Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 327 du 10 février 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 327/XVI - Interpellanza: "Indicazioni uniformi ai Comuni per l'erogazione dei buoni alimentari".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 32 all'ordine del giorno. La parola al collega Manfrin per la presentazione.

Manfrin (LEGA VDA) - Questa interpellanza verte appunto, come detto, sulla questione dei buoni alimentari. Oggi il collega ha parlato dell'edilizia residenziale pubblica e anche i buoni alimentari sono, direi, un qualcosa di fondamentale in questo periodo, in cui la pandemia effettivamente ha messo in ginocchio numerose famiglie e - durante e soprattutto la prima fase, la fase più importante, quando non si conoscevano gli effetti della pandemia - hanno rappresentato una piccola ancora di salvezza per tutti coloro che sono stati sorpresi e che non hanno avuto delle risorse per potersi sostentare.

Ricordo, come ho citato nell'interpellanza, che già in quest'aula in occasione del bilancio, abbiamo presentato un ordine del giorno che chiedeva di fare in modo che se ci fossero state delle nuove erogazioni di buoni alimentari questi venissero vincolati da parte della Regione per fare in modo che venissero erogati direttamente dai Comuni senza intermediari e quindi che i Comuni potessero destinare, fatta cento la cifra ottenuta, cento per i buoni alimentari. Questo Consiglio ha ritenuto che non fosse opportuno, ma devo segnalare che, nonostante questo, un importante Comune della Plaine ha deciso comunque di organizzarsi in maniera differente- per lo meno così è dichiarato in un regolamento - andando a utilizzare in maniera totale le risorse per i buoni alimentari, probabilmente sconfessando anche quanto aveva fatto l'amministrazione precedente, invece che pagare la cooperativa per la consegna. Ma in ogni caso non è questo il problema.

Il problema è che già durante la prima fase della pandemia ci sono giunte numerose segnalazioni e numerose segnalazioni riguardavano proprio l'assegnazione dei buoni, perché effettivamente era un momento di criticità: gli uffici dei Comuni erano chiusi, non c'erano regolamenti, non c'erano leggi, c'era la legge regionale che assegnava i fondi ai Comuni per l'erogazione di questi buoni ma non c'erano dei criteri specifici e quindi accadevano le cose più disparate nei Comuni; non si capiva se le assegnazioni venivano fatte in base all'Isee ma sappiamo benissimo che l'Isee - a parte che non si poteva fare - fotografava la situazione precedente che non poteva chiaramente riportare la situazione delle famiglie nel momento della piena pandemia; non si capiva se si considerava il nucleo familiare, lo stato di necessità, quale tipo di stato di necessità, insomma, non c'era chiarezza nell'erogazione dei buoni.

Ci sono stati alcuni Comuni che si sono organizzati con un centralino che non so sinceramente a fronte di un colloquio come si potesse capire se la persona che stava dall'altro capo del filo avesse effettivamente necessità oppure no e quindi non ho capito sinceramente sulla base di che cosa siano stati erogati certi buoni.

E questi effetti li abbiamo visti, perché abbiamo visto che, per esempio, tante famiglie con reddito bassissimo, con numerosi figli a carico, con numerosi problemi, disabilità e quant'altro, sono rimaste senza buoni alimentari e altre famiglie - così è stato riferito a più riprese in numerosi Comuni - invece magari avevano una situazione economica più florida e hanno ricevuto il buono alimentare.

Non sappiamo da cosa dipenda questa scelta, quindi non possiamo neanche entrare nel merito di questa questione, ma possiamo dire che sicuramente nella prima fase della pandemia c'era una certa confusione per quanto riguarda questo tipo di distribuzione, questo tipo di assegnazione, non possiamo però a oggi evocare questa stessa motivazione nel merito di questa chiamiamola "seconda fase", perché conosciamo un certo tipo di sviluppi, conosciamo un certo tipo di necessità e quindi ritengo che arrivare impreparati a questo appuntamento sia assolutamente assurdo e deleterio, quindi non facciamoci cogliere impreparati.

Abbiamo deciso anche qui di continuare a raccogliere queste segnalazioni. Abbiamo voluto fare un piccolo giro sui siti o in generale sui Comuni che hanno approntato questi buoni e bisogna dire che ci sono Comuni virtuosi che, per esempio, hanno predisposto dei form online che possono essere compilati e che quindi possono essere inoltrati con tutta una serie di flag che si compilano per ottenere i buoni alimentari e ci sono Comuni - da come ci hanno risposto penso a un altro grande Comune della Plaine - che non hanno nulla sul sito, hanno un numero di centralino, questo numero di centralino dice che non è questo Comune responsabile e rimandano a un altro Comune, quest'altro Comune dà il numero di telefono della Caritas e si dice di rivolgersi a loro. L'effetto è che alla fine un po' per vergogna, un po' per scoramento, le persone purtroppo non riescono a ottenere quello di cui in questo momento hanno grande necessità.

Io, su tutte, e credo che sia un importante segnale di pericolo, ho ricevuto una segnalazione che è abbastanza paradossale: c'è una mail ufficiale spedita da un Comune che recita così: "Oggetto: buoni spesa diniego domanda. Con la presente si comunica che la sua richiesta di buoni spesa per l'acquisto di generi alimentari non può essere accolta in quanto la S.V. non rientra nei soggetti colpiti dalla situazione economica determinatasi per effetto dell'emergenza Covid-19. Cordiali saluti" e la firma del Segretario comunale. Ora io sinceramente mi sono domandato a lungo il senso di questa lettera, cioè questa persona versa in situazioni di difficoltà ma la situazione di difficoltà non dipende dalla pandemia e quindi non ha diritto ad avere un aiuto? Oppure, come si è determinato il fatto che la situazione economica di questa persona non dipenda direttamente dagli effetti del Covid ma invece sia una situazione pregressa e quindi sulla base di questo deve essere discriminato e non gli deve essere dato un aiuto? L'ho trovato abbastanza imbarazzante, se ci poniamo come obiettivo quello di essere un'amministrazione oculata e che pensa effettivamente ai più deboli.

A questo proposito, proprio in occasione della discussione del bilancio, al netto del fatto che la nostra proposta non è stata accettata, è stato però fornito un elemento importante, cioè è stato detto che la volontà da parte dell'Amministrazione era effettivamente erogare nuovamente dei fondi ai Comuni perché venissero utilizzati per istituire nuovamente questi buoni.

Alla luce di questa dichiarazione d'intenti e tenendo conto appunto degli elementi che abbiamo esposto sia nel testo dell'interpellanza sia in questa mail che vi ho testé letto, chiediamo per tramite di questa interpellanza se il Governo regionale sia intenzionato a fornire delle indicazioni ai Comuni valdostani affinché vengano uniformate le modalità e i criteri di presentazione della richiesta di contributo per l'acquisto di generi alimentari, affinché questo contributo venga erogato a tutti coloro che effettivamente hanno necessità.

Presidente - La parola all'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - In relazione all'interpellanza, con ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 658/2020, i cui contenuti sono stati recepiti dal Decreto legge 154/2020, in relazione alla situazione economica determinatasi per l'effetto delle conseguenze dell'emergenza Covid, sono state ripartite tra i Comuni risorse da destinare a misure di solidarietà alimentare.

Tali risorse sono poi state integrate anche con la l.r. 5/2020, in particolare per quanto previsto dall'articolo 12. Le risorse individuate sono state trasferite ai Comuni - in Valle d'Aosta per il tramite dell'Amministrazione regionale - sulla base di una ripartizione effettuata direttamente a livello centrale.

La stessa ordinanza ha previsto che la platea dei beneficiari e l'importo del relativo contributo è individuato dall'ufficio servizi sociali di ciascun Comune per i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall'emergenza epidemiologica e tra quelli in stato di bisogno per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità tra quelli non assegnatari di sostegno al pubblico.

Stabilisce poi l'ordinanza che ciascun Comune può acquisire, in deroga alle procedure previste dal Codice dei contratti, buoni spesa utilizzabili per l'acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali contenuti nell'elenco pubblicato da ciascun Comune nel proprio sito istituzionale, ovvero generi alimentari o prodotti di prima necessità con possibilità di avvalersi per la distribuzione di tali beni anche di enti del terzo settore.

Com'è del tutto evidente, la misura, in relazione alla sua finalità, necessita di celerità di erogazione; al fine di cercare di uniformare i criteri di fruizione della misura, il Celva, in accordo con il servizio sociale regionale, ha fornito ai Comuni indicazioni volte a chiarire le modalità amministrative per la sua attuazione pubblicate sul sito web del Celva oltre alle modalità per la valutazione delle richieste presentate dai cittadini, da svolgersi in collaborazione con il Dipartimento politiche sociali, al fine di evitare duplicazioni con interventi di sostegno già esistenti ed erogati dalla Regione.

A tal fine il Celva, con comunicazione ai Sindaci e ai Segretari comunali in data 3 aprile 2020, forniva indicazioni operative, ivi compresa l'individuazione dei referenti regionali.

Premesso quanto sopra, in particolare il fatto che l'individuazione dei Comuni come soggetti istituzionali più prossimi al cittadino consente di assicurare la necessaria celerità di risposta ai bisogni della popolazione e, ferma restando l'autonomia dei singoli enti locali in materia, l'Amministrazione si prende l'impegno di avviare per tramite del Celva un confronto volto all'eventuale esigenza di uniformare i criteri su tutto il territorio regionale, nel rispetto delle diverse competenze degli enti. Per completezza d'informazioni, segnalo che il Dipartimento politiche sociali ha definito nei mesi di marzo-aprile 2020, nell'ambito del piano di zona e in collaborazione con gli enti del terzo settore, interventi volti a fornire un concreto sostegno (pacchi alimentari) per i nuclei familiari che non possono accedere ai buoni spesa erogati dai Comuni, ma che presentano una reale situazione di bisogno, oggetto di segnalazione da parte dei servizi territoriali.

Presidente - Per la replica, il collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie, Assessore, per la sua risposta, ha fatto l'excursus degli interventi, a cominciare dalla legge 5/2020, che questo Consiglio ha varato con una prima parte di aiuti; voglio - come ho fatto altre volte - essere positivo e quindi accogliere in maniera favorevole la volontà politica che ha esplicitato, cioè trasmettere di concerto con il Celva delle indicazioni che possano a questo punto orientare con dei criteri che possano uniformare le modalità di erogazione dei buoni alimentari.

Mi permetto di preconizzarle che le trasmetterò e le segnalerò eventuali ulteriori necessità o problematiche che dovessero sorgere nella distribuzione di questi buoni, fermo restando che giustamente lei ha citato il fatto che i servizi sociali già hanno quell'integrazione di pacchi alimentari e c'è un problema fondamentale: non sempre i servizi sociali riescono a intercettare il disagio, nel senso che le famiglie che a volte si rivolgono ai Comuni per avere quel tipo di aiuto non passano dai servizi sociali e probabilmente non vogliono nemmeno. Ci sono molte famiglie che sono spaventate, per esempio dalla possibilità di rivelare la propria condizione, quindi magari avendo dei figli per loro piuttosto che perdere i figli, piuttosto che non avere più i figli all'interno del nucleo, magari si sente molto più a proprio agio a comunicare una situazione di necessità con il proprio Sindaco ma non si vuole allargare a degli altri soggetti che non si conoscono.

È chiaro che avere dei criteri che abbiano una certa univocità su tutto il territorio regionale ci permette di aiutare effettivamente le persone che hanno bisogno. Ben venga l'integrazione delle politiche sociali se c'è a livello regionale, ma se riusciamo a dare già dei criteri che siano uniformi - non sarà facile, questo è abbastanza chiaro, anche perché, come ben detto, la questione dell'Isee rimane, la questione del nucleo familiare rimane, è un po' difficile disciplinare effettivamente quale sia la famiglia che ha bisogno - se riusciremo ad arrivare ad una definizione, magari appunto con l'aiuto sia del Celva sia del Dipartimento delle politiche sociali, sarà sicuramente una traccia da seguire che potrà portare tutti alla fruizione di questi buoni e permetterà di non tagliare fuori chi effettivamente è in una situazione di disagio.