Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3358 du 6 mars 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3358/XVI - Continuazione e chiusura della discussione generale sull'approvazione del Piano Energetico Ambientale Regionale della Valle d'Aosta al 2030 (PEAR VDA 2030), ai sensi della legge regionale 25 maggio 2015, n. 13. (Reiezione di tre ordini del giorno. Ritiro di tre ordini del giorno. Approvazione di quattro ordini del giorno)

Bertin (Presidente) - Con 33 Consiglieri presenti possiamo riprendere i lavori. Siamo ancora in discussione generale del documento del piano. Consigliere Marquis, a lei la parola.

Marquis (FI) - Si discute oggi il piano energetico ambientale regionale 2030, un importante documento di pianificazione in materia di energia che sostanzialmente ha la finalità di indirizzare tutti i settori che generano dei flussi energetici nel territorio valdostano. È un piano, come è stato già definito, molto articolato e complesso che si esprime sotto un profilo quantitativo e anche qualitativo; è fondato sostanzialmente sui bilanci energetici regionali e quindi è un documento molto corposo dove si trovano molti dati che rappresentano tutti gli indicatori e i settori che vengono toccati. A livello di macroaree si parla di edilizia residenziale, di terziario, di settore industriale, di settore dei trasporti e ci sono delle interessanti produzioni dei dati sui consumi finali netti per ogni settore, tutti disaggregati anche in termini di combustibili che vengono utilizzati di natura fossile o di natura rinnovabile. Credo che si possano fare alcune considerazioni, perlomeno su due macro settori: quello dei trasporti e quello dell'edilizia residenziale.

Per ciò che concerne i trasporti, gli obiettivi che vengono fissati sono il -20% dei consumi finali netti rispetto al 2019 al 2030 come scenario di piano e il -24% di emissioni climalteranti. Sono dei risultati che dipenderanno dall'attuazione delle varie politiche che qui sono state individuate a livello di indirizzo generale e che dovranno essere sicuramente accompagnate da delle azioni più puntuali rispetto a quelle che sono elencate qui a livello d'indirizzo, perché ci sono, a nostro avviso, delle situazioni che dovranno essere implementate con attenzione: ad esempio, se guardo a questo settore, si dice che molto si punta alla riduzione dei mezzi privati per ridurre la mobilità sul territorio e anche attraverso il potenziamento delle attività di smart working con un contestuale aumento di ottimizzazione del trasporto pubblico locale. Su questo settore credo che ci siano delle oggettive difficoltà sul territorio valdostano a rendere questi indirizzi poi attuati in termini pratici, anche al fine di garantire i risultati che sono prefissati. Diventerebbe più facile raggiungere questi obiettivi qualora ci fosse la conversione verso mezzi a bassa emissione, ma qui dipendiamo molto dai ritrovati tecnologici, la diffusione dei veicoli elettrici, che sono la vera incognita in questo momento per ridurre effettivamente le emissioni e anche l'utilizzo dei combustibili fossili, quindi ci sono tutta una serie di situazioni che dovranno essere monitorate con attenzione affinché si possano verificare gli obiettivi che ci si è prefissati.

Parlando invece di edilizia residenziale, c'è una previsione di calo dei consumi netti finali dell'11% da qui al 2030, ovvero nel prossimo settennio; all'interno di questa riduzione dei consumi c'è una previsione dell'aumento dei consumi elettrici che dovrebbero arrivare a una quota del 28% e una contemporanea riduzione dei consumi finali termici del 16%. Anche qui sicuramente sono delle indicazioni che possono essere ragionevoli in termini di raggiungimento di obiettivi, però è difficile che si possano perseguire e raggiungere attraverso uno scenario poco più che libero, ci vogliono delle incentivazioni per indirizzare i cittadini ad andare in determinate direzioni, perché diversamente poi sappiamo tutti cosa succede, il cittadino investe in funzione della competitività di un combustibile in funzione anche di valutazioni prettamente di natura economica. Non è sicuramente un processo semplice ma va accompagnato con grande attenzione.

A nostro avviso, si potrebbe puntare in modo molto più significativo verso l'elettrificazione perché l'elettrificazione che è prevista darebbe un incremento dal 12 al 17%, non è un numero così impattante sotto il profilo dell'incremento del risultato, si potrebbe probabilmente fare di più, ma, per fare di più nel settore dell'elettrificazione, bisogna rendere competitivo il costo dell'energia elettrica perché diversamente è difficile che i cittadini passino dai combustibili fossili a quelli elettrici. Faccio un esempio banalissimo: in Francia l'acqua calda sanitaria in quasi tutte le abitazioni la scaldano attraverso l'elettricità, attraverso i boiler elettrici; qui in Valle d'Aosta questo non è possibile perché il costo dell'elettricità in Italia è superiore rispetto a quello dei combustibili di natura fossile, quindi c'è questa tendenza in atto che difficilmente, se non ci sono degli interventi di riduzione del costo dell'energia elettrica, possa poi concretizzarsi in senso proprio. Si potrebbero sicuramente ottenere dei risultati credo significativi sotto questo profilo qualora il costo dell'energia elettrica diventasse competitivo.

All'interno del piano, a livello generale, vediamo che ci sono quattro assi d'intervento: il primo su cui si punta la riduzione dei consumi, io direi di contenimento dall'aumento dei consumi, perché è sufficiente andare a vedere nell'ultimo secolo quello che è successo, c'è un progressivo aumento dei consumi elettrici che derivano dalle nuove abitudini di vita che portano a una continua crescita e anche a livello statistico di previsione si danno in futuro delle crescite di consumi elettrici, pertanto il contenimento è una buona cosa, perché può passare anche attraverso dei comportamenti consapevoli dei cittadini, che potrebbero portare anche a delle riduzioni non solo attraverso degli interventi strutturali ma anche esclusivamente attraverso delle abitudini comportamentali.

Dopodiché c'è l'aumento delle fonti energetiche rinnovabili, questo è un tema direi abbastanza importante qui in Valle d'Aosta, sappiamo tutti che l'idroelettrico la fa da padrone nella produzione di energia rinnovabile, a fronte dell'idroelettrico gli altri numeri sono risibili ancora in termini di gigawatt/ora prodotti di energia elettrica e le attuali tendenze di riduzione dell'acqua disponibile sotto questo profilo non lascia sperare in aumenti della produzione; piuttosto ci sono degli spazi sul fotovoltaico e sull'eolico che potrebbero essere sfruttati se oggetto di interventi significativi.

Anche il capitolo delle reti e delle infrastrutture è un capitolo importante a cui bisognerà prestare attenzione e questi sono tutti elementi direi descrittivi sui quali poi sono concentrate le azioni d'intervento che sono contenute nel piano.

Sicuramente, come dicevo prima, il piano è di indirizzo di carattere generale, è un piano che attiene al nostro territorio, bisogna tener conto però che viviamo in una realtà che dipende anche dai comportamenti dei vicini, ma anche da chi è più lontano dalla Valle d'Aosta, cioè dipendiamo anche dalle politiche nazionali, europee, internazionali in senso più lato, non è che in Valle d'Aosta si possono tirar su dei muri ai confini e conteniamo lì la qualità dell'aria e beneficiamo poi degli effetti direttamente delle azioni che sono previste all'interno del piano. Il piano discende dalle strategie e dai protocolli internazionali che poi ogni realtà declina a seconda delle sue peculiarità e le sue potenzialità in termini anche di raggiungimento di obiettivi, perché a livello nazionale vengono date alle singole Regioni nei bilanci energetici regionali degli obiettivi da perseguire in funzione dello stato di partenza della situazione, in funzione delle potenzialità disponibili per raggiungere su ogni indicatore determinati valori nel tempo migliorativi rispetto a quelli attuali. Bisogna sfatare questo mito, come ha detto anche qualcuno che è intervenuto prima di me, che il tutto discende dalle politiche che si fanno in Valle d'Aosta, cioè la qualità dell'aria sì migliorerà, dipende da delle dinamiche interne, ma dipendiamo anche dalle correnti e quindi dall'aria che arriva da fuori Valle e dalle regioni contermini.

Le politiche ambientali sono delle politiche corrette, che devono essere improntate alla sostenibilità e questo vale soprattutto anche in una realtà come la nostra, che è una realtà turistica che può anche ottenere dei benefici dal registrare dei livelli qualitativi buoni rispetto agli indicatori che delineano la qualità percepita dell'ambiente. Sicuramente tutte queste politiche che sono declinate in questo piano, come dicevo hanno la necessità poi di strumenti di attuazione e di accompagnamento, i quali saranno la vera sfida da perseguire nel tempo per accompagnare questo percorso. Sotto questo profilo, riteniamo che sia indispensabile dare delle priorità, perché il settore energetico abbraccia tanti altri settori e quindi può costituire anche un'occasione di mettere in moto la macchina dello sviluppo, sotto questo profilo, ci sono delle opportunità sia per quanto concerne tutto il settore dell'edilizia residenziale, ma anche quello del terziario, per promuovere dell'economia innovativa che va verso l'efficientamento energetico, però non possiamo immaginare e pensare che il tutto discenda solo dalle politiche nazionali, bisogna anche individuare delle priorità a livello locale e mettere a disposizione delle risorse per favorire gli investimenti.

Un altro aspetto che è correlato a questo è che, per poter realizzare gli investimenti, bisogna anche cercare di semplificare le procedure, se vogliamo elettrificare e fare politiche di efficientamento energetico, non è possibile immaginare nel futuro che ci siano dei percorsi articolati e complessi come sono stati sino a oggi per ottenere dei finanziamenti attraverso delle pratiche che sono troppo lunghe a livello temporale rispetto ai bisogni e ai tempi dell'economia.

Sotto il profilo generale, si potrebbero dire tante altre cose e fare tante puntualizzazioni, però credo che alla fine il documento è un documento che, al di là dell'indicazione degli obiettivi a livello numerico, è molto descrittivo e quindi i risultati saranno essenzialmente proporzionali agli investimenti che verranno promossi e al monitoraggio che ci sarà nell'attuazione di questa pianificazione. Pertanto, per quanto ci riguarda, porremmo come gruppo attenzione a questi aspetti, seguiremo le linee che sono indicate su questo piano e andremo a fare poi le valutazioni man mano che ci saranno dei deliberati di tipo applicativo per verificare la coerenza con le indicazioni che sono contenute in questo corposo documento, che è ricco di pagine, come è stato evidenziato, la sommatoria va oltre le mille, non è sicuramente stato un lavoro semplice per tutti i Consiglieri prepararsi e avere piena contezza di quest'argomento, così come credo che vada espresso apprezzamento alle strutture del COA e dell'Assessorato, perché veramente è un piano che, sotto il profilo documentale, è molto ben fatto, perché è fondato su dei numeri e su degli indicatori, non è il solito piano che rappresenta le situazioni esclusivamente a livello descrittivo. Pertanto, per quanto concerne poi il voto, ci riserviamo di fare delle valutazioni che saranno consequenziali anche alle discussioni che ci saranno sugli ordini del giorno e sulle iniziative che verranno presentate dai colleghi.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Lavevaz, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Faccio anch'io un breve intervento e qualche riflessione su questo PEAR che andiamo ad approvare oggi. Come detto stamani mattina - lo diceva il collega Chatrian -, l'approvazione di un piano è un momento importante ed è così perché è un documento programmatico dal quale poi discenderanno delle leggi, degli atti normativi, degli atti legislativi per i prossimi anni, in questo caso la prospettiva è del 2030 ma sappiamo che questo PEAR avrà una vita ovviamente anche più lunga.

Non voglio ripetermi sull'analisi puntuale e analogica del documento che è già stata fatta in maniera molto puntuale innanzitutto dall'Assessore, che l'ha molto ben esplicitata, ma poi da tutti gli interventi molto interessanti che si sono susseguiti questa mattina e oggi pomeriggio.

Voglio tentare di fare un piccolo ragionamento di più ampio respiro partendo dal presupposto che, come detto da qualcuno questa mattina, non siamo né l'ombelico del mondo, né siamo soli al mondo, tantomeno siamo 125 mila su una popolazione mondiale che ormai ha superato gli 8 miliardi, quindi vuol dire nove zeri, vuol dire 0,001% della popolazione mondiale, quindi siamo decisamente un piccolo granello di sabbia rispetto alla popolazione mondiale, ma questo non vuol dire che non dobbiamo dare il nostro contributo a tutti gli effetti e a tutte le conseguenze che i cambiamenti climatici e, di conseguenza, le azioni in campo energetico richiedono. L'abbiamo già detto anche stamani mattina: il nesso di causalità tra gli aspetti energetici e gli aspetti ambientali... sono strettamente legati e anche bidirezionali.

Partirei da qualche analisi rispetto ai dati del 2023 e il primo aspetto che voglio sottolineare è che nel 2023 la domanda di petrolio è aumentata di nuovo in maniera molto importante rispetto agli anni precedenti, credo che fosse una quindicina di anni che non c'era un aumento così significativo della domanda di petrolio a livello mondiale; siamo a circa 102 milioni di barili al giorno, è un dato altissimo e c'è stato un aumento di 2,4 milioni al giorno rispetto al 2022, quindi un aumento altissimo, del 2%. Sono aspetti molto significativi, perché siamo in un momento in cui stiamo diminuendo l'utilizzo dei carboni fossili; in realtà, non è così perché abbiamo una crescita che ha due facce: una faccia che è quella dei Paesi cosiddetti "OCSE" dei quali facciamo parte, in cui ovviamente c'è effettivamente una diminuzione dei consumi di combustibili fossili, dall'altro però ci sono i Paesi cosiddetti "emergenti", i Paesi non OCSE, che hanno invece una fase di grande crescita a livello mondiale, quindi anche di aumento vertiginoso dei consumi di carburanti fossili.

Per darvi un altro numero, negli ultimi 20 anni i primi, quindi i Paesi OCSE di cui facciamo parte, hanno ridotto la loro domanda di circa 3 milioni complessivamente, i secondi però l'hanno aumentata di 25 milioni in 20 anni, quindi chiaramente il saldo è molto negativo, cioè c'è un aumento ancora molto importante.

Queste sono premesse di un'analisi un po' globale, un po' geopolitica globale, che sono contenute anche nelle premesse del nostro PEAR ma sono state anche oggetto di approfondimenti e di ragionamenti nella controversa COP 28 che si è svolta, come ricorderete, a inizio dicembre negli Emirati Arabi. Analisi che, a detta degli economisti più esperti, conferma quest'andamento di aumento di utilizzo di combustibili fossili per i prossimi 4 o 5 anni ancora, poi ci sarà una specie di plateau, cioè si raggiungerà una sorta di equilibrio, che però si protrarrà per diversi decenni. Questo vuol dire che da un lato ci sono i Paesi, cosiddetti "sviluppati", che però se facciamo una proporzione di popolazione, sono piccoli rispetto alle popolazioni di Cina piuttosto che di India, che hanno un'incidenza a livello mondiale molto più importante, hanno grandi numeri a livello popolazione e hanno anche una situazione di grande crescita, perché la Cina ha una crescita molto rapida a livello di economia. Pensiamo, ad esempio, che oggi il consumo pro capite - che è un dato, secondo me, interessante - di energia di un Cinese è poco più della metà di un abitante di un Paese sviluppato come il nostro; per gli Indiani ancora peggio, credo che sia il 15% circa, adesso non ho segnato il dato ma era un dato ancora più basso. Se pensiamo che queste popolazioni sono una percentuale altissima della popolazione mondiale, abbiamo la risposta di chi sarà il responsabile del futuro energetico del mondo, perché veramente siamo nelle loro mani, al di là della Valle d'Aosta, che era un provocazione, ma se guardiamo tutti i Paesi sviluppati e guardiamo l'Europa, è di tutta evidenza che lo sviluppo e l'incidenza dei cambiamenti in campo energetico che questi Paesi riusciranno a mettere in campo saranno quelli che poi definiranno il futuro del nostro pianeta, a furor di retorica è così. Noi abbiamo fatto la nostra rivoluzioni industriale secoli fa ormai con il carbone, dobbiamo solo sperare che loro lo facciano in maniera un po' più sostenibile e lo stanno facendo oggettivamente, perché la Cina in particolare sta investendo tantissimo sullo sviluppo tecnologico e sulla ricerca e, dall'altro lato, non possiamo chiedere, per il fatto che la rivoluzione industriale l'abbiamo già fatta, al mondo non sviluppato o, meglio, in fase di sviluppo, di non svilupparsi perché arriva dopo di noi. Questo è banale da dirsi ma è così.

Nella COP 28 c'è stata un'analisi mondiale, come è giusto che fosse, sugli sviluppi energetici mondiali, finalmente dico io si sono fatti dei passi avanti anche rispetto alle visioni e alla volontà d'incidere e d'investire sulla ricerca e sul nucleare di ultima generazione. Io, da questo punto di vista, non voglio aprire qua una discussione ma sono abbastanza convinto che sarà l'idrogeno, questa volta sì, a salvare in qualche modo il mondo, ovviamente non come vettore energetico ma come fonte di energia nelle centrali di prossima generazione, parlando di fusione e non di fissione. Ci vorranno ancora dieci decenni ma sarà probabilmente l'unica strada possibile. Questo non vuol dire che oggi dobbiamo stare con le mani in mano e aspettare il 2050, perché non possiamo permettercelo, però questo per dire che lì dobbiamo puntare, lì dobbiamo studiare, l'Italia peraltro è sempre stata nei decenni, in tutto il Novecento, da questo punto di vista all'avanguardia nella ricerca e nello sviluppo, quindi credo che possiamo ancora essere importanti e incisivi a livello mondiale su questi tipi di sviluppo e di ricerca. Da questo punto di vista, io credo che - cercherò di fare un ragionamento di ampio respiro per non ripetere quello che è già stato detto - dobbiamo anche avere cura in questi ragionamenti - che sono la sfida veramente del prossimo futuro e della nostra generazione e direi anche delle prossime generazioni, dei nostri figli e dei nostri nipoti - ad avere uno sguardo veramente globale, perché il rischio è che noi facciamo i nostri ragionamenti per cercare di fare il meglio, come è giusto che sia, nella nostra parte di mondo, nel mondo sviluppato, senza guardare quello che avviene invece dall'altra parte del mondo.

Penso a degli aspetti molto pratici, noi parliamo, ad esempio, di fotovoltaico, che ovviamente è sacrosanto, dobbiamo svilupparlo ovunque possiamo, dobbiamo implementare, come è stato previsto sul nostro piano energetico; dall'altro lato perché sappiamo che i pannelli fotovoltaici, le celle, i motori elettrici in particolare, richiedono dei materiali che, da un lato, sono, per quanto riguarda i pannelli solari, di silicio, non è una terra rara, ma è un materiale che viene cavato e coltivato - così si dice - soprattutto in Africa e in dei posti dove lo sfruttamento della persona e lo sfruttamento anche minorile è molto importante. Dall'altro lato, sui motori elettrici, abbiamo la necessità di utilizzo delle cosiddette "terre rare", penso, ad esempio, al neodimio, che è un materiale che viene utilizzato all'interno dei magneti, che viene raccolto e coltivato soprattutto in Cina. Credo quasi che il 70% delle terre rare arrivino dalla Cina e quasi più del 90% viene lavorato comunque lì, con delle difficoltà anche sui rapporti di lavoro sulle questioni di qualità del lavoro della persona che sono da tenere nella giusta considerazione, nei ragionamenti che noi facciamo non dobbiamo essere egoisti da un lato sugli aspetti energetici, dall'altro dobbiamo anche avere una visione sul mondo che sia totale.

Un'altra azione sul PEAR credo sia l'azione 3: quella che parla delle reti, è un altro aspetto fondamentale da risolvere - è già stato toccato un po' da tutti quelli che mi hanno preceduto questa mattina - perché se torniamo anche indietro un attimino nei ragionamenti che abbiamo già fatto anche qui negli ultimi anni... pensiamo, ad esempio, alla mobilità elettrica, anche questa ovviamente da sostenere, da sviluppare, ma pensiamo se oggi tutti i Valdostani banalmente avessero l'auto elettrica, cosa succederebbe? Che il sistema andrebbe completamente in tilt perché le infrastrutture non sono in grado di gestirle. Abbiamo un problema di capacità installata, in Europa siamo un po' indietro, nel senso che siamo molto lenti rispetto all'infrastrutturazione e alla capacità installata e dall'altro lato abbiamo delle reti che sono quasi sempre vetuste o comunque che hanno necessità di un revamping, come si dice in gergo tecnico.

Un altro dato che è interessante e che ho reperito è che oggi ci sono in Europa 600 gigawatt, quindi vuol dire 600 mila megawatt, di impianti di energia rinnovabile, quindi o eolico, o solare fotovoltaico che sono totalmente funzionanti, quindi producono energia ma non sono collegati alla rete, quindi è un dato importante, 600 gigawatt è una quantità di energia molto importante. Questo semplicemente perché manca la rete, manca un'infrastruttura per mettere in circolo quest'energia.

Anche sugli impianti - si parlava questa mattina di metano piuttosto che di idrogeno - senza entrare nel merito, anche lì pare che una buona parte della presenza di metano - di cui parlava credo la collega Minelli questa mattina - che è presente in atmosfera banalmente arriva dalle perdite degli impianti e dei metanodotti. Questo è un altro dato molto significativo di una situazione di una rete infrastrutturale mondiale che è molto complessa.

Avviandomi alla conclusione di questo breve intervento, credo sia chiaro a tutti che questo tema, come dicevo prima, sia un tema veramente nodale delle prossime generazioni, sul quale debba essere posta da tutti, dalla politica in primis, tutta l'attenzione che merita. Devo anche dire che spesso la politica non fa proprio completamente il suo mestiere a fondo, perché spesso - ma questo fa parte ovviamente dei ruoli e dei giochi della politica - nelle discussioni, e parlo anche ai livelli più alti, nei temi energetici non si dice sempre la verità, adesso non lo voglio banalizzare, ma si distorce un po' la verità a seconda di quello che uno vuole sostenere o, meglio ,magari della tesi che vuole confutare dell'avversario politico e questo su dei temi come questi, è un aspetto assolutamente controproducente, dico una banalità ma è così. Veramente a volte riusciamo a stravolgere delle questioni che, dal punto di vista tecnico-scientifico, sono delle questioni elementari, confutandole e dicendo: "No, non è così", perché dobbiamo sostenere una tesi contraria rispetto a quello che sta dicendo qualcun altro. Su questo credo che possiamo e dobbiamo fare dei passi avanti, dobbiamo un po' tutti - ma questo non vale solo per questo tema ma per tutto - informarci per poter decidere, questo ci è un po' chiesto su tutti i campi.

Chiudo anch'io ringraziando le strutture dell'Assessorato, in particolare l'ingegner Cappellari, e le strutture del COA, che hanno lavorato con passione e dedizione a questo documento, perché, al di là della questione più evidente, che è quella della puntualità scientifica del documento, credo sia evidente a tutti il fatto che sia un documento molto facilmente leggibile anche da uno che non è magari avvezzo a dei dati più scientifici, quindi un documento che ha saputo mettere nero su bianco delle indicazioni e degli indirizzi politici in una maniera molto chiara e molto ben facilmente leggibile.

Presidente - Ci sono degli altri interventi in discussione generale? Consigliere Perron, a lei la parola.

Perron (LEGA VDA) - Sarò rapidissimo, perché i colleghi sanno che su questo tema il nostro gruppo si è già espresso varie volte, in particolare sulle questioni dei gas climalteranti, quindi non sto a ripetere tutto. Sento piuttosto delle considerazioni oggi che confermano la bontà delle nostre. Rivendiamo che le nostre considerazioni hanno sempre cercato di essere in un'ottica globale, cioè di inserire la Valle d'Aosta in un contesto e non partire a spada tratta su un qualcosa che può essere anche un imperativo morale indubbiamente, ma poi, se non ha una vera attinenza, bisogna pensarci due volte prima di agire in maniera esagerata.

Noi ci ritroviamo perfettamente in questi discorsi di prudenza, discorsi globali appunto, la Valle fa - così do io un paio di questi numeri sulla produzione di CO2 equivalente, quindi tutti i gas climalteranti insieme - 1,17 milioni di tonnellate, questo è il dato 2017 mi pare che viene preso ad esempio per elaborare tutta la fossil fuel free, che a sua volta influenza il PEAR di cui stiamo parlando, l'Italia fa 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, quindi noi facciamo un 418esimo dell'Italia. A sua volta l'Italia è inserita nel contesto europeo, l'UE fa 4 miliardi di tonnellate, quindi siamo di nuovo una frazione di quello che fa l'UE, che a sua volta fa l'8-10% delle emissioni globali. Questo ci fa capire quanto la nostra posizione sia da inserire in un contesto molto più grande.

Riguardo al nucleare di cui si è appena parlato, chiaramente non è un discorso che riguarda il Consiglio regionale, ma chiaramente rivendichiamo anche che il partito della Lega su questo tema ne fa una battaglia a livello nazionale da parecchi anni, quindi ça va sans dire, è un tema di cui noi parliamo, anche criticati a volte da qualcuno, gli ambientalisti più radicali non vogliono il nucleare e questo va un po' a collidere con il fatto che se consideriamo il global warming la più grave minaccia dell'umanità, io direi che è giusto utilizzare il nucleare. Se si dice: "No, va beh, ma possiamo farlo più avanti", allora il global warming non è così pericoloso; delle due l'una. Sul nucleare invece che si basa sull'idrogeno, quello è un altro campo e devo dire che io sono poco competente, non lo so quando finalmente avremo quella tecnologia, risolverebbe quasi tutti i problemi; speriamo ma certamente è questione di decenni, invece il nucleare di nuova generazione no.

Su questo piano quello che ricordo, se ne è discusso nelle varie audizioni con la fossil fuel free 2040... siamo circa 10 anni avanti gli obiettivi già sfidanti che si è posta l'UE, quindi ricordiamocelo, c'è stata una discussione durante una Commissione e si diceva giustamente che noi dobbiamo guardare i più bravi, ci mancherebbe; in questo caso però la nostra impressione è che cerchiamo non tanto di fare i più bravi, ma cerchiamo di fare i fenomeni, che sono due cose ben diverse. Non arriveremo probabilmente a realizzare quel taglio così drastico del 75%, perché chiaramente è molto difficile, si intraprende quella direzione, per carità, va bene ma teniamo sempre presente quanto facciamo e quanto ci stiamo imponendo.

Sul fatto poi di come è declinato il PEAR è già stato spiegato tutto, credo che il concetto migliore sia che la migliore energia è quella non consumata, quando andiamo sul mancato consumo, lì certamente facciamo la cosa più intelligente che si possa fare, l'energia non consumata è la più green per eccellenza, quindi ogni volta che risparmiamo, ogni volta che riusciamo a tagliare e a efficientare è cosa buona e giusta, intelligente e la dobbiamo fare.

In ultimo ricordo che dobbiamo sempre tenere a mente che l'asse strategico della Valle, in questo caso con l'idroelettrico, la miglior forma di energia pulita che ci sia a disposizione ad oggi... noi abbiamo in mano con il nostro idroelettrico una carta vincente che deve, ed è certo nei piani, aiutare la transizione energetica, ma la transizione energetica che avviene inseriti nel contesto nazionale, perché è lì che avremo un peso, è lì che potremo dare la nostra energia anche nei momenti in cui serve di più, quando fotovoltaico ed eolico non riescono a dare dei rendimenti e lì l'idroelettrico entra in gioco e lì l'energia viene pagata anche di più. Inutile quindi guardare, ed è stato detto varie volte, alla Valle d'Aosta che si chiuda e realizzi da sola il più possibile, è un bello slogan, è un qualcosa che può servire da immagine per qualcuno ma fattivamente non ha alcun senso. Un chilo di CO2 prodotto ad Aosta, un chilo di CO2 prodotto a Carema sono sempre un chilo di CO2. A noi importa avere in mano e sfruttare nel miglior modo possibile, nel modo più intelligente possibile quello che la Valle può fare. In questo caso con la transizione energetica, anche se il mio partito varie volte ha criticato duramente e continuerò a farlo le visioni più estreme che vengono fuori a livello europeo e che un sacco di danni fanno e faranno... allo stesso tempo per la Valle d'Aosta la transizione energetica sul settore che riguarda l'idroelettrico ben venga, avremo qualcosa di importante in mano e dovremo valorizzarlo in tutti i modi.

Presidente - Ci sono altri interventi? Consigliere Ganis, a lei la parola.

Ganis (LEGA VDA) - Ringrazio gli intervenuti e tutte le persone che hanno lavorato alla stesura di questo piano. Mi limiterò a trattare una parte del piano vista la sua importanza e vastità.

Ricordato che l'obiettivo del PEAR è quello d'iniziare un percorso progressivo e di abbandono di combustibili fossili mediante la riduzione di consumi, circa il 12%, attraverso la produzione di fonti energetiche FER e la riduzione delle emissioni di gas serra, la nostra attenzione si pone su di un'azione che riguarda gli interventi alle reti e alle infrastrutture. Faccio riferimento alle azioni volte a favorire la transizione energetica, asse 3, mediante lo sviluppo delle reti di teleriscaldamento sulla base dei nuovi allacci pianificati oltre a quelli già in corso di realizzazione. Come gruppo, lo abbiamo più volte evidenziato in Consiglio regionale: il teleriscaldamento nella nostra regione presenta delle criticità, bollette altissime per i consumatori, l'impossibilità da parte dei consumatori di scegliere fornitori diversi, tra l'altro, esiste anche una sola caldaia, non è previsto il doppio allacciamento e non c'è la possibilità di aderire a nessun bonus sociale. Queste cose le ha più volte evidenziate il collega Manfrin nelle sue varie iniziative.

Ma cos'è il teleriscaldamento? È una forma di riscaldamento che consiste nella distribuzione di acqua calda attraverso reti di tubazioni per lo più interrate proveniente da una centrale di produzione. Nella nostra regione o, meglio, per quanto riguarda il comune di Aosta, oltre all'acqua di scarto dello stabilimento, verrà immessa in rete anche l'acqua proveniente dal forno fusorio della Cogne. Questo recupero di calore rappresenta una fonte preziosa per alimentare in modo sostenibile le reti di riscaldamento. A nostro avviso, però questo sistema presenta delle spinosità, come la presenza di stazioni intermedie volta a mantenere costante la temperatura di normale funzionamento. Ricordo che l'acqua nella rete si aggira a temperature comprese fra i 90 e i 120 gradi. Queste stazioni, non potendo essere alimentate da impianti che utilizzano fonti energetiche rinnovabili e FER, dovranno essere alimentate a gas naturale; uno svantaggio questo ma, non solo, altri possono essere i lunghissimi tempi di ritorno degli investimenti, la dispersione termica nei circuiti di distribuzione e per i condomini i contratti sono vincolanti e spesso, come abbiamo già evidenziato, le tariffe applicate sono sconvenienti per l'utilizzatore. Per questo motivo una rete di teleriscaldamento efficiente deve tener conto di tutte queste problematiche, deve rappresentare appieno la nostra realtà, lasciando anche ai cittadini la possibilità di scegliere il proprio fornitore. Occorre sfruttare al meglio le nostre fonti energetiche prodotte da FER e come nella nostra regione dare calore con processi di scarto a costo zero. Tenendo conto che la tecnologia del teleriscaldamento è complessa, come tale va gestita all'altezza di questa complessità.

Presidente - Altri interventi per la discussione sul piano energetico ambientale? Siamo sempre in discussione generale. Aspetto di vedere delle prenotazioni, altrimenti chiudo la discussione generale. Non vedo richieste, la discussione generale è chiusa. Passiamo alle repliche del Governo. Assessore Sapinet, a lei la parola.

Sapinet (UV) - Grazie colleghi per gli interventi e un ringraziamento all'Assessore dello sviluppo economico, formazione, lavori e trasporti e alle sue strutture, in particolare al Dipartimento Sviluppo economico ed energia, che ha provveduto a parte della costruzione del PEAR, così come ringrazio il Dipartimento ambiente per il coordinamento con le strategie e la Struttura Valutazione e autorizzazione ambientale e qualità dell'aria, il Dipartimento Programmazione risorse idriche e territorio.

Un'impostazione di un documento che è di fatto condivisa, il PEAR, che, come detto, è inoltre coerente con i principali piani di competenza che l'Assessorato ha recentemente approvato o che sono in via di definizione, quale la Strategia regionale di sviluppo sostenibile, la Strategia regionale di adattamento al cambiamento climatico, il Piano di tutela delle acque di cui parleremo durante la discussione degli ordini del giorno e la Road map fossil fuel free 2040 sulla quale ci siamo anche confrontati ultimamente in Commissione.

Gli obiettivi del PEAR al 2030 sono compatibili con il raggiungimento della strategia al fossil fuel free al 2040, è chiaro che azioni di questo tipo hanno bisogno solitamente di accelerazioni nel medio-ultimo periodo in funzione appunto delle azioni che vengono messe in atto in precedenza, quindi interventi di oggi che necessitano di un arco temporale che poi dovranno generare gli effetti attesi per poi amplificarsi. Questo bisognerà fare con il PEAR e con gli altri piani. Due strumenti quindi che sono coerenti e anche se di diverso ordine temporale che non può comunque essere preso in considerazione. Un PEAR che è stato oggetto di una procedura ambientale strategica durante la quale il piano è stato pubblicato con lo scopo di darne evidenza e di consentire a tutti i soggetti interessati di inviare osservazioni che sono arrivate in parte importanti e che sono state esaminate dal Dipartimento energia e in gran parte accolte. Il parere motivato di VAS ha evidenziato che il piano non introduce impatti ambientali significativi.

Il PEAR affronta con realismo tematiche attinenti a transizione energetica, sfide importanti che la stessa pone e persegue nei diversi assi e obiettivi credibili che consentono di porre le basi per addivenire all'obiettivo approvato dal Consiglio regionale di addivenire alla completa decarbonizzazione entro il 2040.

Per rispondere ad alcune considerazioni, in merito al decreto delle aree idonee, per rispondere al collega Aggravi, che individua tra le aree papabili le aree industriali dismesse tra cui quelle che erano delle cave, quindi le ex cave, occorre ricordare che il tutto è legato a iniziative private ma che le nostre cave, per esposizione, superficie e quota, non sono particolarmente appetibili. Le casistiche invece presenti nei territori della Plaine che potrebbero essere o comunque nei dintorni... sono state tutte pressoché recuperate dal punto di vista ambientale e ora rappresentano aree agricole, quindi una realtà la nostra che ha agito nella direzione più corretta relativamente al recupero di tali zone. Occorre poi ricordare che alcune di tali aree sono in zone particolari, sotto frana o sottoposte a rischio valanghivo.

Un PEAR che rappresenta un punto di partenza ma che credo possa essere definito concreto e credibile perché traguarda, come dicevo, obiettivi raggiungibili e in linea con quelli di altre strategie.

Il tema dei rifiuti viene trattato nel PEAR nella declinazione della produzione di energia e calore da biogas, il quantitativo è attualmente modesto e valutato in diminuzione come tendenza in quanto in applicazione del piano rifiuti si sta progressivamente aumentando la raccolta differenziata dell'umido domestico, che è il principale fattore di produzione di biogas. La messa in esercizio dell'impianto TMB (Trattamento Meccanico Biologico) nel centro di Brissogne contribuisce ad abbattere la percentuale di rifiuto umido presente nell'indifferenziato e dunque la produzione di biogas. Sempre in relazione alla tematica rifiuti, va detto che le nuove modalità di raccolta dei flussi potranno dare risposte anche in relazione alla durata del sito di Brissogne, un piano rifiuti che è il risultato di un lavoro portato avanti con gli Enti locali e che prevede, proprio in accordo con il CELVA, dislocazioni di centri di stoccaggio, intesi come i cassoni, sul territorio. Enti locali che, come sappiamo, gestiscono un sistema di raccolta ma con i quali bisognerà sempre più continuare a lavorare al fine di rafforzare le sinergie e le strategie anche e soprattutto dal punto di vista comunicativo.

Un piano quindi che, come detto, si raccorda in un insieme di strategie e di altri strumenti programmatori regionali e interventi, un PEAR sicuramente concreto.

Presidente - Assessore Bertschy, a lei la parola.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Grazie a tutti per gli interventi. Il confronto e la discussione e anche gli elementi che sono stati portati negli interventi in aula hanno arricchito questa lunga fase di lavoro da parte del Governo e supportati - come abbiamo detto e ripetuto, e ha fatto credo piacere a tutte le strutture che ci hanno lavorato - dalle strutture tecniche che hanno redatto il piano. Credo che questo sia un elemento già di per sé di crescita su un tema di così grande importanza, perché in passato argomenti come questi non avevano avuto la stessa attenzione, quindi le forze politiche, i singoli Consiglieri hanno sicuramente a cuore le politiche energetiche.

Partendo da quella che è stata un po' una considerazione generale, è vero che possiamo incidere poco soprattutto in un contesto internazionale ma è un po' come educare i nostri figli, ognuno, se facesse già quello che può fare per farli crescere nelle regole e con il rispetto dello stare e vivere insieme, intanto avrebbe già fatto una buona cosa da educatore e da genitore dei propri figli. Qui la politica prova a educarsi al tema dell'energia cercando di lanciare dei messaggi per consumare meno, produrre di più da fonti energetiche, cercare di adottare stili di vita differenti e cercare di indirizzare la propria azione di piano e poi di finalizzazione di leggi e di delibere nella direzione di migliorare nel futuro, partendo da noi stessi, partendo dalla nostra piccola regione, tutti quegli aspetti che potranno far vivere meglio le prossime generazioni. L'incidenza quindi di quello che faremo alla fine dell'approvazione del piano alla fine di questa discussione sarà magari minima, ma sarà importante sotto il profilo politico e sotto il profilo culturale perché da qui partono anche le giuste indicazioni per cercare di migliorare la nostra comunità e il nostro territorio.

Sono due gli atteggiamenti in aula - non posso che sottolinearlo alla fine del dibattito -: uno l'ho trovato molto realistico, ossia fatta la considerazione generale, tutti siamo intenzionati a lavorare per migliorare la situazione, ponendo però la giusta attenzione al vivere quotidiano della nostra comunità, al mantenimento dei servizi nel prossimo decennio senza il rischio di correre troppo verso delle scelte per le quali non siamo sicuri di poter poi garantire quello che può essere necessario per le nostre famiglie e per le famiglie dei Valdostani, per non fare un salto nel buio soprattutto come comunità; dall'altro un atteggiamento che ovviamente rispetto come sempre: quello della collega Minelli per conto del gruppo PCP, molto più importante, molto più deciso verso la direzione del raggiungimento di risultati e target senza una considerazione generale sull'impatto che questi messaggi possono avere sulla nostra comunità. Una comunità che non può abbandonare dall'oggi al domani il suo servizio di trasporto pubblico perché si decide che tutto può finire in ambito elettrico o diversamente che non può abbandonare le sue reti del metano, perché da domani mattina non siamo sicuri di poter scaldare le nostre case in maniera diversa, o che ancora non si può lanciare verso la direzione di dire: tutti dobbiamo mettere sui nostri tetti il fotovoltaico, perché neanche questo è così di semplice attuazione. Tutti condividiamo che dobbiamo produrre più energie rinnovabili e consumare di meno, che dobbiamo efficientare, se possibile attraverso gli interventi, è stato detto da più colleghi attraverso delle disponibilità di risorse la riduzione dei consumi nelle nostre case... e costruire case molto più in linea con le esigenze dalla sostenibilità e del contenimento dei costi energetici. Dall'altra parte però non possiamo neanche lanciare semplicemente dei messaggi che hanno una visione un po' troppo dell'oggi, un po' troppo di cercare di dare soddisfazione a chi vuol sentirsi dire queste cose ma in maniera molto pragmatica e concreta, in particolare il Governo non lo può fare perché rischierebbe di mettere in difficoltà cittadini, imprese, famiglie e il territorio in generale.

Sono due atteggiamenti diversi, lei ha detto: debolezza dell'impronta politica, io invece dico differenza dell'impronta politica; voi potete raccontare tutto quello che volete e io non voglio raccontare quello che raccontate voi. La mia impronta politica è assolutamente diversa e non parlo al vostro modo di pensare, parlo in maniera diversa e si ricordi che nel fare i complimenti alle strutture tecniche sono le stesse strutture tecniche che sostengono che in termini tecnici e scientifici quello che dite non è sostenibile nel prossimo decennio, perché io ho l'abitudine, come il Governo, di non utilizzare le strutture per farmi dire che ho ragione, utilizzo le strutture per darmi delle informazioni e degli elementi per poter fare delle scelte politiche, che non vuol dire non avere una visione ma vuol dire non strumentalizzare e non utilizzare quello che è a disposizione di tutti. Le strutture dell'Amministrazione regionale, il COA, è a disposizione di tutte le forze politiche e quindi non è a disposizione dell'Assessore per farsi dire da che parte vuole andare, è una cosa diversa. Quello che voi avete sostenuto non più tardi di ieri, il collega Ganis era presente, per esempio, sulle comunità energetiche, ad oggi queste strutture non lo sostengono come un percorso percorribile, non siamo nelle condizioni di poter fare dei passi in avanti così decisi nel giro di così pochi anni.

Vengo alla parte più politica della risposta, questo decennio di PEAR di qui al 2030 deve essere utilizzato nella maniera migliore possibile per avvicinarci all'obiettivo che abbiamo lanciato tutti insieme per la fossil fuel free del 2040, quindi preparare tutto quello che serve per fare in modo che il prossimo decennio, quello dal 2030 al 2040, sia quello decisivo per andare poi a mettere a frutto le azioni di investimento per esempio sulla rete elettrica. Al di là delle colonnine per la ricarica delle macchine, anche solo per la comunità energetica, la rete elettrica andrà ripensata in molti posti, ci sarà bisogno di investimenti importanti, di una serie di investimenti che saranno fatti oggi per valorizzarli domani ed è per quello che il piano energetico ambientale regionale non fa la metà nel 2030 e la metà nel 2040, perché si sa bene che l'avvicinamento a questa tappa è un avvicinamento fatto di investimenti che metteremo a frutto nel decennio successivo. Questo è l'atteggiamento e la visione politica che ha accompagnato il lavoro tecnico di preparazione di tutto quello che abbiamo visto.

Io non lo so se lei fosse stata Assessore, se riusciva a fare 1.350 pagine o se ne avesse fatte 200, io non ho dichiarato il numero delle pagine, credo che i documenti che i nostri tecnici ci portano all'attenzione sono quelli dati dalle disposizioni legislative. Porti pazienza, l'ho sentito dire, noi discutiamo le leggi per quelle che sono le organizzazioni e le procedure della VAS piuttosto che altro. Fa strano che a volte si chiedono tanti documenti, a volte sembrano troppi, dipende un po' da che tematica si trova...

(intervento della consigliera Minelli fuori microfono)

...no, poi mi risponde dopo che a lei piace rispondere, accende il microfono e dirà tutto quello che vuole, ma quando parliamo di certi temi, allora ci vanno dei faldoni che non finiscono più e poi ci vanno delle altre cose. Il documento è stato fatto per come le strutture pensavano che doveva essere fatto, quindi proprio per questo, per l'attenzione politica e non per la debolezza, noi abbiamo fatto una sintesi, siamo andati sul territorio e poi andremo ancora a spiegarlo, perché questo è il nostro lavoro politico.

A differenza del passato, ma proprio perché la politica ha maturato la sua sensibilità, sono previsti dei monitoraggi che faremo annualmente e hanno fatto bene le forze politiche a dire: "Controlleremo i risultati che raggiungeremo nei prossimi anni", perché è questo il lavoro. C'è un piano, sennò rischia di rimanere fermo e di non dare il suo risultato, quindi monitoreremo, abbiamo previsto un tavolo di lavoro perché ogni Assessorato possa contribuire e tutti coloro che lo vorranno fare a migliorare il lavoro che abbiamo previsto con questo piano per raggiungere dei risultati.

Ci sono delle azioni concrete che sono già attive, anche qui mi pare che questo Governo e questa maggioranza sul piano della riduzione delle tariffe per i cittadini sul trasporto pubblico abbiano dato dei forti segnali, sollecitati dalle forze politiche in Consiglio regionale. Mi pare che abbiamo dato dei robusti segnali anche nella direzione, per esempio, della mobilità elettrica con l'ultimo bilancio e l'aumento degli incentivi va esattamente in quella direzione.

Stiamo preparando un bando FESR per l'efficientamento del patrimonio pubblico e lo stiamo discutendo con gli Enti locali per fare in modo che si possa favorire i migliori progetti, non i progetti che arrivano prima; stiamo preparando un bando che uscirà nell'autunno per l'efficientamento energetico delle imprese sempre sul FESR e anche qui con un'attenzione alla riduzione dei costi dell'energia; poi potrei elencare altre iniziative ma non è questo il tema: oggi il tema è dotarci di un piano più attuale di quello precedente.

Io voglio anche confermarle, perché ho chiesto sempre per evitare... che questo è il quarto piano, poi lei dirà che è il terzo ma questo è il quarto piano, 1998, 2003, 2014 e questo. Poi così è scritto, porti pazienza, ci dirà perché, secondo lei, quello del 2003 non è un piano, quello del 1998... comunque questo è il quarto piano, così è stato presentato dalle strutture.

Per quello che ci riguarda, è un piano con una visione del futuro che ha un doppio obiettivo: lanciare delle politiche che hanno necessità di una spinta e di un'energia maggiore e preparare il campo per delle altre politiche.

Noi sicuramente non siamo in grado di fermare un appalto, come quello del metano, assegnato con tanto di gara dal Comune di Aosta, tra l'altro, per conto di tutti i Comuni.

Voi probabilmente avete un'altra forza a livello politico e amministrativo, potete fare anche quello, noi non ce la facciamo. Sicuramente oggi il metano non è in questa fase sostituibile da altre pianificazioni, obiettivamente quello che dobbiamo fare è cercare di arrivare in un'altra direzione in futuro, però sono cose che io credo sia giusto dirle perché altrimenti si rischia di far passare tutto come semplice e possibile. Non è così, in questo momento non è così e, se non ci diciamo le cose per quello che sono, non facciamo un buon lavoro per la nostra comunità. Poi, per fortuna, ognuno può andare in giro, raccontare le sue cose e fare i suoi comunicati, perché è giusto che si comunichi, ognuno valuterà alla fine del suo lavoro di questo mandato, come in tutte le altre legislature, quanto è stato serio e corretto nei confronti delle cose che ha pensato di fare e ha proposto di fare per la propria cittadinanza.

Vengo all'ultimo tema che vi sta a cuore, e ne parleremo nell'emendamento delle comunità energetiche, ancora ieri, insieme ai sindaci, si sono affrontate tutta una serie di valutazioni, tra l'altro, CVA ha dato la disponibilità a fare un lavoro estremamente importante e ha offerto un lavoro agli Enti locali che sarà utile per la fase successiva, ancora ieri ci si è confrontati con i sindaci e con i tecnici per dire quale potrà essere la scelta giusta per il futuro in questo campo.

Ci sono sicuramente più informazioni del passato, la legislazione... e il decreto è uscito, le regole del GSE, adesso rimangono da affrontare tutta una serie di attività di confronto tecnico-politico con il territorio per andare nella direzione di cominciare a fare una pianificazione, ricordandoci bene che le comunità energetiche non sono disciplinabili per legge, sono legate anche all'iniziativa privata, quindi noi dobbiamo cercare d'informare il territorio, creare dei cittadini consapevoli, fare in modo che alcuni cittadini non incorrano nelle problematiche che altri cittadini su altri territori hanno già incontrato, perché non è tutto oro quello che luccica come si dice. Le comunità energetiche possono essere un buon regolatore di utilizzo delle nostre energie per consumare di meno o per consumare nel momento giusto producendo di più, ma c'è bisogno di produrre di più e c'è bisogno di consumatori che possono allo stesso momento e in quel momento consumare la maggiore energia prodotta, però ci è stato detto ancora ieri quanto sia delicato l'aspetto delle regole societarie, quanto sia importante andare a disciplinare questi aspetti per evitare che ci siano delle future difficoltà e proprio per questo abbiamo previsto un nuovo appuntamento: il 22 marzo, organizzato dal COA sul tema delle comunità energetiche che vedrà importanti professionisti venire a dare una propria valutazione.

Come ci siamo impegnati a fare un mese fa, stiamo concludendo la legge per avere di qui ad aprile una legge regionale a sostegno delle comunità energetiche, di qui alla fine dell'estate credo che, insieme ai sindaci e agli Enti locali, saremo in grado di fare una prima pianificazione per cercare di raggiungere, prima del giugno 2025, i risultati che ci poniamo di raggiungere perché quella è la scadenza per poter utilizzare le risorse del PNRR, senza però correre, facendo i passi giusti, senza mettere in difficoltà nessuno e cercando di dare a tutti la possibilità di ragionare al meglio.

Noi obiettivamente siamo dell'idea che tutti vadano portati al tavolo coinvolti, ma non ci sentiamo di obbligare le persone a stare dentro una strategia e soprattutto non ci sentiamo di fare degli elenchi da mettere all'interno di un piano così alto come il piano energetico.

Nella prossima ora andremo a discutere gli ordini del giorno e gli emendamenti e vedremo anche se può essere ancora migliorato, almeno a livello di progettazione del futuro. Questo piano non sarà un piano che probabilmente rimarrà definitivo per i prossimi 6-7 anni, perché la questione delle aree idonee e altri aspetti che sono in corso di definizione a livello nazionale ed europeo probabilmente incideranno su alcune valutazioni e sarà necessario andare a rivedere alcuni aspetti.

Noi siamo soddisfatti di aver raggiunto questo risultato, di averlo raggiunto nei tempi compatibili del lavoro delle strutture che sono impegnate su tutti i fronti, e non solo su un unico obiettivo, in un momento di grande difficoltà, come sappiamo tutti, per la carenza di personale che accompagna il lavoro dell'Amministrazione regionale, ed è per questo che qui tutto il Consiglio si propone l'obiettivo di riorganizzare l'Amministrazione regionale del futuro, però con queste risorse e con queste disponibilità si cerca di fare tutto nei tempi opportuni.

Ovviamente dispiace veder sottolineato ancora una volta un ritardo che non dipende da una volontà politica ma dalla forza lavoro a disposizione, ma lei, come sempre, collega Minelli, è più brava degli altri e ce la fa anche questa volta a mettere in negativo un lavoro enorme fatto dalle strutture per arrivare nel miglior tempo possibile.

Presidente - Altri in replica? Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Per chiedere una breve sospensione da parte della maggioranza per valutare gli emendamenti e gli ordini del giorno proposti.

Presidente - Il Consiglio è sospeso.

La seduta è sospesa dalle ore 16:12 alle ore 17:14.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori dopo la sospensione. La replica del Governo è già stata fatta. Ricordo che abbiamo sei ordini del giorno di RV e quattro ordini del giorno della Lega. Passiamo all'analisi degli ordini del giorno, iniziamo con quelli di RV. Ha chiesto la parola per illustrare l'ordine del giorno il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (RV) - Ovviamente i temi che toccherò, insieme anche al collega Lucianaz, sono temi che in parte abbiamo già avuto modo di presentare o toccare nel corso della discussione generale.

Il primo in particolare riprende il discorso che ho cercato di fare all'inizio relativamente alla coerenza di tutta una serie di piani che sono tangenti o comunque collegati al PEAR, in particolare in questo caso il piano tutela delle acque, che ad oggi è formalmente in bozza seppur sostanzialmente la III Commissione abbia fatto il suo lavoro. In particolare richiamiamo i contenuti di una scheda, che è quella presente all'interno della valutazione di coerenza esterna nel rapporto ambientale e all'interno di questa ci sono alcune note che hanno attirato la nostra attenzione. In particolare si parla di tutela quantitativa delle risorse idriche che deve essere conciliata con la necessità di incremento delle FER, si parla giustamente anche di reale disponibilità della risorsa idrica a seguito dei cambiamenti climatici e dell'attuale situazione, come in particolare si cita giustamente anche il fatto - e non ci torno perché in realtà ne abbiamo già avuto modo di parlare... e anche lo stesso assessore Sapinet l'aveva citato nella sua replica - dei contenuti del cosiddetto "decreto aree idonee", quindi le superfici e le aree idonee per l'installazione di nuove fonti rinnovabili.

A fronte di questo, considerata l'importanza che ha questo piano... che hanno i due piani in realtà, noi chiediamo all'Assessore competente di "riferire alla III Commissione consiliare, entro trenta giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno, lo stato di aggiornamento e coerenza dell'attuale bozza del PTA rispetto ai contenuti del PEAR".

Io vorrei sottolineare un aspetto che ho cercato di descrivere e di argomentare nella discussione generale, ossia noi abbiamo, da un lato, un obiettivo: quello di potenziare la quota di produzione di energia rinnovabile, quindi di impianti da fonte di energia rinnovabile, però, dall'altro, bisogna contemperare gli effetti, in questo caso parliamo di acque, ma diciamo dell'ambiente circostante. È un equilibrio che è tutt'altro che semplice, anzi, è più che complesso e, a fronte di questo, è necessario che i vari piani, ora parliamo del PTA ma non soltanto, siano tra loro coerenti perché altrimenti faremmo l'ennesimo esercizio di stile. L'impegnativa è semplice, ascoltiamo quello che ci dirà il Governo.

Presidente - Per il Governo, la parola all'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Grazie collega Aggravi. Lo sappiamo che il PTA è un piano complesso, un piano importante che contiamo di affrontare nei prossimi mesi in Commissione, è un impegno concreto e la volontà era - sono sincero - anche di farlo prima, ma è chiaro che la mole di lavoro è notevole, i dossier sono tanti e anche tutta una serie di questioni legate al personale hanno imposto di darsi delle priorità, perché è vero che il piano e il lavoro vengono portati avanti dalle strutture, ma è vero altrettanto che la parte politica deve avere il tempo di conoscere, come ha detto qualcuno, e soprattutto poi di confrontarsi. Anticipo già che è un piano che conterà specificatamente tutti gli aspetti legati alla risorsa acqua, compresi quelli legati alla produzione energetica, quindi non solo il PEAR nell'impegnativa chiedeva di andare a confrontarsi sull'aggiornamento e sulla coerenza tra il PEAR e il PTA, ma, in realtà, qui l'impegno è quello proprio di arrivare a discutere con il testo definitivo del PTA, quindi PEAR, ma non soltanto. Sarà quindi un importante lavoro in cui la Commissione sarà ampiamente coinvolta ed è per quello che vogliamo arrivarci preparati facendo tutti i passaggi, impegnandoci ad arrivare di qui ai prossimi - ipotizzo - 60 giorni a discutere sul testo definitivo del PEAR, chiederei il ritiro dell'iniziativa, altrimenti ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Vedo che il fatto di chiedere la parola provoca dei grugniti alla mia sinistra ma non fa niente, la chiedo lo stesso.

Su quest'ordine del giorno noi voteremo a favore per una ragione molto semplice: intanto è stato correttamente evidenziato che nel PEAR si fa riferimento al piano territoriale delle acque, sono stati richiamati i contenuti della scheda ed è stato anche correttamente richiamato che c'è stata tutta una serie di iniziative in Consiglio su questo piano, che è un po' un desaparecido direi, perché sinceramente, al di là di quello che adesso ha detto l'Assessore, ci sono tanti dossier complessi, eccetera, però io mi sono un po' persa, devo essere sincera e non so bene come mai siamo ancora fermi, al di là del fatto che ci sono tante cose da portare a termine, perché era già stato fatto tutto un lavoro di approfondimento, di osservazioni e di restituzione di risposte da parte degli uffici e dell'Assessore... Rilevo che a noi ne mancavano una serie perché li avevamo presentati in due momenti diversi, ma arriveremo prima o poi a questa discussione.

Poi credo che riferire entro trenta giorni dall'approvazione dell'ordine del giorno lo stato di aggiornamento e coerenza della bozza del PTA rispetto ai contenuti del PEAR sia un impegno assolutamente condivisibile, perché qua si chiede di capire lo stato di aggiornamento e poi anche di capire la coerenza che c'è tra i due piani, perché abbiamo detto più volte che tutta l'architettura pianificatoria non può essere fatta a compartimenti stagni, ci sono sicuramente questioni di cui si parla e dunque mi sembra corretto chiedere che si arrivi a una riunione in Commissione proprio su questo tema.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marguerettaz, ne ha facoltà.

Marguerettaz (UV) - Chiederei alla collega Minelli cosa intendeva per "grugnito", perché mi pare che sia il verso del porco o del maiale. Allora sarebbe interessante capire cosa intendeva e a chi si rivolgeva, perché non credo che dal pulpito da cui sempre parla si comporti in modo adeguato e porti rispetto ai colleghi.

Presidente - La parola alla consigliera Minelli per fatto personale.

Minelli (PCP) - Io ho sentito quello che ho definito un grugnito alla mia sinistra, l'ho sentito, non so esattamente da chi è pervenuto, potrebbe essere dal collega Rosaire o da lei, era un grugnito maschile e potrebbe essere di chiunque. Al di là di questo, non so se abbiamo da far perdere del tempo al Consiglio, però io le dico che cos'è, secondo il vocabolario, un grugnito, oltre a essere il verso caratteristico del porco e del cinghiale, in senso figurato il significato di grugnito è borbottio, suono gutturale inarticolato. Questo è quanto.

Presidente - Si era prenotato il consigliere Aggravi a cui passo la parola.

Aggravi (RV) - Meno male che, parlando di acque, sappiamo che i pesci non emettono nessun tipo di suono fino a questo momento, ma io vorrei tornare sull'argomento. Io non sono particolarmente affezionato a mettere a voto questo ordine del giorno, però chiederei la possibilità di avere due delucidazioni perché ho ascoltato la posizione dell'Assessore e, se ho capito bene, l'impegno da gentiluomini è quello di portare il PTA entro sessanta giorni in Commissione o comunque fare un passaggio. Io, a fronte di questo, però chiederei, al di là dell'Assessore, se c'è da parte del Presidente della III Commissione l'impegno - tanto io poi me le segno le cose - di iscrivere all'ordine del giorno della Commissione... un passaggio dove si possa effettivamente andare a comprendere un po' quello anche che diceva la collega Minelli, cioè qual è lo stato dell'arte o comunque lo stato di invecchiamento dal punto di vista "alcolico" del PTA e quindi poi poterlo portare a discussione del Consiglio. Vedo che si è prenotato, se c'è l'impegno anche del Presidente della III Commissione, io lo ritiro però mi segno che, se ho capito bene, l'Assessore entro sessanta giorni da oggi si impegna di portare il PTA in Commissione.

Presidente - Ha chiesto la parola il presidente della commissione Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Collega Aggravi, come lei ben ha avuto modo in questi ultimi mesi di partecipare all'organizzazione dei lavori della III Commissione insieme anche ad altre Commissioni, che siano la V, la IV o altre ancora, penso che ci sia lo spazio per organizzare assolutamente il dibattito e, se ci fossero dei problemi, con l'impegno che si è assunto il collega Sapinet... eventualmente si farà lo stato dell'arte in Commissione con l'obiettivo di affrontare tale tematica, comunque "interessata" a tutti, in modo da poterla portare avanti con i tempi, con i modi e con gli approfondimenti utili. Da parte mia e da parte nostra c'è assolutamente la disponibilità.

Presidente - Il Presidente della Commissione ha dato la disponibilità, l'ordine del giorno viene ritirato.

Il Consiglio prende atto del ritiro.

Ordine del giorno n. 2 sempre di RV. Consigliere Aggravi, a lei la parola.

Aggravi (RV) - Restiamo sempre in materia di acque, quindi senza strani suoni, ma solo quelli delle acque che corrono nelle nostre valli. Sempre legati alla scheda relativa al PTA, quindi la RE 05, e sempre tenuto conto che, come dicevo precedentemente, c'è la necessità di trovare un delicato equilibrio tra il potenziamento di impianti di produzione di energia rinnovabile e l'esigenza di salvaguardare l'habitat naturale delle nostre valli, noi con quest'ordine giorno proporremmo alla controparte del Governo di elaborare una legge regionale in materia di limiti al prelievo idrico e tutela dei corsi d'acqua. Ad oggi la Regione autonoma Valle d'Aosta, se non erro - e in tale caso correggetemi - è forse l'unica che non ha disciplinato in tal senso, c'era - e l'abbiamo richiamato nelle premesse - un disegno di legge: il n. 115 del 31 agosto 2017, il cui titolo è stato paro paro riportato nel titolo dell'ordine del giorno. Non entro nel merito dei contenuti, ma è, secondo me, importante dire di che cosa trattava, l'articolato aveva una serie di argomenti tra cui i limiti all'esercizio della concessione o della subconcessione, la quantificazione della portata, i canoni aggiuntivi da pagare e il tema molto complesso delle sanzioni.

Sappiamo - ed è capitato più di una volta anche nelle audizioni in Commissione - che questo tema è stato riportato, ci sono delle importanti sentenze che negli ultimi mesi sono state portate all'attenzione sia della stampa, sia delle associazioni di categoria, quello che chiediamo con quest'ordine del giorno è un approccio pratico e proattivo a un problema che c'è e comunque a una risorsa, perché i canoni di concessione, di subconcessione e anche a volte le sanzioni possono essere considerate come una risorsa propria dell'Amministrazione regionale.

Oggettivamente quello che si chiede non è un'indicazione di che cosa scrivere all'interno di questa legge, ma partire dagli argomenti già oggetto di attenzione - tra l'altro, se non erro, all'epoca era l'assessore Baccega che era stato chiamato in Commissione -, partendo da quel testo e ammodernandolo rispetto all'evoluzione normativa, soprattutto anche tenendo conto delle risultanze delle sentenze che mi sembra, tra l'altro, non siano particolarmente favorevoli alla controparte amministrativa e quindi forse è bene tenerne conto. Impegniamo l'Assessore competente a "presentare, entro novanta giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno, un disegno di legge in materia di limiti al prelievo idrico e di tutela dei corsi d'acqua, partendo da quanto già fatto in sede di presentazione del già citato disegno di legge 115, al fine di permettere alla competente Commissione consiliare di poter avviare le relative attività e audizioni sul tema".

Io non voglio caricare particolarmente di lavoro il collega Chatrian, che è bravissimo a gestire la Commissione e i tanti dossier che sono sul tavolo, però io penso che anche a fronte in particolare di quelle che sono state le sentenze che sono emerse, c'è la necessità di fare ordine, prima si fa ordine e meglio è. Sentiamo qual è la posizione del Governo.

Presidente - La parola all'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Il disegno di legge citato mirava a definire il quadro sanzionatorio correlato al superamento dei limiti di prelievo delle concessioni di acqua, la cui urgenza derivava dai provvedimenti sanzionatori che erano stati adottati in quegli anni e che recentemente sono stati risolti in sede di giudizio. Anche in relazione a questo, occorre valutare la questione nel suo complesso, valutando attentamente tutte le implicazioni in gioco, ambientali e di sfruttamento della risorsa idrica. I limiti di prelievo e le misure di tutela sono definiti in attuazione della direttiva quadro in materia di acqua a livello di Autorità di distretto del fiume Po e al cui rispetto richiamano le norme vigenti, quelle previste dal PTA. Come detto prima, è quindi questo lo strumento con cui andare a intervenire inizialmente e certamente poi eventualmente corredandolo da norme specifiche. Occorre quindi lavorare in un modo complessivo, stabilire nel complesso tutte le norme relative alla gestione delle acque, comprese le linee di tutela, quindi in relazione all'iniziativa si chiede il ritiro, altrimenti ci asterremo.

Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Abbiamo letto l'ordine del giorno presentato dal collega Aggravi, ascoltato la spiegazione e l'intervento anche dell'Assessore e noi riteniamo che sia un ordine del giorno condivisibile, perché questa richiesta, che è quella di arrivare a una legge in materia di limiti al prelievo idrico e di tutela dei corsi d'acqua, è importante e lo è soprattutto, ma non solo, per evitare degli abusi, secondo noi, relativi all'utilizzo idroelettrico. Sappiamo che ci sono delle sanzioni, che sono previste, eccetera, però sono delle sanzioni che ha poco senso pagare a posteriori quando invece ci possono essere delle regole chiare stabilite preventivamente, anche perché poi spesso sappiamo che queste sanzioni, per un motivo o per l'altro, non sempre vengono pagate e sappiamo che c'è un quantitativo incredibile di pendenze in questo senso.

Noi riteniamo anche che sia corretto partire da quel disegno di legge del 2017, che poi era stato in qualche modo abbandonato, su cui, per la parte che era di competenza dell'ambiente, nel periodo in cui sono rimasta in quell'Assessorato, avevamo avviato anche una riflessione perché c'è comunque una parte che riguarda anche le strutture e le competenze di quel Dipartimento.

Se non verrà ritirato l'ordine del giorno, lo voteremo.

Presidente - Altri? Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (RV) - Quest'ordine del giorno non lo ritiriamo. Io sono abbastanza stupito da una considerazione magari banale ma che in questo caso è sempre più strana. Se l'hanno fatto tutti o quasi tutti, perché noi non lo facciamo? Ma non perché dobbiamo seguire gli altri, perché mi sembra che sulla materia delle acque noi abbiamo qualche elemento in più anche già dalla fonte statutaria e forse anche qualche dovere in più vista l'importanza che le acque hanno per la nostra Regione.

Per una volta il passaggio - e me lo sono segnato perché lo condivido - che fa la collega Minelli, che non è notoriamente in linea su certi temi con il sottoscritto... però servono regole chiare e stabilite a priori, perché la parte sanzionatoria ha sempre un'alea che sappiamo come sta andando. Forse è meglio definire a priori determinate regole, almeno si può agire di conseguenza, soprattutto rispettare e magari portare a casa anche delle risorse che fanno sempre comodo.

Io non lo so se dietro a questa scelta, che, ripeto, trovo anche strana, perché io mi sarei aspettato piuttosto che dire non sono novanta giorni, che già è tanto quando una base di partenza è già scritta... un arco temporale un po' più ampio, mi sarei aspettato il fervore considerato che comunque l'obiettivo era quello di portare in Commissione un testo su cui poter lavorare e su cui giustamente poter fare delle valutazioni.

Faccio però una considerazione: ero disponibile a emendarlo, ma anche ci fosse l'impegno in questo caso di natura tra gentiluomini da parte del collega Chatrian, Presidente della III Commissione, io non lo ritirerei perché questo è un punto politico, abbiamo un problema e lo dobbiamo risolvere, come non lo so, andrà fatto in Commissione, ma oggi io non mi sento di ritirare quest'ordine del giorno.

Trovo molto strano che la maggioranza non colga l'occasione e temo che ci sia un filo rosso, magari un po' sbiadito, che tiene legato il povero Assessore all'ambiente, e me ne dispiaccio, perché so che è persona pratica con la quale si poteva condividere un percorso per una volta tutti dalla stessa parte, perché qua l'obiettivo, al di là di come la si pensi, è definire regole chiare che si possono applicare per evitare inutili contenziosi e inutili perdite di denaro da una parte e dall'altra.

Presidente - Consigliere Chatrian, a lei la parola.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Mi sembra che l'Assessore abbia risposto nel merito all'ordine del giorno del collega, proverò a far cambiare idea al collega Aggravi sapendo già che non ci riuscirò, però cercando di argomentare più che la proposta, il ragionamento che sta alla base.

Avremo modo, se non in questo mese, nel prossimo mese, di affrontare il PTA in III Commissione, avremo modo, insieme all'Assessore e ai suoi tecnici, di faire démarrer il PTA, quindi io utilizzo il termine che lei ha messo in evidenza prima: il fare ordine, che ci sia la possibilità su questa tematica di fare ordine all'interno del PTA e, se non è sufficiente all'interno del PTA, sul piano di natura più legislativa.

L'impegno da parte nostra è di creare tutte le condizioni affinché in Commissione ci sia la possibilità di affrontare tale tematica, è vero che le altre Regioni hanno già legiferato, noi avremo modo di non solo confrontarci ma entrare nel pieno della discussione sul PTA e, di conseguenza, cercare di fare ordine anche su questa tematica. L'impegno da parte nostra c'è e ci sarà nei tempi brevi, quindi non alle calende greche, ma, nel momento in cui affronteremo il PTA, ci sarà lo spazio con i tecnici e con l'Assessore competente di poter entrare a pieno titolo e anche a gamba tesa su questa tematica, sapendo però che una buona parte ci sarà probabilmente già all'interno del documento e, se non sarà sufficiente, come ha detto lei - e ribadisco quel concetto - cercheremo insieme se è possibile nell'affrontarlo di fare ordine e, di conseguenza, di "dare corsa" alle esigenze e soprattutto alle necessità.

Probabilmente non sono riuscito a farle cambiare magari idea sul piano operativo sul mantenere questo ordine del giorno, ma da parte nostra ci sarà l'impegno tutto sul piano politico nell'affrontare e nel prendere il toro per le corna.

Presidente - Metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 14

Favorevoli: 14

Astenuti: 21 (Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Ordine del giorno n. 3. Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (RV) - Era il febbraio del 2021 quando presentai un'interpellanza dal titolo: "Intendimenti in merito alla proposta di una norma di attuazione volta alla soppressione dalla bolletta elettrica della componente tariffaria a favore dello Stato". In realtà, il titolo si concentrava su un punto che non è l'elemento principale di quest'ordine del giorno, però l'ho voluto citare proprio per questo motivo: per dire che il cuore in realtà di quell'interpellanza e soprattutto quello che emerse in sede di risposta da parte dell'assessore Caveri fu una parte su cui riteniamo con quest'iniziativa di porre un'attenzione maggiore rispetto a quella che quotidianamente si dà.

È capitato un po' a tutti che sono intervenuti nella discussione generale del piano del PEAR comunque di riportare la fondamentale importanza che l'infrastruttura di trasporto e trasmissione dell'energia elettrica non solo ha oggi, ma avrà anche in prospettiva, perché, al di là degli interventi di efficientamento e di riduzione dei consumi, comunque ci saranno maggiori consumi, evoluzione dei voltaggi e quant'altro.

Nel corso di quella risposta - e quindi arriviamo all'argomento principale dell'ordine del giorno - giustamente l'assessore Caveri riportava i dettagli in particolare della scadenza che avrà la concessione relativa al trasporto e alla trasmissione dell'energia elettrica con una data che è quella del 31 dicembre 2030. Nella sua risposta esponeva appunto che la concessione vale in sessantanove comuni della regione, è stata rilasciata a titolo gratuito ai sensi di una legge del 1999 e poi ha avuto corso dal 2005. Come spesso capita però in Italia, la legge di riferimento, quindi in particolare il decreto legislativo 79/1999, prevedeva l'emissione di uno specifico regolamento che potesse andare a disciplinare poi quelle che sarebbero state le modalità in particolare di riassegnazione e di assegnazione delle concessioni.

Come succede nella storia italiana, a meno che magari nella risposta il Presidente avrà più elementi... io ho provato a fare una ricerca e, se non erro, questo regolamento dal febbraio 2021 ad oggi ancora non si è visto... giustamente già in quella sede si era valutata forse l'opportunità di considerare la possibilità anche di normare con una norma di attuazione questo specifico passaggio.

A fronte di questo e, ripeto, proprio sottolineando l'importanza che l'infrastruttura di trasmissione ha e avrà nei prossimi anni, anche a fronte di tutte quelle condizionalità in realtà che nelle valutazioni fatte all'interno del PEAR ci sono - e sono condizionalità legate in particolare allo stato e allo sviluppo dell'infrastruttura -, chiediamo di impegnare il Governo regionale, con il supporto delle strutture competenti, a "valutare la perseguibilità tecnica e giuridica per l'elaborazione di una bozza di norma di attuazione concernente le modalità di riassegnazione delle concessioni di distribuzione e misura dell'energia elettrica, da porre all'attenzione della Commissione paritetica; presentare all'attenzione delle Commissioni consiliari competenti il risultato della valutazione entro 60 giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno".

L'obiettivo non è tanto il rispetto delle date, ma che questa valutazione di perseguibilità si possa fare e capire se c'è lo spazio per poterci lavorare sopra.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Due brevi considerazioni in merito all'ordine del giorno che è stato presentato dal collega Aggravi.

Sicuramente DEVAL assolve a un'importante attività di distribuzione sul nostro territorio. Un territorio montano con difficoltà che altri gestori probabilmente non saprebbero gestire in maniera analoga alle prestazioni che DEVAL garantisce, non ultimo anche nella scorsa settimana con interventi molto puntuali, così come in altri frangenti quando si sono dimostrati efficienti ed efficaci. Questo quindi ci stimola e ci porta ad andare in continuità con quello che era stato espresso a suo tempo, nel 2021, dall'assessore Caveri in risposta all'interpellanza in merito alla scadenza e alle eventuali opportunità di sancire un rinnovo per il trasporto dell'energia elettrica; trasporto che peraltro assume rilevanza strategica anche all'interno di questo piano che stiamo per approvare oggi. È stato sottolineato dall'Assessore, ma anche da molti interventi che è solo tramite il potenziamento del trasporto energetico che si potranno garantire anche centri di ricarica importanti e fast che potranno evidentemente dare un impatto diverso anche alla mobilità elettrica nel prossimo futuro.

A fronte di queste valutazioni, ci siamo anche confrontati con il proponente e chiederemmo solo due emendamenti a quanto riportato: il primo nelle premesse al primo "Richiamati", proprio perché il titolo di quell'interpellanza così come è espresso è un po' fuorviante rispetto all'impegnativa declinata nella parte successiva e lo riportiamo quindi ai contenuti "di cui ai punti 1 e 2" dell'interpellanza 384/XVI, quindi quelli che parlavano esplicitamente di DEVAL e della possibilità o la valutazione in merito alla possibilità di avanzare una proposta di norma non paritetica. Mentre nell'impegnativa andremmo, per correttezza, a chiedere di eliminare la tempistica, prendendoci carico di portarlo in Commissione in tempi ragionevoli, quindi "presentare all'attenzione delle Commissioni consiliari competenti il risultato della valutazione del presente ordine del giorno" va bene. Così come ci siamo detti, se possono essere accolte queste due piccole variazioni, andremo ad approvarlo.

Presidente - Qualcuno vuole intervenire? La parola al consigliere Aggravi.

Aggravi (RV) - Per confermare l'accoglimento delle rettifiche, effettivamente io ho voluto sottolinearlo in apertura, è corretto concentrare sulle due domande che riguardavano il tema le premesse e poi, come ho già detto, non è tanto la tempistica che ci interessa ma il contenuto. Confermiamo quindi e ringraziamo.

Presidente - La parola alla consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Per dichiarazione di voto, per dire che voteremo questo ordine del giorno, anche se riteniamo che togliere una tempistica sia comunque un po' problematico visto e considerato che, per quanto riguarda norme di attuazione che dovevano essere redatte in tempi rapidi, aspettiamo da cinque anni e anche perché speriamo che quest'impegno, il voto a questo ordine del giorno in qualche maniera acceleri la ricostituzione della Paritetica che stiamo aspettando.

Presidente - Se non ci sono altri interventi, metto in votazione. Non ne vedo, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 35

L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.

Ordine del giorno n. 4. Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (RV) - Il penultimo, poi mi taccio nella presentazione, mi riservo di parlare nella trattazione degli altri ordini del giorno dei colleghi e anche degli emendamenti.

Il quarto ordine del giorno invece cerca di porre l'attenzione, insieme a quello successivo, su quello che è in realtà l'effetto successivo, o meglio, quello che bisognerebbe o si potrà fare dopo l'approvazione del piano dell'energia e ambiente per la Valle d'Aosta del 2030. Ovvero noi abbiamo tutta una serie di analisi, corrette e ineccepibili, fatte dai tecnici, abbiamo una parte invece più politica, cioè di indirizzo e di programmazione sulla quale poi tornerò in dichiarazione di voto, e abbiamo poi una parte che non si vede, mettiamola così, che riguarda come poi si intende perseguire questi obiettivi.

È ovvio che un piano così corposo che tocca tutto il novero degli stakeholder non può essere risolto o comunque determinato solo dall'azione dell'Ente pubblico, bensì anche dai comportamenti dei soggetti privati e anche da altri soggetti pubblici che non sono l'Amministrazione regionale, però ci sono una serie di misure che l'Amministrazione deve fare anche alla luce non soltanto del piano energetico ma anche dell'evoluzione sia dal punto di vista tecnologico, sia dal punto di vista degli incentivi e del supporto che viene dato magari da altri interventi che nel frattempo sono a disposizione, magari provenienti sia da fonte comunitaria che da fonte nazionale. Per questo motivo riportiamo anche nelle premesse una legge, che, tra l'altro, è stata oggetto ultimamente di evoluzione a sua volta sia in termini de minimis, sia in termini dei massimali a favore delle imprese, all'interno di questa legge, che è la legge 6/2003: "Interventi regionali per lo sviluppo delle imprese industriali e artigiane", vero è che all'articolo 17 del Capo III, e lo riportiamo nelle premesse, vi è tra le iniziative finanziabili la definizione dell'adozione di misure per l'uso razionale dell'energia.

Quello che però vorremmo rafforzare con quest'ordine del giorno, tenuto anche conto che i principali documenti non soltanto di programmazione di bilancio ma in ottica autorizzatoria, e parliamo del rendiconto, il suo assestamento e poi del bilancio di previsione, sono alle porte o comunque in vista... chiederemmo l'impegno all'Assessore allo sviluppo economico, con il supporto delle strutture regionali competenti - che non sono soltanto quelle che si occupano di energia ma anche quelle relativamente allo sviluppo economico -, "a elaborare una modifica della legge 6 al fine di creare al suo interno un capo dedicato al sostegno di iniziative nell'ambito dell'efficienza energetica e della produzione di energia da fonte rinnovabile in favore delle imprese valdostane, da sottoporre all'attenzione delle competenti Commissioni consiliari entro la fine del mese di settembre". Il mese di settembre non è una scadenza messa a caso ma ovviamente noi guardiamo più che al rendiconto e all'assestamento, al bilancio di previsione, considerato anche che un'eventuale revisione o comunque analisi di una legge complessa come la 6/2003 non si può sicuramente fare a cuore leggero.

In particolare vorrei sottolineare un passaggio, su tutta una serie di ambiti, in particolare il famigerato ormai Superbonus o Ultrabonus del 110% aveva un determinato obiettivo e un determinato perimetro di riferimento... su tutto quello che riguarda le attività produttive in generale, quindi il settore più industriale o artigiano, c'è da fare e bisogna cercare di contemperare quello che ad oggi non è magari sostenuto o non è alla portata anche di realtà che sono micro o piccole. Ieri ho partecipato, e c'era anche l'Assessore, a un interessante convegno promosso dalla Chambre sugli investimenti delle aziende, noi consideriamo gli investimenti sempre in ottica di sviluppo, di accrescimento dei mercati, ma quelli che sono forse addirittura più importanti - e lo dico soprattutto a livello della parte alta del conto economico - è quello che mi riduce i costi, aumenta l'efficienza e mi permette di risparmiare in termini non soltanto di costo dell'energia, ma banalmente di tutto quello che può essere migliorato in termini di consumi e all'interno anche di efficientamento del ciclo di produzione, anche se magari sono una micro impresa, perché comunque sia, anche e soprattutto la micro impresa ha anche una potenza di fuoco - direbbe qualcuno - in termini di investimenti minore rispetto a grandi aziende. Ci sono - e ne abbiamo anche parlato nel corso dello scorso Consiglio - investimenti importanti che una grande realtà produttiva qua vicino intende fare per evolvere il suo vettore energetico di riferimento per una parte della produzione, la piccola falegnameria o la piccola attività produttiva ha sicuramente meno possibilità e meno potenzialità. Proprio verso queste aziende pensiamo che si debba concentrare maggiormente l'aiuto o comunque il sostegno da parte dell'Ente regionale e non soltanto.

Presidente - La parola all'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Condividiamo l'obiettivo ed è il lavoro che la struttura sta già facendo sulla base di indicazioni date per arrivare a una revisione completa della legge 6, che abbiamo recentemente modificato per quanto riguarda i tetti dei contributi in quanto c'è stata una modifica del regolamento de minimis aiuti di Stato, però l'obiettivo è di arrivare a una revisione completa della legge. Da un lato, quindi vi chiederemmo di ritirare l'impegno oppure noi ci asterremo proprio perché il lavoro si sta facendo; dall'altra parte, in questo momento le imprese possono ottenere per gli investimenti nell'ambito dell'efficienza energetica dei finanziamenti a tasso agevolato, non a fondo perduto, quindi nella fase di revisione della legge bisognerà cercare di capire a come arrivare a quest'obiettivo; dall'altra parte, come anticipato nel precedente intervento, ci sarà l'obiettivo di arrivare per l'autunno-inverno 2024-2025 a un bando sul FESR sui fondi strutturali, che prevederà proprio dei contributi per l'efficientamento delle imprese valdostane.

Informo anche che, nell'attività più politica di coordinamento delle attività sullo sviluppo di iniziative che portino le imprese a ragionare anche in ambito di efficientamento energetico, si è aperto un tavolo parallelo tra la Chambre e la CVA per una valutazione dell'attuale situazione di ogni associazione di categoria, in particolare l'ADAVA è stata l'associazione che più ha già lavorato sul tema, ma tutte le altre si sono impegnate, quindi direi che possiamo sottolineare positivamente che c'è grande attenzione da parte anche del mondo delle imprese sul lavoro che stiamo facendo. Il piano energetico ci aiuterà a dare in questo senso ulteriori indirizzi e giustamente andare a modificare anche un po' la nostra legislazione, anche perché ce lo chiede in questo caso l'Unione europea attraverso le sue direttive, attraverso una visione che viene data anche al sistema di finanziamento degli investimenti delle imprese.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (RV) - Sicuramente - sottolineo ancora - considerato non soltanto quello che oggi è già previsto dalla legge, ma anche alcuni obiettivi e delle necessità anche di fare delle valutazioni e delle scelte rispetto ad altri tipi di aiuto che già si indirizzano nei confronti di determinate imprese e quindi ci vuole del tempo... l'obiettivo principale era portare all'attenzione dell'Aula la necessità che, al di là di quello che è oggi il punto iscritto all'ordine del giorno, ci sia un lavoro soprattutto operativo, pratico e funzionale alla fissazione di determinati obiettivi, quindi, per quello che ci riguarda, io ritiro l'ordine del giorno. Ci riserviamo ovviamente di valutare poi in sede a questo punto io penso di Commissione, perché arriverà comunque una modifica o una revisione di legge, quindi magari anche avere ulteriori elementi rispetto a un lavoro di analisi che mi auguro possa poi essere condiviso anche con le Commissioni al di là del singolo intervento.

Presidente - L'ordine del giorno n. 4 è stato ritirato.

Il Consiglio prende atto del ritiro.

Ordine del giorno n. 5. Consigliere Aggravi, a lei la parola.

Aggravi (RV) - Come dicevo nella presentazione dell'ordine del giorno precedente, questi due ordini del giorno hanno un obiettivo che non è tanto tangente o collegato ad alcuni argomenti del piano, ma in realtà riguardano soprattutto il dopo, il che cosa fare.

Noi oggi abbiamo, in realtà se ne è parlato anche in discussione generale, ma vorrei ricordare quello che c'è sul tavolo, nel senso che, per quello che riguarda in particolare il tema delle comunità energetiche e diciamo anche dell'autoconsumo e autoproduzione di energia, ci sono due testi di legge: uno è il disegno di legge 74, presentato dalla Giunta regionale il 14 luglio del 2022 e l'altro è la proposta di legge 94 del 1° marzo 2023 presentato dalle colleghe del Progetto Civico Progressista. Sappiamo che questi due testi di legge hanno poi avuto una sorta di sospensione anche considerando delle variabili che non sono nelle nostre disponibilità, perché soprattutto sulle comunità energetiche ma in generale su tutte le tipologie di autoconsumo si era in attesa di importanti riferimenti normativi, in particolare richiamiamo nell'ambito delle premesse dell'ordine del giorno il decreto del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica del 7 dicembre 2023, il 414, il decreto CACER, in particolare il testo integrato per l'autoconsumo diffuso, allegato a una delibera dell'ARERA, che riconosce sette differenti tipi di configurazioni possibili per l'autoconsumo diffuso: i gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, i gruppi di clienti attivi che agiscono collettivamente, le comunità energetiche rinnovabili, le comunità energetiche dei cittadini, l'autoconsumatore individuale, il cliente attivo a distanza e l'autoconsumatore individuale di energia rinnovabile a distanza ma con linea diretta, invece quello precedente era con rete distribuzione. C'è quindi più di una tipologia di configurazione possibile. In particolare è uscito il 4 marzo su "Il Sole 24 Ore", che, oltre che un quotidiano, è una fonte più che autorevole in tal senso, un articolo dal titolo: "Comunità energetiche per gli impianti e la prova di transizione". È interessante perché nell'articolo, fonte GSE, si citava un dato, ovvero il fatto che oggi le configurazioni incentivate sono 126, di cui 90 gruppi di autoconsumatori, e sono principalmente condomini residenziali, e 36 le comunità energetiche rinnovabili, quasi tutte costituite come associazioni non riconosciute. Peraltro nell'articolo c'è un passaggio interessante che riguarda il tema della forma giuridica e, se non erro, già questa mattina se ne è parlato.

Quello che noi con quest'ordine del giorno vorremmo presentare e vorremmo stimolare soprattutto è il fatto che non ci si colleghi soltanto a una tipologia di forma di autoconsumo diffuso, vero è che solo alcune di queste beneficiano della tariffa incentivante, come anche delle misure PNRR, sappiamo che possono accedervi le CER e i gruppi di autoconsumatori, ma vorremmo che un principio fosse chiaro - e lo abbiamo anche scritto nelle premesse -: che ci sia la libera scelta da parte dei soggetti di poter scegliere la via migliore nella quale indirizzare non soltanto una scelta ma anche il relativo investimento. Riteniamo che, al di là di tutto, la libera impresa, la libera iniziativa dei soggetti privati, e anche non, sia fondamentale, tenuto anche conto - e mi riallaccio a un passaggio che ho fatto questa mattina in discussione generale - della convenienza, che non è una brutta parola, sia in termini economici, ma poi sono sempre termini economici anche dell'investimento fatto, al di là delle forme incentivanti, perché poi sappiamo che in alcuni casi la convenienza non si può legare soltanto alla percezione degli incentivi. Vorremmo quindi che si lasciasse completamente nelle disponibilità dei soggetti interessati, ma anche non, la possibilità di scegliere la forma di autoconsumo e di autoproduzione che, secondo loro, è quella migliore, considerando anche - e non riporto altri riferimenti - il discorso dei gruppi di autoconsumo e quindi la possibilità anche soprattutto per la parte residenziale - che spesso e volentieri abbiamo citato anche come uno dei soggetti che maggiormente saranno interessati anche da importanti investimenti successivi - di fare le scelte.

Vorremmo impegnare l'Assessore allo sviluppo economico, con il supporto delle strutture regionali competenti, "a porre all'attenzione della Commissione competente in materia un nuovo testo di legge che, tenendo conto di quanto già previsto in quelli depositati e richiamati in premessa, consideri tutte le configurazioni possibili per l'autoconsumo diffuso al fine di non limitare le possibili opportunità di realizzazione di impianti da fonte rinnovabile in linea con gli obiettivi del PEAR".

Vero è - lo anticipo già ma l'Assessore poi me lo confermerà - che c'è stata giustamente un'interlocuzione e, come ho detto prima, non sarà possibile per tutte le forme prevedere le stesse tipologie di incentivazione, di supporto o quant'altro, ma vorremmo che si lasciasse - e per quello noi chiediamo che ci sia un supporto che non sia soltanto di natura politica ma in particolare tecnica per capire quali altre forme e altre tipologie possano essere effettivamente citate all'interno di quest'eventuale testo che parta dal lavoro che ha fatto sia la Giunta regionale con il 74, sia le colleghe di PCP con la proposta di legge 94 - la libertà e soprattutto individuare anche altre forme, perché, ripeto, per noi è fondamentale che non ci siano forme coercitive anche dal punto di vista economico nelle scelte da operare.

Presidente - Per il Governo, la parola all'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Condividiamo lo spirito e anche i contenuti e l'impegno di quest'iniziativa, proporrò un piccolissimo emendamento, ma più che altro perché vorremmo lavorare in maniera molto trasparente rispetto all'obiettivo finale.

Nell'impegno io le chiederei, dopo la parola "consideri" e prima delle parole "tutte le configurazioni possibili" le seguenti parole: "ai sensi della normativa vigente" e per il resto il testo va bene. La cosa più importante è integrare tutte queste forme di autoconsumo, in particolare per un'azione di sensibilizzazione e di divulgazione, perché questa è la prima grande iniziativa che dovremo mettere in campo in generale per tutte le politiche che andranno a produrre un'azione migliorativa rispetto ai temi del contenimento dei costi energetici della produzione di nuova energia rinnovabile.

Per quanto riguarda invece l'impegno sull'eventuale utilizzo di finanziamenti, ci riserviamo nell'elaborazione finale del testo di legge che nell'obiettivo comune, almeno nell'indirizzo che è stato dato da quest'Aula, cercheremo di portare con il sostegno di tutti i gruppi alla discussione del Consiglio nel mese di aprile, perché, come ci siamo detti, ci sono oggi quasi tutte le informazioni per poter concludere almeno la fase di approvazione di un testo di legge a livello regionale.

Con questo piccolo emendamento quindi voteremo a favore dell'ordine del giorno e ci impegneremo a produrre nel testo di legge, che porteremo in Giunta al più presto, anche queste disposizioni.

Presidente - Consigliere Aggravi, a lei la parola.

Aggravi (RV) - Come anticipato anche nella presentazione, accettiamo l'emendamento che condividiamo pienamente perché effettivamente c'è la necessità di fare una completa analisi su quello che è perseguibile anche a fronte della normativa, che è corposa e complessa.

Presidente - Se non ci sono altri interventi, metto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 35

L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.

Ordine del giorno n. 6. Ha chiesto la parola il consigliere Lucianaz, ne ha facoltà.

Lucianaz (RV) - Questo è l'ultimo dei nostri ordini del giorno. PEAR significa Piano Energetico Ambientale e mi voglio concentrare sull'ambientale, visto che di energetico abbiamo parlato parecchio oggi.

Quando si parla di elettrodotti, si parla di esternalità negative, che è uno dei concetti importanti in microeconomia: per "esternalità negative" si intendono tutta quella serie di elementi che in qualche modo vanno a interferire con le attività adiacenti. Quest'iniziativa è partita proprio da un'interpellanza sul Superphénix quando l'assessore Sapinet giustamente mi ha risposto che avremmo fatto approfondimenti. In Commissione abbiamo avuto modo di approfondire con il Dirigente competente e appunto era emersa la possibilità di avere un incontro con i vertici di Terna proprio per affrontare queste tematiche. In particolare faccio un'elencazione breve: le forti ricadute ambientali di un elettrodotto, sicuramente il 380, Superphénix è quello più importante, però anche i 220 non scherzano. Parlo di rischio elettrosmog nelle zone antropizzate e quest'iniziativa la dedico a Rosemary Cout e a Renzo Praduroux, che credo da 25 anni si battono perché il loro domicilio non sia un coacervo di cavi. Il famoso palo della cuccagna, vero?

(intervento di un Consigliere, fuori microfono)

...di Priod, ma non basta, c'è il tracciato che è previsto, le varianti di tracciato di cui non sono a conoscenza neppure i Comuni, parlo di energia elettrica che la Terna intende produrre e potenziare sulle linee ma con tralicci che vengono spostati, a detta dei titolari, dei proprietari dei terreni, in modo improprio, addirittura a volte a ridosso degli edifici. È emblematico il caso di Chevrot dove la linea passa a poca distanza dal parco giochi della scuola e dell'edificio scolastico, parlo delle ripercussioni sulla pianificazione urbanistica del territorio, gravato dalla fascia di rispetto di questi elettrodotti, parlo di terreni edificabili su cui i proprietari sono tenuti a versare l'IMU senza poter edificare, insomma, tutta una serie di problematiche che i Valdostani a casa loro devono subire.

Il protocollo d'intesa tra RAVA e Terna stipulato nel 2009 per l'applicazione della Valutazione Ambientale Strategica, la famosa VAS del piano di sviluppo 2011, prevedeva appunto un tavolo di concertazione tra Terna e gli Enti Locali, l'identificazione di corridoi e fasce di fattibilità di tracciato, erano previste cartografie e in alcuni casi si sono realizzate, ci risulta che sarà proprio il tema di un'iniziativa che discuteremo domani tramite un'interrogazione e queste linee non sono state terminate per vari problemi. Mi riferisco anche alla necessità di potenziare queste linee, c'è stata una richiesta da parte di alcuni enti di interrarle, sul 132 sembrava praticabile, ora non abbiamo notizie se quest'intenzione è ancora valida.

Termino dicendo che vorremmo impegnare il Governo regionale a intavolare un incontro con i vertici di Terna tramite la III Commissione, con la possibilità di sentire anche le problematiche sul territorio. Noi abbiamo diverse segnalazioni sul territorio, è stata fatta una raccolta firme importante in tre comuni sottostanti la linea Villeneuve/Châtillon e, ripeto, c'è la necessità di valutare i contesti fortemente antropizzati, il forte impatto ambientale di queste opere, soprattutto in un periodo adesso dove la creazione di numerose aree protette di valore naturalistico e i siti storico-archeologici hanno la loro importanza e avremmo piacere che questo impegno il Governo se lo prendesse tutto con una certa urgenza considerata la disponibilità del Dirigente e dell'Assessore di incontrare Terna.

Presidente - Per il Governo, la parola all'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Grazie collega. In realtà, l'impegno era riferito ovviamente anche al Presidente della III Commissione con il quale ci siamo ovviamente confrontati, ma con il quale in precedenza si è parlato di come i dossier siano tanti, ma il lavoro viene portato avanti con costanza, determinazione e con confronti comunque sempre interessanti e positivi. Su questa tematica avevamo già dibattuto in un'iniziativa del collega Lucianaz legata appunto alla linea Superphénix sulla quale ci eravamo impegnati a interloquire con Terna e a organizzare una seduta di Commissione. Nella penultima seduta di Commissione che ci ha visto infatti al tavolo al confronto sui vari dossier doveva essere presente anche Terna, che poi nei giorni precedenti ha dovuto disdire l'impegno. L'interlocuzione con Terna e la collaborazione deve avvenire comunque con alcune settimane di preavviso, quello che, di fatto, stiamo facendo.

Come dicevo, c'è assolutamente la disponibilità ma è un qualcosa che già stiamo portando avanti, in particolar modo con la struttura interessata, Valutazioni, autorizzazioni ambientali e qualità dell'aria, in particolare con la collaborazione del dottor Bagnod, pertanto, essendo un qualcosa che già stiamo portando avanti e che a breve arriverà in Commissione, chiederei il ritiro dell'iniziativa, altrimenti ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Lucianaz, ne ha facoltà.

Lucianaz (RV) - Se il Presidente di III Commissione, come è sua prassi, si prende l'impegno di organizzare in tempi brevi quest'incontro, naturalmente con i tempi di Terna, ricordo che Terna nel 2018 è stata sollecitata dal Governo Spelgatti, assessore Gerandin, a confrontarsi su queste tematiche, era il 2018, quindi immagino che i tempi di Terna sono abbastanza lunghi... però attendo un impegno formale del Presidente di Commissione su questo tema e poi ritirerò ben volentieri l'ordine del giorno.

Presidente - La parola al consigliere Chatrian.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Per quanto ci riguarda, cerchiamo di calendarizzare con i vertici Terna, ci va penso un preavviso forse di tre settimane dato che vorranno essere presenti fisicamente, quindi nei tempi e nei modi, di concerto con l'Assessore, decidiamo la prossima settimana, quando avremo modo di calendarizzare i prossimi incontri, ci diamo delle priorità visto e considerato che ci siamo presi diversi impegni, magari questo potrebbe già essere calendarizzato per fine marzo o la prima settimana di aprile dopo Pasqua, così almeno i dirigenti e l'Assessore si fissano la data così abbiamo modo di poter entrare nel merito anche di questa tematica.

Oltretutto il collega Lucianaz aveva già anticipato una parte di questa discussione in III Commissione con il dirigente Bagnod, quindi sono a disposizione per organizzare il tutto.

Presidente - Consigliere Lucianaz, a lei la parola.

Lucianaz (RV) - Allora terminiamo qui la disfida, memore delle problematiche nelle Commissioni V e I ogni tanto mi faccio vivo, so che lei è più puntuale per questi impegni, quindi ritiriamo l'ordine del giorno.

Presidente - L'ordine del giorno è ritirato.

Il Consiglio prende atto del ritiro.

Ordine del giorno n. 1 della Lega. Consigliere Distort, a lei la parola.

Distort (LEGA VDA) - Quest'ordine del giorno ha per titolo: "Risparmio energetico in ambito di illuminazione pubblica". È un tema che voi mi avete già sentito esporre in Consiglio, è un tema che quindi è già approdato, però repetita iuvant, oppure potremmo anche dire gutta cavat lapidem, quindi a forza di determinazione noi comunque non retrocediamo di fronte a quest'iniziativa che crediamo nostra, perché riteniamo che il territorio, per quanto rispetto ad altri territori di altre Regioni, non raggiunga i livelli di percentuale di illuminazione raggiunti appunto da altre Regioni, quindi la Valle d'Aosta in qualche modo si colloca in una sorta di fascia cosiddetta "virtuosa", tuttavia siamo perfettamente convinti che il territorio sia iper illuminato. Iper illuminato vuol dire che c'è un consumo di energia elettrica per sostenere il consumo di tutte le linee di illuminazione sul territorio, iper illuminato anche dal punto di vista della qualità dei corpi illuminanti ma anche nel caso in cui si utilizzi una tecnologia a basso consumo, una tecnologia led, in ogni caso l'intensità luminosa noi la riteniamo esagerata.

Ribadiamo il fatto che pensare di poter vedere dove mettere i piedi, di vedere che cosa c'è nelle immediate circostanze è un approccio di illuminazione del territorio che ha un senso e pensare di poterci trovare all'una di notte a leggere il giornale in un territorio illuminato artificialmente con illuminazione pubblica invece non ha senso, ed è invece quello che succede. Allora con l'approvazione del piano energetico regionale si indica come priorità la riduzione dei consumi energetici a livello regionale. Noi ci mettiamo esattamente in questa linea, rilevato il fatto che un'indagine effettuata da Legambiente, riferita al 2017 - quindi probabilmente quando non erano ancora in atto tutta una serie di dotazioni a basso consumo dei corpi illuminanti - riferiva un dato impressionante: un consumo di energia elettrica nel territorio valdostano per la pubblica illuminazione del territorio pari a 199 kilowatt/anno per abitante, vuol dire che moltiplicato per abitanti, arriviamo a 12.500 gigawatt, per capirci meglio 12 milioni e mezzo di kilowatt/ore, consumati annualmente per l'illuminazione pubblica. Questo è un dato di cui innanzitutto prendiamo atto, riportato da Legambiente, non abbiamo prove e non abbiamo effettuato delle prove per valutare l'attendibilità di questo dato, ma in ogni caso è comprensibile il fatto che ci sia un consumo di energia elettrica non indifferente.

Ribadisco: anche nel caso di utilizzo di sostituzione dei corpi illuminanti a fluorescenza, a vapori, comunque con tecnologie a basso consumo, a led, in ogni caso riteniamo non giustificata l'iper illuminazione del territorio. Riteniamo quindi che questa iper illuminazione del territorio che noi segnaliamo potrebbe essere in qualche modo regolamentata, razionalizzata attraverso innanzitutto una regolazione di periodi di funzionamento. Noi sappiamo che le linee sono alimentate chiaramente da interruttori crepuscolari e queste linee, così come sono messe in accensione e spegnimento attraverso interruttori crepuscolari, possono anche essere dotate di interruttori temporizzati e quindi poter selezionare delle fasce temporali in cui magari nelle ore notturne, profonde, dove l'utilizzo dello spazio pubblico diminuisce dal punto di vista delle utenze, delle percorrenze pedonali soprattutto... perché per le percorrenze in automobile, considerato che ogni automobile è dotata di fari, potrebbe essere addirittura trascurabile l'illuminazione nelle ore notturne.

Siamo perfettamente a conoscenza che esistono delle norme, ma siamo anche a conoscenza che le norme - e ve lo posso dire anche dal punto di vista professionale -, quando fissano dei minimi, il decisore progettista o committente che sia tende a esagerare, a stare sopra a questi minimi per una sorta di margine di sicurezza o, come viene detto in ambito accademico, margine di insicurezza, cioè quando non sei sicuro di quello che fai, tendi a esagerare, così almeno ti metti in una situazione di comfort, di sicurezza, o agli effetti di periodi di funzionamento, quindi regolamento dei periodi di funzionamento dell'illuminazione pubblica, oppure anche a fianco agli effetti dell'intensità luminosa. Sono questi i due parametri che potrebbero essere messi in atto per una razionalizzazione della funzione dell'illuminazione pubblica e, di conseguenza, dei relativi consumi. Tutto questo anche per dimostrare un ruolo di esempio che la Pubblica Amministrazione deve per forza di cose svolgere, una sorta di vocazione a cui la Pubblica Amministrazione è chiamata, cioè essere un'avanguardia per soluzioni virtuose orientate in questo caso dal contenimento dei consumi nell'ottica del contrasto allo spreco e comunque in linea con gli obiettivi di PEAR.

Con tutto questo premesso, l'impegnativa di quest'ordine del giorno recita: "il Consiglio regionale impegna il Governo della Regione in linea agli obiettivi del piano energetico ambientale regionale, ad accogliere la presente sollecitazione - quindi vedete che non vi mettiamo con le spalle al muro impegnandovi in qualcosa che vi lega mani e piedi - finalizzata ad avviare un'attività di sensibilizzazione e di dialogo con gli Enti locali e con realtà pubbliche in genere, per attivare una rapida riduzione dei tempi di esercizio dei sistemi di illuminazione pubblica, nonché avviare i necessari approfondimenti tecnici e normativi che consentano la riduzione dell'intensità luminosa dei corpi illuminanti di pubblica illuminazione presenti sul territorio". In particolare, per quanto riguarda questo concetto di ridurre l'intensità luminosa, noi sappiamo che l'intensità luminosa è ovviamente legata e proporzionale al consumo benché con le tecnologie led si possano ottenere delle situazioni assolutamente performanti, tuttavia comunque c'è una relazione diretta tra l'intensità luminosa e il consumo di energia.

C'è però un altro elemento fondamentale che si chiama paesaggio, quello di cui ho accennato nell'intervento generale sul PEAR. Noi immaginiamo cosa vuol dire un paesaggio notturno del nostro territorio con una luce soffusa. Avremmo la possibilità di migliorare la percezione del nostro territorio. Siccome noi siamo una Regione a vocazione turistica, il miglioramento qualitativo della percezione del territorio incide immediatamente sulle dinamiche economiche dell'elemento trainante della nostra economia, cioè il turismo.

Presidente - Per il Governo, la parola all'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Collega Distort, noi ci asterremo su quest'iniziativa perché riteniamo che gli Enti locali abbiano fatto in questi anni, soprattutto in quest'ambito, grandi passi in avanti. Abbiamo visto cambiare proprio il modo di amministrare i nostri Comuni nel tempo, una volta si chiedevano i grandi fari nelle piazze per illuminare il più possibile e sparare la luce per aria, oggi c'è un'attenzione alla progettazione dei nuovi impianti e sui vecchi impianti un'attenzione alla regolazione degli stessi sempre maggiore. Sicuramente anche gli Enti locali sono al lavoro per fare sempre meglio e l'obiettivo è fare sempre meglio tutti insieme, perché credo che da un lato c'è bisogno di una buona illuminazione pubblica per contenere anche tutti quegli aspetti legati agli atti di vandalismo, ai furti, a quelle situazioni che nei Paesi e nella città possono mettere in condizione di non avere tutti quei servizi anche di sicurezza che sono necessari, però - ripeto -, a nome della maggioranza, quello che rileviamo è una grande attenzione, investimenti al riguardo e anche investimenti per guardare a una nuova visione del sistema di illuminazione che risponde pienamente a quello che lei dice, perché un'illuminazione che sa inserirsi nel paesaggio diventa qualche cosa anche di bello da vedere, di bello da apprezzare e rende anche più apprezzabile tutti i nostri borghi e i nostri bei Paesi.

Sicuramente gli Enti locali possono fare ancora di più, come possiamo fare di più tutti quanti, però noi riteniamo che un impegno così importante non valuta con attenzione e con positività tutto quello che è già stato fatto e quello che si sta ancora facendo. Ci asteniamo quindi, come voi continueremo a stimolare, l'approvazione del piano energetico sicuramente darà un ulteriore impulso a ragionare in questi termini.

Presidente - La parola al consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Grazie Assessore anche per la sincerità con cui si esprime per quanto i contenuti del suo intervento vadano a disinnescare il nostro sforzo di suggerimento.

A scanso di equivoci, dichiaro che concordo pienamente sui passi avanti compiuti dalle Amministrazioni locali, concordo come ognuno di noi... sono un cittadino del territorio, osservo il territorio, quindi mi accorgo dei passi avanti che sono stati compiuti non solo dal punto di vista dell'efficientamento energetico, ma anche della qualità dell'illuminazione, però questi passi avanti sono stati compiuti grazie all'attività degli Enti locali, grazie alla sensibilità di tanti amministratori, grazie a un'azione congiunta virtuosa con professionisti all'altezza del tema di illuminotecnica, che è uno dei temi più difficili, insieme all'acustica, da gestire nell'ambito della progettazione di settore. Tuttavia il nostro pensiero non voleva minimamente sminuire quest'attività dei Comuni, ma voleva dichiarare... dal punto di vista delle scelte del PEAR, siccome vengono declinate nelle centinaia di pagine tutta una serie di indirizzi, di obiettivi, di meccanismi che si mettono in atto, di richiami, il pensare di poter andare a disciplinare o comunque un richiamare in quest'ottica obiettivi di riduzione dei consumi sull'energia elettrica e un richiamo anche alla qualità degli effetti illuminotecnici significa dichiarare la vicinanza del Governo regionale agli Enti locali.

Lei ha dichiarato una sorta di complimento svolto nei confronti degli Enti locali, e questo sicuramente sarà gradito, però altra cosa è dichiarare il fatto che l'Amministrazione regionale si rende disponibile. Poi il come, i dettagli, potrebbe essere anche attraverso forme di indicazioni dal punto di vista delle soluzioni progettuali, dal punto di vista delle coperture finanziarie, sono diverse le azioni che può svolgere un'Amministrazione regionale nei confronti degli Enti locali. Questo è lo spirito con cui noi volevamo sollecitarvi, prendiamo atto della vostra astensione, noi comunque porteremo al voto l'ordine del giorno perché se crediamo in quello che facciamo, dobbiamo avere la forza di andare fino in fondo.

Presidente - Altri? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 16

Favorevoli: 16

Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.

Ordine del giorno n. 2, sempre della Lega. Consigliera Foudraz, a lei la parola.

Foudraz (LEGA VDA) - Il piano energetico ambientale regionale, che è approdato oggi in aula e di cui abbiamo parlato praticamente da stamattina alle ore 09:30, è arrivato dopo un lungo percorso. Questo è uno di quei piani che rientrano in quei piani che possono avere delle ricadute significative sull'ambiente e sul patrimonio culturale, come già accennava questa mattina l'assessore Bertschy, ma anche a livello produttivo ed edilizio e in genere ha anche effetti sulle varie attività sociali ed economiche della comunità valdostana e che possono essere funzionali al perseguimento della sostenibilità ambientale, valutando dunque gli effetti significativi che le azioni messe in campo che sono contenute al suo interno potrebbero avere appunto in primis sull'ambiente e poi, di riflesso, sull'uomo e su tutto l'aspetto del patrimonio paesaggistico, con la finalità quindi di promuovere eventuali misure di mitigazione se fosse necessario. Tra le varie azioni indicate nel piano che possono incidere sulla riduzione dei consumi che provengono dalla parte fossile ricadono tutti quegli interventi che porterebbero a un decremento dei consumi di gasolio e di GPL, andando nella direzione di importanti riqualificazioni degli edifici più energivori, soprattutto nel settore residenziale, riqualificazioni non solo strutturali, ma anche a livello impiantistico, quindi con sostituzione di caldaie che sono attualmente alimentate a gasolio o a GPL.

Durante le audizioni che abbiamo avuto in Commissione consiliare, abbiamo appreso che il trend delle emissioni di anidride carbonica equivalente in Valle d'Aosta prodotti dagli edifici residenziali si è ridotto purtroppo solo del 6% dal 2009 al 2022 e che quindi tale settore che risulta maggiormente responsabile delle emissioni nell'aria, a fronte di riduzioni marginali, continua comunque a generare un significativo impatto a livello ambientale. Per poter attuare delle politiche corrette e trovare strumenti normativi che facilitino il raggiungimento di interventi di miglioria sugli edifici esistenti, si ravvisa dunque la necessità di conoscere nello specifico quanti siano sul territorio della nostra Regione sia i fabbricati pubblici che quelli privati che sono maggiormente energivori, andando a costruire una sorta di piano di priorità attraverso l'attività di censimento per categoria energetica di appartenenza di questi edifici. Non dovrebbe essere un impegno troppo gravoso poiché esiste già un catasto energetico regionale in cui confluiscono i dati di prestazione energetica degli edifici, a cui però accedono solo i tecnici del settore e i manutentori degli impianti.

Per quanto ho appena esposto, con questo ordine del giorno il Consiglio regionale impegna l'Assessore competente a produrre all'apposita Commissione consiliare in tempi ragionevolmente congrui un censimento dei fabbricati pubblici e privati presenti sul territorio regionale, suddivisi per comune e per classi energetiche; tutto questo poiché sarebbe utile al fine di poter valutare possibili future programmazioni operative, normative e finanziarie, a integrazione di quelle che sono già esistenti, a supporto dell'attività che l'Amministrazione regionale potrebbe mettere a disposizione per i fabbricati sia residenziali che pubblici che rientrano nelle categorie appunto maggiormente energivore e maggiormente inquinanti, con conseguenti effetti ambientali importanti.

Presidente - La parola all'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Noi proponiamo un emendamento, questo è un ordine del giorno che invita a lavorare insieme su questi temi, quindi non avrebbe senso da parte nostra a livello politico non accettarlo, però nell'impegno si parla di un censimento di fabbricati pubblici e privati, quindi un ulteriore onere. Esiste già il catasto degli attestati di prestazione energetica, il catasto di impianti termici che viene popolato e implementato ai sensi di normative vigenti. Quello che noi vi vorremmo proporre nell'impegno è di dire: "Invita l'Assessore competente a relazionare nell'apposita Commissione consiliare - credo la III per la gioia del Presidente della III Commissione, ma magari le Commissioni III e IV insieme - in tempi ragionevolmente congrui sulla base dei dati disponibili", nel senso che accettiamo di impegnarci in questa direzione ma senza andare a produrre e a fare ulteriori censimenti. Interveniamo e vi porteremo la relazione sulle cose che sono già a nostra disposizione.

Presidente - Consigliera Foudraz, a lei la parola.

Foudraz (LEGA VDA) - Ringrazio l'Assessore e sono soddisfatta. Accogliamo quindi favorevolmente le modifiche proposte da lei, dal Governo, poiché riteniamo che sia assolutamente utile al fine di una programmazione, di una corretta azione politica, avere la contezza dei dati, perché appunto, essendo a conoscenza di questi dati, si può procedere quindi in una maniera efficace con eventuali predisposizioni e attuazioni di misure di intervento mirate.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, metto in votazione. Non vedo prenotazioni, la votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 35

L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.

Ordine del giorno n. 3 della Lega. Ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Quest'ordine del giorno porta come titolo: "Piattaforma logistica per il trasporto delle merci", cioè una sfida che noi riconosciamo assolutamente impegnativa, di concepimento, di creazione di un progetto volto alla costruzione di una piattaforma logistica per ottimizzare il trasporto di merci sul territorio valdostano. Sfida assolutamente impegnativa ma non per questo sarebbe giustificato lo scoraggiamento. Allora ecco che, con tutta franchezza, l'attività e l'azione dell'opposizione e del nostro gruppo consiliare attraverso quest'ordine del giorno vuole essere un impulso motivazionale per accettare questa sfida. Noi sappiamo che il PEAR ha come obiettivo principale la riduzione dei consumi energetici a livello regionale e quindi ecco che in linea noi riteniamo che l'ambito, il settore dei trasporti, che non è primo ma è secondo o terzo, comunque alto in classifica dal punto di vista della responsabilità, dell'incidenza sui consumi, di conseguenza sulle emissioni, è un settore in cui è opportuno intervenire.

Esistono tutta una serie di azioni legate all'utilizzo dei combustibili, utilizzo delle alimentazioni, dei propulsori, ma in questo caso noi tocchiamo un altro ambito: quello dei trasporti che vengono quotidianamente sul nostro territorio per la consegna di merci; tra l'altro, trasporti fortemente incrementati dalla tendenza dell'acquisto on-line, che quindi genera tutta una serie di mezzi che transitano, di corrieri che transitano per andare a consegnare casa per casa i beni acquistati on-line. Noi osserviamo quindi che c'è un intero sistema commerciale che tanto per le attività di grandi scala, quanto per quelle di vicinato, così come per le consegne degli acquisti on-line, si avvale di un apparato di mezzi di trasporto che dipende da singole logistiche di consegna, la cui somma genera l'effetto complessivo di consumi energetici da trazione, quindi del relativo effetto inquinante. Noi osserviamo ed evidenziamo anche che, rispetto a quanto osservato nella premessa appena esposto, un sistema logistico regionale invece potrebbe garantire un efficientamento importante sia agli effetti ambientali che agli effetti dei costi di trasporto a carico dei rispettivi destinatari. La creazione quindi di una piattaforma logistica regionale - così l'abbiamo chiamata - per l'ottimizzazione della gestione dei sistemi di approvvigionamento e di trasporto in genere delle merci potrebbe dare un significativo contributo agli obiettivi del PEAR nel contenimento dei consumi. Sfida impegnativa, perché come si costruisce? Come si parte? Si costruisce una App? Si costruisce un qualcosa che in qualche modo abbia una sorta di parentela con il progetto "BlaBlaCar"? Si costruisce qualcosa che abbia una parentela con un progetto che, purtroppo, non ha avuto un grande esito, ma è avvenuto diversi anni fa, con altre sensibilità, con altre dinamiche, che era il "City Porto"? Noi abbiamo degli esempi ma dobbiamo anche mettere in moto la fantasia, d'altronde questo compete a chi amministra e voi se accogliete le nostre sollecitazioni come impulso per l'attivazione di questa fantasia, voi in qualche modo avete l'opportunità di brillare di luce riflessa, lasciatemela mettere in questi termini.

Ribadisco che l'Ente pubblico, quindi amministrare un territorio, significa anche mostrarsi da esempio. Pensare di mettersi in gioco anche per situazioni assolutamente difficili da svolgere è un compito impegnativo, però ogni cammino, per quanto lungo sia, parte sempre con il primo passo, si tratta di fare il primo passo, infatti l'impegnativa recita in questi termini: "Impegna il Governo della Regione, in linea agli obiettivi del piano energetico ambientale regionale, ad accogliere la presente sollecitazione, finalizzata ad avviare i preliminari di studio per la creazione di una piattaforma logistica regionale per l'ottimizzazione della gestione dei sistemi di approvvigionamento e di trasporto in genere delle merci.

Presidente - Per il Governo, la parola all'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Noi le proponiamo un emendamento su questi temi.

Stiamo lavorando e hanno lavorato già in passato le Amministrazioni, in particolare il Comune di Aosta, come ha ben ricordato, aveva provato a organizzare più che una piattaforma logistica, un vero e proprio servizio di trasporto, allora probabilmente per tanti motivi non si era raggiunto completamente il risultato, ma questo è un tema che si ripropone e nell'ambito regionale dei trasporti è oggetto di valutazioni. L'obiettivo però è un obiettivo che riteniamo importante da continuare a valutare non tanto in questo piano, ma trasferendo lo studio nell'ambito del piano regionale trasporti, che di qui a qualche giorno avremo la possibilità poi di poter iniziare a discutere. Nell'impegno noi andremo a dire: "Ad accogliere la presente sollecitazione finalizzata a valutare nell'ambito del piano regionale trasporti l'avvio di uno studio per la creazione di una piattaforma logistica". La sollecitazione è raccolta e nello spirito di un lavoro che deve portarci tutti a valutare ogni possibile azione che possa andare a determinare una riduzione di tutte le attività di trasporto, in particolare quelle con i mezzi più inquinanti, quindi si potrebbe anche immaginare qualche cosa che vada nella direzione di limitare a seconda della modalità di utilizzo delle varie energie. Se c'è la disponibilità ad accettare quest'emendamento, noi saremo dell'idea di continuare questa discussione appunto nell'ambito del piano regionale dei trasporti per vedere se si troverà un'ottimizzazione di un lavoro attraverso quest'indirizzo che possa comunque essere discusso nella maniera più coinvolgente possibile e corretta possibile anche insieme alle Amministrazioni comunali che potranno essere interessate da queste iniziative.

Presidente - La parola al consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Grazie Assessore. In merito alla proposta di emendamento, il fatto quindi di collegare quest'iniziativa allo sviluppo e agli approfondimenti del piano regionale dei trasporti sicuramente potrebbe avere due valenze: una è quella di lanciare avanti la palla in modo da prendere tempo, l'altra potrebbe essere invece quella di dare una collocazione concreta, cioè uno spazio, un luogo in cui svolgere quest'approfondimento e quindi in qualche modo dare più concretezza.

Voglio interpretarlo nella seconda formula, cioè il fatto di poter dare una collocazione, quindi una concretezza, a nome del gruppo, apprezzo la proposta del Governo, quest'emendamento assolutamente è condivisibile, per cui, per quanto ci risulta, potremmo andare in votazione dell'ordine del giorno esattamente in questa formula, cioè "Ad accogliere la presente sollecitazione finalizzata a valutare nell'ambito del piano regionale dei trasporti l'avvio di uno studio per la creazione di una piattaforma logistica regionale per l'ottimizzazione della gestione dei sistemi di approvvigionamento e di trasporto in genere delle merci". Mi pare di aver ripetuto fedelmente quanto lei aveva espresso nel suo intervento, Assessore.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, mettiamo in votazione l'ordine del giorno così come emendato. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 34

L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.

Ordine del giorno n. 4, sempre della Lega. Consigliere Distort, a lei la parola.

Distort (LEGA VDA) - Quest'ordine giorno è l'ultimo degli ordini del giorno presentati dal nostro gruppo, quindi o possiamo recitare dulcis in fundo o l'altra espressione in fundo venenum. In ogni caso porta come titolo: "Validità dell'attestato di prestazione energetica". Il PEAR ovviamente non si mette a disciplinare l'attestato di prestazione energetica, si mette comunque a disciplinare le prestazioni energetiche e, tra l'altro, il PEAR si sviluppa in adempimento a quanto previsto nella legge 13/2015. È esattamente nella 13/2015 che all'articolo 39 si parla dell'attestato di prestazione energetica in cui, adeguandosi alla disciplina statale, si prevede al comma 1: "Per attestato di prestazione energetica si intende il documento che riepiloga i dati relativi alla prestazione energetica dell'edificio".

Al comma 3 si dice: "L'attestato di prestazione energetica ha una validità temporale massima di dieci anni - questo è stato posto in grassetto perché è esattamente questo il casus belli - e deve essere aggiornato a ogni intervento idoneo a modificare le prestazioni energetiche dell'edificio secondo quanto definito dalla Giunta regionale con propria deliberazione". È ovvio che, nel momento in cui si modifica l'assetto energetico prestazionale di un edificio, ovviamente si va ad aggiornare il certificato di prestazione energetica. Altra cosa però se invece non si facesse assolutamente nulla, non si incidesse minimamente, non si cambiasse nulla, infatti l'argomento di quest'ordine del giorno è proprio relativo a questo secondo caso.

Poi giusto per completezza al comma 6 si dice: "La Giunta regionale definisce, con propria deliberazione, le modalità e gli strumenti per la redazione dell'attestato di prestazione energetica, stabilendo inoltre gli importi del contributo da richiedere in misura non inferiore a 5 euro per ogni attestato, in fase di redazione del medesimo, al fine di concorrere alla copertura dei costi di gestione del CER...", ovviamente questi 5 euro sono relativi all'inserimento nelle spese sostenibili, non corrisponde certo all'onorario per i professionisti.

Questa durata temporale massima di dieci anni discende comunque da una linea statale, per cui verrebbe da dire: noi siamo in Consiglio regionale, non siamo in Parlamento, perché stiamo parlando di questo? Innanzitutto se Davide si fosse spaventato di fronte a Golia, non avrebbe combattuto e non sarebbe passato alla storia, quindi l'occasione di mettersi sempre anche in possibilità di poter sviluppare e di mettere in atto quest'orgoglio sovranista autonomista regionale penso che sia una condizione che potrebbe essere virtuosa per il Governo regionale. A fianco a questo fatto, quindi a quest'impostazione che discende da un ordinamento statale che determina questa validità massima di dieci anni, però poi nella legge 13/2015 vengono enunciate tutta una serie di situazioni in cui la Giunta regionale ha il suo compito, interviene, modifica, entra nel dettaglio, va a indicare in che modo venga realizzato un attestato di prestazione energetica, quindi ovviamente la Giunta si esprime in tutto l'apparato di applicazione delle norme relative all'attestato di prestazione energetica.

Richiamando tutta una serie di articolazioni dell'attività di Giunta e richiamando anche il fatto che la Regione ha la facoltà di poter intervenire in certe circostanze e in certi luoghi, immagino Conferenza Stato-Regione con lo Stato, il pensare di poter andare a incidere e a risolvere un'illogicità... perché io sono perfettamente convinto che ognuno di noi se dovesse domandare a sé stesso: "Perché dieci anni? Perché non cinque? Perché non dodici? Perché non quindici o venti? Perché?", se non vengono eseguite delle modifiche. Soprattutto c'è anche un altro fatto: sempre la legge 13/2015 disciplina le iniziative di efficientamento energetico, tutti quegli interventi, che, tra l'altro, sono esattamente l'espressione degli obiettivi del PEAR, che si spera, perché sappiamo che il settore residenziale occupa una parte preponderante nella produzione di emissioni legate all'alta incidenza dei consumi energetici, quindi la 13/2015 disciplina anche l'erogazione di mutui per durata fino a un massimo di trent'anni. Allora immaginiamo che la signora Maria decidesse di mettere in atto un intervento sistematico completo di sistema di ristrutturazione di un suo bene di proprietà e lo faccia con la determinazione di dire: "Io per trent'anni, per la durata del mutuo, sono a posto, voglio fare tutte le scelte possibili e immaginabili". Allora vengono messe in atto queste scelte, vengono poste tutta una serie di opere, di interventi che vanno a qualificare in un certo modo l'edificio con un determinato attestato di prestazione energetica. La signora Maria per trent'anni è a posto, è tranquilla, ma la signora Maria dopo dieci anni deve comunque rinnovare l'attestato di prestazione energetica. Magari in questi dieci anni la Giunta, per ovvie ragioni, ha deciso di cambiare i metodi, come è avvenuto, di elaborazione dell'attestato di prestazione energetica, quindi non basta prendere il vecchio attestato, trovare un termotecnico, un tecnico abilitato che dica: "Riprendo gli stessi dati, firmo e per dieci anni sei a posto, paghi una parcella assolutamente contenuta". No, non è così, oggi, per esempio, dobbiamo rimodellizzare completamente il fabbricato o l'unità immobiliare all'interno di un fabbricato, quindi è un'operazione macchinosa che si riflette sui costi a carico della signora Maria, che dopo dieci anni, se vuole locare, vuole vendere o vuole effettuare qualunque tipo di attività che preveda l'impegno, l'utilizzo di un attestato di prestazione energetica, deve sostenere i costi professionali di redazione di un nuovo piano. Noi mettiamo in evidenza quest'illogicità, sappiamo esattamente di mettere in evidenza ciò che è già evidente, però ve lo diciamo, ve lo raccomandiamo, sollecitiamo, vi invitiamo, facciamo una spinta motivazionale nei vostri confronti Adesso arrivo alla lettura dell'impegnativa, chiediamo al Governo regionale "ad accogliere la presente sollecitazione indirizzata ad avviare gli approfondimenti necessari alla possibilità di prolungare la durata di validità dell'attestato di prestazione energetica oltre i dieci anni attualmente previsti nelle condizioni - ovviamente - di assenza di modifiche che influiscano sulle prestazioni energetiche del bene immobiliare e, in caso di assenza di autonomia legislativa in merito - nel caso in cui mi diciate: "Distort, la sua proposta è interessante, però ne deve parlare in Parlamento, non in Consiglio regionale - di avviare le interlocuzioni necessarie con il Governo statale".

Presidente - Per il Governo, la parola all'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Una sintetica risposta per dirle che ci asterremo e siamo sicuri che come noi lavoreremo per un'operazione di semplificazione in generale sulle norme regionali e saremo da stimolo al Governo sulle norme nazionali sempre, lei farà la stessa cosa con il Governo al quale la forza della Lega è rappresentata, anche con la Senatrice. Credo che operando tutti in questa direzione, ci sollecitiamo a vicenda per fare in modo che quest'illogicità che lei ha testimoniato e sottolineato più volte possa essere risolta nella maniera migliore possibile e soprattutto nell'interesse dei cittadini. Quello che è importante, al di là del tempo, è anche la semplificazione di tutti questi attestati, quindi buon lavoro a noi e buon lavoro a voi.

Presidente - La parola al consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Vede, siamo abbastanza cresciuti entrambi, abbiamo abbastanza capacità intellettuale entrambi per capire quando ci sia un reale impedimento o quando invece si voglia in qualche modo passare la palla nel campo avversario, ma in termini sportivi la cosa non mi dispiace assolutamente.

Lei ha condiviso l'illogicità, perfetto, quindi richiamando sia da parte mia che da parte sua la logica, però lei, in quanto logica, ha utilizzato con me i meccanismi del sillogismo dialettico, cioè in qualche modo mi ha manifestato il fatto di dire: "Bene, ognuno lavora per conto suo", però l'impegnativa dell'ordine del giorno era esattamente questo: di accettare una sollecitazione. Comunque prendo atto del fatto che lei, Assessore, accolga comunque, senza arrivare a un'accettazione dell'ordine del giorno, quindi mantenendo una posizione di astensione per tutta la sua maggioranza, prendo atto del fatto che comunque le sue parole in qualche modo vadano in questa linea, è chiaro che, come ha detto lei, noi abbiamo la Senatrice che appartiene alla nostra forza politica a cui sicuramente segnaleremo questo. Noi vi abbiamo offerto su un piatto d'argento la possibilità di farlo voi, voi rilanciandoci la palla non ci date altro che l'opportunità di tirare e di andare in rete. Comunque in queste dinamiche io direi che porto in votazione l'iniziativa in ogni caso perché lei si è espresso a nome della maggioranza, ma ci incuriosisce sapere anche la posizione del resto dell'Aula.

Presidente - Metto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 7

Favorevoli: 7

Astenuti: 28 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Di Marco, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lucianaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Minelli, Padovani, Planaz, Restano, Rosaire, Sapinet e Testolin)

L'ordine del giorno non è approvato.