Objet du Conseil n. 2914 du 26 octobre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2914/XVI - Reiezione di mozione: "Interlocuzioni col Governo italiano al fine di inserire nell'Accordo in materia di finanza pubblica il tema della Zona franca".
Bertin (Presidente) - Punto n. 48, passiamo ora alle mozioni. Si è prenotato il Consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Già nello scorso Consiglio avevamo portato un'interpellanza riguardante l'accordo fra Stato e Regione, che ovviamente è un tema centrale da qui ai prossimi anni, e quell'interpellanza serviva anche per capire un po' qual era la linea del Governo regionale in merito a questi accordi finanziari. Era emerso, infatti, che il Governo regionale, più che richiedere altri tipi di contribuzioni allo Stato, puntava molto di più alla riduzione invece del contributo della Valle d'Aosta al risanamento della finanza pubblica. Tutto questo sull'onda dell'accordo siglato nel novembre del 2021, che è stato inserito nella legge di bilancio per il 2022, che stabilisce che ogni anno la Regione deve dare allo Stato, in ottica di questo contributo a risanamento, 82,146 milioni di euro.
Questa è una strategia che ha un senso, sapendo benissimo però che questo contributo è da concordare con le altre Regioni a Statuto speciale.
Nel 2025 termina l'effetto dell'accordo con lo Stato del 2018, portato avanti dal Governo Spelgatti, che prevedeva tutta una serie di contributi a investimento e, come è stato detto lo scorso Consiglio, questi contributi sono serviti per l'Ospedale. Se però si vuole avere una prosecuzione di relazioni, al di là anche di questo tipo d'accordo, bisogna in qualche maniera sfruttare il momento per cui a oggi, essendoci tanti temi sul tavolo - la questione della revisione dello Statuto, tema dell'accordo finanziario Stato-Regione e quello della Zona franca - è assolutamente fondamentale sfruttare il momento, e su questo mi concentrerò successivamente.
Dal punto di vista prettamente economico, da qui ai prossimi anni la Valle d'Aosta potrebbe - speriamo ovviamente di no - subire delle ripercussioni assolutamente importanti per la questione della chiusura del Traforo del Monte Bianco e anche della chiusura della ferrovia. Quindi, se da qui ai prossimi anni non pensiamo a delle misure compensative per il tessuto economico valdostano, e anche per le casse regionali successivamente, siamo di fronte a una potenziale problematica, quindi è per quello che in qualche maniera bisogna muoversi al più presto possibile.
Uno dei temi che sicuramente è centrale ora, soprattutto in questa legislatura, è quello della zona franca: è stata depositata una proposta di legge che sicuramente sarà molto interessante da affrontare, da discutere e da analizzare, proprio perché va nell'ottica di creare una sorta di dibattito anche su queste tematiche. Poi sul tema della zona franca, Presidente, lei comunque ha annunciato - rispettando ovviamente un impegno che si era preso in primavera riguardo a una mozione presentata dal gruppo Lega - di fornirci un dossier per quanto riguarda tutta una serie di possibilità riguardo alle zone franche. Il tutto, ovviamente, da approfondire sicuramente in Commissione e poi si spera che possa concretizzarsi in un provvedimento legislativo - che deve seguire tutto l'iter, la Paritetica e quant'altro - che possa servire nell'ottica della contrattazione con lo Stato.
Questo è assolutamente un momento fondamentale e, come ho già detto prima, il clima a Roma sembra essere cambiato, per fortuna, però da parte della Regione ci deve essere la volontà di portare avanti tutta una serie di tematiche. Per tali ragioni il Consiglio regionale e, successivamente il Governo e lei Presidente, si deve fare portatore di tutta una serie di misure importanti che possano dare delle risposte al territorio valdostano e il tema della zona franca è assolutamente centrale.
Come ho detto, non si può più, credo, richiedere allo Stato una sorta di "maggiori entrate", perché ormai, lo vediamo, i dieci decimi li abbiamo su tanti tipi d'imposte percepite sul territorio valdostano, però bisogna gestire il discorso della finanza pubblica in maniera forse più accurata, in un certo senso. Mi spiego meglio.
Il territorio valdostano soffre di tutta una serie di problematiche. Il rapporto fra fondovalle e terre alte è centrale nella vita dei Valdostani e se vediamo anche i vari censimenti della popolazione negli ultimi secoli e decenni, vediamo che c'è uno spostamento della popolazione dalle terre alte molto più verso il fondovalle: a oggi purtroppo l'80% dei Valdostani abita nei Comuni di fondovalle, smobilitando totalmente le fasce alte di territorio, che stanno soffrendo. C'è una grandissima perdita dei servizi, una gravissima perdita di popolazione e di attrattività e per questi motivi è necessario portare avanti un discorso di defiscalizzazione di questi territori montani.
Non è la prima volta che ne parlo e anche altri colleghi ne hanno parlato, però studiare uno stratagemma per cui le terre alte siano meno penalizzate rispetto al fondovalle - dal punto di vista delle persone fisiche e dal punto di vista delle persone giuridiche - è assolutamente necessario. Qui si interseca anche il tema della zona franca per la ricerca che è stato approvato in primavera: questi quindi sono tutti discorsi che abbiamo già sentito anche in quest'aula. In questo caso, anche nell'ottica del rapporto con lo Stato, credo che questo sia il momento di concretizzare e di "spingere in avanti la palla" perché ovviamente è con il rapporto con il Governo centrale che si può richiedere tutto un altro tipo di fiscalità, presentare un altro tipo di richieste che sono assolutamente centrali per il futuro della Valle d'Aosta. Dico questo perché siamo di fronte a un'opportunità che non dobbiamo assolutamente buttare via, perché bisogna fare attenzione al fatto che il tema della zona franca e gli altri temi, non acuiscano dei problemi della Valle d'Aosta: il rapporto fra terre alte e fondovalle è assolutamente centrale e non possiamo fare in modo che tutti i territori siano considerati alla stessa maniera.
Questa mozione è un mandato a lei, Presidente, e al Governo in generale, proprio perché sappiamo benissimo che serve un'azione forte e se tutto il Consiglio regionale votasse unanime per dare un segnale per dire: "No. Solo quando sarà pronta una bozza di norma sulla zona franca da incardinare nell'accordo con lo Stato", sarebbe positivo, per cui lei, Presidente, andrebbe a trattare con tutto il consenso del Consiglio regionale. È questo che mancato un po' negli ultimi anni, infatti, le varie contrattazioni erano portate avanti a livello di Governo ma poi sono state criticate - giusto, non giusto - a livello di Consiglio. Lo scopo di questa mozione è di anticipare a un poco i tempi, sapendo benissimo che ci sono delle questioni che vedono la loro scadenza nel 2025 - quindi non c'è tanto tempo - è necessario muoversi ora. Quale occasione migliore, visto che è stata depositata la proposta di legge e visto che arriverà questo dossier sulla Zona franca, per lanciare la palla in avanti per trattare questo tema anche a livello centrale?
Questa è una mozione del tutto propositiva che vuole dare a lei un mandato, Presidente, per portare avanti questi temi che io mi auguro possano essere condivisi al massimo dal Consiglio regionale.
Presidente - La discussione generale è aperta. Si è prenotato il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Ringrazio il collega Lavy per questa presentazione e ringrazio i colleghi della Lega per aver sottoposto all'attenzione dell'aula questa mozione.
Prima di andare un po' più addentro all'impegnativa, e non solo, mi si permetterà di fare alcune considerazioni che riguardano anche quello di cui - e lo richiamava anche il collega - si è sentito parlare nella scorsa adunanza riguardo all'accordo in materia di finanza pubblica.
Da un lato ho anche sentito parlare di tagli di nastri e oggettivamente non l'ho particolarmente apprezzato, ma ognuno fa le sue battute, perché quell'accordo non è stato tanto un "taglio di nastro", anche perché le ripercussioni successive del dibattito in aula non sono tipiche di un "taglio di nastro". Di solito quando c'è un "taglio di nastro" uno è invidioso, almeno dall'altra parte, soprattutto se, magari, è stato anche causa o precursore di quel "taglio di nastro" e quindi sta in silenzio. Invece mi ricordo che sull'accordo in materia di finanza pubblica, quando fu portato in Consiglio, si ebbe l'occasione di discutere in maniera anche molto accesa.
Ricordo questo tipo di verve che ci fu dalla parte dell'opposizione, ed è giusto che sia, però si arrivò a compimento di un accordo in materia di finanza pubblica, e sul termine "accordo" poi ci torno. Questo perché qualche cosa su quell'accordo posso dirla anche io. Tale accordo mise il termine a una situazione che non era stata causata da fatti positivi, in quanto era aperta tutta una serie di contenziosi tra lo Stato e le Regioni, situazione che aveva visto protagonista la figura di Mario Monti. Cito un articolo della Stampa del marzo 2018, che ben rappresenta l'ultimo volet di questa situazione: "Ora è guerra aperta sui soldi del bilancio".
C'era il bilancio, quello del 2018, costruito con un certo budget; successivamente c'è stato l'inizio di un'interlocuzione, un contenzioso con lo Stato che chiedeva 130 milioni e dall'altro lato si diceva che in realtà lo Stato doveva alla Regione 244 milioni; quindi c'è stata una situazione di grandi complicazioni. Non cito gli attori dell'epoca, perché altrimenti a un Assessore oggi in carica, poverino, gli si mette la croce per il "Bon de Chauffage" e quindi su quello non voglio tornare, ma è l'inizio dell'articolo, non me ne voglia, collega. Dall'altra parte qualcuno all'epoca diceva: "C'è una schizofrenia politica del Senatore" - non lo cito - "Che ha votato a favore della Finanziaria dello Stato a fronte di una trattenuta di 100 milioni di euro per la Valle d'Aosta". Nemmeno ora cito gli attori perché sabato c'è un evento che vi riguarda e quindi non vorrei creare ulteriore scompiglio tra le parti, perché chi faceva quest'affermazione ovviamente all'epoca non parlava di réunion.
Detto questo, e sono piccole battute, arrivo al dunque: in quella situazione l'accordo in materia di finanza pubblica era un accordo sostanzialmente una tantum che, proprio com'è citato nelle premesse, era "a titolo transattivo e a saldo e stralcio di ogni reciproca pretesa".
All'interno di quell'accordo, buono o cattivo che fosse, c'era una serie di previsioni, e giustamente lo citano nelle premesse i sottoscrittori, l'ha detto anche il collega Lavy, ovvero: "Caro Stato, io ritiro i miei contenziosi", lo Stato andava a riconoscere una serie di ristorni, ristori, chiamiamoli come vogliamo, ovvero un contributo di 120 milioni che veniva diluito nel tempo, come allo stesso punto - e di questo ogni tanto ci si dimentica, ma è bene ricordarlo - si fissavano anche i contributi successivi che si sarebbero dati allo Stato, quindi un contributo alla finanza pubblica, perché oggettivamente, per come oggi è costruito il bilancio dello Stato, non solo verso la Regione Autonoma, è complicato pensare che le Regioni non contribuiscano allo sforzo dello Stato e viceversa. Si fissava il fatto che l'aumento di questo contributo poteva avvenire soltanto in situazioni eccezionali per le esigenze di finanza pubblica e l'ammontare non superava il 10% dell'importo, per cui c'era comunque una previsione. Ripeto, buono o cattivo, era un accordo che è stato portato a casa, ma era un accordo, come ho detto, transattivo, quindi era legato a quel momento.
Io, già la volta scorsa, ascoltando il dibattito dei colleghi sul discorso dell'accordo finanziario futuro tra Governo e Regione, sono rimasto abbastanza incuriosito e ascolterò anche la posizione del Governo per capire se c'è una nuova trattativa su un nuovo accordo; questo perché, oggettivamente, quest'accordo ha fatto il suo tempo e a oggi quello che rimane è un contributo a decorrere: vuol dire che, se non cambiano le cose, quello rimane e sono i famosi 82 milioni.
Poi va anche detto che dal 2018 ce ne sono stati altri; in periodo di pandemia avevo avuto anche occasione, se non erro, di trattarlo in un'iniziativa con l'allora Presidente Lavevaz e c'era stato, anche in quel caso, un successivo accordo perché il sistema di finanza pubblica, dal post Monti, per semplificare, funziona così. (Potrebbe anche sembrare dal "post mortem" ma forse "mortem" della leale collaborazione tra Stato e Regioni).
Oggettivamente, se oggi esiste un nuovo accordo, vorrei comprenderlo dal Governo perché io penso che in realtà, se ci deve essere, deve essere ancora intavolato.
Noi abbiamo provato, sul tema della zona franca, a fare una proposta concreta, quindi anche in ottica moderna. Non voglio tornare sul tema, ma quella che era la zona franca di un tempo, quella doganale, oggi si potrebbe soltanto applicarla con Paesi con cui non so nemmeno se abbiamo dei rapporti e, soprattutto, sappiamo che per assurdo le politiche contro i dazi hanno creato dei problemi alle zone franche perché nascevano proprio contro queste situazioni. Ma non torniamo troppo indietro.
Per noi ogni sforzo utile a questo fine - cioè trovare una declinazione moderna di una prerogativa comunque scritta nello Statuto speciale - è positiva e in tal senso eravamo stati anche firmatari della mozione che ha citato il collega e che è citata nell'impegnativa nella quale si dice: "Sulla base delle analisi svolte". Io penso che le conclusioni riguardo a queste analisi ci faranno capire quello che eventualmente si potrà fare. Il Presidente l'ha anche detto non solo ai media ma anche qui e, quindi, io penso che bisognerà capire quali sono queste conclusioni; si tratta di due elementi che possono sicuramente essere messi insieme ma che hanno una natura un po' separata, perché, comunque, nei confronti del presente accordo con lo Stato e, in generale, nei rapporti con lo Stato, bisogna capire quali sono oggi le interlocuzioni. Sicuramente, nel momento in cui ci si siede e si parla di finanza pubblica con lo Stato, si può mettere insieme la parte dello stato dell'arte - quindi di quello che può essere il contributo che si dà o degli eventuali contributi che si ricevono con anche la possibilità di attuare parte... noi una proposta di applicazione parziale l'abbiamo fatta, si può fare sicuramente meglio.
È bene specificare anche un altro passaggio e cioè che l'eventuale applicazione in chiave moderna - come anche in chiave "old style" - della zona franca è un'applicazione che prevede delle defiscalizzazioni, non delle contribuzioni. Ricevere dei contributi da terzi è una cosa diversa: quella non è una zona franca, ma è un accordo in cui lo Stato centrale, o chi per esso, riconosce dei contributi, come è avvenuto con l'accordo del 2018, a chiusura dei contenziosi; in quel caso i contributi erano destinati a delle opere, ma ci possono essere altre situazioni.
La zona franca, in chiave moderna o in chiave passata, è un'applicazione - io mi sento di dire - non di contribuzione ma di libertà, perché è una defiscalizzazione e quindi non si va a riconoscere il passaggio della contribuzione.
Se sulle coperture ci si deve mettere d'accordo con lo Stato, perché purtroppo pasti gratis in questa vita non esistono, quella è l'individuazione di risorse di altro tipo e, per l'appunto, nella proposta di legge statale che abbiamo fatto - "Disposizioni concernenti l'istituzione di zone franche urbane e zone franche di montagna in Valle d'Aosta" - abbiamo pensato di identificare, proprio in quota parte di quegli 82 milioni, cioè di quel contributo che a decorrere deve essere riconosciuto allo Stato, la materia del contendere. Questo perché, alla fine, è di risorse finanziarie che si parla. Possiamo sognare di fare tanti progetti però - purtroppo o per fortuna - i progetti alla fine costano e questo lo sappiamo benissimo.
Detto questo, noi non ci troviamo contrari alle finalità della mozione, anche se qualche appunto sinceramente mi sento di farlo, soprattutto sul fatto che, ricordo, l'accordo attuale fra Governo e Regione è quello del 2018. Se oggi c'è qualcosa sul tavolo penso ce lo dirà il Presidente, però sull'impegnativa, forse le discussioni sono più di rapporto con il Governo, ma di altra natura; non penso che ora ci sia nulla sul tavolo, ma, ripeto, magari il Presidente ci darà una news in diretta su questo.
Detto questo, che si parli del tema e che si parli anche del futuro delle nostre finanze con lo Stato è cosa buona e giusta.
Sul fatto poi che il clima sia cambiato, io me lo auguro; ho sempre detto quello che penso e ne ho anche un po' pagate le conseguenze e sono anche contento di essere così da sempre ma, vedendo un po' la prima fattura della manovra fiscale, un po' di preoccupazione sul tema ce l'ho. Lo dico perché - è anche articolo di questa mattina - la scelta di andare ad accorpare tutte le zone economiche speciali del Sud Italia in un'unica situazione con un ente centrale che dovrà regolare questa gestione sinceramente un po' mi preoccupa. L'applicazione delle zone economiche speciali - lo dimostrano altre situazioni - deve essere necessariamente decentrata perché, altrimenti, avere un ente centralizzatore e centralizzante ci riporta a quelle che erano, una volta, le autorità dei Monopoli di Stato o l'Agenzia delle Dogane e questo un po' mi preoccupa. Capisco benissimo che bisogna anche cercare di far funzionare in determinate zone quelle che sono ZES, che poi sono Zone franche urbane o Punti franchi nel caso dei porti ma, ripeto, questa centralizzazione un po' mi preoccupa anche se sappiamo che le manovre entrano in Parlamento in un modo e spesso escono completamente cambiate, però su questo punto non so se il clima sia cambiato.
Questa centralizzazione mi preoccupa non poco però, ripeto, non riguarda la Valle d'Aosta, ma delle realtà che non sono decollate io penso soprattutto perché non c'è stata la volontà di decentralizzare le scelte e la gestione di queste zone.
Presidente - Altri interventi in discussione generale della mozione? Non vedo altre richieste. Chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo, il Presidente della Regione ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Inizierei con una considerazione in merito alla presentazione di questa mozione direi un po' confusa e un po' confusionaria.
Il collega Aggravi ha cercato di riposizionare gli elementi che possono essere d'interesse in questo percorso, all'interno del quale sono mischiate in maniera maldestra considerazioni che, singolarmente, possono anche essere analizzate ma che, valutate assieme, denotano una scarsa dimestichezza con le situazioni reali ed è quello che ho cercato di trasferire già nella scorsa interpellanza discussa con il collega Lavy, che andava più o meno nel senso delle premesse esplicitate all'interno di questa mozione.
Si parte dal presupposto che i 120 milioni siano un patto con lo Stato, che ci dà la garanzia di avere delle risorse ulteriori rispetto a quei 9 decimi o 10 decimi che sono pattuiti, mentre questo - come è già stato illustrato dagli altri interlocutori - è frutto di una chiusura di un cerchio dove dei contenziosi avevano messo l'Amministrazione regionale nelle condizioni di chiedere un certo tipo d'importo, sul quale si è trovata una transazione che ha garantito per "x" anni una rateizzazione del debito, di quello che lo Stato ci doveva e che, invece di darcelo tutto in una volta, ce l'ha dato un po' per "x" anni, declinando gli importi - a suo dire, e nelle sue possibilità - da riconoscerci. Questo è un dato di fatto del quale si prende atto, ma il motivo del contendere rimane comunque sempre quello definitivo, quello di cui ancora oggi ci portiamo dietro un peso importante che nel tempo è arrivato anche a 200-220 milioni di euro, che è il contributo al risanamento della finanza pubblica, che poi si è attestato sui 100-110 milioni di euro per un periodo e poi, nel 2021, nel periodo Covid, è stato abbassato con un accordo chiuso dal presidente Lavevaz di circa 20 milioni rispetto a quello che era in precedenza.
Oggi io credo - e do una risposta agli interrogativi posti nella presentazione - che nel momento in cui lo Stato andrà a verificare con le Finanze quelle che sono le necessità da parte sua di rideterminare un contributo alla finanza pubblica, allora in quel momento noi, di concerto con le altre Speciali, faremo delle contrattazioni. Ricordo che questo è un contributo che viene ripartito da un totale complessivo e calato sulle cinque Speciali come qualcosa di separato dal resto delle contribuzioni nazionali. Bisognerà quindi fare delle contrattazioni, magari anche singolarmente e anche sulla base di dati oggettivi, perché quando vai a confrontarti con il Governo centrale, se vuoi chiedere qualcosa, devi anche dimostrare, gioco forza, il perché vai a chiederlo.
Ci sono dei passaggi, non so se casuali o se voluti, all'interno delle premesse che sono già stati oggetto di valutazione da parte nostra; quando parliamo della chiusura del Tunnel vogliamo innanzitutto accertare e dimostrare, con un attento monitoraggio, quelle che potranno essere le ripercussioni socio-economiche sul nostro territorio, per avere dei dati che possano essere in qualche modo spendibili nel momento in cui la contrattazione entrerà nel suo percorso finale.
Oggi mi sembra prematuro ipotizzare un confronto sulle future situazioni del 2025 quando, a livello nazionale, hanno già dei grossi problemi nel riuscire a chiudere per conto loro un bilancio per il prossimo anno. Io credo che le valutazioni sulle peculiarità e le situazioni da valorizzare o da portare a compensazione di una contrattazione con lo Stato avranno tempo di essere ancora approfondite, maturate e affinate per arrivare poi a un confronto con lo Stato che ci metta nelle condizioni di esibire dei titoli di credito che possano esserci riconosciuti.
Altra cosa invece è l'aspetto, che qua viene un po' mischiato, della zona franca sulla quale stiamo lavorando seriamente con un impegno che è stato preso, con una condivisione, da parte di quasi tutta l'Aula. Zona franca che è rivisitata rispetto alle idee di zona franca di 20-30-40 o 60 anni fa e che ha sicuramente degli aspetti diversi e ripropone, se vogliamo, due ordini di problemi: uno è quello di autorizzare una defiscalizzazione, perché si devono definire le aree che meritano un incentivo sotto forma di minori spese da richiedere alle attività commerciali o al singolo operatore; l'altra questione è relativa a come finanziare questa defiscalizzazione, perché evidentemente ci sarà la necessità di capire se viene messa a carico dell'Amministrazione regionale o meno. Sarebbe comunque già un'apertura molto interessante, perché permetterebbe di intervenire nei paesi, nelle comunità, nelle periferie e nelle zone più marginali e di cercare, in qualche modo, di rilanciarle con risorse che possono essere messe a disposizione dall'Amministrazione regionale, ma dando la contezza e la possibilità alla stessa Amministrazione di poterlo fare. Altra cosa sarà, invece, quella d'intervenire nei confronti dello Stato per farsi in qualche modo riconoscere - magari con un abbassamento delle risorse da devolvere allo Stato sotto forma di contributo al risanamento della finanza pubblica - che potranno andare in decurtazione di quest'aspetto. È un aspetto relativo alle zone franche che, come detto già nella scorsa seduta del Consiglio, si sta per chiudere, per poi essere messo a disposizione, come elemento di valutazione all'interno della I commissione, competente in materia, per valutare la presentazione di una norma di attuazione che possa garantirci l'avvio di questo percorso, che è un percorso importante ma che è cosa diversa rispetto a una negoziazione di patti tra lo Stato e la Regione che vedranno la loro chiusura da un punto di vista finanziario nel 2025. Sui patti si opererà sicuramente più per ridurre le risorse che noi dobbiamo dare allo Stato piuttosto che cercare di aumentare i riconoscimenti della fiscalità valdostana, che già in gran parte vengono riconosciuti.
Per quello che è l'impegno assunto a suo tempo sulla mozione delle zone franche continueremo a lavorare e considero che, nelle prime due settimane di novembre, si possa chiudere il percorso di allestimento delle indicazioni; per il resto direi che questa non è una mozione che si possa accettare nei termini in cui è stata proposta. L'impegno non è chiaro, non è attuale e non è perseguibile per come sono state esplicitate le situazioni all'interno della mozione, per noi sarà quindi un voto di astensione rispetto a quanto richiesto.
Presidente - Consigliere Lavy si è prenotato, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Presidente Testolin, per carità, chi è più tecnico lo è, però dalla sua risposta ho visto un po' di confusione in realtà nella prospettiva, in ciò che si deve fare, perché non è un caso che si ponga questa mozione ora, in cui tutto è ancora in divenire, perché l'ha detto lei: oggi lo Stato ha già delle difficoltà a fare la Finanziaria. Sì, ma pensiamo che da qui ai prossimi dieci anni lo Stato italiano si sarà riempito di soldi? No, per forza ci saranno delle grandi difficoltà, per forza, ma proprio per questo portiamoci avanti.
Questione della chiusura del Traforo: lei dice che bisogna valutare gli impatti. D'accordissimo, non è che si possa sapere prima, però purtroppo il Traforo, per un bel po' di tempo, è già stato chiuso qualche anno fa e ci sono tutti i rapporti della Banca d'Italia che sono molto chiari rispetto alle ripercussioni di quello che è successo a causa della chiusura del Traforo.
Ora i dati saranno sicuramente diversi, ma un'idea si può fare, se però non si comincia ora a lavorare... Sappiamo benissimo quali sono i tempi della politica perché anche noi stiamo portando avanti un sacco di temi ma ci vuole del tempo, si veda ad esempio la legge elettorale, in cui ci si perde sovente; immaginiamo un tema che implica il confronto con altri enti che sono al di fuori di quest'aula, quando cioè si tratta di questioni veramente molto complesse e che coinvolgono anche diversi tipi di Ministeri, il Ministero degli Affari regionali, il MEF.
Se si vuole in qualche maniera ancora aspettare, lo si faccia, per carità; una volta che si avranno tutti gli elementi in mano, allora ci si muoverà e, finalmente, magari fra due legislature saremo pronti, saranno pronti, sempre che noi si sia ancora qua, magari no. Se non si coglie anche l'ottica un minimo propositiva di questo tipo di mozione, sinceramente non so cosa fare, perché è ovvio che i toni in alcuni casi si alzino e in altri casi si abbassino in un'ottica propositiva. Io credo che mozione più propositiva di questa non possa esserci. Poi è da incoscienti pensare che, domani, lei parte a Roma e dice: "Vogliamo tot" o "Prevediamo tot". Lo sa meglio di me, visto che lei ha più esperienza di me, e di tanti qui dentro, che per costruire dei rapporti ci vuole del tempo. Dato che c'è comunque, come ha detto lei, una grande difficoltà a livello centrale nella definizione delle risorse e quant'altro, forse se si arriva già con qualche azione di pungolo... credo sia la cosa migliore.
I temi, come ho detto, si legano tutti: la revisione dello Statuto, l'accordo Stato-Regione e la Zona franca sono tutti dei temi concentrati in un punto: riguardano la prospettiva della Valle d'Aosta, e non dipendono solamente da noi.
Se in qualche maniera si vuole avere un atteggiamento totalmente attendista in cui ci si limita a dire: "Valutiamo, vediamo, ci muoveremo", lo si faccia, ma quando fra un anno la situazione - anche in termini economici - a livello centrale sarà questa e magari gli studi e le analisi sulle ripercussioni della chiusura del Traforo o della chiusura della ferrovia non ci saranno ancora o saranno ancora parziali, cosa faremo? Diremo: "Aspettiamo ancora un anno"? Evidentemente no.
Questa temo possa essere un'occasione persa, perché è ovvio che stiamo ancora aspettando il dossier sulla zona franca; è ovvio che il discorso è ancora da portare avanti in maniera molto più specifica, ma se non c'è un imprinting a livello governativo -di Presidenza soprattutto, di linea politica - è un po' preoccupante.
Poi prendiamo atto di quello che ha detto lei, va bene, ci accontenteremo; quando ci saranno altri tipi di dati, molto probabilmente verrà riproposta un altro tipo di mozione, e lì si vedrà.
Ho solamente paura che poi a un certo punto si dica: "Ormai è troppo tardi".
Mi auguro veramente di no, comunque noi la mozione la voteremo.
Presidente - Consigliere Aggravi ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Io ho ascoltato anche la risposta da parte del Presidente e volevo capire se ci fosse qualcosa sul tavolo. Adesso non voglio rubare il mestiere ad altri colleghi che sono molto più bravi di me nelle puntualizzazioni, però anche nel mio intervento avevo cercato di fare un po' di ordine, perché purtroppo questi sono temi estremamente complessi, che meritano anche un'attenzione particolare, come spesso avviene.
Il mio gruppo non si sente di non votare nel complesso l'obiettivo finale, se vogliamo, che è nobile e che si condivide, seppur a oggi le analisi non ci siano - e quindi dobbiamo vederle - e seppur a oggi sia chiaro che non c'è nessun accordo sul tavolo, ma quello per deduzione lo avevamo anche già abbastanza capito.
Io chiederei, se è possibile, ai proponenti di eliminare le parole: "Relative al futuro accordo", cioè se si vuole mantenere il principio e dire: "Con il fine d'inserire delle discussioni"...
Presidente - Consigliere, abbiamo già chiuso la discussione generale, non si può più intervenire.
Aggravi (RV) - Va bene, allora chiedo una breve sospensione, se è possibile.
Presidente - Il Consiglio è sospeso.
La seduta è sospesa dalle ore 19:33 alle ore 19:35.
Bertin (Presidente) - Possiamo riprendere. Consigliere Aggravi, a lei la parola.
Aggravi (RV) - Solo per spiegare all'Aula il motivo della sospensione e chiudere la dichiarazione di voto che era l'oggetto dei cinque minuti.
Non potendo più fare modifiche e avendo dei dubbi rispetto a due passaggi: "le analisi non ci sono" e soprattutto l'impossibilità di defalcare il passaggio sul futuro accordo, che però necessitava una risposta del Presidente, il mio gruppo ha già fatto la sua parte presentando la proposta di legge statale però, per non voler votare contro una mozione che comunque in alcune parti condividiamo appieno, non parteciperemo al voto.
Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, mettiamo in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 31
Votanti: 10
Favorevoli: 10
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin).
La mozione non è approvata.
Presidente - Assessore Caveri.
Caveri (AV-VdA Unie) - Dovremmo adesso affrontare la mozione del collega Lucianaz, ma io ho l'impressione, Presidente, che mancando venti minuti alle ore otto, ci sia il rischio di andare molto lunghi e anche un po' di sminuire la portata della discussione. Per tali ragioni, personalmente, se non ci fossero obiezioni da parte dei gruppi, credo che sarebbe giudizioso rinviarla alla settimana prossima visto che immagino che tutti i gruppi vorranno esprimersi sul punto.
Presidente - Consigliere Aggravi.
Aggravi (RV) - Solo a beneficio del verbale: penso di concordare con l'Assessore, anche perché il tema credo che meriti un'attenzione da parte di tutti, anche eventualmente di chi è contrario; quindi oggettivamente siamo pienamente d'accordo.