Objet du Conseil n. 3968 du 2 octobre 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3968/XVI - DL n. 157: "Disposizioni in materia di mobilità sostenibile. Modificazioni alla legge regionale 8 ottobre 2019, n. 16 (Principi e disposizioni per lo sviluppo della mobilità sostenibile)".
Bertin (Presidente) - Punto 5.01. Il disegno di legge n. 157 prevede cinque articoli. È stato inoltre depositato un emendamento da parte dell'assessore Bertschy. Relatore è il presidente della IV Commissione, Rosaire, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.
Rosaire (UV) - "Modificazioni alla legge regionale 8 ottobre 2019, n. 16. Relazione sul disegno di legge n. 157. Premessa.
Lunedì 30 settembre 2024 la IV Commissione "Sviluppo economico" ha espresso parere favorevole a maggioranza riguardo al disegno di legge n. 157. Il provvedimento, presentato dalla Giunta regionale l'11 settembre 2024, ha lo scopo di promuovere la mobilità sostenibile attraverso modifiche alla legge regionale 16/2019, con l'istituzione della Consulta regionale per la mobilità ciclistica e con l'aumento dei fondi per i contributi destinati all'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale.
Questa legge si inserisce in una strategia più ampia che punta a rendere la Valle d'Aosta "Fossil fuel free" entro il 2040, come delineato nella road map inerente alla decarbonizzazione, che si prefigge l'obiettivo di eliminare gradualmente l'utilizzo dei combustibili fossili, sostituendoli con fonti energetiche rinnovabili come l'idroelettrico, il solare, l'eolico e l'idrogeno.
La promozione di politiche per la mobilità sostenibile entra pertanto a pieno titolo in questo quadro rappresentando, insieme alla corretta informazione alla popolazione, un pilastro fondamentale del processo.
Uno dei punti cardini del disegno di legge n. 157 è l'aumento dei contributi a fondo perduto destinati all'acquisto e alla ricarica di veicoli a basso impatto ambientale, che per l'anno 2024 saranno incrementati di ulteriori 1,4 milioni di euro, rivolti a privati cittadini, a imprese ed Enti locali. Questi contributi non sono solo un incentivo economico, ma un meccanismo essenziale affinché il processo di decarbonizzazione sia accessibile a tutti e non rimanga soltanto l'espressione di una buona intenzione. Grazie a questo sostegno, infatti, anche chi senza aiuti non potrebbe avere accesso a veicoli elettrici o ibridi potrà contribuire attivamente alla riduzione delle emissioni di CO2.
Il provvedimento ha un duplice effetto: da un lato, agevola la transizione verso la mobilità sostenibile, permettendo un accesso più ampio a soluzioni di trasporto ecologiche; dall'altro, sostiene i privati, le imprese e gli Enti locali affinché possano rinnovare i propri mezzi di trasporto, riducendo le emissioni legate alla loro attività. In definitiva, la legge non si limita a enunciare obiettivi di sostenibilità, ma li rende effettivamente raggiungibili grazie a misure economiche mirate, trasformando la decarbonizzazione in un'azione concreta e condivisa. A tal proposito diventa molto interessante l'analisi dei dati riferiti all'anno 2023 in cui le istanze istruite sono state ben 1.248, di cui 1.144 presentate da privati cittadini, 100 da aziende e 4 da Enti locali. Per l'anno in corso, il 2024, le domande pervenute al 30 settembre sono state complessivamente 1145, di cui 1053 presentate da privati cittadini, 91 da aziende e 1 da Enti locali.
La novità che si intende presentare con questo disegno di legge riguarda anche l'istituzione di una Consulta regionale per la mobilità ciclistica, che avrà lo scopo di favorire ulteriormente la partecipazione attiva e il confronto tra i portatori di interesse in questo specifico contesto.
Articolato. L'articolato si compone di 5 articoli.
L'articolo 1 precisa l'oggetto e le finalità del presente disegno di legge, così come riportato in premessa.
L'articolo 2 reca modificazioni alla legge regionale 16/2019, inserendo l'articolo 4bis, che, nel rispetto della mozione 3772/XVI, approvata dal Consiglio regionale in data 20 giugno 2024, istituisce la predetta Consulta regionale per la mobilità ciclistica, al fine di creare una serie di confronti e di riflessioni fra i diversi portatori di interesse nell'ambito della mobilità sostenibile, in modo da mettere a punto, a livello regionale, politiche e interventi il più possibile condivisi e partecipati. La Giunta regionale stabilisce, con propria deliberazione, i compiti, la durata e le modalità di funzionamento della Consulta, i cui lavori si svolgono senza oneri a carico del bilancio regionale. Nello specifico, la Consulta è composta da sette membri nominati dall'Assessore regionale competente in materia di mobilità sostenibile con il decreto di cui al comma 1, di cui tre membri scelti tra i rappresentanti delle associazioni sportive e professionali attive nel settore della mobilità ciclistica, un membro individuato dal CPEL, uno individuato dall'Assessore regionale competente in materia di mobilità sostenibile, uno dall'Assessore competente in materia di turismo e, infine, uno dall'Assessore regionale competente in materia di opere pubbliche tra soggetti esperti nei medesimi settori.
L'articolo 3, in considerazione dell'elevato numero di domande di contributo pervenute nel 2024, in concomitanza con l'avvio delle erogazioni degli analoghi contributi statali, previsti sempre per il 2024 per l'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale, con il conseguente esaurimento delle risorse previste dal bilancio di previsione regionale, autorizza uno stanziamento ulteriore per il corrente anno per i contributi previsti per l'acquisto di mezzi a basso impatto ambientale.
Gli articoli 4 e 5 prevedono rispettivamente le disposizioni finanziarie e la dichiarazione d'urgenza.
Presidente - La discussione generale è aperta, si è prenotato il consigliere Perron a cui passo la parola.
Perron (LEGA VDA) - Interveniamo in discussione generale per una questione un po' più ampia della questione più che sulla Consulta, su cui ci asterremo, lo dico già in generale... faccio una battuta: qualcuno una volta diceva: "Un ordine del giorno non si nega a nessuno" e mi sa che anche le Consulte possono spuntare come funghi, quindi va bene la Consulta... ci asterremo, ma non abbiamo grosse critiche su ciò. Ciò che invece si preme criticare... perché è la posizione che il gruppo al quale mi onoro di appartenere ha sempre preso, a partire dalle questioni a livello europeo, che poi arrivano e determinano la politica anche nella nostra Regione... siamo in generale d'accordo, ad esempio, a interventi di riqualificazione energetica, ne parlavo prima con il collega Distort, che è architetto, quindi è del settore. Sappiamo che le emissioni sul settore legato agli immobili sono alte in Valle, vado un po' a memoria sulla Fossil fuel free, mi pare che siano circa un 30%, quindi dalla nostra parte tutto ciò che è intervento per quel che riguarda una riduzione proprio a monte delle emissioni, cioè che non vengano fatte e che diminuiscano i consumi, sono interventi anche a fondo perduto che ci vedono generalmente d'accordo, proprio perché tutto quello che non si consuma e non si fa va benissimo, sono interventi poi di lungo respiro che consentono una qualificazione del patrimonio, quindi nulla osta su interventi di quel tipo. Siamo molto meno d'accordo - e qui oggi facciamo la parte critica - su fondo perduto per quel che riguarda l'acquisto di auto elettriche, perché qui si apre un quadro molto più generale che cercherò di rappresentare con un po' di dati.
Innanzitutto parliamo di auto che - e questo va detto - solo la classe medio-alta generalmente può permettersi, quindi va benissimo, a nostro avviso, chi si vuole comprare la Tesla, spendere 40 mila euro, quello che sia o anche di più, per una macchina di quel tipo, benissimo; diverso è il discorso di incentivare, che sia il pubblico che incentiva a fondo perduto acquisti di quel tipo. Questa è la prima considerazione.
Poi vengo a quello che, come ho già anticipato prima, la Lega ha sempre aspramente criticato, cioè l'idea del blocco dei motori termici al 2035, stabilito, come sappiamo, dalla Commissione europea, per cui la Lega è stata praticamente tra i pochi, se non gli unici, fin dall'inizio a rilevarne le criticità. Abbiamo sempre detto: "È probabilmente una follia" e devo dire che il tempo è stato galantuomo, perché adesso ci arrivano un po' tutti.
Prenderò un po' di esempi, cominciamo, ad esempio, con Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, che poco tempo fa ha detto: "È una follia, lo stop ai motori endotermici nel 2035 mette a rischio 70 mila posti di lavoro solo in Italia. Le transizioni che costeranno migliaia di miliardi al sistema Paese... - sono soldi comunque anche qua in Regione, questi 4 milioni di euro in totale, che sono comunque da inserire tra questi fondi pubblici dati per questo tipo di acquisto, per una transizione verso l'elettrico, quindi li inseriamo in questo contesto - c'è bisogno di tempo adeguato senza che qualcuno, come sta avvenendo in Europa, confonda politiche ambientali autoreferenziali con politiche industriali per la crescita. Il Green Deal - sempre lui, ipse dixit - è impregnato di propri errori, la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è una débâcle, è un costo ideologico imposto dall'alto". Questa è Confindustria, non sono sovranisti come noi, però le considerazioni sono esattamente le stesse.
Andiamo avanti, se uno si guarda un po' di rassegna stampa e un po' di notizie che escono sui giornali, Adnkronos: "Auto elettriche in caduta libera. Annus horribilis per il comparto: - 10,8% rispetto al 2023 in UE". Sempre l'articolo riporta: "Volkswagen, chiusura degli stabilimenti in Germania. Abbandona anche Volvo l'idea del solo elettrico". Stellantis doveva essere al 26% di auto elettriche nel 2025, è al 13%. Ford aveva il target al 35%, è al 13%, "L'industria auto UE rischia multe per 15 miliardi di euro", perché è ciò che succederà, cioè non si riesce a star dentro ai parametri troppo stringenti, quindi arriveranno probabilmente delle gravi multe se non si inverte la rotta in qualche modo e il settore industriale sarà fortemente penalizzato.
Tra questi pareri ce n'è un altro decisamente pesante, l'editorialista de "Il Sole 24 Ore", Pierluigi Del Vescovo a "La Verità" di qualche giorno fa ci va davvero pesante e dice: "L'auto elettrica non riduce le emissioni inquinanti ma le sposta dal luogo dove si viaggia a quello dove si producono", quindi è vero che con le auto elettriche certamente in una città hai meno emissioni... e questo ben venga, sono tantissimi i morti per le emissioni nocive all'anno, per la carità, ben venga, ma una cosa sono le emissioni, un conto è la CO2, perché non è che nessuno muore se respira CO2, anzi, il pianeta Terra vive anche grazie alla CO2, quindi sono due cose separate. "Le percentuali di CO2 emesse da tutte le auto che circolano in UE è meno dell'1% a livello globale - dice sempre Del Vescovo - quindi stiamo parlando di pochissimo". "Ma allora perché le case automobilistiche sono ormai orientate verso l'elettrico?" chiede il giornalista e Del Vescovo dice: "Le case automobilistiche hanno anche bisogno dei sussidi pubblici. Se dicessero oggi che l'elettrico è una bufala, come potrebbe un qualsiasi Governo giustificare pubblicamente la spesa di denaro pubblico in loro favore? La responsabilità di tutti i Governi è quella di non essersi opposti a questa deriva del Green Deal a partire dalle multe". Dice quindi che anche i livelli politici devono prendere atto che, andando in quella direzione, che non funzionerà, che ha un sacco di problemi, sono in qualche modo responsabili e anche la Regione, dando contributi di quel tipo, rientra in questa categoria; poi anche il Governo nazionale - e dentro ci siamo anche noi - lo fa, però, grazie a Dio, la Lega è un partito federalista, quindi noi abbiamo il lusso di poter dire e criticare anche nella nostra Regione, come Lega Vallée d'Aoste, anche politiche che vengono fatte a livello nazionale, quindi ci teniamo, grazie a Dio, anche questa libertà. Continua: "Chi parla di tornare a produrre in Italia un milione di vetture non sa di cosa sta parlando, mi creda, di fronte a questo scenario, le case automobilistiche chiedono sussidi per aiutare i consumatori ad acquistare vetture il cui prezzo è aumentato per scelta loro. Non esiste. A questo aggiungiamoci che il nostro Governo dovrebbe spendere soldi per acquistare vetture vendute in Francia, fatte in Francia, Spagna, Polonia e Germania, non stiamo solo trasferendo soldi dai contribuenti ai produttori - perché questo è il tema con questi incentivi, dai contribuenti che pagano le tasse, vanno a finire ai produttori per un sistema che è praticamente "dopato" dall'intervento pubblico - ma dall'Italia all'estero; potremmo farlo io e lei - riferito all'articolista - con uno spallone ma verremmo arrestati". Chiusura in maniera eloquente: "Da noi in Europa l'industria dell'auto è praticamente andata".
Continuiamo, finita la parentesi stampa, veniamo a qualche argomento invece di tipo più locale, abbiamo, ad esempio, qualche dubbio - poi approfondiremo ancora - sulla questione punti di ricarica. Ieri, ad esempio, all'interessante convegno del GSE abbiamo preso qualche appunto e non so se il dato valdostano siano 45 punti totali di ricarica, parlo delle auto, poi le biciclette è un altro settore e su quello non abbiamo grandissime critiche, sulle biciclette elettriche possono stare le sovvenzioni, non cambia, non sposta un assetto globale. Ieri il GSE ha portato il dato del Comune verde di Aosta e parlava di 0,24 punti di ricarica su mille abitanti. Bene, questi 0,24 sono praticamente il 75% in meno di quello che dovrebbe essere previsto, cioè ad Aosta, da quanto abbiamo visto nei dati di ieri, i punti per le ricariche auto in realtà sono pochissimi: 75% in meno di quelli che dovrebbero essere. Ora, ho visto il dato nei vostri documenti, che ci avevate mandato, che parla di 45 ricariche in Valle, poi l'Assessore mi correggerà se sono di più, ma, se fossero 45 punti di ricarica, vedete che continua a tornare più o meno la proporzione, cioè se in Valle d'Aosta ce ne dovrebbe essere uno ogni mille abitanti, facciamo un calcolo rapido, se siamo 127 mila 125, ce ne dovrebbero essere almeno il triplo.
Altra domanda: la rete sarebbe pronta per accogliere un gran numero di auto elettriche? Prima con il collega facevamo l'esempio di un condominio, qui si entra un po' più nel tecnico, non è propriamente il mio settore, ma immaginiamoci un condominio con varie persone che collegano la macchina la sera, ce la farebbe la rete a reggere? Ce la facciamo? Siamo pronti?
Altro elemento che ci viene in mente: quante emissioni di CO2 in meno faranno le nuove auto elettriche? Dai conti sono 409 veicoli, sicuramente faranno emissioni in meno, quanto meno qua, poi c'è tutto il dibattito sulle batterie, i costi ambientali delle batterie, non entro in quello, ma quello che noi rileviamo, come al solito, è che un intervento pubblico deve avere un rapporto costi-benefici. È ingente l'intervento che qua viene fatto: 4 milioni in totale - con quest'ultimo di 1,4 - sono grosse botte di soldi e ci chiediamo se il gioco valga la candela.
Per quel che riguarda la Lega, abbiamo sempre messo il focus su un altro dei principi importanti sulla questione della transizione energetica, che è quello di neutralità tecnologica, cioè a parità uno può cambiare la tecnologia, punta l'obiettivo, ma la tecnologia può essere diversa, per noi è importante trovare altri modi che possano impedire, ad esempio, di pensionare i motori endotermici, che ci creerebbe un danno enorme di tipo industriale. Se la transizione energetica la imponiamo dall'alto e portiamo alla rovina il settore industriale, io non so, la gente non potrà tutta prendere il reddito di cittadinanza o lavorare negli uffici in Europa. Purtroppo deindustrializzare interi Paesi, intere Nazioni e interi continenti non porta bene per nulla.
Sul discorso neutralità tecnologica, ad esempio, segnaliamo che in Valle sono già in uso i primi carburanti - parlo sempre delle macchine - che consentono il 99% in meno di emissioni, ce ne sono, ovviamente non faccio il nome per ovvi motivi, ma fatevi un giro nella Valle centrale e troverete già almeno uno dei distributori di quel tipo, sono investimenti che permettono di arrivare a mantenere motori termici, ma di farli inquinare praticamente nulla. Sono strade che vengono utilizzate, tra l'altro... mi viene in mente un altro articolo, sempre de "Il Sole 24 Ore", del marzo 2023, sulla Germania che ha un Governo non sovranista, si riporta: "Auto, accordo UE Germania sugli e-fuel". Sono carburanti senza emissioni che hanno l'estrazione tramite elettrolisi dell'idrogeno verde, gli viene aggiunta la CO2, la Germania è riuscita in qualche modo a trattare con l'UE per avere nuove immatricolazioni post 2035 per veicoli che useranno solo carburanti a emissioni zero. Quella è un'altra strada possibile.
In Italia, ad esempio, ci si muove sui biocarburanti prodotti da biomasse e scarti, quindi altre alternative possibili in ossequio al principio di neutralità climatica piuttosto che andare dietro a quanto ci arriva dall'alto.
Altro esempio che si può fare sul settore delle macchine che è stato fatto ieri al GSE: su 40 milioni di auto che circolano in Italia ce n'è un milione che va a metano, queste in pochi anni saranno decarbonizzate, nel senso che non andranno più a metano, ma con dei gas del biometano e quindi questo milione di auto avrà un drastico taglio di emissioni, è uno su 40 milioni chiaramente, non è che fa la differenza campale, però è un altro tassello per dire che non c'è solo l'elettrico sulle auto, chi se lo può permettere e se lo vuole comprare, benissimo, se ne compri anche dieci di Tesla, non è un problema, ma, quando si parla poi di sovvenzioni pubbliche, le questioni sono diverse.
Vengo in chiusura a delle considerazioni più politiche su questo, poi in dichiarazione di voto esprimeremo come ci muoveremo, ma una riguarda la Fossil fuel free al 2040, che è ancora più restrittiva, ancora più sfidante rispetto ai già sfidanti obiettivi europei che ormai tutti hanno capito che in queste tempistiche non verranno raggiunti, noi siamo andati anche oltre, anni fa votata probabilmente anche da noi, ma ad oggi - l'abbiamo già rappresentato più volte in questo Consiglio - sarà praticamente impossibile rispettare questi target di abbattimento delle emissioni e non cambierà assolutamente nulla, dico purtroppo, sarebbe tanto bello se noi smettessimo di consumare qua e avessimo i ghiacciai che non perdono più spessore, ma purtroppo non funziona così. È una questione globale, quindi è inutile impazzire o tirarsi la zappa sui piedi da soli quando poi il risultato purtroppo non cambia. Questa è la considerazione politica.
L'altra ovviamente è al Governo regionale attuale: qui si segue la rotta che viene tracciata a livello europeo, quello che noi impuntiamo - l'abbiamo fatto varie volte - è che non c'è una capacità di dire, come è stato il caso della Lega a monte: "Guardate che sono politiche che non funzioneranno". Qui l'Unione europea spinge sulle questioni delle auto elettriche e del puro elettrico e qua gli si va dietro, senza una critica su questo, la critica l'abbiamo fatta noi. Ora, io capisco che ci siano partiti che sono locali strutturati in Valle d'Aosta, mentre dalla nostra parte abbiamo un partito che ha referenti a ogni livello, siamo in Europa, siamo in Italia, eccetera, quindi abbiamo fonti diverse, però la nota politica è che, dalla parte nostra, non avremmo seguito pedissequamente direzioni che ci arrivano dall'alto quando si sa che presentano criticità o sono chiaramente sbagliate. Noi avremmo fatto diversamente e questo sempre in ossequio al principio di vera autonomia, al di là dello Statuto, al di là di tutte le questioni giuridiche, perché altrimenti non ce la giochiamo mai una vera autonomia.
La Valle d'Aosta sarà uguale a qualsiasi altro territorio nell'Unione europea perché prende le politiche dall'alto e le applica in maniera totale. Questa è la nostra divergenza politica.
In questo caso nuovamente con questi incentivi si "droga" in qualche modo il mercato delle auto con soldi pubblici, sarebbero spesi, secondo noi - come dicevamo già prima -, molto meglio sia sulle emissioni che a livello di costi-benefici sull'efficientamento pubblico, tanto per fare un esempio, quindi da qui la nostra critica, poi spiegheremo dopo come voteremo, ma per intanto volevamo mettere giù dei punti chiave ad ampio respiro, perché tutti capiscano che qui non è una questione di Valle d'Aosta, la Valle d'Aosta non è un'isola, siamo dentro un contesto molto più ampio e, se non si capisce il contesto più ampio, non si capiscono le politiche che ci arrivano da sopra.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Il disegno di legge che oggi esaminiamo affronta due aspetti specifici della legge 16/2019: vengono aumentati i contributi per l'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale e viene istituita la Consulta per la mobilità ciclistica, che, ovviamente, rientra nell'ottica della mobilità sostenibile.
Nel momento in cui ci accingiamo ad approvare queste due integrazioni alla legge, credo sia opportuno richiamare brevemente le origini della legge 16 sulla mobilità sostenibile, che fu il risultato di un disegno di legge: il n. 4, presentato all'inizio della legislatura 2018-2020, riprendendo però un testo che era già stato elaborato nel 2017, e di una proposta di legge invece del maggio 2019 di cui ero stata prima firmataria. Non era e non è una legge di soli contributi, è soprattutto una legge, come ha giustamente evidenziato il relatore, il collega Rosaire, che intende perseguire nel campo della mobilità quell'obiettivo di una Valle d'Aosta Fossil fuel free al 2040 che il Consiglio regionale si è posto, con voto unanime, nel dicembre 2018.
Credo non sia inutile ricordare anche che non è stato semplice portare in approvazione la legge nel 2019, se andiamo a rileggere il resoconto di quel dibattito, ci rendiamo conto che è durato un'intera giornata, vi hanno partecipato praticamente quasi tutti i Consiglieri che erano allora presenti e il resoconto è di 87 pagine. Le motivazioni della contrarietà erano variegate, alcune credo anche un po' strumentali, però andavano in sostanza dallo scarso interesse che era stato manifestato dal Centro-Destra per la transizione alla mobilità elettrica, che poi in qualche modo ho sentito confermare anche dall'intervento del collega Perron, a posizioni, come quella, per esempio, del consigliere Restano, che adesso non vedo in aula, che insistevano anche con un ordine del giorno che venne bocciato allora dal Consiglio, perché la legge venisse approvata contestualmente al piano regionale dei trasporti. Eravamo a ottobre 2019, sono passati cinque anni e il PRT ancora non c'è. Se avessimo dovuto aspettare l'approvazione di quel documento, come chiedeva l'ordine del giorno, per cinque anni non si sarebbe fatto nulla. Invece la legge, nonostante le ostilità che erano state evidenziate - e che in parte mi pare permangano -, è stata approvata e ha prodotto dei frutti positivi, tanto che oggi viene ulteriormente finanziata, oltre ai soldi che già erano stanziati nelle manovre di bilancio. Sono state alcune migliaia, come è stato ricordato, le persone che hanno usufruito dei contributi della legge, soltanto nel 2023 - lo diceva prima nella sua relazione il collega Rosaire - sono state 1.267 le istanze di contributo in gran parte accolte.
Abbiamo ascoltato l'illustrazione dell'Assessore in Commissione e abbiamo letto con interesse la documentazione che è stata inviata l'altro ieri dal Dipartimento dei trasporti: mi riferisco alla tabella con le richieste relative all'anno in corso, 1.053 domande di privati, 91 dalle imprese, 1 dai Comuni, poi c'era anche la relazione del Coordinatore del Dipartimento. I dati evidenziano che c'è stata nel tempo una crescita delle domande di contributo per l'acquisto dei veicoli elettrici rispetto a quelli ibridi, soprattutto nell'ultimo anno, e credo che questo sia un dato interessante.
Pensiamo che per il futuro sia però importante fare una riflessione su alcuni punti della legge, in particolare chiederemo, nel momento in cui se ne discuterà, di rivedere la parte sulla micromobilità, su cui già cinque anni fa avevamo avanzato alcune riserve. C'è poi anche una questione relativa al requisito della residenza su cui forse bisognerà riflettere proprio perché il contributo per l'acquisto di questi mezzi è a beneficio di chi ovviamente è residente nella nostra regione, ma sappiamo benissimo che i mezzi li utilizziamo poi per muoverci anche al di fuori dei confini regionali. Nell'ottica di incrementare questo tipo di mobilità e di andare nella direzione di un abbandono dei combustibili fossili, quindi il contributo che la Valle d'Aosta dà in questo senso può essere importante, dunque penso che abbia più valore il contributo in sé che non il vincolo della residenza. Un'attenzione supplementare dovrà essere poi riservata al sistema dell'alimentazione e della rete, anche questo è un tema su cui siamo tornati più volte, fin dal 2019.
Per quanto riguarda la Consulta per la mobilità ciclistica, che viene introdotta in questa legge anche a seguito della mozione votata all'unanimità dal Consiglio e presentata dal collega Restano, abbiamo evidenziato in Commissione una perplessità sulla formulazione del comma 2 all'articolo 2 e ci fa piacere che sia arrivato l'emendamento dell'Assessore, perché quella che viene proposta ora ci pare una formulazione più corretta.
Voteremo quindi a favore del disegno di legge e lo faremo anche se c'è una parte della legge 16 che non viene applicata ancora in modo puntuale, io mi riferisco al monitoraggio sull'evoluzione della mobilità sostenibile, per cui la norma indica degli obiettivi precisi. Il primo di questi obiettivi è rappresentato e costituito dal 35% di mobilità sostenibile rispetto alla mobilità sistematica da raggiungere nel 2025, cioè fra un anno, e, dai dati che vengono riportati nella bozza del piano regionale dei trasporti, siamo ben al di sotto di quella percentuale, forse al 26%, ma soprattutto quello che evidenziamo è che non sono stati assunti i provvedimenti necessari per effettuare puntualmente quel monitoraggio.
Torneremo quindi su questo punto con iniziative specifiche, ma sul testo che oggi viene presentato all'attenzione dell'Aula voteremo favorevolmente.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Di Marco, ne ha facoltà.
Di Marco (PA) - Promuovere concretamente la mobilità sostenibile significa porre in atto tutti quegli interventi e misure che favoriscano ed incentivino l'uso di veicoli a basso impatto ambientale e mezzi di trasporto alternativi, allo scopo di ridurre le emissioni di gas serra e le conseguenze temibili dell'inquinamento atmosferico, dell'inquinamento acustico, della congestione stradale e dell'incidentalità, migliorando così la qualità della vita e la salute dei cittadini, e tutelando il patrimonio naturale del territorio.
Il disegno di legge che discutiamo oggi va esattamente in questa direzione, apportando modificazioni alla legge regionale n. 16 dell'8 ottobre 2019 "Principi e disposizioni per lo sviluppo della mobilità sostenibile", che all'articolo 1, comma 1, recita: "La Regione, nel quadro della politica europea, nazionale e regionale in tema di trasporti, promuove il diritto sociale pubblico alla mobilità dei cittadini su tutto il territorio regionale, garantendone la sostenibilità, l'efficacia e l'efficienza". E all'articolo 1, comma 3, coerentemente con la finalità di una Valle d'Aosta Fossil fuel free entro il 2040, individua come specifici obiettivi quelli del raggiungimento, da parte della mobilità sostenibile, di una quota del 35% degli spostamenti sistematici misurabili entro il 2025, del 50% entro il 2030 e, infine, del 95% entro il 2040. Obiettivi questi certamente ambiziosi, ma assolutamente alla portata di una Regione come la nostra, che, in ragione dei suoi meravigliosi paesaggi naturali, deve essere particolarmente attenta agli equilibri ecologici e alla salvaguardia del territorio, e quindi particolarmente sensibile ai temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Due, dal nostro punto di vista, le importantissime disposizioni introdotte con questo disegno di legge. Con la prima disposizione si va a istituire la Consulta regionale per la mobilità ciclistica, organo consultivo costituito da sette membri, la cui composizione, crediamo, consentirà di creare un'ottimale sede di confronto e di riflessione fra i diversi portatori di interesse in materia di mobilità sostenibile, permettendo così di elaborare, definire e valutare proposte di strategie, di politiche e di interventi nell'ambito della mobilità ciclistica regionale, che siano il più possibile condivise e partecipate. Il tema della mobilità ciclistica è sicuramente di grande interesse per la nostra Regione, perché coinvolge l'intero territorio e ha rilevanza sia per il contesto ambientale e sociale che per i settori turistico e sportivo. Dal nostro punto di vista, è quindi fondamentale continuare a sostenere e a potenziare l'uso della bicicletta, in tutte le sue tipologie ad oggi attualmente in commercio, come mezzo di locomozione alternativo, che, oltre a essere sostenibile e a basso impatto ambientale, offre anche numerosi benefici per la salute sia fisica sia mentale.
Con la seconda disposizione si vanno a destinare nuove risorse per la concessione di contributi a fondo perduto per l'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale, siano essi dispositivi di micromobilità, tra cui i monopattini elettrici e le biciclette elettriche a pedalata assistita, che veicoli elettrici, ibridi e a bassa emissione, nuovi di fabbrica oppure usati. Il rifinanziamento di questa misura ci appare quanto mai indispensabile preso atto di come i fondi precedentemente stanziati non siano stati sufficienti a coprire l'interezza delle domande di contributo pervenute nel 2024. Secondo i dati riferiti dall'Assessore competente, si tratta di un totale di 1.053 domande da parte di privati, 91 da parte di imprese e 1 da parte degli Enti locali; numeri questi decisamente elevati che testimoniano la disponibilità e sensibilità dei valdostani verso la questione della mobilità sostenibile. L'incremento di spesa, pari a 1 milione e 400 mila euro per l'anno in corso, risulta pertanto, a nostro giudizio, adeguato alla necessità contingente, soprattutto perché avviene in concomitanza con l'avvio dell'erogazione degli analoghi contributi statali.
È nostro parere che, nell'approvare misure come questa, si consegua un duplice vantaggio: da un lato, si dà risposta compiuta ai cittadini che hanno deciso di investire su questa tipologia di veicoli; dall'altro, si incentivano i cittadini a porre in essere scelte e approcci di mobilità più sostenibili. Entrambi i vantaggi sono coerenti con gli importanti obiettivi nel settore della mobilità sostenibile che come Regione ci siamo prefissati e che è interesse della nostra comunità raggiungere nei tempi e con le modalità previste.
Come Pour l'Autonomie, Movimento che da sempre riserva una particolare attenzione al tema della sostenibilità ambientale, non possiamo quindi che dirci favorevoli a questo disegno di legge e alle disposizioni che contiene. Disposizioni che aprono la strada a un nuovo organo consultivo, che sarà fondamentale nel futuro avvio di riforme in materia di sostenibilità soprattutto ciclistica; che costituiscono la soluzione al problema delle domande di contributo ancora in attesa di finanziamento; e che rappresentano un segnale chiaro della volontà e dell'impegno espressi da questa Amministrazione nel continuare a operare per sviluppare concrete iniziative di mobilità sostenibile, che non potranno che portare benefici alla Valle d'Aosta e a tutti i Valdostani.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Jordan, ne ha facoltà.
Jordan (UV) - Il n'y a pas de doutes sur le fait que la transition vers des modèles de transport plus durables constitue un élément important dans le cadre des politiques visant à réduire les émissions nocives.
Ces dernières années nous avons assisté à une augmentation significative des émissions des gaz à effet de serre, dont une grande partie provient du secteur des transports. La mobilité électrique et hybride représente une solution concrète pour réduire ces émissions ; les véhicules électriques et hybrides contribuent non seulement à réduire la pollution de l'air, mais ils offrent également des avantages économiques tels que les coûts d'exploitation inférieurs à ceux des véhicules traditionnels.
Il est clair que la mobilité hybride et électrique contribue à réduire la pollution de l'air, collaborant ainsi à améliorer la qualité de l'air dans les zones urbaines ; les véhicules électriques et hybrides réduisent considérablement les émissions de polluants nocifs avec les oxydes d'azote et les particules, par rapport aux véhicules à combustion interne. L'intégration de ces véhicules électriques avec des sources d'énergie renouvelables, telles que l'énergie solaire, éolienne et hydro-électrique, soutient la transition vers un réseau énergétique plus propre ; en effet, les véhicules électriques sont souvent rechargés lors des puits de production d'énergie.
Je crois qu'il est nécessaire, pour mieux saisir ces opportunités, que sur cette question les entreprises continuent à investir dans la recherche et le développement des technologies innovantes pour la mobilité électrique, y compris les systèmes de recharge et de stockage plus efficaces et les plus grandes sources d'énergie renouvelable pour la recharge ; ce n'est qu'ainsi que nous pourrons garantir une mobilité durable à long terme.
Après les premières années d'application, la mobilité purement électrique a mis en évidence certaines limites ; il est clair qu'elle ne peut pas être la seule solution de mobilité et les données apportées précédemment par le Conseiller le démontrent.
Mais, en même temps, cela peut représenter un élément important, notamment lorsqu'il s'agit d'intégration entre différents systèmes de propulsion. À noter aussi - et c'est un élément non négligeable - qu'en favorisant la mobilité électrique et hybride on réduit notre dépendance aux énergies fossiles ; il ne fait aucun doute que la baisse de demande du pétrole peut contribuer à stabiliser les prix et à réduire les tensions géopolitiques liées au pétrole.
En conclusion, la mobilité durable et les bonnes pratiques de mobilité constituent un élément de base pour relever les défis environnementaux contemporains, contribuant à un avenir plus durable et établissant une base solide pour réduire l'impact environnemental.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Sull'aspetto della transizione ecologica ci sono varie posizioni c'è qualcosa di stabile e qualcosa di variabile. Qualcosa di stabile è del tutto evidente che il pianeta è uno solo, noi, con le idee più diverse e più disparate, viviamo e vorremmo sopravvivere su questo pianeta e vorremmo che sopravvivessero le prossime generazioni, questo è indubbio, quindi possiamo parlare di una sorta di battaglia, Green Deal, che tradotto letteralmente è: grande affare, Deal si può usare anche sotto il profilo di sfida, in realtà questa è una sorta di battaglia che deve essere combattuta e possibilmente vinta. Noi però sappiamo che le battaglie si vincono o si perdono, purtroppo da militare in congedo dico non per il valore dei militari e neanche per la correttezza e la giustizia della causa, l'onore della causa. Le battaglie si vincono o si perdono per la logistica, è la logistica che fa vincere o perdere le battaglie. Qui mi rivolgo a una persona che immagino consideri la logistica il modus operandi del suo operare quotidiano, l'assessore Bertschy, che, per come lo conosco e per come lo conosciamo, possiamo dire che è una persona che ama la concretezza.
Facciamo una riflessione concreta e attraverso qualcosa che non è opinabile, ma qualcosa che esce dall'opinione, cioè la matematica. Immaginiamo un'auto, un'utilitaria base, base, base, che ha 25 kW di potenza. Per ricaricare 25 kW, c'è bisogno di un'erogazione di 2 kW e mezzo ogni ora per dieci ore. Se il signor Rossi vuole ricaricare la propria auto da 25 kW - che, tra l'altro, è una piccola utilitaria - di potenza in otto ore, nella notte, per averla carica la mattina, ha bisogno di un contatore a lui dedicato solo per l'auto, non per il suo nucleo familiare, ma per l'auto di 3kW che funziona tutta la notte. Ipotizziamo che il signor Rossi viva in un alloggio con una compagna, con un'altra persona, sono in due, che hanno due auto mini da 25 kW cadauno. Vuol dire che hanno bisogno di un contatore da 6 kW per ricaricare, solo dedicato alla ricarica della loro auto in fase notturna. Teniamo conto che poi la media delle automobili non ha 25 kW, ha una media forse possiamo dire ottimisticamente di 50 kW, allora 50 kW vuol dire che cominciamo ad avere 6 kW di erogazione, quindi un contatore dedicato di 6 kg per un'auto. Il signor Rossi ha sua moglie che ha un'altra auto da 50 kW normalissima e quindi loro hanno bisogno di un contatore dedicato di 12 kW, oltre a quello di casa. Immaginiamo che loro abitino in un condominio con venti unità immobiliari, è un condominio di medie dimensioni, venti unità immobiliari vuol dire per la media di 2 occupanti e per la media di 2 auto elettriche, vuol dire 40 auto per 50 kW. Per ricaricarle in 8 ore, bisognerebbe che questo condominio avesse una serie di contatori per una potenza complessiva di erogazione di 240 kW. Allora immaginiamo l'amministratore di condominio che si rivolge all'ente e dice: "Buongiorno, sono l'amministratore di condominio e avrei bisogno di un contatore in più per le ricariche delle auto elettriche". "Ah, sì, cosa le serve come potenzialità?", "Mah, 240 kW mi bastano". Allora questo è quello che succede in un condominio, dove ipotizziamo che tutti gli occupanti, in termini medi (perché ho parlato di una media di venti alloggi e di una media di due occupanti, quindi due automobili) che abbiano tutti l'auto elettrica. Uno scenario del genere, moltiplicato per i vari condomini, moltiplicato sul nostro tessuto urbano, arriva a quantità devastanti, soltanto cinquanta condomini, che non è un numero esagerato per il contesto urbano di Aosta, dovrebbero avere contatori capaci di erogare 12 mila kW. Chiunque potrebbe obiettare e dire: "Sì, ma Luca, tranquillo, non è che tutti adesso con questa proposta di legge arriveranno a sostituire integralmente il proprio parco auto con il parco elettrico", ma se si crede davvero politicamente al Green Deal, bisogna pensare e credere in questo scenario.
Io ho seguito chi si è schierato a favore di questa linea per il contenimento delle emissioni, tutti temi che ovviamente si condividono, ma immagino che si ipotizzi uno scenario di questo genere, dove tutti abbiano l'auto elettrica, ma, se tutti avessero l'auto elettrica - e questo vorrebbe dire credere profondamente in questa legge -, che cosa succederebbe? Voi avete concordato con il fornitore, con l'ente che fornisce l'energia elettrica che la rete è perfettamente dimensionata per sostenere un assorbimento del genere, che ci sono i kW necessari, prodotti da fonti rinnovabili, per soddisfare questo fabbisogno elettrico? Perché o è chiaro questo, o c'è questa chiarezza di fondo, altrimenti questa proposta di legge ha una natura simbolica, ma può una proposta di legge che impegna 4 milioni di euro di soldi pubblici avere una natura simbolica? Questo è un quesito, quindi fondamentalmente e questa riflessione che ho voluto condividere con voi, conti alla mano, porta a questo dilemma: o si crede a una legge, e si crede in questa linea fino a questo livello, fino al compimento completo di un processo di decarbonizzazione, oppure si mettono in atto delle misure che sono sicuramente soltanto simboliche. Noi non ci sentiamo di seguire questa seconda ipotesi, allora o c'è conferma che la prima ipotesi è assolutamente chiarita e garantita, sennò noi non possiamo riconoscerci in una posizione, che, per pura simbologia, non dico ideologia perché mi fermo all'aspetto simbolico, impegna 4 milioni di soldi pubblici.
Presidente - Siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (RV) - Devo premettere che prendo atto dei dubbi del consigliere Distort, che non posso che condividere, per questo motivo vorrei sottolineare che, da un lato, con soddisfazione ho rilevato il contenuto dell'articolo 2.
A giugno abbiamo votato una mozione per istituire la Consulta della mobilità ciclistica, l'Assessore competente oggi porta in votazione questa norma che prevede l'istituzione della mobilità ciclistica. Allora l'aspetto rivoluzionario della legge non è oggi il fatto che vengono dati ulteriori fondi in favore delle auto ibride o auto elettriche, ma, secondo me, l'aspetto rivoluzionario, che è un pochino taciuto, all'ombra della norma, è proprio l'istituzione di questa Consulta, che permetterà ai soggetti, così come è composta, che ne prenderanno parte di fornire suggestioni, idee e andare a dare degli indirizzi a quelle che saranno le politiche future del Governo in carica rispetto a iniziative mirate, che non riguarderanno solo l'aspetto ambientale, ma riguarderanno corretti stili di vita, promozione della salute, perché l'utilizzo di biciclette a pedalata assistita o muscolari in maniera importante potrebbe modificare i nostri stili di vita, potrebbe andare a migliorare lo stato di salute della popolazione, ma soprattutto la sicurezza stradale.
In occasione della mozione avevo sottolineato la necessità di andare a fornire più indicazioni stradali riguardo all'utilizzo di percorsi ciclabili della nostra pista ciclabile lungo il percorso di Fondovalle e questo potrà fare la Consulta, saranno attori protagonisti delle suggestioni. La Consulta potrà incidere anche sulle attività di promozione turistica - guardo l'Assessore competente che con attenzione sta seguendo l'intervento -, quindi anche in questo senso la Consulta potrà incidere.
Riguardo invece all'investimento importante richiamato dal collega Distort, posso invece sottolineare o evidenziare quella che potrebbe essere una debolezza della norma: la clausola valutativa. Oggi sarebbe stato interessante e io stesso potevo farlo con un emendamento e non l'ho fatto, e me ne assumo la responsabilità, andare a modificare la clausola valutativa, verificare appunto i dubbi del collega Distort, ma anche comprendere se, attraverso le suggestioni della Consulta, qualora messe in atto, si avrà un aumento dei fruitori della pista ciclabile, del turismo o altri benefici. Queste sono le considerazioni che volevo lasciare a quest'Aula anche nell'anticipare quello che comunque sarà un voto positivo.
Presidente - Altri interventi in discussione generale? Non vedo prenotazioni, chiudo pertanto la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo, replica l'assessore Bertschy.
Bertschy (UV) - Molti interventi, partendo da questi due articoli che presenta il DL 157, hanno però poi spaziato giustamente sulla legge 16/2019 e poi su una visione più politica - non per questo non concreta - rispetto agli obiettivi di quella legge e di questo parziale provvedimento.
Cercherei quindi di rimanere sul disegno di legge senza però limitare quella che è poi un po' una visione generale del provvedimento in un momento di fine legislatura, per quello che riguarda il Consiglio regionale della Valle d'Aosta, di metà legislatura per quello che riguarda il Governo nazionale e di inizio legislatura per il livello della Commissione europea. Da un lato noi stiamo completando il nostro ciclo, a livello nazionale siamo più o meno non ancora a metà e a livello europeo si apre una nuova fase di discussione e, per andare su quel livello, siamo tutti in attesa, ieri se n'è parlato al GSE, ma ormai a ogni assemblea il tema del Green Deal, riconfermato oppure modificato oppure concretamente modificato in alcuni dei suoi aspetti oggi più criticati da una parte politica che generalmente rappresenta le aree del Centro-Destra e della Destra che si sono anche affermate in quest'ultimo periodo... ce lo stiamo aspettando tutti perché non ci sarebbe nulla di peggio che non decidere nulla. In questa fase, soprattutto il mercato dell'auto, soffre perché il motore endotermico non ha più avuto comunque grandi prospettive visto il limite del blocco di vendita delle auto dal 2035, quindi si sono fermati gli investimenti al riguardo di questo modello di auto e dall'altra parte non decolla la mobilità elettrica, soprattutto le industrie non raggiungono i numeri... non mi ricordo chi nell'intervento ha citato... forse il consigliere Perron... gli obiettivi delle grandi industrie rispetto al modello di vendite e le difficoltà che stanno vivendo, quindi tutti ci si attende una visione chiara dei prossimi anni. Poi arriva Draghi che presenta un fortissimo piano d'investimento dove in quest'investimento vede un investimento ancora più importante sulla mobilità elettrica per certe parti e altre cose che poi sono state osservate.
Quello che voglio dire è che noi siamo una parte di un modello che poi a cascata, dalle direttive europee, ha organizzato a livello nazionale e a livello regionale i suoi piani di sviluppo, il piano energetico, le sue leggi e, un po' come sta facendo il Governo italiano, magari con la speranza da parte di qualcuno che questa sia la strada giusta e definitiva, e invece da parte di qualcun altro anche con un po' una visione più obbligata rispetto al modello che stiamo interpretando tutti quanti, però siamo a portare avanti una visione del futuro rispetto al modello, in questo caso, di utilizzo della mobilità. Se il Governo italiano mette i suoi contributi per incentivare l'acquisto di auto elettriche, ho capito la sottigliezza del fatto che in Valle d'Aosta il movimento è federale, quindi ha il diritto di criticare a livello locale una politica nazionale.
È vero, però poi è bella anche la politica se non è sterile, perché poi bisogna incidere sulle politiche anche quando si è all'interno dei movimenti, è bene qua la critica, ma allo stesso tempo, se poi la Lega a livello nazionale vota quei provvedimenti, praticamente porta avanti quello che stiamo facendo noi qua. È giusto quindi ma dall'altra parte, se non si è incisivi, rimane un'osservazione che non va oltre i nostri confini e questo a livello politico ovviamente rimane un tema sul quale basare la propria azione.
Quello che io credo noi dobbiamo fare è cercare di dare la possibilità in questa fase in cui la mobilità elettrica può rappresentare un primo passo importante anche per garantire a chi oggi crede in questa mobilità... ma anche per garantire a chi può, attraverso un investimento completo, anche dotarsi di un sistema di produzione di energia da fonti rinnovabili a casa, ricaricare la macchina e quindi diventare anche un po' autonomo rispetto al tema del gas e del petrolio... farlo, a mio avviso, è un valore aggiunto che portiamo.
Il problema - e l'ho detto - è che non tutti lo possono fare, quindi personalmente in questo momento sono molto più concentrato a cercare in futuro di ritrovare un equilibrio tra chi la colonnina a casa non se la può permettere di mettere, perché non ci arriva perché o abita in un centro storico o in una zona che... e chi non può utilizzare questa forma di ricarica ed è obbligato a rimanere su scelte tradizionali proprio perché questo non gli permette di farlo, anche perché sappiamo bene che la ricarica fatta attraverso una fonte di energia rinnovabile rispetto alla ricarica diretta dei distributori è ben differente dai distributori di tipo elettrico ed è ben diversa come costo, quindi l'incidenza poi del risparmio che si viene a creare anche in termini economici cambia notevolmente.
Noi con questo provvedimento l'anno scorso abbiamo aumentato il contributo e cercato di favorire, dopo aver approvato il piano energetico, una più alta attenzione all'acquisto dell'auto elettrica e la misura - anche perché appunto abbiamo messo a disposizione risorse consistenti - ha raggiunto il suo obiettivo, perché si sono invertiti i dati rispetto al modello precedente. Prima l'acquisto delle auto elettriche era minore rispetto a quello del plug-in oggi è direttamente inverso e ci sono molte più auto elettriche, è ovvio che costano ancora caro, quindi non sono a migliaia, ma sono qualche centinaia in Valle d'Aosta.
Abbiamo anche innestato a livello culturale quest'attenzione verso i ragazzi fino a 35 anni, giovani fino a 35 anni, con una doppia finalità, anche aiutare sicuramente una generazione in maniera più importante rispetto agli adulti per qualche migliaio di euro e prodotto così una fotografia di quello che può accadere se questa linea del Green Deal verrà confermata soprattutto dal Governo europeo.
Costa molto questa politica, lo sappiamo, ma costa anche molto la politica che io spero decolli: quella dell'idrogeno, perché se vogliamo che oggi dei modelli di trasporto che non hanno ancora un mercato, che non hanno un'industrializzazione spinta e sostenuta anche dalle politiche dei Governi, se vogliamo che queste nuove modalità arrivino a essere sostenibili, sia come produzione di auto, sia come costo dell'energia o del vettore idrogeno, c'è necessità di investire tante risorse, risorse pubbliche nella ricerca e appunto nel miglioramento dei processi produttivi. Sì, è più costoso, in questo momento però dà risposta al perimetro legislativo nel quale il nostro Governo e la nostra maggioranza deve agire e deve lavorare. È in questo senso che abbiamo proposto un rifinanziamento della misura, che è un impegno.
Noi l'abbiamo detto in Commissione, abbiamo anche pensato che riapriremo la misura, si chiude il 30 ottobre, probabilmente riapriremo per qualche giorno ancora la misura proprio perché, nel periodo d'incertezza, può essere che qualcuno abbia atteso per acquistare l'auto, quindi può essere che si arriverà fino a metà novembre, lo dobbiamo decidere nei prossimi giorni e poi lo comunicheremo. In questa fase però quello che potevamo fare è dare certezze a chi ha creduto l'anno scorso al provvedimento di bilancio che ha messo a disposizione delle risorse per promuovere questa politica, quindi questo è il lavoro che abbiamo fatto.
Per il prossimo programma finanziario andremo ancora a sostenere quest'iniziativa, discuteremo su come promuoverla. Uno dei problemi che c'è stato l'anno scorso, faccio vedere un grafico, è stato il momento del cumulo dell'iniziativa regionale con quella nazionale, che ha portato, nel mese di giugno in particolare, a uno sbalzo notevole dell'acquisto delle auto perché con la doppia possibilità di finanziamento qualcuno ha atteso ad acquistare la macchina nel momento in cui c'era questa possibilità. Noi, per dare comunque regolarità e anche una certa equità, stiamo immaginando che si possa finanziare o da un canale o, dall'altro, l'acquisto della macchina ma, evitando il cumulo, che, da un lato, rende tutto più incerto, anche nella gestione del provvedimento, sia a livello organizzativo che amministrativo: dico questo come altre questioni che sulla legge 16 vanno sicuramente ripensate. La legge 16 è una legge, da un lato, importante, perché ha lanciato una prospettiva; dall'altro, è una legge, che, come tutti sappiamo, è stata anche una sintesi di posizioni molto diverse in una situazione politica molto particolare, quindi una revisione organica da parte di una maggioranza e di un Governo, se ce la faremo, lo faremo noi entro la fine della legislatura, ma non è detto che ce la faremo, lo farà chi arriverà magari dopo di noi, per mettere insieme tutta questa visione che appunto la legge esprime. Qui parliamo di mobilità sostenibile, ma si parla di infrastrutture, sono stati citati i dati, ci sono molte iniziative che nella legge possono essere ancora implementate e altre nuove che la modifica del sistema del trasporto, che continua a essere presente nel quotidiano e anche nelle scelte di imprese e cittadini... devono essere accolte nella modifica di una legge così importante.
Andare quindi nella direzione di sostenere una politica di questo tipo vuol dire anche cercare di dare al sistema che sta intorno a noi, anche a chi rivende le auto, delle certezze per i prossimi anni.
Un po' più del 50% delle auto vendute è stato venduto in Valle d'Aosta, ovviamente dipende da che tipo di auto si acquista, non tutte le concessionarie sono presenti, in ogni caso un po' di queste risorse, almeno la metà, sono rimaste sul nostro territorio e sono andate a favorire anche un ambito economico che in questo momento credo possa avere avuto da queste iniziative delle risposte.
Noi riteniamo che, in un momento come questo, il provvedimento possa dare una risposta, non ci sostituiamo alla discussione politica che è in corso, credo che tutti i Governi regionali, visto che parliamo del nostro livello, si attendano una visione definitiva. Non credo - l'ho detto anche nelle iniziative relative alla presentazione del piano trasporti - che noi mai potremo trasferire tutto il modello del trasporto pubblico e commerciale sul ferro in tanti territori come il nostro, quindi se la mobilità su gomma diventa una mobilità sostenibile, meno inquinante, che permette di muovere persone e merci andando verso una mobilità che ha un minore impatto, credo che ci sarà la possibilità anche di rivalutare infrastrutture importanti, che comunque sono fondamentali e necessarie per collegare territori come il nostro, montani, con una viabilità, come tutti sappiamo, particolare e molto complessa.
Concludo sulla Consulta della mobilità ciclistica, c'è grande crescita dell'attenzione rispetto alla mobilità sulla bicicletta, che sia mobilità casa-lavoro, che sia mobilità legata al tempo libero, che sia la mobilità per creare delle condizioni nuove, che, secondo me, anche attraverso questo provvedimento sono nate, perché se è vero che l'e-bike è una mobilità più costosa, che ci interessa anche per attirare nuovi turisti in Valle d'Aosta, io devo dire che anche attraverso questo provvedimento ho visto nascere un'attenzione e gruppi di persone che hanno iniziato a praticare l'attività in bicicletta, socializzare fra di loro e a stare in posti in montagna dove probabilmente non avrebbero potuto stare. Se una legge favorisce anche modalità come queste, io credo che possa essere di utilità per noi. Quello che ci interessa è che dove si può si possa utilizzare meno l'auto e più una mobilità più dolce, senza diventare né fanatici di una cosa, né fanatici dell'altra, dobbiamo creare le condizioni affinché questo si possa sviluppare; la Consulta ci permetterà di mettere intorno al tavolo i soggetti principali di questa visione che stiamo un po' creando insieme.
Io lo avevo detto, e ringrazio il consigliere Restano per aver portato quest'argomento in aula, insieme all'assessore Sapinet e all'assessore Grosjacques porteremo i nostri tecnici al tavolo di lavoro, insieme alle associazioni sportive e insieme al Consiglio permanente degli Enti locali per iniziare e almeno avere un luogo dove mettere al centro del lavoro politico i tanti problemi, che, comunque, iniziative come queste devono affrontare, perché, da un lato, stiamo facendo tanti investimenti, dall'altro, più apriamo zone frequentabili più creiamo le condizioni affinché possano essere frequentate da biciclette, più dobbiamo garantire alle persone che utilizzano la bicicletta di stare in sicurezza e di poter godere di tutti i servizi che servono. Il provvedimento porta in dote risorse per completare la misura nel 2024, l'istituzione di una nuova Consulta e apre anche a un ragionamento politico di miglioramento e di adeguamento del provvedimento.
Negli scorsi giorni tutti abbiamo letto dell'iniziativa presentata alla Commissione europea sul criterio dei due anni di residenza per avere la possibilità di ottenere il contributo. Su questo credo che nel 2019, quando è stato proposto e votato dal Consiglio regionale, ci fosse una visione dove l'obiettivo era finanziare soprattutto la riduzione di inquinamento sul traffico locale, quindi non tanto di discriminare qualcuno, ma cercare di favorire, quindi una mobilità meno inquinante sul territorio valdostano, credo che si possa tranquillamente tornare anche su questi temi per trovare una soluzione in linea con le nostre prospettive. Da un lato, l'obiettivo è anche di fare provvedimenti che possano creare le condizioni per attrarre nuovi abitanti in Valle d'Aosta e cercare di farlo favorendo, come abbiamo fatto su altre azioni, anche la visione che qui chi viene a vivere e a investire le proprie competenze in un'azienda o le proprie risorse attraverso un'impresa possa da subito godere di quelle iniziative che sono a favore di tutti i residenti valdostani.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Perron per dichiarazione di voto.
Perron (LEGA VDA) - Per dichiarazione di voto, intanto così puntualizzo anche quanto ha risposto l'Assessore sulla questione.
Sul punto più politico chiaramente il nostro movimento viaggia su tre livelli in questo caso e questo si può dire anche per altri colleghi che sono presenti in aula, che rappresentano partiti nazionali e anche europei, poi con famiglie diverse, eccetera, sappiamo che non per forza si va tutti d'accordo sul livello europeo, anche all'interno di coalizioni, ma questo fa parte del gioco e delle varie famiglie di grandi ideologie nella politica europea.
Riguardo al tema politico quindi dicevo che, a livello europeo, la Lega ha criticato in tutti i modi una transizione energetica troppo a rotta di collo e che avrebbe frantumato ossa e fatto parecchi danni, però chiaramente, a livello europeo, la Lega non ha la maggioranza, quindi quelle cose che sono passate lì poi arrivano ai Governi nazionali, dove invece siamo al Governo, quindi siamo in un'altra posizione, e il livello nazionale però, se poi si becca le direttive, qualcosa ci può fare, ma, se si becca i regolamenti, quelli li deve attuare. È chiaro che siamo in opposizione in Europa, in maggioranza al Governo nazionale e poi in opposizione di nuovo qua al Governo regionale, questa è la nostra posizione specifica, quindi è chiaro che le posizioni sono un po' più variegate di quello che può essere invece chi ha il partito regionale, si muove e può essere anche più totalmente coerente in questo senso, questo per puntualizzare qual è la nostra posizione.
Riguardo al tema generale, sull'idrogeno gliene diamo atto, sappiamo che è un settore ancora costoso, ci auguriamo che nei prossimi anni questo tema sull'idrogeno riuscirà ad abbassare i costi, ma qual è la differenza fondamentale per cui noi siamo critici su macchine completamente elettriche e invece apriamo ad altri tipi di carburanti oppure allo sviluppo dell'idrogeno verde, che chiaramente è costoso, eccetera. La differenza sta nel fatto che noi inseriamo nelle considerazioni ambientali considerazioni di tipo industriale, come i piani industriali, una visione economica e sociale anche di questo tipo, perché è inutile correre dietro obiettivi ambientali che poi cambiano poco, ma nel frattempo hai distrutto un'economia, un settore e depauperato e deindustrializzato i territori, quindi è lì la differenza. Se l'idrogeno te lo fai, lo produci e lo consumi sul territorio, crei occupazione, nel frattempo è energia pulita che riesci a sostenere all'interno di un'economia di una Regione, è chiaro che noi siamo favorevoli, perché sappiamo che la Valle ha visto un lungo processo di deindustrializzazione, purtroppo e per fortuna. Chi deindustrializza... c'è meno inquinamento, però allo stesso tempo poi ti manca la gente.
Io vengo da un paese, che è Châtillon, che, come avevo già rappresentato in Consiglio, è un paese che ha una vocazione industriale che parte dal Medioevo, quando c'era ancora la (incomprensibile) negli anni Venti, nel 1928 c'erano 11 mila addetti, capite che era un territorio pieno di gente, perché c'era industria. Ora non c'è più l'industria e il territorio è depauperato, quindi se riusciamo a fare qualcosa che viene consumato e prodotto in loco, creando occupazione, apriamo tutte le porte possibili, con i rischi annessi, nessuno di noi è così naïf da dire che non ci sono rischi. Quella è la differenza, invece le macchine e le batterie sappiamo benissimo essere un regalo alla Cina: ecco perché a livello europeo siamo contro. Regaliamo alla Cina interi settori e noi ci ritroviamo senza e poi cosa faremo? Reddito di cittadinanza per tutti? Buona fortuna. È questa la differenza dal nostro punto di vista.
Poi in ultimo, sarò telegrafico, non è che se arrivano tante domande, per forza l'investimento è buono chiaramente, perché se ci sono occasioni di comprare auto elettriche praticamente sottocosto perché ci sono forti incentivi regionali, nazionali, europei, eccetera, non è detto che il prodotto sia buono di per sé, viene conveniente in quel momento, però è un mercato "dopato" dall'intervento pubblico, quella è la differenza.
Riguardo alla dichiarazione di voto, ci asterremo in generale, voteremo contro agli articoli 3 e 4 proprio per dare un segnale e per dire - la Lega l'ha sempre detto a livello europeo - che politiche di quel tipo avrebbero fatto danni, adesso lo dicono tutti e quindi diamo un segnale.
Sulla Consulta della mobilità ciclistica ci asterremo, chiudiamo solo con una battuta per sdrammatizzare: alle riunioni, se le fate di persona, fateli venire in bicicletta, altrimenti li radiate tutti, è il classico: "Hai voluto la bici, adesso pedala".
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - In dichiarazione di voto, per confermare quanto avevo già detto precedentemente, cioè che voteremo questa modifica alla legge 16/2019 consapevoli del fatto che su quella legge occorrerà, come dicevo, fare delle ulteriori riflessioni, che, per quello che ci riguarda, non vanno nella stessa direzione di quanto hanno esplicitato i colleghi, in particolare il collega Perron a cui dico anche, a proposito di una delle sue ultime affermazioni fatta pochi minuti fa secondo cui tutti dicono che questo sistema non funziona, che non è così, sappiamo chi lo dice, ma sappiamo anche che, come sempre accade, ci sono delle narrazioni e questa è una narrazione che non condividiamo.
Per quanto riguarda la questione dello sviluppo del vettore idrogeno nella nostra Regione, abbiamo detto più volte che è importante fare una ricerca approfondita sull'utilizzo che potrebbe avere, ci siamo espressi ripetutamente sul fatto che attualmente e anche per il futuro nemmeno così immediato, ma anche più a medio termine è una tecnologia su cui, per quanto riguarda il sistema del trasporto, in particolare dell'utilizzo dei trasporti per scopo personale, non ci siamo, non è una tecnologia matura anche per quello che riguarda il trasporto pubblico locale. Le vicende che sono legate alla questione dell'acquisto degli autobus a idrogeno ad Aosta e a quello che ne è conseguito in qualche maniera lo dimostrano. Certo è che occorre invece, a nostro avviso, continuare a studiare quell'applicazione soprattutto per quanto riguarda gli scopi industriali, perché effettivamente ci sono delle potenzialità che vanno nella direzione ovviamente della decarbonizzazione.
Credo quindi che, per quello che riguarda le modifiche, o, meglio, le integrazioni che questo testo di legge propone, invece è da valutare positivamente sia la scelta di incrementare ulteriormente, perché già era stato finanziato, l'acquisto di questi veicoli, ma c'è anche - lo ricordava il collega Restano - la questione della Consulta della mobilità ciclistica e siamo assolutamente convinti che questo vada nell'ottica di una mobilità sostenibile che ha delle potenzialità anche nella nostra regione, che pure è una regione, per la sua conformazione morfologica e geografica, particolare, ma esistono dei margini per poter fare meglio. Il fatto di istituire, di mettere anche in legge una Consulta per la mobilità sostenibile significa dare dignità, dare valore a quest'aspetto.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (UV) - Proprio due considerazioni dopo aver ascoltato il dibattito. Il relatore Rosaire, che ha messo in evidenza i punti di forza, ma soprattutto la volontà che è stata quella di natura politica; penso che il termine più appropriato sia proprio quello di dare dignità oggi all'interno di questo disegno di legge n. 157, sapendo perfettamente che è uno strumento ulteriore proprio per dare corso a una visione che abbiamo, che indubbiamente, conoscendo perfettamente le peculiarità della nostra conformazione del nostro piccolo modello, va adattata su misura. Proprio su questo io penso che l'assessore Bertschy abbia messo in evidenza quasi un modo di cucire su misura - sapendo che siamo in un momento comunque non solo delicato, ma è una conformazione molto più ampia - quelle che potrebbero essere le nostre esigenze, ma dando anche prospettive e soprattutto visione sia sul lato della modifica che è stata fatta su questo disegno di legge, ma più nel suo insieme, che è quello di contribuire e creare le condizioni come pubblico affinché si possa dare contezza e degli strumenti a quelle che sono in primis le giovani generazioni, quindi, per quanto ci riguarda, è cultura, in seconda battuta comunque quelli che sono anche gli aiuti di natura economico-finanziaria, ma che arrivano sempre dopo al piano culturale e al piano comunque di visione che si ha del nostro modello inserito in un modello indubbiamente molto più globale.
Queste erano le due considerazioni che volevo mettere in evidenza e che ci contraddistinguono assolutamente rispetto a un livello di contrapposizione esclusivamente ideologica che non ci vuole toccare e che non ci tocca, ma crediamo di avere la capacità di poter accompagnare nei nostri piccoli numeri quelli che possono essere comunque dei sostegni che diventano culturali, come dicevo in prima battuta, e in seconda battuta di natura economico-finanziaria.
Presidente - Ci sono altre dichiarazioni di voto? Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (UV) - Solamente per concludere, nell'intervento precedente il consigliere Perron aveva parlato del numero di colonnine per numero di abitanti rispetto a quei dati, ma probabilmente avendoli mandati velocemente per mail... quel dato è riferito alle colonnine di casa, all'acquisto sul 2024 delle persone... il dato invece colonnina per abitanti è un dato di un anno e mezzo fa, quindi ce lo faremo aggiornare direttamente dalla Deval, però già in quel momento la Valle d'Aosta era la Regione con il più alto rapporto abitanti per punto di ricarica. In Valle d'Aosta c'è un punto di ricarica ogni 229 abitanti, che poi va collegato al territorio, nel senso che poi dobbiamo sempre andare a vedere sul territorio, sui nostri 74 comuni, come sono distribuiti questi punti di ricarica. Sappiamo che sono distribuiti, ma è chiaro che dobbiamo, nella logica che dicevo prima degli abitanti del centro storico, stessa cosa vale per i comuni, fare in modo che queste politiche possano raggiungere tutta la popolazione su tutto il territorio per essere eque visto che alla base c'è una contribuzione di tipo pubblico. Comunque al momento questi sono dati che ci fanno dire che la direzione, almeno in termini di infrastrutture, è quella giusta, ovviamente l'infrastruttura invece generale - per venire all'intervento del collega Distort - dovrà continuare e vedere degli investimenti, perché portare l'energia in questi punti ha necessità di ulteriori investimenti, anche perché si tratta di modalità di trasporto dell'energia differenti da quelle in uso in questo momento, però sono tutti investimenti che, nell'ambito di una programmazione, si possono fare.
Ringrazio il relatore, il Presidente della IV Commissione, i gruppi di maggioranza e PCP per il sostegno del provvedimento e ovviamente, con molto rispetto per le osservazioni che sono state fatte dagli altri gruppi, credo che nel regolamento della Consulta inseriremo che bisogna andare alle riunioni in bicicletta.
Presidente - Vi sono altri interventi? Non vedo altre richieste, pertanto metterei in votazione il disegno di legge a iniziare dall'articolo n. 1. Metto in votazione l'articolo n. 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 26
Favorevoli: 26
Astenuti: 9 (Baccega, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Sammaritani)
L'articolo n. 1 è approvato.
All'articolo n. 2 vi è l'emendamento dell'assessore Bertschy a cui faceva riferimento in precedenza. Lo diamo come illustrato, Assessore? Lo diamo come illustrato. Metto in votazione l'emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 26
Favorevoli: 26
Astenuti: 9 (Baccega, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Sammaritani)
L'emendamento è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 26
Favorevoli: 26
Astenuti: 9 (Baccega, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Sammaritani)
L'articolo n. 2 è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 3. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 33
Favorevoli: 26
Contrari: 7
Astenuti: 2 (Baccega, Marquis)
L'articolo n. 3 è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 4. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 33
Favorevoli: 26
Contrari: 7
Astenuti: 2 (Baccega, Marquis)
L'articolo n. 4 è approvato.
Metto in votazione l'articolo n. 5. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 26
Favorevoli: 26
Astenuti: 9 (Baccega, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Sammaritani)
L'articolo n. 5 è approvato.
Metto ora in votazione la legge nel suo insieme... ha chiesto la parola l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (UV) - Solamente per ringraziare anche il gruppo Rassemblement che ha sostenuto il provvedimento e in questa nuova configurazione ero rimasto ancora un po' confuso. Grazie anche per il lavoro che è stato fatto in Commissione.
Presidente - La parola alla consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Per una sottolineatura: ho visto l'esito della votazione anche dei singoli articoli e, come aveva detto nel suo intervento il collega Perron, la Lega ha votato contro agli articoli che in sostanza determinano i contributi. Volevo solo ricordare che, quando si è partiti con questa legge, il DL n. 4/2018, che era stato presentato dall'allora Governo Spelgatti, conteneva misure esclusivamente di contributi.
Presidente - Metto in votazione la legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 26
Favorevoli: 26
Astenuti: 9 (Baccega, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Manfrin, Marquis, Perron, Sammaritani)
Il disegno di legge è approvato.
Con l'approvazione del disegno di legge n. 157, si interrompono i lavori della mattinata di oggi, che riprenderanno alle ore 15:00.
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La seduta termina alle ore 12:58.