Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1446 del 24 settembre 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1446/XIV - Approvazione di mozione: "Istituzione di un tavolo di concertazione fra i soggetti interessati per l'esame della problematica relativa alla gestione delle deiezioni animali".

Presidente - La parola al collega Grosjean.

Grosjean (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Mi sembra strano dover arrivare in Consiglio per parlare di queste cose, perché sono cose molto più tecniche che politiche, però siamo arrivati al punto che bisogna dare delle indicazioni, delle direzioni. L'obiettivo di questa mozione è semplicemente quello di trovare un accordo per mettere il punto sulla situazione agricola soprattutto sul settore zootecnico dell'allevamento e sul settore della foraggicoltura, che sono sicuramente i due settori che sono più in crisi. Il mondo è cambiato, l'aveva detto anche l'Assessore alle finanze un po' di tempo fa, non ci sono più i finanziamenti che c'erano una volta, gli agricoltori non percepiscono più nessun contributo, tutte le leggi di settore sono saltate, rimane il PSR, quindi sicuramente bisogna rivedere tutto il sistema e bisogna vedere quello che ha funzionato e bisogna vedere quello che non ha funzionato. Stiamo vivendo un momento di profonda crisi, di mancanza di posti di lavoro, di disoccupazione, a livello nazionale l'unico settore che tira è l'agricoltura, l'unico settore che crea nuovi posti di occupazione è l'agricoltura, ma se vogliamo incentivare il numero delle aziende agricole, piccole e medie, che potrebbero ritornare ad essere quella fonte di sostentamento per le famiglie, anche magari a part-time, magari non a tempo pieno, non possiamo più immaginare solo aziende da 40-50-100-200 capi, che forse per la Valle d'Aosta non sono state - almeno a mio parere - la scelta più interessante, perché abbiamo fatto in modo che ci siano rimaste pochissime persone costrette a saltare da un trattore all'altro per fare i lavori e poi magari anche a dover sospendere a metà mattinata per correre nei vari uffici a gestire le pratiche burocratiche, quindi io sono convinto che ci vuole una profonda revisione di tutto il sistema. Se vogliamo pensare a dei ragazzi, a dei giovani che vogliono riprendere l'attività dei nonni magari, perché i padri probabilmente hanno fatto altri mestieri, dobbiamo ridargli la possibilità di partire con pochi investimenti, con i piedi per terra, non possiamo più costringerli a fare dei mutui per fare delle stalle di grosse dimensioni, ma dobbiamo lasciarli ripartire con le stalle di piccole dimensioni.

Vi sarà successo, vi sarà capitato anche a voi di andare in giro magari nelle altre zone dei paesi delle Alpi, in Svizzera, in Alto Adige, in Austria e spero che vi siate posti la stessa domanda che ci siamo posti noi e abbiamo anche voluto andare a vedere come mai i territori in quelle zone sono molto più ordinati, molto più ben coltivati, molto più ben gestiti, direi anche che la praticoltura è limitata a quelle zone dove non si possono fare altri tipi di agricoltura. Qui non abbiamo mai fatto questa riflessione di quanto rende un ettaro di terreno se coltivato a vigneto, se coltivato a frutteto, se coltivato a prato, fatevi i conti, Signori miei, ci sono delle differenze incredibili, abbiamo un clima, un territorio che ci permette di fare tante cose, ci siamo limitati ad essere dei grandi produttori di erba e sovente di bassa, se non di pessima qualità.

Sicuramente quindi, caro Assessore all'agricoltura, dobbiamo riprendere in mano la situazione, bisogna rivedere tutto il concetto di quella che è l'agricoltura, ci sono tutti gli organismi necessari: dall'Institut a tutte le organizzazioni di categoria, ma qui dobbiamo rivedere tutto e forse dobbiamo proprio partire dal fondo, dal letame. Per poter dare i soldi agli agricoltori, sono state studiate delle misure sul benessere animale. Una di queste misure è la paglia, che se un agricoltore mette la paglia come lettiera sotto gli animali, ha diritto tramite il PSR ad un sostegno di circa 100-110 euro all'anno per capo, per bovino adulto, per UBA. Se noi andiamo a fare il conto di quanto gli costa per la paglia, vediamo che noi questa misura del PSR l'abbiamo fatta a favore dei coltivatori di grano del Piemonte, perché qui non ne rimane niente. La legge prevede...la misura prevede due chili di paglia al giorno per capo; ora, se consideriamo 100 giorni di monticazione, rimangono 265 giorni, che fanno 530 chili di paglia per animale. La paglia attualmente vale dai 15 ai 18 euro al quintale...85-90 euro...all'agricoltore cosa gli rimane del benessere animale? Dieci euro. In Valle chi produce paglia? Nessuno, quindi questi soldi li prendiamo e li transitiamo nelle Regioni della Pianura padana; secondo me, non è stata una grossa soluzione. Perché abbiamo messo la paglia nelle stalle? Perché abbiamo sbagliato la progettazione delle stalle grosse, abbiamo sbagliato la progettazione delle concimaie, quindi abbiamo dovuto inserire la paglia per ridurre il problema dei liquami, concimaie mal fatte, problemi sempre più evidenti di puzze, di mosche, la causa dove l'abbiamo data fino adesso? Al mangime. È diventato di moda dire: "ah, il letame adesso puzza perché diamo il mangime alle mucche". In Svizzera gli danno il mangime profumato? In Austria cosa gli danno? Nella Pianura padana cosa gli danno? Il mangime è uguale per tutti, il mangime è delle granaglie macinate e mescolate in base alle varie esigenze, sono degli alimenti normali per gli animali, anzi i nostri animali non mangiano gli insilati, quindi sicuramente di puzze ce ne dovrebbero essere ancora meno.

Noi quindi ci siamo chiesti veramente se c'era la possibilità di fare qualcosa, avevo già affrontato quest'argomento da diversi anni, perché veramente mi dà fastidio in primavera vedere il colore dei nostri prati. Signori fatevi un giorno - se volete, la organizziamo la prossima primavera insieme - un'uscita nei prati prima dello sfalcio, vedete che il 40-50 percento del foraggio è scarso, abbiamo solo delle ombrellifere, dei "piapoù", dei "barbaboc" (traduzione letterale dal patois: "dei ranuncoli montani, delle cariofillate montane"), tutta roba che poi va a finire nella concimaia e noi lavoriamo per portare questa roba alle stalle.

Qui c'è un altro problema che va rivisto. Abbiamo fatto tutta una serie di interventi di sistemazioni tramite i consorzi e speso una barcata di soldi per fare dei nuovi prati, ma il lavoro dell'agronomo deve essere fermato alla progettazione. Finita la progettazione, fatta la prima semina, arrangez-vous, Messieurs les agriculteurs, nessuno se ne è più occupato. Qui quindi bisogna rivedere anche questa cosa.

Dicevo, siamo andati a vedere qui dietro nel Vallese, in Svizzera, il primo posto che...ci siamo trovati a Bagnes, combinazione in questi giorni nell'attenzione dei valdostani, perché sabato, sapete, ci sarà il Combat des reines, e siamo andati a vedere con gli Amministratori locali cosa loro hanno fatto. Beh, ci hanno detto che nel 2000 hanno fatto le piattaforme, come stiamo facendo noi nei nostri comuni, ne hanno fatte quattro, due le hanno già chiuse. Eh, ma allora è calato il numero di bovini? Ha detto: "non, on a changé le mode de gérer les déjections des animaux". Bene, andiamo a vedere, nel 1992 in Svizzera si affronta questo problema non spostando le stalle dei villaggi all'esterno e quindi spostando il problema, ma si affronta il problema con le università, con delle aziende che ci mettono dell'impegno e trovano delle soluzioni che con degli interventi biologici riescono a rendere il letame perfettamente inodore, quindi ad eliminare il 100 percento del primo problema, che è la puzza, perché il problema delle stalle qual è? L'odore. Eliminiamo il problema degli odori, di conseguenza con l'utilizzo di Bacillus Thuringiensis, o qualcosa del genere, si va a combattere la presenza delle mosche, agendo non sulle mosche adulte ma sulle larve. Questa fermentazione corretta a livello di stalla permette sin da subito tutta una serie di economie, intanto per chi usa la paglia con risparmio del 20-30 percento sulla quantità di paglia, ma soprattutto il grande effetto è sul dopo, cioè sul mucchio di letame che noi ci troviamo fuori dalla stalla. Lo sapete che nella Valle di Gressoney -e forse anche in altri posti - c'è gente che paga 50 euro a camion per riportare la paglia sporca di letame in Piemonte? Fino a tre anni fa pagavano 100 euro a camion per portare via il letame, adesso è l'agricoltore che deve pagare 50 euro per farlo portar via, perché hanno capito giù che qui è un problema...e quindi sono costretti a questa situazione, perché con la costruzione di grosse stalle abbiamo concentrato il consumo di fieno, in primavera quando viene sfalciato viene portato...ma quel letame non viene riportato in tutti i posti dove viene raccolto il fieno, perché ci sono dei costi insostenibili col mezzo, col semplice trattore.

Dicevo, con queste tecniche quindi sono riusciti a ridurre del 50 percento la massa di letame dopo sei mesi, andando a mettere sul prato, sulla cultura, sul vigneto, sul frutteto un concime che è veramente ricco di valore, perché cosa succede? Che durante la fase di fermentazione nella stalla, di fermentazione aerobica, tutta l'ammoniaca che sviluppa e che crea tutti i problemi delle puzze viene inglobata nella sostanza organica, viene trasformata in azoto organico e quindi rimane nel letame, quindi, quando vado ad usare questo letame, ecco che poi ho i prati belli verdi in primavera.

Noi quindi vorremmo con questa mozione semplicemente focalizzare quest'attenzione e ci siamo trovati tutti l'invito del Presidente del Consiglio alla Settima edizione de "La scuola della democrazia" e mi sono visto il titolo: "Territorio e gestione del suolo"; credo quindi che la mozione non poteva che arrivare in questo momento. Dobbiamo incominciare dalla base per riprendere la gestione in modo un po' più corretto e soprattutto per trasformare il letame da un problema in una risorsa, perché, se è gestito bene, è una risorsa. In Svizzera ci hanno detto, nel Canton Vallese, solo un'azienda...perché ci sono diverse aziende che si occupano di questo settore...422 stalle sono gestite in questo modo e sono i Comuni che intervengono dal punto di vista finanziario, perché è chiaro, il tutto ha un piccolo costo, che per le nostre stalle in questo momento sarebbe un problema, quindi dovremo vedere, tramite il PSR e tramite le economie che si possono fare...perché, per esempio, il Comune mi dice: "noi sì paghiamo per fare questo trattamento, ma poi ci riserviamo il letame che usiamo nelle nostre aiuole, nelle aree verdi, nel campo sportivo, perché è una sostanza completamente degradata che non crea problemi", quindi si riesce a fare un'economia, diciamo, a chilometri zero. Daremo sicuramente la possibilità di riaprire quelle piccole stalle - purtroppo ne sono rimaste poche - che ancora ci sono nei villaggi di media collina, dove qualcuno potrebbe ripartire con quest'attività creandosi magari un futuro, creandosi magari un posto di lavoro per il domani. Merci.

Presidente - Grazie collega Grosjean. Siamo in discussione generale, c'è qualcun altro che intende prendere la parola? Non vedo richieste, chiudiamo la discussione generale. Per la replica, la parola all'Assessore Testolin.

Testolin (UV) - Grazie Presidente.

Prendiamo atto e ho fatto molta attenzione a quello che è stato il percorso che è stato tracciato dal collega Grosjean in merito ad una situazione, a delle problematiche che sicuramente toccano anche la nostra realtà, la toccano in maniera importante, anche perché la zootecnia, al di là di quelle che sono le giuste valutazioni sull'utilizzo in altre regioni del suolo con attività più redditizie, rimane per la Valle d'Aosta motivo anche di conservazione di quello che è l'ambiente non tanto di fondovalle, ma soprattutto di alpeggio, dalla quale prescinde anche la garanzia del nostro territorio, quindi la valutazione di attenzione va nei confronti del potenziamento di altre attività che possono rendere l'agricoltura più importante.

Una serie di indicazioni che sono assolutamente condivisibili, una mozione che tocca parzialmente...una mozione che coinvolge non soltanto il settore agricolo almeno in due dei punti che sono stati così evidenziati come proposte da prendersi in carico da parte del Governo regionale, due punti che riguardano: uno, il recupero all'interno dei centri abitati, quello che è delle piccole stalle, e qua ci tengo a sottolineare come la materia concernente i reflui zootecnici sia una materia molto complessa e che non tocca evidentemente solo l'agricoltura ma tocca evidentemente anche altri Assessorati, come quello dell'ambiente e della programmazione urbanistica e quello della sanità...dove ci sono delle chiare linee di indicazione che emergono anche da quelle che sono le linee tracciate dal PTP per l'adeguamento dei vari piani regolatori comunali a questo strumento e dove si sottolinea in molti casi l'impossibilità di andare a recuperare determinate strutture se abbandonate da più di cinque anni, ad esempio, e se non più vicine di 50 metri dai centri abitati: queste sono delle indicazioni tecniche. Molti aspetti verrebbe effettivamente lungo dibatterli all'interno di questo Consiglio regionale, anche perché la tematica è veramente di ampio raggio e quindi implica delle conoscenze anche specifiche che vanno analizzate in un tavolo sicuramente anche molto più tecnico. Questo solo per dire che il punto dove si richiede la possibilità di definire nuove linee programmatiche risulta al momento un po' praticabile date quelle che sono già delle indicazioni, delle norme di legge, che vanno ad indicare ed individuare determinate tipologie urbanistiche destinate alle stalle e ne cito una per tutte solo così a titolo di esempio, ma che è ripresa proprio dall'adeguamento del PTP...richiesto dal PTP ai Comuni: "considerato che tutti gli allevamenti sono considerati industrie insalubri di prima classe, migliorare la sanità pubblica creando una fascia di rispetto attorno agli allevamenti esistenti e a quelli che si intendono realizzare", cioè questo solo come linea di indirizzo, quindi è evidente che, per affrontare questo tipo di problematiche, bisogna confrontarsi su un piano molto più attento e quant'altro.

Altre valutazioni di ordine tecnico sulle quali io ho cercato di informarmi e di capire quali potessero essere delle conseguenze positive o meno positive, applicabili o meno applicabili...sicuramente, per certi versi, l'adozione di tecniche come quella proposta all'interno di un contesto abitato possono effettivamente migliorare quella che è la quantità di deiezioni da accumularsi all'interno delle concimaie, ma non risolverebbero in toto, anzi non risolverebbero le problematiche legate alle sostanze, ai nitrati, che comunque sono più presenti nella parte liquida. Queste sono un po' delle indicazioni che io mi permetto di ricordare sulla base di quelle che sono state delle valutazioni più tecniche.

Per quanto riguarda invece il discorso dei contributi, si sottolinea come nel tempo ci si sia attivati per sostenere le aziende agricole nella costruzione di quelle che sono le concimaie proporzionate e razionali con quella che è l'attività zootecnica sostenuta sia nell'ambito di quelle che sono le piattaforme comunali, che poi da com'è emerso parrebbero anacronistiche in una realtà simile alla nostra, quindi si è comunque cercato di dare una risposta sia all'interno che all'esterno dei centri abitati a suo tempo per poter mantenere quella che è l'attività delle aziende sul territorio...contributi che, per certi versi, nel tempo si sono dovuti modificare perché, mentre nei primi anni 2000 e ancora prima questa tipologia di contributi veniva a configurarsi come ammissibile perché le aziende dovevano dotarsi di questo tipo di infrastruttura, successivamente, soprattutto relativamente alle indicazioni della Comunità europea, questo tipo di infrastrutture sono considerate come obbligatorie e quindi ne è finanziabile solo il miglioramento. Attualmente sono finanziabili ancora con il PSR gli interventi da parte di singoli o associazioni per il miglioramento di queste strutture o per i giovani agricoltori che evidentemente partono con l'attività, quindi questo è già previsto all'interno del programma di sviluppo rurale. Questo per dire che se su questi due punti di questa mozione non ci si trova d'accordo, ci si trova invece d'accordo sulla possibilità di istituire un tavolo di lavoro, io lo chiamerei un tavolo di lavoro serio che possa coinvolgere effettivamente le associazioni di categoria, come le amministrazioni locali, i veterinari, l'Institut agricole, che è stato citato e che potrebbe dare effettivamente un contributo importante anche alla luce di quelle che sono le conoscenze, le acquisizioni che ci sono state nel tempo e questo finalizzato non tanto a recepire qualcosa che è stato fatto in altre realtà tout court, ma per favorire quelli che sono così gli input che questo tavolo di lavoro potrà dare per attivare un'attività di sperimentazione che applichi dei protocolli seri e che possa portare a dare delle risposte compatibili a quello che è il nostro territorio, valutando tutta una serie di esigenze, tra le quali anche quella di capire dove queste attività si possono o meno applicare. Evidentemente introducendo anche in questa sperimentazione una presenza di aziende agricole che possono rendersi disponibili per approcciarsi a questo tipo di percorso.

La proposta quindi rimane in questo senso, di un emendamento di quella che è la mozione presentata introducendo due punti, che sono: uno, quello dell'istituzione di un tavolo, che sostanzialmente è quello che è stato richiesto e l'altro di favorire una sperimentazione che porti a dei risultati sulla base di quelle che sono le considerazioni di questo tavolo di lavoro. Evidentemente sono modificate alcune delle premesse che erano state presentate nella mozione originaria, per cui se c'è la disponibilità o la volontà di condividere questo tipo di emendamento, noi siamo per approvare questo primo punto e successivamente quello della sperimentazione e per gli altri due saremmo contrari, quindi questo è un po'...se vogliamo condividere...posso fare avere una copia dell'emendamento.

Presidente - Credo sia opportuno che l'Assessore ne dia una copia ai proponenti in modo che si abbia contezza di quanto proposto. Facciamo la fotocopia e poi ve la facciamo avere. La parola al collega Grosjean, prego collega.

Grosjean (UVP) - Allora, per prima cosa un invito ad andare ad Haute-Nendaz in Svizzera durante l'inverno e ritornare durante l'estate. In mezzo al villaggio in inverno vedrete una concimaia, in primavera mettono via il letame, le danno una risciacquata e c'è la piscina. Questo per dire che con le biotecnologie siamo arrivati molto più vicini che ai 50 metri, perché i problemi vengano risolti all'interno della stalla, quindi io sono ben lieto della risposta dell'Assessore e del voler accettare queste cose qui.

A me preme una cosa: costruire una stalla in Valle d'Aosta non deve più costare il doppio che costruire una stalla in Piemonte, se faccio una stalla a Carema o se la faccio a Pont-Saint-Martin, devo avere la libertà di spendere io quello che voglio, allevatore, non devo seguire tutta una serie di indicazioni, che a volte non hanno motivazioni. Locali insalubri...è chiaro se sono gestiti male, è normale, ma io che sono uno dei più vecchietti qui dentro...e tanti nostri genitori sono nati e cresciuti nelle stalle, non erano poi così insalubri, forse le gestivano in modo più corretto, almeno a casa mia la sala giochi era nella stalla, in casa faceva freddo. I nitrati quindi...è chiaro che, se sono gestite male, avremo un problema di liquami...anzi una chicca: un giovane agricoltore mi diceva che gli hanno chiesto la fossa per i liquami per una stalla delle pecore. Chi di voi sa dirmi quanto liquame fa una pecora? Dieci pecore? Cento pecore? Credo che sia zero la risposta e dai suoi uffici, caro Assessore, gli hanno chiesto la fossa per i liquami. Qui quindi c'è qualcosa che non funziona, rimetta negli uffici gente con i calli nelle mani, che abbia fatto un po' di pratica, gente che sa cosa vuol dire cos'è una stalla, non che l'ha vista solo sul computer! Queste sono le cose che mi fanno arrabbiare.

La sperimentazione: benissimo...ma non ci credo più, devono fare l'applicazione, devono gestire l'applicazione, l'Institut deve essere l'organismo che segue il programma, che porta avanti il programma, la sperimentazione si fa su delle scoperte nuove, non su delle cose che è vent'anni che sono in pratica! In Francia ci sono altre tecniche, in Svizzera ci sono queste tecniche, in Austria hanno altre tecniche, sono tutti nel mondo delle biotecnologie, ci sono diverse aziende che lavorano in questi settori, cosa vogliamo ancora sperimentare? Andiamo a vedere, noi abbiamo fatto un'uscita, alle 11 e mezza del 22 di luglio stavamo discutendo su una concimaia, c'erano le mosche? No. C'era odor di stalla? No. Eravamo lì a Bagnes su una concimaia, quindi non spaventiamoci prima, Assessore! Apriamo il tavolo di concertazione, gli altri punti si risolvono da soli andando a vedere. Grazie.

Presidente - Il collega Grosjean voleva capire se la proposta che vi è stata inoltrata la ritenete accoglibile, perché ci vuole il consenso di tutti per modificare il testo della mozione.

Grosjean (UVP) - Io chiedo un tavolo di lavoro, l'importante è che ci siano tutte le categorie e che ci siano gli allevatori, che ci sia qualcuno dell'opposizione, sicuramente, per me va bene, il resto...l'importante è che ci sia quella volontà.

Presidente - Possiamo mettere in votazione il testo che l'Assessore ha proposto?

Grosjean (UVP) - Sì.

Presidente - Grazie collega Grosjean. Lo distribuiamo...quindi si vota anziché la mozione come consegnata ai colleghi con l'ordine del giorno del punto 42...tale mozione infatti viene sostituita da quella proposta dall'Assessore, accolta dal primo firmatario, che è Grosjean, a nome dei presentatori. Possiamo passare alla votazione della mozione? La votazione è aperta, prego colleghi... La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Punto 42.01 all'ordine del giorno.