Objet du Conseil n. 3537 du 17 avril 2024 - Resoconto
OGGETTO N. 3537/XVI - Interrogazione: "Misure adottate a livello regionale per il contenimento dei livelli di gas radon".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 20 all'ordine del giorno. Per la risposta, la parola all'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie, collega, per quest'iniziativa sicuramente attuale che ci permette d'illustrare alcuni aspetti.
Il primo quesito: "Quali siano le attività a oggi poste in essere dall'Amministrazione regionale e dai suoi enti volte a monitorare i livelli di concentrazione di radon sul territorio regionale".
Io ringrazio la struttura valutazione, autorizzazione ambientale e qualità dell'aria del Dipartimento ambiente che ha predisposto la risposta con un confronto che avviene per l'iniziativa, ovviamente, ma per l'attività quotidiana con ARPA e con il Dipartimento sanità e salute dell'Assessorato del collega Marzi.
Il radon è un gas nobile, molto stabile, non reattivo, gas nobile radioattivo naturale, invisibile, inodore, incolore e insapore che si forma al decadimento del radio, generato a sua volta dal decadimento dell'uranio.
È un gas molto pesante, pericoloso per la salute umana se inalato in quantità significative, ovvero con alta concentrazione e in alto tempo d'esposizione.
Il radon è un prodotto intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell'acqua e nei materiali da costruzione. Poiché è un gas, il radon può facilmente uscire, accumularsi nell'aria e all'aperto si diluisce e si disperde, ma all'interno e in ambienti chiusi si concentra, soprattutto quando la ventilazione degli edifici non è sufficiente.
La presenza e la concentrazione del radon è monitorata da ARPA sul territorio regionale e i risultati sono pubblicati sul sito dell'agenzia; abbiamo alcuni dati, poi al massimo le fornirò la risposta.
La normativa di riferimento è essenzialmente costituita dal decreto legislativo del 15 febbraio 2016 n. 28, "Attuazione della direttiva 51/2013 Euratom del Consiglio del 22 ottobre 2013", che stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano.
Poi il decreto legislativo 31 luglio 2020 n. 101 con aggiornamento del decreto legislativo del 25 novembre 2022 n. 203, "Attuazione della direttiva 59/2013 Euratom", che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti.
Il decreto poi del Presidente del Consiglio dei Ministri dell'11 gennaio 2024, "Adozione del Piano nazionale di azione per il radon 2023-2032" del Piano nazionale "Azione per il radon".
Per quanto concerne la presenza di radon in aria, ARPA ci dice che nel 2020, parallelamente alle attività di misura di concentrazione di attività di radon in aria, ha avviato - in accordo con quanto previsto dal decreto legislativo 101/2020, e, successivamente, dal Dpcm dell'11 gennaio 2024 - un progetto per la mappatura del radon nell'intero territorio regionale.
Tale progetto prevede un'estrapolazione dei livelli di radon nelle aree in cui mancano le misure sperimentali dirette e, utilizzando le informazioni geolitologiche a disposizione, si pone come obiettivo l'individuazione delle aree prioritarie, definite come quelle porzioni di territorio in cui la stima della percentuale di edifici in cui la concentrazione di radon media annua riferita al piano terra superi i 300 BK metri cubi, che è il livello di riferimento, è maggiore del 15%.
Tale obiettivo è ripreso e declinato più in dettaglio nel Dpcm dell'11 gennaio 2024 relativo proprio al Piano nazionale di azione per il radon.
Il progetto della mappatura è in fase di conclusione e a breve ARPA potrà comunicare alla Regione la lista delle aree prioritarie individuate per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Per quanto concerne la presenza di radon in acqua, sempre ARPA ci comunica che un'altra attività che sta effettuando nell'ambito del monitoraggio della concentrazione di radon sul territorio - che esula dalla mappatura prevista dal Piano nazionale di azione per il radon - è rappresentata dalle misure di radon in acqua.
Dopo l'emanazione del decreto legislativo 28/2016, ARPA, in collaborazione con la USL, ha iniziato una campagna di misura sull'intero territorio regionale per la misura delle concentrazioni di radon alfa totale e beta totale nelle acque.
I programmi di controllo elaborati dei risultati delle misure sono comunicati annualmente all'Amministrazione regionale che, a sua volta, li inoltra all'Istituto Superiore di Sanità e al Ministero della Salute.
Sul secondo quesito, "Quali siano le misure o i piani di azione adottati a livello regionale per il contenimento dei livelli di radon, ovvero programmati sulla base di quanto rappresentato nell'ambito degli indirizzi definiti in seno al Piano regionale per la salute ed il benessere sociale 2022-2025": come ricordato, il radon ha origini naturali, non comparta pertanto interventi di bonifica propri degli interventi nei quali alcune matrici ambientali sono compromesse dall'azione dell'uomo.
Come detto, il radon si disperde facilmente e per ridurre i rischi sanitari a esso connessi sono necessarie un'azione di monitoraggio e azioni di prevenzione volte a garantire ventilazioni sufficienti degli ambienti in cui tale gas tende a permanere.
Sono pertanto importanti le azioni d'informazione, di prevenzione e di progettazione attenta degli edifici e delle infrastrutture; in tale contesto è particolarmente importante una corretta progettazione degli edifici oggetto d'interventi di riqualificazione energetica.
Il Piano regionale per la salute e il benessere sociale prevede infatti che siano ulteriormente indagate le molteplici interrelazioni tra ambiente e salute promuovendo attività informative e attività formative, integrate con le competenze degli operatori del servizio sanitario regionale dell'ARPA Valle d'Aosta, adottando conseguenti strategie di comunicazione del rischio con l'obiettivo di fornire un'informazione che sia il più possibile chiara, certa e univoca ai cittadini.
Di particolare rilevanza nella collaborazione attiva di ARPA Valle d'Aosta in questo contesto di studio sono il monitoraggio e l'eliminazione di alcuni inquinanti a rischio - come, ad esempio, il radon e il benzene - per l'insorgenza di patologie anche gravi.
Come ricordato, il Piano nazionale di azione per il radon 2023-2032 è stato recentemente approvato dicevamo l'11 gennaio 2024; il Piano è pertanto il documento di riferimento per le misure che saranno attivate a livello regionale e che saranno coordinate dal Dipartimento sanità e salute.
Presidente - Per la risposta, la parola al collega Aggravi.
Aggravi (RV) - Effettivamente nel Piano della salute e del benessere sociale c'è un passaggio, seppur sintetico, che ben rappresenta la situazione misurata delle concentrazioni, o meglio, una prima mappatura della presenza di radon, perché - come giustamente ricordava l'Assessore e come abbiamo cercato di rappresentare nelle premesse - effettivamente il vero problema di questo gas è la concentrazione, l'accumulo e poi soprattutto il deposito che questo gas ha sulle polveri sottili e quindi poi l'inalazione che se ne fa.
Vero è che, se vogliamo, è una realtà magari un po' sottovalutata, però comunque l'Istituto Superiore della Sanità dice che il 10% - almeno queste sono le statistiche - di problematiche tumorali polmonari - deriva dalla procedura di decadimento del radio, quindi di produzione del radon. Apprendendo anche, tra l'altro, le notizie che arrivano da qui vicino, in particolare dal Vallese svizzero, e non soltanto, relativamente alla rilevazione di concentrazione in determinati ambienti, e quindi le operazioni di chiusura, bonifica e di attenzione rispetto agli impianti di ventilazione - l'Assessore ricordava l'importanza della progettazione degli ambienti degli edifici - su questo problema, purtroppo il nostro territorio è condannato dalla geologia, perché soprattutto le zone dell'Alta Valle, le zone della Valle del Gran San Bernardo ma anche la città di Aosta, almeno così erano i dati del Piano sanitario, sono potenzialmente più interessate dalla presenza di questo gas.
Ben vengano quindi le azioni che derivano da un piano più ampio, che è quello appunto nazionale di azione del radon, speriamo poi di poter approfondire ulteriormente la tematica una volta che queste analisi e misurazioni saranno completate, e anche di comprendere qual è l'effetto legato al rapporto radon-acqua, visto che ci è stato detto che, al di là delle previsioni del Piano, sarà anche oggetto di monitoraggio e di attenzione. Tra l'altro ci sono anche delle realtà termali in cui l'acqua ha una percentuale di radon già di suo, ma sappiamo che è più un problema di concentrazione che di presenza a sé stante di questo gas.