Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 3136 del 14 aprile 1998 - Resoconto

SEDUTA POMERIDIANA DEL 15 APRILE 1998

OGGETTO N. 3136/X Determinazione dell'esito del procedimento per l'affidamento della Casa da gioco di Saint-Vincent.

Deliberazione Il Consiglio

Richiamata la propria precedente deliberazione n. 2593/X in data 22 maggio 1997 con la quale si delegava la Giunta regionale ad avviare la trattativa privata con la Società FINOPER S.p.A. per l'affidamento in concessione della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent, finalizzando la trattativa al raggiungimento dei risultati indicati al punto 4 del dispositivo e verificando, nel corso della trattativa, la trasparenza ed affidabilità dell'azionariato;

Atteso che:

a) per quanto riguarda il raggiungimento dei risultati indicati al punto 4 del dispositivo:

- la Giunta regionale, per il tramite di una sua delegazione, ha perfezionato numerosi incontri con la Società in questione al fine di concordare una bozza di contratto per la gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;

- nel corso della trattativa il Presidente della Giunta regionale ha relazionato alla IV Commissione Consiliare in merito agli sviluppi della stessa;

- nel corso della trattativa si è ritenuto necessario prevedere una durata della convenzione novennale rispetto alle indicazioni fornite dal Consiglio regionale con la deliberazione n. 2593 sopracitata che prevedeva la scadenza della convenzione al 31 dicembre 2003, in quanto la realizzazione degli investimenti previsti nella Casa da Gioco avranno una durata superiore alla data di scadenza indicata dal Consiglio regionale;

- con nota in data 13 febbraio 1998 il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso alla Società FINOPER S.p.A. una bozza di convenzione specificando che tale bozza non ha natura di offerta contrattuale in quanto a mente del punto 6) della delibera del Consiglio regionale 2593/X del 22 maggio 1997 è di competenza del Consiglio stesso l'approvazione del testo definitivo della proposta di convenzione;

- la Società FINOPER S.p.A. con nota in data 26 febbraio 1998 ha comunicato la propria disponibilità a stipulare la convenzione nel testo trasmesso con lettera sopracitata in data 13 febbraio 1998, ponendo come condizione che il testo venga approvato dal Consiglio regionale senza modificazioni e che la stipulazione del contratto venga perfezionata entro lo scioglimento del Consiglio stesso;

b) per quanto riguarda la verifica della trasparenza ed affidabilità dell'azionariato:

- la Presidenza della Giunta regionale con lettera del 17 settembre 1997, richiedeva alla FINOPER la documentazione ritenuta necessaria per verificare la presenza del requisito di trasparenza ed affidabilità. L'elenco dei documenti richiesti ripeteva esattamente quello richiesto dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 74/X in data 26 luglio 1993;

- la FINOPER, prima con lettera del 19 novembre 1997 si limitava a contestare la documentazione richiesta, e poi, con lettere del 7 gennaio 1998, 27 gennaio 1998 e 29 gennaio 1998, inviava gran parte della documentazione richiesta;

- con delibera n. 508 in data 16 febbraio 1998 la Giunta regionale affidava l'incarico all'Avv. Andrea Comba di Torino di formulare un parere sulla verifica dell'esistenza dei requisiti di trasparenza ed affidabilità dell'azionariato della Società FINOPER S.p.A. con facoltà per il legale incaricato, ove fosse ritenuto opportuno, di avvalersi di esperti in campo societario e finanziario;

- in data 2 marzo 1998 la Regione Valle d'Aosta inviava una lettera alla Finoper, nella quale richiedeva l'invio dei documenti ancora mancanti, l'integrazione di quelli incompleti e alcuni chiarimenti in merito ad alcuni documenti che sembravano fornire informazioni contraddittorie, nonché l'aggiornamento degli stessi; chiedeva, inoltre, conto di alcune recentissime notizie di stampa le quali riportavano della presenza di un procedimento esecutivo nei confronti di una significativa parte del capitale FINOPER, la quale sarebbe stata sottoposta a pignoramento giudiziario;

- la FINOPER, con lettera del 13 marzo 1998, prot. n. 7913, trasmetteva parte della documentazione richiesta e contestava la richiesta di produzione di nuova documentazione, in quanto ripetitiva rispetto a quella precedente, in parte inedita ed in parte finalizzata all'acquisizione di elementi che non avrebbero potuto essere oggetto di valutazione da parte della Regione;

- la Regione, avendo verificato che, in effetti, sussisteva presso la Pretura di Torino un procedimento esecutivo mobiliare promosso dal Sig. Marcello De Giovanni nei confronti della San Giorgio Finanziaria S.p.A. nel quale - come successivamente precisato dalla stessa FINOPER - la FINOPER era intervenuta in opposizione ex articoli 210 e 211 c.p.c. ed avendo constatato che tali estremi coincidevano con le notizie di fonte giornalistica, secondo le quali l'esecuzione mobiliare aveva ad oggetto il 40 percento delle azioni FINOPER, riteneva opportuno chiedere alla FINOPER di fornire spiegazioni sul punto, attraverso la consegna di copia degli atti processuali e di altri documenti. Inoltre, la Regione richiedeva un'aggiornata documentazione contabile sul gruppo FINOPER, non ritenendo più significativa quella in suo possesso dopo l'operazione di scissione ed il successivo trasferimento delle azioni FINOPER S.p.A. ad altri azionisti;

- la FINOPER, con lettera del 26 marzo 1998, da una parte confermava l'esistenza del procedimento esecutivo mobiliare, nel quale dichiarava di essere intervenuta in opposizione ex articoli 210 e 211 c.p.c., ma dall'altra rifiutava di inviare gli atti processuali e gran parte dell'altra documentazione richiesta, motivando a vario titolo la mancata produzione della documentazione richiesta e non inviata e contestando la richiesta di dati e di documenti di cui alla lettera 21 marzo 1998 della Regione. Con lettera del 31 marzo 1998, poi, dichiarando che il bilancio consolidato di gruppo non era ancora disponibile, inviava un'attestazione circa l'ammontare del patrimonio consolidato di gruppo;

- la Regione, con lettera 2 aprile 1998, prot. 3220/5Gab., avendo ritenuto che, almeno per alcuni dei documenti richiesti con la lettera del 26 marzo 1998, non poteva sussistere alcun impedimento alla loro produzione, insisteva nella domanda alla FINOPER di consegnare almeno tali documenti entro le ore 18 del 3 aprile 1998;

- la FINOPER rispondeva con lettera 3 aprile 1998, limitandosi ad eccepire l'insufficienza del tempo a disposizione; la Giunta regionale allora, pur rilevando che la richiesta non riguardava documenti nuovi, ma solo parte dei documenti richiesti in precedenza, riteneva comunque di attendere fino alle ore 12 del 7 aprile 1998, posto che un ulteriore slittamento avrebbe reso impossibile la decisione prima della fine della Legislatura;

- la FINOPER, con lettera 6 aprile 1998, ribadiva che i documenti richiesti non erano rilevanti per la verifica della trasparenza ed affidabilità e dunque rifiutava nuovamente e definitivamente di produrli;

- in data 8 aprile 1998, l'Avv. Comba rendeva il parere richiesto, nel quale affermava che la nozione di trasparenza ed affidabilità sempre seguita dalla Giunta regionale, sia nella fase della preselezione che in quella della trattativa, si richiamava ai criteri del D.P.R. 27 giugno 1985, n. 350, articoli 5, 6 e 7, il quale detta i parametri di trasparenza ed onorabilità che le banche centrali debbono verificare per autorizzare le Società richiedenti all'esercizio del credito. Tale nozione è poi stata meglio specificata, proprio in relazione alla vicenda relativa all'affidamento della concessione per la Casa da Gioco di Saint-Vincent, dalle sentenze T.A.R. Valle d'Aosta 20 maggio 1994, n. 65 e Consiglio di Stato, sez. IV, 16 ottobre 1995, n. 817 ed ulteriormente confermata con la sentenza T.A.R. Valle d'Aosta 18 aprile 1996, n. 85. In base a tale giurisprudenza, "l'esistenza di provvedimenti di sequestro che avevano ad oggetto azioni della Società e che avevano attribuito a terzi l'esercizio del voto ostavano, come ognuno intende, al libero esercizio del voto da parte degli azionisti, a nulla rilevando che fossero noti i nomi degli aventi diritto al voto". E, sempre secondo i giudici amministrativi, tale situazione impediva il verificarsi del requisito di trasparenza ed affidabilità. Pertanto, in base alla citata giurisprudenza, la nozione di affidabilità va intesa anche nel senso di "governabilità" della Società, così che è da escludere la presenza di tal requisito in presenza di provvedimenti che attribuiscono a terzi il diritto di voto degli azionisti, anche se per un numero di azioni inferiore alla metà del capitale votante;

Inoltre, l'Avv. Comba riteneva che, qualora fossero risultate fondate le notizie circa la presenza di un procedimento esecutivo nei confronti di azioni FINOPER, vi sarebbero stati fondati motivi per ritenere che la FINOPER, se avesse stipulato la Convenzione con la Regione secondo la bozza inviata dalla stessa con nota in data 13 febbraio 1998, non avrebbe potuto ottemperare al dettato dell'articolo 2 di tale bozza. Infatti, tale articolo, per consentire alla Regione la verifica sulla permanenza del requisito di trasparenza ed affidabilità, avrebbe obbligato FINOPER a comunicare preventivamente eventuali trasferimenti di quote tra i suoi azionisti, nonché a fornire preventivamente la documentazione richiesta sulle qualità morali dei nuovi azionisti. Invece, qualora il procedimento esecutivo terminasse, come è nel suo corso naturale, in una vendita forzata, il nuovo proprietario delle azioni FINOPER sarebbe noto solo al termine dell'asta, senza possibilità per la FINOPER di adempiere al suo obbligo di comunicazione preventiva, previsto dall'articolo 2 della bozza di Convenzione. Se così fosse, la FINOPER avrebbe potuto trovarsi fin dall'inizio nell'impossibilità di adempiere ad un articolo della bozza di Convenzione da essa stessa ritenuta accettabile, la cui violazione avrebbe comportato la revoca della Convenzione stessa, ex articolo 19;

L'Avv. Comba riteneva, dunque, doverosa la richiesta avanzata dalla Regione di ulteriori informazioni circa la presenza di un procedimento esecutivo mobiliare nei confronti di azioni FINOPER. Poiché sussisteva il fondato convincimento circa l'esistenza di tale procedimento (sulla base di notizie giornalistiche, suffragate da informazioni ricavate dai pubblici registri della Pretura di Torino) era necessario che la Giunta segnalasse alla FINOPER la situazione, offrendole la possibilità di fugare ogni dubbio attraverso la consegna di determinati documenti;

Le motivazioni addotte dalla FINOPER nella lettera del 26 marzo 1998 per giustificare il mancato invio di gran parte dei documenti richiesti erano ritenute dall'Avv. Comba almeno parzialmente infondate, in quanto si basavano o su impossibilità giuridiche o materiali non sempre fondate ovvero sull'asserita irrilevanza dei documenti richiesti, in contrasto con quanto già determinato dall'Amministrazione regionale;

Né risultava soddisfacente l'ulteriore lettera del 6 aprile 1998, la quale si limitava a ribadire l'irrilevanza dei documenti richiesti;

Il parere concludeva affermando che, allo stato, la Giunta non era "in possesso di elementi sufficienti per verificare positivamente l'esistenza del requisito di trasparenza ed affidabilità dell'azionariato di FINOPER S.p.A., di cui al punto 4 della D.C.R. 22 maggio 1997, n. 2593/X in quanto la FINOPER non ha consegnato parte dei documenti richiesti";

Ritenuto di condividere l'operato della Giunta e la determinazione della stessa di richiedere i documenti necessari per verificare la trasparenza ed affidabilità della FINOPER S.p.A.;

Ritenuto, in particolare, di condividere la determinazione della Giunta di richiedere approfondimenti documentali circa l'ipotesi di un procedimento esecutivo mobiliare in corso su azioni FINOPER, sia in relazione alla presenza del requisito di trasparenza ed affidabilità, sia in relazione all'eventuale possibilità per FINOPER di rispettare l'articolo 2 della bozza di Convenzione;

Ritenuto che, poiché sussistevano elementi oggettivi di riscontro (le notizie giornalistiche, suffragate dagli estremi riscontrati presso la Pretura di Torino), non erano sufficienti le dichiarazioni della FINOPER, ma era necessario ottenere proprio i documenti richiesti;

Ritenuto, pertanto, che il mancato invio della documentazione richiesta non ha consentito di ottenere la positiva dimostrazione dell'esistenza in capo a FINOPER dei requisiti di trasparenza ed affidabilità di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 2593/X del 22 maggio 1997;

Richiamata la deliberazione della Giunta n. 4853, in data 30 dicembre 1997, concernente l'approvazione del bilancio di gestione per l'anno 1998 e per il triennio 1998/2000, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative, nonché la circolare n. 02 in data 15 gennaio 1998 (prot. n. 861/5FIN);

Richiamati i decreti legislativi n. 320/1994 e n. 44/1998;

Visto il parere favorevole di legittimità rilasciato dal Coordinatore dell'Ufficio di Gabinetto della Presidenza della Giunta ai sensi dell'articolo 72 della L.R. n. 3/1956 e successive modificazioni, e del combinato disposto degli articoli 13 - comma 1 lett. e) e 59 - comma 2 - della L.R. n. 45/1995, sulla presente deliberazione;

Delibera

1) di prendere atto che per i motivi in premessa indicati non esistono allo stato attuale i requisiti di trasparenza ed affidabilità dell'azionariato della Società FINOPER S.p.A.;

2) di non potere, pertanto, autorizzare il Presidente della Giunta regionale a sottoscrivere la Convenzione con la Società FINOPER S.p.A.;

3) di dichiarare, pertanto, chiusa infruttuosamente la trattativa privata per l'affidamento della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;

4) di demandare al prossimo Consiglio regionale ogni decisione in merito alle future modalità di gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent.

Président La parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Cette assemblée le 22 mai 1997 avait donné pouvoir au Gouvernement d'ouvrir un marché négocié avec la Société Finoper en vue de l'attribution en concession de la gestion du casino de Saint-Vincent. Et ce, dans le respect des indications que cette même Assemblée avait voulu fournir au point 4 de ladite délibération et tout en vérifiant en cours de négociation la transparence et la fiabilité des actionnaires. Je dois relater au Conseil sur ces deux aspects, vu que ce Conseil nous a donné ce mandat.

En ce qui concerne les résultats préconisés au point 4 de la délibération susmentionnée, le Gouvernement par l'intermédiaire de ses représentants, une commission de trois représentants du Gouvernement, a rencontré à plusieurs reprises les responsables de la Société Finoper afin d'élaborer d'un commun accord un projet de contrat pour la gestion du casino de Saint-Vincent.

Il y a eu à cet effet douze réunions, outre une réunion préliminaire le 13 juin 1997 et une dernière réunion le 10 janvier 1998. Pendant ces négociations j'ai informé la IVème Commission du Conseil de l'évolution des différentes discussions.

Au cours de cette négociation il est apparu utile de prévoir, pour l'ébauche de convention à soumettre à l'approbation de cette Assemblée, une durée de 9 ans par rapport aux indications fournies par le Conseil régional dans sa délibération du mois de mai 1997, qui prévoyait l'échéance du 31 décembre 2003. Cette modification découle de la durée des investissements prévus par la maison de jeu, durée dépassant la date de l'échéance qui avait été indiquée par le Conseil.

Le 13 février nous avons transmis à Finoper une ébauche de convention tout en spécifiant que ledit projet ne constituait pas une offre de contrat dans la mesure où l'un des points de la délibération du mois de mai 1997 de cette Assemblée précisait que l'approbation du texte définitif de la proposition de convention revenait au seul Conseil.

La Société Finoper, dans son courrier du 26 février 1998, nous a indiqué sa disponibilité à signer en tant que convention le texte qui lui avait été transmis le 13 février à la condition que ce dernier soit approuvé par le Conseil régional sans modifications et que le contrat soit stipulé avant la dissolution dudit Conseil. Projet de convention que nous avons transmis le 2 mars 1998 à la IVème Commission et le 4 mars aux organisations syndicales et aux communes de Saint-Vincent et de Châtillon.

Donc pour ce qui concerne cette première partie du mandat qui nous avait été confiée, nous avons rempli ce mandat en présentant cette ébauche de convention.

En ce qui est par contre de la vérification de la transparence et de la fiabilité des actionnaires, par un courrier du 17 septembre 1997 nous avons demandé à Finoper toute la documentation estimée nécessaire pour vérifier l'existence de conditions de transparence et de fiabilité. La liste des documents exigés reprenait exactement celle qui figurait dans la délibération du Conseil régional du mois de juillet 1993. Paradoxalement, nous avons débuté cette législature en nous penchant sur le problème de la maison de jeu et nous terminons cette même législature toujours avec cette même question.

La Société Finoper, dans une première réponse datée du 19 novembre 1997, se limitait à contester la documentation requise; ensuite, après une prise de position de l'Administration régionale, elle envoyait la plus grande partie de la documentation requise dans ses courriers de 7, 27 et 29 janvier 1998.

La Région a examiné cette documentation; elle a également confié à un expert la mission de formuler un avis quant à l'existence de ces conditions de transparence et de fiabilité des actionnaires de la Société Finoper et enfin le 2 mars a adressé un courrier, encore à Finoper, pour lui demander toute la documentation requise et également des compléments des documents reçus en partie ainsi que de mettre à jour et de fournir quelques éclaircissements au sujet des documents qui paraissaient contenir des informations contradictoires.

Le 2 mars la Région demandait en outre à la Société de s'expliquer sur certaines nouvelles diffusées par la presse qui faisaient état d'une action judiciaire portant sur une partie consistante du capital Finoper, lequel aurait fait l'objet d'une procédure exécutive judiciaire.

La Société Finoper répondait le 13 mars 1998, elle transmettait de la documentation tout en exprimant des réserves quant aux requêtes formulées par la Région.

Le 20 mars nous avons transmis ces documents au Président du Conseil, au Président de la IVème Commission et pour information à tous les conseillers pour anticiper les temps, compte tenu du délai de fin de législature et pour permettre à tous les conseillers de disposer des éléments nécessaires pour formuler un jugement sur ce thème.

Après vérification auprès de la Préture de Turin, la Région constatait qu'une procédure judiciaire était effectivement en cours, sur l'initiative de Monsieur Marcello de Giovanni, contre la San Giorgio Finanziaria dans laquelle la Finoper était intervenue en opposition aux termes des articles 210 et 211 du Code de procédure civile. La Région constatait que ces renseignements correspondaient aux informations diffusées par la presse, laquelle affirmait que 40 pour cent des actions de Finoper avait été donné en gage. La Région considérait qu'il était donc opportun de demander à Finoper de fournir des explications sur ce point par le biais de la présentation d'un double des actes du procès et d'autres documents; en outre, la Région demandait au Groupe Finoper de produire également une documentation à jour de sa situation comptable puisque celle dont elle disposait ne pouvait plus être tenue pour représentative après les opérations intervenues et notamment après l'opération de scission et de transfert subséquent des actions de Finoper à d'autres actionnaires, opération jamais communiquée à l'Administration régionale.

Dans sa lettre du 26 mars, Finoper confirmait d'une part l'existence d'une procédure judiciaire et déclarait être intervenue en opposition aux termes des articles 210 et 211 du Code de procédure civile, mais elle refusait d'autre part de fournir les actes du procès et la plupart des autres documents requis. Elle donnait différentes explications du fait que ces documents n'aient pas été produits et contestait la demande d'information et de documentation formulée par la Région dans la lettre du 21 mars. Puis le 31 mars, tout en déclarant par lettre que le compte d'exploitation consolidé du Groupe n'était pas encore disponible, envoyait une attestation du montant du patrimoine net consolidé du Groupe.

Comme la présentation de certains des documents requis par la lettre du 26 mars ne devait présenter aucune difficulté, la Région insistait dans sa lettre du 2 avril pour que Finoper présente au moins ces derniers documents au plus tard le 3 avril à 18 heures.

Dans sa réponse du 3 avril Finoper se limitait à protester contre ce délai qu'elle jugeait insuffisant.

Le Gouvernement, tout en relevant que cette demande ne portait pas sur de nouveaux documents, mais bien sur une partie seulement des documents précédemment requis, acceptait de repousser unilatéralement cette échéance au 7 avril 1998, 12h, parce que tout autre renvoi aurait empêchait qu'une décision soit prise avant la fin de la législature.

Enfin, Finoper, dans sa lettre du 6 avril, répliquait que les documents qui lui étaient demandés, n'avaient pas trait à la transparence et à la fiabilité de ses actionnaires et refusait à nouveau et de façon définitive de les présenter.

C'est donc sur la base de cette dernière communication que le Gouvernement a pris sa décision. Il s'est penché sur la documentation en sa possession et, sur la base également d'avis formulés et des rapports qui lui ont été transmis, a préparé une ébauche de délibération à soumettre à l'attention tout d'abord de la IVème Commission et ensuite de cette Assemblée.

A cet effet, la notion de transparence et de fiabilité, qui a toujours été poursuivie par le Gouvernement de la Région autonome de la Vallée d'Aoste, tant durant la phase des présélections qu'au cours des négociations, se base sur les articles 5, 6 et 7 du décret 350 du 27 juin 1995 qui stipule les conditions de transparence et d'honorabilité que les banques centrales doivent vérifier avant d'autoriser les sociétés, qui en font la demande, à ouvrir un établissement de crédit. Cette notion par ailleurs a été mieux précisée par la suite à la lumière de la sentence du TAR de la Vallée d'Aoste du mois de mai 1994, de l'arrêt du mois d'avril 1996 de la IVème section du Conseil d'Etat et encore une fois par le jugement du TAR de la Vallée d'Aoste du mois de mars 1996.

Sur la base de cette jurisprudence l'existence d'une procédure de saisie, ayant pour objet les actions de la Société et ayant attribué à des tiers l'exercice du vote, constituait, comme chacun peut s'en rendre compte, un obstacle au libre exercice du droit de vote des actionnaires et rendait inutile le fait de connaître le nom des personnes bénéficiant de ce droit et, toujours selon les juges administratifs, cette situation empêchait de vérifier favorablement la transparence et la fiabilité. C'est pourquoi, sur la base de cette jurisprudence, la notion de fiabilité s'étend à la gouvernabilité de la Société de telle sorte que cette condition ne saurait exister en présence de dispositions qui attribuent à des tierces personnes le droit de vote des actionnaires même pour un nombre d'actions inférieures à la moitié des détenteurs de capital ayant le droit de vote.

En outre, si les nouvelles indiquant l'existence d'une procédure ayant pour objet les actions de Finoper s'avéraient fondées, il y aurait également des raisons de considérer que si Finoper signait avec la Région la convention dont le projet lui avait été envoyé par le courrier du 13 février 1998, elle n'aurait pas été en mesure de satisfaire le point 2 du projet de convention. En effet, afin de permettre à la Région de vérifier la permanence des conditions de transparence et de fiabilité, ce point aurait obligé Finoper à communiquer à l'avance tout transfert des actions de ses actionnaires et à fournir à l'avance la documentation requise quant aux qualités morales des nouveaux actionnaires. Par contre, à la conclusion de la procédure judiciaire, à savoir la vente forcée, le nouveau propriétaire des actions Finoper ne serait connu qu'au terme des enchères, ce qui empêcherait la Société de respecter l'obligation de communication préalable visée au point 2 du projet de convention. Dans ce cas on se serait trouvé immédiatement dans l'impossibilité de respecter un des articles du projet de convention qu'on avait considéré comme acceptable et la violation de ce même article aurait entraîné la révocation de la convention aux termes de son article 19.

La requête formulée par la Région d'un complément d'information quant à l'existence d'une procédure de saisie mobilière des actions de Finoper était donc justifiée, compte tenu des conséquences de cette procédure. En raison de la conviction fondée de l'existence d'une telle procédure - non seulement les informations diffusées par la presse, mais aussi les informations recueillies dans les registres publics de la Préture de Turin - il était donc nécessaire que le Gouvernement signale cette situation à Finoper et lui donne la possibilité de dissiper les doutes en produisant les documents requis.

Les raisons, invoquées par Finoper dans sa lettre du 26 mars 1998 pour justifier le fait qu'une grande partie des documents n'avaient pas été transmis, ont été considérées comme non fondées dans la mesure où elles se basent tant sur des impossibilités juridiques ou matérielles qui n'étaient pas toujours justifiées, que sur l'assertion que les documents demandés n'avaient pas trait à la situation. Une affirmation qui contraste avec les décisions et les déterminations qui reviennent uniquement à l'Administration régionale.

La lettre du 6 avril, qui se bornait à réaffirmer que les documents demandés n'avaient pas trait à la situation, n'était pas jugée satisfaisante non plus.

Le Gouvernement donc a adopté une délibération qui a été transmise à la IVème Commission. Mais entre temps deux autres faits se sont produits, ce qui nous oblige d'une part d'en relater au Conseil et d'autre part de présenter des amendements à la délibération. Trois amendements pour mieux préciser certaines affirmations de la délibération; par contre un quatrième amendement qui fait état de deux éléments supplémentaires. L'un se rapporte à une procédure sur la base des articles 699 et 700 du Code de procédure civile qui a été ouverte au Tribunal civil de Rome, dont nous avons eu connaissance hier matin. L'élément qui nous a le plus frappé est représenté par cette requête de la Société Finoper "di voler ordinare al Consiglio regionale della Valle d'Aosta di astenersi dall'adozione di atti e provvedimenti in relazione a quanto su indicato". C'est une requête qui nous a surpris et qui nous porte à exprimer des réflexions sur le Conseil régional de la Vallée d'Aoste et sur la considération qu'on a de cette institution et donc de notre pouvoir souverain. Le Gouvernement s'est constitué au Tribunal de Rome par une délibération adoptée pour contester cette procédure.

Le deuxième élément c'est le courrier qui nous a été adressé à nous tous hier matin. Là aussi c'est quelque chose de déjà vu; nous avons désormais l'habitude que le jour même de l'Assemblée l'on nous transmette des éléments nouveaux, que l'on veuille nous transmettre ce qui a été refusé dans le passé et également l'on pourrait imaginer que l'on veuille mettre davantage en difficulté cette Assemblée en l'obligeant à la dernière minute à évaluer des éléments ultérieurs de connaissance. Ce document a été transmis à tous les conseillers et dans la proposition d'amendement nous exprimons quel est notre jugement par rapport à cette dernière communication.

En tous cas, sur la base de tous ces éléments, je veux souligner tout d'abord que ce n'est pas la Région qui a retardé l'examen des documents ou la conclusion de la procédure de vérification des conditions requises de transparence et de fiabilité. Après la lettre du 12 septembre, Finoper ne répond pas aussitôt; après avoir tergiversé, elle répond seulement suite à la prise de position ferme de la Région au mois de janvier. Les documents que nous avons requis n'ont pas été présentés, il y a eu refus à cet égard. Egalement des éléments importants, concernant la transparence et la fiabilité, n'ont pas été communiqués à la Région ou l'ont été seulement après sollicitation explicite de la Région. Je fais référence notamment à la scission de Finoper à Finoper Crociere, au gage sur les actions Finoper, aux procédures judiciaires en cours - il y a une procédure à Turin, il y en a également une autre à Rome - et à des affirmations qui ne correspondaient pas toujours à vérité voire "il pegno" sur les actions Finoper.

Les documents, concernant les mêmes éléments, transmis à des périodes diverses et successives, présentent des situations différentes au fil du temps et souvent ils sont entre eux en contradiction. Des modifications ont été successivement apportées ou sont intervenues, ce qui a obligé la Région à des vérifications ultérieures, la preuve en est que la dernière des modifications, pour ce qui est de l'envoi du 13 mars, a été effectuée la veille, le 12 mars.

En conclusion, sans considérer l'attitude, même parfois l'arrogance des réponses, les réticences sont évidentes et force nous est de constater avec sens de la responsabilité que, pour les raisons que nous avons présentées, les conditions de transparence et de fiabilité de l'ensemble des actionnaires de Finoper n'existent pas maintenant et d'en tirer les conséquences: à savoir qu'il n'est pas possible de vous demander de nous autoriser à signer l'ébauche de convention que nous vous avons transmise, et que, par conséquent, le marché négocié en vue de l'attribution de la gestion de la maison de jeu de Saint-Vincent est déclaré infructueux. Enfin - et c'est plus une prise d'acte qu'une volonté, c'est un constat presque forcé - toute décision quant aux modalités de gestion future de la maison de jeu de Saint-Vincent est reportée au Conseil régional de la prochaine législature.

Président La discussion générale est ouverte. La parole au Conseiller Chiarello.

Chiarello (RC) Vorrei chiedere a nome della minoranza cinque minuti di sospensione per poter esaminare gli emendamenti testé consegnati.

Président Une brève suspension.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 9,11 alle ore 19,25.

Président Les travaux du Conseil reprennent. La parole au Conseiller Piccolo.

Piccolo (FA) Al termine di quest'annosa vicenda, per come la stessa si sta concludendo, non posso che dichiararmi amareggiato, deluso e sorpreso. Infatti le trattative per la stesura di una bozza di convenzione fra le due delegazioni con rappresentanti della Giunta regionale e della Finoper, anche se all'inizio difficili, si concludevano con una proposta di bozza di convenzione che teneva nella dovuta considerazione l'interesse da una parte della Regione e dall'altra quella del possibile gestore privato, una bozza che vedeva quindi soddisfatte le due parti.

Dico questo perché ritenevo, quello della convenzione, il passo più importante in quanto conteneva tutto quanto le parti intendevano sottoscrivere per l'affidamento della gestione del Casinò di Saint-Vincent al privato e con la quale si definiva per l'Amministrazione regionale l'acquisto degli immobili raggiungendo finalmente l'obiettivo della chiusura dell'accerchiamento, il problema del passaggio del personale tutto, le percentuali relative agli introiti della Casa da gioco, la partecipazione alle manifestazioni con il coinvolgimento dei Comuni di Saint-Vincent e di Châtillon insomma, tutto era stato concordato.

Era appunto la bozza di convenzione, secondo me, l'atto più difficile e complesso della nostra trattativa, ma era stato superato dalle parti e pertanto si dava ormai scontato l'esito positivo della trattativa.

Invece, nonostante le reiterate richieste dell'Amministrazione regionale alla Finoper, richieste iniziate già dal mese di settembre ultimo scorso, con le quali venivano domandati alcuni documenti comprovanti la trasparenza e l'affidabilità dell'azionariato, si è arrivati oggi alla chiusura della X legislatura senza che sia stata completata da parte di Finoper la documentazione richiesta almeno secondo quanto espresso nel parere degli esperti.

Eppure, e lo sapeva Finoper, la trasparenza e l'affidabilità dell'azionariato erano i requisiti essenziali per poter procedere all'esame della bozza e alla conclusione positiva della trattativa.

Ecco perché dicevo all'inizio di essere deluso e sorpreso, non è infatti pensabile che, nonostante il tempo avuto a disposizione, la Finoper non sia stata in grado di esibire quanto richiesto a partire dal mese di settembre 1997 pur consapevole che il Consiglio regionale aveva fissato come primo paletto quello della trasparenza e dell'affidabilità dell'azionariato della Società.

Non sto a qui a ricordare le lunghe ore trascorse in IV Commissione in merito a quest'importante problema dell'affidamento della gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent e nelle quali noi commissari abbiamo cercato tutti, responsabilmente, di dare il nostro contributo affinché si giungesse dopo un travagliato percorso durato molti anni alla conclusione positiva affidando così la Casa da gioco al privato gestore.

Questo era ed è sempre stato l'obiettivo personale e del Movimento che rappresento purtroppo, non è stato raggiunto, ecco perché sono amareggiato e deluso. La volontà politica, non solo quella personale, era quella di definire l'annoso problema della gestione del Casinò di Saint-Vincent.

Chiudo quindi questo mio intervento evitando di essere ripetitivo, dichiarando - e non nascondendo ancora una volta la delusione per il risultato negativo dell'intera vicenda - il parere favorevole alla proposta della Giunta, prendendo quindi atto di quanto contenuto nel parere espresso dal Prof. Comba, parere nel quale viene dichiarato che non sussistono i requisiti di trasparenza ed affidabilità dell'azionariato della Società Finoper.

Mi auguro, e questa è una speranza, ma anche una convinzione, che il prossimo Consiglio regionale sia più fortunato di quanto non sia stato questo pur avendo profuso impegno e la volontà di concludere per arrivare alla definizione positiva della gestione della Casa da gioco.

Non mi resta ora che concludere con l'augurio alla gestione straordinaria che credo abbiamo tutti il dovere di ringraziare per come ha gestito e condotto fino ad oggi il Casinò di Saint-Vincent, pur con grosse difficoltà, permettendo di salvaguardare l'attività della Casa da gioco oltre che il mantenimento di tutte le maestranze lavorative e garantendo al tempo stesso all'Amministrazione regionale di introitare ingenti somme provenienti dall'attività della Casa da gioco.

L'augurio è quindi quello di continuare con successo anche in questa fase di passaggio, di fine e inizio di nuova legislatura, nella speranza di poter al più presto giungere alla gestione privata del Casinò più importante d'Europa.

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (Ind) Ricordava giustamente il Presidente della Giunta che questa legislatura è cominciata con la questione Casinò, l'eredità di una delibera del 7 luglio 1991 e guarda caso termina con l'esame di un altro tipo di deliberazione, comunque sempre concernente questa delicata ed importante materia.

L'epilogo dinanzi al quale oggi ci troviamo pare addebitabile, leggendo fra le righe della relazione dell'Avv. Comba, consulente nominato dalla Giunta regionale e quindi anche espressione di una certa parte politica, e fra le righe dell'approvanda deliberazione, ad un comportamento non troppo corretto tenuto dalla Società Finoper nei confronti della Regione con la conseguenza che lo scopo di affidare ad un privato la gestione della Casa da gioco, secondo quella volontà più volte espressa dal Consiglio regionale, sembra essere naufragato in un pantano originato proprio da quel soggetto che avrebbe dovuto invece dimostrare il maggior interesse ad assumere la guida del nostro Casinò.

Queste inadempienze di Finoper, fondate secondo la teoria espressa dall'Avv. Comba e ripresa nella deliberazione oggi al nostro esame ed insussistenti secondo le repliche epistolari arrivate solo ieri da parte della società privata, inadempienze consistenti nella mancata informazione di dati o fatti giuridicamente rilevanti per l'eventuale conclusione dell'accordo, sono tuttavia caratterizzate da un'anomalia di fondo. Non sono assolutamente in grado oggi di entrare nel merito di una valutazione di sostanza sull'oggetto del contendere, nella fattispecie l'esistenza o meno della trasparenza ed affidabilità dell'azionariato di Finoper, c'è - ripeto - una versione che propende in un senso e una versione che propende in un altro senso; l'anomalia che ritengo però sussistente riguarda il metodo.

L'anomalia è che queste cause ostative al perfezionamento della trattativa sono spuntate improvvisamente e che abbiamo appreso della loro esistenza solo una settimana fa, ovvero l'8 aprile quando in Commissione ci fu un'audizione con il Presidente della Giunta, il quale ci comunicò formalmente delle difficoltà di poter procedere in una certa direzione perché esistevano queste cause ostative.

È vero che i documenti ci sono stati consegnati qualche settimana prima dell'8 aprile però, è altrettanto vero che la constatazione di questi impedimenti è stata formalizzata solo una settimana fa. E questo a dispetto di chi andava già a "vendere la pelle dell'orso prima di averlo catturato", cioè di chi vendeva già la trattativa con Finoper come cosa fatta, di chi rilasciava interviste o dichiarazioni di un certo tipo agli organi di informazione, di chi paventava promozioni di carriera e di chi cercava di coltivare un certo percorso del successo che però è rimasto tutto allo stadio virtuale.

Sorgono spontanei alcuni quesiti che rivolgo oggi al Presidente e non so se saranno esauditi come risposta.

Perché, nonostante questa difficoltà di ottenere da Finoper determinate documentazioni, si è taciuto fino all'8 aprile alla IV Commissione e al suo Presidente di fatti di così grande importanza? Non si può affermare che non esistessero perplessità in seno alla Giunta, se il 16 aprile, con una precisa delibera, è stato affidato l'incarico all'Avv. Comba, eventualmente estensibile ad altri, di formulare un parere sulla verifica ed affidabilità dell'azionariato Finoper come testualmente si legge sulla delibera in oggetto, incarico che è preceduto tre giorni prima, il 13 febbraio, dall'invio a Finoper di una bozza di convenzione e alla continuazione parallela dei colloqui di trattativa.

Perché - mi chiedo - queste perplessità che hanno generato un incarico professionale all'Avv. Comba non sono state estese a tempo debito anche ai componenti della IV Commissione? Perché non è stata resa nota la continuata contestazione di Finoper nei confronti delle legittime - e sottolineo legittime - richieste dell'ente pubblico? Perché, mentre alla Giunta regionale erano già pervenute evidenti prove di contestazione e di scarsa chiarezza sull'azionariato Finoper/Sitav - e il contenzioso che è giacente presso il Tribunale di Aosta, di cui mi ha dato risposta lo stesso Presidente in una recente interpellanza, penso che sia eloquente - non se ne informa doverosamente la IV Commissione o ancor meglio il Consiglio regionale? Ricordo che più volte in questo Consiglio, in sede di dichiarazioni da parte del Presidente, siamo saltati a pié pari all'atto successivo, all'esame delle interrogazioni e delle interpellanze senza dare alcuna informazione. Perché non si informa, ripeto, o la Commissione o il Consiglio e per contro si conferisce un incarico ad un soggetto esterno, ad un esperto come lo ha chiamato il Presidente affinché si esamini il comportamento di Finoper da una parte e soprattutto se è giustificata questa sua non comunicazione di informazione?

Ne discende pertanto, in una situazione già alquanto complessa, in cui la Giunta regionale sottace fatti di grande rilevanza sul piano morale ed economico, che le cause del fallimento dell'assegnazione della gestione privata non siano esclusivamente addebitabili alla controparte, ma anche a chi ha condotto la trattativa o ha verificato l'esistenza dei presupposti che erano richiesti nella delibera del maggio scorso.

Le risposte a questi quesiti proposti potrebbero essere di due tipi: o il comportamento, io dico non certo esemplare, della Giunta che ho citato, ma che non appare nei documenti in esame, nella relazione Comba e nella deliberazione, di mancata informazione al Consiglio e alla IV Commissione aveva lo scopo di affrettare la sottoscrizione della convenzione prima della formulazione dei pareri da parte dell'Avv. Comba e quindi di raggiungere un obiettivo politico e programmatico che questa coalizione di governo si era posta oppure con tale comportamento la Giunta regionale ha voluto procrastinare ulteriormente una gestione straordinaria vantaggiosa solo a pochi sia sul piano politico che economico.

Vero è che ci troviamo ancora, dopo aver superato qualsivoglia limite di tempo tollerabile per l'affidamento della gestione a privati, in un guazzabuglio che vede innanzitutto i gestori del Casinò, che ho sempre individuato nella Giunta e nel suo Presidente, continuare un'attività che più che economicamente redditizia è politicamente redditizia a scapito delle finanze regionali. E significativo a questo fine penso che sia stato anche l'ultimo atto di approvazione del consuntivo dove, a ripianamento del deficit di bilancio, sono stati erogati da parte della Regione a favore della GSR 15 miliardi di denaro regionale.

Questa situazione vede in secondo luogo l'esistenza di un contenzioso di 215 miliardi - e torno all'interpellanza che ho fatto qualche giorno fa - che era stato originato da questi gestori e che pende sull'ente Regione. Il contenzioso in atto con Finoper e Sitav, e anche qui dalla bozza di convenzione non si riesce completamente a comprendere quale sia la parte in opposizione principale, sarà comunque oneroso. Le premesse sono tali da non lasciare dubbio alcuno e se il contenzioso era l'elemento condizionante principe dell'eventuale convenzione fra Regione e Finoper, evidentemente non era e non è condizione di poco conto e di valore per le parti.

Questi cinque anni di legislatura - e secondo me si evince bene anche dalla delusione e dall'amarezza espressa dal Presidente della IV Commissione, Piccolo - hanno dimostrato, primo, una sostanziale sconfitta politica di questa coalizione di governo che non è riuscita o non ha voluto definire la privatizzazione della gestione del Casinò di Saint-Vincent, obiettivo che almeno sulla carta programmatica questa Giunta sembrava porsi e, secondo, che ogni sua iniziativa politica e della maggioranza che l'ha sostenuta sia prima che ora è stata ripetutamente interdetta dai provvedimenti della magistratura amministrativa in seguito ai ricorsi della società privata che più volte è stata illegittimamente - perlomeno fino al 1997 - esclusa dal procedimento.

Non si può quindi cancellare un comportamento poco lineare e talvolta reticente - non sono io a dirlo, lo dice una sentenza specifica del Consiglio di Stato - di questa Giunta nel lungo periodo di governo in merito alla vicenda del Casinò.

Quindi i dubbi della bontà dell'azione di questo Governo si evincono anche dal dispositivo della deliberazione che oggi siamo chiamati ad esaminare e questa è un'altra ragione per la quale non voterò questa deliberazione, ma mi asterrò perché, dove si fa riferimento di demandare al prossimo Consiglio regionale ogni decisione in merito alle future modalità di gestione della Casa da gioco, è semplicemente fuorviante. Perché? Perché le modalità di gestione, quello che il Presidente della Giunta definiva come un atto dovuto, una constatazione inevitabile a questo punto in scadenza di legislatura, queste modalità di gestione non possono essere confuse o scambiate con le modalità di assegnazione della gestione di cui si parlava nelle delibere precedenti e la differenza è notevole perché svela la vera intenzione politica di questa Giunta che mira ad interrompere definitivamente il binario della privatizzazione. Forse per consolidare quella conduzione politica del Casinò con gli auguri espressi dal Presidente della IV Commissione, inaugurata 4 anni fa per evitare la chiusura dell'azienda e sulla quale tutto il Consiglio si è espresso all'unanimità, ma che è degenerata ben presto dal mio punto di vista in un "business" che non sta portando certo giovamento alla Valle d'Aosta, a quelli che sono occupati in un indotto socio-economico, ma sta portando un vantaggio politico solo a pochi beneficiari.

Pongo un ultimo quesito e poi lascio la parola ad altri che vogliono intervenire. Sono prospettive negative che trovano forse origine in una regia che ha fatto naufragare, magari legittimamente, ma soprattutto improvvisamente, queste trattative attraverso artifizi sapientemente pilotati? Non lo so, sarà il tempo a fornire le risposte a questi quesiti, risposte che quest'Esecutivo non mi ha mai fornito, Esecutivo al quale più volte ho esternato ed esterno il profondo disappunto e una forte critica su come sono state condotte le varie fasi della procedura di aggiudicazione che oggi è stata definita conclusa infruttuosamente. Dichiaro l'astensione.

Président La parole au Conseiller Lanivi.

Lanivi (Aut) Cercherò di essere il più chiaro possibile e di dire i motivi con altrettanta chiarezza che portano il Gruppo degli Autonomisti ad una posizione di astensione rispetto alla delibera che ci è stata proposta. Con una premessa che è questa: non intendiamo assolutamente strumentalizzare ciò che è successo, né ora né in campagna elettorale, per una ragione semplice. Ci rendiamo conto e siamo consapevoli che in questa vicenda si gioca un rapporto politico, cioè un rapporto di potere fra il potere politico di questa Regione ed altri poteri che intendono venire in questa Regione per degli interessi loro, anche legittimi, e che la responsabilità politica fondamentale di questo Consiglio regionale è di stabilire un confine molto preciso tra gli interessi di privati e le esigenze di sicurezza, le speranze di evoluzione e di benessere di questa Comunità.

Mi pare che con sempre maggiore chiarezza in questo periodo lungo sia emerso, e ormai faccia parte di un patrimonio comune dei consiglieri regionali, che non è accettabile l'idea di un potere politico regionale subordinato a poteri esterni. Questo è il motivo centrale che ci porta a dire che non vogliamo né possiamo giocare su questo tema.

Non esistono Babbi Natale, tanto meno sono Babbi Natale i gestori dei casinò, non risultano nei calendari dei santi che abbiano fatto quest'attività; né esistono facili scorciatoie rispetto a questo problema quindi, un atteggiamento prudente dei governi regionali su questo tema non solo è auspicabile, ma è doveroso. Non possiamo quindi che condividere certi atteggiamenti espressi anche dal Presidente della Giunta che riguardano anche la forma, ma anche certi toni e certe modalità sono significative di volontà che dobbiamo verificare e vagliare bene prima di aprire le porte di casa. Certe cose che sono successe in questi ultimi giorni sono indice della mentalità di chi considera la Valle d'Aosta troppo piccola e forse anche così poco intelligente da essere facilmente ingannata.

Sappiamo anche attribuire delle responsabilità, certamente non è responsabilità di questa Giunta, ma neanche di quella precedente, aver avviato un meccanismo di cui per anni abbiamo dovuto subire delle conseguenze anche se l'approfondimento di quest'argomento ha portato ad avere una coscienza forse maggiore e ad avere una visione più chiara sul tema centrale di cui parlavo all'inizio e cioè equilibrio di rapporto o meglio corretto rapporto tra potere politico della Comunità e poteri che si vengono ad inserire.

Se non vi è un rapporto corretto possiamo correre dei rischi pesanti anche se con qualche vantaggetto particolare però, è un'intera Comunità che viene piegata o orientata o determinata in certe scelte verso indirizzi non positivi per la Comunità stessa.

Su questo tema sappia il Presidente della Giunta che gli Autonomisti ci sono, questo lo dico perché sia chiaro qual è la nostra posizione rispetto a questo tipo di rapporto.

Il secondo argomento che voglio introdurre con altrettanta chiarezza e che ci determina in questa posizione di astensione, che non è il rifiuto a prendere posizione, ma è dire come la posizione di astensione deriva dalla valutazione serena e responsabile della vicenda, riguarda il metodo all'interno della Regione. E qui dobbiamo sottolineare due fatti, il primo è oggettivo: noi siamo stati messi a conoscenza - non per colpa forse di nessuno - solo negli ultimi giorni di certe vicende e non abbiamo potuto partecipare minimamente a certe decisioni che, forse per bisogno anche di riservatezza, non ci sono state comunicate. Abbiamo assistito ad una vicenda che è stata condotta - non stiamo neppure a discutere nel bene o nel male - con una serie di decisioni e di scelte che non ci sentiamo in questo modo di condividere perché non sarebbe giusto, voglio dire sostenere scelte e posizioni di cui non conosciamo con esattezza le ragioni e i fondamenti. Credo di non dover aggiungere altro per motivare la posizione del nostro Gruppo.

Président La parole au Conseiller Chiarello.

Chiarello (RC) È difficile in questo momento, come per me è stato difficile in diversi momenti di questa legislatura, dire qualcosa su questa vicenda.

Ho partecipato alla famosa Commissione che ha emesso i primi pareri sulle carte valutate, sono stato anche criticato dai miei colleghi di opposizione perché dovevo tenere forse una linea di opposizione. Io ho tenuto una linea onesta con me stesso e penso di aver risposto a quello che aveva detto questo Consiglio nel momento in cui mi ha nominato in quella Commissione. Non ripudio niente di quello che ho fatto. Dopo gli incidenti subiti nelle varie sedi legislative dai giudizi di quella Commissione, che sono stati a dir poco brutti, alle varie decisioni in merito al Casinò ho ritenuto opportuno astenermi proprio perché avevo detto delle cose in merito ad una delle società che avrebbero dovuto partecipare alle trattative, quella Società che poi, in seguito a delle sentenze, è arrivata alla fine della trattativa. Qui vorrei collegarmi all'ultima considerazione del Consigliere Lanivi. Come consiglieri - posso ravvisare questa come scusante, chiamatela come volete - negli ultimi mesi, mentre qualcuno dichiarava alla stampa che sulla vicenda Casinò ormai eravamo alla stretta finale, noi guardavamo da fuori questa cosa, cioè abbiamo avuto informazioni sempre abbastanza in ritardo. Questa vicenda l'ha gestita specialmente negli ultimi mesi, anche giustamente, questa Giunta, ma direi questa maggioranza perché ci sono state fra ieri ed oggi riunioni di maggioranza sul Casinò. Anche i contatti con il consulente che ha dato i giudizi sui quali si è basata anche quest'ultima deliberazione è stato nominato dalla Giunta. Noi abbiamo avuto i documenti alla fine di un percorso.

Come ha detto Lanivi, nessuno si sentirà di fare una campagna elettorale sul Casinò o almeno questo vale per me, ho sempre risposto di quello che dicevo e di quello che facevo. Ritengo che oggi si debba registrare una sconfitta dopo che per cinque anni ci siamo detti di voler arrivare insieme a quella famosa privatizzazione. Quando sono entrato in questo Consiglio - questo lasciatemelo dire - ho detto che ritenevo sbagliato quel tipo di gara di appalto e che avrei preferito un appalto europeo; adesso ho sentito fra le righe dei giornali parlare di appalto europeo anche da chi non lo aveva mai sostenuto. Non è una soddisfazione, ma è una presa d'atto che forse su qualcosa avevamo ragione.

Per le cose che ho detto prima ritengo opportuno astenermi sulla delibera, opportuno politicamente.

Président La parole au Conseiller Linty.

Linty (LNPIAP) Premetto che non ho le conoscenze sulla materia che hanno molti miei colleghi però, devo dire che mi stavo avvicinando alla fine di questa legislatura con una grande preoccupazione che pochi giorni fa è caduta, ridandomi anche un certo senso di liberazione, perché mi stavo informando per sostenere in quest'aula un dibattito diverso da quello che sto per fare.

Non credo che la Regione ne esca sconfitta, assolutamente, non credo che questa sia una sconfitta della Regione, semmai una vittoria.

Intanto condivido buona parte degli argomenti presentati dal Capogruppo degli Autonomisti, Lanivi, ed aggiungo di più perché io voterò a favore di quest'atto. Sentirsi intimare da un avvocatuncolo di Roma di soprassedere? Cioè, questi scrivono al Consiglio regionale della Valle d'Aosta dicendo: dovete soprassedere su..., ma scherziamo! Qui stiamo stravolgendo tutte le regole delle istituzioni, siamo arrivati a questo punto.

Se siamo arrivati a questo punto, e questo deve far riflettere, è perché la torta era bella, era buona, era alta, valeva 3000 miliardi e, a giudicare dai personaggi diretti ed indiretti che stanno all'interno di questa Società, saltavano agli occhi alcune preoccupazioni. Questi, colleghi - come penso ormai tutti sappiate -, erano dei finanzieri, gente che, quando vede passare i verdoni, sta lì e cerca di prenderne più che può. Sicuramente non erano votati alla causa valdostana, a questi della Regione, dei posti di lavoro, non gliene poteva fregare di meno, della serie: entro lì, ramazzo più che posso, arrivederci e grazie, è stato un piacere. Questo era il pericolo che c'era dietro l'angolo quindi, finisco la legislatura con un atto positivo dal mio punto di vista perché è vero che quest'atto arriva dopo cinque anni di ricorsi, controricorsi, delibere che spesso mi hanno visto contrario e per questo potrei anche chiamarmi fuori, ma credo che non sarebbe giusto in questo momento perché il pericolo che abbiamo corso è stato grande, il fatto di essere riusciti a scamparlo va nella direzione del bene della nostra Regione. Quindi in quella direzione non posso che votare favorevolmente.

Président La parole au Conseiller Florio.

Florio (PVA-cU) Non voglio fare lamentazioni sui cinque anni passati a discutere di quest'argomento a date ricorrenti perché devo riconoscere a questo Consiglio una linearità di comportamento dall'inizio fino ad oggi. Ed è stata una linearità di comportamento che, per quanto mi è dato di conoscere, è stata frutto di confronto; non c'è stato forse argomento sul quale ci si è così sovente e liberamente confrontati in maggioranza come la questione del Casinò; è stato un argomento sul quale abbiamo avuto modo di meditare e di confrontarci; è stato un argomento sul quale con estrema serenità ad ogni fase, anche la più difficile, la decisione è stata serena e credo che ancora oggi, almeno per quanto mi riguarda personalmente, sia così. Anch'io condivido la considerazione del rischio corso, anch'io guardavo con preoccupazione all'avvicinarsi della fase finale, anche perché - e la maggioranza lo sa - vi erano alcuni aspetti della bozza di convenzione rispetto ai quali non collimavamo: la durata della convenzione che stava venendo avanti giustificata dall'entità degli investimenti che erano previsti, elementi entrambi che non collimavano per nulla con quanto si era tratteggiato all'inizio e che pure sembravano entrambi dati acquisiti della stragrande maggioranza della maggioranza.

L'atto che oggi siamo chiamati ad assumere di nuovo è pienamente ubicato nella storia e nell'atteggiamento di questi cinque anni. Non ci sono state rotture da parte di questo Consiglio; le rotture casomai le abbiamo sempre registrate dall'altra parte e ne voglio ricordare due che mi hanno bruciato in modo particolare: la prima lettera ricevuta da Finoper, non ricordo neppure più esattamente quando, nella quale erano presenti non velate minacce nei confronti di ciascuno di noi come consiglieri regionali; l'ultima di ieri mattina e ancor più quell'incredibile ordinanza del Presidente del Tribunale di Roma.

Quindi voto serenamente quest'atto riaffermando l'esigenza che il Casinò sia gestito così come avevamo deciso di fare e cercando di individuare la strada migliore e più veloce perché a quello si arrivi, perché a quello il prossimo Consiglio regionale arrivi, vale a dire che la gestione della Casa da gioco sia affidata a privati.

Président La parole au Conseiller Voyat.

Voyat (UV) È vero che molti di noi pensavano o speravano in una conclusione favorevole di questa vicenda e di riuscire a dare la gestione ad una società privata del Casinò di Saint-Vincent.

Mi ricordo che già nel ?92 c'era questa volontà e, a partire dal mese di settembre del 1992, l'allora Presidente Lanivi convocava due volte la settimana la maggioranza o la Giunta per vedere di proseguire su questa strada con delle grandi difficoltà perché già allora la Società Sitav si rifiutava di dare tutta una serie di documentazioni.

E già allora ogni volta che c'era una risposta un po' più specifica, c'erano immancabilmente delle contraddizioni fra le lettere precedenti e quelle successive, il che ci aveva portato poi a dare la proroga della gestione del Casinò per altri sei mesi, già nel 1992, ripeto, l'Amministrazione regionale cercava di spingere per la privatizzazione. Si è verificata la stessa cosa nel 1993 quando abbiamo ripreso la strada al mese di settembre e forse lì con il senno di poi un piccolo errore lo abbiamo fatto nel forzare un po' il documento della Commissione che diceva che né Sitav né Finoper avrebbero avuto tutti i requisiti, ma l'interesse della Regione era quello di cercare di superare qualche piccola difficoltà per arrivare a concludere. E in effetti, fatta la piccola forzatura per la questione della Sitav, c'è stata la bocciatura del Consiglio di Stato. Questo per rispondere a quanto diceva Tibaldi che sosteneva che non c'era la volontà di arrivare alla privatizzazione.

Tutto questo è dimostrabile a partire dal 1993 in avanti perché bisogna anche ricordare che l'Amministrazione regionale, pur di arrivare a concludere questa vicenda, aveva soprasseduto a ricorrere al Consiglio di Stato sempre nello spirito di non far perdere tempo e di avviarsi su una strada che portasse a quello che può essere l'interesse principale dell'Amministrazione regionale. Quindi direi che mai illegittimamente è stata esclusa la Finoper o la Sitav prima, ma che la volontà dell'Amministrazione regionale è sempre stata quella di arrivare alla privatizzazione.

Capisco che ci sia una posizione un po' di parte anche se mi ha fatto piacere sentire dalle forze di opposizione che le uniche cose che si possono attribuire come colpe a questa maggioranza e a questa Giunta sono quelle di essere stati messi al corrente come consiglieri un po' tardi, ma se andiamo ad analizzare tutti i documenti che ci sono stati presentati dal Presidente della Giunta un mese fa, vediamo che non avrebbe potuto fare diversamente. Infatti, se ci avesse messo al corrente di cose già ricevute in precedenza, avremmo avuto della documentazione incompleta quindi, anche la Giunta, nella speranza di poter portare al più presto in Commissione e in Consiglio, aspettava sempre queste risposte definitive tant'è vero che - come risulta dalla documentazione - ancora fra l'11, il 12 e il 13 marzo sono state fatte delle variazioni fondamentali all'interno della Finoper.

A partire da settembre per arrivare al mese di gennaio, quando Finoper ha risposto con le prime lettere, di cose all'interno della Società ne sono cambiate molte: il fatto della divisione di Finoper, il passaggio continuo di azioni annullate o emissione di nuove azioni così come queste azioni che prima da una finanziaria passavano ad un'altra società S.r.l. di 20 milioni circa che detiene azioni per 41 miliardi della Finoper, quando si vedono queste cose bisogna cominciare a drizzare le antenne. Si è verificato che una società è passata dal marito alla moglie proprio alla vigilia della presentazione della documentazione, l'Amministrazione regionale chiedeva infatti i nomi degli azionisti e la documentazione della situazione di questi azionisti. Evidentemente il fatto che qualcuno proprietario di una società e proprietario di un'altra società, dove tutte e due le società hanno come scopo la gestione di Casinò, portava automaticamente all'esclusione per mancanza di rispetto della non concorrenza quindi, anche per la Giunta era difficile dare la documentazione prima del 13 marzo, giorno in cui è arrivata in Regione questa documentazione.

Vittoria della Regione: di questo sono convinto e penso che possiamo dirlo tranquillamente e sono d'accordo con il Consigliere Linty nel dire che non tanto per quelle che potrebbero essere le motivazioni proprie delle società, ma soprattutto per il fatto comportamentale. In tutti questi anni mai nessuno si è permesso di avere un certo comportamento nei confronti dell'Amministrazione regionale. Questi invece sistematicamente in ogni lettera che mandavano davano degli aut aut all'Amministrazione regionale chiedendo di sapere per quando era fissata la firma della convenzione, prima ancora di aver risposto alle richieste di documentazione dell'Amministrazione regionale.

Chi non si ricorda di quella lettera minatoria che ci è stata mandata un po' di tempo fa, dove si diceva: cari consiglieri, se non votate in questo modo, correte dei grossi rischi. Ed ora dal Tribunale di Roma viene chiesto al Consiglio regionale, un'istituzione, di soprassedere perché devono essere verificate alcune cose... cos'è? Sì, loro hanno chiesto, chiedo scusa; la richiesta è loro di ordinare al Consiglio regionale di soprassedere e davano la possibilità di inviare via fax la disponibilità di aspettare fino al 16.

Questi sono dei comportamenti che ci devono far riflettere in qualunque momento e in qualunque occasione quando ci troviamo a trattare con gente che si comporta in questo modo. Nessuno si può permettere di dire all'Amministrazione regionale cosa deve fare. Credo che sia il Consiglio regionale che debba valutare in cuor suo qual è l'interesse dell'Amministrazione regionale.

Président La parole au Conseiller Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) Penso che la Giunta e questa maggioranza abbiano operato coerentemente rispetto all'obiettivo che era quello di arrivare all'affidamento ad un gestore privato della Casa da gioco di Saint-Vincent e che, rispetto a quest'obiettivo, siano state assunte una serie di azioni coerenti compreso il commissariamento della Casa da gioco.

Per motivi evidenti e chiaramente illustrati nella relazione e contenuti nella delibera, non è stato possibile raggiungere quest'obiettivo.

Comunque sottolineo come la nostra posizione è quella che bisogna andare nella direzione di affidare ad un privato la gestione della Casa da gioco, la soluzione può anche essere una gara europea, ma in sostanza credo che questa linea che ha seguito il Consiglio regionale nei passati cinque anni debba proseguire anche nel futuro.

Con questo dichiaro il totale assenso del Gruppo che rappresento con la deliberazione che è in discussione oggi e annuncio voto favorevole.

Président S'il n'y a plus d'autres conseillers qui demandent la parole, je déclare close la discussion générale. La parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Permettez-moi en fin de débat quelques considérations et une remarque d'ordre politique.

Les considérations sont tout d'abord sur la méthode vu qu'il nous a été reproché un certain procédé. Quelqu'un a même affirmé: pourquoi vous vous êtes tu jusqu'au 8 avril?

Je voudrais préciser - et ce qui a été transmis à la IVème Commission et donc ce que Monsieur Tibaldi a dans ses mains peut le prouver - que nous avons, chaque fois qu'un résultat avait été obtenu, transmis à la Commission la documentation y afférente. Nous l'avons fait quand la Société Finoper a exprimé son accord sur l'ébauche de convention, nous n'aurions évidemment pu le faire avant. Nous nous étions rendus néanmoins en IVème Commission pour présenter le contenu de cette ébauche. Par ailleurs nous avons transmis, également à partir du mois de mars la documentation vu que nous ne l'avons pas eu avant. La documentation a été transmise à la fin janvier - notre requête était du 17 septembre - après un examen et après que le 2 mars nous avons sollicité la Société de nous transmettre toute la documentation ou l'ultérieure documentation, c'est seulement le 13 mars que nous l'avons reçue et c'est aussitôt que nous l'avons transmise. Comme nous avons aussitôt transmis, Monsieur Tibaldi, le 1er avril et le 7 avril un double du courrier entre la Région et Finoper dans lequel on faisait état des éléments qui aujourd'hui nous amènent à exprimer une série de considérations. Nous n'acceptons donc pas cette remarque d'avoir voulu cacher quelque chose. Au contraire, nous avons toujours voulu faire connaître tout d'abord aux membres de la IVème Commission, mais également aux autres conseillers, les documents qui étaient en notre possession.

C'est vrai, il y a le jugement final. J'ai été en IVème Commission le même jour, le 8 avril, et j'ai donné copie de cet avis à tous les membres de la Commission. En tout cas ce n'est pas l'élément fondamental.

Quant aux deux autres remarques que je voulais exprimer, l'une: ce n'est pas vrai que la gestion extraordinaire "è a scapito delle finanze regionali". Nous pouvons discuter sur le sens et le contenu des déficits comptables, des comptes rendus de la gestion extraordinaire, mais c'est autre question; car mais nous ne pouvons pas transposer ces considérations au budget de la Région, vu que les données réelles sont là pour prouver que la gestion extraordinaire a permis à la Région d'avoir une augmentation des recettes; donc, on ne peut affirmer que cette gestion extraordinaire s'exerce "a scapito delle finanze regionali". Par ailleurs on ne peut affirmer qu'avec le renvoi au Conseil régional de la prochaine législature l'on ait voulu interrompre le processus de la privatisation. C'est une interprétation de Monsieur Tibaldi. Nous avons voulu simplement exprimer l'impossibilité de ce Conseil de prendre une position à cet égard et donc nécessairement ce sera le prochain Conseil régional qui s'exprimera à ce sujet. On ne peut pas prendre cette affirmation pour conclure que nous avons voulu mettre fin au parcours de la privatisation. Ce sera le prochain Conseil qui, dans son autonomie, en discutera; donc, nous ne pouvons pas accepter cette remarque.

Enfin, la dernière considération est d'ordre politique. Le vote sur cette délibération est un vote qui implique une responsabilité; nous comprenons parfaitement qu'il y ait un jeu politique. Il y a une majorité et une opposition donc, surtout à la veille d'une campagne électorale, on ne peut s'exprimer librement d'une certaine façon. Il faut maintenir une différence entre majorité et opposition et garder une diversité. Nous le comprenons, nous l'acceptons.

Nous avons espéré, c'est vrai, que sur ce thème l'on pourrait dépasser ce clivage traditionnel et, au-delà des grands discours sur l'avenir du Val d'Aoste pour une fois sur un thème de ce genre manifester concrètement une unanimité de l'Assemblée. C'était un espoir et à plus forte raison nous apprécions l'attitude de Monsieur Linty qui a voulu clairement exprimer sa position et a apporté son soutien à une décision qui n'est pas une décision simple. C'est pour cette raison que dans la présentation je faisais référence au sens de la responsabilité que reflétait l'adoption d'une décision qui est grave, une décision que nous avons prise responsablement, conscients surtout de ses retombées et de son importance.

C'est donc avec ces considérations que je conclue mon intervention. Ce sera au prochain Conseil de reprendre cet argument et d'en décider; en ce qui nous concerne, nous n'avons jamais imaginé que par cet acte le processus de privatisation de la maison de jeu serait terminé. Au contraire, mais ce sera au prochain Conseil et aux futurs conseillers d'en définir les termes de la question.

Président On vote le nouveau texte prédisposé par la IVème Commission avec les amendements proposés par le Président du Gouvernement, dont je donne la lecture:

Emendamenti 1) Premesse punto b) - quarto paragrafo, ultima riga:

sostituire "pignoramento giudiziario" con "procedimento esecutivo giudiziario".

2) Premesse punto b - sesto paragrafo, penultima riga:

dopo "scissione" aggiungere "avvenuta il 31 ottobre 1997, trascritta il 12 novembre 1997, pubblicata sulla G.U. del 24 novembre 1997 e comunicata dalla Finoper con lettera del 13 marzo 1998".

3) Premesse punto b - sesto paragrafo, ultima riga:

dopo "azionisti" aggiungere "avvenuto in data 12 marzo 1998 e comunicato dalla Finoper con lettera del 13 marzo 1998".

4) Premesse punto b - pagina cinque:

dopo le parole "delibera del Consiglio regionale n. 2593/X del 22 maggio 1997" inserire i seguenti commi:

- preso atto che in data 10 aprile 1998 la società Finoper depositava presso il Tribunale di Roma un ricorso ex articoli 669 ter e 700 c.p.c. richiedendo che, inaudita altera parte, fosse ordinato al Consiglio regionale della Valle d'Aosta "di astenersi - quanto meno sino all'udienza che sarà fissata ex articolo 669 sexies c.p.c. - dall'adozione di atti e provvedimenti" in relazione alla determinazione dell'esito del procedimento per l'affidamento della Casa da Gioco di Saint Vincent;

- preso atto altresì che in data 11 aprile 1998 il Presidente del Tribunale di Roma ha ritenuto che "non ricorrono i presupposti per provvedere con decreto" ed ha fissato per la comparizione delle parti davanti all'istruttore l'udienza del 16 aprile 1998, ore 12;

- ritenuto peraltro che il Presidente del Tribunale di Roma, pur emergendo dal ricorso della Finoper che il Consiglio regionale era stato convocato per i giorni 14 e 15 aprile 1998, non ha imposto allo stesso Consiglio regionale né l'astensione dalla decisione in merito, né il rinvio della seduta stessa, peraltro legalmente impossibile attesa la scadenza della legislatura, rinviando la comparizione delle parti a data successiva alla seduta consiliare;

- preso atto che, in data 14 aprile 1998, la Finoper ha trasmesso una lettera, inviata anche a tutti i Consiglieri regionali, nella quale ritiene di fornire informazioni su alcuni dei fatti che erano stati oggetto di richiesta della Regione senza, peraltro, suffragarle con sufficiente documentazione e che, per tali informazioni, la stessa società, con nota del 6 aprile 1998, aveva in gran parte negato di averle, o di poter comunque fornirle;

- ritenuto che l'invio di tale lettera è tardivo, in quanto avviene a quasi un mese dalla specifica richiesta della Regione, in data 21 marzo 1998, con la quale si domandava, tra l'altro, di produrre tutta la documentazione relativa alla procedura esecutiva mobiliare pendente dinanzi alla Pretura di Torino, nella quale la Finoper si è costituita in opposizione ex articoli 210 e 211 c.p.c., e, soprattutto, in quanto la stessa è pervenuta il giorno medesimo dell'ultima convocazione utile in sessione straordinaria e urgente del Consiglio regionale, recante all'ordine del giorno "- determinazione dell'esito del procedimento per l'affidamento della Casa da Gioco di Saint Vincent -";

- preso atto altresì che tra i documenti richiesti con lettera del 21 marzo 1998 è stato prodotto esclusivamente l'ordine di esibizione del Pretore di Torino datato 31 ottobre 1997, senza, peraltro, che venisse prodotto alcun altro documento del procedimento di opposizione de quo e quindi senza che si potesse meglio comprendere la posizione di Finoper;

- ritenuto altresì che la ricostruzione offerta dalla Finoper nella lettera del 14 aprile 1998 non aggiunge alcun ulteriore elemento positivo e probante al fine di stabilire in maniera più certa, rispetto alla documentazione anteriormente fornita, l'assenza di procedimenti esecutivi nei confronti delle azioni Finoper, limitandosi ad affermazioni non suffragate da alcuna documentazione probatoria atta a fornire positiva dimostrazione dell'esistenza in capo a Finoper dei requisiti di trasparenza ed affidabilità, di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 2597/X del 22 maggio 1997;

Président On vote le texte amendé:

Deliberazione Il Consiglio

Richiamata la propria precedente deliberazione n. 2593/X in data 22 maggio 1997 con la quale si delegava la Giunta regionale ad avviare la trattativa privata con la Società FINOPER S.p.A. per l'affidamento in concessione della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent, finalizzando la trattativa al raggiungimento dei risultati indicati al punto 4 del dispositivo e verificando, nel corso della trattativa, la trasparenza ed affidabilità dell'azionariato;

Atteso che:

a) per quanto riguarda il raggiungimento dei risultati indicati al punto 4 del dispositivo:

- la Giunta regionale, per il tramite di una sua delegazione, ha perfezionato numerosi incontri con la Società in questione al fine di concordare una bozza di contratto per la gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;

- nel corso della trattativa il Presidente della Giunta regionale ha relazionato alla IV Commissione Consiliare in merito agli sviluppi della stessa;

- nel corso della trattativa si è ritenuto necessario prevedere una durata della convenzione novennale rispetto alle indicazioni fornite dal Consiglio regionale con la deliberazione n. 2593 sopracitata che prevedeva la scadenza della convenzione al 31 dicembre 2003, in quanto la realizzazione degli investimenti previsti nella Casa da Gioco avranno una durata superiore alla data di scadenza indicata dal Consiglio regionale;

- con nota in data 13 febbraio 1998 il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso alla Società FINOPER S.p.A. una bozza di convenzione specificando che tale bozza non ha natura di offerta contrattuale in quanto a mente del punto 6) della delibera del Consiglio regionale 2593/X del 22 maggio 1997 è di competenza del Consiglio stesso l'approvazione del testo definitivo della proposta di convenzione;

- la Società FINOPER S.p.A. con nota in data 26 febbraio 1998 ha comunicato la propria disponibilità a stipulare la convenzione nel testo trasmesso con lettera sopracitata in data 13 febbraio 1998, ponendo come condizione che il testo venga approvato dal Consiglio regionale senza modificazioni e che la stipulazione del contratto venga perfezionata entro lo scioglimento del Consiglio stesso;

b) per quanto riguarda la verifica della trasparenza ed affidabilità dell'azionariato:

- la Presidenza della Giunta regionale con lettera del 17 settembre 1997, richiedeva alla FINOPER la documentazione ritenuta necessaria per verificare la presenza del requisito di trasparenza ed affidabilità. L'elenco dei documenti richiesti ripeteva esattamente quello richiesto dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 74/X in data 26 luglio 1993;

- la FINOPER, prima con lettera del 19 novembre 1997 si limitava a contestare la documentazione richiesta, e poi, con lettere del 7 gennaio 1998, 27 gennaio 1998 e 29 gennaio 1998, inviava gran parte della documentazione richiesta;

- con delibera n. 508 in data 16 febbraio 1998 la Giunta regionale affidava l'incarico all'Avv. Andrea Comba di Torino di formulare un parere sulla verifica dell'esistenza dei requisiti di trasparenza ed affidabilità dell'azionariato della Società FINOPER S.p.A. con facoltà per il legale incaricato, ove fosse ritenuto opportuno, di avvalersi di esperti in campo societario e finanziario;

- in data 2 marzo 1998 la Regione Valle d'Aosta inviava una lettera alla Finoper, nella quale richiedeva l'invio dei documenti ancora mancanti, l'integrazione di quelli incompleti e alcuni chiarimenti in merito ad alcuni documenti che sembravano fornire informazioni contraddittorie, nonché l'aggiornamento degli stessi; chiedeva, inoltre, conto di alcune recentissime notizie di stampa le quali riportavano della presenza di un procedimento esecutivo nei confronti di una significativa parte del capitale FINOPER, la quale sarebbe stata sottoposta a procedimento esecutivo giudiziario;

- la FINOPER, con lettera del 13 marzo 1998, prot. n. 7913, trasmetteva parte della documentazione richiesta e contestava la richiesta di produzione di nuova documentazione, in quanto ripetitiva rispetto a quella precedente, in parte inedita ed in parte finalizzata all'acquisizione di elementi che non avrebbero potuto essere oggetto di valutazione da parte della Regione;

- la Regione, avendo verificato che, in effetti, sussisteva presso la Pretura di Torino un procedimento esecutivo mobiliare promosso dal Sig. Marcello De Giovanni nei confronti della San Giorgio Finanziaria S.p.A. nel quale - come successivamente precisato dalla stessa FINOPER - la FINOPER era intervenuta in opposizione ex articoli 210 e 211 c.p.c. ed avendo constatato che tali estremi coincidevano con le notizie di fonte giornalistica, secondo le quali l'esecuzione mobiliare aveva ad oggetto il 40 percento delle azioni FINOPER, riteneva opportuno chiedere alla FINOPER di fornire spiegazioni sul punto, attraverso la consegna di copia degli atti processuali e di altri documenti. Inoltre, la Regione richiedeva un'aggiornata documentazione contabile sul gruppo FINOPER, non ritenendo più significativa quella in suo possesso dopo l'operazione di scissione avvenuta il 31 ottobre 1997, trascritta il 12 novembre 1997, pubblicata sulla G.U. del 24 novembre 1997 e comunicata dalla Finoper con lettera del 13 marzo 1998 ed il successivo trasferimento delle azioni FINOPER S.p.A. ad altri azionisti avvenuto in data 12 marzo 1998 e comunicato dalla Finoper con lettera del 13 marzo 1998;

- la FINOPER, con lettera del 26 marzo 1998, da una parte confermava l'esistenza del procedimento esecutivo mobiliare, nel quale dichiarava di essere intervenuta in opposizione ex articoli 210 e 211 c.p.c., ma dall'altra rifiutava di inviare gli atti processuali e gran parte dell'altra documentazione richiesta, motivando a vario titolo la mancata produzione della documentazione richiesta e non inviata e contestando la richiesta di dati e di documenti di cui alla lettera 21 marzo 1998 della Regione. Con lettera del 31 marzo 1998, poi, dichiarando che il bilancio consolidato di gruppo non era ancora disponibile, inviava un'attestazione circa l'ammontare del patrimonio consolidato di gruppo;

- la Regione, con lettera 2 aprile 1998, prot. 3220/5Gab., avendo ritenuto che, almeno per alcuni dei documenti richiesti con la lettera del 26 marzo 1998, non poteva sussistere alcun impedimento alla loro produzione, insisteva nella domanda alla FINOPER di consegnare almeno tali documenti entro le ore 18 del 3 aprile 1998;

- la FINOPER rispondeva con lettera 3 aprile 1998, limitandosi ad eccepire l'insufficienza del tempo a disposizione; la Giunta regionale allora, pur rilevando che la richiesta non riguardava documenti nuovi, ma solo parte dei documenti richiesti in precedenza, riteneva comunque di attendere fino alle ore 12 del 7 aprile 1998, posto che un ulteriore slittamento avrebbe reso impossibile la decisione prima della fine della Legislatura;

- la FINOPER, con lettera 6 aprile 1998, ribadiva che i documenti richiesti non erano rilevanti per la verifica della trasparenza ed affidabilità e dunque rifiutava nuovamente e definitivamente di produrli;

- in data 8 aprile 1998, l'Avv. Comba rendeva il parere richiesto, nel quale affermava che la nozione di trasparenza ed affidabilità sempre seguita dalla Giunta regionale, sia nella fase della preselezione che in quella della trattativa, si richiamava ai criteri del D.P.R. 27 giugno 1985, n. 350, articoli 5, 6 e 7, il quale detta i parametri di trasparenza ed onorabilità che le banche centrali debbono verificare per autorizzare le Società richiedenti all'esercizio del credito. Tale nozione è poi stata meglio specificata, proprio in relazione alla vicenda relativa all'affidamento della concessione per la Casa da Gioco di Saint-Vincent, dalle sentenze T.A.R. Valle d'Aosta 20 maggio 1994, n. 65 e Consiglio di Stato, sez. IV, 16 ottobre 1995, n. 817 ed ulteriormente confermata con la sentenza T.A.R. Valle d'Aosta 18 aprile 1996, n. 85. In base a tale giurisprudenza, "l'esistenza di provvedimenti di sequestro che avevano ad oggetto azioni della Società e che avevano attribuito a terzi l'esercizio del voto ostavano, come ognuno intende, al libero esercizio del voto da parte degli azionisti, a nulla rilevando che fossero noti i nomi degli aventi diritto al voto". E, sempre secondo i giudici amministrativi, tale situazione impediva il verificarsi del requisito di trasparenza ed affidabilità. Pertanto, in base alla citata giurisprudenza, la nozione di affidabilità va intesa anche nel senso di "governabilità" della Società, così che è da escludere la presenza di tal requisito in presenza di provvedimenti che attribuiscono a terzi il diritto di voto degli azionisti, anche se per un numero di azioni inferiore alla metà del capitale votante;

Inoltre, l'Avv. Comba riteneva che, qualora fossero risultate fondate le notizie circa la presenza di un procedimento esecutivo nei confronti di azioni FINOPER, vi sarebbero stati fondati motivi per ritenere che la FINOPER, se avesse stipulato la Convenzione con la Regione secondo la bozza inviata dalla stessa con nota in data 13 febbraio 1998, non avrebbe potuto ottemperare al dettato dell'articolo 2 di tale bozza. Infatti, tale articolo, per consentire alla Regione la verifica sulla permanenza del requisito di trasparenza ed affidabilità, avrebbe obbligato FINOPER a comunicare preventivamente eventuali trasferimenti di quote tra i suoi azionisti, nonché a fornire preventivamente la documentazione richiesta sulle qualità morali dei nuovi azionisti. Invece, qualora il procedimento esecutivo terminasse, come è nel suo corso naturale, in una vendita forzata, il nuovo proprietario delle azioni FINOPER sarebbe noto solo al termine dell'asta, senza possibilità per la FINOPER di adempiere al suo obbligo di comunicazione preventiva, previsto dall'articolo 2 della bozza di Convenzione. Se così fosse, la FINOPER avrebbe potuto trovarsi fin dall'inizio nell'impossibilità di adempiere ad un articolo della bozza di Convenzione da essa stessa ritenuta accettabile, la cui violazione avrebbe comportato la revoca della Convenzione stessa, ex articolo 19;

L'Avv. Comba riteneva, dunque, doverosa la richiesta avanzata dalla Regione di ulteriori informazioni circa la presenza di un procedimento esecutivo mobiliare nei confronti di azioni FINOPER. Poiché sussisteva il fondato convincimento circa l'esistenza di tale procedimento (sulla base di notizie giornalistiche, suffragate da informazioni ricavate dai pubblici registri della Pretura di Torino) era necessario che la Giunta segnalasse alla FINOPER la situazione, offrendole la possibilità di fugare ogni dubbio attraverso la consegna di determinati documenti;

Le motivazioni addotte dalla FINOPER nella lettera del 26 marzo 1998 per giustificare il mancato invio di gran parte dei documenti richiesti erano ritenute dall'Avv. Comba almeno parzialmente infondate, in quanto si basavano o su impossibilità giuridiche o materiali non sempre fondate ovvero sull'asserita irrilevanza dei documenti richiesti, in contrasto con quanto già determinato dall'Amministrazione regionale;

Né risultava soddisfacente l'ulteriore lettera del 6 aprile 1998, la quale si limitava a ribadire l'irrilevanza dei documenti richiesti;

Il parere concludeva affermando che, allo stato, la Giunta non era "in possesso di elementi sufficienti per verificare positivamente l'esistenza del requisito di trasparenza ed affidabilità dell'azionariato di FINOPER S.p.A., di cui al punto 4 della D.C.R. 22 maggio 1997, n. 2593/X in quanto la FINOPER non ha consegnato parte dei documenti richiesti";

Ritenuto di condividere l'operato della Giunta e la determinazione della stessa di richiedere i documenti necessari per verificare la trasparenza ed affidabilità della FINOPER S.p.A.;

Ritenuto, in particolare, di condividere la determinazione della Giunta di richiedere approfondimenti documentali circa l'ipotesi di un procedimento esecutivo mobiliare in corso su azioni FINOPER, sia in relazione alla presenza del requisito di trasparenza ed affidabilità, sia in relazione all'eventuale possibilità per FINOPER di rispettare l'articolo 2 della bozza di Convenzione;

Ritenuto che, poiché sussistevano elementi oggettivi di riscontro (le notizie giornalistiche, suffragate dagli estremi riscontrati presso la Pretura di Torino), non erano sufficienti le dichiarazioni della FINOPER, ma era necessario ottenere proprio i documenti richiesti;

Ritenuto, pertanto, che il mancato invio della documentazione richiesta non ha consentito di ottenere la positiva dimostrazione dell'esistenza in capo a FINOPER dei requisiti di trasparenza ed affidabilità di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 2593/X del 22 maggio 1997:

- preso atto che in data 10 aprile 1998 la società Finoper depositava presso il Tribunale di Roma un ricorso ex articoli 669 ter e 700 c.p.c. richiedendo che, inaudita altera parte, fosse ordinato al Consiglio regionale della Valle d'Aosta "di astenersi - quanto meno sino all'udienza che sarà fissata ex articolo 669 sexies c.p.c. - dall'adozione di atti e provvedimenti" in relazione alla determinazione dell'esito del procedimento per l'affidamento della Casa da Gioco di Saint Vincent;

- preso atto altresì che in data 11 aprile 1998 il Presidente del Tribunale di Roma ha ritenuto che "non ricorrono i presupposti per provvedere con decreto" ed ha fissato per la comparizione delle parti davanti all'istruttore l'udienza del 16 aprile 1998, ore 12;

- ritenuto peraltro che il Presidente del Tribunale di Roma, pur emergendo dal ricorso della Finoper che il Consiglio regionale era stato convocato per i giorni 14 e 15 aprile 1998, non ha imposto allo stesso Consiglio regionale né l'astensione dalla decisione in merito, né il rinvio della seduta stessa, peraltro legalmente impossibile attesa la scadenza della legislatura, rinviando la comparizione delle parti a data successiva alla seduta consiliare;

- preso atto che, in data 14 aprile 1998, la Finoper ha trasmesso una lettera, inviata anche a tutti i Consiglieri regionali, nella quale ritiene di fornire informazioni su alcuni dei fatti che erano stati oggetto di richiesta della Regione senza, peraltro, suffragarle con sufficiente documentazione e che, per tali informazioni, la stessa società, con nota del 6 aprile 1998, aveva in gran parte negato di averle, o di poter comunque fornirle;

- ritenuto che l'invio di tale lettera è tardivo, in quanto avviene a quasi un mese dalla specifica richiesta della Regione, in data 21 marzo 1998, con la quale si domandava, tra l'altro, di produrre tutta la documentazione relativa alla procedura esecutiva mobiliare pendente dinanzi alla Pretura di Torino, nella quale la Finoper si è costituita in opposizione ex articoli 210 e 211 c.p.c., e, soprattutto, in quanto la stessa è pervenuta il giorno medesimo dell'ultima convocazione utile in sessione straordinaria e urgente del Consiglio regionale, recante all'ordine del giorno "- determinazione dell'esito del procedimento per l'affidamento della Casa da Gioco di Saint Vincent -";

- preso atto altresì che tra i documenti richiesti con lettera del 21 marzo 1998 è stato prodotto esclusivamente l'ordine di esibizione del Pretore di Torino datato 31 ottobre 1997, senza, peraltro, che venisse prodotto alcun altro documento del procedimento di opposizione de quo e quindi senza che si potesse meglio comprendere la posizione di Finoper;

- ritenuto altresì che la ricostruzione offerta dalla Finoper nella lettera del 14 aprile 1998 non aggiunge alcun ulteriore elemento positivo e probante al fine di stabilire in maniera più certa, rispetto alla documentazione anteriormente fornita, l'assenza di procedimenti esecutivi nei confronti delle azioni Finoper, limitandosi ad affermazioni non suffragate da alcuna documentazione probatoria atta a fornire positiva dimostrazione dell'esistenza in capo a Finoper dei requisiti di trasparenza ed affidabilità, di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 2597/X del 22 maggio 1997;

Richiamata la deliberazione della Giunta n. 4853, in data 30 dicembre 1997, concernente l'approvazione del bilancio di gestione per l'anno 1998 e per il triennio 1998/2000, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative, nonché la circolare n. 02 in data 15 gennaio 1998 (prot. n. 861/5FIN);

Richiamati i decreti legislativi n. 320/1994 e n. 44/1998;

Visto il parere favorevole di legittimità rilasciato dal Coordinatore dell'Ufficio di Gabinetto della Presidenza della Giunta ai sensi dell'articolo 72 della L.R. n. 3/1956 e successive modificazioni, e del combinato disposto degli articoli 13 - comma 1 lett. e) e 59 - comma 2 - della L.R. n. 45/1995, sulla presente deliberazione;

Delibera

1) di prendere atto che per i motivi in premessa indicati non esistono allo stato attuale i requisiti di trasparenza ed affidabilità dell'azionariato della Società FINOPER S.p.A.;

2) di non potere, pertanto, autorizzare il Presidente della Giunta regionale a sottoscrivere la Convenzione con la Società FINOPER S.p.A.;

3) di dichiarare, pertanto, chiusa infruttuosamente la trattativa privata per l'affidamento della gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent;

4) di demandare al prossimo Consiglio regionale ogni decisione in merito alle future modalità di gestione della Casa da Gioco di Saint-Vincent.

Présents: 32

Votants et favorables: 24

Abstenus: 8 (Aloisi, Collé, Chiarello, Dujany, Lanièce, Lanivi, Marguerettaz e Tibaldi)

Le Conseil approuve

Président A la fin de ce dernier Conseil extraordinaire et donc à la conclusion de la Xème législature permettez-moi quelques considérations. Une législature, celle que nous allons conclure, qui vient après celle de 1988-1993 qui avait connu deux crises politiques: le "ribaltone" de 1990 et le "controribaltone" du mois de mai de 1992, à la suite des élections politiques du mois d'avril 1992. Une législature qui avait été troublée par l'intervention de l'autorité judiciaire.

Dans cette législature nous pouvons dire que le Conseil régional a pu oeuvrer pendant ces cinq ans avec une certaine tranquillité et qu'il a abordé des problèmes importants pour notre Pays. Cela grâce à un Gouvernement et à une majorité quoiqu'un peu hétérogène, mais active et grâce aussi bien sûr à une opposition qui s'est bien acquittée de sa tâche d'une façon correcte et je dirais même polie.

Une majorité à vrai dire qui a été pendant plus de 4 ans très large, ce qui en partie a pénalisé un peu l'opposition; à remarquer que dans le système majoritaire en 1954 et en 1959 l'opposition à l'époque comptait 10 élus tandis que jusqu'au mois de septembre dernier l'opposition actuellement ne comptait que 7 conseillers. De plus les membres de l'opposition étaient tous des nouveaux élus, ce qui au début n'a pas facilité son action.

Malgré cela, je peux affirmer que ce Conseil a fait du bon travail au service de la Communauté valdôtaine en raison de la qualité des projets abordés et réalisés.

Sûrement, au point de vue de la quantité, l'activité a été inférieure que dans le passé, nous avons des données et d'ailleurs les données sur le numéro des séances, des objets traités, des lois présentées et approuvées, ainsi que de la fonction d'inspection et politique, sont là pour témoigner ce que je viens de dire, mais des lois importantes ont été approuvées par le Conseil régional et déjà en application; pour en citer quelques-uns: la modification de la loi électorale, l'achat de l'hôpital, la loi n° 45 sur le personnel, la loi sur les travaux publics, la loi sur les constructions, la loi d'urbanisme; il y en a plusieurs. Ainsi que je ne veux pas oublier les lois approuvées dans ces jours: la loi sur l'université et celles qu'on vient d'approuver ce soir.

Mais le Conseil régional ne s'est pas limité à une vision locale; il s'est ouvert, il a lancé des initiatives au niveau européen et au niveau international, malheureusement toujours dans les limites prévues par les dispositions d'application du Statut et par les limites prévues par les lois de l'Etat italien.

Je crois pouvoir dire que l'image dans son ensemble de notre Région est davantage améliorée après ces cinq ans. Certes, chacun de nous avait peut-être un rêve et un objectif à réaliser et peut-être il est un peu déçu de ne pas avoir pu faire ce qu'il aurait voulu faire, mais par exemple au début de la législature j'étais convaincu de réaliser le nouveau siège du Conseil régional dans le Palais de Place Roncas ainsi que des bureaux et des services appropriés pour permettre aux élus de mieux remplir leurs fonctions au service de la collectivité. Mais j'ai d'autres regrets: ne pas avoir pu faire paraître la revue et je m'excuse auprès de ceux qui ont travaillé pour sa réalisation, surtout les journalistes qu'on avait nommés. Et encore depuis 1993 j'aurais voulu voir déplacer la Caserma Testafuochi et créer un centre d'exposition avec peut-être un théâtre annexe à sa place. Quelqu'un peut-être dans l'avenir empoignera ces problèmes et les portera à bonne fin.

Le Conseil aurait pu faire mieux et davantage. Peut-être. L'important c'est d'avoir agi dans l'intérêt de la Communauté valdôtaine, conscients du fait qu'on ne peut pas contenter tout le monde. Notre société est malheureusement de plus en plus tournée vers la satisfaction des petits intérêts personnels, vers l'individualisme, le corporatisme et le manque de solidarité.

Le Conseil régional doit toujours garder la vision globale des différentes problématiques, il doit être au service, mais également guide de la Communauté sans se laisser influencer par des groupes d'intérêt venant de n'importe où avec la conviction d'agir tenant compte de l'intérêt général de toute la Communauté valdôtaine et de son particularisme.

Nous nous rendons compte que ce n'est pas facile parce que, malgré tous nos efforts, malgré Portes Ouvertes, un manque de confiance vis-à-vis de la classe politique et des institutions après Tangentopoli existe bel et bien. Pour dépasser cette situation il faut du temps, mais il faut surtout que la classe politique donne le bon exemple, jour après jour, en agissant honnêtement et correctement en tant que Valdôtains avant tout, mais étant également ouverts au monde entier dans une perspective de solidarité et de justice.

Je crois pouvoir dire que nous avons oeuvré dans cette direction, dans la bonne direction. C'est le souhait que je veux faire au nouveau Conseil qui sera élu le 31 mai.

Chers collègues, je tiens donc à vous remercier pour le travail accompli, je sens le devoir de dresser à tous les groupes et à tous les conseillers mon remerciement personnel et celui du Bureau de la Présidence pour la collaboration qu'ils ont assurée à l'activité du Conseil, soit lors des travaux de l'Assemblée soit dans les Commissions du Conseil.

Je souhaite bonne chance et je pense pouvoir le faire au nom de tous ceux qui ne se représenteront plus aux prochaines élections. Je disais, je souhaite bonne chance à tous ceux au contraire qui vont affronter la prochaine campagne électorale, car - comme je l'ai rappelé avant - s'il est bien vrai qu'il y a souvent l'exigence du renouveau, d'autre part il est aussi vrai que les actuels conseillers sont dépositaires d'une expérience qui est précieuse et qui pourra être mise à la disposition de toute la Communauté valdôtaine.

Un remerciement va aux journalistes, qui ont suivi le Conseil pendant ces cinq ans et je tiens à exprimer un remerciement particulier aux collègues du Bureau de la Présidence, à tous les fonctionnaires et à tout le personnel de la Présidence du Conseil pour l'aide et le concours qu'ils ont bien voulu déployer dans ces cinq ans.

Merci pour votre attention, maintenant on peut aller boire le verre à la fin de cette législature.

Les travaux sont terminés.