Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2709 du 27 juillet 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2709/XVI - D.L. n. 104: "Disposizioni in materia di Zona Franca per la Ricerca e lo Sviluppo (ZFR&S)".

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 31 Consiglieri, riprendiamo i lavori. Avevamo aperto il punto n. 6.01.È stato depositato un emendamento da parte del gruppo della Lega. Il relatore per la I e per la IV Commissione è il consigliere Jordan che si è prenotato per presentare la relazione. Consigliere Jordan ne ha facoltà.

Jordan (AV-VdA Unie) - Le projet de Zona Franca de recherche et développement, même s'il ne fait pas partie de la législation nationale prévue pour les zones franches urbaines établies en 2007, est née de l'expérience des zones franches urbaines françaises et partage les finalités de soutien au développement économique, à la recherche, au développement et à l'innovation. À ce titre, il fait partie intégrante du nouvel extrait Smart Specialisation Strategy de la Région Autonome Vallée d'Aoste, pour la période 2021-2027 et du def régional. En effet, la zona franca de recherche et développement renforce le processus d'attraction des capitaux et des talents, mais aussi du soutien au développement des activités économiques déjà existantes sur les territoires, qui décident de faire de l'innovation, de la recherche et du développement des points forts de leur compétitivité. Ce projet définit un programme de soutien fort d'accès facile avec des temps de remboursement bien définis au bénéfice des entreprises engagées dans le transfert de technologie, dans l'innovation et dans l'investissement. Aussi avec des mesures fiscales qui permettent aux entreprises de décider leurs priorités et des aides financières plutôt concentrées sur des priorités spécifiques identifiées par les entreprises dans leurs programmes d'investissement. Un projet de loi créé dans le but - en plus de ceux qui étaient déjà faits avec d'autres instruments législatifs et des programmes de développement régional - d'attirer des capitaux de la technologie, mais, surtout, aider à démarrer un processus de croissance en ayant comme objectif celui de développer quelque chose de plus que la manœuvrabilité fiscale qui a été accordée par l'État en 2017. Je veux juste souligner que cette disposition concerne bien que marginalement un sujet d'intérêt pour la politique et pour les citoyens valdotains qui revient périodiquement à l'attention de l'opinion publique. Il est donc nécessaire aussi, dans le cadre de cette disposition législative, d'éviter des malentendus et de faire référence aux différentes déclarations du terme Zona Franca. Le terme Zona Franca dans son interprétation plus utilisée, à savoir celle douanière, désigne un territoire - bien que soumis à la souveraineté de l'État - qui est situé en dehors de la ligne douanière et est soumis à un régime fiscal tout particulier. La zona franca dans ce sens est prévue par l'article 14 de notre statut spécial, mais son application est liée à des modalités de réalisation qui doivent être encore être fixées par une loi de l'État et, aujourd'hui, elles ne sont pas encore fixées. Au contraire, il est possible, et c'est le cas de ce projet de loi, d'encourager le développement d'une politique spécifique dans notre région, en partageant les principes et les finalités de la Zone Franca urbana et de la Zone Franca economica, dont le projet de loi contient des éléments significatifs.

Infatti, la Zona Franca di Ricerca e Sviluppo della Regione Valle d'Aosta rispecchia nei suoi obiettivi quanto si prefiggono le zone economiche speciali, cosiddette ZFR&S che sono aree geografiche nell'ambito delle quali vengono offerti incentivi a beneficio delle aziende che vi operano, attraverso la previsione di strumenti e la concessione di agevolazioni che agiscono in un regime derogatorio rispetto a quelli vigenti.

Il termine Zona Franca di Ricerca e Sviluppo ha inoltre una denominazione che agevola la comunicazione verso le aziende e gli stakeholders interessati.

Il marketing territoriale della misura infatti coniuga il concetto di Zona Franca con il rafforzamento della competitività delle aziende ubicate nelle aree interessate attraverso il sostegno pubblico agli investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo.

Il presente disegno di legge reca pertanto: "Disposizioni per l'individuazione di una Zona Franca per la ricerca e lo sviluppo" con lo scopo di supportare, attraverso misure specifiche, la crescita di una porzione di territorio che presenta potenzialità di sviluppo in termine di ricerca e d'innovazione e creare quindi pertanto un impatto positivo a livello economico e sociale.

L'innovazione, la ricerca e lo sviluppo vanno intesi quali fattori chiave per la competitività delle imprese regionali, che rappresentano quindi un valore aggiunto per il territorio.

La" Zona Franca, Ricerca e Sviluppo" intende in particolare sostenere la valorizzazione delle attività di ricerca e sviluppo, promuovere il trasferimento tecnologico all'innovazione e favorire quindi la crescita, la competitività e l'attrattività delle aziende e del territorio di riferimento.

Si articolano in un insieme di misure quali contributi, incentivi, agevolazioni fiscali e contributive che possono essere richiesti dagli operatori economici insediati, nonché attraverso il finanziamento della definizione e realizzazione d'innovativi progetti e programmi di sviluppo industriale.

Gli effetti del rafforzamento della capacità delle imprese d'innovarsi attraverso la ricerca possono essere valutati in un periodo medio-lungo, ed è per questo necessario per lo sviluppo di queste politiche avere misure strutturali, come la creazione di una Zona Franca che duri appunto nel tempo.

Tuttavia, è anche necessario misurare gli effetti di una misura così innovativa, ed è per questo che la norma prevede, in sede di prima applicazione, un'applicazione sperimentale per un periodo di tre anni.

Al contempo, con una visione prospettica, con la norma viene autorizzata la Giunta regionale a negoziare con lo Stato l'introduzione di ulteriori agevolazioni fiscali con impatto sul bilancio regionale a favore degli operatori economici.

L'applicazione di questa norma potrà creare opportunità di crescita in un sistema delle imprese, ma occorre concretizzare un progetto che ha bisogno anche di altre condizioni per essere competitivo, altrimenti rischierebbe di restare un riconoscimento senza alcun ritorno per il territorio.

La carenza nel sistema infrastrutturale delle comunicazioni materiali e immateriali e il costo delle utilities - a cominciare da quello dell'energia e di quello ancora più grave del denaro - sono problemi tutt'ora irrisolti che costituiscono da sempre un ostacolo fisico alla crescita del sistema economico regionale.

Infine l'iniziativa "Zona Franca, Sviluppo e Ricerca", come accennato, è individuata nella strategia di specializzazione regionale del periodo 21-27 tra le risposte strategie per superare il gap con le altre Regioni, in termini di capacità d'innovazione ed è anche previsto, come dicevo, nel DEFR.

Il disegno di legge si compone di dieci articoli dei quali si riassumono gli aspetti più significativi.

L'articolo 1 definisce e delimita il concetto di "Zona Franca di Ricerca e Sviluppo" e ne individua le finalità.

L'articolo 2 specifica il carattere locale delle misure previste e rimanda a una successiva deliberazione attuativa della Giunta regionale.

L'articolo 3 individua i beneficiari delle misure, ovvero le imprese industriali e i centri di ricerca che hanno insediato un'unità produttiva della Zona Franca, Ricerca e Sviluppo.

L'articolo 4 elenca le tipologie di misure previste per gli operatori economici insediati, ovvero i contributi per la realizzazione dei programmi d'investimenti al comma 1 e per l'esenzione dell'IRAP al comma 2, per le imprese industriali e per i centri di ricerca, specificando che questi sono concessi nei sensi e nei limiti della normativa dell'Unione Europea in materia di aiuti di Stato.

Il comma 4 evidenzia il carattere sperimentale dell'iniziativa, stabilendo la durata - come ho detto - in tre anni di sperimentazione.

L'articolo 5 autorizza la Giunta regionale a negoziare con lo Stato l'introduzione di ulteriori agevolazioni fiscali.

L'articolo 6 prevede azioni di marketing territoriale a sostegno della Zona Franca Ricerca e Sviluppo.

L'articolo 7, al comma 1, stabilisce che le misure previste dall'articolo 4 sono attuate tramite procedimenti a bando. Il comma 2 stabilisce che le modalità di applicazione, oltre ogni altro adempimento o aspetta relativo all'applicazione, saranno demandati alla Giunta regionale.

L'articolo 8 al comma 1 elenca i casi di revoca totale o parziale delle misure.

L'articolo 9 prevede la misura di possibilità di cumulare le misure di cui al presente disegno di legge con altre agevolazioni pubbliche con esse per gli stessi costi ammissibili nel rispetto della normativa eurounitaria.

L'articolo 10 infine reca le disposizioni finanziarie.

Presidente - La relazione è stata presentata, apriamo la discussione generale sul disegno di legge 104. Si è prenotato il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Semplicemente per fare alcune considerazioni e approfittarne anche già per presentare l'emendamento, così efficientiamo i tempi.

Penso che il collega Jordan nella sua relazione abbia colto un passaggio che è abbastanza importante riguardo a questa tematica.

Lui ha parlato di malentendu; quando si parla di Zona Franca c'è il rischio d'intendere di più di quello che poi effettivamente nel concreto si può fare.

C'è più di un esempio e ci sono anche stati degli interventi, ricordo anche il lavoro fatto - e l'abbiamo già citato più volte - promosso dal Consiglio regionale sulla flessibilità fiscale dove - al di là di retaggi o prerogative storiche che alcuni territori hanno ancora e di cui ancora beneficiano - è ovvio che le Zone Franche sembrano far parte di un retaggio passato, di momenti in cui c'erano situazioni di concorrenza fiscali molto più ampie. I poteri dei singoli Stati e delle Regioni erano differenti e c'era anche una cosa, almeno nell'ambito europeo, che non si chiamava atto unico e codice doganale, quindi era "Più facile", lo semplifico, portarsi dietro delle prerogative in ambito di facilitazione fiscale per determinate motivazioni che in realtà avevano dei deficit da un certo punto di vista, principalmente di natura geografica, oppure che avevano dei retaggi storici che erano portati dal passato.

Questo articolato, questo disegno di legge che dall'analisi può sembrare estremamente semplice e sintetico, in realtà è un disegno di legge che, se esaminato in maniera più approfondita, è qualcosa di più e ha anche delle potenzialità che sono poi collegate a una parte di discorsi che abbiamo fatto a vario titolo proprio in questa seduta del Consiglio laddove- e l'ho fatto anche stamattina, l'hanno fatto anche altri colleghi - si parlava di rapporti con un altro attore che è lo Stato centrale e direi anche, in realtà, l'Unione Europea perché, come dicevo oggi, la normativa non è più nazionale ma è anche quella eurocomunitaria, anzi, forse su queste tematiche quella nazionale ormai è praticamente dipendente totalmente da direttive e regolamenti che arrivano dall'Unione Europea.

Devo dire- e non voglio tediare l'uditorio - che il mio gruppo, al di là di quella che fu la provocazione del programma delle regionali del 2018 con la proposta della zona autonoma di imposizione, nell'esperienza del Governo Spelgatti scrisse nel DEFR la proposta della Zona Franca Urbana, che si è poi, di fatto, consolidata per l'appunto in quella che giustamente è stata una proposta, che oggi troviamo in qualche modo ben rappresentata da questo disegno di legge.

Devo dare atto, sia all'Assessore competente che agli uffici che se ne sono occupati, di aver tradotto in un testo che abbiamo condiviso sin dalla sua presentazione e di cui, tra l'altro, in più occasioni, avevamo detto che eravamo in attesa di leggere e capire quale fosse la proposta che veniva fatta.

All'interno del testo, oltre alla parte operativa delle misure e delle modalità di attuazione già rappresentate dal relatore, ci troviamo in particolare quello che è rappresentato dall'articolo 5, quelle che sono chiamate le "Ulteriori misure".

È vero, sull'IRAP la Regione può dire già qualcosa. Veniva anche ricordata la norma di attuazione che ci consente di manovrare, ovviamente a pareggio di bilancio - perché ricordo che non esistono pasti gratis, perché qualcuno ogni tanto la fa molto semplice, ma bisogna sempre ricordarsi che, in realtà, non è proprio così. È stata anche l'occasione, lo voglio dire ma senza alcuna polemica, nel corso di un'audizione di ricordare anche quello che qualcuno ha rilanciato, ovvero il modello Livigno; dobbiamo ricordare che sul modello Livigno comunque una forma di tassazione c'è, perché sennò il Comune di Livigno non potrebbe finanziarsi.

È un modo diverso, è una tassazione diversa ma comunque non è vero che non si paga e che non c'è nessun tipo di tassazione, perché, ripeto, da qualche parte Pantalone deve trovare le risorse per poter reggersi. Quindi anche in quel caso - se non erro è sui 26 milioni il bilancio di quel Comune - con dei sovracanoni e con delle sue tassazioni da qualche parte le risorse devono arrivare.

Parlavo dell'articolo 5 perché in quest'articolo c'è un passaggio importante, sicuramente complesso e complicato, anche perché sappiamo benissimo che la situazione generale non è positivissima. Nel senso che sia l'evoluzione di quello che sarà il post crisi o la nuova crisi post pandemica, tutte le difficoltà che ci sono potranno portare a dei nuovi assetti. Tra l'altro, spesso ce lo dimentichiamo, ma a livello di Unione Europea si stanno facendo dei ragionamenti sulla normativa in materia di aiuti di Stato anche se forse tutto verrà rimandato dopo l'esito delle elezioni del prossimo anno a livello europeo. Però nell'articolo 5 si dà un'autorizzazione al Governo regionale di poter andare eventualmente - e nelle possibilità del rapporto con lo Stato - a definire una serie di potenziali riduzioni di altre imposte, si parla dell'IMU, dei contributi INPS e di altre possibilità.

Ne approfitto per rappresentare l'emendamento che abbiamo presentato e che avevamo già esposto in Commissione che segue un po' questo sillon. Nel senso che se il comma 1 ha come focus, giusto e corretto, le imprese, l'altra parte che manca - e questo forse è più legato proprio alla tematica della ricerca e dello sviluppo -o che è necessario recuperare, trovare o attirare sono poi i cervelli, sono le persone, le competenze.

In più di un'occasione, al di là del tema della ricerca, abbiamo detto che spesso è complesso, soprattutto per un territorio come il nostro, attirare determinate competenze, ma per una questione sia di economia di scala sia di occasioni.

Abbiamo pensato per l'appunto di proporre e di aggiungere un comma dove, anche in questo caso, poter autorizzare la Giunta regionale a negoziare con lo Stato l'introduzione di ulteriori agevolazioni fiscali - con impatto ovviamente sul bilancio regionale, perché ho detto che non esistono pasti gratis e quindi da qualche parte le risorse devono essere prese - per quei soggetti residenti all'estero che rientrano in Italia trasferendo la propria residenza fiscale in Valle d'Aosta aderenti a una serie di categorie, in particolare si parla di docenti, di ricercatori e di maestranze con significative esperienze lavorative.

È vero che ci sono già delle normative. Non c'è una normativa univoca ma una serie di normative che permettono questo tipo di attrattività a livello nazionale ma, perché no... poter dare la possibilità al Governo regionale eventualmente nelle discussioni con il Governo centrale di poter integrare, pro domo nostra, delle possibilità che già ci sono.

Sicuramente sia il comma 1, sia nel caso passasse quest'ulteriore comma 1bis... non sono dei percorsi semplici e immediati, sono dei percorsi complessi che devono essere gestiti con le dovute maniere, ma ci sembrava opportuno aumentare le possibilità e le potenzialità che questa legge potrebbe portare con tutte le situazioni di sorta.

Quindi da parte del mio gruppo ci sarà il voto favorevole su questo disegno di legge e su questi temi; come spesso è già capitato, siamo disponibili a discutere, lavorare e implementare le possibilità che oggi la normativa vigente ci dà e, perché no, anche quelle che possono essere delle prospettive su cui, al di là delle idee politiche, tutti quanti potremmo a vario titolo lavorare.

Presidente - Siamo in discussione generale, altri vogliono intervenire in discussione generale? Consigliere Lavy, ne ha facoltà.

Lavy (LEGA VDA) - Quando si parla di Zona Franca, si deve avere ben chiaro un obiettivo: lo scopo della Zona Franca è un riequilibrio di uno svantaggio che può essere di diversi tipi, ed era quello che era stato concepito appunto per la Valle d'Aosta nello Statuto, visto che la Regione Valle d'Aosta è una regione di confine, che soffre alcune questioni, anche fisiche, al di fuori del territorio. Si doveva in qualche maniera trovare un sistema per riequilibrare ciò che altre Regioni avevano e hanno ancora tutt'oggi.

È ovvio che con questo disegno di legge non ci può essere un paragone con la Zona Franca integrale concepita praticamente 80 anni fa, però alcuni aspetti sono interessanti, perché anche qui si vuole in qualche maniera cercare di dare delle risposte a un settore, quello imprenditoriale e industriale, che, a parte alcune eccezioni, in Valle d'Aosta purtroppo si ritrova in alcune condizioni di svantaggio rispetto ad altre aree del territorio dell'Italia, e non solo dell'Italia, ovviamente.

Ecco perché con questo disegno di legge si vuole dare una mano, creando tutta una serie d'incentivi e di defiscalizzazioni, tramite il decreto legislativo 184, per favorire l'importazione da fuori regione di persone, capitali, di know-how che purtroppo spesso in questa Valle mancano.

Il disegno di legge, molto interessante, inverte anche un poco la tendenza che c'era qui in Valle di puntare magari solamente sul settore pubblico; ora si sta capendo che invece avere anche un settore privato molto forte, avere imprese, avere luoghi in cui si fa ricerca, è fondamentale, perché tutte le ricadute sul territorio hanno anche delle ripercussioni sulle casse regionali.

Il sistema che c'è alla base di questo disegno di legge è quello del cosiddetto marketing territoriale. Ci sono tre tipi di aspetti che devono essere considerati affinché questo disegno di legge possa avere un successo: il primo è innanzitutto capire dove queste aree verranno create - e qui verranno scelte con delibera successiva - e adesso poi entrerò più nel particolare.

Il secondo aspetto: la fase d'installazione in queste aree delle aziende, il loro consolidamento.

Terzo aspetto: la fase del monitoraggio, perché, essendo questo provvedimento sperimentale, la fase del monitoraggio è forse quella addirittura più importante di tutte. Perché, una volta arrivati alla fine del periodo di prova, ci devono essere i risultati affinché questo provvedimento possa essere di nuovo ripresentato e riconfermato nel futuro.

Questo è essenziale, ma andiamo per ordine.

Con questo disegno di legge si può prospettare, sotto il lato imprenditoriale e non solo, lo sviluppo futuro della Valle d'Aosta. Perché dove saranno installate queste aree di Zona Franca della Ricerca e dello Sviluppo? In Commissione è stato detto che si lavorerà sulle aree omogenee della Media e Bassa Valle, assolutamente giusto, però qualche mese fa mi ricordo che avevo lanciato addirittura un'idea, quando si parlava della questione del Bando Borghi, di puntare anche - ovviamente dopo il 2026, sperando che tutto vada nel migliore dei modi - sulla comunità di Arvier, sul Comune di Arvier, visto anche i rapporti che ci dovranno essere con i vari Politecnici, con varie Università, con vari Enti che faranno parte del progetto. Lì sarà appunto interessante, anche perché se si guarda nel disegno dell'intera Valle d'Aosta, avere tutta una serie di queste piccole aree all'imbocco anche delle valli laterali permetterebbe in qualche maniera di fare in modo che non solo non ci possa essere uno spopolamento di queste valli, ma anche addirittura un ripopolamento di esse, perché se il luogo di lavoro di eccellenza è vicino comunque all'imbocco di queste valli, ecco che la popolazione deciderà di restarci ed il fenomeno dei "Cervelli in fuga" magari potrebbe essere addirittura ridotto.

Quindi Pont-Saint-Martin, Hône, Verrès, Saint-Vincent, Châtillon, Arvier, possono essere tutti dei luoghi in cui sviluppare questo genere di aree.

C'è poi la seconda questione, perché bisogna chiedersi: ma chi si vuole attirare? Grandi aziende, piccole aziende, aziende già presenti sul territorio valdostano, aziende di fuori Valle? Non è per niente tutto uguale, anzi, se si vuole puntare sulle piccole e medie imprese, bisogna un poco analizzare quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi, perché sappiamo tutti che queste soffrono di più le debolezze dei mercati locali, hanno svantaggi nell'accesso al credito, al mercato dei capitali in maniera maggiore rispetto alle grandi imprese, hanno una maggiore incidenza dei costi fissi per quanto riguarda l'insediamento, quindi magari avere già delle strutture pronte sarebbe qualcosa di fondamentale, basti pensare alle pépinière degli incubatori. Hanno una forte dipendenza dei servizi locali e una minore capacità di difendere eventuali asset interni.

Ecco perché, se si punta sul settore della ricerca, anche la difesa degli asset sarà fondamentale, quindi sarà essenziale avere una sorta di ombrello che protegga questa sorta di aziende, o anche Università, dalla questione dello sviluppo dei loro asset o dei loro eventuali brevetti.

C'è poi anche la questione distributiva, perché ciò che manca in Valle purtroppo è un Hub in entrata e in uscita delle varie materie che servono per fare alcuni prodotti, ma anche per esportare al di fuori della Valle i prodotti fatti da queste aziende.

Per fortuna, a livello privato, soprattutto in Bassa Valle, qualcosa si sta muovendo però anche qua deve essere seguito, perché avere degli Hub che possano lavorare per quanto riguarda la logistica dell'azienda è assolutamente fondamentale.

Si potrebbe pensare - e questo forse è l'aspetto più interessante che avrebbe anche un lato pericoloso tra l'altro - all'attrazione di spin off. Quindi queste unità che provengono magari da aziende più grandi, o addirittura da Università, che potrebbero decidere d'inserirsi con delle unità locali in queste aree di Zona Franca.

Sarebbe interessante, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto universitario, perché comunque, se si riguarda l'aspetto industriale, bisogna in qualche maniera evitare che si ripeta, per esempio, il caso della Lavazza. Grandi aziende che arrivano, che hanno la convenienza per un po' di tempo d'installare una loro unità locale nel territorio valdostano e poi, per qualche motivo, decidono di spostarlo.

Bisogna in qualche maniera trovare un sistema per cui l'uscita dal mercato locale, cioè la dismissione dell'unità locale da parte di queste aziende, sia addirittura un problema per le aziende stesse, cioè non convenga loro spostare questa unità locale.

È un lavoro molto complesso, difficile, sicuramente, ma per evitare che poi da un giorno all'altro ci ritroviamo magari con delle aziende che decidono di spostarsi da un'altra parte, lo sforzo credo valga la pena che sia fatto.

Si decidesse puntare poi sulle piccole imprese. Anche lì è interessante capire quale potrebbe essere il disegno di sviluppo di queste, perché puntare sulla creazione di un'economia di agglomerazione, tante piccole imprese interconnesse che hanno fatto la fortuna dei distretti - soprattutto nel Nord Italia - ecco che lì sarebbe molto interessante il discorso da approfondire, perché oggi vediamo nel territorio valdostano tante aziende che - purtroppo, o per fortuna, per diversi tipi di motivi che non sta a noi giudicare - ragionano un poco per comparti stagni. C'è una scarsa collaborazione fra di loro. Invece creare questa sorta di economia di agglomerazione di tutte queste piccole aziende sarebbe centrale perché sarebbero tutti stakeholders del territorio e addirittura avrebbero delle difficoltà anche a spostarsi dopo la fine di questo provvedimento sperimentale.

Cerchiamo in qualche maniera di lavorare in questo senso, poi sapendo benissimo che se arrivassero tante piccole aziende, queste, almeno in un primo momento, punterebbero su innovazioni di prodotto, di processo, la questione logistica... niente di speciale in una prima fase. Ecco perché comunque bisogna guardare anche un poco oltre lo scadere di questo provvedimento che, speriamo, possa avere un futuro.

Terza questione è quella del monitoraggio che, come ho detto prima, forse è quella più importante, anche nell'ottica del marketing territoriale, perché se l'azione funziona, ecco che magari tra qualche anno altre aziende decideranno di venire a installarsi in questi territori di Zona Franca di Ricerca dell'impresa.

Ovvio che si deve percorrere un doppio tipo di binario, quindi outcome monitoring, la monitorazione ex post e anche in progress, e dall'altro lato un'analisi controfattuale, per capire quali sono le influenze positive, o anche negative, dell'avere queste aziende in quest'area di Zona Franca, magari paragonandole ad altre aziende che, in realtà, non sono inserite nella Zona Franca.

Poi è ovvio che ci possono essere anche degli effetti di spiazzamento, per cui aziende che sono fuori dall'area di Zona Franca potrebbero avere degli effetti positivi rispetto alle aziende presenti nella Zona Franca, perché magari hanno una collaborazione.

Tutto questo da tenere in considerazione, cercando anche di evitare il cosiddetto "Effetto di selezione", il selection bias.

Essendo che in Valle d'Aosta il numero di aziende non è enorme, anche nel monitoraggio ci potrebbero essere degli errori. Per cui certe aziende potrebbero essere influenzate indirettamente o direttamente da altre aziende e, se prese in considerazione, potrebbero dare risultati più o meno positivi, quindi un pochino storpiare i risultati del monitoraggio.

Ecco perché sono tutte questioni che devono in qualche maniera essere affrontate, anche perché la volontà della Regione è quella di attrarre. Poi c'è il cosiddetto "Azzardo morale" delle aziende che non si sa dove porti loro nella strada di sviluppo, e anche la questione della selezione avversa, per cui noi non possiamo decidere di portare avanti un certo tipo d'idea ma appunto sta nella libertà, nelle scelte strategiche delle varie aziende decidere il loro futuro.

Sono tutte questioni molto complesse da trattare e anche da controllare nel tempo.

Bisogna capire se anche la Regione abbia la forza o meno di farlo, non lo so.

Ecco perché sarebbe interessante legarsi alle varie Università, abbiamo qui l'Università della Valle d'Aosta che ha anche un aspetto più economico aziendale, la laurea magistrale, su cui puntare e con cui avere una sorta di correlazione.

Interessante questo tipo di provvedimento perché si può finalmente in questa maniera far diventare un valore quello che è sempre stato, in realtà, un grande svantaggio, che è quello di essere territorio di confine: la Valle d'Aosta ai margini di tutto, nel grande settore industriale del Nord; è al di qua delle Alpi per quanto riguarda la Francia, la Svizzera idem, ma soprattutto per quanto riguarda gli spin-off universitari. Sarebbe invece la Valle d'Aosta un punto d'incontro, anche fra diverse Università che in questo territorio potrebbero trovare una convergenza su tanti aspetti di ricerca.

Ecco che lì, soprattutto il rapporto con l'Università, e il ruolo dell'Università della Valle d'Aosta, deve essere assolutamente fondamentale con i suoi rapporti che ha anche con altri tipi di Università. È la base.

È un disegno molto complesso, articolato, che sicuramente avrà dei rischi, però bisogna fare in modo assoluto che - alla fine della sperimentazione di questo disegno di legge, di queste misure che verranno portate avanti - non ci si ritrovi in realtà con una sorta di fregatura, per cui magari non ci sono i dati, o i dati sono sbagliati, non del tutto corretti o addirittura controproducenti, perché non si è fatto il massimo.

Questa è un'occasione e sappiamo che se questa occasione fallisse, da qui ai prossimi tot anni non possiamo più parlare di attirare le aziende.

Questo è un provvedimento veramente molto importante e c'è da ringraziare comunque anche l'assessore Bertschy per il contributo che ha voluto dare e l'impegno.

Questa è una prima fase, un primo passo per disegnare quella che deve essere la Valle d'Aosta del futuro. I rischi sono tanti, ne ho elencati alcuni, potremmo stare qui delle ore a parlare di questi, ma non avrebbe senso. Per un passo alla volta bisogna capire che tutte queste questioni, la questione territoriale, del consolidamento delle imprese e del monitoraggio, sono questioni essenziali, fondamentali affinché questo disegno di legge possa avere un futuro.

Serve l'impegno di tutti, soprattutto delle strutture dell'Assessorato che devono in qualche maniera anche rapportarsi con le aziende che decideranno di installarsi in quelle aree.

C'è da augurarsi che vada tutto al meglio.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale sul disegno di legge 104. Se qualcun altro vuole intervenire, lo invito a prenotarsi. Consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (PA) - Ho seguito quanto detto dal collega ma mi sembra che in particolare all'articolo 4 dove leggo: "I beneficiari dei contributi di cui... a decorrere dal primo gennaio successivo alla data di entrata in vigore del decreto legislativo in materia di coordinamento e di un rapporto di finanza statale e regionale sono altresì esentati dal pagamento dell'imposta regionale delle attività produttive". Credo che sia abbastanza.

Presidente - Altri vogliono intervenire in discussione generale? Consigliere Restano ne ha facoltà.

Restano (GM) - Innanzitutto ringrazio l'Assessore e il Governo regionale che hanno voluto presentare questo disegno di legge, sollecitati anche dal gruppo della Lega e da quanto fatto nelle precedenti legislature.

Un ringraziamento va anche ai componenti del gruppo Pays d'Aoste Souverain che in audizione ci hanno anche fornito un lavoro da loro predisposto che riassume bene l'argomento.

Interessante è stata l'illustrazione del collega Jordan e l'intervento del collega Aggravi, direi più che stimolanti.

Mi permetto di aggiungere qualcosa a quanto detto. La particolarità di questo disegno di legge è che si va a intestare in una Regione che è a statuto speciale, quindi gode già di una certa specificità riguardo alle imposte.

Proprio per il principio evocato dal collega Aggravi, che "Pantalone dà, ma Pantalone deve anche prendere", è opportuno fare una riflessione e individuare quanto espresso nell'articolo 5: chi è l'interlocutore per eccellenza.

Secondo me l'interlocutore per eccellenza è il Governo nazionale, è lì che ci giocheremo la partita, perché, se può essere un dare e avere, forse inizialmente - nella fase quantomeno sperimentale per i Comuni che ospiteranno queste zone - si potrà verificare una diminuzione di determinate entrate, senza avere il corrispondente guadagno, almeno inizialmente, guadagno che noi auspichiamo; è molto importante l'accordo con lo Stato.

Vi sono le Zone Franche urbane che sono state evocate, le Zone Franche speciali che sono state concepite per dei problemi specifici, per determinate zone particolarmente disagiate.

Da una verifica rapida, lo Stato interviene in maniera pesante e lì noi ci giocheremo una partita, una partita - colleghi - che, dal mio punto di vista, non è solo una partita economica, perché con questa legge ci giochiamo la nostra, è una partita soprattutto politica e soprattutto in questo momento.

Sicuramente la norma è importante, passata all'unanimità in Commissione, ho motivo di pensare che sarà votata all'unanimità anche dal Consiglio, perché tutti crediamo in questa norma; è un punto di partenza, ed è importante che ci si faccia vedere compatti, è importante l'interlocuzione con i nostri Parlamentari perché la iniziamo solo oggi e i frutti li vedremo fra tanti anni.

Auspicavo e pensavo di proporre un ordine del giorno; mi sono confrontato con l'Assessore che mi ha garantito - non avevo dubbi - il suo massimo impegno, ma l'ordine del giorno, come ho già avuto modo di dire, era un impegno politico per rafforzare il convincimento del nostro Consiglio e per stimolare - anche chi non è seduto all'interno di questo Consiglio - a partecipare al raggiungimento dei nostri obiettivi.

Quindi faccio anche la dichiarazione di voto. Voteremo convintamente questo Disegno di legge nell'auspicio di ricevere il giusto coinvolgimento dagli attori che parteciperanno ai successivi lavori e - come detto da altri colleghi - di poter vedere che tutto il territorio regionale possa giovare di questa norma. Vi sono aree particolarmente disagiate rispetto ad altre, aree con vocazione turistica, altre un po' meno; è l'occasione per riuscire a riequilibrare le entrate future di tutti i Comuni, ma soprattutto per far valere la nostra specificità.

Presidente - Altri in discussione generale? Non vedo richieste, non vi sono richieste, chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Si è prenotato l'assessore Bertschy in fase di replica, ne ha facoltà.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Grazie a tutti i colleghi che sono intervenuti, in particolare al relatore Corrado Jordan, che, con la solita puntualità e anche attenzione, ha presentato nella maniera migliore possibile questo provvedimento che personalmente sono molto contento di portare a nome del Governo, ma che ritengo sia un provvedimento del Consiglio tutto, anche perché nasce da un piccolo seme che noi abbiamo coltivato, già lasciato, nel 2018-2019, dalla programmazione dei Governi precedenti, in particolare gli Assessori che mi hanno preceduto, l'Assessore Aggravi e poi Testolin, oggi Presidente. Su questo tema si sono confrontati, noi l'abbiamo coltivato, fatto crescere, fino a farlo diventare infine un provvedimento di legge che, come avete ben detto tutti, non è che un punto di partenza, perché è uno strumento legislativo che ci permette di governare una visione politica, ma da solo ovviamente non può affrontare la sfida.

Ci sono tanti elementi positivi negli interventi che ho sentito, e vi ringrazio, perché c'è l'attenzione giusta verso questo provvedimento, che non si propone di far crescere nell'immediato i posti di lavoro ma si propone di costruire un progetto di sviluppo per il futuro che passa per le competenze e per la ricerca, ricerca che si associa alle competenze e che vuol dire provare a costruire un modello di lavoro più stabile e più radicato; perché quando i saperi si radicano in un territorio è più difficile poi portarli via. Quando le competenze si costruiscono insieme e diventano parte di una cultura di una comunità poi è più difficile estirparle.

Ha detto bene in quest'ultima parte dell'intervento il collega Restano: "Lo vedremo in futuro il prodotto di questa legge"; da oggi inizia un percorso più governato per andare in una direzione che non sia quella di vedere le nostre politiche industriali - se parliamo di politiche industriali - le nostre politiche di sviluppo semplicemente collegate all'arrivo o meno di un'azienda e poi alla sua partenza nel momento in cui non ci sono più i benefici che ha trovato nell'arrivare.

Quali sono gli elementi importanti che è bene tenere in considerazione?

Intanto che abbiamo una strategia. È la strategia sulla specializzazione intelligente che è una programmazione che ci siamo dati, attraverso la quale svilupperemo tutta una serie di azioni per la ricerca.

La seconda cosa è che lavoriamo - in particolare nell'ultimo periodo il collega Sammaritani l'ha portato in aula come tema d'interpello al Governo - per mettere insieme i nostri centri di ricerca: anche lì, da questo lavoro sinergico dei prossimi anni, potrà nascere un'ulteriore forza e un'ulteriore capacità di costruire progetti di sviluppo.

Diamo la possibilità di elevare la qualità del nostro lavoro, perché attraverso lo studio, attraverso le competenze e attraverso la possibilità che daremo ai nostri giovani e a coloro che vorranno venire in Valle d'Aosta, a coloro che vorranno tornare in Valle d'Aosta, eleveremo la qualità di questo lavoro. Un lavoro di ricerca che permetterà da un lato di sviluppare le nostre aziende, dall'altro lato di farle diventare più competitive, perché è la ricerca che mette il comparto economico produttivo in condizione di essere più competitivo.

Soprattutto ci misureremo con delle forze più adatte al nostro territorio; noi non potremo mai competere con i territori dove c'è grande popolazione e capacità di produzione che noi non possiamo mettere in campo.

Noi potremo dire la nostra in futuro se sapremo essere competitivi nella qualità e nella capacità del nostro modello di lavoro.

Queste cose insieme diventano una sfida, come avete ben detto, perché la legge si è data una fase di prima applicazione in attesa di aprire questo confronto con il Governo nazionale e con la Comunità europea e qui la speranza - e sono sicuro che sarà così - è di avere la possibilità di presentare questa legge a tutti i livelli, ai nostri Parlamentari, al Governo nazionale e di vederla sostenuta come interesse di sviluppo della nostra comunità e non come semplice azione di Governo.

Abbiamo bisogno che anche chi oggi si siederà dall'altra parte del tavolo, i nostri interlocutori, capisca che qui non stiamo chiedendo degli sconti o piuttosto delle agevolazioni semplicemente economiche, qui stiamo chiedendo delle risorse per investire nel nostro futuro e nella nostra capacità di essere in futuro sostenibili nel nostro progetto di sviluppo, e non semplicemente assistiti.

Questo è un po' il pensiero che accompagna questo provvedimento, perché, a mio avviso, pur parlando di ricerca, è la migliore leva di sviluppo che possiamo mettere in campo tutti insieme.

Da parte mia, senza andare oltre rispetto alla presentazione della legge che è già stata fatta, voglio ricordare ancora tre cose: l'importanza di costruire una rete intorno ai centri di ricerca. Mi è piaciuto anche lo stimolo di non fermarsi agli attuali poli industriali, quelli ovviamente sono il punto di partenza, però dobbiamo immaginare... e qui lo possiamo fare con il sistema delle nostre imprese, perché questa diventa anche una sfida per le nostre imprese, grandi o piccole che siano che stiamo cercando di far lavorare negli ultimi bandi insieme, per fare in modo che i più piccoli possano cogliere le occasioni di ricerca che non sempre in passato hanno potuto cogliere perché non dotati di strutture sufficientemente robuste e con le giuste competenze per poter partecipare. Però dobbiamo, insieme alle imprese, agli Enti locali e insieme al territorio, immaginare che da un primo punto di partenza si possano sviluppare tanti ulteriori punti di centri di ricerca e di possibilità di andare a introdurre questi sgravi fiscali, queste possibilità, ma con l'obiettivo che in quei posti poi nasca uno sviluppo collegato al territorio, alle peculiarità dei territori e, se possibile, a un recupero anche di quella vitalità di alcune località che nel tempo si è persa.

Oggi abbiamo un bando che si chiama "Housework", attraverso il quale i ricercatori che vengono a lavorare in Valle d'Aosta possono avere un contributo per i primi tre anni di attività in Valle d'Aosta sui costi di alloggio.

Noi dobbiamo, insieme agli enti locali, rispetto a queste persone - oggi siamo a una sessantina di ricercatori in Valle d'Aosta, circa la metà sono quelli che stanno lavorando al CMP3 - fare un'azione di ospitalità, di accoglienza anche di queste persone nuove che vengono a lavorare in Valle D'Aosta, anche per cercare di capire come insieme magari costruire un percorso poi di definitiva residenza, che vuol dire aver attratto delle competenze ma anche aver fatto un'azione per far crescere in futuro o quantomeno contrastare il calo demografico che abbiamo; farlo insieme vuol dire anche mettere delle competenze a disposizione delle aziende in via definitiva e con la possibilità di rendere più robusta la nostra azione e l'azione di sviluppo.

L'ultima cosa: credo sia giusto, tutti insieme, provare a sostenere la struttura attuale, struttura che si prenderà in carico la prima parte di sviluppo della legge. Però dovremmo fare in modo che le aziende e il sistema nel suo complesso sentano proprio questo provvedimento in modo che possa nascere quella capacità di sviluppo necessaria per cogliere i benefici che immediatamente ci saranno, ci saranno questi bandi con le prime risorse dedicate; ma soprattutto la crescita di una legge che speriamo sia la prima iniziativa - qui siamo molto settoriali: Zona Franca per la ricerca - per riuscire a far crescere invece quello che tutti ci auspichiamo.

La recente mozione che è stata approvata ha messo al lavoro tutta l'Amministrazione regionale ma quello che tutti auspichiamo è una Zona Franca per la Valle d'Aosta rinnovata, nuova, adatta ai tempi ma sicuramente utile a essere competitivi in un ambito molto difficile e di sviluppo.

Presidente - Consigliere Rollandin per dichiarazione di voto.

Rollandin (PA) - Credo che i riferimenti presentati dall'Assessore dicano in modo chiaro quali sono i problemi ancora da decifrare, e non solo. In più credo che siano una serie di attivazioni non semplici, perché da come è stato presentato con queste misure, è evidente che hanno delle difficoltà oggettive, quindi si tratterà di verificare per tempo, e soprattutto nella prima parte, gli aspetti che potranno essere da guida nei riferimenti ai progetti successivi, perché altrimenti non si può partire.

Credo che non sarà una cosa facile, ci vorrà tutta l'attenzione necessaria per coordinare le parti che si vogliono attivare, in modo da progressivamente avere i risultati di cui parlava l'Assessore.

Credo che ci vorrà molta attenzione sui temi che sono qui previsti e che sono delicati. Non è facile uscire da questa situazione. Bisognerà fare in modo che su questo lavoro ci sia un coordinamento da parte di tutti.

Presidente - Il Presidente della Regione ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Solo due brevi considerazioni a margine di una discussione che ci ha visti unanimemente convinti su un progetto di legge che ha un'importanza strategica per la nostra regione, un progetto di legge che, come ha giustamente sottolineato l'Assessore, è nato nel 2018 con un'iniziativa messa in campo dall'allora Assessore Aggravi e che poi è stata portata avanti con convinzione, perché è effettivamente un'opportunità che è, per il momento, tutta a carico dell'Amministrazione regionale. Anche quelle che saranno le agevolazioni da mettere in campo con lo Stato saranno agevolazioni che peseranno sulle entrate della Regione, ma è un investimento, alla stregua di altri investimenti e altre agevolazioni che, nel tempo, la nostra comunità ha voluto mettere in campo.

È un investimento che potrà ritornare a favore del nostro territorio con tutta una serie di vantaggi che sono quelli di un insediamento industriale, come qualcuno ha auspicato, per l'abbinamento tra il processo di ricerca e sviluppo e di un insediamento di attività industriali o artigianali, che possano essere compatibili con il nostro desiderio e con le infrastrutture che vogliamo insediare nella nostra comunità.

Penso che un inizio di percorso e d'individuazione di questo tipo di processi l'Assessorato lo abbia già individuato anche con i bandi che individuano già nei prossimi mesi, opportunità di ricerca e sviluppo abbinate anche con aziende di produzione che possono intersecarsi con la necessità di sviluppare e di fare ricerca in loco, con la possibilità poi di produrre e di elaborare tutta la capacità di creare nuovi processi che possono essere sviluppati e possono dare una redditività soprattutto in funzione di quelle che saranno le capacità di mettere "A terra" le ricerche espletate.

Il lavoro inizia solo adesso, perché ci sarà evidentemente la necessità di trovare i giusti canali per promuovere questo tipo d'iniziativa, per sostenerla dall'altra parte con delle risorse iniziali già previste, ma sulle quali bisognerà continuare a investire anche nel prossimo futuro; per noi era nel programma di Governo uno dei punti forti da perseguire; per perseguirli bisogna comunque crederci, ma metterci poi anche le risorse finanziarie che dovranno essere conseguenti alla nostra volontà di raggiungere un obiettivo importante.

Questo si interseca, l'ha detto bene l'Assessore, con l'altro tipo di attività che ci siamo presi carico di analizzare più nel profondo. Questo è un primo passo verso la Zona Franca, una Zona Franca che è stata presa come una piccola sfida da svilupparsi da qui all'autunno prossimo. Occorre capire innanzitutto quali sono le possibilità e le opportunità di poterla sviluppare, così com'è emerso dalla mozione che abbiamo votato unanimemente, con degli esempi che ci sono in Italia e all'estero, di trovare delle soluzioni che possano essere adattate ai tempi attuali rispetto alla concezione di Zona Franca che era stata evocata nel nostro Statuto, che comunque è quella che è rimasta nelle nostre memorie. Un processo che dovrà vederci coinvolti nel prosieguo di quest'attività con la consapevolezza che questo può essere veramente un punto di partenza importante anche rispetto ad altre problematiche che oggi ci toccano: non solo il rientro dei nostri giovani da percorsi nazionali e internazionali che li hanno coinvolti magari in altre nazioni o in altre regioni italiane, ma anche per attirare personale qualificato che possa insediarsi in regione e dare anche nuovo stimolo e nuova linfa ai processi demografici che tanto ci preoccupano e che caratterizzano purtroppo anche la nostra regione.

È con soddisfazione che oggi chiudiamo questa prima parte del percorso e andiamo a pensare al domani con rinnovato entusiasmo.

Presidente - Consigliere Lucianaz per dichiarazione di voto.

Lucianaz (LEGA VDA) - Rapidement, comme on parle de zone franche, en confirmant le vote comme annoncé par le collègue Aggravi. Je veux seulement remarquer que, en audition de la Commission, on a eu la possibilité d'entendre le représentant de mouvement soi-disant autonomiste de Pays d'Aoste Souverain, si possible encore plus intéressé à soutenir l'initiative du gouvernement que Confindustria, par exemple, donc on ne peut pas avoir qu'un vote en faveur.

Presidente - Altri? Non vi sono altre richieste d'intervento, passiamo all'articolato. Articolo n. 1, ci sono richieste d'intervento? Altrimenti mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 35

L'articolo n. 1 è approvato all'unanimità.

Stesso risultato per l'articolo n. 2, 3 e 4. All'articolo 5 vi è l'emendamento della Lega. Assessore Bertschy, a lei la parola.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Semplicemente per dire che l'emendamento è accolto, ringraziamo per il contributo che migliora la legge e s'inserisce all'articolo 5, che sarà la prima fase del lavoro di questa legge e completa le proposte che dovranno essere messe in campo e discusse con il Governo che potranno contribuire a rendere ancora più efficace l'azione e gli obiettivi che la legge si propone di raggiungere.

Presidente - L'emendamento è già stato illustrato, mettiamo in votazione. Stesso risultato per l'emendamento, per l'articolo 5, articolo 6, articolo 7, articolo 8, articolo 9, articolo 10.

Adesso esprimiamo il voto sulla legge nel suo insieme. Se non vi sono interventi, mettiamo in votazione la legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti, votanti e favorevoli: 35

La legge è approvata all'unanimità.