Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3511 du 4 avril 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3511/XVI - Reiezione di mozione: "Gestione della situazione del complesso immobiliare 'Le Villette ex impiegati Cogne'."

Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Siamo al punto n. 51. Si è prenotato il consigliere Baccega, ha facoltà di intervenire.

Baccega (FI) - In accordo con i gruppi che avevano sottoscritto nel Consiglio scorso la risoluzione - e parlo della Lega Vallée d'Aoste, Rassemblement Valdôtain e il Gruppo Misto -, abbiamo trasformato la risoluzione in una mozione, affinché si potesse discutere quanto prima, perché il tema che vogliamo trattare è la cessione delle villette degli impiegati, ma non solo, e tutta l'articolazione che una Giunta comunale ha messo in campo. Villette degli impiegati che fanno parte del nuovo condominio "Le Villette", che si è costituito il 21 maggio del 2019 e di cui si è dato accenno, appunto, nell'interpellanza discussa nel Consiglio scorso.

Si tratta di trentasei unità abitative: undici sono già state alienate, quindi ci sono i loro proprietari all'interno, che sono degli ex assegnatari di ERP, attraverso un piano vendita che l'Amministrazione comunale aveva messo in campo; l'Amministrazione regionale aveva a suo tempo approvato e quindi si è dato corpo a quelle vendite.

Dieci sono del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, abitate da assegnatari di ERP, quindi ci sono quelle vuote oggetto della vendita sul mercato dell'asta che è stata pubblicata in questi giorni. Tutte con zona verde di proprietà e una di queste, quindi sono trentasei, sarà ristrutturata a futura memoria delle prime villette degli operai che sono state realizzate nel 2019.

La mozione ripercorre i tanti passaggi che si sono effettuati dal 2006 ad oggi per giungere ad adottare una situazione consona a rendere corretto un percorso che portasse a poter alienare le villette.

Il percorso intrapreso faceva parte di indirizzi politici chiari ed inequivocabili delle Giunte comunali del 2005 (quella di Grimod e Guglielminotti), del 2010 (Giordano-Follien) - parlo del Sindaco e del Vicesindaco, ovviamente -, e 2015 (Centoz-Marcoz), in perfetta sintonia con le Giunte regionali, perché tutti i provvedimenti che venivano adottati dal Comune di Aosta venivano di conseguenza approvati o non approvati, ma in quel caso sono sempre stati tutti approvati dalla Regione e con le quali ci si era rapportati su indirizzi politici che provo a riassumere brevemente: alienare le villette degli impiegati perché non si trovano le risorse per un intervento così complesso (il PNRR poteva essere una grande occasione, lo dico adesso, però le cose sono passate); dare garanzia a coloro che vi abitavano in qualità di assegnatari, di poter acquistare gli alloggi con un piano vendita ad hoc che è stato messo in campo e si è fatto nel rispetto di chi era assegnatario, garantendo a tutti l'opportunità di acquistare senza far uscire nessuno dalle abitazioni (i rimanenti alloggi rimanevano alloggi di ERP con gli assegnatari che erano indicati; poi, nel frattempo, essendo che molte famiglie erano famiglie anziane, qualcuno è deceduto e si sono liberati ulteriori alloggi, tant'è che c'è una delibera del Consiglio comunale che ne inserisce altri due nel Piano); per i rimanenti quindici, quelli che sono sul mercato, predisporre un adeguato piano di alienazione per il mercato privato.

Tenendo conto della richiesta di modifica del Comune di Aosta, che chiedeva di aggiornare il decreto del 2008 (c'è un decreto 2008 che noi tutti avevamo considerato un decreto troppo stringente per fare degli interventi importanti), e allora fu fatta una richiesta da parte del Comune di Aosta di ammorbidire quel decreto stringente che è il decreto del 15 aprile 2008 dove si decretava che il complesso edilizio composto da quattro corpi di fabbrica, denominati "Villette degli impiegati", con terreni di pertinenza, è da considerarsi bene di interesse storico e culturale, su richiesta del Comune di Aosta, e venivano inseriti nel novero degli edifici documento, quindi non monumento, documento, quindi potevano essere alienati, anche se la loro esecuzione risaliva al 2019, perché gli alloggi che avevano più di 50 anni rientravano negli edifici monumento.

Il 29 dicembre 2010, il Comune di Aosta richiedeva l'alienazione degli alloggi inseriti nei fabbricati dopo un percorso di valutazione vi assicuro lungo e sfinente; ed ecco che il 30 aprile 2015 l'Assessorato di istruzione e cultura, su parere della Sovrintendenza per i beni e le attività culturali, autorizzava con quel decreto n. 15, anche in questo caso del 30 aprile 2015, l'alienazione dei beni immobili.

Aggiornato il decreto, il Comune di Aosta dà il via al piano di vendita, con esclusione della porzione distinta foglio 33, n. 139, subalterno 8 di Via Pollio Salimbeni.

Pertanto oggi abbiamo undici alloggi che sono stati venduti nel tempo, nove sono abitati da assegnatari, un alloggio è da ristrutturare da parte del Comune per costituirvi l'ambito di riferimento e per futura memoria della storia delle Villette del Quartiere.

È stata predisposta dalla Giunta comunale, e approvata, una delibera, la 32 del 4 marzo 2024, che dà indirizzi della Giunta in merito all'avviso di vendita, prevede gli alloggi non acquistati, o riscattati dagli assegnatari di ERP, e prevede il completo trasferimento di tutti i nuclei residenti che si dovrà concludere non oltre il 31 dicembre 2026.

Questa è una cosa che non ci vede assolutamente d'accordo, perché va a rivedere tutti gli accordi presi nel passato, gli alloggi non acquistati con dentro le persone assegnatarie di alloggi che, come ho detto ieri, sono persone anziane, sono persone che hanno dei mobili... fate dei sopralluoghi, chiedete di verificare, persone che se le muovi da lì, non passa il tempo che passano ad altra vita.

Allora, gli aspetti sociali in qualche modo vanno salvaguardati in queste cose. Una mobilità coatta che tutte le Giunte comunali precedenti e le Giunte regionali che recepivano le indicazioni che arrivavano dal Comune di Aosta, quindi tutte le maggioranze di centro-destra autonomista, di centro-sinistra autonomista, avevano sempre scongiurato, soprattutto disattendendo la volontà di alcuni assegnatari che vorrebbero acquistare adesso, perché adesso ci sono delle richieste di acquisto; all'epoca non riuscivano perché finanziariamente non erano in grado di sostenere una spesa di quel tipo, probabilmente adesso ci sono valutazioni di tipo diverso e quindi una sorta di diritto di prelazione poteva essere valutata e dovrebbe essere, dal nostro punto di vista, valutata.

Tutto questo quindi è la parte fondamentale, è il nucleo della mozione: non mettiamo fuori dagli alloggi le persone che sono assegnatarie di ERP e che sono all'interno degli alloggi, pagano regolarmente gli affitti e vivono lì da molti decenni.

La seconda perplessità che abbiamo espresso riguarda la valutazione di base d'asta, ma non essendo un tecnico io francamente...faccio delle riflessioni però ad alta voce perché è giusto che tutti quanti capiscano di che cosa stiamo parlando.

C'è stata una valutazione a base d'asta di euro 3.799.780,19 e un ribasso approvato dalla Giunta comunale del 40% che porta il valore a base d'asta a euro 2.279.870.

La novità rispetto alla presentazione della mozione sta nel fatto che è stato pubblicato l'avviso pubblico di incanto per la vendita di quindici unità immobiliari - l'ho detto poco fa - ubicate nel complesso "Le villette ex Cogne impiegati", ora "Condominio Le Villette".

Il termine per il ricevimento delle offerte è perentorio, entro le ore 12:00 del 28/6; quindi, tre mesi per fare i sopralluoghi obbligatori in quindici alloggi che non sono tutti nello stesso edificio ma sono distribuiti nei quattro corpi di fabbrica... mi pare strano, quindi verifica, valutazione attenta, sono dei maghi quelli che potranno andare a recuperare un'iniziativa di quel tipo, però non voglio fare la Cassandra.

Sopralluogo obbligatorio su quindici alloggi, valutazione di massima, la sensazione è che qualcuno sappia già dove deve andare.

Concludo con alcune riflessioni sulla valutazione e sulla volontà di alienare.

Se c'è una volontà seria di alienare, bisogna anche prendere atto che il condominio "Le Villette" ha già approvato una serie di interventi, ovvero il rifacimento dei tetti, che è una cosa fondamentale ed importante, perché alcuni tetti sono davvero pericolanti.

Attraverso l'avviso pubblico di incanto e tutte le visure camerali, abbiamo valutato che sono 2.815 metri quadrati di superficie abitative escluse le aree verdi, quindi il valore a base d'asta riferito a 2.815 metri quadrati vuol dire che c'è un costo al metro quadrato di 809 euro al metro; poca roba, si dice.

Abbiamo fatto una valutazione sui costi di ristrutturazione e di rifacimento degli alloggi: si va dai 1.800 ai 2.000 euro restando bassi, quindi vuol dire 2.609 più gli interventi previsti ed approvati appunto dall'assemblea, 2.609 euro a metro quadrato, diciamo un valore per difetto del costo di ristrutturazione e restauro conservativo di 2.800 euro al metro quadrato più i ricavi che questo imprenditore che dovrà decidere di acquistare quindici alloggi alle Villette del Quartiere Cogne dovrà ricavare, quindi mettiamo un utile previsto del 30%? Portiamolo a 3.600 euro al metro quadrato che, per una media degli alloggi che hanno 197 metri, porta ogni villetta ad un valore futuro, a nuovo, di 709 mila euro.

Non lo so, io credo di aver fatto i conti per bene, li ho fatti e rifatti più volte.

In tutto questo calcolo non ho considerato ovviamente quello che può essere il valore aggiunto, l'Iva da mettere.

Io credo che ci sia qualcosa che non funziona in tutto questo, ma la priorità di questa mozione - al di là della gara d'appalto per mettere in vendita le quindici villette -, il cuore di questa mozione è non consentire al Comune di predisporre una mobilità coatta per coloro che abitano all'interno delle villette, le otto villette che sono attualmente abitate.

Su questo noi chiediamo un impegno politico da parte vostra, poi come vada la vendita, io non so... se c'è qualcuno che deciderà di comprare a queste condizioni, lo faccia, siamo ben lieti, così vediamo un quartiere che va a migliorare, ma l'obiettivo di questa mozione, lo ribadisco, è l'impegno politico da parte della maggioranza regionale, che è la stessa maggioranza del Comune di Aosta, a non spostare quelle persone dagli alloggi che stanno abitando da anni, da decenni, ed eventualmente trovare la strada affinché coloro che possono acquistare in questo momento gli alloggi che abitano lo possano fare.

Presidente - La discussione generale è aperta, chi vuole intervenire si prenoti. Consigliere Manfrin, ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie gruppo di Forza Italia e al collega Baccega per quest'iniziativa che ci permette anche di fare un po' alcune valutazioni. Comincio ovviamente con il dire che il gruppo Lega voterà convintamente quest'iniziativa, ma credo che sia giusto anche fare alcune valutazioni di merito e affiancarle a quelle che sono già state formulate. E farei una valutazione iniziale che deve valere un po' per tutti noi, cioè io personalmente sono contrario alla vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, a meno che questi non siano inseriti in strutture che hanno molteplici alloggi e siano in minoranza, cioè immaginiamo - come purtroppo succede - un condominio con dieci alloggi con ARER che ne possiede uno e nove alloggi invece che sono di privati.

Immaginiamo che ad un certo punto questi privati decidano di fare delle migliorie e votino con schiacciante maggioranza di fare questi tipi di investimento e l'alloggio singolo che ARER si trova a dover rappresentare deve accettare questi lavori e il pubblico si trova a fare degli esborsi che sono ovviamente obbligatori, perché si è parte del condominio, ma non si hanno i millesimi per poter decidere; così come la gestione in generale diventa molto difficile, quindi è chiaro che questo tipo di proprietà è di difficile gestione e che forse una valutazione su queste va fatta.

In generale, immaginare che la pubblica Amministrazione costruisce degli alloggi che devono essere utilizzati - lo abbiamo detto ieri - da persone che attraverso un momento di difficoltà, e che quindi dovrebbe essere un qualcosa che può essere utilizzato per un tempo più o meno lungo, ma dopo un tempo più o meno lungo deve essere rilasciato; cioè, se la persona migliora la sua condizione, va sul mercato privato e rilascia l'alloggio ad una persona che invece si trova in condizioni di necessità.

Immaginare che la pubblica Amministrazione investe una serie di fondi per costruire o per acquistare delle proprietà esistenti per trovare degli spazi per inserire delle persone e poi vende questi alloggi, dovendo poi cercarne degli altri, perché poi gli alloggi non bastano, secondo me è un controsenso, ma è un controsenso anche rispetto a quello che si è fatto nel passato. Qua magari non troverò la concordia di qualche collega di quest'Aula ma vorrei sottoporvi una riflessione.

Fondamentalmente, chi accede ad un alloggio di edilizia residenziale pubblica è una persona che deve avere, secondo quello che la legge regionale stabilisce, secondo quello che i bandi stabiliscono, meno di 8.500 euro di Isee annui. Io ho meno di 8.500 euro di Isee annui e quindi non ho le sostanze necessarie per pagare un affitto sul mercato privato normale, quindi giustamente la pubblica Amministrazione mi viene incontro e mi dice: "Eccoti un alloggio" che in teoria - poi abbiamo visto che non è così se ci aggiungiamo le spese - deve avere un prezzo calmierato. "Tu prendi questo alloggio e paga questo prezzo calmierato perché non hai le sostanze necessarie per poterti permettere un alloggio sul mercato privato".

Poi, dopo 20 o 30 anni che tu hai questo alloggi e paghi un affitto calmierato, succede che l'ente pubblico dice: "Adesso vendiamo le case, le privatizziamo, la vuoi?". "Come no", ecco qua, 100 mila euro". "Ma scusami, tu avevi un Isee di 8.500 euro e questi 100 mila euro da dove li hai tirati fuori?".

Obiettivamente, qualche interrogativo ce lo si dovrebbe porre: ho visto alloggi venduti a 100 mila, a 60 mila, a 30 mila, ma fossero anche 10 mila, una persona che non ha le sostanze necessarie per potersi permettere un alloggio sul mercato privato, evidentemente non può neanche possedere delle cifre per comprarsi un alloggio che è della pubblica Amministrazione.

Questo è un primo dei dubbi che espongo sulla vendita alloggi evidente.

Sul caso di specie è altrettanto chiaro - e credo che sia stato già messo in luce in maniera importante - che se ci sono delle persone che ci abitano dentro e ci abitano da una vita, pensare di prenderle e sbatterle fuori, perché si è deciso di punto in bianco che bisogna incassare e vendere questi alloggi a queste cifre, obiettivamente è una roba assurda, è fare una mobilità coatta, è creare uno scompenso e un disagio.

In altre Regioni, dove c'è sempre la stessa norma che prevede che, superata una certa soglia di Isee, tu esci fuori dagli alloggi di edilizia residenziale pubblica, quando tu hai superato i 65 anni, tu hai diritto a tenerlo, perché diventi una figura fragile e quindi vai tutelato. In questo caso parliamo di persone che ricadono esattamente in questa fattispecie: persone fragili, che non possono sopportare di essere strapazzate e utilizzate come pacchi postali, presi, sbattuti fuori perché "Eh no, io devo vendere, ragazzi, sbaracchiamo, va bene così".

No, l'utilizzo sociale degli alloggi di proprietà pubblica non deve andare in questa direzione.

E anche l'idea financo poi se ci venisse in mente di dire: "Va bene tutti i dubbi che ho espresso poc'anzi, ma vendiamo questi alloggi a quelli che li occupano adesso" - con tutto che io sono contrario, perché se uno trova i soldi per comprarsi casa, dopo aver pagato un affitto calmierato per 20 o 30 anni, gli chiederei dove ha preso i soldi - con tutto questo, però la questione è: non posso vendere un unico lotto enorme a 3 milioni e mezzo di euro, dovrò piuttosto suddividerlo per le singole proprietà, per permettere alle persone di potervi accedere; invece avere un lotto unico... delle persone per esempio mi hanno scritto per chiedermi: "Ma si potrebbe acquistare uno di quelli?", io ho detto: "Sì, se hai 3 milioni e mezzo da buttare, se vuoi lo puoi fare". "Eh no, ma 3 milioni e mezzo di euro direi che non è il caso".

Ecco, quindi questo si presta non tanto ad un utilizzo sociale ma ad una speculazione economica.

Io credo che tutti questi elementi ci portino a condividere assolutamente lo spirito della mozione e sostenerla, magari avendo detto anche cose che possono essere non condivisibili, ma noi riteniamo che si debba avere un approccio sociale da una parte, ma anche pragmatico dall'altra, e quindi che si debbano sostenere le persone in difficoltà, ma non si debba neanche essere presi in giro, però lo spirito della mozione va esattamente nella direzione che noi abbiamo sempre sostenuto, quindi ovviamente la condividiamo.

Presidente - Non vedo altre prenotazioni in discussione generale. La discussione generale a questo punto è chiusa. Per il Governo, l'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Grazie collega Baccega e collega Manfrin che sono intervenuti e con i quali ci confrontiamo, in particolare con il collega Baccega che mi ha permesso di approfondire in queste settimane anche questo dossier.

Una risposta politica che ho predisposto, ovviamente cogliendo le informazioni dagli enti che sono coinvolti, anche perché nelle premesse e in tutta l'iniziativa ci sono in parte i riferimenti alle attività dell'Amministrazione comunale piuttosto che dell'ARER; è una risposta che spesso leggiamo, ma che nei giorni precedenti al Consiglio predisponiamo, io come i miei colleghi.

Una ricostruzione anche direi abbastanza puntuale, poi potremo entrare nel dettaglio di tutti i vari passaggi degli ultimi anni.

Con la pubblicazione dell'avviso per il pubblico incanto, si conclude il percorso tecnico normativo preliminare della vendita dei quindici alloggi ubicati presso le villette del quartiere Cogne (ne abbiamo parlato nello scorso Consiglio), quindici alloggi attualmente vuoti e nella piena disponibilità del Comune di Aosta.

Come abbiamo ricordato nell'iniziativa dello scorso Consiglio, tutto l'iter ha coinvolto, negli anni, le strutture dell'Amministrazione regionale, del Comune di Aosta e ARER, con un obiettivo comune, che è quello di riqualificare, attraverso l'alienazione e la futura ristrutturazione delle villette, una parte importante ed una parte storica di quel quartiere.

Il nodo che ci viene sottoposto è quello rappresentato dai ragionamenti sul futuro degli alloggi ancora facenti parte del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, che sono attualmente gestiti da ARER sulla base di un'apposita convenzione che andrà in scadenza a fine dell'anno 2026.

Occorre direi, prima di tutto, sgombrare il campo da ingiustificate preoccupazioni e fare chiarezza: gli eventuali trasferimenti degli inquilini delle villette, legittimi assegnatari degli alloggi dove attualmente vivono verso altre case saranno nel caso coordinati e concordati con gli stessi nei tempi e nei modi.

ARER ci comunica che entro il 2026 concluderà i lavori del quinto lotto di riqualificazione del patrimonio ERP del quartiere Cogne e solo successivamente potrà proporre agli attuali inquilini delle villette un trasloco verso un alloggio più moderno, più funzionale e senza barriere architettoniche, attraverso un meccanismo di mobilità volontaria e non mobilità coatta sulla quale siamo, credo, tutti d'accordo.

Su questo punto specifico, sempre ARER ci segnala che nel corso di una convocazione ufficiale dei nuclei assegnatari nell'aprile del 2022, l'ipotesi di una mobilità in alloggi del quartiere completamente nuovi e dotati appunto di tutto quanto detto precedentemente, sarebbe stata nel complesso favorevolmente accolta dagli inquilini; era l'aprile del 2022, così ci dice ARER.

Siamo assolutamente coscienti che si tratta di persone fragili, che sono anche restie a lasciare gli spazi a cui sono abituati, ma è altrettanto vero che sono persone che potranno giovarsi di vivere in alloggi anche più funzionali e più accoglienti, e che sicuramente desiderano rimanere nel quartiere in cui hanno a lungo vissuto.

Aspetti, questi, sui quali posso garantire l'attenzione di ARER e l'attenzione nostra sui quali ovviamente vigileremo.

Quanto sopra emerge anche dagli atti che sono stipulati nella convenzione tra ARER e Comune di Aosta - proprio questa convenzione che è protocollata con il numero 7853 del 26 ottobre 2022 -, individua nell'articolo 4 nel 31/12/2026 il termine entro il quale gli otto alloggi potranno rientrare nella piena disponibilità del Comune di Aosta, non prima di aver effettuato tutti i passaggi.

Successivamente, e solo dopo la specifica richiesta da parte dell'ente proprietario (quindi del Comune di Aosta), la Giunta regionale, sulla base di quanto stabilito dall'articolo 15, comma 4, della legge regionale 3/2013, dovrà provvedere con propria deliberazione allo svincolo degli alloggi in questione dal patrimonio di edilizia residenziale pubblica, solo in quel momento; quindi certamente in quella fase le determinazioni in questione, così come richiesto dal collega Baccega e dai colleghi, potranno essere precedute da un passaggio in Commissione. Quindi stiamo parlando di un orizzonte temporale che va nel 2026.

ARER, comunque, ci rende noto che successivamente alla scadenza del Piano vendite del 2019, gli assegnatari degli attuali alloggi di edilizia residenziale pubblica presso le villette sono tutti stati ufficialmente - come dicevamo - convocati dal Comune di Aosta presso ARER stessa (quindi torniamo alla riunione dell'aprile 2022, incontro che abbiamo già citato in precedenza), anche per sondare un eventuale interesse all'acquisto.

Da tale incontro - sempre ARER ci comunica - non sarebbero emerse significative manifestazioni di interesse d'acquisto.

L'eventuale adozione di un piano di vendita dovrebbe comunque sottostare, come ricordato, i criteri definiti dall'articolo 48 della legge 3/2013.

In ogni caso, la priorità attuale riguardo alle villette riguarda la buona riuscita del piano vendite dei quindici alloggi attualmente vuoti, per facilitare e finalmente avviare gli interventi di recupero anche delle undici unità abitative già vendute con il Piano del 2019.

Il collega Baccega fa presente, con qualche dubbio, quello che era l'iter di valutazione: su quello ovviamente rimandiamo a chi ha di fatto eseguito l'atto.

Per venire all'impegnativa: al punto n. 1, di fatto quanto chiesto si sta già facendo, come illustrato compiutamente nella risposta alla scorsa interpellanza, e come è evidente da una serie di atti dell'Amministrazione regionale, dell'Amministrazione comunale e di ARER, tutti assolutamente concordi nell'evitare interventi di mobilità coatta, assolutamente. Come dicevamo prima, evitare gli allarmismi e sicuramente fare chiarezza.

Come possiamo confermare anche con il collega Marzi, la gestione delle problematiche sociali e abitative viene fatta con grande attenzione alle situazioni specifiche: come illustrato, tutto verrà fatto cercando e proponendo delle alternative migliorative che possano, al tempo stesso, garantire agli inquilini delle soluzioni abitative ottimali ed un miglior recupero del patrimonio edilizio.

Tutto questo anche al fine di riqualificare l'intero quartiere come nello spirito dell'intervento PNRR-PinQua.

Relativamente al secondo punto dell'impegnativa, il passaggio in Commissione, così come richiesto, avverrebbe probabilmente, come detto, nel 2026: risulta quindi articolato impegnarsi oggi con tanto anticipo, così come diventa difficile assumere impegni per un'altra Amministrazione, ma, come sempre, e qui ringrazio i due Presidenti delle Commissioni interessate, sulle Commissioni siamo assolutamente disponibili e non ci si tira indietro. Si concorda assolutamente sui principi, ma è sicuramente un'iniziativa difficile da emendare, non tanto magari nell'impegnativa, ma più che altro in tutta una parte di premesse, quindi da lì la difficoltà non nel non condividere, ma nella difficoltà ad emendare. Sarà che magari pecco di esperienza? Chi lo sa, può essere.

Emerge quindi la necessità, assolutamente, con un confronto, con tutti gli attori interessati, per poter trattare anche quanto emerso nell'iniziativa proposta nello scorso Consiglio dal richiedente, tenuto conto - e qua ovviamente nei colloqui e nei nostri confronti l'abbiamo già anticipato - che abbiamo la disponibilità sia del Comune di Aosta, sia la rinnovata disponibilità di ARER: come sempre, a venire in Commissione non si sottraggono.

Un confronto quindi che io le propongo, e mi prendo l'impegno, chiedendole il ritiro dell'iniziativa: io propongo un confronto a stretto giro, quindi nel giro di 30 o 60 giorni o nel periodo tra il 28 giugno e la pausa estiva perché, come ben ha detto, la scadenza del bando è del 28 giugno; siamo su questo assolutamente a disposizione, proprio per fare chiarezza sulla questione, evitando fraintendimenti ed errate letture, ma soprattutto al fine di dare a queste famiglie la giusta serenità e le doverose garanzie.

No a mobilità coatta, sì ad un confronto con tutti gli attori, così da verificare anche la disponibilità di un eventuale acquisto che nell'aprile del 2022 non si era palesata.

Ho a cuore anch'io quel quartiere, probabilmente lo conosco meno dei colleghi che sono intervenuti prima; da giovane ci andavo anche io a giocare in quel campetto. Abbiamo a cuore anche le persone che ci abitano, quindi è importante proseguire e continuare nella sua riqualificazione, che comprende ovviamente gli edifici e gli spazi di quel quartiere.

Presidente - Consigliere Baccega, ha facoltà di intervenire.

Baccega (FI) - Assessore, il suo intervento ci richiama a non poche riflessioni. Intanto, ha chiamato in ballo l'ARER, che francamente noi non abbiamo evidenziato, perché l'ARER è il braccio operativo: l'ARER deve mettere in campo quelle azioni politiche che la maggioranza, la Giunta mettono in azione e la Giunta comunale di conseguenza. Quindi l'ARER qui c'entra poco: qui è la politica che deve dare delle risposte concrete, e lo ribadisco.

Ora dico un'altra cosa rispetto alle sue riflessioni: il mercato privato in questo momento non dà risposte a chi vuole la casa in locazione, quindi anche da quel punto di vista ci sono delle oggettive difficoltà in questa città, immaginatevi per famiglie che sono un po' anziane.

Lei mi dice che si conclude il percorso tecnico amministrativo: non si conclude niente, è una prova, è una sperimentazione, è una scommessa questa.

Lei mi dice che è d'accordo sul punto 1, sul confermare gli impegni politici; però dice che sul punto 2 la Commissione potrebbe riunirsi nel 2026. Allora io le propongo un emendamento: prevedere sul tema trattato una riunione della Commissione regionale competente entro 60 giorni e ci fermiamo lì. Quindi entro 60 giorni andiamo a fare un confronto in Commissione su questo tema, sul tema dell'edilizia residenziale pubblica.

Lei mi dice che nel 2025 ci sarà il quinto lotto pronto; ne abbiamo viste di ogni, anche il quarto lotto doveva essere pronto in due anni e mezzo. Dopo sei anni, l'hanno assegnato.

Assessore, io capisco le buone intenzioni, però, davvero, dal punto di vista della valutazione che voi fate rispetto a questo percorso che, mi rendo conto è dedicato... poi ci sono le storie del passato, c'è un piano vendita che ha alienato undici alloggi, dove sono finiti quei soldi? Quei soldi dovevano essere destinati a ristrutturare quanto meno i tetti. Sono ancora lì che cadono a pezzi.

Quello era l'obiettivo delle risorse che derivavano dagli undici appartamenti già alienati, ma, al di là di questo, guardo i colleghi, io ho fatto quest'emendamento e se siete d'accordo, perché il tema va affrontato, io non avrei intenzione di ritirare la mozione, ma con questo emendamento che ci vede andare in Commissione entro 60... vuole 90? Va bene 90 giorni, ma affrontiamo il tema al più presto, affinché sia definito una volta per tutte questo percorso, perché la delibera del Consiglio comunale non dice le cose che ha detto lei, leggiamola con attenzione, dice tutt'altra cosa: dice che nel 2026 queste persone, attraverso una mobilità, devono uscire dai loro alloggi e non è quello che vogliamo.

Io quindi metto in campo quest'emendamento, se gli uffici ne hanno preso nota, al punto 2 "Prevedere sul tema trattato una riunione della Commissione regionale competente entro 60 giorni".

Presidente - Consigliere Baccega, purtroppo, da Regolamento, gli emendamenti possono essere rapportati alla mozione soltanto prima della chiusura della discussione generale. Questo è l'impegno sostanziale, ma difficilmente si può inserire nella mozione. A lei la parola.

Baccega (FI) - Presidente, è chiaro che l'emendamento viene fuori dal dibattito che abbiamo avuto con l'Assessore, non avrebbe potuto essere stabilito prima. L'Assessore mi dice: "Ci vediamo in Commissione del 2026", dico: "No, vediamoci entro 60 giorni".

Se tutta l'Aula è d'accordo, non lo so io, se si può prevedere che l'emendamento è presentabile. Dica lei, dica lei, Presidente, lei è padrone di quest'Aula.

Presidente - Guardi, consigliere Baccega, stia tranquillo che non ci sono padroni.

Lei magari ha dei padroni, ma qui non ce ne sono.

Da questo punto di vista, se tutta l'Aula è d'accordo... Assessore Sapinet, ne ha facoltà.

Sapinet (UV) - Una cosa avevo imparato del Regolamento: se voglio emendare, intervengo in discussione generale. Come detto, si condivide parte delle impegnative, ma un'iniziativa è composta anche dalle sue premesse. Infatti nel mio intervento l'ho ricordato: sono particolarmente articolate e una mozione è particolarmente anche difficile da emendare, ho fatto anche riferimento probabilmente alla mia scarsa esperienza, magari è un problema mio.

Approfitto di questo secondo intervento per dire che io ho tirato in ballo l'ARER - lei giustamente ha ricordato il ruolo che ha l'ARER ed è corretto -, ma solo per ricordare e per rinnovare la disponibilità anche di questo Ente, ma soprattutto del Comune di Aosta che è il principale interlocutore su questa questione e che è ovviamente favorevole a partecipare ad una seduta di Commissione.

Poi, ha fatto riferimento a quello che è il passato, lei conosce bene il quartiere e mi sta aiutando nella mia attività di conoscenza; ci siamo concentrati sul futuro, a migliorare la qualità di vita delle persone che abitano il quartiere e a migliorare il quartiere stesso. Come detto, io rinnovo il mio impegno, e ringrazio i Presidenti delle Commissioni coinvolte, ad una riunione a stretto giro, ma, in caso di voto, ci asterremo proprio per quanto detto precedentemente.

Presidente - Pertanto, se la mozione non è ritirata, la mettiamo in votazione così com'è. Era soltanto per specificare quale sarebbe stato l' "iter" in seguito all'intervento dell'Assessore. Consigliera Erika Guichardaz, per dichiarazione di voto.

Guichardaz E. (PCP) - Ha detto bene, secondo me, l'Assessore, che questa mozione è molto complicata, soprattutto nelle sue premesse.

Noi abbiamo cercato di approfondire, non abbiamo gli strumenti che ha l'Assessore perché abbiamo solo gli accessi agli atti e pochi altri strumenti, quindi sotto questo punto di vista - lo dicevo anche questa mattina al consigliere Baccega -, purtroppo su tutta una parte delle premesse, secondo me, sarebbe necessario avere effettivamente un approfondimento serio in Commissione perché, lo abbiamo visto anche dal vostro dibattito, alcune cose che sostiene lei poi vengono in qualche modo fugate dall'assessore Sapinet, quindi bisognerebbe fare soprattutto chiarezza rispetto a questo pezzo.

Ci tengo però a evidenziare che, fra tutti gli approfondimenti, ho anche sentito l'ex vicesindaco Marino Guglielminotti, che, effettivamente, mi ha confermato, ad esempio, tutta la questione degli impegni presi dalle Giunte comunali di Aosta, almeno finché lui era presente; quindi, sotto questo punto di vista, anche l'idea di mantenere quei nuclei, cosa che però, mi sembra di capire, sia anche nella volontà dell'Amministrazione regionale e che vi sia stato anche un passaggio in cui le famiglie abbiano in qualche modo espresso anche la possibilità o la volontà di essere spostate.

Tutti questi elementi, di cui avete discusso voi oggi, non sono in nostro possesso, quindi sicuramente sarebbe utile questo approfondimento in Commissione. Riteniamo corrette le cose riportate nell'impegnativa, se si tratta di trasferimento coatto, ma in questo caso l'assessore Sapinet dice che non sarebbe un trasferimento coatto, ma solo se voluto dagli assegnatari, quindi anche sotto questo punto di vista ci sentiremmo di votarlo se effettivamente fosse stato un trasferimento coatto, ma così ci è stato detto di no.

Io spero che, nonostante il non emendamento, l'impegno dell'Assessore venga mantenuto, quindi tutto quanto è stato detto all'interno dell'Aula quest'oggi venga portato in Commissione; noi non ce la sentiamo proprio di votare, perché le posizioni espresse sono lateralmente opposte, quindi non abbiamo sinceramente capito.

Lo capiremo dagli approfondimenti in Commissione.

Presidente - Consigliere Baccega, ha facoltà di intervenire.

Baccega (FI) - Questo terzo intervento è ovviamente una dichiarazione di voto, direi positiva, rispetto alla mozione presentata, all'impegnativa proposta. Ci stava anche l'emendamento, ma non si è potuto apportare.

Una cosa che ho marcato con grande attenzione e sottolineato: sarà una mobilità volontaria al quinto lotto, questo lei lo ha detto chiaramente e tengo conto di quest'affermazione, pur non ritirando la mozione.

È un'occasione persa quella di non esprimersi politicamente rispetto a quello che si è scritto.

Per quanto riguarda le premesse che si sono indicate nella mozione, sono tutti atti ufficiali, uno per l'altro; sarò in grado, se non li porterà l'Assessore, li porterà il sottoscritto in Commissione qualora si decida di fare una Commissione. Se dobbiamo fare una Commissione, facciamola comunque al più presto, altrimenti la prossima settimana faremo una mozione nella quale si chiede la convocazione della Commissione per trattare il punto entro 60 giorni.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, mettiamo in votazione la mozione. Non vedo altre richieste, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Favorevoli: 14

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin)

La mozione non è approvata.