Objet du Conseil n. 2737 du 28 juillet 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2737/XVI - Interpellanza: "Soluzioni volte ad evitare la delocalizzazione della Cooperativa di tessitura della canapa "Lou Dzeut"".
Bertin (Presidente) - Punto n. 49. Illustra l'interpellanza il consigliere Brunod.
Brunod (LEGA VDA) - Prendendo spunto dall'articolo pubblicato sul giornale "Gazzetta Matin" del 10 luglio, che riportava i seguenti contenuti: "Donnas, la cooperativa di Champorcher che lavora la canapa si è aggiudicata provvisoriamente il bando. L'Ancienne Maison communale diventa la Casa di Lou Dzeut".
Evidenziamo che su un successivo articolo pubblicato su "Gazzetta Matin", il 13 luglio, vengono riportate le seguenti notizie: "Cooperativa Lou Dzeut da Champorcher a Donnas, "stravolta la nostra tradizione". Il trasferimento della cooperativa di Champorcher che lavora la canapa ha suscitato proteste in paese - una lettera aperta alla cooperativa stessa per gli amministratori regionali e comunali".
Sempre all'interno dell'articolo del 13 luglio, si riportano le seguenti considerazioni: "Apprendiamo dai giornali locali, con amarezza e delusione, che la cooperativa di tessitura della canapa, nata proprio con il proposito di mantenere viva una lavorazione tradizionale tipica sul territorio di Champorcher, riconosciuta anche dalla Regione, e di favorire l'occupazione in un paese di montagna a rischio di spopolamento, ha deciso di trasferirsi a Donnas. Veniamo anche a conoscenza che la sua sede legale, ma non quella dove avverrà la produzione, sarà ancora a Champorcher".
Rileviamo, sempre dalle notizie riportate in quest'articolo, che si apprende che negli ultimi anni sono stati utilizzati dei soldi pubblici, fondi del Comune ed europei per interventi sulle strutture Ecomuseo "Maison de Thomas", per studi, filmati e catalogazione dei manufatti e che una gran parte delle entrate della cooperativa proviene dalla Regione che sostiene le lavorazioni tipiche della Valle d'Aosta in base alla legge regionale 44/1991.
Tenendo conto che tale settore è promosso e valorizzato dalla legge regionale appena citata, dove, all'articolo 1: "La Regione Valle d'Aosta, in relazione alla propria competenza legislativa sancita dall'articolo 2 dello Statuto, disciplina con la presente legge gli interventi diretti a promuovere le produzioni artigianali tipiche tradizionali della Regione allo scopo di conservare e incrementare produzioni esercitate in forma cooperativistica, suscettibili di integrare le altre attività economiche, soprattutto nelle zone di alta e media montagna, contribuire alla conservazione e alle caratteristiche culturali della regione, valorizzando lavorazioni artigianali che rischiano di scomparire mediante il sostegno all'attività di produzione di vendita dei relativi manufatti".
Articolo 2: "Ai fini della presente legge, si considerano produzioni artigianali tipiche e tradizionali della regione" - e vi è l'elenco - tra cui, alla lettera c) "le lavorazioni della fibra di canapa a Champorcher".
Articolo 3: "Per le finalità di cui all'articolo 1, la Regione può concedere, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, contributi a favore di società cooperative iscritte nel registro regionale degli enti cooperativi che esercitano un'attività di produzione e lavorazione di cui all'articolo 2, a fronte delle seguenti categorie di costi: acquisto di materie prime sussidiarie, acquisto di servizi, godimento beni di terzi, oneri per il personale. I contributi di cui al comma 1 sono concessi sino ad un importo massimo pari al 60%, nel limite dei 50.000 euro per ciascuna società cooperativa. La Giunta regionale inoltre, con propria deliberazione, sentito il Comitato tecnico di cui all'articolo 5, previa illustrazione alla Commissione consiliare competente, determina i criteri e le modalità di concessione ed erogazione dei contributi, nonché la documentazione da allegare alla domanda".
Proprio all'articolo 5 si specifica come è composto il Comitato tecnico: "al fine di acquisire pareri consultivi e valutazioni su tematiche specifiche di cui alla presente legge, è istituito un Comitato tecnico nominato dalla Giunta e composto da un dirigente della struttura regionale, un funzionario della struttura regionale competente, un esperto del settore dell'artigianato designato dalla Commissione regionale per l'artigianato, un esperto del settore artigianato tipico designato dall'IVAT, un esperto del settore della cooperazione. Possono inoltre essere invitati nelle riunioni del Comitato anche i rappresentanti delle cooperative interessate".
Dopo queste premesse, si interpella l'Assessore competente per sapere se era a conoscenza di questa decisione e se vi sia l'intenzione di occuparsi di tale argomento che ha suscitato stupore e proteste in paese, affinché si possano trovare delle soluzioni che evitino la delocalizzazione della produzione e che venga stravolta la tradizione, la cultura immateriale, il patrimonio di conoscenze plurisecolari delle donne, degli uomini di Champorcher e la perdita di un'importante risorsa turistica per il Comune e la vallata interessata.
Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.
Bertschy (AV-VdA Unie) - Rispetto a questo tema, dividerei la risposta su due livelli, uno più politico e uno più tecnico.
Quello più politico: lei ha letto tutti gli articoli della legge, che nelle sue finalità si proponeva la cosa più importante: dare la possibilità di sviluppare una lavorazione di transizione e far crescere sul territorio lavoro per le persone, sia come occupazione diretta che come commercializzazione dei prodotti.
Direi che, a distanza di tempo, oggi questo obiettivo non è raggiunto, perché ci sono una serie di difficoltà - e così vado alla prima risposta - che sono state anticipate da tempo alle strutture tecniche; in particolare, difficoltà nella gestione della lavorazione, difficoltà nel reperimento di nuovi soci e tutta una serie di problemi che sono stati alla base di valutazioni che attengono alla cooperativa, che ha una forma privata e utilizza risorse pubbliche per sviluppare la propria azione.
Quindi, da un lato ci si deve interrogare, a partire dal livello locale (comunità, Amministrazione e cooperativa), per capire come mai queste cose oggi si presentano come un problema. Dall'altro, anticipo che nel pomeriggio riceverete quel documento che ho anticipato un po' a tutti sulla proposta di lavorare insieme, se sarà possibile, su una revisione per una legge quadro sull'artigianato che comprenderà sia la legge n. 2 che è la legge sulla gestione dell'IVAT e la legge n. 44.
A distanza di tempo - questa è una legge del 1991 -, bisogna interrogarsi sulle finalità, sì, ma anche sui risultati raggiunti e su come piuttosto innovare e rinnovare questi progetti per il futuro.
Noi abbiamo incontrato la cooperativa, l'abbiamo incontrata anche insieme al Presidente, abbiamo incontrato l'Amministrazione, abbiamo chiesto ovviamente quale sarà la progettualità che si intende mettere in campo. Userei i termini giusti: non c'è, al momento, un'intenzione di abbandono di Champorcher, ma c'è una visione di allargamento dell'attività che è oggetto della valutazione negativa di una parte della popolazione, che ha oggi manifestato tutto questo.
Il consiglio che abbiamo dato è, intanto, di incontrarsi tra cooperative, Amministrazione e proponenti anche di questa documentazione che è andata sui mezzi di stampa - quindi chi ha proposto questa lettera - per capire quali sono i problemi e che cosa si sta incontrando come difficoltà.
Dall'altra parte, abbiamo chiesto di scriverci qual è il progetto, perché noi abbiamo verbalmente assunto delle informazioni, ma non abbiamo una progettualità definita.
Sono in corso valutazioni, credo anche da parte dell'Amministrazione comunale di Donnas, che ci ha tenuto a dire che non sono lì per portare via l'attività a Champorcher, ma sono, eventualmente, a disposizione per farla crescere.
Abbiamo chiesto di scriverci cosa si intende fare come progetto, proprio per attivare l'articolo 5, ovvero il Comitato tecnico che lei ha citato, che fra l'altro stiamo rinnovando, per avere un progetto di una valutazione che sia prima di tutto di tipo tecnico, perché per utilizzare in futuro queste risorse, è necessario capire se queste risorse poi sono utilizzate ed in quale maniera. Poi, anche per fare una valutazione di tipo politico, perché anche se si decidesse o se la valutazione fosse negativa, rimane il tema che la cooperativa oggi è una cooperativa che non ha nuovi soci, che ha difficoltà di gestione, che non ha degli spazi sufficienti per realizzare i suoi progetti.
Al di là del contributo o meno, c'è un tema per il futuro che si pone e che deve essere il tema sul quale si confronterà la comunità.
Io credo che sia un argomento da riprendere a settembre - ripeto - con le interlocuzioni che sono in corso, perché c'è una grande storia dietro questo progetto, c'è un nome, c'è una tradizione, c'è la possibilità di svilupparlo ancora in maniera importante. Bisogna dire che questa tradizione delle famiglie non si è trasferita all'interno della cooperativa: bisogna interrogarsi e capire il perché.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Brunod, ne ha facoltà.
Brunod (LEGA VDA) - Ho ascoltato attentamente la risposta dell'Assessore, sicuramente è un tema molto delicato, perché, quando si vanno a toccare dei temi che hanno comunque una storia sul nostro territorio, è sempre molto difficile e delicato. Quello che è importante, che anche l'Assessore ha ribadito, è che a settembre si dovrà riparlare di questo tema, quindi ad oggi ancora nulla è stato fatto.
È un tema, come ha ribadito l'Assessore... e anzi, ringraziamo che ci sia anche questa disponibilità a poter trattare su un nuovo documento per aggiornare diverse leggi e renderle magari più innovative e più moderne in base alle esigenze attuali.
Sicuramente, un'altra cosa importante è che è stato detto che ci potrebbe essere un allargamento: allargamento non vuol dire spostamento, e questa è già una buona notizia. L'importante è che si cerchi di mantenere le radici proprio lì dove sono nate e - come è stato detto - ci possono essere delle difficoltà, ma attraverso un confronto, come quello che ci è stato detto che ci sarà, si possono trovare sicuramente le migliori soluzioni per cercare di mantenere quelle che sono storia, radici e passato, cercare di guardare avanti ma cercando quella giusta collaborazione di dare soddisfazione a tutti gli attori coinvolti, quindi alle comunità locali, a chi vive e ha vissuto queste esperienze. E cercare comunque di adeguarsi ai tempi e quindi trovare delle nuove prospettive che diano un risultato che sia soddisfacente per tutti.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Ringrazio il collega Brunod per aver portato in Aula questo tema che, non solamente a livello regionale, ma soprattutto per la comunità di Champorcher - lo si vede anche dalle note stampa e dalle eventuali raccolte firme che a quanto pare sono anche partite - è molto sentito.
Champorcher nel 1861 aveva 1.200 abitanti, ora ne ha 400, ed è forse il Comune più emblematico dello spopolamento della montagna.
Ha detto bene l'assessore Bertschy: c'è sicuramente una questione tecnica, da un lato, quindi bisogna capire il motivo per cui anche una cooperativa di questo genere è in difficoltà, e secondo me bisogna anche valutare quali siano le dinamiche di un paese, perché sappiamo tutti che nei nostri piccoli paesi, purtroppo, ci sono certe dinamiche che escludono o, comunque, la partecipazione in certe attività che magari sono anche sentite, non viene tramandata nel giusto modo.
Anche qui anche il discorso sulle scuole, sul rapporto che hanno queste cooperative con le scuole, è un punto interrogativo che deve essere posto.
C'è poi però ovviamente la questione politica, perché se in qualche maniera noi abdichiamo al ruolo di dire: no, certe attività che sono andate in un certo posto le spostiamo, ovvio che il discorso della tutela della vita in montagna crolla, per cui qualsiasi tipo di discorso, le dentelles di Cogne o i drap della Valgrisenche o quant'altro si può spostare dove si vuole. Sarebbe un po' come portare il lardo di Arnad e farlo fare a Quincinetto: è una bestemmia.
Bisogna fare tutta una serie di ragionamenti positivi e che comunque si debba continuare a parlarne, anzi, si cominci forse a parlarne di questa tematica qua, perché Champorcher è la prima volta, è il primo caso; può darsi che, a cascata, ne arrivino anche altri. E non si è per forza contrari al fatto di ampliarsi anche a Donnas, perché avere un punto vendita a Donnas, non per forza è negativo, anche perché il punto vendita a Donnas potrebbe portare anche valore in più a Champorcher perché si potrebbe dire: "Andate a vedere come si lavora effettivamente".
Se invece si decidesse di spostare la produzione da Champorcher a Donnas, ci sarebbe anche una questione occupazionale, perché in questa cooperativa comunque ci sono anche persone di Champorcher che lavorano a Champorcher.
Quindi, è ovvio che è un discorso molto complesso - come ho detto prima -, che concerne anche dinamiche di paese e quant'altro; sta a noi, politica regionale, politica comunale, capire i motivi e cercare di porre delle soluzioni. Però, mi sembra che la volontà ci sia, quindi di sicuro ci si tornerà su questo tema.