cui noi dovremo interloquire, perché senz'altro certe azioni devono essere concordate con loro, perché possono avere e hanno delle ricadute importanti anche sui loro bilanci, quindi su questo dobbiamo poi anche aumentare la nostra concertazione.

Tutte le associazioni che sono venute da noi ci hanno chiesto esattamente alcune cose: fare in fretta, misure agili, poche procedure burocratiche e soprattutto misure strutturali che permettano una ripartenza. Noi su questo dobbiamo concordare. Alcuni colleghi hanno fatto riferimento al coinvolgimento di più personaggi; io penso che in questa fase le Commissioni, la Seconda e la Quinta, il Consiglio regionale e il Governo, noi tutti dobbiamo anche essere un po' umili e aprirci all'esterno. Quindi, l'ho scritto, perché non individuare un tavolo - termine che non mi piace - ma un momento di confronto, un gruppo di lavoro con degli esperti di chiara fama per coadiuvarci in un'analisi della situazione e poi magari anche per individuare delle strategie per il futuro.

Come dicevo prima, è da fare in fretta. E fare in fretta vuol dire che l'assestamento deve essere messo in lavorazione il più presto possibile, perché riteniamo che sennò i tempi si allunghino troppo e le risposte arriveranno troppo tardi. Questo penso che sia da fare.

In questa proposta di legge ci sono anche alcune misure che vanno ad agire su alcune criticità che erano imposte da alcune date, come quelle che ponevano problemi al settore agricolo: nell'articolo 15 le abbiamo modificate e poi anche all'articolo 18. Sono tra quelle misure che poi impattano molto e danno anche fastidio agli utenti che si trovano a dover affrontare questi problemi, perché per esempio questa era la legge sulla somministrazione bevande che prevede che bisogna comunicare la chiusura. In questa pandemia era tutto più difficile, tenete conto però che la mancata comunicazione comportava delle sanzioni fino a mille euro! Siamo riusciti anche a intervenire su questo, poi probabilmente ci saranno altri temi che un prossimo disegno di legge, che stiamo già tra di noi discutendo informalmente, tipo omnibus, per andare a mettere ordine a tutta una serie di impellenze che sono burocratiche.

Permettetemi di dire che per il futuro c'è necessità di umiltà, di compartecipazione, c'è bisogno di tutti. Questa penso sia la cosa da mettere in rilievo. È vero, c'è bisogno di tutti, cerchiamo di uscire anche da certe rigidità che sono presenti nella struttura burocratica. Qui dobbiamo agire: agire sulla burocrazia, sulla facilitazione, sulla tecnologia, perché la fase due deve partire, e questo è uno scenario su cui ci dobbiamo confrontare tutti.

Permettetemi ancora di dire una cosa, perché sulle dichiarazioni di voto ci saranno i gruppi e quindi il tempo sarà tiranno. Ho qualche dubbio sull'articolo 14 di questa proposta di legge, che sto valutando e quindi al momento della valutazione esprimerò con il voto il mio indirizzo, perché è un articolo che può, per me, avere certe ricadute sull'ordinamento statutario della nostra Regione, ma questo è un mio punto di vista che metto a fattor comune.

Questo è il mio intervento. Io ringrazio e mi scuso per i fatti tecnologici, ma sulla tecnologia se vogliamo dovremo intervenire, perché la telemedicina, se vogliamo che sia tale, deve appoggiarsi su delle strutture tecnologiche e di rete senz'altro più performanti, ma ci sarà modo, tempo e senz'altro ci sarà su questo modo di investire.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Nasso, prego.

Nasso (M5S) - Ci tengo innanzitutto a ringraziare tutti i colleghi che sono intervenuti in questa mattinata. Dopo settimane di lavoro la II Commissione è arrivata a un testo condiviso e ci tengo anche io in questa sede a ringraziare i colleghi consiglieri, anche delle altre forze politiche, con cui ho avuto modo di confrontarmi e dibattere in questi giorni e che mi hanno tenuta aggiornata sul percorso, al fine di condividere il più possibile il tutto. Questo è il momento dell'unità, l'ho già detto tante volte, è il momento della coesione, della collaborazione, anche se non è scontato su tutto. Poi su questo argomento tornerò più tardi con un ordine del giorno.

Ora qualche breve riflessione sull'articolato. Sono perfettamente consapevole che questa misura non sia del tutto sufficiente, ma è sicuramente una base di partenza e fin da domani dobbiamo pensare al prossimo provvedimento ed è necessaria quanto prima l'approvazione dell'assestamento di bilancio per sbloccare, diciamo così, i 120 milioni di euro e attuare la terza misura. Quanto sia importante snellire le tempistiche di erogazione degli strumenti e in generale la burocrazia è fondamentale, per accedere sia ovviamente a questi interventi che a quelli futuri. Non è pensabile davvero complicare ulteriormente la vita ai cittadini che sono già in difficoltà.

Metto una riflessione sul tavolo, forse un'utopia. Credo che sarebbe corretto che queste misure prima o poi arrivassero tout court a chi ne ha diritto e chi ne ha bisogno, attraverso un qualche sistema e non che chi ne ha diritto le debba chiedere, talvolta supplicare, davvero con procedimenti difficili e faticosi. Questo non è il momento di sognare, ma alcuni stati a noi vicini anche geograficamente già lo fanno e prima o poi, secondo me, dobbiamo assolutamente ragionare in questa direzione.

Vero è, l'hanno già detto alcuni colleghi, che in questo provvedimento ci sono forme di indebitamento e forse sarebbero servite azioni più coraggiose, ma altrettanto vero è che la cifra di 25 milioni non permetteva di certo di fare miracoli; un conto è avere la lista dei sogni e un altro è amministrare una cifra di questo tipo. E di nuovo porgo davvero i miei ringraziamenti a tutti coloro che hanno lavorato, colleghi consiglieri e uffici.

Ricordo che noi siamo la regione, sempre a proposito di coraggio, che ha tirato fuori dal cappello i 140 milioni di euro per un'azienda sola, parlo dal casinò, e a oggi la storia ci dice che forse alcune questioni andavano approfondite meglio. Questa non è solo la mia riflessione, vi assicuro, ma è quella anche di molti valdostani. Non è il momento della polemica, ma mi dispiace ricordare questo passaggio.

Vista la logistica di questo Consiglio telematico, dove ogni consigliere ha un tempo limitato, in discussione generale sfrutto questi minuti, sempre se la Presidente me lo concede, per fare due riflessioni su alcuni temi che sono già stati trattati e che verranno trattati poi durante l'arco della giornata. Si è parlato tanto dell'indennità di noi consiglieri regionali. Per me questo non è di certo una novità, io ho sempre tagliato parte del mio stipendio anche in tempi non sospetti, senza aspettare questa emergenza. Come ho già detto, credo che sarebbe davvero un bel gesto fare un'azione condivisa proprio come Consiglio regionale: lo hanno fatto i politici di tante parti del mondo. Vero è anche che ogni consigliere è libero di scegliere dove donare una propria parte di denaro. Per esempio, nel fondo della povertà, che poi adesso sarà modificato in fondo per l'emergenza Coronavirus, dove alcuni consiglieri donano, non compare il mio nome e quello dei miei colleghi, tranne Luigi Vesan che mette lì la sua parte di indennità da consigliere, però noi abbiamo sempre scelto di restituire dei soldi ai valdostani e di donare attraverso acquisti sul territorio o un trasferimento di denaro all'Usl della Valle d'Aosta in tempi recenti.

Devo ammettere che non mi piace chiamarla beneficenza. Io a oggi credo che sia davvero un segnale doveroso e non comprendo la reticenza di alcuni. Secondo me, il fatto di dire: "faccio della solidarietà in privato" non ha senso. Sono poi magari gli stessi colleghi che condividono lodevoli gesti di associazioni o cantanti o personaggi dello sport, quindi secondo me anche noi siamo persone pubbliche e bisogna dirlo. La cittadinanza è abituata a leggere sui giornali davvero ogni obbrobrio sulla classe politica. Io non vedo davvero nulla di male a dare comunicazioni di azioni lodevoli che vengono fatte, sempre qualora vengano fatte.

Ancora due brevissime considerazioni. Più tardi discuteremo gli ordini del giorno, come ho già detto prima in questo Consiglio anomalo non è possibile intervenire, pertanto ci tenevo a dire ora che su alcune votazioni a favore poi saranno da noi meglio declinati gli argomenti trattati negli ordini del giorno e nelle riunioni di Commissione. Concludo qui per agevolare i lavori e mi permetto di fare i miei ringraziamenti personali a tutti coloro che stanno fronteggiando questa emergenza e davvero a dare la mia solidarietà a tutta la comunità valdostana fortemente in ginocchio.

Presidente - La parola alla collega Trione, prego.

Trione (SA) - Solo due parole anch'io per evidenziare, perché credo che comunque ce ne sia bisogno ancora da parte anche di tutti, il grande lavoro che è stato fatto per partorire questa proposta di legge. Dico che ce n'è bisogno perché viviamo tempi, come stava dicendo adesso la collega Nasso, in cui qualunque cosa si faccia o si dica la politica è sempre interpretata come qualcosa di sbagliato, di losco, fatta da perditempo incompetenti. Evidentemente se c'è questo modo di vedere le cose i motivi ci saranno, e credo che in tempi come questi, in cui tutti siamo obbligati a stare un po' più fermi a pensare, anche la politica debba farlo per provare a ricostruire, senza però dimenticare la sua sostanza, quindi senza mai rinunciare al confronto, alla mediazione, al rispetto sempre e comunque delle idee altrui e al rispetto delle persone.

Vorrei quindi brevemente sottolineare il buon lavoro che è stato fatto da questo Consiglio regionale tutto, ognuno per il suo ruolo e le sue funzioni. Io non sono qui da tanto, ma anche per quello che ho potuto seguire da fuori, credo che un processo di questo tipo non si registrasse da un bel po'. In particolare, mi preme sottolineare il tentativo a mio giudizio riuscito di prendere delle decisioni in modo celere, tenendo al centro il vero senso della legge e non altre logiche. Lavorare in modo coeso, trasversalmente, nel rispetto dei ruoli e secondo i mezzi che la politica prevede, che sono l'ascolto, il confronto, la mediazione con mezzi questa volta innovativi; quello che abbiamo imparato ad usare tutti, almeno io sicuramente, in modo quotidiano solo in questi giorni. Rilevare ciò che è realmente necessario alla nostra comunità, ascoltare gli interessati, inventare e adottare delle soluzioni possibili e pratiche.

Rispetto a questo ultimo punto mi preme sottolineare come è già stato fatto da altri, in primis dal presidente della II Commissione nella sua relazione di presentazione, che a questo provvedimento ne seguirà un altro molto più corposo e per il quale si deve fare lo sforzo di trovare una consistenza finanziaria significativa, che deriverà dall'assestamento di bilancio, da attività interrotte dalla crisi o comunque non prioritarie, dall'apporto delle partecipate e anche alcuni necessari risparmi su ciò che è inutile. È necessario trovare dei soldi per mettere sul piatto quelle iniziative e misure che, nei confronti con le diverse categorie che abbiamo avuto in questi giorni, sono state segnalate come necessarie per la sopravvivenza di imprese, lavoratori e famiglie.

Unito a questo sforzo bisognerà fare quello già iniziato di sburocratizzare e velocizzare i processi di istruttoria. Era già necessario prima ancora di questa terribile crisi, figuriamoci adesso. Bisognerà anche qui immaginare un mondo diverso e un modo diverso di procedere, lavorare, prendersi delle responsabilità, e ce n'è per tutti, non solo per la politica.

Concludo dicendo che in questo frangente la politica, questa politica valdostana, pur con dei margini di miglioramento, ha dimostrato che tutto questo è possibile, pur restando fedeli ai propri ideali, valori e percorsi politici, ma tenendo a conto la comunità, tenendo al centro la comunità.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Baccega in discussione, prego.

Baccega (UV) - In realtà volevo dare la precedenza al capogruppo Erik Lavevaz, però due considerazioni molto brevi le posso fare. Parleremo parecchio di sanità nella valutazione e nell'approfondimento degli ordini del giorno, ma molti interventi su questo secondo importante provvedimento di sostegno all'economia valdostana, 25 milioni di euro, che sono una seconda risposta, sono sicuramente il frutto di un lavoro fatto insieme, di squadra, un lavoro importante che sia come Giunta che personalmente ho molto apprezzato. Nei vari confronti che si sono avuti questa mattina ho avvertito, e sono d'accordo su questo, che questo lavoro di squadra ha dato delle risposte importanti, ha evidenziato l'interesse di tutti i consiglieri, di tutti i capigruppo.

È vero che il futuro ci vede ovviamente guardare ad altri orizzonti, perché la inattesa e devastante emergenza sanitaria che ci ha investiti, che ha investito tutto il mondo, tutto il paese, era sicuramente inaspettata e magari all'inizio qualche risposta è stata un po' scomposta. Ora bisogna ripensare completamente tutte le strategie dal punto di vista sanitario. In passato i tagli economici avevano in qualche modo penalizzato questi percorsi e direi che il bilancio 2020, se non fosse arrivato il Coronavirus, avrebbe dato già delle risposte, dei cambi di rotta piuttosto significativi. Sono contento che la II Commissione abbia affrontato il tema della sanità dicendo che per quest'ultima è importante prevedere un provvedimento di legge unico che raccolga tutte le esigenze e le strategie di riorganizzazione connesse. Ne parleremo probabilmente e sicuramente nel pomeriggio, ma quello che voglio dire è che siamo a disposizione della V Commissione e di tutto il Consiglio per lavorare insieme, per costruire questa squadra che deve guardare lontano. Fino ad ora le risposte agli abitanti equivalenti ci sono state, perché abbiamo sempre risposto in estate e in inverno ai picchi di turismo che arrivavano, evidentemente il Coronavirus ci mette di fronte a una situazione che mai più si poteva pensare in Valle d'Aosta, in Italia e nel mondo.

Presidente - La parola al collega Lavevaz, prego.

Lavevaz (UV) - Siamo arrivati alla fine di questo iter travagliato che ha portato all'approvazione di questa importante misura, che si aggiunge a quella che il Consiglio ha approvato qualche settimana fa. Una misura necessaria per dare ossigeno alle famiglie, alle imprese in questo momento veramente credo senza precedenti nella storia della Valle d'Aosta e non solo. Mi associo anche io ai ringraziamenti ai colleghi della II Commissione e della Giunta per il lavoro fattivo e costruttivo di queste settimane, un lavoro che è stato portato avanti oltre alle posizioni partitiche, come è già stato detto, con un processo partecipativo dove la II Commissione si è fatta un po' catalizzatore delle proposte di tutti i consiglieri e di tutti i gruppi.

Come è già stato detto anche dal collega Aggravi un attimo fa, è un lavoro che non è certo perfetto, però si tratta di un lavoro che è stato una sintesi di tante idee, ma soprattutto di tante necessità del tessuto economico in particolare. Quando si deve fare una sintesi, non sempre il risultato che si ottiene è perfetto dal punto di vista formale, ma è comunque un lavoro che dà risposte necessarie. Purtroppo, come sempre quando bisogna decidere, bisogna fare i conti con i numeri e le risorse a disposizione in questo momento non erano certo illimitate, tutt'altro. Certo non sono misure sufficienti, come è stato detto più volte da altri colleghi, ma probabilmente quello che viene proposto con questa proposta di legge è quanto si poteva fare con le risorse disponibili in questo momento.

Ora certo è urgente lavorare velocemente e senza indugi alle misure successive più strutturali e che traguardino oltre, per la ripresa economica e direi anche la ripresa sociale della nostra regione. Oltre che per l'emergenza di prima liquidità, a cui tende sostanzialmente e principalmente questo provvedimento che approviamo oggi, credo che sia necessario andare oltre l'aspetto legato al conto consuntivo 2019 e al relativo avanzo, perché credo che le priorità e le esigenze della Valle d'Aosta siano drasticamente e direi anche drammaticamente mutate negli ultimi mesi, quindi i temi e le priorità che abbiamo condiviso nel documento programmatico che abbiamo approvato a gennaio vanno radicalmente riviste. Il bilancio regionale va rianalizzato nel dettaglio, vanno liberate tutte quelle risorse relative a quelle iniziative che non sono realizzabili, per la situazione sanitaria certamente, ma anche per il fatto non banale che saremo in ordinaria amministrazione fino all'autunno inoltrato, e tutta una serie di iniziative e investimenti non saranno realizzabili.

Questo passaggio quindi, a prescindere dall'assestamento, è urgente. Secondo me, va portato avanti con lo spirito partecipativo e di condivisione che abbiamo vissuto in queste settimane. Ci sono sicuramente misure indifferibili, penso ad esempio - l'ha già credo accennato il collega Barocco poco fa - alla questione degli enti locali, perché con le misure che mettiamo in atto oggi il differimento dell'IMU e dei successivi tributi creiamo problemi di cassa agli enti locali da qua a metà giugno, quindi dobbiamo intervenire velocemente con delle misure perequative che diano ossigeno anche ai comuni. Abbiamo ipotizzato e parlato un po' tutti di tante ipotesi di defiscalizzazione, di fondo perso, di forme di accesso al credito diversificate, eccetera, ma dobbiamo mettere in campo, secondo me, anche altro; dobbiamo mettere in atto misure che permettano una prima fase di ripresa, dobbiamo per quanto ci è possibile creare lavoro, oltre ad agevolare la necessità di liquidità ai cittadini e alle imprese. Un intervento più strutturale, con un piano anche di piccoli lavori sul territorio attraverso i comuni, ad esempio, potrebbe essere un volano che coinvolgerebbe una grande porzione di tessuto produttivo, penso ai professionisti, imprese, fornitori, ma anche piccola ristorazione banalmente. Sono convinto che il lavoro sia la miglior cura nei momenti di difficoltà, quindi oltre alle iniziative volte agli aiuti di tipo economico-finanziario, dobbiamo veramente sforzarci per mettere in campo tutti gli sforzi necessari per creare questo lavoro.

Il nostro movimento - lo abbiamo già sottolineato qualche settimana fa e mi fa piacere che oggi questa proposta inizi a trovare condivisione anche all'interno del Consiglio - ritiene necessaria la costituzione di una cabina di regia, l'ha accennato anche il collega Peinetti, costituita da professionisti del mondo dell'economia e del lavoro, rappresentanti datoriali, eccetera. L'abbiamo chiamato "patto per la ripresa", ma è solo un'idea, perché l'abbiamo immaginato legato al patto per lo sviluppo che già è strutturato e che funziona da anni. Non immaginiamo certo un gruppo di lavoro: come spesso succede, quando si parla di gruppi di lavoro in genere si immagina di perdere tempo, ma è esattamente il contrario quello che vogliamo mettere in campo. Sarebbe una cabina di regia che permetta di accelerare i tempi, una task force che sia elemento propositivo e propulsivo in questo momento, ma che sia propositivo alla fonte e non a posteriori per i prossimi provvedimenti normativi di cui abbiamo parlato un po' tutti oggi. Un gruppo tecnico che non deve essere in nessun modo elemento sostitutivo della politica, ma più semplicemente elemento propositivo per la Giunta, per la II Commissione e per tutto il Consiglio, una task force che non vuole sostituirsi ovviamente neanche e ovviamente ai coordinatori e alla dirigenza, il ruolo sarebbe totalmente e completamente diverso. Siamo in ordinaria amministrazione, lo saremo ancora per parecchi mesi, l'abbiamo detto, ma siamo in una ordinaria amministrazione che è assolutamente straordinaria e come tale dobbiamo affrontarla con misure straordinarie.

Presidente - Lascerei ancora la parola al collega Lucianaz e poi chiudiamo, prego.

Lucianaz (LEGA VDA) - Sarò veloce, visto che è mezzogiorno e che l'è l'aoua de Batesar [patois, è l'ora di Batesar, ndc], ma continuo in italiano. Sarà immagino il solo mio intervento della giornata, per lasciare più spazio ai miei colleghi che si sono così impegnati su queste misure. Ci tengo solo a ringraziare i tecnici informatici del Consiglio per la cortesia e la competenza con le quali hanno permesso a tutti noi consiglieri e ai responsabili di segreteria di seguire agevolmente da remoto le riunioni di Commissione.

Voglio analizzare due punti. Il primo è la situazione sanitaria per cui migliaia di valdostani sono confinati in casa in quarantena, centinaia positivi. La buona notizia è che tanti sono già stati dimessi, tanti purtroppo piangono i loro cari. Ma rimane la grande incognita di quando terminerà questa emergenza. Certo è che da marzo 2020 per tanti, tantissimi di noi, la vita è stata sconvolta. L'altra grande tragedia è quella delle difficoltà economiche presenti e probabilmente future che hanno investito tantissimi valdostani, a cui è stato impedito di uscire di casa, di recarsi al lavoro, di poter guadagnare insomma il proprio pane. Qui mi riferisco in particolare alle categorie che conosco meglio, i lavoratori in proprio, i commercianti, i baristi, i ristoratori, albergatori, liberi professionisti, artigiani, artisti e tutte queste professioni, compresi i loro dipendenti.

Certamente è una crisi di dimensione planetaria, basta considerare le proporzioni drammatiche che sta assumendo negli Stati Uniti, ma l'istituzione del Consiglio regionale che noi componiamo, e su cui tornerò tra un po', è chiamato a dare delle risposte concrete alla propria comunità, alla comunità valdostana. È tutto un mondo economico che non ha possibilità di lavorare, ma attenzione, non a causa di problemi di salute personale, di un evento naturale, di un terremoto, di un'alluvione o di un'estorsione o di un sequestro giudiziario. No, oggi non si può lavorare per effetto di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che vieta di fatto di poter svolgere la propria attività, di fare il proprio lavoro, praticamente di uscire di casa. Eppure, è così, con tanto di multe salate, applicate da qualche solerte esponente delle forze dell'ordine, per chi va a raccogliere l'insalata o chi va a fare una visita nel proprio laboratorio. Per me questo è scioccante.

Eppure, è un decreto del Governo italiano, del capo del governo Conte che lo impone, un DPCM, che oggi per domani ha di fatto bloccato uno stato di 60 milioni di abitanti, creando un danno immenso a migliaia di attività economiche, arrivando a sconvolgere addirittura anche la vita di certi nuclei familiari, determinando limitazioni lesive dei più elementari diritti del cittadino repubblicano previsti dalla Costituzione. Pieni poteri! E dire che la settimana scorsa c'è stato nei confronti del premier ungherese Orban, che si era fatto votare dal Parlamento i pieni poteri fino al termine della crisi, un affannarsi spropositato di accuse di grave attacco ai principi democratici con tanto di rischio dittatoriale, di minacce di estromissione dell'Ungheria dall'Unione Europea, accuse mosse proprio da esponenti di quelle forze politiche che sostengono le iniziative del governo Conte. Beh, almeno Orban la votazione per assumere tali poteri in Parlamento lui l'ha fatta.

E cosa ci raccontano i due parlamentari valdostani a Roma? Entrambi sostengono il governo Conte 2. La deputata appartenente al Movimento 5 Stelle e l'autonomistico senatore dell'Union Valdôtaine cosa stanno votando a nome del popolo valdostano a Roma? E quando si degneranno mai di riferire una volta in Consiglio regionale, durante i lavori delle Commissioni, del loro operato e di cosa hanno deciso? È da oltre un anno e mezzo che li aspettiamo.

Il mio intervento, come avete capito, è più di taglio politico e non vuole calcare la mano sulle grosse mancanze di cui la Giunta, il Presidente prefetto, l'Assessore alla Sanità sono responsabili. Avremo probabilmente modo e tempo per farlo durante i prossimi occasionali incontri, perché qui, mi par di capire, che anziché votare dopodomani il 19 aprile, come era previsto, si traghetterà il tutto fino al prossimo autunno, e se si continua di questo passo forse anche dopo due anni e mezzo di legislatura. Non parlerò quindi del fatto che il presidente Testolin abbia o meno rifiutato la richiesta avanzata dai componenti del Consiglio di nominare un commissario ad hoc per gestire questa crisi drammatica. Lui fa di testa sua, ne risponderà lui e il suo movimento ai valdostani. Il fatto è che la nostra regione a oggi è ancora la prima delle regioni italiane per numero pro-capite di contagiati.

Quello che voglio fare, per terminare, è di soffermarmi sul ruolo del Consiglio regionale, tema che abbiamo sentito caro ai miei colleghi Aggravi e Luboz che sono intervenuti prima, che è il massimo organo democratico di rappresentanza del popolo valdostano, un'istituzione che a partire dallo storico 10 gennaio 1946, quando non esisteva ancora la Repubblica italiana e la Costituzione, ha visto nei decenni scontri epici, spettacolari ribaltoni e controribaltoni, ma anche l'assunzione di decisioni importanti di carattere economico, sociale e culturale. Ebbene colleghi, il mio appello è affinché questo Consiglio ritorni a riassumere il suo ruolo preminente. Mi sto riferendo al futuro di questo importante organo, un Consiglio innanzitutto composto da persone perbene, da persone che abbiano a cuore principalmente l'interesse della collettività e non il tornaconto elettorale o economico personale o il proprio prestigio o la sete del comando, un Consiglio che in futuro non dovrà più accogliere eletti che vanno a elemosinare preferenze da persone in odore di 'ndrangheta o di altre associazioni dedite al malaffare. Un Consiglio al servizio degli interessi delle particolarità del popolo che lo ha votato a rappresentarlo e che deve, a mio parere, prioritariamente perseguire la valorizzazione proprio di quegli elementi che caratterizzano la nostra comunità, tutelarli individuando gli appositi e puntuali atti normativi, che oggi questa crisi ci sta manifestatamene evidenziando. Altrimenti che senso avrebbe un regime di autonomia riconosciuto dallo Stato italiano, se ci limitiamo a scimmiottare gli italiani e applicare le loro stesse decisioni, ritenendo che sia sufficiente poi definirsi les autonomistes. Se è tutto qui il regime di autonomia che offriamo ai valdostani, ecco che si comprendono le lamentele che crescono, le proteste che si acuiscono, le spinte identitarie, quando non manifestatamene indipendentiste, le forti richieste di autogoverno, tutte pulsioni che comprendo e che condivido.

Il nostro deve ritornare a essere il Consiglio della Valle. L'autonomia della Valle d'Aosta sempre più messa in discussione dagli esponenti del Governo di Roma, dalle esigenze sanitarie, dalle normative comunitarie, diciamocela tutta, dalla disastrosa classe politica che l'ha retta ultimamente e che ci ha fatto recentissimamente precipitare sulle pagine dei giornali del mondo intero, beh, questo è il momento forse buono per cambiare. Ribadisco a quanti verranno eletti in futuro nel nostro Consiglio di difendere queste prerogative e che possano studiare le armi per fronteggiare le criticità di avere uno spazio di manovra per il rilancio economico della nostra terra. Gli imprenditori valdostani non chiedono elemosina, non gli interessa il fondo perso, chiedono di poter riprendere a lavorare: nel rispetto di tutte le misure di distanziamento sociale, ma di riprendere il proprio lavoro. Quello che chiedono gli operatori commerciali economici valdostani è di rovesciare l'attuale sistema burocratico opprimente, che comporta impegno economico di tempo importante, rubando notevoli energie alla propria attività, un sistema tributario che non tiene conto delle problematicità locali, di un costo della vita nelle regioni montane di cui spesso il legislatore non tiene conto, del patrimonio e delle esigenze culturali che il popolo valdostano sostiene. È pertanto un appello a tutti noi, a tutti voi e alle forze politiche che rappresentate, che il Consiglio riprenda questo ruolo importante e prestigioso.

Presidente - Come da accordi, per permettere al Presidente di poter partecipare alla videoconferenza con il presidente del consiglio Conte e gli altri governatori delle regioni a statuto speciale, sospendiamo i lavori che riprenderanno alle ore 14:00.

La seduta termina alle 12:06.