Objet du Conseil n. 3092 du 21 décembre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 3092/XVI - Interpellanza: "Modalità di erogazione del servizio 'alloggio assistito' per gli utenti del Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda USL della Valle d'Aosta".
Bertin (Presidente) - Passiamo al punto numero 42: illustra l'interpellanza il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Presidente. Una interpellanza molto breve, che serve a comprendere perché, nonostante le diverse ricerche, non siamo riusciti a capire come funziona questo tipo di servizio e anche appunto se vi sia la collaborazione da parte dell'Amministrazione regionale. Nel senso che abbiamo ricevuto alcune segnalazioni rispetto ad alcune persone che si sono rivolte e si sono appoggiate al Dipartimento di Salute Mentale dell'USL e queste persone sono state messe in contatto direttamente dall'USL con alcune Cooperative che hanno trovato loro un alloggio in alcune zone di Aosta.
Quindi l'interazione fra USL e Cooperative, che poi è sfociata con un contratto fatto con il tramite di queste Cooperative, è l'oggetto di questa interpellanza, perché, nonostante alcuni approfondimenti, non siamo riusciti bene a comprendere come funzioni l'interazione fra queste tre figure. Abbiamo visto dei contratti stipulati da queste Cooperative a nome di un altro utente; abbiamo preso atto di quelle che sono le dichiarazioni ISEE e abbiamo raccolto alcune segnalazioni che dicevano che questi alloggi che vengono dati con questa sorta di convenzione di cui non siamo riusciti a cogliere l'essenza; abbiamo evidenziato che c'è questa situazione e potrebbe essere quella descritta in quello che abbiamo visto come alloggio assistito, ovvero un alloggio che viene utilizzato da persone che usufruiscono dei servizi del Dipartimento di Salute Mentale, che devono essere giocoforza allontanate dalla famiglia o che si allontanano dalla famiglia o che rimangono senza famiglia perché la famiglia è troppo anziana per potergli stare dietro, perché hanno dei comportamenti eccessivamente aggressivi che non sono compatibili con la vita in famiglia o perché, appunto, sono rimasti senza una famiglia alle spalle e quindi devono trovare un luogo dove abitare.
Ecco, da quello che ci è parso di capire potrebbe rientrare all'interno di questa fattispecie e quindi, proprio rientrando in questa fattispecie, ci siamo chiesti quale sia la natura dei contratti che vengono stipulati e soprattutto quale sia la questione relativa allo stabilire il canone di affitto per gli utenti, perché ovviamente queste persone -come sappiamo, abbiamo già discusso e si ricorderà l'assessore Marzi - rispetto alle necessità delle persone con disabilità di poter avere dei servizi che siano commisurati alle proprie finanze, e quindi sulla base di queste richieste, di questa oscurità che aleggia su questo servizio e di quelle che siano le interazioni con l'Amministrazione, con questa interpellanza, chiediamo quali siano le modalità di erogazione di tale servizio, in quale misura venga coinvolto il Dipartimento, quali siano le modalità, ovviamente se c'è un'azione da parte del Dipartimento con le modalità di calcolo del canone di affitto e nel caso in cui il servizio dipenda in tutto e in parte dal Dipartimento, se sia intenzione dell'Amministrazione di intervenire, per garantire un canone di affitto equo agli utenti. Grazie.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Grazie Presidente. Va innanzitutto precisato che gli interventi dell'abitare supportato sono gestiti in autonomia dalle strutture del privato sociale: pertanto il canone di affitto non è governabile da parte del Dipartimento di Salute Mentale, ma è oggetto esclusivo del rapporto contrattuale tra i proprietari degli alloggi, le strutture che erogano i servizi e i pazienti in qualità di inquilini.
Di fatto, però, dobbiamo anche arrivare fino in fondo: è naturalmente tutto in capo alle leggi della domanda e dell'offerta che attiene al libero mercato immobiliare di cui voi, spesso, giustamente, così come altri in questo Consiglio, vi siete fatti assoluta parte attiva.
Gli alloggi, però - perché l'iniziativa ha una sua ratio che va spiegata invece in termini di servizi che rendiamo - sono presi in affitto dai soggetti erogatori dei servizi che a loro volta li subaffittano ai pazienti, rimanendo comunque garanti nei confronti dei proprietari degli alloggi stessi. I percorsi di autonomia abitativa e abitare supportato trovano disciplina nella delibera 1727 del 2021 e sono temi oggetto di confronto del gruppo di lavoro sulla salute mentale e le dipendenze patologiche, di cui il 7 dicembre scorso abbiamo riavviato le attività.
Il gruppo di lavoro coinvolge l'Assessorato, il Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda USL e i referenti delle strutture del privato sociale, accreditate e convenzionate con l'Azienda, che erogano i servizi nell'ambito della salute mentale e le Associazioni naturalmente dei familiari e dei pazienti.
In tale percorso, la casa è perno fondamentale dell'intervento terapeutico riabilitativo individualizzato che è condiviso tra l'utente, parte attiva della programmazione e realizzazione, e naturalmente l'équipe sanitaria. Il servizio è prioritariamente finalizzato a supportare le persone in dimissione dalle strutture residenziali per favorirne la riabilitazione psichiatrica e il rientro in ambito sociale. Le strutture, quindi, offrono possibilità di alloggio agli utenti psichiatrici o con dipendenze patologiche che mostrano caratteristiche compatibili ad una convivenza in autonomia.
I pazienti destinatari dell'abitare supportato sono selezionati in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale, in quanto gli stessi devono trovarsi nelle condizioni di poter riprendere la propria autonomia di vita; si tratta di pazienti giunti quindi in una fase riabilitativa, in uscita da un circuito a forte carattere sanitario, a favorirne quindi il percorso prettamente socioeducativo.
Ad oggi, sono due i soggetti del privato sociale che propongono questa tipologia di percorso, l'attività è gestita in via autonoma dalle strutture del privato sociale, mentre il Dipartimento di Salute Mentale garantisce il servizio di educativa territoriale o la frequenza al centro diurno per un numero di ore sufficiente a monitorare il vivere supportato.
L'impegno richiesto al Dipartimento è quindi volto a garantire il rispetto della attuazione del piano terapeutico individualizzato, gli aspetti quindi di matrice sanitaria.
Quanto alla necessità di interventi a compartecipazione delle spese per gli affitti, è necessario considerare la tipologia di utenti ai quali è proposto l'abitare supportato: si tratta infatti di persone sulle quali si è lavorato progettualmente per costruire una posizione economica definita e possibilmente il più stabile possibile, proprio per consentire loro di poter sostenere in via autonoma, o con aiuti e sostegni pubblici, un canone ordinario di affitto che sovente viene suddiviso tra più persone che condividono l'alloggio. Grazie.
Presidente - Per la replica, consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Presidente e grazie Assessore per aver chiarito la natura del rapporto, e ovviamente anche per aver evidenziato la questione, giustamente, che sottende alla contrattualistica che è in essere fra gli utenti e la Cooperativa e il Dipartimento di Salute Mentale.
Su questo però c'è un problema che io le segnalo: diverse famiglie ci hanno contattato perché, per esempio, con un ISEE zero - che io ho in mano e che se vuole poi le farò vedere, proprio a somma zero e quindi non ci sono delle risorse economiche -, venivano richiesti, fino a qualche mese fa, 340 euro mensili di affitto per un appartamento condiviso, che era quello che giustamente lei ha detto, quindi suddiviso in questo caso in tre persone che pagano 340 euro al mese e adesso una persona se n'è andata e il proprietario di casa chiede 440 euro a copertura dei costi fino a quando non si trova un altro utente.
Ora, comprendo ed è giusta la questione della logica di mercato; il problema è che noi qui non parliamo di utenti o di persone che hanno un affitto, parliamo di persone che hanno delle necessità e chiaramente non hanno, o hanno in maniera debole, una famiglia alle spalle; quello che mi chiedo, essendoci una mediazione di queste Cooperative ed essendo state le Cooperative direttamente indicate dal Dipartimento, giustamente ha detto che c'è un tavolo di confronto attualmente in essere, credo che sia importante andare a verificare quelle che sono anche le possibilità di sostenere questo tipo di figure, perché è evidente che una persona che è inserita in questo tipo di contesto è difficile che possa farcela da sola e soprattutto anche discutere con i proprietari di casa privati in maniera che sia proficua per loro.
In teoria, la Cooperativa, che è stata indicata, dovrebbe fungere da attore terzo e mediatore, però qui, da quello che ci dicono, se ne è sostanzialmente lavata le mani e questo moltiplicato per diverse altre situazioni e condizioni; se si facesse carico di questa condizione, secondo me sarebbe assolutamente opportuno.
Io però la ringrazio per i riferimenti, perché così andrò a verificare la delibera 1727 del 2021 che ci ha citato, vedremo qual è l'interazione dei rapporti fra il Dipartimento Salute Mentale e la soluzione abitativa che viene trovata e quindi potremmo capire meglio come le questioni, come le gestioni dei contratti, avvengono e come poter migliorare e come poter dare dei servizi a misura di persona anche in questo caso. Grazie.