Objet du Conseil n. 679 du 9 juin 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 679/XVI - Interpellanza: "Azioni volte ad evitare la monticazione di bestiame proveniente dal Piemonte negli alpeggi della nostra regione".
Bertin (Presidente) - Passiamo al punto n. 22. Per l'illustrazione dell'interpellanza, il consigliere Rollandin ne ha facoltà.
Rollandin (PA) - Abbiamo presentato questa interpellanza tenendo conto delle situazioni degli anni precedenti, tenendo conto del rischio che abbiamo anche quest'anno e soprattutto per evitare che i problemi collegati a queste presenze in qualche modo si riverberino anche sull'attività dei nostri arpiàn.
Ora è chiaro che le cronache avevano già ampiamente detto che cosa era successo, cosa era stato fatto e credo che anche molti dei nostri Valdostani, andando a visitare i nostri alpeggi, vedevano degli alpeggi nuovi, chiusi, e tutto attorno delle pecorelle che nessuno sapeva da dove arrivassero.
Ora evidentemente non è per questo tipo di soluzione che si sono impegnati milioni per rifare gli alpeggi per le nostre mandrie e soprattutto per non lasciare delle pecore - in particolare erano pecore perché gli altri erano meno - tranquillamente girare per i nostri alpeggi senza che nessuno seguisse il loro andare.
Questo è stato un aspetto molto delicato, senza contare che era una frode a livello dei fondi che a livello europeo vengono dati per queste monticazioni, che chiaramente erano un abuso totale e in più portava a una serie di non utilizzi corretti di quelli che sono gli investimenti che abbiamo fatto negli anni giustamente per facilitare la presenza dei nostri allevatori che portano le loro bestie durante il periodo estivo.
Noi chiediamo di sapere se siano stati già fatti dei sopralluoghi nelle nostre zone per capire che cosa stia succedendo, se ci sia di nuovo questo vizio redibitorio che ritorna regolarmente perché, se vogliamo proprio essere coerenti, già da anni erano presenti delle pecore senza che ci fosse il legittimo padrone.
Poi, quando evidentemente le misure hanno debordato, la cosa è divenuta troppo evidente e oggi, per evitare il rischio che noi abbiamo già corso negli anni precedenti, siamo qui a chiedere se i forestali o comunque altre figure professionali abbiano già fatto un sopralluogo, se abbiano ricevuto richieste d'intervento, se ci siano già presenze di questo tipo.
Presidente - Per la risposta, l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Torniamo a parlare di questa questione, di questa problematica che si è verificata negli ultimi anni nella nostra regione, nei nostri alpeggi, un'iniziativa che ci permette di fare il punto della situazione, di chiarire quello che si è fatto, quello che si sta facendo, quello che si vuole fare ma soprattutto fin dove la nostra azione potrà spingersi.
Nello specifico, con la prima domanda viene chiesto: "se vi siano da parte del Corpo forestale della Valle d'Aosta degli esperti dell'agricoltura, dei controlli preventivi per evitare l'utilizzo illecito di fondi europei", come è noto, a seguito della presentazione delle domande da parte degli agricoltori, i controlli previsti da AGEA sono sostanzialmente di tipo amministrativo, sia sulle domande a superficie che sui premi PSR, e riguardano principalmente il carico annuale minimo, questo per fare un po' di storia di come si arrivi alla questione che lei ha portato in Consiglio, cioè il rapporto tra animali e superficie.
Per fare questi controlli si utilizzano informazioni da banche dati nazionali e, se il carico minimo è rispettato, viene effettuata la liquidazione da parte di AGEA secondo una procedura automatizzata, senza quindi la necessità di un'istruttoria regionale, ahimè. Non vi è quindi una verifica da parte di un operatore istruttore e quindi non è valutata l'ottimale gestione del pascolo dove certo gioca un ruolo essenziale la conoscenza del territorio valdostano e delle particolarità dei suoi pascoli.
Tuttavia talune situazioni di potenziale malgoverno del bestiame sono ormai note agli organi di controllo territoriali - e li ha giustamente citati anche lei: la procura, il Corpo forestale, gli uffici regionali, i veterinari - per cui la loro presenza è immediatamente segnalata e posta sotto osservazione, grazie alla fattiva collaborazione tra detti organi di controllo e le amministrazioni locali ed eventualmente le Autorità di Gestione delle Regioni di provenienza.
In particolare, il Corpo forestale, nell'ambito dell'attività di controllo del territorio, tra cui ad esempio la verifica della percorribilità dei sentieri, gli interventi selvicolturali, il controllo faunistico-venatorio, la vigilanza ambientale, svolge congiuntamente anche un'azione di monitoraggio della frequentazione degli alpeggi e dei pascoli.
In particolare, anche sulla base di quanto emerso dalle indagini sui cosiddetti "pascoli d'oro", citati anche da lei nella sua iniziativa, indagini condotte dal Corpo forestale negli anni 2019/2020, sono state date ulteriori indicazioni puntuali sul monitoraggio circa il periodo di monticazioni e consistenza animali, rafforzando la collaborazione con gli uffici del Dipartimento Agricoltura in modo da poter far emergere puntualmente e attenzionare situazioni particolari che dovessero meritare approfondimenti ulteriori e, se nel caso, avviare autonome azioni di polizia amministrativa e giudiziaria per reprimere comportamenti illegittimi. Abbiamo parlato anche in un'interpellanza nel mese di gennaio di quello che era successo nel Comune di Etroubles e poi in altri Comuni della nostra Regione.
Nella seconda domanda si chiede "quali siano le politiche che l'Assessorato competente intende porre in essere per evitare i comportamenti sopra citati".
Per prevenire tali comportamenti, a fronte del fatto che allo stato attuale non è possibile modificare i presupposti della politica comunitaria attualmente in vigore, a partire dal 2019, il Dipartimento Agricoltura ha avviato un tavolo di confronto con gli enti locali valdostani, dal quale è scaturito un accordo di collaborazione fra Celva, Dipartimento Agricoltura e AREA VdA finalizzato alla simulazione preventiva dei carichi animali relativi agli alpeggi oggetto di gara pubblica.
Tale collaborazione, attiva dai primi mesi del 2020, permette di determinare la consistenza animale il più possibile adeguata all'effettiva capacità produttiva dei pascoli, anche grazie allo sviluppo di modelli territoriali che, utilizzando dati satellitari, consentono di considerare parametri quali l'esposizione, la pendenza, e serie storiche specifiche del comprensorio in esame.
L'ulteriore sviluppo di questi modelli, in collaborazione con l'Institut Agricole Régional e ARPA VDA, permetterà di dare importanti indicazioni anche sulle modalità di pascolamento, destinando le superfici più produttive al bestiame da latte e quelle meno produttive con maggiori pendenze al bestiame improduttivo, con il doppio vantaggio di migliorare la qualità e il benessere degli animali da produzione e di sfruttare appieno le superfici pascolive in base alla loro reale produttività.
Inoltre, in vista della nuova programmazione 2023-2027 della Politica agricola comune, l'Autorità di gestione del PSR ha promosso e partecipa attivamente a diversi tavoli tecnici che studiano il nuovo sistema premiale della PAC 2023-2027, con particolare riguardo ai cosiddetti eco-schemi.
Il tema dei prati permanenti e dei pascoli è al centro degli indirizzi dell'Unione Europea per la nuova programmazione perché queste superfici sono strettamente connesse a un'agricoltura di tipo tradizionale, estensiva, conservativa della biodiversità e fornitrice di importanti servizi eco-sistemici.
Il confronto interregionale ci permette poi di rilevare criticità da risolvere e potenzialità da ottimizzare: fra le prime, i referenti regionali, insieme a quelli delle altre Regioni dell'Arco alpino, hanno rilevato con forza il grave fenomeno speculativo che i sistemi dei premi previsto dalle misure europee ha determinato nella programmazione attuale e il rischio che potrebbe determinare ancora in futuro, soprattutto con riferimento alle ampie superfici di pascoli e prati caratterizzanti molte agricolture regionali.
In tal senso la proposta di regolamento per la redazione del futuro piano strategico nazionale, quindi 2023-2027, prevede meccanismi che limitino l'entità massima dei premi e un sistema decrescente degli stessi, determinando delle fasce intermedie.
Peraltro, il nuovo impianto premiale 2023/2027 non è ancora definitivo, in quanto il confronto istituzionale fra gli organismi politici e tecnici non è ancora terminato e pertanto le proposte regolamentari sono ancora in discussione.
Per questo motivo - nonostante l'apparente momento di stallo e ne abbiamo parlato più volte relativamente al riparto FEASR sulla programmazione 2023-2027 e anche nella discussione sul riparto 2021-2022, che è in una fase di stallo ma che speriamo si sblocchi a breve - l'attività degli uffici dell'Assessorato, e in particolare della Struttura Politiche regionali di sviluppo rurale, è incessante, si lavora assiduamente nel creare sinergia con le strutture analoghe di altre Regioni con tutte le Strutture di raccordo con l'Unione Europea e del Ministero.
A questo proposito è doveroso un ringraziamento anche al senatore Lanièce per l'attività di supporto e di confronto e di continua collaborazione posta nei confronti dei nostri uffici.
Anche il confronto in atto con ARPEA, al di là di eventuali collaborazioni future, è essenziale nel comprendere come non creare disparità a livello di aiuti.
Vorrei ricordare poi - come nell'interpellanza dei giovani in alpeggio - che la stessa Unione Europea, che tanto sostiene l'agricoltura, ci chiede giustamente il rispetto di regole sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato, che non ci permettono di discriminare le aziende soltanto in relazione alla provenienza geografica.
Presidente - Per la replica, il consigliere Rollandin ne ha facoltà.
Rollandin (PA) - Prendo atto delle indicazioni che mi ha fornito, non ultima, se non ho capito male, che il nuovo membro della Commissione paritetica è interessato a seguire anche queste parti del nostro territorio, quindi avrà di che fare, per carità, buon lavoro!
Vorrei solo ricordare che a noi interessano due cose sostanziali: la prima che non succeda quello che è successo negli anni scorsi: erano presenti sul nostro territorio dei greggi completamente abbandonati a se stessi, dove non c'era una persona che li seguiva e succedeva di tutto, se li mangiava un po' il lupo e se ne accorgevano quelli che vedevano i resti delle pecore che erano state chiaramente mangiate per il giusto e così via.
Ora questo non deve più succedere. Io non ho chiesto quali sono gli incentivi, che cosa viene dato, come viene calcolata la superficie attiva e quali sono i benefici per i proprietari di questi alpeggi. Non è quello che mi interessa. Quello che interessa è che non ci sia in Valle la presenza di questi greggi che portano malattie e portano naturalmente via i soldi alla Comunità Europea, perché loro prendono i sussidi e chiaramente non li prendono i Valdostani.
Quindi è tutto quello che è legato alla parte relativa alla presenza negli alpeggi che voglio risottolineare e credo che i forestali lo conoscano assolutamente molto bene: lei va su e vede delle strutture nuove chiuse, perché non vengono utilizzate - in quanto le pecore non hanno ancora preso l'abitudine di andare a letto direttamente nei piani superiori - e nessuno sa che cosa succede, nessuno sa quante siano, dove vadano. Questo è un problema ancora di questi giorni.
Ci sono dei camion che portano su la roba, portano su le pecore, le scaricano e buonanotte.
Allora quello che credo interessi a tutti è di evitare che questo succeda anche quest'anno, in particolare in certe zone che lei conosce, che sono già state richiamate.
Ora noi abbiamo voluto sottolineare questo per dire che soprattutto la conoscenza dei forestali è tale per cui si può prevenire, evitare che questo succeda; purtroppo è già un po' tardi, siamo già a un mese da quando abbiamo presentato questa richiesta, quindi io la pregherei di sollecitare i suoi addetti, come i forestali, ad attivarsi prima, adesso, non dopo, alla fine non si tratta di dare le multe semmai andiamo a rintracciare i responsabili.
Oggi di tutto questo non c'è niente. Tutte le modifiche che ci saranno a livello di sussidi e di interventi europei, per carità, sono tutte parti importanti, dignitose ma quello che più ci preoccupa sono gli altri due aspetti: le malattie, la presenza, che vuol dire portare via soldi ai Valdostani. Questi aspetti la pregherei di seguirli con attenzione, perché oggi siamo ancora nella situazione - magari un po' meglio - dell'anno scorso, questo vuol dire che succedono le stesse cose.