Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 359 du 24 février 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 359/XVI - Interrogazione: "Modalità di monitoraggio dell'attività di predazione del lupo sul territorio valdostano".

Bertin (Presidente) - Punto 8 all'ordine del giorno. Per la risposta l'assessore Sapinet, ne ha facoltà.

Sapinet (UV) - Parliamo nuovamente di lupo. Ne approfitto anche per scusarmi, perché dalle ore 10:00 sarò in conferenza con gli altri assessori delle Regioni italiane proprio sulla questione lupo.

Rispondiamo alle quattro domande poste dai colleghi. La prima, "quanti siano stati i casi di predazione del lupo sugli allevamenti valdostani"... I numeri degli ultimi anni ci dicono che nel 2018 sono stati 54, nel 2019 sono 70 e nel 2020 sono 48. Questi numeri sono il totale delle predazioni di animali in generale, poi vedremo che i 48 del 2020 solo una parte sono del lupo.

Diciamo che il calare del numero di predazioni è anche probabilmente dovuto ad un'azione di prevenzione. L'adozione di adeguate misure è molto importante per la difesa degli animali domestici dagli attacchi dei predatori. L'Amministrazione regionale ha previsto un contributo che è pari al 90 percento della spesa ammessa. Siamo consapevoli che la posa di queste misure sia un lavoro supplementare per i nostri allevatori.

La seconda domanda è "quanti casi di predazione del lupo siano già stati indennizzati e quanti no"... Nel 2020, come è evidenziato, sono stati registrati 48 eventi di predazioni. Per 11 di questi non è stata presentata la richiesta di indennizzo, in quanto il danno economico era molto limitato, oppure i proprietari provenivano da fuori Valle. In altri 17 casi purtroppo non è stato possibile procedere al pagamento, in quanto non sono state adottate misure di prevenzione, oppure le stesse non erano rispondenti alle specifiche previste dalla normativa vigente. Va ricordato che l'adozione di tali misure è avvenuta con una delibera di Giunta, la n. 1068 del 2 agosto 2019, dopo un'attenta analisi della realtà valdostana ed in seguito ad un confronto con le realtà simili alla nostra. Tornando ai numeri, due predazioni erano inverificabili in quanto non è stato possibile risalire alle cause della morte dei domestici coinvolti. Le rimanenti 16 richieste di indennizzo sono state liquidate in due tranche, una a luglio e una ai primi di dicembre, mentre le ultime due richieste pervenute nel corso del mese di dicembre saranno liquidate a breve.

La terza domanda, "se vi siano stati casi di predazione non imputabili alla specie canis lupus"... In seguito ad una predazione viene sempre effettuato un sopralluogo congiunto da parte del Corpo Forestale e dei veterinari dell'ASL, nel più breve tempo possibile dalla scoperta dell'evento. La causa di morte è ricavata da vari aspetti: la tipologia di predazione, il consumo della carcassa, la presenza di morsi al collo. In alcuni casi, per accertare se si è in presenza del lupo o di cani domestici, oppure di altri predatori, vengono effettuati dei tamponi genetici sui morsi alla gola. Per quanto riguarda le 48 predazioni del 2020, 30, ovvero il 62,5 percento, sono da imputare al lupo, 9 a cani, 3 a volpi e 6 a sconosciuti, il cui caso non è configurabile come una predazione, oppure non è identificabile.

La quarta domanda, "quale sia la modalità di monitoraggio definita dalle strutture regionali dell'attività del lupo sul territorio valdostano"... Va ricordato che a partire dalla stagione invernale 2017-2018 sul territorio regionale si effettua il monitoraggio sistematico della specie lupo. Sono stati individuati 34 transetti, (percorsi prestabiliti appunto per il monitoraggio), monitorati e regolati dal Corpo Forestale della Valle d'Aosta o dal personale del parco del Mont Avic. La stagione di monitoraggio invernale, quando i transetti sono percorsi due volte al mese, inizia solitamente il primo novembre e termina il 30 aprile. Nel restante periodo dell'anno tutti i transetti sono percorsi una volta al mese.

Questa tecnica, definita snowtracking, è efficace soprattutto nel corso dei mesi invernali, con la copertura di neve e terra. Consiste nell'inseguire le impronte dei lupi tracciando la pista del loro spostamento. Questa pratica fornisce indicazioni riguardo al numero minimo di animali presenti nello spostamento e permette la raccolta di campioni biologici, urine ed escrementi, materiali da cui si estrae il DNA del lupo tramite le analisi genetiche molecolari. Nell'autunno del 2020, inoltre, sono stati appositamente formati una trentina di volontari che collaborano alla raccolta dei campioni biologici al di fuori dei transetti individuati.

Come già ricordato in altre occasioni, al fine di avere un conteggio ancora più preciso dei branchi presenti sul territorio, sono state installate, nel corso degli anni, 90 fototrappole, che permettono di monitorare costantemente le zone di passaggio, sia di giorno che nelle ore notturne, in quanto dotate di una tecnologia a infrarossi. Ben presto, nelle prossime settimane, avremo un'integrazione di 30 fototrappole, come abbiamo già ricordato, dotate di trasmissione di dati in tempo reale, che permetteranno di ottenere la posizione degli animali fotografati nell'immediato. Questo è particolarmente importante per mettere in campo tutto un lavoro, come ho già ricordato, di prevenzione e di supporto, in particolar modo un supporto alle aziende.

L'elaborazione dei dati ricavati dallo snowtracking, dalle analisi genetiche effettuate sui campioni biologici e dalle fototrappole, permette la valutazione della dimensione dei branchi e la stima dei lupi presenti sul territorio in un determinato intervallo di tempo. Inoltre, tutti i lupi ritrovati morti sul territorio regionale sono sottoposti a necroscopia e analisi genetiche per comprendere le cause di morte e la provenienza degli animali. Sono infatti molti i lupi giovani in dispersione che potrebbero arrivare dalle regioni confinanti.

A questo si aggiunge il contributo del mondo venatorio, della cui importanza nel monitorare e controllare la fauna selvatica si è più volte parlato in questo Consiglio, e del mondo dell'allevamento, certamente il più colpito, ma anche il primo a dimostrare un approccio concreto alla tematica e a collaborare per risolvere la problematica, anche con soluzioni sperimentali ed innovative come quelle che verranno messe in campo di qui a pochi mesi, in collaborazione con l'Institut Agricole.

Presidente - Per la replica il consigliere Planaz, ne ha facoltà.

Planaz (LEGA VDA) - Resto un po' sbalordito dalle sue risposte. Da un lato abbiamo dei dati del calo delle predazioni. L'altro giorno abbiamo effettuato un discorso per l'aumento degli avvistamenti, dai dati che lei mi ha fornito neanche il 50 percento delle predazioni, ma non sempre sono indicate al lupo. Vorrei se è possibile sapere - può anche inviarmi uno scritto - se ci sono dei verbali dove si dica che non sia lupo e sia cane, che sia sicuro e ci sia la certezza che ci sia il cane. Perché non possiamo dire: "Sì, vogliamo la convivenza con il lupo", ma poi su 48 casi ce ne sono 17 non indennizzati, 11 per vari motivi. Può essere che la delibera n. 1068 - avevamo lavorato assieme nel 2019, quando ero ancora residente dell'AREV - guardando velocemente i dati del valore dei nostri animali, sarebbe magari da rivedere un attimino. Forse, Assessore, l'ho già detto una volta, lei si deve informare un po' di più sul valore degli animali, perché in questo caso non sempre gli animali sono risarciti per il valore che gli è dovuto: parliamo di pezzate nere, delle regine, parliamo di razze che hanno molta differenza di valore da una all'altra. Se si fa una breve indagine in autunno - lei lo scorso autunno non l'ha ancora potuto fare - e lei va in una fiera, vedrà che ci possono essere animali che valgono 2500 euro e animali che possono valere 800 euro. Bisognerebbe vedere con un'indagine di fare un attimo una media del valore di questi animali, perché con i dati che mi ha dato io mi aspettavo di avere più danni risarciti. Perché se poi andiamo a vedere i piccoli allevamenti che non vengono risarciti, perché magari non ha potuto attuare tutte le difese necessarie, e parlo di piccoli allevamenti, bisognerebbe avere un occhio di riguardo, perché se uno gestisce al pascolo cento capi, è normale che può permettersi magari la custodia continua, se ne gestisce dieci o quindici non è che uno può dormire con gli animali. Se poi dobbiamo andare a dormire con gli animali per farci risarcire i danni da lupo, lo valuteremo e dovremmo dirlo agli allevatori, perché non è possibile che tutte le volte che un animale lo troviamo sbranato o morto al mattino, caduto da un dirupo, senza magari neanche essere segnato o da pochi segni, è inevitabile che questi danni dovrebbero essere come minimo risarciti.

Mentre mi dà quella risposta scritta, magari se vuole anche scrivere quanto viene speso per il risarcimento dei danni a bovini e animali e quanto viene speso per la gestione totale del lupo, perché oggi non mi sembra più in via di estinzione, però vedo che le risorse messe a disposizione per il risarcimento danni sono ridottissime. E poi mi piacerebbe sapere quanto ne va per la tutela di questo animale, visto che quando troviamo un animale morto bisogna andare a fare tutte le analisi del caso per capire come è passato a miglior vita, che fra un po' non lo facciamo neanche più alle persone. Allora mi piacerebbe se vuole anche mandarmelo per scritto, così valuteremo la situazione.

È successo un caso quest'estate, che non era un animale abbandonato, era un cane davanti a una baita che faceva il suo lavoro e che al mattino è stato trovato sbranato da un lupo. Il risarcimento per un cane pastore che conduce il gregge, che non abbandona mai il suo padrone, è di 250 euro. Adesso lascio a lei, Assessore, giudicare se questa cifra qua si adeguata, se sia un importo adeguato al risarcimento di un animale di affezione come il cane pastore.

In ultimo, visto che i dati vanno così e tendono ad andare in miglioramento, le chiedo perché ha depositato una legge per l'abbattimento e il prelievo del lupo.