Objet du Conseil n. 413 du 13 juillet 1982 - Resoconto
OGGETTO N. 413/VII - DISEGNO DI LEGGE CONCERNENTE: "APPROVAZIONE DEL RENDICONTO GENERALE DELLA REGIONE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 1981".
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore alle Finanze Ramera, ne ha facoltà.
RAMERA - (D.C.): Dirò subito che non ho capito bene il verbale di parere della Commissione, dove si dice che in data 1° luglio si è riunita la I^ Commissione, alla quale non erano presenti né il sottoscritto né il Ragioniere Capo, in quanto quel giorno eravamo disponibili e molto probabilmente non siamo stati avvisati. Anzi, voglio chiedere scusa se la I^ Commissione a causa della nostra assenza è stata impedita ad esprimere un parere; il fatto ci ha colpevolizzati perché getta un'ombra sull'Assessorato alle Finanze, che per tutti questi anni ha brillato per operosità. Mi spiace ci sia stato questo equivoco, che mi ha impedito di illustrare il disegno di legge in Commissione e di portarvi quei chiarimenti che erano necessari.
L'oggetto che si trova oggi all'approvazione del Consiglio non è altro che il rendiconto dell'esercizio finanziario 1981, cui poi si riallaccia l'oggetto successivo dell'assestamento di bilancio, reso possibile dalla conoscenza dei dati definitivi dell'esercizio 1981, dell'esatta portata del disavanzo che ci consente la sua utilizzazione. Seguendo anche i consigli del Consigliere De Grandis e di altri lo scorso anno, abbiamo cercato di formulare la relazione in maniera abbastanza chiara, così da offrire non solo a chi ha revisionato l'intera documentazione dell'esercizio finanziario passato, ma a tutti i colleghi del Consiglio, un'esatta panoramica di quello che possiamo definire un anno anomalo - come ho già avuto occasione di chiamarlo in sede di presentazione del bilancio di previsione - per il fatto che avevamo visto aleggiare la possibilità di ottenere nei primi mesi dell'anno il riparto fiscale, che è stato invece approvato nel novembre. Per questa ragione, nella stesura della relazione, sono state tralasciate eventuali valutazioni politiche a vantaggio di altre di natura tecnica, sebbene anche dal tecnicismo traspaia una linea politica, in quanto tutto il lavoro svolto dall'Assessorato alle Finanze è stato impostato per il raggiungimento di due principali obiettivi politici: il riparto fiscale e - visti i ritardi - il contenimento della spesa in maniera che il disavanzo di fine anno fosse, ridotto al massimo. Difatti, come potete vedere, dopo le previsioni piuttosto nere che verso fine anno annunciavano un disavanzo di 50 miliardi, veniva formulato nel bilancio di previsione all'82 un disavanzo di 37 miliardi, ed infine, ad ultimazione della rendicontazione, è stata stabilita in 25 miliardi la cifra esatta, per cui oggi vediamo la possibilità di assestare il bilancio con queste cifre diverse fra di loro.
Se nella previsione la fotografia poteva anche tingersi di rosa perché rosee erano le speranze, al momento del termine dell'esercizio finanziario la fotografia di quello che è stato possibile operare non può essere che nitida, quindi non avrei nulla da aggiungere, tranne mettermi a disposizione dei vari Consiglieri per chiarimenti. Altrettanto disponibili saranno i colleghi di Giunta per i dicasteri di loro competenza.
Tuttavia mi corre l'obbligo di dire che se lo scorso anno è stato anomalo per un certo verso, in quanto si attendeva il riparto fiscale come la panacea di tutti i mali, altrettanto anomalo si presenta anche questo anno, pur avendo in mano il documento legislativo per la 690. Non vorrei che mi si dicesse con molta semplicità che è sufficiente andare a farseli dare, perché il flusso delle entrate è davvero ridotto al minimo e dobbiamo combattere settimana per settimana per ottenere, non dico quello che è previsto dalla legge 690, ma anche solo quelle somme che sono necessarie per il normale svolgimento delle nostre azioni. La situazione non è rosea neanche per le altre Regioni a Statuto Speciale, i cui Assessori alle Finanze sono stati convocati come me al Ministero del Tesoro, in quanto la Sicilia e la Sardegna sono destinate a non ricevere una lira in più di quello che hanno avuto in passato. La Valle d'Aosta non otterrà il 100% del riparto fiscale previsto, se non forse ai primi mesi del 1983. Le Province di Trento e di Bolzano sono nella stessa nostra situazione, tant'è vero che la Provincia di Bolzano avanza già da precedenti esercizi fino ad oggi la somma di 1000 miliardi. Questi sono i fatti, per cui affermare che quello del 1982 è un esercizio normale, sarebbe una bugia in quanto non si sa come andremo a finire.
Ritengo di dover informare il Consiglio che ci troviamo in una situazione piuttosto disastrosa. La politica che dovrà seguire la Regione sarà quella di ricorrere all'indebitamento, altrimenti daremmo giustificazioni al Governo centrale per fare dei tagli, perché come sapete le somme vengono distribuite su documentazione. Ho consigliato i miei colleghi di Giunta di portare avanti il programma come stabilito dal bilancio di previsione 1982, giungendo anche ad indebitamenti eccessivi di cassa, purché si dimostri la capacità della macchina regionale di portare avanti quello che ha previsto; diversamente, il Governo centrale avrà, certo, quel documento - che è una legge - da rispettare, però potrebbe farvi fronte in tempi molto lunghi.
Naturalmente, la situazione è stata piuttosto difficile, proprio perché in attesa di questo riparto fiscale lo scorso anno non si sono contratti tutti quei mutui che erano previsti, e questa mancata contrattazione ce la siamo portata dietro, arrivando al disavanzo a cui accennavo all'inizio.
Non ho altro da dire in quanto oltre al consuntivo vi ho dato anche alcune notizie sull'andamento finanziario dell'attuale esercizio, mi sembra che la situazione sia piuttosto difficile per tutti.
PRESIDENTE: Informo il Consiglio che il Consigliere De Grandis ha presieduto la I- Commissione in data 1° luglio nella sua qualità di Vice Presidente in assenza forzata, per motivi di famiglia, del Presidente Martin, il quale non risulta nel parere.
Ha chiesto di parlare il Consigliere De Grandis, ne ha facoltà.
DE GRANDIS - (P.R.I.): Oltre a confermare ché il 1° luglio la Commissione Affari Generali fu presieduta da me in assenza forzata del Consigliere Martin, vorrei precisare che in quella data furono messi all'ordine del giorno numerosissimi provvedimenti, alcuni dei quali di particolare importanza come quello che stiamo attualmente discutendo. Il periodo feriale ed alcune assenze forzate hanno fatto in modo che, alle ore 15.00, non fosse presente il numero legale della Commissione. Avevamo avuto la giustificazione di un membro della Commissione, il Consigliere Nebbia, il quale aveva detto che per quell'ora si sarebbe trovato a Courmayeur per impegni inderogabili assunti in precedenza, ma per non mandare deserta la Commissione, vista l'importanza degli argomenti che dovevamo discutere, siamo riusciti a rintracciarlo e lo abbiamo pregato di abbandonare gli impegni che stava assolvendo in quel luogo, per venire ad Aosta, cosa che il Consigliere Nebbia ha fatto.
Raggiunto il numero legale, ci siamo trovati nella necessità, prima di affrontare un argomento come quello che è adesso in discussione, di avere a disposizione un tecnico che potesse fornirci un numero sufficiente di chiarimenti. Il Segretario della Commissione è stato mandato all'Assessorato a cercare l'Assessore, che è risultato essere assente. Siamo andati allora a cercare il Ragioniere Capo, che ci è stato detto essere in ferie. Ho fatto cercare il Vice Ragioniere Capo, il quale ha rifiutato di presentarsi, dichiarando che non era competente a trattare la questione. Ho chiesto della Sig.ra Thomain, che so essere persona molto capace in materia, ma era ammalata. Non mi restava altro da fare se non prendere atto che non era possibile discutere questo argomento. Tuttavia, poiché la Commissione si è resa conto dell'importanza che questo disegno di legge venisse portato comunque in Consiglio, ha emesso questo tipo di parere con il quale acconsente che venga discusso. Quindi la Commissione ha fatto di più di quello che era suo dovere.
Accetto volentieri le scuse dell'Assessore; per quel che mi riguarda, l'Assessorato alle Finanze ha sempre risposto alle richieste e mie personali di Consigliere e a quelle delle Commissioni, in questa occasione si è verificato un malaugurato contrattempo per il quale non so se qualche funzionario - oppure l'Assessore - non debba anche essere preso per le orecchie. Questo lo dovete vedere fra di voi. Ed anche la risposta del Vice Ragioniere Capo, che mi dice di non essere competente a trattare queste questioni, mi sembra un fatto che dovrebbe richiamare l'attenzione dell'Assessore sul funzionamento dell'Assessorato.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
MAFRICA - (P.C.I.): E' la prima volta che esamino un consuntivo con una attenzione maggiore del solito dovuta al fatto di essere revisore dei conti e devo dire che questo lavoro può essere interessante più di quanto possa sembrare, anzi chiedo all'Assessore ed ai tecnici se è possibile avere ancora a disposizione il materiale per questo periodo, perché intendo arrivare ad alcune valutazioni non di carattere politico, ma di maggiore approfondimento circa il modo di spendere della Regione.
Questo lavoro sarebbe ancora più utile se fosse già impostato anche da parte dell'Assessorato; mi riferisco ad una maggiore discriminazione della natura delle spese, ad una visione più precisa di quali sono i trasferimenti dallo Stato alla Regione e dalla Regione a privati, ad Associazioni, ad Enti pubblici e di quali invece sono gli interventi diretti. In questo modo si può far capire meglio come la Giunta spenda il denaro pubblico, perché dall'esame complessivo di questa situazione credo la Giunta stessa non lo abbia del tutto presente. Intendo dire con questo che la quotidianità e le necessità del momento possono portare ad eccedere in determinati settori ed a tralasciarne altri.
Le osservazioni che ritengo di fare possono essere riassunte in quattro e sono presenti grosso modo nella relazione stessa. La prima osservazione è che esiste una forte sfasatura fra le previsioni iniziali del bilancio 1981, le previsioni definitive, cioè quelle che si hanno dopo gli assestamenti del bilancio, e gli accertamenti finali.
Per fare degli esempi, riferendosi solo al bilancio di competenza per il 1981, si era partiti con una previsione di entrata di 195 miliardi, la previsione definitiva era di 231 miliardi - cioè si era aumentata la previsione di entrata di 36 miliardi - mentre l'entrata accertata è stata solo di 168 miliardi. Sono 62 miliardi in meno, quindi in percentuale si è avuta una minore entrata - rispetto alle previsioni definitive - del 27%.
Allo stesso modo, si era partiti da una previsione di spesa di 195 miliardi e si era giunti ad una previsione definitiva di 245 miliardi - cioè 50 miliardi in più -; si sono accertate spese per 204 miliardi, corrispondenti in percentuale ad una minore spesa nella misura del 17%. Merita di essere ricordata la situazione nel settore Sviluppo Economico, in cui si è partiti con una previsione di spesa di 32 miliardi, che si è aggiustata poi in 51 miliardi, mentre in realtà se ne sono spesi 31. C'è quindi una sfasatura molto forte fra le previsioni che si fanno al momento della discussione del bilancio, le successive variazioni e la realtà della spesa.
Dobbiamo fare qualche riflessione sull'accanimento che mettiamo al momento della discussione del bilancio, perché la concreta gestione porta a situazioni differenti.
Per le entrate hanno giocato due fattori, che sono la mancata contrazione dei mutui - ammontano a 51 miliardi i mutui dell'anno 1981 e quelli degli anni precedenti che non sono stati contratti - e la sopravalutazione delle entrate del Casinò. Non credo che al riguardo si possa essere d'accordo con la relazione, dove si dice che ci si è sbagliati. Al momento stesso in cui alla fine dell'anno, si sono previsti per il Casinò 7 miliardi e mezzo in più, si sapeva benissimo che in quel mese non potevano esserci quelle entrate. C'è quindi da dire che la tecnica finanziaria gioca un ruolo di non secondaria importanza per ciò che riguarda la gestione del bilancio; tende a falsare però quelle che sono le previsioni iniziali del bilancio che arrivano in Consiglio. Per questo motivo sarebbe opportuno per il Consiglio tenere sotto controllo la gestione reale del bilancio, più che la gestione formale.
Per le spese, c'è da dire che non si sono impegnate quelle somme di provenienza dello Stato, che erano effettivamente disponibili; come anche la relazione tecnica riconosce. Ad esempio, a pag. 9 della relazione si dice che "a somme provenienti da assegnazioni statali già accertate e non impegnate alla chiusura dell'esercizio, e da trasferire quindi alla competenza 1982, per complessive lire 3.981.985.240". C'erano 4 miliardi disponibili per la Sanità che non sono stati impegnati. A pag. 12 vi è un altro elemento che viene riconosciuto per ciò che riguarda la formazione professionale. Si dice: "l'importo di lire 704.952.550 non è stato assegnato in quanto i corsi programmati non stati effettuati". Anche in questo caso c'è da mettere in evidenza che esistevano delle somme disponibili che non sono state utilizzate.
A questo punto credo di dover fare la critica principale alla gestione del bilancio da parte della Giunta, in quanto sono state mandate in economia per la maggior parte spese abbastanza significative. Non si sono utilizzati i 462 milioni di edilizia economica e popolare, né il miliardo e 885 milioni di edilizia sovvenzionata, né i 556 milioni di edilizia convenzionata, né il miliardo e 649 milioni che dalla legge 910 era stato messo a disposizione per i mutui di miglioramento fondiario. Inoltre non sono stati utilizzati - e questo fatto merita una spiegazione - gli oltre 3 miliardi e mezzo messi a disposizione per i consultori. Non so se mancano le domande da parte dei Comuni o se le pratiche procedono con una certa lentezza; comunque questa cifra rappresenta un punto nero abbastanza significativo. Ancora, non sono stati utilizzati i 400 milioni per gli asili nido, né il miliardo e 797 milioni di corsi che, secondo la CEE, era possibile effettuare. Do altre due cifre, che si possono spiegare ma forse non giustificare, non si sono utilizzati quasi 5 miliardi che erano destinati all'acquisto di mezzi di trasporto pubblico perché mancava il Piano Trasporti, non si sono spesi tutti i fondi previsti per l'ampliamento del Casinò, perché ci sono state delle difficoltà che sono anche note.
Su questo elemento la considerazione è che probabilmente occorre un maggiore impegno da parte della Giunta insieme ad una selezione nelle spese che è necessario fare, piuttosto che mandarle in economia.
La seconda osservazione, presente questa nel bilancio e nella relazione, è relativa al rapporto fra spese correnti e spese di investimento. La relazione tecnica dice che ben oltre il 67,l% degli impegni è destinato alle spese correnti, solo il 32,9% è destinato agli investimenti. Su 198 miliardi, 133 miliardi sono destinati alle spese correnti, 65 agli investimenti. Questo rapporto è negativo, in quanto si spende molto per la spesa corrente; c'è da dire che tra gli investimenti vengono considerati anche degli impegni che sono perlomeno delle spese ricorrenti. Sarà interessante vedere cosa capiterà nel 1982 quando nella relazione iniziale di previsione si diceva che è molto elevato l'indice di impegni per investimenti. Si tratterà di vedere se nel bilancio 1982, dopo l'avvenuta approvazione del riparto fiscale, le cose si modificheranno. Certo è che nel bilancio 1981, la percentuale di impegni per spese correnti è addirittura vincolativa del bilancio stesso, perché ne impedisce in sostanza molti movimenti.
La terza osservazione è relativa ai residui. Credo si possa dire che a gestione dei residui non è complessivamente soddisfacente. Nella relazione si afferma che si è stati in grado di utilizzare una certa percentuale di residui passivi che risalivano ad anni precedenti, e che si è riusciti a riscuotere crediti degli anni precedenti. Se però andiamo a vedere cosa è successo nella gestione residui dell'anno 1981, vediamo che i residui attivi - cioè i crediti della Regione - sono saliti da 54 a 70 miliardi, con un incremento del 30,1%; i residui passivi - cioè le spese ancora da pagare - sono passati da 73 a 86 miliardi con un incremento del 17,3%. Questo confronto fra i residui passivi e le spese pagate in competenza nell'81 è ancora più clamoroso. Nel 1981 in pratica si sono accumulati complessivamente 86 miliardi di residui da pagare rispetto a 132 miliardi effettivamente spesi dalla Regione nel 1981. L'Assessore Ramera diceva prima, dobbiamo dimostrare al Ministero del Tesoro che sappiamo spendere per poter avere diritto ad utilizzare i fondi. Da quel che appare da questo consuntivo la Regione ha grossissime difficoltà a spendere, accumula residui passivi in un modo impressionante.
D'altronde ci sono nella relazione - che da questo punto di vista deve essere considerata migliore di quella dello scorso anno - delle cifre molto chiare su cui occorre riflettere. Se mettiamo assieme ciò che la Regione ha speso, sia in conto competenza 1981 sia i residui degli anni precedenti, vediamo che su 262 miliardi di impegni la capacità di pagare è solo per 179 miliardi. Cioè la Regione complessivamente sugli impegni del bilancio 1981 e sugli impegni già presi anche in anni precedenti è riuscita a pagare solo il 68% delle somme che ha impegnato, che sono già inferiori a quelle che aveva a disposizione. E' quindi una capacità di spesa molto bassa, soprattutto in alcuni settori, che deve indurci a riflettere.
Nel settore Assetto del Territorio, sono stati impegnati 45 miliardi, ne sono stati pagati solo 29, con una percentuale del 65%. Nel settore Sviluppo Economico, su 45 miliardi impegnati ne sono stati pagati solo 31, con una percentuale del 68,7%. Nel settore III, della Sanità, Promozione Sociale, la situazione è ancora più negativa. Sono stati impegnati 66 miliardi, ne sono stati pagati solo 34, con la percentuale del 51,7%. Per quello che riguarda poi la Formazione Professionale nel V° settore direi che siamo nel disastro: su 6,7 miliardi impegnati, solo 2,6 miliardi sono stati spesi; in percentuale il 38,3%.
Al di là di questa incapacità della Regione a spendere, vi è ancora un dato da sottolineare: merita cioè un ultima riflessione il modo con cui effettivamente poi si è scelto di spendere. Facendo una distribuzione - sarebbe interessante se la relazione desse già lei le percentuali invece di costringere i Consiglieri a calcolarsele, cosa semplicissima d'altronde - e andando a vedere le percentuali dei diversi settori, si vede che la Regione spende complessivamente, sia delle somme del bilancio di competenza che dei residui degli anni precedenti impegnati, il 14% per spese di carattere generale, di cui il 6,6% per il Personale; il 24,3% per la Sanità, di cui il 15,6% per il servizio sanitario regionale; il 22,1% per la Scuola e la Cultura di cui il 13,6% per il personale scolastico; il 2,5% per la Formazione Professionale; per l'Assetto del Territorio il 16,7%; per lo Sviluppo Economico il 16,7%.
Quindi, i due settori che vedono impegnate la maggior parte delle risorse sono la Sanità e la Scuola, ma all'interno di questi sono particolarmente rilevanti le spese correnti destinate al personale. Andando a vedere le percentuali effettive sul complesso degli impegni, sono invece bassissime le percentuali che vengono destinate all'edilizia abitativa, dove complessivamente si destina solo 1'1,3% degli impegni. Non molto soddisfacente è anche la situazione nel settore I° dell'Assetto del Territorio per quanto concerne le strutture indispensabili, quali gli acquedotti e le fognature, dove rispettivamente le percentuali destinate sono lo 0,9% e l'1,4%.
Se andiamo a vedere, in quel 16,7% destinato allo Sviluppo Economico lo squilibrio è addirittura fortissimo. In questo 16,7% di tutti gli impegni è destinata all'Agricoltura una percentuale del 7,7%, è destinata all'Industria una percentuale dello 0,8% di tutti i fondi impegnati, all'Artigianato lo 0,6% dei fondi, al Commercio lo 0,3% ed al Turismo il 4,8%. Direi che qui lo squilibrio esistente merita una riflessione di carattere più generale sulle finalità che si vogliono perseguire con il bilancio regionale, sia come percentuale complessiva del settore Sviluppo Economico, sia come squilibrio all'interno del settore.
Nel settore della Promozione Sociale, è sorprendente che utilizzando oltre il 22% di tutte le somme per la Sanità, ai Servizi Sociali si destini solo l'1'5%.
Sono queste le osservazioni che ho potuto fare in un primo esame del consuntivo; sono del parere che questo esame debba essere continuato e debba ricevere l'attenzione di tutto il Consiglio e delle forze politiche, perché come ha detto il Consigliere Bordon giustamente una volta, oltre che discutere al momento del bilancio, si tratterebbe di fare delle valutazioni anche al momento del consuntivo per vedere cosa abbiamo fatto come Consiglio e come Giunta.
Credo si possa concludere che al momento del bilancio diciamo delle cose e durante la gestione ne facciamo delle altre; abbiamo verificato che come Consiglio regionale non riusciamo a spendere tutto quello che decidiamo di spendere. Abbiamo constatato che esiste uno squilibrio a cui bisognerà porre rimedio, probabilmente questo potremo farlo nel corso del bilancio 1982, nella distribuzione delle spese.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Bordon, ne ha facoltà.
BORDON - (D.C.): Siccome mi sentivo un po' un vaso di creta in mezzo agli altri due revisori dei conti, che erano vasi di ferro, pensavo di lasciare la parola ad altri, prima di intervenire. Qualcosa però dovevo dire: innanzitutto mi ha fatto piacere la battuta dell'amico Consigliere Mafrica, che insieme ad altre battute precedenti del Consigliere De Grandis - che potrei anche ricordare - mi fa pensare che finalmente, in quest'aula, è solo questione di pazienza, ma poi le cose maturano. Anche nelle precedenti Amministrazioni - ed i Consiglieri più vecchi me ne possono dare atto - abbiamo protestato molte volte perché in Consiglio si parlava per tre giorni di un bilancio di previsione, mentre il conto consuntivo passava in un'ora, il che era la più grossa corbelleria che potessero fare degli Amministratori, perché la conclusione è proprio il conto consuntivo. Quindi fatta questa premessa, che mi fa particolarmente piacere, perché un dibattito fatto oggi su un conto consuntivo è di massima importanza, passo a fare la successiva osservazione. Bisogna anche notare che questi dibattiti sono interessanti perché possono essere considerati sotto due punti di vista, a seconda cioè che il revisore dei conti faccia parte della maggioranza o della minoranza. Non mi stupisce quanto ha detto il Consigliere Mafrica, perché per un Consigliere di opposizione - lo dovrebbe essere per tutti ma non è questa una cattiveria - il bilancio consuntivo è una miniera, perché c'è da scavarci dentro tutto quello che si vuole. Devo dare atto al Consigliere Mafrica di aver fatto una relazione molto seria e molto tecnica, anche se ancora una volta mi si dirà che sono il più comunista dei democristiani. A me fa piacere quando i dibattiti sono fatti con questa misura e con questo metro, perché se un Consigliere di opposizione volesse fare della demagogia in un conto consuntivo ne tira fuori di tutti i colori, come difatti in qualche occasione è accaduto anche in quest'aula. Aggiungo quindi che la relazione del Consigliere Mafrica dovrebbe essere tenuta presente da tutti i Consiglieri regionali.
Perché non l'ho fatta io questa relazione? Perché era compito del Consigliere di opposizione; inoltre tutto quel che ha detto è esatto e potrebbe essere aggravato ancora di più, ma questo non per fare un rimprovero alla Giunta, perché su di voi - vasi di ferro in confronto al vaso di creta - il sottoscritto ha un vantaggio che è quello di essere stato Assessore alle Finanze dal '65 al '69. E' un compito ingrato e ne avete sentito anche alcuni accenni stamani, perché oggi l'Assessorato alle Finanze ci deve dire che abbiamo una stangata di miliardi, se però si dovesse continuare così, dovremmo fare un sacco di mutui perché non riusciamo ad andare avanti. Quindi i debiti dovrebbero venire ancora fuori e non fa mai piacere contrarre mutui, anche se in molte occasioni - ed un professore di matematica me ne potrebbe dare atto - si è trovato che l'indebitamente di certi Enti pubblici era invece una cosa utile. Però questo non è il caso.
Effettivamente è un esame da portare avanti e in tutte le giunte, perché non solo in questa ma anche nella mia del '65 e in quella del fronte del leone prima, ci sono sempre state difficoltà dovute a tutta la parte burocratica, agli appalti e non appalti, ecc., per cui se i due mesi di ferie negli anni passati potevano andare bene, forse quest'anno ne bastava uno solo, perché ci troviamo di fronte - almeno sulla carta - a 400 miliardi da spendere ed il bilancio è stato approvato a marzo/aprile.
Ma la mia preoccupazione era questa: il Consigliere Mafrica si preoccupa dei residui passivi, ma pensiamo un po' se noi, durante questo lasso di tempo, dovessimo poter spendere tutta questa somma, quale sarebbe l'ammontare dei mutui passivi alla fine di quest'anno? Perché la verità è proprio questa, che durante il periodo gestionale, annuale, dei lavori pubblici, sia per il clima, sia per la vischiosità cui facevo cenno prima, ci sono sempre stati tanti residui passivi ed ho paura quest'anno ce ne saranno molto di più.
Non ho nient'altro da aggiungere; abbiamo portato avanti il bilancio come lo si doveva portare, grane da mandare al Procuratore della Repubblica ne ho cercate perché sarei stato contento di mandarci l'Assessore Ramera, ma non ne ho trovate.
Solo sotto l'aspetto tecnico intendo ribadire che questo studio bisognerà farlo, come abbiamo sempre detto; ad un certo momento ci sono delle cose contro le quali non si può andare: non si riescono a spendere determinati denari, si mandano avanti - e l'abbiamo visto dalle percentuali del Consigliere Mafrica - determinate spese che dovrebbero essere secondarie, mentre altre più importanti restano ferme.
La raccomandazione che tutti facciamo è che questa Giunta, come tutte le altre, faccia il possibile per spendere questi denari nel migliore dei modi, non dimenticando mai che la Giunta è l'organo esecutivo e il Consiglio regionale l'organo deliberante. Qui invece ce ne dimentichiamo e sembra qualche volta che sia a Giunta che delibera ed il Consiglio a dover subire. Allora, quando questo accade, il torto è dei Consiglieri che non sanno farsi rispettare.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Tamone, ne ha facoltà.
TAMONE - (U.V.): Di questo argomento non mi intendo molto e per di più di questi tempi ho molto lavoro e non ho avuto tempo di leggere; tuttavia trovo giusti i commenti che sono stati fatti sia dal Consigliere Bordon che dal Consigliere Mafrica, anche perché quest'ultimo ha fatto un discorso molto tecnico e puntuale. Secondo me, è così che vanno guardate certe cose, lasciando perdere quei pettegolezzi che ho sentito fare in altri Consigli anche importanti di questa Regione, su argomenti marginali che si possono risolvere abbastanza bene con il buon senso.
Sento anche che ci sono molte preoccupazioni su come si spendono i soldi, ed al riguardo vorrei fare una domanda all'Assessore Ramera: ma questi soldi li abbiamo o no quest'anno? Forse sarebbe bene che le forze politiche che contano a Roma cominciassero a mettersi per strada, magari usando uno di questi due mesi di vacanza per andare a Roma. Dobbiamo tutti impegnarci per fare in modo che qualche soldo in più arrivi e dobbiamo agire tutti insieme, con la collaborazione della minoranza, che pare stia diventando stranamente costruttiva in questi giorni; anzi, in proposito se questa estate - che è molto calda anche qui in Valle d'Aosta - potesse essere foriera di nuove iniziative di tipo politico, fatecelo sapere.
Per intanto preoccupiamoci di avere qui i soldi; quando il Ministro Andreatta e la compagine amministrativa capeggiata dall'On. Spadolini dovranno presentare per il 30 luglio quegli impegni di cui si sono fatti carico nell'ultima riunione in Senato, vedremo cosa capiterà ai bilanci delle Regioni ed anche al nostro, che è trattato differentemente da quello degli altri perché siamo gli unici ad avere un riparto fiscale, che almeno è una legge dello Stato, sempre che lo Stato abbia la capacità e la voglia di rispettarla.
Quindi, sarebbe bene che l'impegno globale di questo Consiglio fosse rivolto in questa direzione, piuttosto che ad andare a scavare nelle nostre incapacità che indubbiamente esistono e che sono di tutti - come diceva il Consigliere Bordon -.
So che non bisogna sfuggire gli altri problemi, però questo in particolare è essenziale da risolvere tutti insieme, magari dedicando questo mese, non formalmente, a studiare i metodi per poter avere quello che ci viene.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere De Grandis, ne ha facoltà.
DE GRANDIS - (P.R.I.): E' sempre molto interessante affrontare un consuntivo. Giustamente ha detto il Consigliere Mafrica, non è vero che fare il revisore sia un lavoro così arido; anzi è un lavoro che, se fatto con un certo spirito, riserva non solo molte soddisfazioni ma anche molte sorprese per quello che si riesce a capire del meccanismo dell'Amministrazione.
Su questo consuntivo vorrei fare solo alcune considerazioni: anche perché non ho compiti dell'oppositore essendo entrato recentemente in maggioranza, però alcune osservazioni mi sembra debbano essere fatte. La prima è che la relazione che ci ha presentato l'Assessore alle Finanze a me piace perché ha un carattere spadoliniano; dice le cose con una certa chiarezza, anche quelle che sono di carattere negativo, le mette a disposizione di chi deve osservare e valutare quello che è stato fatto e come è stato fatto. Tra l'altro questo spunta di solito le frecce dell'opposizione, e non mi sembra nemmeno un caso che la relazione del Consigliere Mafrica, sebbene molto puntuale, abbia tralasciato gli accenti polemici e demagogici.
Anzi credo abbia reso un servizio abbastanza importante al Consiglio mettendo a fuoco tutta una serie di percentuali di quelli che sono stati gli interventi nei vari settori. Questo lo dico per richiamare l'attenzione del Consiglio su quella benedetta revisione delle leggi di spesa. Ieri ho sentito l'Assessore Marcoz affermare che ad ottobre, al più tardi a novembre, sarà pronto un bel volume in tre tomi, dei quali il primo riguarderà le leggi dell'Agricoltura della CEE, il secondo le leggi dell'Agricoltura nazionale, il terzo le leggi dell'Agricoltura della Regione. Mi chiedo: quando avremo questo tomo - che dovrebbe essere alto secondo le mie valutazioni circa 40 cm. - avremo risolto il problema? Temo di no. Il punto è un altro ed è quello di fare un'analisi accurata delle leggi di spesa in vigore, Assessorato per Assessorato, perché attraverso quella analisi saremo in grado di fare pulizia di tutte le leggi superflue, ormai superate dai tempi, che non hanno più efficacia nel tessuto sociale. Chiedo pubblicamente agli Assessori di fare un ulteriore sforzo per rispondere a tutto quel bel fascicolo che è stato loro inviato dall'Assessorato alle Finanze - che ha fatto il lavoro preliminare di ricerca delle leggi di spesa - e di completarlo per la parte di loro competenza. Attraverso quello strumento saranno gli stessi Assessori, in particolare quelli che gestiscono Assessorati che hanno forti capacità di spesa, in grado di evitare una grossa fetta di residui passivi.
Se è vero che il bilancio dell'81 è nato allora anomalo - nella famosa espressione usata dall'Assessore alle Finanze - chiaramente non poteva non essere anomalo nel consuntivo, perché l'anomalia se l'è trascinata dietro sino in fondo, e non poteva certo perderla per strada. E' altrettanto vero però che in una situazione di scarsa disponibilità economica abbiamo avuto di nuovo una serie di residui passivi, una parte dei quali, sono convinto, potevano essere evitati o almeno contenuti. Ma al di là della gestione dei residui, che ha lasciato notevoli perplessità anche per i residui attivi e per quello che riguarda il lato delle entrate, vorrei rivolgere una raccomandazione che è quella di preoccuparci di ristrutturare la parte dell'Assessorato là dove è necessario che la Regione sia in grado di recepire tutti quelli che sono gli introiti dello Stato soggetti a riparto, per poter ottenere rapidamente la quota che ci spetta. E' evidente che dobbiamo farci noi parte dirigente, e per far questo in un settore così complesso e non facile ci dobbiamo non solo specializzare ma anche attrezzare di mezzi e di uomini, per individuare tutte quelle che sono le fonti, i gettiti che vengono raccolti in Regione dallo Stato e che sono soggetti a riparto. Questo è il modo primario per accelerare il flusso delle entrate. Va da sé che a questo dovrà seguire l'impegno particolare delle forze politiche perché attraverso un'azione di carattere politico si faccia in modo che tempestivamente vengano riconosciuti alla Regione, senza ulteriori dilazioni, i fondi che le spettano in base alla 690 ed al riparto fiscale. Dobbiamo purtroppo mettere in conto che il flusso delle entrate non solo sarà lento ma non sarà neanche completo, vista la situazione di carattere generale dell'economia del nostro Paese.
E' stata fatta un'osservazione che riguarda i mutui non contratti e l'eccessiva valutazione delle entrate del Casinò. E' ben vero: ne abbiamo discusso nell'assestamento di bilancio precedente quando l'Assessore alle Finanze riconobbe candidamente che quei mutui non sarebbero stati contratti, che non c'era nemmeno il tempo di contrarli e che servivano solo a dare una copertura sulla carta per poter effettuare poi determinati impegni di spesa. Ci siamo detti che questa era una manovra di tecnica finanziaria, come la chiama il Consigliere Mafrica, mentre io la definisco "ingegneria contabile", un termine che mi piace di più in quanto si avvicina meglio al gioco di prestigio che ogni tanto si è costretti a fare.
L'anno 1981 senz'altro ha costretto il Ragioniere Capo e l'Assessore a ricorrere ai giochi di prestigio per poter riuscire a quadrare certe cifre che assolutamente non potevano quadrare nella loro realtà, dovevano quindi essere in qualche modo coperte. Consideriamo l'eccesso di valutazione delle entrate del Casinò: è stato fatto ogni volta che venivano presentati i disegni di legge che il Consiglio approvava, e non credo nessuno non abbia capito che si trattava di una dilatazione fatta ad arte per poter rendere operante un provvedimento che altrimenti non si poteva assumere. Questi sforzi che sono stati fatti avevano tutti una finalità che secondo me giustifica la poca ortodossia di queste manovre sotto l'aspetto della tecnica finanziaria.
D'altra parte ci si può sentire sollevati per non aver contratto 51 miliardi di mutui perché se lo avessimo fatto, mi chiedo oggi quale sarebbe la rata di mutuo che graverebbe sulle nostre casse. Credo che stante il flusso delle entrate così come si è verificato fino a questo momento e stante le spese obbligatorie alle quali non ci possiamo sottrarre, probabilmente saremmo in difficoltà nel pagare gli stipendi.
Vorrei anche far notare un altro aspetto: è ben vero che le percentuali delle spese di investimento rispetto alle spese correnti hanno segnato nell'anno '81 una situazione che può non piacere: 67% ca. le spese correnti, 32% ca. le spese di investimento. A parte che un confronto con le altre Regioni ci metterebbe già in una posizione di notevole vantaggio sugli altri - ma questo mi interessa fino ad un certo punto - vorrei fare notare invece che queste percentuali si sono rovesciate con il nuovo bilancio di previsione per il 1982, il che significa che la volontà precisa dell'esecutivo è quella di privilegiare le spese di investimento e di contenere le spese correnti. Se fosse stata letta attentamente la relazione, si sarebbe scoperto che a pag. 6, III capoverso del 2° punto, si dice: "E' da porre in rilievo che tra le previsioni iniziali (£ 19.575.500.000) e gli impegni definitivi (£ 21.120.943.898) si evidenzia un tasso di crescita pari al 7,89% che denota l'attenzione posta al contenimento delle spese di funzionamento istituzionale in relazione all'aumento dei costi e delle tariffe per effetto del tasso di inflazione". Qui si può tranquillamente dire che abbiamo battuto l'On. Spadolini. Se quest'ultimo è riuscito a livello nazionale a mantenere il tasso di inflazione entro il 16%, noi per altro verso e per certe spese si è riusciti a mantenere il tasso di inflazione all'8%, o almeno si è riusciti a contenere la dilazione della spesa al di sotto del tasso di inflazione, quindi si è andati alla ricerca di tutta una serie di economie, piccole, medie o grandi, in modo da evitare spese superflue.
Credo che attraverso l'esame di questo consuntivo si possano fare delle critiche, ma anche rilevare alcune linee di tendenza che non sono da sottovalutare. L'unico grosso impegno che dovremmo assumere adesso per riuscire a camminare ancora più speditamente in questa direzione è quello della revisione delle leggi di spessa. Scusate se sono monotono, ma ci credo fino in fondo. Quello diventa lo strumento attraverso il quale l'esecutivo può operare meglio di gran lunga. Lo dico anche all'Assessore Borbey, che sorride, perché evidentemente negli anni passati è stato vittima dei miei assalti per quanto riguarda le spese ed i residui passivi, e le grosse difficoltà che ha oggi, anche perché l'ultimo bilancio lo abbiamo approvato ad aprile, quindi con 4 mesi di ritardo, se avessimo realizzato questa revisione delle leggi di spesa, sarebbero di gran lunga inferiori. E così è per gli altri Assessorati. Insisto perché l'Assessore risponda alla richiesta che gli è stata fatta per la parte di competenza in modo da rendere possibile questo nuovo sviluppo del modo di spendere e di gestire l'economia della nostra Regione.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Lanivi, ne ha facoltà.
LANIVI - (D.P.): Il mestiere di revisore del conto è quanto mai particolare perché quando questi affronta il suo compito si trova di fronte ad una massa di dati e di cifre molto elevata; tanto per dare un'idea ai Consiglieri che non hanno avuto la ventura di affrontare questa esperienza, quest'anno l'Assessorato ci ha messo a disposizione qualcosa come un metro cubo di carta, pieno di cifre e di dati, dentro e attraverso i quali ricercare una logica di spese di comportamento della Regione. La tentazione del revisore del conto è di infilarsi dentro a questi dati, per poi scoprire, a metà lavoro, che la dimensione della nostra Regione, il fatto di vivere l'esperienza di Consiglieri regionali ci consente - forse senza neppure leggere una di quelle cifre - di avere ad occhio e croce una visione altrettanto vicina alla realtà di quanto l'esame anche puntuale e preciso di tutti questi dati ci può offrire. Quindi l'analisi di quella quantità enorme di dati, per chi segue con un po' di attenzione la vita politica ed amministrativa della nostra Regione, non si allontana di molto da quella che un Consigliere regionale ha sul funzionamento della nostra Regione.
Vorrei fare subito un appunto che ci si è dimenticato forse di fare finora: il fatto che oggi si discuta del bilancio consuntivo del 1981 non va considerato un fatto normale, ma va sottolineato come un fatto positivo. La possibilità che il Consiglio regionale ha di disporre nel mese di luglio 1982 della contabilità e delle cifre del 1981 segna un traguardo, e deve essere visto come una realtà da assumere come dato positivo di piena soddisfazione del Consiglio. Deve essere dato atto all'Assessore, all'Assessorato ed ai tecnici di aver provveduto con rapidità a fornirci questo documento.
Mentre esaminiamo questi dati all'interno della nostra Regione, dovremmo sottolineare un secondo dato positivo se confrontiamo la nostra situazione al fondale nazionale rispetto al quale l'avventura, anche amministrativa, della nostra Regione si svolge. Per fortuna, non siamo ad affrontare una situazione per certi aspetti drammatica, per non dire tragica, che è quella nella quale i Ministeri competenti si sono impegnati in questo momento a livello nazionale.
Per cui, dopo la soddisfazione che abbiamo espresso per la puntualità con cui ormai i conti consuntivi arrivano quasi ad agganciarsi ai conti preventivi, è da sottolineare una caratteristica di questo Consiglio, che potremmo complessivamente definire come connotato prudente, o di prudenza, o di Amministrazione prudente della nostra Regione, che si trova qui ad affrontare in maniera non drammatica un conto consuntivo che, non dimentichiamolo, era il conto relativo all'anno forse più difficile della nostra vita amministrativa, cioè l'anno in cui i ritardi di revisione del riparto fiscale hanno messo le nostre finanze regionali in una posizione delicata. Questa situazione delicata, per la mancanza di entrate finanziarie, non si è risolta in un tracollo delle finanze regionali, ma semplicemente in una maggiore stretta di freni, che ha consentito all'Amministrazione regionale di superare il 1981 senza drammi e di affrontare con maggiori dati positivi i bilanci 1982 e da questi in poi. In effetti quando le entrate sono diminuite, è chiaro che nel rapporto fra spese correnti e spese di investimento, queste ultime hanno acquistato relativamente un peso maggiore. Voglio dire: diminuendo o risultando inadatte le entrate rispetto alle esigenze della Regione, le prime esigenze, anzi le esigenze obbligatoriamente assolte dalla Regione, sono state quelle delle spese correnti e quindi sono aumentate percentualmente. Non è che in termini assoluti ci sia stata un'evoluzione anomala: è semplicemente aumentato il peso delle spese correnti in virtù di una situazione che certo non è stata l'Amministrazione regionale a determinare.
Per quanto riguarda l'altro punto, l'incapacità di spesa, qui il taglio dato dal Consigliere di opposizione nel condurre l'analisi mi sembra sia stato serio ed onesto. Però, quando parliamo di incapacità di spesa, dobbiamo tener conto almeno di due fattori: il primo riguarda l'efficienza dell'apparato a spendere, l'altro piuttosto riguarda un meccanismo che coinvolge complessivamente le modalità di spesa di tutti gli Enti pubblici del nostro Paese, che in virtù di leggi, di modalità, di impegno di spese e di denari, comporta tempi lunghi. Per cui abbiamo una situazione che non dico cronica, ma quasi congenita degli apparati pubblici che per la logica che sovrintende i meccanismi finanziari del nostro Paese, sono portati ad agire in questo modo. Molto probabilmente, modificando l'intero sistema, anche le capacità e la rapidità di spesa dovrebbero aumentare, ma al momento, anche con le migliori intenzioni, non ci è consentito di operare dei miracoli. Quindi ritorno alla definizione che ho dato prima, guardando la revisione del conto, di un'Amministrazione regionale che ha agito con la prudenza che la situazione richiedeva; nessun miracolo, ma neanche sorprese negative che pure avrebbero potuto esserci se si fossero seguite certe tentazioni.
Volevo sottolineare invece alcune ipotesi che potrebbero riguardare il futuro, anche per non entrare noi stessi in contraddizione. Quando diciamo aumento delle spese correnti, è in dubbio che nelle spese correnti ci stanno le spese del personale; ma attenzione, non dobbiamo dire freniamo le spese correnti e poi richiedere continuamente alla Regione l'imbarco per nuovi servizi o per opere sostitutive o comunque di ampliamento, di soluzione ai problemi di cui diamo esclusivamente alla Regione il compito di far fronte, che comportano un aumento di spese correnti. Uno dei problemi politici che investe attualmente il dibattito della sinistra è proprio il ruolo, il peso ed i limiti di allargamento dei poteri pubblici. Ogni volta che chiediamo un intervento diretto degli Enti pubblici, questo si trasforma in altrettanto aumento delle spese correnti per questi Enti; all'aumento e alle dilatazione di burocrazie, che diventano poteri loro stessi, segue poi un certo qual irrigidimento delle Comunità che trovano in questi apparati sempre più grandi non più la risoluzione ai loro problemi, ma dei veri e propri ostacoli. Quindi ci sono dei limiti de stabilire per impedire da una parte un aumento delle spese correnti tale da ostacolare l'Ente pubblico nella sua possibilità di investimento, dall'altra di vedere sino a che punto è positivo l'intervento diretto degli apparati pubblici, e fino a che punto invece vanno sostenute iniziative controllate, guidate, indirizzate dalla Regione, ma non più gestite in prima persona dalla Regione.
Un problema, che viene avvertito de tutti gli Assessori, è una qualificazione del personale all'interno della Regione stessa. Quando parliamo di qualificare gli interventi pubblici e di dare più efficienza all'apparato, dobbiamo anche aggiungere che tutto questo se non trova conferma in una riqualificazione dell'apparato regionale stesso e soprattutto ai vertici, resta nel vago. Mi pare che non possiamo pretendere che una macchina funzioni bene quando il motore - o le sue parti - risultano invecchiate.
Vi è forse un problema che verrà affrontato, nella riorganizzazione amministrativa della Regione, anche come ripartizione degli incarichi, cioè une ristrutturazione della Giunta.
Non dobbiamo dimenticare che anche l'attuale ripartizione assessorile risale al 1948 e che certe esigenze non previste o non catalogate in quella data sono stati tutti i problemi che sono saliti con marea montante sul tavolo della Presidenza della Giunta, proprio perché l'attuale ripartizione degli incarichi all'interno della Giunta risponde ad una logica che bisognerebbe andare a rivedere.
Indubbiamente il consuntivo del 1981 non poteva offrire delle grandi novità: il dato che impediva questa esplosione di novità era dovuto al fatto che la Regione aveva a che fare con delle disponibilità insufficienti rispetto ai suoi bisogni. Nella insufficienza dei bisogni c'è stato indubbiamente un relativo aumento del carico delle spese correnti. Per il resto questi dati positivi:
- la quasi contemporaneità fra bilancio consuntivo e preventivo;
- un atteggiamento prudente della Giunta che ha evitato indebitamenti folli o il trainarsi, almeno come logica, a quella situazione nazionale che ci ha portato alle difficoltà che dobbiamo affrontare;
- un insieme di problemi più politici che amministrativi che sarà compito di questo Consiglio, delle volontà politiche, di affrontare nel futuro. Al centro di questi problemi ce ne sta soprattutto uno ed è la definizione del potere regionale che deve trovare nella nostra Regione dei confini ben precisi, per cui con l'aumento delle entrate che avremo - mi auguro che i timori del Consigliere Tamone rimangano al livello di timori e che lo Stato ed il Governo facciano fronte agli impegni presi con le Amministrazioni regionali - dovremo evitare la tentazione di servirci di questi denari per dilatare il nostro apparato regionale.
Parlando del consuntivo dell'81 non dobbiamo dimenticarci di alcune scelte fatte da questa Amministrazione nel corso del 1982, per esempio i denari dati ai Comuni - questa forma di decentramento ai Comuni - e l'istituzione della Finanziaria, che vanno in un senso da ritenere positivo. E' un'Amministrazione regionale che forse sollecitata dalle situazioni, forse per scelta più cosciente, tende ad impedirsi di diventare un mostro piovra e di sostituirsi così alla volontà di tutta la Regione.
Il dato che invece mi permetterei di raccomandare all'Amministrazione regionale è quello di operare per una progressiva qualificazione del personale, soprattutto a livello direttivo perché solo in questo modo possiamo garantire anche una migliore efficienza del nostro apparato.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Carlassare, ne ha facoltà.
CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin.): Non nascondo una certa difficoltà ad intervenire in questa discussione, non avendo partecipato in prima persona alla discussione del bilancio di previsione del 1981, per cui mi limiterà a fare un intervento di carattere generale.
Intanto vorrei far rilevare un aspetto abbastanza negativo dell'intervento del Consigliere Tamone, che rappresenta - almeno così l'ho intesto io - l'espressione in sede consiliare de11a maggioranza. Accusando tutti, a destra e a manca, di voler fare della demagogia, ha fatto per così dire della demagogia in senso contrario, ed è intervenuto con toni apocalittici, descrivendo la nostra situazione come se fosse sull'orlo del collasso. Si è distaccato per differenza di stile e per pacatezza di toni il Consigliere Lanivi, con un intervento che non condivido, il quale ha sottolineato tutta una serie di possibili difficoltà per quanto riguarda le entrate, che sono relative ad una situazione di crisi generale che però non ci mettono nella condizione di essere una delle Regioni più disastrate.
A parte questo inciso, ritengo che si renda necessaria una profonda modifica del modo di essere dell'Amministrazione regionale, perché diversamente si va incontro a dei grossissimi pericoli, non derivati solo dal momento congiunturale, ma proprio di prospettiva.
Qui si è discusso dell'incapacità di spesa e sono stati evidenziati due elementi concatenati fra di loro, secondo me difficilmente scindibili, che delineano il perché questa si verifica. Il primo riguarda il sistema delle leggi regionali nel suo insieme, che dovrebbe essere sottoposto ad una profonda revisione, sul quale sono d'accordo; l'altro un apparato burocratico non più funzionale alle esigenze di una Regione che ha una grossa disponibilità finanziaria, almeno sulla carta, con delle funzioni e con una sua collocazione, sul piano nazionale ed internazionale, profondamente diversa da quelle che aveva nel 1948, quando questa ripartizione assessorile era stata pensata. Ritengo che questi due rilievi siano ambedue corretti e che una seria volontà politica dovrebbe provvedere rapidamente a superare questi due dati di fatto. Ritengo però di dover sottolineare quello che secondo me è il motivo per cui da parte della Giunta non c'è stata finora una precisa volontà ad agire in questa direzione. Ed è che questo apparato burocratico ed il sistema delle leggi e delle leggine di spesa e non di spesa, sono funzionali (per adoperare un termine poco provocatorio) ad una cattura del consenso, in quanto il primo tende a gonfiarsi senza modificare la reale capacità di intervenire nelle varie situazioni, ed il secondo serve molto spesso - soprattutto in un ambito piuttosto ristretto com'è il nostro - a far sì che paia volontà del singolo Assessore andare incontro a certe esigenze, mentre una serie di leggi quadro molto chiare e precise consentirebbe una maggiore capacità di spesa e aumenterebbe l'elasticità di intervento per risolvere certe situazioni, distaccando così la figura del politico, dell'Assessore, di chi gestisce il potere, dal cittadino, il quale farebbe riferimento di più alla legge e di meno alla persona.
Sono stati sottolineati per il 1981 due dati essenziali, che riguardano il 68% di spese correnti ed il 32% di investimenti. E' stata anche fatta rilevare dal Consigliere Lanivi un'apparente contraddizione nel fatto che si vuol continuare ad aumentare la capacità di dare servizi di un certo Ente, ed allo stesso tempo ci si lamenta perché le spese correnti superano quelle per gli investimenti. Al riguardo vorrei esaminare altri due aspetti. A mio avviso varrebbe la pena di analizzare la qualità di servizi che andiamo creando, perché l'aspetto da criticare non è tanto il 68% di spese correnti in sé, quanto il tipo di servizio che l'Amministrazione regionale riesce a dare complessivamente al cittadino, confrontato alla percentuale di utilizzo del fondo pubblico che si adopera per dare questo servizio. In ultima analisi vediamo che questo 68% non viene adoperato per dare un ottimo servizio al cittadino bensì viene destinato in gran parte a quell'utilizzo di cui parlavo prima, per un rigonfiamento dell'Amministrazione regionale.
In questo mi pare che l'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta sia simile all'apparato dello Stato, dove una riforma degli Enti inutili dovrebbe comportare la chiusura degli stessi, mentre invece questi da una parte non si chiudono, dall'altra continuano a sopravvivere, o si dividono in due.
Con l'ENPI ad esempio ci troviamo di fronte ad un fenomeno di questo genere; è un Ente che dev'essere chiuso, ma rischiamo di trovarcene due - uno nazionale e l'altro regionale - che si sovrappongono.
Per quanto riguarda il 32% di spese per investimenti, anche qui, al di là delle percentuali, è necessario fare una riflessione critica sulla qualità del tipo di spesa per investimenti. Andrebbero fissate molto bene anche le percentuali che riguardano l'interno di questo 32%, in modo da distinguere fra quelli che sono gli investimenti di carattere contributivo - ovvero i contributi - che non sono dei veri e propri investimenti, ma niente altro che un sovvenzionamento dell'esistente, che molte volte assume i caratteri della contingenza, dell'urgenza, della necessità di dare questi contributi per mantenere determinati posti o situazioni, e gli altri casi che rientrano invece in quella operazione di cattura del consenso. Qui permettetemi di rilevare un elemento che si sta evidenziando sempre più, dopo essere venuti a conoscenza dei dati I.S.T.A.T., ed è che in Valle d'Aosta ci troviamo di fronte ad una situazione che rischia di diventare estremamente pericolosa in prospettiva, perché abbiamo una caduta verticale di tutte le attività produttive, correlate con quei dati occupazionali concernenti il terziario, in particolare il terziario pubblico. Ci troviamo ad avere molti più addetti al terziario, quindi consumatori di ricchezze, e sempre meno dipendenti che lavorano in quei settori che producono ricchezza. Rischiamo di avere un bilancio regionale che deriva in maniera sempre più evidente non da tasse provenienti da una ricchezza effettivamente prodotta in Valle d'Aosta - dato reale - ma da tasse che vengono applicate su dei fenomeni non legati al tessuto sociale valdostano, che potrebbero in qualsiasi momento, per una serie di fattori i più diversi, scomparire o ridimensionarsi notevolmente. Ad esempio, vediamo quanto incide nella formazione del bilancio, soprattutto in prospettiva, la presenza dell'autoporto e quella del Casinò. Questo dato, se può essere considerato positivo in quanto porta ad una rivalutazione notevole delle entrate rispetto a quella che è la formazione di ricchezza reale che c'è in Valle d'Aosta, in prospettiva può diventare estremamente pericoloso, per cui deve essere fatto un grosso sforzo da parte dell'Amministrazione regionale affinché i suoi interventi facilitino in modo preminente l'installarsi di strutture produttive o il rafforzamento di quelle esistenti, per cercare di diminuire questa forbice che si sta sempre di più aprendo e che vede la popolazione valdostana sempre più interessata ad un terziario - ed in particolare ad un terziario pubblico - rispetto a quelli che sono i settori produttivi.
Con questo intendo chiudere il mio discorso: ribadisco il fatto che ho avuto una notevole difficoltà ad intervenire proprio perché non ho potuto fare un effettivo confronto fra la previsione e quello che è stato poi il consuntivo di spesa, ma penso che alcuni elementi del mio intervento possano essere presi in considerazione dalla maggioranza in quanto si richiamano a problemi di interesse generale e non solo di parte politica.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
MAFRICA - (P.C.I.): Il Consigliere Tamone, nel condividere alcune delle osservazioni fatte dal nostro Gruppo sul consuntivo, ci ha invitati a dare il nostro contributo perché si abbia un consuntivo migliore nell'anno 1982 e soprattutto perché si ricevano flussi di denaro da parte del Governo. Sarebbe facile rispondergli che con l'allargamento della maggioranza ad esponenti che hanno una grande influenza in questo Governo questa richiesta è un po' stupefacente; comunque per quello che ci riguarda pensiamo di aver fatto una battaglia onesta per ottenere il riparto, perché non abbiamo guardato chi gestiva, ma abbiamo verificato quali erano i diritti della Valle d'Aosta, in questo senso abbiamo avanzato delle richieste ai nostri Gruppi parlamentari. Siamo disponibili a farlo - per quanto possiamo come opposizione a livello nazionale - anche rispetto alle entrate che spettano alla Valle d'Aosta in seguito alla legge 690. Occorre che si prendano delle iniziative come Consiglio e che si conduca una battaglia suffragata dai fatti, di modo che a una capacità di spesa effettiva corrisponda una richiesta di entrate che devono essere rispettate.
Altre osservazioni interessanti sono state fatte da diversi Consiglieri: crediamo che la capacità di spesa della Regione debba tener conto anche in misura più adeguata della modificazione della struttura sociale ed economica della Valle d'Aosta.
Le percentuali che abbiamo calcolato sugli interventi regionali dimostrano come, per esempio, nonostante per l'agricoltura si abbia l'intervento più massiccio, nella realtà sociale ed economica della Regione poi non si abbiano risultati adeguati. Sono occupati nell'Agricoltura oltre il 13% degli addetti, mentre il valore aggiunto rispetto alla produzione destinata all'autoconsumo in agricoltura nel 1979 - ultimo dato disponibile - è inferiore al 3%. Ma non è questo il dato più preoccupante, in quanto l'agricoltura di montagna ha le sue difficoltà; ovviamente concordiamo con le osservazioni fatte dal Consigliere De Grandis sulla necessità di una revisione delle leggi di spesa.
Ci auguriamo che la Giunta regionale prenda quelle iniziative più volte promesse in questa direzione.
Il dato più preoccupante è quello che è stato sottolineato dai Consiglieri Lanivi e Carlassare; in quella modesta, ma per noi importante, ricerca che abbiamo condotto, abbiamo verificato due fatti di grande rilievo. Il primo è che gli occupati effettivi nell'industria sono ca. il 17% di quelli complessivi, e di questi ca. 7500 che sono gli occupati nell'industria, 6500 sono occupati in 7 aziende in crisi. Quindi la situazione dell'industria è molto drammatica. Il secondo elemento sconcertante è il peso non del terziario, ma - all'interno del terziario - dei servizi; all'interno dei servizi, quei servizi non destinati alla vendita. Il terziario dal '71 all'81 è riuscito a superare da solo tutti gli altri settori, ma al suo interno la parte destinata ai servizi è del 30,2%; all'interno dei servizi la percentuale di occupati nella Pubblica Amministrazione è superiore a quella degli occupati effettivamente nell'industria.
C'è il 17,3% di occupati nella Pubblica Amministrazione, che è una percentuale superiore non solo a quella del Centro Nord, ma a quella media italiana. Ora, gli interventi regionali come si collocano rispetto a questa struttura dell'economia e a quella dell'occupazione? Gli interventi regionali, come si vede dal consuntivo, nei settori dell'artigianato e della cooperazione sono molto bassi, invece queste due realtà economiche e sociali potrebbero avere uno sviluppo che darebbe maggiore solidità all'economia valdostana. Gli interventi nell'industria complessivamente sono scarsi ed anche non molto produttivi se andiamo a verificare poi cosa è successo a tutte le aziende che hanno ricevuto interventi da parte regionale.
La nostra preoccupazione è che ci sia sì una terziarizzazione in Valle d'Aosta, ma non con uno sviluppo del Turismo, che è un aspetto del terziario produttivo. C'è stato uno sviluppo del Turismo dal '71 all'81, ma si è aggirato sul 4% tra Turismo e Commercio. Lo sviluppo dei servizi è stato del 5,8%, quindi abbiamo la preoccupazione che in Valle d'Aosta si sia già verificata una trasformazione sociale che magari non si riesce più ad arrestare e che porta ad una utilizzazione di trasferimenti diretti o indiretti dello Stato senza una produzione effettiva di beni e di risorse.
Questo discorso che facciamo sul consuntivo è a nostro giudizio da collegare anche all'utilizzazione effettiva delle spese da parte della Regione ed in questo senso - così come pensiamo di avere anche dimostrato senza fare della demagogia ma ragionando sui fatti - daremo il nostro contributo.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore alle Finanze Ramera, ne ha facoltà.
RAMERA - (D.C.): Brevissimo, in quanto non sono solito ripetere quegli argomenti che sono già stati ampiamente sviscerati dai Consiglieri. Devo ringraziare i Consiglieri di maggioranza, che nel loro esposto hanno praticamente dato delle risposte che potevano essere quelle dell'Assessore alle Finanze e ringrazio anche l'opposizione, per il contributo che ha dato e soprattutto il Consigliere Mafrica, che direi praticamente ha fatto quasi l'Assessore alle Finanze, il quale - come diceva giustamente il Consigliere Bordon - è sempre quello che si prende i sassi in testa, però non può decidere da solo, altrimenti farebbe il dittatore, quindi deve cercare di normalizzare la situazione seguendo la linea di tutto l'esecutivo, di un programma da portare avanti e pertanto alle volte sono anch'io molto perplesso come lo è il Consigliere Mafrica.
Tuttavia devo dare alcune risposte; ad alcune domande se le è date già da solo, come quando ha notato una sfasatura fra previsioni ed accertamenti finali di 50 miliardi, e ne ha trovato il motivo nella mancata contrazione di mutui e nell'eccessiva valutazione del Casinò. Direi anche che ci sono delle sfasature perché certe assegnazioni dello Stato le mettiamo in previsione forse sotto un certo aspetto; a volte le erogazioni dello Stato sono superiori a quelle da noi previste, altre sono nettamente inferiori. A proposito di queste ultime e del fatto che causano anche molti residui passivi, direi che certe erogazioni dello Stato praticamente sono giunte a fine anno, per cui sono state spostate sul bilancio 1982, mentre altre sono di difficile spesa perché hanno dei vincoli estremamente precisi. Per cui veniamo ad introitare delle somme con vincoli precisi che poi non riusciamo a spendere.
Sulla differenza fra spese correnti ed investimenti credo si sia già discusso; è stato accertato che se lo scorso anno il 67% è andato a spese correnti e solo il 33% a spese investimenti, i termini si sono completamente rovesciati nel 1982. Questa non era una situazione voluta da noi, ma abbiamo dovuto fare fuoco con la legna che avevamo. Ho detto - forse il Consigliere Tamone è intervenuto senza aver sentito prima il mio intervento - che anche quest'anno dovremo fare fuoco con la legna che avremo, perché la situazione economica finanziaria del paese è tale, che dei 300 miliardi che dovremo introitare sarà festa grande se riusciremo ad introitare un terzo per fine anno. E questa è stata - l'ho detto in precedenza - la discussione avvenuta al Tesoro, che naturalmente terrà conto che delle cinque Regioni, comprese le province autonome, noi siamo l'unica ad avere la legge di riparto. Però i soldi non li hanno, mi è stato anche detto dal Direttore generale del Tesoro che le possibilità sono alcune e se volete ve le dico, perché come ha detto il Consigliere De Grandis, sono "spadoliniano":
- la prima era la revisione, cioè un'ulteriore tassazione, che praticamente diventa impossibile perché l'attuale è già giunta ad un limite massimo, soprattutto per quelli a stipendio fisso che non possono essere toccati. Si poteva fare un esperimento su quelle fasce di professionisti o commercianti che però è a lungo termine;
- la revisione di tutti i pensionati, gli invalidi civili esistenti in Italia, però anche questo non credo sia una cosa possibile in un limite di tempo ristretto;
- la terza era di far funzionare le rotative e stampare moneta.
Questo naturalmente non può essere fatto, perché causerebbe una inflazione maggiore.
Quindi oggi come oggi avremmo 88 miliardi da incassare; ne abbiamo incassati 44, altrettanti ne incasseremo adesso, qualcosa arriveremo ad incassare forse in autunno se l'assestamento di bilancio avverrà in tempi piuttosto brevi, altrimenti dovrei credere a quanto mi diceva il Direttore generale del Tesoro che arriveremo a prendere il tutto, cioè i famosi 300 miliardi, all'inizio del prossimo anno. Quindi il bilancio del 1982 andrebbe nuovamente sfalsato sull'83.
Tornando al consuntivo, devo dire che i residui passivi sono una malattia cronica di tutto il paese, non solo della nostra Regione. Direi anche che il maggior numero delle Regioni in Italia, ha residui passivi che superano il 50% delle entrate previste dal bilancio. Però qui, come ha detto giustamente il Consigliere Bordon, ci sono degli impegni di spesa che non possono essere tout court risolti in pochi mesi. Alcuni lavori comportano delle scadenze piuttosto lunghe, soprattutto dovute a certe vischiosità delle leggi, dal modo di dover procedere per gli Enti Pubblici, mentre i privati vediamo che operano con una velocità totalmente diversa. Prendiamo il caso del Casinò di Saint-Vincent: se l'avesse dovuto fare la Regione molto probabilmente sarebbe stato pronto per l'85, lo ha fatto direttamente la Casa da Gioco ed è pronto in 20 giorni. La Regione ha fatto un solo esperimento in questo genere, con la piscina coperta di Aosta, dove ha dato un appalto ad 8 mesi chiavi in mano, e dopo il tempo stabilito la piscina era pronta. Però non credo che si possa adoperare un sistema del genere nell'operare di un Ente pubblico, perché solleverebbe dei casi con l'intervento della Magistratura.
La revisione delle leggi è stata chiesta dal Consigliere De Grandis e nuovamente sollecitata dal Consigliere Mafrica; credo che abbiamo imboccato la strada giusta. Almeno come Assessorato alle Finanze abbiamo predisposto tutto e inviato ai vari Assessorati che nel corso dei prossimi mesi potranno definire il problema.
Devo ribadire come dato positivo quello che ha detto anche il Consigliere Lanivi, e cioè di avere un consuntivo in approvazione al mese di luglio, perché siamo forse una delle pochissime Regioni che porta il consuntivo dell'anno precedente in termini così brevi, cosa che consente poi di dare attuazione alla legge di contabilità regionale per cui il successivo punto all'ordine del giorno ne è una derivazione.
Volevo dire anche che per certe spese correnti - scusate se sono un po' frammentario - che appaiono gonfiate, dovremmo anche tener conto che oltre al personale dell'Amministrazione regionale, vi è tutto il personale della scuola che incide su quel 67%, e siamo l'unica Regione in Italia che paga il personale scolastico e para-scolastico. Quindi ritengo che in un anno piuttosto difficile com'è stato l'81 e come forse lo sarà ancora il 1982, l'Amministrazione regionale abbia operato in maniera egregia per soddisfare sia le esigenze della propria macchina burocratica, sia le esigenze dell'attività sul territorio a favore della popolazione. Non credo ci siano delle imputazioni da fare, tant'è vero che lo stesso Consigliere Mafrica nel suo intervento veramente obiettivo e sereno non ha denunciato queste cose.
Vorrei anche dire al Consigliere Mafrica che non abbiamo nessuna difficoltà perché proceda nel suo studio ulteriore, anzi saremo ben lieti se poi questo studio lo farà vedere anche a noi, perché così sarà un reciproco scambio di informazioni preziose al di là delle divergenze di opposizione e maggioranza.
PRESIDENTE: Passiamo all'esame dell'articolato. Do lettura dell'art. 1.
Art. 1
(Approvazione del rendiconto generale situazioni: di cassa, finanziaria e patrimoniale)
Il rendiconto generale della Regione Autonoma Valle d'Aosta per l'esercizio finanziario 1981 è approvato nelle singole risultanze e nelle risultanze riassuntive finali del presente articolo e degli articoli successivi:
SITUAZIONE DI CASSA
- Fondo di cassa alla chiusura dell'esercizio 1980 £ 34.411.044.955
- Riscossioni nell'esercizio 1981 £ 139.620.234.526
Totale delle riscossioni £ 174.031.279.481
- Pagamenti nell'esercizio 1981 £ 183.803.811.584
Deficit di cassa al 31.12.1981 £ 9.772.532.103
SITUAZIONE FINANZIARIA
- Deficit di cassa al 31.12.1981 £ 9.772.532.103
- Residui attivi al 31.12.1981 £ 70.444.406.887
Totale dell'attivo al 31.12.1981 £ 60.6.71.874.784
- Residui passivi al 31.12.1981 £ 86.127.378.739
- Disavanzo di amministrazione al 31.12.1981 £ 25.455.503.955
SITUAZIONE PATRIMONIALE
- Attivo netto di inventario al 31.12.1981 £ 47.111. 790. 800
- Variazioni attive nell'esercizio 1981
- in aumento dell'attivo £ 40.726. 828. 204
- in diminuzione del passivo £ 55.555.889.361
£ 96.282.717.565
Totale dell'attivo £ 143.394.508.365
- Variazioni passive nell'esercizio 1981
- in diminuzione dell'attivo £ 58.412.476.407
- in aumento del passivo £ 71.287.084.483
£ 129.699.560.890
Attivo netto di inventario al 31.12.1981 £ 13.694.947. 475
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
MAFRICA - (P.C.I.): Per dichiarazione di voto. Avendo verificato dal punto di vista tecnico la regolarità dei conti, voteremo a favore del consuntivo. E' ovvio che le critiche di tipo politico che abbiamo fatto sul metodo di spesa restano valide. Votiamo il consuntivo in quanto fatto tecnico.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Carlassare, ne ha facoltà.
CARLASSARE (Dem. Prol. - Nuova Sin.): Mantengo tutte le critiche sul metodo e sulle linee generali che guidano la ? spesa dell'Amministrazione regionale per cui il mio voto sarà un voto contrario per essere anche conseguente a quello che era stato un voto contrario espresso da chi mi ha preceduto sul bilancio di previsione.
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'art. 1.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Astenuti: 1Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 2.
Art. 2
(Gestione di competenza: entrate)
Le entrate derivanti da tributi propri, gettito tributi erariali o quote di esso devolute, da contributi e assegnazioni dello Stato ed in genere da trasferimento di fondi statali, rendite patrimoniali, utili di Enti o aziende regionali, alienazioni di beni patrimoniali, da accensione di mutui e altre operazioni creditizie e per contabilità speciali, accertate nell'esercizio finanziario 1981 per la competenza propria dell'esercizio stesso, sono riassunte ed accertate in:
£ 168.444.942.613
delle quali:
- riscosse £ 118.109.213.273
- rimaste da riscuotere £ 50.335. 729. 340
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'art. 2 testè letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 3.
Art. 3
(Gestione di competenza: spese)
Le spese correnti, di investimento e per rimborso di mutui e prestiti e per contabilità speciali della Regione, accertate nell'esercizio finanziario 1981 per la competenza propria dell'esercizio stesso, sono riassunte e accertate in:
£ 204.592.868.351
delle quali:
- pagate £ 137.055.783.868
- rimaste da pagare £ 67.537.084.483
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'art. 3 testè letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 4.
Art. 4
(Gestione di competenza: riassunto entrate e spese)
E' approvato il seguente riassunto generale delle entrate e delle spese di competenza dell'esercizio finanziario 1981:
- Entrate £ 168.444.942.613
- Spese £ 204.592.868.351
Disavanzo della gestione di competenza dell'esercizio 1981 £ 36.147.925.738
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'art. 4 testè letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 5.
Art. 5
(Residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario)
I residui attivi accertati alla chiusura dell'esercizio finanziario 1981 sono riassunti ed approvati in complessive £ 70.444.406.887 come segue:
- residui attivi iscritti in conto esercizi precedenti in carico all'inizio dell'esercizio £ 54.132.643.357
- minori accertamenti in conto residui attivi degli esercizi precedenti £ 12.512. 944. 557
differenza £ 41.619.698.800
- residui attivi riscossi £ 21.511.021.253
- residui attivi degli esercizi precedenti rimasti da riscuotere al 31.12. 1981 £ 20.108.677.547
- residui attivi accertati in conto esercizio 1981 (art. 2) £ 50.335.729.340
Totale residui attivi al 31.12.81. £ 70.444.406.887
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 5 testè letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 6.
Art. 6
(Residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario)
I residui passivi accertati alla chiusura dell'esercizio finanziario 1981 sono riassunti ed approvati in complessive £ 86.127.378.739 come segue:
- residui passivi iscritti in conto esercizi precedenti in carico all'inizio dell'esercizio £ 73.379.249.617
- residui passivi pagati £ 46.748.027.716
- differenza £ 26.631.221.901
- residui passivi degli esercizi precedenti riconosciuti insussistenti o perenti agli effetti amministrativi £ 8.040.927.645
- residui passivi degli esercizi precedenti rimasti da pagare al 31.12.1981 £ 18.590.294.256
- residui passivi accertati in conto esercizio 1981 (art. 3) £ 67.537.084.483
Totale residui passivi al 31.12.1981 £ 86.127.378.739
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 6 testè letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 7.
Art. 7
(Situazione finanziaria)
E' accertato ed approvato nell'ammontare di £ 25.455.503.955 il disavanzo di amministrazione alla chiusura dell'esercizio finanziario 1981 risultante come segue:
Variazioni migliorative
- miglioramento della gestione dei residui passivi (art. 6) £ 8.040.927.645
- avanzo di esercizi precedenti £ 15.164.438.695
£ 23.205.366.340
Variazioni peggiorative
- peggioramento della gestione dei residui attivi (art. 5) £ 12.512.944.557
- peggioramento della gestione di competenza (art. 4) £ 36.147.925.738
disavanzo di amministrazione alla chiusura dell'esercizio 1981 £ 25.455.503.955
PRESIDENTE:. Metto in approvazione l'articolo 7 testè letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 8.
Art. 8
(Situazione patrimoniale)
La consistenza patrimoniale alla data del 31.12.1981 (art. 1) è approvata nelle seguenti risultanze riassuntive finali:
ATTIVO
Beni immobili £ 16.156.914.470
Beni mobili £ 7.930.078.543
Crediti diversi £ 89.580.943.002
£ 113. 667. 936.015
PASSIVO
Mutui passivi £ 13.845.609.801
Debiti diversi £ 86.127.378.739
£ 99.972.988.540
Attivo netto di inventario al 31.12.1981 £ 13.694.947.475
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 8 testè letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 9.
Art. 9
Ai sensi dell'art. 61 della legge regionale 7.12.1979, n. 68, costituiscono minori accertamenti di entrata i mutui autorizzati per complessive £. 39.957.000.000 dalle leggi regionali 27. 3.1980, n. 14; 23.3.1981, n. 17 e 22.12.1981, n. 80 in quanto non stipulati al 31.12.1981.
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 9 testè letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Astenuti: 1(Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 10.
Art. 10
Ai sensi dell'art. 39 della legge regionale 7.12.1979, n. 68, sono convalidati i prelievi di complessive lire 1.288.263.000 (unmiliardoduecentottantottomilioniduecentosessantatremila) dal capitolo 50800 "Fondo di riserva per le spese impreviste", come da sottoelencati provvedimenti della Giunta regionale:
n. 2090 in data 23.4.1981;
n. 2212 in data 28.4.1981;
n. 2311 in data 6.5.1981;
n. 2510 in data 15.5.1981;
n. 3066 in data 12.6.1981;
n. 3542 in data 10.7.1981;
n. 3696 in data 17.7.1981;
n. 4129 in data 28.8.1981;
n. 4516 in data 21.9.1981;
n. 4858 in data 9.10.1981;
n. 4983 in data 16.10.1981;
n. 5172 in data 30.10.1981;
n. 5297 in data 6.11.1981;
n. 5438 in data 13.11.1981;
n. 6671, 6742 e 6756 in data 31.12.1981
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 10 testè letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 11.
Art. 11
La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del terzo comma dell'art. 31 dello Statuto speciale ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel bollettino ufficiale della Regione.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Autonoma della Valle d'Aosta.
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 11 testè letto.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 26
Votanti: 25
Maggioranza: 18
Astenuti: 1(Minuzzo)
Favorevoli: 24
Contrari: 1
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Il Consiglio è chiamato a votare segretamente la legge nel suo complesso.
VOTAZIONE A SCRUTINIO SEGRETO
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 29
Votanti: 28
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 25
Contrari: 3
Il Consiglio approva