Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2199 du 23 mars 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2199/XVI - Interrogazione: "Stato delle interlocuzioni con il Ministero della giustizia in merito alla convenzione tra Comuni valdostani e tribunale di Aosta per l'utilizzo dei detenuti del Carcere di Brissogne nei lavori di pubblica utilità".

Bertin (Presidente) - Passiamo al punto n. 23. Risponde il Presidente della Regione.

Testolin (UV) - L'interrogazione vuole sapere a che punto siano le interlocuzioni con il Ministero della giustizia per arrivare a una convenzione tra i Comuni valdostani e il Tribunale di Aosta affinché i detenuti del Carcere di Brissogne vengano utilizzati in lavori di pubblica utilità.

Rispetto a quest'interrogazione, va detto intanto che non ci sono interlocuzioni generali con il Ministero della giustizia per l'utilizzo dei detenuti della Casa circondariale in lavori di pubblica utilità. L'attività non retribuita a favore della collettività, in sostituzione della pena detentiva o pecuniaria o la cosiddetta "sospensione del processo", con messa alla prova per alcune fattispecie di reati e delitti è svolta infatti sulla base di convenzioni stipulate tra i presidenti dei tribunali a ciò delegati dal Ministero della giustizia e i soggetti individuati dall'articolo 1 del decreto dello stesso Ministero del 26 marzo 2001 tra cui figurano anche gli Enti locali. In questo quadro si inserisce quindi la convenzione stipulata nel 2022 tra il Presidente del Tribunale regionale e il Sindaco di Aosta che è pienamente operativa. Il Comune di Aosta ci ha comunicato che attualmente sono sei le persone che stanno svolgendo i lavori di pubblica utilità e altre dodici persone sono già in lista di attesa.

La tematica del reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti è invece oggetto dei lavori dell'Osservatorio istituito nell'ambito del protocollo d'intesa tra il Ministero della giustizia e la Regione, alla quale partecipano, oltre all'Amministrazione regionale, anche il Comune di Aosta, il CELVA, la Direzione della Casa circondariale di Aosta e l'Ufficio interdistrettuale per l'esecuzione penale esterna. L'Osservatorio ha organizzato i primi lavori in quattro tavoli tematici animati dai coordinatori regionali competenti per materia.

Con riferimento all'argomento di questa interrogazione, si segnala in particolare che il Tavolo tematico "Lavoro e formazione" sta lavorando in continuità per quanto riguarda le due iniziative già operative presso la Casa circondariale, il panificio e la lavanderia e sta pianificando nuove attività, tra cui i corsi di formazione duale teorico pratica. Il Tavolo tematico "Politiche sociali" invece ha collaborato con la Casa circondariale e l'Ufficio inter-distrettuale per l'esecuzione penale esterna, il CELVA ed enti del terzo settore nell'ambito del progetto "Sostare fuori", finanziato dalla Cassa delle ammende, che, tra l'altro, ha previsto attività di reinserimento occupazionale, di sostegno della ricerca di lavoro, di reinserimento sociale e di ricerca di collocazione abitativa. Il progetto è terminato il 31 dicembre 2022 ma la Cassa delle ammende ha già messo a disposizione nuovi finanziamenti per il prossimo triennio, che saranno importanti per passare alla fase sperimentale del progetto a una sua messa a sistema.

Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Presidente per le sue spiegazioni, in realtà i numeri che lei ci ha enucleato, secondo la nostra valutazione, sono gravemente insufficienti.

Il carcere di Brissogne annovera una serie di ospiti che si colloca come numero tra le 250 e le 300 unità. Già nel 2021 avevamo portato quest'interrogazione per chiedere il numero di persone coinvolte in questo tipo di progetti e la risposta era stata che dieci detenuti nel 2021 avevano aderito a questo tipo di attività per un totale di 26 ore e si intendeva replicare questo nel 2022. Ora dieci detenuti su una popolazione carceraria di 250/300 persone sinceramente ci sembra un'incidenza davvero molto bassa. Se i numeri sono poi quelli che ci ha descritto rispetto al Comune di Aosta, quindi sei unità con dodici in attesa, siamo ancora sotto quello che ci era stato prospettato.

Ora qual è la necessità, qual è il problema? Questo tipo di attività, per quanto riguarda i detenuti, viene organizzata per un duplice motivo: il primo è un motivo che chi ha avuto la possibilità, e invito tutti a farlo, di visitare il carcere, verrà spiegato direttamente da chi si occupa della sicurezza, ovvero dalla Polizia penitenziaria. L'ozio genera conflitto, il detenuto che non ha altro da fare tutto il giorno che stare in cella e pensare a come dare fastidio alla Polizia penitenziaria ci riuscirà in una maniera particolarmente efficace, quindi dargli un'occupazione quotidiana permette di evitare il conflitto. Dall'altra parte ci troviamo ad avere a che fare con persone che hanno creato un danno alla società ed è giusto che restituiscano quello che alla società hanno sottratto, quindi impiegare i detenuti in attività di lavoro socialmente utile all'esterno del carcere, oltre che all'interno, come giustamente ha ricordato il Presidente, c'è una panetteria, c'è una lavanderia che però occupano poche unità di personale, anzi, vi sono anche delle lotte interne per chi debba occuparsene, occuparli in attività esterne permette a chi ha avuto questo tipo di condanna di restituire alla società il danno che ha provocato o perlomeno una parte e permette, venendo al primo punto, di evitare che queste persone stiano a oziare tutto il giorno in cella permettendogli quindi di pensare a come dare fastidio al prossimo.

Banalmente quando abbiamo avuto modo di visitare, abbiamo scoperto le raffinate tecniche di demolizione della cella che sono state messe in atto, abbiamo scoperto le raffinate tecniche di blindatura all'interno del braccio, con lo scioglimento di plastica all'interno delle serrature dall'interno per evitare che la Polizia entrasse; insomma, modalità, oltre che aggressioni, che sicuramente non permettono di garantire la sicurezza al meglio, che mettono a rischio sia gli operatori di Polizia, sia i detenuti stessi, che se però venissero impiegati all'esterno con lavori anche manuali e anche di fatica, anzi, auspicabilmente, probabilmente sarebbero sicuramente superati. Al netto della firma di questo documento, quindi quello che le chiediamo, Presidente, è di impegnarsi affinché da parte della Regione, da parte dei tavoli nei quali viene discusso con il CELVA e con tutti gli attori vi sia l'impegno nell'utilizzare il maggior numero di personale possibile in questo tipo di opere, in questo tipo di lavori ed è un qualcosa che permetterà ai detenuti di restituire quello che hanno tolto alla società, permetterà alla nostra Regione di avere un ritorno e permetterà alla Polizia penitenziaria di poter operare in sicurezza. Peraltro la nostra Regione purtroppo ha una struttura carceraria che ospita persone che sono tendenzialmente a fine pena, con le quale si può costruire poco e che non vedono l'ora appunto di magari andare a fare un dispetto al prossimo perché sono lontane da casa e quindi per ottenere un trasferimento, quest'azione quindi risulta più che mai urgente ed è su questa che la sollecitiamo.