Objet du Conseil n. 4509 du 13 mars 2025 - Resoconto
OGGETTO N. 4509/XVI - Interpellanza: "Intendimenti del Governo per contrastare l'abbandono delle terre di montagna".
Bertin (Presidente) - Punto n. 44.
Si è prenotato il consigliere Planaz, ne ha facoltà.
Planaz (RV) - Questa è un'altra iniziativa, che segue quella del collega Lavy, dove la tradizione e tutte le pratiche che mantenevano i nostri territori in passato oggi non sempre sono di facile applicazione e, a volte, incontrano delle problematiche di non immediata risoluzione e richiedono un'attenta attenzione, perché poi da questo si determina, al di là di tutto, un aspetto economico, ma anche un mantenimento del territorio, che è la cosa più fondamentale, alla fine, che riguarda un po' tutti e non solo un settore.
Quest'iniziativa vuole portare l'Aula a conoscenza delle problematiche, ma senza creare delle polemiche riguardanti tutta una fascia territoriale della nostra regione, che forse abbiamo già affrontato in altre iniziative, ma non concentrate come quella che abbiamo presentato in questo Consiglio, ma su delle segnalazioni che sono venute pubbliche. E per prima cito una lettera inviata al direttore di un noto giornale locale, AostaNews24, da un appassionato lettore, e cittadino immagino di quella zona, un'area della Bassa Valle. Queste problematiche sono un po' sparse in tutta la regione, ma forse, nella Bassa Valle, a conseguenza del territorio che c'è, dal territorio più difficile da lavorare, meno remunerativo, anche i piccoli appezzamenti rendono più difficile il mantenimento di queste aree e di conseguenza... Non tutte, perché in molti casi molti proprietari o gente che ha ereditato parte di queste aree hanno investito, anche senza avere un ritorno economico, pur solo per mantenere sia da una parte tutto l'aspetto tradizionale delle case di famiglia e quant'altro, ma anche una parte di territorio che sennò sarebbe stata abbandonata.
Questa lettera che viene inviata a un giornale - immagino lei, Assessore, l'abbia letta, ma penso come tante altre persone -, lancia un segnale d'allarme per tutta una fascia territoriale che rischia l'abbandono.
Voglio soffermarmi e non andare nello specifico dei contenuti della lettera, ma che poi se noi andiamo a vedere sulle programmazioni del CSR, prima del PSR, erano già delle fasce sotto l'occhio dell'Assessorato all'agricoltura, perché erano delle fasce più vulnerabili, meno remunerabili dal punto di vista lavorativo, molto più dispendiose anche come manodopera e come manualità, perché in certi territori, se non si va manualmente a intervenire su certi appezzamenti, la meccanizzazione oggi non riesce ancora ad avere delle macchine, e qui bisognerebbe dare uno sguardo, visto che ci riempiamo la bocca sovente di intelligenza artificiale, e vedere se si può... siamo ancora lontani, ma nella pianura ci sono già molte attrezzature che sostituiscono una parte dell'operato dell'uomo e vanno a fare delle mansioni che oggi, sia dal punto di vista del personale... Una volta c'erano le grandi famiglie che, per sostentamento del territorio e per necessità, erano costrette a coltivare questi territori, oggi invece ci troviamo un po' più dal punto di vista anche turistico, le gare, le attività, e qui è importante anche avere un'attenzione particolare nella modalità di eventuali finanziamenti che si potrebbero dare a chi ha voglia di recuperare queste aree o di mantenere queste aree.
Dico questo perché ci sono sempre meno persone, anche soprattutto giovani, che sono intenzionate a mantenere o a recuperare certi territori più marginali; però qualcuno c'è, e questo, a nostro avviso, deve avere una grande attenzione da parte del Governo, soprattutto dell'Assessorato all'agricoltura, per cercare di dare al massimo le risposte a chi oggi ha ancora voglia di impegnarsi per mantenere o recuperare parte del territorio che oggi rischia di essere abbandonato.
Ho portato queste due iniziative citando questo articolo e un video che è stato pubblicato da un programma online che si chiama "Telecombat", nel quale è stata intervistata una persona molto conosciuta in Valle, ma anche fuori, per la sua passione e per il suo impegno per tutta la comunità: parliamo di Don Giuliano Reboulaz, che va a elencare tutta una serie di problematiche non gravi, anche comportamentali, di come i nostri avi hanno lasciato il nostro territorio, di quanta fatica c'è stata e c'è ancora, per chi mantiene questi territori e magari anche per chi visita la nostra regione, che ha piacere di ritrovare un bel territorio curato e ben lavorato, che poi significa e rispecchia mantenere un verde, come il verde di casa, che se non si taglia e se non si tiene ordinato, cresce l'erba secca e gialla e lascia al territorio un aspetto non gradito.
Voglio portare queste due testimonianze che sono testimonianze di persone che ricordano un'epoca antica, dove il territorio della nostra regione era mantenuto in un determinato modo e che oggi noi, forse, con tutto l'impegno che noi abbiamo fatto anche come Regione, come investimenti nel passato, ma anche nel presente e nel futuro, forse non siamo riusciti, e non è colpa tutta dell'Amministrazione regionale (tengo a sottolineare questo fatto), ci sono molti fattori - il primo è quello economico, l'altro è quello più strutturale -, per cui forse non siamo riusciti a mantenere abbastanza queste parti di territorio che oggi rischiano di essere abbandonate, talvolta, come viene citato in questa lettera che citavo prima, magari per la mancanza di un servizio di una pista poderale o quant'altro.
Ricordo che ci sono ancora abbastanza aziende della Valle, che trasformano latte o derivati in loco, dove magari non sono servite da servizi o da strade, che fanno ancora un determinato sacrificio per mantenere quegli alpeggi o quei mayen, che però se avessero un servizio poderale, tante volte la luce elettrica che non c'è, avrebbero un po' più comodo a mantenere e a continuare le loro attività e anche lasciare in eredità, se ci fossero degli eredi, una vita migliore che magari può convincere o far pensare a qualche giovane della nostra regione di continuare l'attività.
È per questo che interpelliamo il Governo regionale, per sapere se, alla luce del grido d'allarme proveniente da parte di gente che quotidianamente vive la montagna per lo stato di abbandono - e qui tengo a sottolineare non di tutte le località, perché molte località sono veramente state ristrutturate, sia dal punto di vista dei fabbricati ma anche dal punto di vista territoriale, che lascia un impatto territoriale ben curato e ben mantenuto -, quali siano gli intendimenti per ridurre queste criticità, nonché fornire politiche e misure a lungo periodo per scongiurare il progressivo abbandono delle terre di montagna.
Non è che con questo documento riusciamo ad andare a dare delle risposte immediate, ma a fare una valutazione e a dare o provare a mettere in piedi delle misure che possono far sì di non guardare solo dal punto di vista economico di quelle aree, a dare delle risposte a chi vuole investire in quelle aree, ma anche guardare alla salvaguardia del territorio.
Attendo la sua risposta.
Presidente - Per la risposta, l'assessore Carrel.
Carrel (PA) - Grazie consigliere Planaz per l'illustrazione. Credo che sia corretto utilizzare questa sua iniziativa anche per fare un po' il punto di quanto è stato fatto e come possiamo agire per andare a sostenere quelle che lei giustamente ha chiamato le aree più svantaggiate, più marginali e più difficili da lavorare.
Condivido pertanto pienamente quelle che sono le preoccupazioni che lei ha espresso in merito al fenomeno dell'abbandono delle terre di montagna, che è certamente una problematica complessa e un tema di fondamentale importanza per il futuro delle Regioni alpine, compresa la nostra.
È purtroppo un fatto inequivocabile che detto fenomeno sia una realtà tangibile in diverse aree della Valle d'Aosta, comportando inevitabilmente numerose implicazioni economiche, sociali e ambientali che, per essere arginate, e ove possibile evitate, richiedono un approccio integrato e sinergico da parte della politica, nonché l'individuazione degli strumenti adeguati.
Sin dai primi mesi del mio insediamento ho scelto di organizzare una serie di incontri sul territorio in Alta, Media e Bassa Valle per confrontarmi con i vari attori del settore agricolo (allevatori, agricoltori, viticoltori, rappresentanti dei Consorzi), per ascoltarne le difficoltà e le esigenze e condividere con loro il complemento di sviluppo rurale, il CSR, strumento che definisce le priorità per lo sviluppo agricolo e rurale della nostra Regione, con un focus specifico sulle zone montane e sulla multifunzionalità in agricoltura.
In risposta all'esigenza di rivolgere una maggiore attenzione ai territori di montagna caratterizzati da maggiori difficoltà emerse durante questi confronti, abbiamo agito presentando un emendamento al CSR, discusso in Commissione nel mese di dicembre del 2023, e approvato in Consiglio regionale nel mese di ottobre 2024, che ha permesso di apportare piccole ma significative modifiche ad alcune misure, adottandole alla particolare realtà valdostana.
Analoghi incontri sul territorio - perché giustamente lei ha citato delle lettere pubbliche sui giornali, però io credo che è solamente quando l'Amministrazione scende sul territorio e si confronta con gli interlocutori e gli agricoltori, in questo caso, e gli allevatori, che può prendere coscienza di quelle che sono le difficoltà, non tutto è risolvibile ma sicuramente prenderne coscienza è un primo passaggio - sono stati organizzati anche con i rappresentanti dei Consorzi di miglioramento fondiario e delle Consorterie, che svolgono un ruolo fondamentale nel presidio del territorio e nel mantenimento della viabilità interpoderale e delle infrastrutture irrigue, a seguito dei quali sono state attivate e rafforzate le misure di realizzazione di interventi di manutenzioni straordinarie, con la delibera di Giunta regionale 961/2024, e per la gestione ordinaria delle infrastrutture rurali, con la delibera 815/2023, distribuite su tutto il territorio regionale e spesso collocate in località marginali, e qua rientra in pieno quello che lei ha detto sulle difficoltà che alcuni alpeggi hanno ancora di raggiungimento.
Abbiamo scelto, dopo un confronto con i Consorzi, di intervenire attraverso queste misure proprio per cercare di metterli nelle condizioni di poter agire sui vari territori e dare le risposte concrete che giustamente lei citava.
Durante questi quasi due anni di mandato come Assessore all'agricoltura e risorse naturali, abbiamo messo in atto diverse azioni per contrastare l'abbandono delle terre di montagna, garantendo lo sviluppo delle aziende agricole, agroalimentari e forestali regionali, anche in virtù di quella che è la legge 17/2016, con le successive modifiche che abbiamo apportato in Consiglio regionale con la legge 1/2024, attraverso l'adeguamento dei bandi alle caratteristiche del territorio, alla dimensione aziendale e agli sbocchi commerciali, favorendo le aziende site in aree più depresse; attraverso il sostegno alle aziende agricole che operano in zone montane, incentivandone le produzioni di qualità, la multifunzionalità e il ricambio generazionale, con particolare attenzione all'insediamento dei giovani per la creazione di nuove imprese agricole; o anche attraverso diverse misure, tra quali quelle della monticazione, che sono importanti misure di cui discutiamo quotidianamente ma sono realmente a sostegno di questo problema, oppure quella del pascolamento e degli incentivi e i concorsi genetici, rivolti al settore zootecnico e finalizzate a garantire la presenza e la permanenza di aziende di settore anche in località più critiche; attraverso delle attività promozionali, mirate a valorizzare le tradizioni locali e le produzioni di eccellenza e a rendere più attrattive le zone di montagna.
Ci tengo inoltre a sottolineare che le attività introdotte con la legge n. 1 del 29 gennaio 2024 riservano particolare attenzione ai territori montani più disagiati, dove spesso si trovano piccole, anzi, a volte piccolissime, aziende, solitamente a conduzione familiare, fornendo loro uno strumento snello e flessibile, complementare a quello del CSR, che prevede la possibilità di ottenere dei contributi a fondo perduto per investimenti al di sotto degli 80 mila euro, e questo è tutto scritto all'interno della delibera di Giunta regionale 1337/2024.
In conclusione, al termine della disamina di tutti i provvedimenti posti in essere dall'Assessorato per contrastare l'abbandono delle terre di montagna, voglio ribadire come, per affrontare con successo questa problematica, sia indispensabile ottenere una piena consapevolezza da parte della comunità, la totale condivisione di intenti tra istituzioni e operatori del settore agro-zootecnico e l'impegno costante, sia della società civile, che del mondo della politica, perché abbandonare la montagna significherebbe, per la nostra Regione, mettere a repentaglio tutto il suo sistema economico.
Presidente - Per la replica, consigliere Planaz.
Planaz (RV) - Tengo a sottolineare un piccolo fatto: queste non sono le mie preoccupazioni o del nostro gruppo, ma è quello che viene rappresentato un po' se andiamo, come ha detto lei, in giro per il territorio, dove forse le persone più anziane che hanno vissuto quei periodi, in quelle località oggi magari rischiano o sono già abbandonate, magari ci vivevano, riuscivano a vivere, ad allevare le famiglie, animali e avere la sussistenza necessaria per poter alimentarsi.
Come ho detto prima, non è che con questa iniziativa volessi animare una polemica, ma mettere l'attenzione. E io lo so che ci sono tutta una serie di misure che vanno a incentivare il settore zootecnico, della viticoltura, apistico e di tutti gli ambiti agricoli della nostra regione, però ci sono delle realtà che forse non sono, e mi scusi, lo so che non è riconosciuto né a livello comunitario né a livello statale, che se non si è iscritti come coltivatore diretto o non si ha la mansione non si può accedere a certi fondi, ma ci sono delle aree che forse bisognerebbe vederle con un altro tipo di visione, e non solo dal punto di vista agricolo, ma anche coadiuvarle con quello che a volte ci portano all'attenzione, quello che vedono molte persone che vanno in Trentino, che assemblano sia il fattore turistico, il settore turistico, che quello agricolo, e che riescono a mantenere dei territori, delle strutture e delle attività in zone dove magari, come lei ha citato alcune misure animali, ma non è l'importanza del numero degli animali che sono situati nella zona, ma è la presenza proprio dell'uomo, che non è sempre legata alla zootecnia o a qualche attività in particolare, ma è proprio legata al mantenimento del territorio.
Lei ha citato tutta una serie di incontri che ha fatto sul territorio, io mi ricordo che ero presente a Donnas, dove è stato fatto presente a tutti l'importanza di mantenere i muri a secco dei terrazzamenti delle vigne e quello è anche un altro esempio della nostra agricoltura eroica, che non sempre l'investimento di questi muri per reggere i vitigni e quant'altro riesce a essere sostenibile sul ricavo economico del prodotto, ma mantengono tutta una parete territoriale che, se non ci fosse un minimo di sostegno per mantenerla piano piano, io non dico che magari ci sarebbero delle frane frequenti, ma ci sarebbero più frane, e queste sarebbero delle valutazioni anche per avere una visione sul futuro del mantenimento del nostro territorio e di cercare di coinvolgere tutte le attività. E oggi, con tutti gli strumenti che ci sono, non è mica detto che uno che abita in una zona più marginale, più isolata, magari non sia qualcuno che venga da fuori della nostra regione, che magari ha un lavoro e che, insieme a quel lavoro che può anche condurre sia online o quant'altro, può legare un'attività che può essere anche remunerativa, ma che dia un aspetto gratificante nell'esercitarla, non porta un valore economico immediato però può dare dei frutti, sia come alimenti genuini e far conoscere, soprattutto a chi viene nella nostra regione, una parte di tradizione, di com'era la tradizione agricola valdostana nel passato e che ha mantenuto questo territorio per tutti questi millenni e che ce l'ha regalato a noi.
Presidente - Con questo chiudiamo il Consiglio regionale di questa mattina.
I lavori riprenderanno alle ore 15:00.
---
La seduta termina alle ore 13:05.