Objet du Conseil n. 269 du 27 janvier 2021 - Resoconto
OGGETTO N. 269/XVI - Interpellanza: "Valutazioni sulla possibilità di adozione nella nostra regione di un progetto che prevede l'utilizzo di un braccialetto elettronico di collegamento tra paziente Covid e medico".
Bertin (Presidente) - Punto n. 29 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola la consigliera Spelgatti, ne ha facoltà.
Spelgatti (LEGA VDA) - Dopo aver preso atto del fatto che per tutta la parte economica dei ristori e quant'altro ancora siamo in altissimo mare, torniamo al tema della sanità. Stavo guardando un programma televisivo e ho visto una notizia che mi ha interessata, poi sono andata a vedere se il tutto era uscito anche su carta stampata e ho trovato vari articoli, l'ho trovato molto interessante per cui lo leggo per esteso. Questo articolo è del 18 novembre 2020 e riguarda un'iniziativa molto interessante che è stata fatta nel comune di Arezzo: "A casa in sicurezza. Il braccialetto che tiene collegato l'isolato Covid con il medico. Ogni cinque minuti i parametri vengono inviati a 118 e USCA. Apparentemente è solo un braccialetto ma in realtà è un collegamento attivo 24 ore su 24 tra la persona positiva al Covid isolato a casa e i medici. Grazie allo smartphone, trasmette ogni cinque minuti alcuni parametri essenziali per monitorare la sua salute: ossigenazione, frequenza cardiaca, indice di qualità del segnale della saturimetria e temperatura corporea. Li trasmette al 118 e all'USCA di riferimento, può essere inviato anche ad altri medici di riferimento del paziente. Il progetto del 118 di Arezzo è il primo in Italia e tra i primi in Europa e presto verrà diffuso anche ad altre aree provinciali dell'USL TSE.
"È un sistema integrato perché unisce le competenze e le disponibilità del 118 e delle USCA - ricorda il Direttore generale dell'ASL TSE Antonio d'Urso - in questa prima fase ne attiveremo 200. In questo modo garantiamo un ulteriore livello di sicurezza anche per i pazienti che, pur positivi al Covid, non hanno necessità del ricovero ospedaliero. È una garanzia per la loro salute ma anche un aiuto a vivere in minor solitudine una malattia che, anche nel caso di assenza di sintomi, genera ansia e angoscia". Il braccialetto è monouso, funziona per dieci giorni. "È destinato a pazienti Covid positivi a domicilio che siano a rischio di aggravamento delle loro condizioni ma che ancora possono stare a casa in sicurezza - ricorda Giovanni Sbrana, referente del progetto e vice-direttore dell'UOC CO 118 di Arezzo - a ogni paziente viene assegnato uno dei tre programmi di cura che abbiamo predisposto: quello standard per chi ha più di 75 anni e quello per chi soffre di broncopneumopatia cronica e ostruttiva". Ci sono soluzioni diversificate, si tratta di modelli che configurano domande diverse che il sistema fa al paziente ma soprattutto intervalli di riferimento per gli allarmi diversi - sottolinea Samuele Pacchi coordinatore della UOC CO 118 Arezzo - questo consente di comprendere meglio il paziente e di avere un monitoraggio e quindi un intervento più realistico e aderente alle sue condizioni di base. Oltre a un monitoraggio, infatti il sistema fa domande al paziente attraverso lo smartphone ed elabora risposte allertando USCA e 118 in caso di anomalia. I medici USCA e quelli del 118 potranno così avere chiara la situazione del paziente e intervenire in tempo in caso di problemi e programmare visite domiciliari solo in caso di reale bisogno".
Il monitoraggio è fatto in automatico dal sistema: nel momento in cui rileva un trend negativo, allerta la centrale, che può così contattare il paziente e valutare la situazione. Inoltre somministra un questionario preimpostato al paziente, consentendo di rilevare situazioni di allarme (incapacità di alzarsi, malessere particolare, mancata assunzione di terapia). Il braccialetto consentirà anche di alleggerire la pressione sul Pronto Soccorso: "nel mese di ottobre, il 70 percento dei ricoveri Covid del San Donato ha fatto accesso diretto dal territorio nei reparti di degenza Covid senza transitare dal Pronto Soccorso - ricorda Giovani Iannelli, direttore del Pronto Soccorso e Medicina d'urgenza di Arezzo - il restante 30 percento era nella maggior parte dei casi una nuova diagnosi per la quale il tampone in Pronto Soccorso era inevitabile. Il 118, con le nuove tecnologie di cui dispone, ha evitato accessi impropri in Pronto Soccorso, consentendo al personale medico, infermieristico e socio-sanitario di concentrarsi su pazienti maggiormente critici".
Il braccialetto viene applicato dall'USCA o dai medici dell'automedica e dei mezzi attrezzati del 118. Questa tecnologia consente al paziente, anche se visto solo a domicilio (in regime ordinario da USCA e di urgenza dal 118), e lasciato a domicilio senza accesso al Pronto Soccorso, di ricevere assistenza e presa in carico di ottimo livello e questo grazie a ecografi, emogasanalizzatori, elettrocardiografi e altre tecnologie presenti in auto medica e durante l'accesso USCA. Il profilo del paziente da braccialetto è quello non talmente grave da essere portato al Pronto Soccorso ma nemmeno tale da rendere non necessario il monitoraggio. Viene quindi monitorato il possibile deterioramento per fattori di rischio anamnestici e clinici ma anche sociali (si pensi a chi vive solo). Inoltre deve essere rimesso nel programma giusto di cura, cioè in un profilo di monitoraggio che tenga conto delle condizioni di base e allarmi i sanitari solo quando le condizioni del momento si discostano pericolosamente da quelle basali del malato.
"Il Covid è una patologia della solitudine - conclude Massimo Mandò, Direttore del 118 di Arezzo -, con questo progetto vogliamo essere più vicini al cittadino malato e garantirgli anche a casa un controllo a distanza e quindi una sicurezza. Pazienti più controllati e più "vicini" si sentiranno meno soli e aderiranno meglio alla cura. Si tratta di un sistema molto utile anche nei pazienti che vivono in zone isolate e in quelli che chiamano, perché magari hanno un saturimetro non certificato su cui vedono dati che non riescono nemmeno a interpretare. Monitorizzandoli con questo sistema gli daremo lo stesso standard di controllo che avrebbero in un ospedale consentendogli di rimanere nella loro casa"".
Ascoltata quindi questa notizia nei vari TG e poi letto questo articolo, chiediamo alla Giunta di conoscere se sia intenzione dell'Assessorato della sanità di contattare l'ASL che ha adottato questo sistema per studiare i dettagli del progetto e conoscerne i risultati in questi mesi di utilizzo al fine di valutarne la possibile adozione nella nostra regione.
Presidente - Per la risposta, l'assessore Barmasse a cui passo la parola.
Barmasse (UV) - Grazie consigliera Spelgatti della domanda.
Vorrei fare un passo indietro, nel senso che il progetto di quest'AUSL è sicuramente molto interessante, volevo solamente dire che a volte noi non siamo così bravi anche a pubblicizzarci, perché questo tipo di progetto la nostra Regione l'aveva già sperimentato in passato, cito ad esempio il progetto - non è in relazione al Covid ma per dire un pochettino quello che dal punto di vista tecnologico era stato fatto - e-Rés@mont successivo ai progetti Rés@mont e Rés@mont 2 finanziato nell'ambito dell'interregionale 5A Italia-Francia-Alcotra, che aveva come obiettivo principale l'aumento della sicurezza sanitaria in montagna attraverso lo sviluppo e l'implementazione e la promozione dei servizi di medicina di montagna innovativi e di prossimità basati sulle tecnologie della telemedicina e del teleconsulto rivolti a residenti, turisti e professionisti della montagna rinforzando i servizi sanitari dei territori più isolati. Il progetto contribuiva alla sfida del contrasto allo spopolamento delle aree periferiche, migliorando così l'attrattività dei territori e favorendo al contempo uno spiccato maggior afflusso turistico. Questo è stato un progetto, a mio avviso, che era molto interessante e molto importante, che va nell'ottica comunque della telemedicina, del monitoraggio e del teleconsulto.
Venendo specificatamente all'oggetto della interpellanza, l'Azienda USL della Valle d'Aosta, già nella prima fase dell'emergenza sanitaria, quindi ancor prima della sperimentazione attivata presso l'ASL di Toscana sud-est, aveva attivato un'analoga esperienza di telemedicina, erano stati fatti mi sembra una ventina o trenta casi a titolo sperimentale attraverso smartphone e sensori che trasmettevano alla centrale i dati biomedici del paziente positivo al Covid a domicilio. Questo di fatto comunque era un progetto sperimentale e non ha poi trovato un'applicazione diciamo successiva, anche perché, a differenza di quanto accade in altre Regioni, a livello regionale si è comunque potenziata in maniera significativa la presenza delle USCA sul territorio, superando gli standard di definizione numerica stabiliti a livello nazionale in rapporto alla popolazione. Comunque, per quanto concerne l'esperienza citata nella sua iniziativa, che ritengo molto interessante, faccio comunque presente che l'Assessorato aveva già stabilito un contatto concreto con un'azienda leader nella produzione di dispositivi per il telemonitoraggio. Adesso non si può fare della pubblicità, ma è esattamente lo stesso tipo di prodotto che viene utilizzato in quest'ASL, le cui specifiche tecniche e le modalità di utilizzo sono in linea con l'esperienza dell'ASL Toscana sud-est al fine di verificare quali sono attualmente le soluzioni tecnologicamente più avanzate e i loro possibili campi di applicazioni.
Posso anche dirle che proprio nella giornata di oggi noi abbiamo avuto un contatto diretto in cui questo tipo di dispositivo ci è stato portato in visione per valutare quali sono le applicazioni qui da noi, ma devo dirle che chi dell'Assessorato se ne è occupato mi ha comunicato che era molto in maniera positiva impressionato da questo tipo di dispositivo e della sua eventuale utilità.
È mio intendimento quindi infatti giungere alla realizzazione nel primo periodo di un'attività specifica di telemonitoraggio, in particolare non solo dedicato ai pazienti Covid, perché, secondo me, l'applicazione può essere dedicata anche in particolare alle strutture residenziali per anziani, quindi non solo Covid ma anche per anziani. Nelle strutture residenziali quest'attività era già peraltro effettuata in via sperimentale con la collaborazione della SC di Geriatria dell'Azienda USL e poi, secondo me, è importante anche per favorire le dimissioni protette dei pazienti più fragili, che possono essere pazienti affetti da Covid che mandiamo a casa o anche di altre patologie, quindi da alcuni dei reparti medici nel nostro presidio ospedaliero.
Su tale progetto da alcune settimane stanno già lavorando appunto le strutture dell'Assessorato della sanità in collaborazione con il Dipartimento Innovazione Agenda Digitale della Regione e ci sono già stati dei contatti anche con l'ASL della Toscana per avere un loro parere su questo tipo di sperimentazione. In questo momento è sperimentale, quindi non ne sono stati utilizzati tantissimi di questi braccialetti, mi sembra che, quando li abbiamo contattati noi, erano circa 30-40, adesso ho visto che nella dichiarazione vogliono utilizzarne circa 200, evidentemente è una cosa che funziona. Devo però dirle che prima non lo sapevo che l'ASL Toscana aveva questa iniziativa ma noi autonomamente ci eravamo già spostati e abbiamo già fatto qualche passaggio, anzi, direi un po' di più di qualche passaggio, ci eravamo interessati in maniera significativa perché credo molto nella telemedicina per poter valutare questo tipo di apparecchiatura, che, come le dico oggi, è stata portata proprio alla visione del nostro Assessorato direttamente e adesso faremo una valutazione sui costi, l'utilizzo, eccetera, ma è un'apparecchiatura, una strumentazione che, a quanto mi dice il dirigente e il medico che lo ha preso in visione, pare sia veramente molto efficace.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola la consigliera Spelgatti.
Spelgatti (LEVA VDA) - La cosa mi fa molto piacere, anche perché questa notizia, appena l'ho sentita, ha destato la mia attenzione perché, al di là di quello che può essere l'utilizzo importantissimo in questa fase di emergenza e anche poi per tutto quello che succederà perché non sappiamo per quanto dovremo convivere con questo virus e con queste problematiche, in realtà la speranza è che da un momento così terribile e terrificante sotto ogni profilo come quello che si sta vivendo, nascano delle opportunità per migliorare anche delle situazioni che avevamo già prima e che comunque non avevano trovato risposta.
Il fatto di poter implementare il discorso della telemedicina e di utilizzare appunto queste tecnologie poi per poter seguire quelli che sono anche tutti i pazienti lasciandoli il più possibile a casa laddove è possibile, evitando di congestionare l'Ospedale e con tutti i vantaggi che si hanno dalla parte del paziente, che chiaramente ha degli aspetti psicologici e di benessere stando a casa che non ha in Ospedale, con tutto il problema che noi abbiamo legato alle vallate e al problema dello spopolamento della montagna, quindi il problema della lontananza anche e delle tempistiche per arrivare fino in Ospedale, tutto questo può diventare una seria opportunità per gli sviluppi a lungo termine, quindi al di là dell'emergenza Covid. L'obiettivo quindi è cercare di utilizzare almeno ciò che di positivo sta venendo fuori in questo momento e sfruttare al meglio anche le esperienze che stanno facendo altri che sono più avanti sotto questo profilo.
Poi non mi stupisce minimamente, Assessore, che lei mi dica che tempo addietro, non mi ha specificato quando, erano stati avviati dei progetti anche molto interessanti, il problema poi è che fine hanno fatto tutti questi progetti, perché io ricordo che fino a un po' di tempo fa avevamo veramente una sanità eccellente in Valle d'Aosta, il problema è che cosa sia successo nel frattempo e come mai ci si stia riducendo in un Ospedale sempre più purtroppo lasciato andare. Mentre altre sanità corrono e crescono, noi sostanzialmente finiremo per diventare, se andiamo avanti così, una specie soltanto di Pronto Soccorso perdendo e rinunciando a tutte le eccellenze che avevamo in questa regione. Non mi stupisce quindi minimamente che ci fossero dei progetti assolutamente innovativi, la domanda è perché questi progetti poi non sono stati portati avanti, questo come tante altre cose, quindi in bocca al lupo e buon lavoro, la sfida che la attende è molto importante.