Objet du Conseil n. 22 du 10 janvier 1975 - Verbale

OGGETTO N. 22/75 - ACCETTAZIONE DELLE DIMISSIONI RASSEGNATE DAL CONSIGLIERE GIULIO DOLCHI DALLA CARICA DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE.

Dolchi (P.C.I.) - Colleghi Consiglieri, allegato al punto n. 3 vi è la mia lettera di dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio, lettera che faceva seguito alle dichiarazioni rese alla chiusura della seduta del 28 dicembre scorso.

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Prot. n. 834

Aosta, lì 31 dicembre 1974

Ill.mo CONSIGLIO REGIONALE

della Regione Autonoma della Valle d'Aosta

AOSTA

Egregi Colleghi,

è ormai convinzione consolidata, - ed alcuni Statuti regionali lo indicano chiaramente -, che la Presidenza del Consiglio, proprio per le maggioranze e le presenze qualificate richieste all'atto della votazione e per la garanzia democratica che deve fornire istituzionalmente, sia assolutamente estranea alle vicende concernenti l'esecutivo.

È mia convinzione però che debba il Consiglio esprimersi anche perché due forze che avevano concorso alla elezione di questa Presidenza passano all'opposizione.

Rassegno pertanto le mie dimissioni da Presidente del Consiglio Regionale e, rimettendo il mio mandato, intendo mettere l'Assemblea in condizioni di liberamente pronunciarsi. Ovviamente assicuro l'espletamento di tutte le funzioni conseguenti al mio incarico fino al pronunciamento del Consiglio.

Così facendo sono convinto di correttamente operare per quella chiarezza che viene da tutti auspicata.

Ringrazio vivamente i colleghi della Presidenza e di tutto il Consiglio nonché i collaboratori ed il personale della Presidenza per la comprensione e la partecipazione che hanno voluto riservare alla mia opera in questo anno e mezzo di comune - ritengo - proficuo lavoro.

Cordiali saluti.

IL PRESIDENTE

(Giulio Dolchi)

Mi sembra superfluo leggerla, l'avete tutti. Vorrei solo ribadire che il mio atto, così come quello di tutti i componenti dell'Ufficio di Presidenza, vuole inserirsi nell'azione di chiarezza politica che ogni eletto e ogni Gruppo in questo Consiglio regionale ha il diritto, ma direi di più, soprattutto il dovere di ricercare e di provocare.

Preciso inoltre che, in considerazione delle implicazioni politiche che assumono queste dimissioni sulle quali sarete chiamati a votare, tali dimissioni sono da considerarsi irrevocabili. Pertanto mi appello alla comprensione e alla cortesia dei colleghi Consiglieri affinché il voto di accettazione sia positivo.

Permettetemi in conclusione di esprimere il mio ringraziamento a tutti i colleghi del Consiglio, i colleghi dell'Ufficio di Presidenza, a tutti i funzionari dal Segretario Generale a tutti i funzionari e al personale della Presidenza del Consiglio per la collaborazione, collaborazione che mi è stata data sinceramente e che è stata riservata non solamente alla mia attività in questo anno e mezzo di Presidenza, ma anche alla mia persona.

È aperta la discussione. La parola al Presidente della Giunta.

Andrione (U.V.) - Abbiamo già espresso il nostro parere politico sull'irrevocabilità delle dimissioni del Presidente Dolchi e non ci ripeteremo. Evidentemente come Consigliere lo ringraziamo di quanto ha fatto in questo Consiglio.

Vorremmo pregare tutto il Consiglio di voler accettare la proposta che farò e cioè di rinviare i seguenti punti dell'ordine del giorno, il n. 4, il n. 5, il n. 6 e il n. 8 al prossimo Consiglio, così come prassi consolidata, e di non procedere oltre nell'accettazione delle dimissioni per permettere ai Vice Presidenti che rimarrebbero in carica fino al prossimo Consiglio di procedere alla necessaria convocazione del Consiglio di fine gennaio. In tale maniera crediamo di assicurare l'ordinario svolgimento dei lavori del Consiglio e, al tempo stesso, di garantire il rispetto delle decisioni politiche che ogni Gruppo autonomamente prende.

Pedrini (P.L.I.) - Signor Presidente, due parole soltanto per dirle che parla un Liberale e che pertanto io sono esattamente sulla barriera opposta in cui lei politicamente ha vissuto e vive. Nonostante questo, io tengo pubblicamente, proprio come Liberale, a darle atto di una Presidenza veramente democratica, di un giudizio positivo che lei ha sempre dato alle varie Commissioni, del lavoro svolto in quest'aula e del lavoro che ha svolto il suo Ufficio di cui io, anche se non ho mai frequentato molto, vedevo l'andirivieni e mi rendevo perfettamente conto di come il lavoro veniva svolto - forse senza con questo negar niente a nessuno - per la prima volta. Un lavoro veramente continuo e diuturno che si svolgeva quotidianamente, cosa che forse mai, in Valle d'Aosta, era avvenuta.

A titolo personale, un ringraziamento per avermi sopportato quando ogni tanto parto in quarta, per la benevolenza che ha avuto nei miei confronti e per l'amicizia che mi lega a Giulio Dolchi a cui voglio qua, pubblicamente, rinnovare la mia stima. Grazie.

Bordon (D.C.) - Altre due parole e mezza. Stavo quasi per pregare l'amico Ramera di voler prendere lui la parola, perché ricorro a lui nei momenti difficili e anche questa volta non è per me un momento facile poiché sono legato da amicizia, vorrei dire quasi d'infanzia, con Giulio Dolchi, il quale non sembra, ma non ha molti anni meno di me. Per me Dolchi è "Dudo". Oggi qui potremmo anche lasciarci prendere dall'emozione, ma cerchiamo di evitare questa cosa.

Io avrei quindi il compito molto facile - potrei associarmi a quanto ha già detto il Consigliere Pedrini - e dare atto della condotta di Dolchi Comunista nella direzione della Presidenza del Consiglio... non vorrei poi che domani mi si dicesse che vi ho fatto troppe lodi! Pertanto devo dirgli che noi non l'abbiamo votato non perché, appunto, non avevamo fiducia in lui, ma per ovvi motivi che qualche volta la politica impone anche contro certe impostazioni. Lo ripeto ancora oggi: ha condotto la Presidenza del Consiglio con signorilità e con quella dovuta correttezza che doveva avere. Chiedo poi il permesso di dire una boutade: per me Dolchi era uno dei Comunisti veramente pericolosi per noi della Democrazia Cristiana, perché col suo savoir faire ci ha messo qualche volta in difficoltà.

Lo ringrazio per tutto quello che ha fatto e, se ci sono state delle intemperanze, penso che facciano parte di una pazienza che il Presidente del Consiglio deve avere con i Consiglieri. Gli siamo stati vicini anche quando voci così esagitate - vorrei dire non molto esperte - lo hanno qualificato come "Fascista" perché manteneva l'ordine in questa aula, e noi, che lo sappiamo Partigiano come lo siamo stati noi, gli siamo stati vicini dandogli se necessario la nostra garanzia, perché Fascista non era.

Non voglio dilungarmi. Sono spiacente quasi di non poter più litigare con Dolchi e quindi chiudo facendogli tanti auguri. Mi riservo però i litigi con il Consigliere Monami, perché sono di un altro tenore, diverso dal suo.

Chanu (D.P.) - A nome del Gruppo dei Democratici Popolari, prendo atto delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio di irrevocabilità delle sue dimissioni. Prendo atto annunciando che il Gruppo dei Democratici Popolari, per coerenza politica, soltanto per coerenza politica e non certo per fatti personali - perché certamente non si saprebbe proprio cosa dire in questo momento - accetterà le dimissioni così rassegnate.

Vorrei sottolineare però in modo particolare l'apprezzamento del nostro Gruppo per questa decisione di rassegnare irrevocabilmente il mandato che il Presidente ha voluto assumere, in quanto la riteniamo rispondente a quei principi fondamentali di deontologia politica che devono essere sempre tenuti presenti, in qualsiasi circostanza, e che il Presidente del Consiglio ha dimostrato di aver sempre tenuto presente in tutte le circostanze.

Indipendentemente dalle funzioni super partes della Presidenza del Consiglio, era fatto indubitabile ed una realtà politica da non scordare la circostanza che il Presidente del Consiglio e tutto l'Ufficio di Presidenza, per quel che riguardava i rappresentanti della passata maggioranza, erano stati designati in virtù di un accordo politico che vedeva protagoniste ben qualificate forze riunitesi per costituire la maggioranza: il Partito Comunista, i Democratici Popolari, il Partito Socialista e l'Union Valdôtaine Progressiste. Le persone designate erano appunto il frutto dell'accordo politico di queste forze e, come tali, rappresentavano anche a livello di Presidente del Consiglio la maggioranza costituitasi. Poiché i fatti di recente verificatisi hanno determinato il venir meno della maggioranza che li ha designati, la presentazione delle dimissioni e l'invito alla presa d'atto delle medesime da parte del Consiglio era l'unica coerente strada che si doveva intraprendere e l'unica coerente strada che il Presidente del Consiglio ha ritenuto di intraprendere. Di ciò gliene diamo atto con vera soddisfazione, si tratta soltanto di sottolineare un atteggiamento di sensibilità politica che gli fa onore, perché se da forza di maggioranza si passa a forza di opposizione, correttezza vuole che il ruolo di opposizione con le limitazioni ed i diritti adesso suoi propri venga assunto con integralità coerente.

È per queste considerazioni che, annunciando a nome del Gruppo Democratico Popolare il voto favorevole alla presa d'atto delle dimissioni del Presidente del Consiglio, in questo momento intendo rivolgere il più vivo apprezzamento per la capacità, la correttezza, l'equilibrio di cui ha dato prova. Mentre presento e preannuncio il voto favorevole per conto del nostro Gruppo alla presa d'atto delle dimissioni degli altri componenti dell'Ufficio di Presidenza volontariamente dimissionari - e di cui io faccio parte - invito personalmente, e a nome del nostro Gruppo, tutti i Gruppi consiliari a prendere atto di dette dimissioni.

Sulla proposta del Presidente della Giunta, poiché non ci sono vuoti né vacanze di potere e benché la si intenda come sottolineatura del principio della continuità - perché fino a quando non ci sarà il nuovo Presidente del Consiglio, quello uscente, anche se le dimissioni del medesimo sono state accettate, potrà continuare nella carica -, io sottolineo che, per mio conto personale, intendo che delle mie dimissioni venga immediatamente preso atto, così come si farà per le dimissioni del Presidente. Ritengo che l'Ufficio di Presidenza non rimarrebbe vuoto e carente, perché la funzione di Presidente del Consiglio può essere ricoperta, così come all'inizio della legislatura, dal Consigliere anziano. Non credo sia il caso di arrestare l'iter della procedura di chiarificazione politica in atto alla semplice presa d'atto delle dimissioni del Presidente e ritengo, qualora non fosse possibile procedere immediatamente all'elezione del Presidente del Consiglio, che si possa anche prendere atto delle dimissioni del Vice Presidente.

Comunque insisto per quel che riguarda la mia posizione personale: che venga preso immediatamente atto delle mie dimissioni successivamente alla presa d'atto delle dimissioni del Presidente.

Milanesio (P.S.I.) - Signor Presidente, io ho due brevi considerazioni di carattere politico e diciamo un'altra di carattere personale.

Evidentemente sulle motivazioni politiche che hanno spinto il Presidente Dolchi a dare le dimissioni possono essere svolte solo considerazioni di opportunità. Riteniamo che il gioco democratico e l'alternarsi delle maggioranze e delle minoranze in questo Consiglio comporti anche la presentazione delle dimissioni da parte del Presidente del Consiglio, anche se lo stesso, all'atto della formazione della Giunta, era stato sollecitato a non dimettersi in quanto, per ammissione dello stesso Presidente della Giunta, questa Giunta veniva considerata di transizione, in attesa della chiarificazione del quadro politico.

Noi prendiamo comunque atto della decisione che il Partito Comunista ha assunto e rispettiamo questa decisione, perché riteniamo rientri nella correttezza e nella legalità.

Ciò detto - anche se da ultimo e quindi mi è più difficile, perché mi sento imbarazzato, sono discorsi che possono sembrare di circostanza e di circostanza non ne voglio fare - vogliamo esternare tutta la nostra umana simpatia a Giulio Dolchi per le indubbie, innegabili capacità umane che ha dimostrato nello svolgere questo delicato compito. Nessuno forse ha ricordato che svolgere il compito di Presidente del Consiglio nella nostra Regione è estremamente difficile, perché è una Regione che, fino a ieri, aveva una struttura, se vogliamo, presidenziale, intesa come una struttura individuantesi nella figura del Presidente della Giunta; è stata tutta una battaglia di persone e di Gruppi per rivalutare la figura e la funzione del Presidente del Consiglio.

Riteniamo che Giulio Dolchi abbia saputo assommare nella sua persona quelle qualità, quelle capacità, quelle aspirazioni e quelle intenzioni che, da parte di molti Gruppi, si volevano riversare sulla Presidenza del Consiglio. Noi accetteremo evidentemente le dimissioni perché sono state motivate in un modo che non ci possono consentire di respingerle, ma vogliamo anche esternare tutta la nostra sincera gratitudine, la nostra sincera amicizia e il nostro senso di rispetto per quello che ha saputo fare.

Jorrioz (P.S.D.I.) - Per dire che accetto e prendo atto di queste dimissioni del Presidente Dolchi.

Non è soltanto il Presidente Dolchi che lascia la Presidenza del Consiglio, ma è l'amico "Dudo", l'amico Comandante Partigiano che ho visto in altri tempi, che adesso come allora ho ammirato e continuo ad ammirare, ad apprezzare, specialmente in questo momento, in questo delicato e difficile lavoro che ha saputo portare avanti con correttezza, con tanto cuore e tanta umanità. Grazie ancora per il lavoro fatto e con tutto l'affetto che mi lega per l'amico Dolchi.

Monami (P.C.I.) - Al Compagno Dolchi penso sia doveroso, anche da parte del Gruppo Comunista, non esprimere considerazioni di carattere politico, l'abbiamo già fatto nelle passate sedute e le ha ben riassunte nella lettera di dimissioni. Vogliono così i discorsi - che diceva Milanesio - fatti di cortesia e di maniera in cui tutti esprimono il ringraziamento al Presidente Dolchi. Consentite, invece, che da questi banchi avvenga il ringraziamento al Comunista Dolchi, di come il Comunista Dolchi ha saputo dirigere questo Consiglio, di come il Comunista Dolchi ha saputo accettare l'incarico e di come il Comunista Dolchi ha saputo rinunciare all'incarico quando il Partito in cui egli milita da tanti anni glielo ha chiesto. Credo che questo sia il migliore dei ringraziamenti che gli possa venire da questi banchi.

Dolchi (P.C.I.) - L'accettazione avviene per votazione segreta e la pallina bianca significa parere favorevole all'accettazione.

Prima di chiamarvi alla votazione, permettete che vi ringrazi di tutto cuore per le parole di partecipazione così cortesi e amichevoli che avete voluto esternare nei confronti e della mia persona e dell'attività svolta. D'altra parte, anche se non sono più Presidente, scendo tra i banchi nel Gruppo Comunista e da quel posto avremmo occasione ancora di confrontarci e di discutere con la stessa franchezza, con la stessa amicizia e con la stessa concretezza con cui, pure da questi differenti posti, abbiamo portato avanti un discorso comune nell'interesse della Valle d'Aosta.

Chiamo quindi il Consiglio a pronunciarsi sull'accettazione delle dimissioni del Presidente del Consiglio; ricordo che la pallina bianca significa parere favorevole e la pallina nera parere contrario. Si passa alla votazione segreta.

VOTAZIONE A SCRUTINIO SEGRETO

Esito della votazione:

Consiglieri presenti e votanti: 34

Voti favorevoli all'accettazione: 30

Voti contrari all'accettazione: 4

Il Consiglio approva.

Si dà atto che il Consigliere Dolchi lascia il banco della Presidenza e che la Presidenza dell'Assemblea viene assunta dal Vice Presidente Chanu.