Objet du Conseil n. 1135 du 2 décembre 2019 - Resoconto
OBJET N° 1135/XV - Communications du Président du Conseil régional.
Rini (Presidente) - Alla presenza di 30 colleghi, possiamo iniziare i lavori di questa seduta con il punto 1 all'ordine del giorno.
Collègues, je vous communique qu'un acte législatif a été déposé à la Présidence du Conseil: la Proposition de loi n. 50, présentée par les Conseillers régionaux Bertin, Daudry, Marquis, Peinetti et Vesan le 29 novembre 2019: "Nuove disposizioni in materia di forma di governo della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste. Modificazioni alla legge regionale 12 gennaio 1993, n. 3 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta). Abrogazione della legge regionale 7 agosto 2007, n. 21".
Le 29 novembre, une pétition populaire a été déposée à la Présidence du Conseil: signée par 295 citoyens, l'initiative porte sur le déplacement de la RSA (Résidence Sanitaire d'Assistance) de la maison de repos J.B. Festaz d'Aoste à la micro-communauté de Variney.
La Conferenza dei Capigruppo, riunita martedì 26 novembre scorso, nel prendere atto della non possibilità di procedere alla convocazione di un Consiglio straordinario in quanto i punti oggetto della richiesta erano già iscritti a un Consiglio ordinario, ha deciso all'unanimità di invertire l'ordine del giorno di questa adunanza, anticipando la discussione di alcuni punti, iniziando con quelli che erano inseriti nella richiesta di Consiglio straordinario e poi ulteriori punti che vi vado a elencare. Saranno trattati prioritariamente i seguenti oggetti: 54, 52, 57, 47, 52.01, 47.02, 48, 47.01, 51, 49 e 50. Nel frattempo, colleghi, sono pervenute anche delle interrogazioni a risposta immediata. Vi chiedo di iniziare i lavori con i punti che formavano l'oggetto della richiesta di Consiglio straordinario, poi ci aggiorniamo in Conferenza dei Capigruppo e capiamo come procedere, invece, con le interrogazioni a risposta immediata, perché quando ci siamo riuniti ancora non erano pervenuti. Va bene?
In apertura concedetemi qualche comunicazione ulteriore. Con riferimento a quanto accaduto e comparso sui giornali locali, ritengo opportuno fare qualche osservazione sullo scambio di e-mail che è stato riportato da alcuni quotidiani locali. I contenuti di queste e-mail sono stati riportati da alcuni organi di informazione. Nella mia qualità di Presidente del Consiglio ho avuto e ho l'obbligo di intervenire a tutela dell'operato del nostro Consiglio, ma soprattutto dei suoi organismi.
Da quanto abbiamo letto è emersa un'indebita ingerenza nell'ambito dello svolgimento dei lavori della Commissione. Io qui voglio ricordare che la politica deve essere proficua sintesi tra le diverse posizioni nell'interesse esclusivo dei cittadini: ognuno, nel proprio ruolo, deve fare il suo, ma sempre nel rispetto dell'altrui lavoro.
Ritengo, tuttavia, che da questa vicenda emerga un quadro abbastanza inquietante che mina anche la fiducia fra le persone: inviare ai giornali i contenuti della corrispondenza privata fra esponenti politici con il fine di gettare discredito non fa altro che infangare la politica tutta e, con essa, soprattutto le istituzioni, peraltro andando contro a un diritto inviolabile sancito dalla Costituzione stessa, che è quello della segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione.
Ancora due comunicazioni, colleghi. Credo che oggi dobbiamo esprimere - lo faccio a nome mio personale e di tutta l'assemblea - la vicinanza alle famiglie di due giovani: Edoardo Camardella, maestro di sci di La Thuile, e Luca Martini di Finale Ligure, che sabato hanno perso la vita travolti da una valanga sotto Punta Helbronner, a Courmayeur. Due giovani ragazzi appassionati di montagna e talvolta, purtroppo, proprio le nostre amate montagne ci svelano il loro lato più duro.
In ultimo, vorrei esprimere il cordoglio per le vittime del terremoto che martedì scorso ha colpito le terre dell'Albania, a riguardo del quale la Valle d'Aosta ha subito fornito la propria disponibilità all'invio della colonna mobile per i primi interventi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite. Di questo vogliamo davvero ringraziare la Protezione civile regionale e i Vigili del fuoco valdostani che, ancora una volta, come sempre, hanno dimostrato il loro grande spirito di servizio e di solidarietà. Ovviamente, a tutte le vittime e alla popolazione albanese va la nostra vicinanza.
Ci sono richieste di intervento sulle mie comunicazioni, colleghi? Ha chiesto la parola il collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Immagino che ci sarà qualche comunicazione da fare anche nel merito di quello che ha detto sullo scambio di e-mail e le indebite ingerenze. Io però desidero cominciare questo Consiglio dando il buongiorno a tutti, ma concentrandomi un attimo su una lettera ricevuta qualche giorno fa, che mi è stata inviata a seguito delle mie comunicazioni in aula, relativamente al mio diritto di accesso agli atti che mi è stato, ripeto, negato.
Vi riassumo un pezzo della comunicazione che mi è stata inviata, così avete modo di capire. "Facciamo seguito al suo intervento della seduta antimeridiana del Consiglio regionale di mercoledì 20 novembre ultimo scorso, relativo ai pareri resi dai sottoscritti nella qualità rispettivamente di p.o. della Regione e di p.o. dell'azienda regionale USL, per significarle il profondo rammarico per come lei ha riassunto il contenuto dei predetti pareri, senza riportare integralmente i percorsi motivazionali sorretti dal richiamo della normativa vigente e della giurisprudenza in materia, in tal modo travisandone il significato". Ora, siccome io non voglio travisare nessun significato, mi pregio di poter leggere il parere che mi è arrivato, con i suoi "percorsi motivazionali" a sostegno e poi fare delle mie ulteriori precisazioni.
Rispetto alla mia richiesta di dati all'azienda USL, mi è stato risposto dagli uffici competenti, tramite questo parere - ringrazio il Presidente del Consiglio che si è fatto promotore del rispetto del mio diritto di accesso agli atti - e mi è stato risposto in questa maniera. Questa è la parte in cui si motiva il diniego al rilascio dei dati che ho richiesto. "Deve anzitutto rilevarsi come l'accesso alla documentazione richiesta dal consigliere, segnatamente i dati anagrafici dei soggetti che hanno richiesto l'esenzione dal pagamento del ticket sanitario - che ovviamente non corrisponde al vero, perché io non ho richiesto questi dati" - comporta la necessità di correttamente e adeguatamente bilanciare gli interessi che nel caso di specie vengono in rilievo, atteso il carattere rafforzato che assume ai sensi della normativa euro unitaria e statale vigente la tutela dei dati che possono disvelare lo stato di salute degli interessati (art. 9 Regolamento UE, n. 2016/679 e art. 2 septies del decreto legislativo 196/2003). Riconosciuto che il diritto di accesso a dei consiglieri non può, in linea generale, essere compromesso neppure per esigenze di tutela e di riservatezza di terzi - e questo ricordiamocelo - il garante per la protezione dei dati personali del parere n. 369 del 25 luglio 2013 ha infatti precisato che l'amministrazione destinataria dell'istanza a cui spetta entrare nel merito della valutazione della richiesta, eventualmente sindacabile dal giudice amministrativo, essendo l'unico soggetto competente ad accertare l'ampia e qualificata posizione di pretese del consigliere all'ottenimento delle informazioni ratione uffici, è tenuto a rispettare i principi di pertinenza e non eccedenza dei dati personali trattati e, quando la richiesta di accesso riguarda dati sensibili, la loro indispensabilità, consentendo nei singoli casi l'accesso alle sole informazioni che risultano indispensabili per lo svolgimento del mandato e che la protezione -ascoltate bene - di dati di carattere personale, con particolare riferimento a quelli attinenti alla salute, gioca un ruolo fondamentale per l'esercizio del diritto del rispetto della vita privata e familiare garantito dall'articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali".
Questa le motivazioni che sorreggono il fatto che non si vogliono concedere dei dati che, ripeto, non sono quelli riassunti qui. Io non ho chiesto i dati anagrafici dei soggetti che hanno richiesto l'esenzione dal pagamento del ticket sanitario. Io ho richiesto i dati anagrafici delle persone che hanno truffato l'USL e l'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta, perché pare che ci siano persone che sono recidive nella loro truffa e che, assommando tutte le dichiarazioni infedeli che hanno fatto nella loro carriera, cominciano evidentemente a essere un grosso peso per l'amministrazione ed è evidente che bisogna elaborare un sistema per poterci difendere da questo sistema di truffe.
Io leggo l'articolo 116 del Regolamento interno del Consiglio, comma 4, che dice: "Il diritto di accesso dei Consiglieri non può essere limitato a causa della natura riservata dei documenti. I Consiglieri sono tenuti a rispettare il segreto d'ufficio e il diritto alla riservatezza dei terzi nei casi specificati dalla legge e dalle disposizioni in materia di privacy". Questo significa che noi consiglieri abbiamo diritto di accesso ai dati che sono anche secretati, perché ovviamente dobbiamo rispettare le disposizioni che sono in capo alla privacy. Detto questo - per questo mi sono inalberato la volta scorsa - dire che ho chiesto dati attinenti alla salute è palesemente un'inesattezza! Io non ho chiesto dati attinenti alla salute di nessuno. Ho chiesto di sapere le identità delle persone che hanno truffato la sanità valdostana, le persone che hanno truffato, senza sapere perché, per come e per cosa hanno chiesto accesso ai servizi sanitari. Mi pare evidente che questo diritto dei consiglieri sia inalienabile e che a questa richiesta vada assolutamente dato corso e, come ho già detto la volta scorsa, detto questo e visto che mi pare di aver riassunto molto bene le motivazioni che mi sono state opposte all'interno di questa comunicazione, ovviamente noi non ci fermeremo qui e chiederemo, fino a ottenere, i dati di cui abbiamo necessità per fermare questo stillicidio di truffe alla sanità valdostana e non solo.
Presidente - Collega Manfrin, nella qualità e nelle competenze che ci competono abbiamo sollecitato l'invio dei dati. Credo che a questo punto, legandoci a quanto aveva sottolineato e richiesto anche il collega Cognetta nella seduta precedente, sia opportuno davvero organizzare un momento di incontro con la Conferenza dei Capigruppo e, magari, i dirigenti della Giunta - credo che ci sia massima disponibilità in questo senso - così da poter rifare il punto della questione, anche se devo dire che la relazione che hanno prodotto gli uffici, che ringrazio ancora una volta, credo che sia già sufficientemente chiara nel merito. La parola al collega Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Se fosse possibile, Presidente, nel più breve tempo possibile, darci una data anche di quando fare. Le spiego: rispetto a quanto da me comunicato relativamente all'accesso agli atti e al diniego dell'accesso agli atti ho interessato i miei legali, come avevo già fatto in passato. Siccome è una procedura che comunque ha dei costi, che non sostengo io direttamente, ma vengono sostenuti con i fondi dei gruppi consiliari che non vorrei venissero sprecati inutilmente, vorrei per cortesia che lei definisse al più presto una data nella quale incontrarci e dirimere questa questione. Perché è fondamentale, capisce Presidente, in quanto al di là delle questioni personali mie o di altri colleghi consiglieri che in questo momento sono all'opposizione, credo che riguardi chiunque altro all'interno di quest'aula. Di conseguenza, se può metterci sicuramente a conoscenza del fatto che decidiamo una data con i vari capigruppo e, per favore, cerchiamo di chiudere questa questione.
I passaggi che sono stati fatti dagli uffici rispetto alle comunicazioni che sono state inviate anche da me ai presidenti delle varie partecipate a cui ho chiesto i dati, non hanno sortito effetto. Veramente ci chiediamo a cosa possa servire la raccolta di informazioni, sentenze e quant'altro, visto che comunque sia non avviene una trasmissione corretta dei dati. Tra l'altro è notizia proprio di questa mattina che ci sono anche ex amministratori di partecipate che dicono di aver trasmesso i dati che poi non sono stati trasmessi o che, almeno nel periodo in cui ho chiesto io, non mi sono stati trasmessi fino a che non si è avuta la certezza della sentenza del Consiglio di Stato e adesso si lamentano perché invece li avevano trasmessi. C'è qualcosa che non funziona da questo punto di vista. Quindi la pregherei, per cortesia, di prendere un impegno formale su una data nella quale ci troviamo.
Presidente - In realtà volevamo già fissarla. Il problema è che c'è tutta la discussione in merito al bilancio e quindi anche la difficoltà di trovare una data utile per far combaciare. Sarà mia premura contattare subito gli uffici della Presidenza e capire quando si può trovare una data compatibile con i vari impegni del momento. Ha chiesto la parola la collega Spelgatti.
Spelgatti (LEGA VDA) - Purtroppo, vediamo che le cose continuano a funzionare nella stessa identica maniera: mancanza di trasparenza assoluta, soprattutto da parte della sanità che non risponde alle richieste di accesso agli atti. Ma non solo: anche da parte degli uffici c'è paura a dare all'opposizione i documenti che abbiamo diritto ad avere come consiglieri, come opposizione e queste sono le regole banali della democrazia.
Abbiamo visto dalle mail che sono emerse sul giornale tutto ciò che noi sapevamo esattamente. Tutti i valdostani sanno che questa maggioranza è tenuta in piedi soltanto dall'appoggio di Rete Civica, che non ha nessuna ragione di essere, visto e considerato che non riuscite a portare avanti neanche l'ordinaria amministrazione, non parliamo della straordinaria amministrazione, e la Valle d'Aosta è completamente paralizzata, è completamente tenuta sotto scacco. Ci fosse un senso almeno a tutto questo, a questo essere tenuti sotto scacco, se non quello del mantenimento delle poltrone e ci fosse un significato positivo perché qualcosa viene fatto, almeno i valdostani potrebbero farsene una ragione. Ma abbiamo visto certificato sui giornali esattamente il contrario. Abbiamo visto che una persona che è assolutamente fuori dal Consiglio, abbiamo visto una persona che non è eletta in Consiglio, dare degli ordini a un consigliere di maggioranza, neanche del suo gruppo, ma un consigliere di maggioranza, che supinamente e bellamente, come se niente fosse ed esplicitamente dice: "non ti preoccupare, faremo esattamente quello che siamo obbligati a fare, quindi porteremo avanti tutto il discorso della legge elettorale. Non ha importanza, non ha nessuna importanza quello che dirà il professore che verrà sentito in Commissione".
Noi sappiamo benissimo che i lavori in Commissione ormai sono il delirio più totale, perché ci sono le commissioni convocate in maniera raffazzonata, non calendarizzata, tutto in urgenza per stare dietro a un cronoprogramma che non viene rispettato. Ma non importa tutto questo e per di più sono tutte farse, e lo sappiamo benissimo. L'abbiamo visto sul discorso della legge sulla mobilità, dove bisognava uscire con la bandierina. Abbiamo fatto la legge sulla mobilità e non importa se poi questa legge per la mobilità è assolutamente una farsa e assolutamente inesistente, una presa in giro; non ha nessuna importanza.
Stessa cosa per la legge elettorale: dobbiamo farla. E proprio nero su bianco è venuta fuori sui giornali la mail della consigliera Morelli in cui dice: "Non ha nessuna importanza, tanto verrà sentito questo professore ma, indipendentemente da quello che dirà, noi rispetteremo i patti". Ragazzi, questa è una cosa di una gravità inaudita! Già solo per questo motivo ve ne dovreste andare tutti a casa. Basta! A un certo punto viene fuori una mail del genere, con una certificazione nero su bianco della realtà dei fatti che tutti i valdostani sanno, perché nessun valdostano è stupido, tutti i valdostani vedono esattamente come stanno le cose, ma adesso ce l'abbiamo addirittura nero su bianco, abbiamo una mail in cui è tutto scritto nero su bianco. Il sistema del vostro Governo è scritto nero su bianco. Direi che c'è veramente da vergognarsi e la situazione è di una gravità enorme. Sappiamo benissimo tutti quanti di essere presi in giro nei lavori delle Commissioni, nei lavori consigliari e tutto quanto. Adesso abbiamo la certificazione di tutto questo. Risultato: siete ancora lì. Non cambia niente. Non ha nessuna importanza. Ma prima o poi il prezzo di tutto quanto lo pagherete e mi chiedo veramente come faccia Rete Civica a sopportare tutto questo e a ritenersi ancora degna delle sue battaglie. Ricordo il collega Bertin, che comunque ho sempre rispettato per le battaglie che aveva fatto all'epoca, indipendentemente dalla diversità di posizioni, ma quando le battaglie sono giuste, se anche politicamente si è lontani, c'è comunque una stima reciproca, di uno nei confronti dell'altra; non so se lei stima me, ma io stimavo sicuramente le battaglie che lei portava avanti. Mi chiedo veramente come si faccia oggi ad avere delle posizioni di questo tipo. È ora di tornare a votare.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano.
Restano (GM) - Intervengo pure io sulla vicenda dello scambio delle e-mail, ma soprattutto vorrei intervenire su ciò che rappresenta questo scambio di e-mail. Sicuramente il contenuto è irriverente nei confronti della collega Pulz, una collega che ha fatto un percorso insieme a chi ha scritto questa mail, ha condiviso degli ideali, che se andiamo bene a vedere il contenuto della mail vengono completamente sacrificati. Delle persone che si sono proposte come grandi preservatori dell'ambiente incontaminato, a tutela della fauna e della flora valdostana, non hanno esitato a mettere nero su bianco: "noi vi appoggiamo nella battaglia sul lupo a patto che ci diate un momentino di visibilità e ci consentiate di approvare questa norma". E poi dopo, un non consigliere, rimprovera i consiglieri per aver fatto il loro mestiere, per aver portato questa audizione all'attenzione delle Commissioni competenti.
Lo abbiamo ben capito perché li rimprovera: perché gli ha smontato la riforma! Delle persone che inneggiano alla democrazia, alla tutela del libero confronto vogliono riportarci alla dittatura! Ce lo ha detto bene il professor Pallante e per fortuna che la collega Pulz ha insistito per questa audizione. Ma noi i contenuti di questa audizione andremo a portarli nelle case dei valdostani, busseremo porta a porta per far conoscere cosa ci è stato detto e dove questa riforma ci vuole portare.
Questa mail è da mettere in discussione nei metodi e nei contenuti. Siamo tornati indietro alla dittatura, ci vogliono portare lì. Noi ci rifiutiamo e chiedo che i consiglieri prendano le distanze da questo. È un metodo che non funziona, non lo abbiamo mai visto, ma soprattutto è un ritorno al passato che noi non vogliamo più rivedere! Per cosa: per cinque minuti di gloria? Proprio non ci stiamo! Poi nelle riunioni segrete si inneggia a quanto di bello è stato fatto. Ma dove? Non vedo niente di buono e di bello per i valdostani.
Infatti, la risposta è arrivata nel giro di poche ore al congresso dell'Union Valdôtaine. È un atto di rilievo politico importantissimo e mi stupisco che non se ne discuta in questa sede. È stato detto che la riforma non è da portare avanti. È stata fatta una proposta completamente diversa e devono notare le dovute conseguenze di questa affermazione i colleghi che inneggiano a questa la proposta di riforma, che ha faticato a passare in sottocommissione. E ci credo che abbia faticato a passare in sottocommissione!
Noi avevamo già le idee chiare, ma l'audizione del professor Pallante non ci ha lasciato dubbi: la Valle d'Aosta non può seguire questa strada. Le altre regioni sono state dichiarate iperpresidenzialiste. Figuriamoci una riforma di questo tipo applicata alla Valle d'Aosta, dove abbiamo un presidente, prefetto e presidente di provincia, che ha diretti contatti con i comuni. Quale sarebbe la sua influenza sulle logiche democratiche di confronto tra comuni, presidente di provincia e presidente di regione? È qui che ci ha portato il professor Pallante.
Presidente, posso parlare? Non vorrei essere interrotto, cortesemente.
Presidente - Colleghi, vi invito a lasciar terminare. Poi se volete intervenire, basta che vi prenotiate.
Restano (GM) - Questa deriva la vediamo adesso in questa sala e noi ci opponiamo! E vorrei porre l'attenzione anche sull'operato dell'URP, perché è un'altra notizia di grande attualità. Non penso si tratti di fake news. Riflettiamoci.
Presidente - Ha chiesto la parola la collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Sento il dovere di raccontare a chi non lo sapesse o a chi non avesse capito bene come si sono svolti i fatti. Nel momento in cui si è cominciato a parlare di riforma istituzionale per la Valle d'Aosta ho spontaneamente pensato ai testi letti sull'argomento, alle lezioni più coinvolgenti che ho sentito e mi è venuto subito in mente il professor Francesco Pallante, costituzionalista dell'Università di Torino, che mi ricorda sempre la citazione di Euripide: "La semplicità è dei grandi". Il professor Pallante è, infatti, in grado di affascinare chiunque su tematiche complesse come la legge elettorale, che lui sa spiegare nel modo più chiaro e semplice possibile, come può notare chiunque vada sul sito del Consiglio per ascoltare la lezione integrale. Ho quindi comunicato alla Presidente della I Commissione, Morelli, era la fine del mese di settembre, questa idea che nasce da lontano, cioè dalla mia convinzione solida e profonda, come ormai sanno tutti i colleghi che ne hanno anche un po' la paranoia, che la politica senza contatti e scambi con la ricerca scientifica diventa asfittica e autoreferenziale. È la convinzione che sui grandi temi, tra cui appunto la riforma istituzionale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, sia indispensabile, ma proprio indispensabile, un dibattito ampio e partecipato che coinvolga, oltre a noi tutti consiglieri, la comunità valdostana, perché si tratta di decidere insieme le regole del gioco, che non è il gioco della maggioranza o della minoranza, ma il gioco di tutti i cittadini, a meno che non vogliamo rassegnarci al fatto che i giochi politici siano già decisi fuori dal Consiglio regionale e da chi non è nemmeno stato eletto.
Dato il livello altissimo dell'intervento, che ben sapevamo di offrire a tutti con la lezione del professor Pallante, ho auspicato la partecipazione di tutti i gruppi politici che sono rappresentati nella I Commissione, che ringrazio per aver raccolto la mia proposta, formalizzata per iscritto il 7 ottobre, quando la sottocommissione stava avviando i lavori. Poi, tra un impegno della Commissione che è congestionata e un altro del professor Pallante, l'audizione ha potuto essere fissata solo il 29 novembre.
Quella lezione ha soddisfatto tutte le nostre migliori aspettative: è stata un inno all'autonomia, da intendersi come strumento per valorizzare le nostre peculiari caratteristiche e trovare una strada nostra. La ridotta dimensione territoriale, diceva il professore, potrebbe allo stesso tempo garantire una dimensione più partecipata, una rinascita delle culture politiche, alla fine di una stagione politica iperpresidenzialista e dell'autonomismo monopartitico, pur senza leggi codificate. Per cui risulta davvero paradossale e incomprensibile ai nostri occhi questa Gueste nostalgie [nostalgia di Augusto, n.d.c]. La frammentazione politica non dovrebbe essere vissuta come un problema, ma come un'opportunità - ci diceva il professore - il segnale positivo di una nuova vivacità per esprimere un pluralismo di vedute, anche in modo conflittuale perché, come spiegava il grande Piero Gobetti, il conflitto fa parte naturalmente e positivamente del dibattito politico, se questo è pluralista.
Di fronte a questo contesto che va assunto, la scorciatoia presidenzialista è una via di fuga dalla complessità, mentre il Consiglio regionale dovrebbe farsene espressione in modo più maturo e non rifuggire la complessità. L'instabilità politica è un dato di realtà che può essere indirizzato, ma è un'illusione, ci diceva il professore, pensare di risolverlo del tutto. Le minoranze, che diventano artificialmente maggioranze, hanno i piedi d'argilla, perché di fatto non trovano un radicamento sociale.
L'invito del professore è a cogliere le opportunità che il presente politico ci offre, pur nella sua volatilità - anziché averne paura e rifugiarci in modelli superati e importati dalle regioni ordinarie, perché siamo autonomisti e intermittenza, come le luci di Natale, mi sembra - mi ha sinceramente fatta volare molto in alto e così spero tutti i colleghi. Molto in basso invece mi ha tirato la vicenda triste dello scambio di mail che, mio malgrado, mi ha citata e quindi purtroppo ne devo parlare. È stata per me motivo di tristezza e, scusate, lo ritengo anche un atto di violenza, perché qualcuno che non è stato eletto e nemmeno si è candidato ha sporcato il mio intento collaborativo libero da retro pensieri a cui altri, non io, sono fin troppo abituati.
Presidente - Collega Manfrin, prego.
Manfrin (LEGA VDA) - Evidentemente non si può non parlare di questo argomento.
Voce fuori microfono.
Collega Morelli, ci sono brevi interventi: è plurale. Se però vuole farmi tacere, io mi taccio, non è un problema. Tanto decidete voi, come avete già dimostrato.
Presidente - Non penso: credo che l'aula sia gestita! Prego, collega Manfrin, vada avanti.
Manfrin (LEGA VDA) - Dicevo che la pubblicazione di queste mail è un fatto assolutamente importante, che definirei di rilievo istituzionale senza precedenti. Ne approfitto per ringraziare il Presidente del Consiglio per aver voluto prendere posizione su questo tema in maniera molto netta, per riaffermare il primato delle istituzioni e del rispetto alle pressioni esterne. Infatti, siamo di fronte a questa gravissima ingerenza perpetrata non soltanto ai danni del Consiglio, ma anche ai danni di tutti i valdostani che devono vedersi dettare l'agenda da parte di chi, non solo non ha vinto alcuna elezione, ma non è nemmeno stato eletto all'interno di questa assise. Lo abbiamo già detto una volta, abbiamo già parlato ampiamente delle pressioni delle eminenze grigie che dall'alto o magari da altri palazzi dominano la politica all'interno di quest'aula, all'interno del Consiglio regionale. Ho trovato molto grave - mi rivolgo in questo caso alla collega Morelli - che il presidente della...
Presidente - Posso chiedere un po' di silenzio in aula? Scusate, colleghi: si fa fatica a seguire! Per cortesia! Prego, collega.
Manfrin (LEGA VDA) - Dicevo che ho trovato molto grave che la collega Morelli, presidente della I Commissione affari istituzionali, commissione importantissima, abbia deciso di piegarsi a questi dictat che arrivano dall'esterno, che trovo assolutamente lesivi di questo Consiglio e delle istituzioni che rappresentiamo, nella forma e anche nella sostanza. Quello che si legge nello scambio di mail è un'ingerenza gravissima non sono nell'attività politica che, come ha ben riassunto anche la collega Spelgatti, ha determinato un ingolfamento all'interno della I Commissione, che è stata costretta a piegarsi alle pressanti volontà della stampella governativa di Rete Civica, ma addirittura le pressioni arrivano sulle date delle audizioni e delle convocazioni che la Commissione deve fare; nemmeno sugli argomenti, addirittura sulle date delle convocazioni.
Mi rivolgo nuovamente a lei, collega Morelli, che ricordo storicamente battagliera sui banchi di questo Consiglio. La ricordo battersi a gran voce per insegnarci che cos'è il rispetto della democrazia, per insegnarci cos'è il rispetto delle istituzioni e il rispetto della trasparenza, lei che si alzava spesso anche in maggioranza con il ditino alzato a spiegarci e a insegnarci che cosa fosse la democrazia. Oggi lei si limita purtroppo ad alzarsi per giustificare le posizioni indifendibili di questa maggioranza: quando c'è qualche decisione scomoda da comunicare delegano lei, forse perché lei riesce a dirlo con un tono più mellifluo, ma certamente non le fa onore questo ruolo. Lei è riuscita ad affermare all'interno della sua comunicazione: "Il professor Pallante ha dato la disponibilità per il 29 novembre. Non penso che sarà la sua audizione che cambierà il posizionamento politico - sottolineo: politico! - che come maggioranza avremo maturato per quella data". Quindi sostanzialmente si dice: "Sai che c'è? Noi questa audizione la facciamo, ma da bravi politici quali siamo, siccome abbiamo un accordo che ci mantiene in vita, checché venga detto all'interno di quella audizione, qualsiasi cosa venga detta non importa, che sia una cosa buona per la Valle d'Aosta o che sia una cosa cattiva a noi non fa né caldo né freddo. Noi abbiamo preso un accordo e quello portiamo avanti a prescindere da quello che viene detto". Questa è una cosa gravissima, collega Marelli. È una cosa gravissima! Mi stupisce davvero che arrivi dalla sua persona. Però forse aiuta anche i valdostani a capire a quali livelli sia arrivato il detrimento di questo Consiglio. Diciamo che non è che questo introduca un fatto di novità, ma semplicemente lo mette nero su bianco: c'è qualcuno che detta i tempi e voi che cercate di adattare le istituzioni per cercare di rispettarli.
Mi rivolgo adesso invece alla collega Minelli in particolare, a cui fa riferimento l'eminenza grigia che spesso parla per voce sua, che rivolgendosi alla stampa ha detto che i contenuti delle mail sono stati decontestualizzati. Provi a contestualizzare quello che è stato scritto all'interno delle mail. La prego, mi ho faccia un esempio di quale contesto possa giustificare quello che ha detto. Se ci riuscirà, le farò i complimenti, collega. Io però credo che lei abbia fatto un passo falso molto grave, ovvero lei ha svelato il suo bluff. Io non ho mai giocato a poker, ma mi hanno insegnato che quando si bluffa a un certo punto si rivelano le carte e non è che si può andare avanti tanto a lungo. Lei ha dichiarato urbi et orbi - così come Rete Civica, ma io penso che la comunicazione arrivi semplicemente da lei, perché ritengo invece il suo collega Bertin molto più aderente e rispettoso delle prerogative del nostro Consiglio e delle nostre istituzioni - lei ha detto: "Beh non si può scendere dal treno in ritardo, perché altrimenti rischi di non arrivare". E lei così ha rivelato il suo bluff. A questo punto lei ha dato il via libera e quindi qualsiasi tradimento delle date, qualsiasi mancato rispetto di quello che è il suo cronoprogramma, non potrà fare altro che essere accettato da lei che ha detto: "Meglio andare avanti così e magari forse un giorno, magari tra cinque anni, magari tra venticinque, chi lo sa, è meglio andare avanti così; l'importante è stare qui e non perdere la poltrona". Complimenti, collega Minnelli!
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Vesan.
Vesan (M5S) - Vorrei dire anche io due parole relativamente ai lavori della I Commissione per quello che riguarda la riforma istituzionale della Valle d'Aosta. Personalmente siamo particolarmente interessati alla discussione nel merito della riforma e quindi di quale futuro possa avere la governabilità della nostra regione rispetto alle modalità con cui membri che fanno parte della maggioranza, interni ed esterni al Consiglio che siano, decidono se e come sollecitare le altre forze di maggioranza su cosa fare. Siamo poco interessati anche a quello che dice la base dell'Union Valdôtaine o la base della Stella Alpina contro questa proposta di legge. Ci interesserebbe invece moltissimo poter affrontare in I Commissione questo argomento. Questo argomento in I Commissione fatica veramente a partire, perché si era partiti con una sottocommissione per predisporre un testo da sottoporre poi alla I Commissione, i cui lavori erano aperti a tutti e c'era anche la disponibilità a sentire direttamente il professor Pallante, ma qualcuno ha deciso che, no, la sottocommissione doveva essere assolutamente boicottata e il professor Pallante doveva essere ascoltato solamente quando si fosse tornati in I Commissione. Bene, siamo a questo punto. È stata firmata una proposta di legge, oltre che da noi da altre forze politiche che fanno parte della maggioranza e la proposta di legge non è in quest'aula di corsa per essere votata. La proposta di legge è scaricata alla I Commissione dove, a seguito dell'audizione del professor Pallante, avremo modo, spero, questa volta di confrontarci nel merito delle questioni.
Da parte nostra non abbiamo la visione idilliaca della collega Pulz relativamente all'intervento del professor Pallante, che per l'ennesima volta ci ha detto quanto vada bene la mozione di sfiducia costruttiva. Beh, il professor Pallante ha detto che probabilmente noi abbiamo un'esperienza diretta e più approfondita e l'esperienza diretta e approfondita di quest'aula sulla mozione di sfiducia costruttiva è che, grazie alla mozione di sfiducia costruttiva, abbiamo cambiato la maggioranza, non solo la Giunta, almeno cinque volte negli ultimi tre anni. Probabilmente ci vuole un'azione più incisiva e l'azione più incisiva è quella che abbiamo proposto: tutti parlano della rappresentatività dei cittadini valdostani, noi abbiamo detto che per dare una maggioranza ed eleggere un presidente ci vuole il 48 percento dei voti dei valdostani. Attualmente con la legge vigente il presidente viene scelto dal 42 percento dei voti dei valdostani, se ci sono, che vanno a votare, quindi in realtà è meno rappresentativa la versione attuale. La controproposta fatta da chi non ha voluto lavorare in sottocommissione è di abbassare addirittura al 37 percento, quindi avremmo un presidente che i valdostani li rappresenta per modo di dire. Visto che le percentuali sono in funzione del numero di quelli che effettivamente vanno a votare, rappresenta a stento un quarto dei cittadini della Valle d'Aosta.
La nostra proposta va in quella direzione. Non è una proposta assoluta. Noi non abbiamo patti con Rete Civica, né patti con la maggioranza. Noi siamo disposti anche a discuterne per tre anni per arrivare a una soluzione che sia sufficientemente condivisa e sufficientemente intelligente. Anche tra le proposte del professor Pallante ci sono dei suggerimenti per quello che riguarda i contrappesi alla forza del presidente eletto direttamente, che meritano di essere assolutamente valutati ed è bene che ci sia un confronto su di questi. Però la sede di questo confronto per fortuna è la I Commissione e mi auguro che tutte le forze politiche di quest'aula, che hanno di diritto un rappresentante all'interno della I Commissione e anche tutti gli altri, possano comunque partecipare a un dibattito che è fondamentale, perché si tratta di quale sarà l'ordinamento della nostra Regione. Non ha il valore della legge sulla mobilità sostenibile e nemmeno di quella sul lupo, per quanto siano dibattiti interessanti e approfonditi: stiamo discutendo di cosa siamo noi adesso e cosa diventeremo; non noi, tutta la Valle d'Aosta. Quindi confido che ci sarà da parte di tutte le forze politiche in I Commissione la volontà di confrontarsi sul risultato e trovare una soluzione il più possibile condivisa, perché la riforma dell'ordinamento della Valle d'Aosta fatta a colpi di limitate maggioranze è un brutto segnale per tutti i valdostani. Probabilmente varrebbe la pena di non discuterla nemmeno. Se esiste la volontà di discutere e di affrontare l'argomento, e non solo la volontà di boicottare l'avversario, potremo fare della strada in questa direzione, altrimenti rimarremo bloccati tristemente su quello che siamo e su un'aula che poco si confronta nel merito e molto si confronta sulle mail e sugli articoli di giornale.
Présidente - A demandé la parole le collègue Gerandin.
Gerandin (MOUV') - Merci, madame la Présidente. Volevo iniziare ringraziandola per il fatto che è l'unica di questa maggioranza che ha avuto un sussulto nel denunciare comunque un'ingerenza che, penso, dovrebbe essere quantomeno preoccupante per questa assemblea, per questo Consiglio. Ringrazio anche la collega Pulz, perché è sicuramente merito suo, della sua caparbietà, se abbiamo avuto la possibilità di audire il professor Pallante.
A me dispiace, perché è una visione diversa rispetto al percorso che questa maggioranza ha sottoscritto e si è impegnata a concludere entro il mese di novembre: una visione diversa, ma sicuramente una visione che io condivido assolutamente, quella del professor Pallante. Ci ha fatto una buona lezione di come dovremmo salvaguardare la nostra specificità, la nostra autonomia e il fatto di essere diversi dal resto d'Italia. Questa volontà di equiparare al resto d'Italia ci preoccupa e ne approfitto di questa occasione per dire che la proposta di legge che è stata presentata da parte di MOUV', Lega e Gruppo Misto è chiaramente una proposta di legge che è a disposizione del Consiglio. È probabilmente una proposta di legge che ha voluto essere provocatoria in questo momento, ma comunque è una proposta di legge che è a disposizione della I Commissione.
Ringrazio anche il Congrès de l'Union Valdôtaine perché, lo annuncio, noi siamo molto interessati ad approfondire la proposta di Gabriele Osio e Alessandro Bertolin, che prevede ventisei eletti in maniera proporzionale e nove con il maggioritario. È da approfondire e non è un prendere o lasciare: è da approfondire; per noi è molto più importante che sia questo il percorso.
Ho un rimpianto su tutto questo, rispetto ai solleciti più volte ricevuti anche dalla presidente Morelli di partecipare a questa sottocommissione. Ovviamente avevamo visto giusto a suo tempo quando abbiamo rifiutato di partecipare a questa sottocommissione, perché quando si legge in questa e-mail che se abbiamo assunto una posizione la manterremo, significa che le posizioni sono già decise a priori e che le sottocommissioni sono null'altro che una sorta di alibi per cercare di dare una legittimazione popolare a queste scelte. Ora dispiace che ci siano dei personaggi che forse abbiamo sottovalutato, perché noi abbiamo sempre pensato che i tutor fossero quelli che mettevano sotto tutela il governo, gli assessori: ne avete più o meno qualcuno a testa. Abbiamo appreso che hanno molto più potere questi tutor: mettono anche sotto tutela e soprattutto intervengono nelle calendarizzazioni delle Commissioni.
Questo ci preoccupa ulteriormente, perché non è questo il sistema. Se uno ha intenzione di fare una carriera politica, ha intenzione di incidere sulle scelte legislative, si candida, si fa eleggere e viene in questo contesto. Lavorare sottotraccia con velati ricatti, chiamiamoli come vogliamo, non è un sistema che ci piace e che condividiamo. Sentire in una e-mail di un atto del tutto legittimo, presidente Morelli, che però secondo me è stato un po' sottovalutato, perché il fatto di audire il professor Pallante non è un atto di cortesia della presidente della I Commissione alla collega Pulz, ma è un atto dovuto, nel senso che anche quando ci sono avvisi diversi è buona consuetudine sentire tutti i pareri. E sentire che qualcuno esterno, in questo momento fondamentale per il proseguo di questa maggioranza, dica "Io ho letto che hai concesso l'audizione al professor Pallante e alla collega Pulz e sono esterrefatto", penso che sia quasi un tono di minaccia nel senso di dire: o si fa come voglio io o se no si azzera tutto. Se queste sono le prerogative, lo dico tranquillamente, mi pare un po' di rivedere quello che è l'andazzo del Governo nazionale, dove di giorno si cerca di costruire e di notte si disfa.
Noi su questo non ci stiamo e soprattutto, lo dico in tutta sincerità, non parteciperemo a nessuna sottocommissione dove gli atti siano già decisi prima, ma siamo ben lieti di parlare con gente che vuole eventualmente avere una visione diversa e dare una prospettiva alla regione. Concludo dicendo che per noi la riforma della legge non è una priorità, ma piuttosto penso che in questo momento, se vogliamo fare un favore ai cittadini, chiediamo qual è il loro avviso e andiamo a votare.
Presidente - La parola al collega Ferrero.
Ferrero (MOUV') - Penso che lei abbia già riassunto bene che il carattere intimidatorio e ricattatorio della e-mail è assolutamente inaccettabile. Direi che la sottolineatura va fatta al riguardo di quanto detto dal professor Pallante, in maniera chiara, dal punto di vista diciamo di costituzionalista e non certo di politico. Si va nella direzione di costituire o di rendere istituzionale la figura dell'uomo solo al comando, quella di cui ci siamo liberati dopo quarant'anni di camicia di forza, diciamo così. Ecco, dare una figura istituzionale a questo è una cosa aberrante. Veramente sono senza parole a sentire che qualcuno possa sostenere questa cosa, soprattutto i movimenti che sostengono questa direzione: è una cosa assolutamente inaccettabile. Con le funzioni di prefettura affidate al Presidente della Regione, con le funzioni che già aveva prima, dare questo potere, in assenza di contro bilanciamenti, diventa una scelta che per la democrazia è assolutamente inammissibile.
Questa è la questione. È chiaro che chi ha inviato la e-mail era ben cosciente del fatto che sarebbero state evidenziate queste problematiche e queste criticità e aveva tutto l'interesse a che il professor Pallante non parlasse. Però adesso ha parlato e io invito anche chi continua a sostenere con ostinazione questa scelta, che è una scelta suicida, a farci un pensierino sopra, anche perché qualcuno che ha aderito poi successivamente a certi movimenti dovrebbe ricordarsi che cosa si diceva all'inizio di queste cose, mentre adesso sono cambiate le idee. È vero che, come si dice, non cambiano idea solo gli stupidi, ma qui mi sembra che qualcuno cambi idea un pochettino troppo velocemente e sia troppo furbo.
Presidente - Ha chiesto la parola il vicepresidente Distort.
Distort (LEGA VDA) - Vorrei aggiungere una parola. Ne sono già state dette molte e penso che non ci sia granché da aggiungere, però mi permetto di ribadire il fatto che repetita iuvant. E nel repetita iuvant io dico, sotto il profilo del ruolo che rivesto e che rivesto e rivestirò fintanto che me ne sentirò degno, perché permettetemi, ma è una questione di dignità quella su cui si sta parlando: di dignità! L'ingerenza stabilita attraverso una corrispondenza privata tra la presidente di Commissione e un'eminenza grigia esterna che muove i fili di Rete Civica e di conseguenza di una maggioranza che sta in piedi grazie a Rete Civica, questa è una ingerenza ingiustificabile! Non è un tecnicismo sul Regolamento, non è assolutamente un tecnicismo sul Regolamento! Questa è la sostanza con la quale si stabilisce un'attività politica. È la sostanza con cui questo organo, che è il Consiglio regionale della Valle d'Aosta, si sta muovendo! Non funziona, non può assolutamente funzionare.
Si chiama verità. È stato dato forse, non dico correttamente ma in maniera arbitraria, in mano alla stampa? Abbiate pazienza, io personalmente prendo posizione: è stata fatta la cosa giusta, perché la verità è verità. La verità è verità! I valdostani che stanno credendo fuori da quest'aula che dobbiamo prima di tutto mettere a posto la legge elettorale per poter avere stabilità e avere tutto il resto, tutti i discorsi che sono stati condotti fino ad adesso, giustificando geometrie di governo che stanno in piedi grazie a una dinamica di numeri, non di contenuti, non di idee, non di visione, di numeri e questi numeri si reggono su un rapporto con un'eminenza grigia, non eletto?
No! Signori, io prendo le mie distanze da questa posizione e non solo, ma io invoco, nel bene delle persone coinvolte in questa situazione e nel bene delle forze politiche coinvolte in questa situazione, che ci siano ammissioni responsabili, mature, dignitose, etiche e morali di colpe e questo venga anche dalla forza politica, dalle forze politiche coinvolte, perché se io mi permettessi una scorrettezza di questo tipo, di scavalcare una Commissione, di scavalcare un organo consiliare per intessere relazioni private con una persona non eletta, il mio movimento mi metterebbe alla gogna! Questo io mi aspetto dal movimento di cui fanno parte sia la collega Morelli che la collega Minelli: questo primo atto fondamentale, altrimenti c'è complicità.
Ultima cosa, io me lo aspetto dal punto di vista della maggioranza. Io non voglio mettermi a dare bordate alla maggioranza, se non nel momento in cui queste bordate sono meritatissime, ma soprattutto nel momento in cui queste situazioni generano delle condizioni di chiarimento, chiarimento responsabile, perché qui non si tratta di aver creato dei turbamenti nei rapporti di forza; qui si tratta di mettere in discussione la credibilità dell'organo supremo della Valle d'Aosta.
Concludo. Si chiama verità, si chiama morale. Io sono sicuramente un ingenuo e lo sarò sempre e morirò ingenuo, ma preferisco credere in questi valori.
Presidente - Colleghi, vorrei solo ricordare che nelle mie comunicazioni ho richiamato la condotta anche di chi comunica, perché in quest'aula lungi da noi a inneggiare alla violazione di articoli addirittura contenuti nella nostra carta fondamentale che è la Costituzione, perché il diritto alla segretezza della corrispondenza è un diritto costituzionalmente garantito e quindi mi pare doveroso che il Presidente del Consiglio richiami anche a questo contenuto. Mi pare poi di aver espresso il pensiero, invece, sul contenuto di quanto è stato pubblicato.
Ha chiesto la parola il collega Peinetti.
Peinetti (UV) - Io cercherò di non entrare in questa diatriba relativa a scambi di mail giornalistiche più o meno gravi dal punto di vista istituzionale o no. Io voglio rivendicare semplicemente una cosa, il ruolo di coloro i quali hanno lavorato sia nella sottocommissione che nella I Commissione. Io ho aderito alla sottocommissione, come gli altri miei colleghi, con lo spirito di servizio per cercare di portare il mio contributo, in questo caso il mio contributo personale, a una legge che deve fare i suoi percorsi. Io non sono un costituzionalista e credo che in quest'aula ce ne siamo pochi di costituzionalisti. Tutti noi ci dobbiamo informare, tutti noi dobbiamo studiare e approfondire la materia. Sentire sparare giudizi come "ah, questa è la legge giusta, questa è la legge sbagliata, questa va bene, questa va male, questa è ridicola, questa no" fa veramente un po' sorridere.
Io penso che quello che è stato fatto è un lavoro che ha portato in I Commissione una proposta che potrà essere emendata e potrà essere approfondita da tutti i membri della I Commissione che lo vorranno fare. Noi abbiamo lavorato in sottocommissione senza togliere mai spazio alla I Commissione ed è il motivo per cui la sottocommissione è stata istituita. Questo grazie anche al lavoro del collega Bertin, che ci ha fornito tutta una serie di materiali, altri ce li siamo andati a trovare per conto nostro. Noi come movimento abbiamo istituito una commissione a parte, proprio per evidenziare come la materia sia complessa, sia difficile da maneggiare e sia anche difficile da trattare in questa aula, ma da qualsiasi altra parte.
Io ho già detto un'altra volta e lo ribadisco: non dipendo da entità esterne estrane a questo Consiglio, ho le mie convinzioni, il mio modo di pensare. Mi sono avvicinato a questa materia con molta umiltà, perché non è una materia che ovviamente conosco profondamente: mi sono documentato, ho studiato e sto cercando di capirne i significati più reconditi. Cosa sia meglio per questa regione penso che debba emergere dal dibattito che avverrà nella sede istituita per questo, cioè la I Commissione e poi eventualmente nell'aula consiliare.
Credo che ci siano molte suggestioni che ci sono state proposte. Noi le stiamo valutando. Io personalmente non ho la verità in tasca, come invece sento qualcuno in quest'aula. Non ce l'ho e per questo credo che il tempo per gli approfondimenti ci sarà. Ribadisco il fatto che nessuno di noi, almeno io, ma credo neanche gli altri colleghi della sottocommissione, abbiano agito sotto influenze esterne. Nemmeno la I Commissione sta agendo sotto influenze esterne, per quanto mi riguarda, quindi penso che cercheremo di continuare a lavorare in questa direzione. Se riusciremo a partorire un testo di legge condiviso, come diceva prima il collega Vesan, bene. Penso che sia un mandato forte che questa Commissione deve avere. Non penso che ci siano delle scadenze a cui ci dobbiamo sottoporre. La legge è arrivata in I Commissione, farà il percorso che deve fare, ci saranno le audizioni che ognuno di noi chiederà. Ci faremo tutti un'idea molto più precisa e magari quelli che sono entrati con un'idea ne usciranno con un'altra, fermo restando il fatto che il principio fondamentale è quello di cercare di dare stabilità e governabilità a questa regione. Perché poi tutti noi ci riempiamo le bocche di parole importanti, poi però vanno tradotte in atti pratici. Gli atti pratici in questo caso sono una legge che dovrà cercare di essere la più possibile ritagliata ad arte per questa regione. Non sarà facile. Ci proveremo, ognuno di noi con i propri limiti e le proprie disponibilità.
Io voglio ringraziare quelli che hanno lavorato e quelli che stanno lavorando a questo proposito in maniera molto seria e molto determinata. Quello che ci sarà da fare lo faremo e sicuramente non ci tireremo indietro quando bisognerà prendere delle decisioni.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Lucianaz.
Lucianaz (LEGA VDA) - J'interviens en français de façon à donner un coup de main à l'Union Valdôtaine qu'heureusement veut revenir sur ces valeurs identitaires. Alors, seulement deux précisions. J'ai apprécié les intentions des collègues Vesan et Peinetti, mais ce n'est pas sur le contenu qu'on va parler dans cette initiative, c'est plutôt sur la méthodologie.
Nous avons toujours critiqué ces façons de dire: il y a un mois, un mois et demi, il y a deux mois pour conclure tout, pour approuver la loi. Ce n'est pas comme ça, à notre avis, qu'on doit affronter une réforme institutionnelle pour notre région. Si on remet les cartes sur la table et on revient à la discussion à affronter, jamais le collègue Luboz, ni moi en Commission, on s'est refusés de participer à la discussion.
Deuxième point. C'est je dirais un peu drôle que tout ce problème est sorti de la part d'un membre du parti du collègue Bertin, qui justement ici nous donne des grandes leçons de constitutionnalisme, d'institutions, de règles et du respect des règles, de méthodologie, d'orthodoxie et tout ça. Mais là vraiment, à mon avis, on a touché le fond. C'est terrible qu'il y a des tuteurs, comme on les appelle là, mais ça c'est un choix du gouvernement, vous avez le plaisir de travailler de cette façon. Continuez comme ça, vous aurez vos critiques. Mais il y a d'autres organes institutionnels qui ne sont pas le gouvernement, les Commissions, par exemple, ou le Conseil, où là on ne peut pas l'accepter et nous on ne l'accepte pas. Voilà, les discussions sont à l'intérieur de ces organismes et donc je critique la position du gouvernement et de la majorité.
Je me souviens très bien quand j'ai commencé mon expérience il y a un an et demi: le collègue Bertschy, le collègue Viérin, le collègue Testolin qui donnaient plein de leçon sur la façon correcte de suivre l'ordre des travaux, de respecter les règles, le respect total des règles de la démocratie. Je termine mon intervention en disant que là on n'a pas appris rien de bon, plutôt c'est quelque chose de terrible qu'on a appris. Dommage, parce que je croyais qu'il y avait quand même un respect pour la minorité et je vois que- je l'ai dit maintes fois pendant les travaux de la Commission - de plus en plus il y a très peu de respect pour les autres élus. Cela je le critiquerais toujours.
Presidente - La parola alla collega Minelli.
Minelli (RC-AC) - In questi diciotto mesi di Consiglio ho imparato varie cose, ma una di queste è che molti consiglieri utilizzano quest'aula, che a mio avviso dovrebbe essere il luogo in cui si elaborano dei progetti, si discutono delle questioni importanti se non addirittura fondamentali per la popolazione valdostana, come un palcoscenico, una vetrina in cui mostrarsi, spesso senza altro obiettivo che l'apparenza, la strumentalizzazione e la demagogia. Questa è una cosa che ho sperimentato molte volte. Io vorrei rimanere a quelli che sono i fatti di cui si discute e francamente mi sembra che stiamo dando troppo tempo a una questione del genere.
È stata inviata una mail di carattere personale alla presidente della Commissione, che ha ovviamente tutto il diritto di procedere come crede, e ci mancherebbe altro. Ma credo anche che qualsiasi cittadino abbia il diritto di esprimersi su un tema come questo, che è importante, in particolar modo se questo non avviene in ambito pubblico, ma in ambito privato. Quindi mi spiace, io non parlerei di ingerenze di tipo grave come è stato sottolineato, bensì di opinioni di cui in una corrispondenza privata risponde chi le ha formulate. Ritengo anche che invece sia importante che all'esterno ci siano delle persone, dei cittadini che su un tema come quello della riforma si impegnino e anche su altri temi. A mio avviso è più grave - questo, sì, è veramente grave e giustamente la Presidente del Consiglio lo ha ricordato - che corrispondenze private vengano rese pubbliche. Esiste un segreto in questo senso che è stato violato: diventate pubbliche a mezzo stampa.
Dopodiché su questa faccenda si sono spese in questi giorni tante, a mio avviso troppe, parole e la cosa grave è che c'è stata una ampia strumentalizzazione architettata ad arte, tirando in ballo, per esempio, alcune questioni, alcuni elementi che non c'entrano nulla, come la legge sul lupo che dobbiamo discutere oggi e per la quale ci siamo impegnati seriamente senza barattare proprio nulla.
Non devo dare delle risposte al collega Manfrin e non credo nemmeno ad altri. Faccio solo una precisazione a cui tengo. Io porto avanti il progetto di Rete Civica che, mi spiace deludere qualcuno, non è il progetto di una persona sola, di una eminenza grigia, ma è il progetto di un gruppo che lavora con impegno, con serietà e con determinazione.
Concludo con una osservazione, che è questa: mi sembra che sia un po' curioso che molte persone qui dentro abbiamo una sorta di disturbo ossessivo compulsivo che, modestamente, credo debba essere curato. Il mio consiglio è di fare perlomeno qualche seduta di training autogeno che vi liberi da questa ossessione.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Samaritani.
Sammaritani (LEGA VDA) - Grazie alla collega Minelli, perché ci dà modo di dare corpo a quel concetto per cui a volte è meglio stare zitti che dire certe cose, perché effettivamente abbiamo sentito lo stridore delle unghie sui vetri fin da qua e penso anche fuori da quest'aula. In realtà dobbiamo interrogarci su questioni come queste così importanti e così delicate, perché effettivamente la collega Minnelli ha cercato di porre la questione tutta su un piano prettamente privatistico, ma nel momento in cui un tutor - perché chiaramente sappiamo che questa persona che scriveva era addirittura il tutor dei tutor, quindi qualcosa di ancora di più - scrive al presidente della Commissione dicendo: "hai convocato, non ho capito come mai in questa data, non dovrebbe essere già tutto chiuso a quest'ora" eccetera, mi sembra che di privato non ci sia assolutamente niente.
E ha ragione la collega Minelli quando dice che questa è l'aula in cui si dovrebbero discutere le leggi, fare le cose, le iniziative, eccetera, così come sono le commissioni i luoghi in cui si studiano le leggi, si elaborano, si ascoltano le persone, soprattutto se i temi sono così importanti come quello della rappresentanza di un'intera popolazione, come diceva giustamente il collega Vesan. Stiamo discutendo di un sistema elettorale, di un sistema istituzionale fondamentale e invece si corre dietro a un cronoprogramma. Chi se ne frega di quel professore, che magari è anche il più bravo del mondo, ma tanto ormai abbiamo già deciso, perché il cronoprogramma deve scadere in quel giorno e orami il nostro progetto è già quello e quindi, anche se ci venissero a dire che stiamo facendo una cavolata grossa come una casa, non importa, tanto ormai dobbiamo rispettare il cronoprogramma.
Ecco, questo è il vostro concetto di rappresentanza. Il popolo valdostano non è rappresentato da noi trentacinque, è rappresentato da qualcuno che sta al di fuori e che non si è manco candidato. Questo è il vostro concetto di rappresentanza. Questo è il vostro concetto di democrazia, perché la democrazia che voi sostenete è questa. Lo dichiara il vostro tutor dei tutor. Perché ci siamo messi ad appoggiare questa maggioranza? Per evitare che la Lega prenda in mano la regione Valle d'Aosta. Certo, chissenefrega del popolo, chissenefrega del 37 percento che ha votato alle europee per la Lega. Non importa: l'importante è che noi stiamo qua a decidere quello che una minoranza, a questo punto ormai, della popolazione ha deciso. Questo è il vostro concetto.
Ma allora andiamo anche sui temi. Perché qui forse si perde di vista un punto fondamentale, perché io ho fatto per tanti anni e continuo a farlo l'avvocato e mi faccio delle domande delle volte. Ma queste e-mail chi le ha date? L'opposizione? Certo che no. Sicuramente potrebbero essere i titolari di questa corrispondenza privata o qualcuno vicino a loro: o il destinatario o il mittente, non è che ci sono tante possibilità che qualcun altro abbia dato della corrispondenza privata. Se è qualcuno della maggioranza preesistente, evidentemente vuol dire che ci sono dei tali mal di pancia dentro questo governo che ormai stanno scoppiando, oppure, se arrivano dalla parte di Rete Civica, vorrà dire che è un ulteriore strumento di pressione, alla faccia di nuovo della democrazia e del modo di governare. Cioè: "Fate quello. Attenzione, fatelo così e fatelo nei tempi che abbiamo detto noi, se no avete già capito cosa succederà". Questo è il problema.
Ha ragione il collega Peinetti quando dice: "Siamo qua per studiare, lavoriamo in Commissione". Certo, siamo qua per studiare, lavoriamo in Commissione? E allora non facciamoci dettare i tempi da qualcuno che ha stabilito che quelli saranno i tempi, qualunque cosa debba succedere, perché non è il modo giusto di fare le leggi. Siamo qua a dire che abbiamo problemi di stabilità governativa e allora facciamo le leggi così, con la fretta? Facciamo le leggi così come vengono vengono, purché sia rispettato il cronoprogramma? Questo è il modo di governare? Io non mi sono candidato per questo e nessuno di noi qua da questa parte si è candidato per questo. Abbiamo un approccio molto più oggettivo, abbiamo un approccio molto più sereno. Noi stessi sappiamo benissimo che se andassimo a elezioni adesso probabilmente avremmo un grande successo, eppure non abbiamo tutta questa fretta nel stabilire quali debbano essere i criteri per votare, quali siano i criteri per eleggere le persone che più la gente vuole che venga eletta. Questo è il sistema di fare le leggi, secondo noi, cioè senza una fretta assoluta, ma soltanto nell'interesse dei cittadini.
Questa vicenda ci dimostra soltanto quello che abbiamo detto all'inizio, su questo appoggio al governo da parte di Rete Civica. Questo è un governo sotto tutela. I presupposti in genere per la nomina di un tutore sono l'incapacità di intendere e di volere. Evidentemente questo governo è incapace di intendere e di volere e ha bisogno di un tutor e ne ha trovati forse anche più di uno.
Presidente - La parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Io vorrei evidenziare ancora alcuni aspetti di questa vicenda. Innanzitutto, il ruolo dei media, perché è diritto-dovere di un giornalista - sono pubblicista anch'io - quando ha una notizia, certo ben verificata, di pubblicarla. La violazione della corrispondenza è un atto certamente gravissimo, ce lo ricorda, oltre alla Costituzione, la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, ma è avvenuta precedentemente, è un fatto che sta a monte. Invece è grazie ai giornalisti se il Consiglio regionale, la massima istituzione democratica della regione, ha potuto venire a conoscenza delle indebite intromissioni e influenze di una persona che non si rassegna a lasciar spazio agli altri. Anzi, noi vorremmo veramente conoscere, a questo punto lo chiediamo ufficialmente, anche i contenuti dell'altra mail citata dal giornale, oltre a quella in cui la presidente Morelli - e l'abbiamo apprezzata - richiama il suo ruolo di garante degli equilibri tra maggioranza e minoranza, salvo poi esplicitare, come è già stato detto, che sulla legge elettorale non ascolteranno niente e nessuno, né apporti scientifici né apporti critici, e questo sinceramente mi fa molto male.
Vorrei ancora dire che noi vorremmo conoscere i testi, a questo punto. Quella mail a firma "la commissione gruppi di Rete Civica" - chi sono questi gruppi? questa commissione gruppi da chi è composta? dai tutor? - che manda una mail in cui si parla - così dice il giornale, non credo che raccontino storie - della legge sul lupo, si parla di Pompiod alla presidente della Commissione che si occupa di autonomia e istituzioni; proprio non capiamo.
Il vero problema, comunque, come già diceva il collega Sammaritani, è la fonte di chi ha fornito queste mail a Gazzetta Matin. Eviterei ricostruzioni fantasiose, ma inviterei sinceramente chi tra la maggioranza, perché solo da loro poteva venire questa documentazione, ha dei dubbi che noi capiamo benissimo, sono dubbi sicuramente giustificati rispetto a questo modo di procedere, caratterizzato da baratti, da tirare a campare, di uscire allo scoperto e di avviare a una discussione pubblica, perché è questa la sede deputata. Altrimenti ha ragione Rete Civica, quando nel suo comunicato parla, tra virgolette, di una regia politica e un metodo che richiamano i momenti bui della storia del nostro Paese, altrimenti sembra che noi viviamo qui di compromessi di scambi quotidiani, che ci siano manovre politiche costanti per far saltare le maggioranze e metterne in piedi delle altre, supposte. Ecco, quello che stupisce è che i fans in buona Fedi, scusate volevo dire in buona fede, di Rete Civica non ne traggano le necessarie conseguenze, accettando di allearsi con chi evidentemente non rispetta il rigore professionale e quella profonda discrezione a cui siamo tutti tenuti nelle diverse professioni, e qui credo ancora di più, accettando anche che il suo indiscusso leader si comporti esattamente allo stesso modo, prediligendo - ne sono vittima in primis - riunioni ombra e accordi occulti, appunto come nei momenti bui della storia del nostro Paese. Viene il dubbio, a questo punto, che il leader crei imbarazzo anche in Rete Civica stessa, quantomeno al collega Bertin. Noi, collega, le vogliamo dire che la sosterremo se lei vorrà ancora dedicarsi a battaglie per l'etica nelle istituzioni come ha fatto in passato, in un passato che a noi da fuori Palazzo era parso senz'altro più glorioso.
Presidente - Ringrazio la consigliera Pulz, perché assolutamente condivido il richiamo. È evidente che il richiamo fatto alla triste violazione della segretezza della privata corrispondenza era fatta a chi ha diffuso la mail e non ovviamente ai giornalisti e ai giornali, che hanno fatto semplicemente il loro dovere e il loro lavoro riportandolo. Ha chiesto la parola il collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Volevo rispondere al collega Sammaritani, che giustamente ha posto una questione molto importante: queste mail alla fine chi è che le ha messe in giro? Bene, io ho un sospetto. Sospetto dell'hacker delle sardine. Io penso che qualcuno abbia riportato erroneamente o volutamente quel messaggio. Prendo spunto dalla conferenza stampa della Giunta regionale in cui è stato posto un particolare e importante problema di sicurezza, sul quale chiedo al presidente Fosson di indagare quanto prima, sul lato del messaggio delle sardine. Dall'altro lato, Presidente, anche lei controlli la parte di sicurezza del Consiglio, perché temo che ci sia qualcuno che sta facendo il furbetto. Una volta erano delle manine, adesso abbiamo gli hacker: spero che non siano russi, perché non vorrei prendermi delle colpe che non ho. Questo lo dico a beneficio di tutti.
Solo alcune piccole considerazioni, perché l'intervento della collega Minelli mi ha, devo dire, molto ispirato. Soprattutto voglio complimentarmi con lei, che da stampella è diventato baluardo della maggioranza, perché non sentiamo altre difese e mi stupisce, sinceramente, che dai banchi della maggioranza nessuno dica nulla. O meglio, l'avete detto voi, quindi forse siete l'unica maggioranza che ancora c'è.
Quello che sinceramente mi lascia abbastanza stupito è il fatto che tempo fa noi abbiamo assistito in quest'aula a delle accuse nei confronti di un consigliere che faceva la sua scelta e lasciava giustamente questa maggioranza, ma qualcuno parlò di, "Leoaltà". Io penso che qui oggi noi abbiamo qualcosa di più! E non è un semplice cittadino che scrive, collega Minelli, perché altrimenti mi chiedo: colleghi presidenti di Commissione, quante mail da semplici cittadini ricevete per porre delle considerazioni, anche delle giuste questioni sui progetti di legge che si stanno discutendo? Non penso di aver bisogno di hacker per sapere che non sono moltissime e per sapere che ci sono mail e mail. Poi, per carità, sono d'accordissimo con tutti e anche con il richiamo della Presidente sulla sul fatto che c'è la privacy e comunque la corrispondenza deve essere tutelata, però è un dato di fatto. Ci sono delle questioni che, ripeto, non fossero state trattate in altra maniera quando c'erano dei sospetti o delle amicizie, bene oggi ce l'abbiamo scritte nero su bianco e questo deve far porre l'attenzione su un altro fatto: non siamo noi ad avere inserito i tutor nel linguaggio politico valdostano, non siamo noi ad avere indicato dei soggetti di questo tipo. Forse i nostri sospetti un po' erano fondati. Forse quando ci siamo chiesti in che modo questi soggetti avrebbero interagito con gli assessori, abbiamo dimenticato di pensare di come questi soggetti avrebbero interagito anche con i presidenti di Commissione.
Non voglio dilungarmi, perché poi sulla gestione dei progetti di legge penso che avremo ancora modo di discuterne. Ci sono percorsi preferenziali per le une e meno per le altre e forse su questo bisognerà discuterne, perché quando si fanno delle accuse sul fatto che non si voglia lavorare tutti insieme, io mi stupisco e mi chiedo sempre perché alla fine uno debba lavorare su quello che vuole qualcuno e non sull'oggettività dei fatti. Ci sono delle proposte di legge ferme, la modifica alla legge n. 6 ne è la dimostrazione, essendo lì da giugno, quella che oggi ci troviamo all'ordine del giorno, dopo aver seguito un percorso che è stato sicuramente innaturale. I bisogni della gente sono altri? Io penso di no, io penso che ci siano grossi problemi amministrativi che dovremmo affrontare tutti quanti e che però forse in nome di una ragion politica, che sicuramente non è citata dal sottoscritto, ma è portata avanti da altri, si sta influenzando le attività di questo Consiglio.
Présidente - A demandé la parole le collègue Bertin.
Bertin (RC-AC) - Intervengo su una vicenda francamente surreale: una comunicazione privata, che tale doveva rimanere ed è assolutamente inquietante che non lo sia più. Di questo stiamo parlando. Tutti riceviamo comunicazioni via e-mail di diverso tipo. Personalmente, diverso tempo fa ho fatto il presidente di una Commissione speciale post referendum, per ridefinire gli indirizzi e la gestione dei rifiuti. Ricevevo decine di e-mail, anche da funzionari e dirigenti della Regione, tra l'altro l'allora dirigente Mancuso (tutt'ora dirigente) e da altri. Ricevevo da tutte le parti delle e-mail, che cercavano in qualche modo di condizionare lo svolgimento di quella Commissione. Ma non sono le e-mail che condizionano e nessuno si fa condizionare da una e-mail: la presidente Morelli, da questo punto di vista, ne è stata l'esempio. Non sono le e-mail a creare dei condizionamenti. Nel merito poi, personalmente, ho votato quella audizione e ho anche chiesto più volte alla collega Pulz di poter audire nella sottocommissione il professor Pallante.
Sulle differenze di stile, di forma e di sostanza fra me ed Elio Riccarand non sto a intervenire, perché sono evidenti. Ma non è questo il problema. Qui stiamo facendo di una piccola polemichetta politica, perché non si sa di cos'altro polemizzare, una questione istituzionale che non esiste. Faccio l'esempio di prima, rispetto alle mail che ricevevo all'epoca. All'epoca, lei collega Rini era la Presidente e giustamente non è intervenuta, perché non c'era bisogno di intervenire. Oggi con questo intervento si passa un'ora e mezza a discutere su una polemichetta politica, che certamente si presta, ma che sta soltanto nell'ambito politico e lì dovrebbe rimanere, perché non ha altre conseguenze.
In questo periodo mi sono impegnato in silenzio a portare avanti una riforma del sistema di governo di questa regione, perché credo sia utile alla Valle e avremo tempo di discuterne. Ne abbiamo già discusso da un anno a questa parte in questo Consiglio, perché questa riforma, come altre, è necessaria a questa regione e questa legislatura ha senso se introduce delle riforme come questa in altri settori. Da questo punto di vista voglio essere chiaro. Abbiamo approvato tempo fa una legge elettorale per la preferenza unica e per la conferma dello spoglio centralizzato, una riforma strutturale importante per la selezione del personale politico. Sento che questa è da più parti commentata non positivamente. Mi auguro che nessuno voglia tornare indietro su questa riforma. Ve lo ripeto, qui si deve andare avanti nel cambiare le cose, per dare la possibilità a questa regione di uscire da una palude nella quale siamo finiti e nella quale gli alligatori hanno trovato il loro habitat naturale. Cambiare le regole non è sufficiente per creare stabilità o altro, ma è fondamentale per dare l'occasione a questa regione per uscire da questa situazione. Questo deve essere l'atteggiamento con il quale bisogna discutere e approvare una riforma del sistema di governo di questa regione.
Presidente - Grazie, collega Bertin. Prendo atto del richiamo che lei mi ha fatto, che però gentilmente le rispedisco fermamente al mittente. Innanzitutto, se lei all'epoca ha ricevuto delle pressioni da dei dirigenti io lo apprendo ora: è un fatto altrettanto grave, se non forse ancora più grave, perché se le pressioni vengono da organi interni e addirittura da dei dirigenti regionali doveva farlo presente; non lo ha fatto e quindi non siamo intervenuti. Se a lei pare normale leggere sui giornali ciò che abbiamo letto in questi giorni, a me no! Mi pare che tutta questa vicenda abbia, per le diverse ragioni che ho già specificato, mortificato le istituzioni e, al di là dell'appartenenza o meno a una maggioranza, il Presidente del Consiglio è chiamato, innanzitutto, alla tutela e al dovere di tutelare e difendere l'istituzione che oggi rappresento. Quindi con fermezza io riaffermo quanto ho detto, ne sono estremamente convinta e invito tutti, per le diverse ragioni che abbiamo e che ho sottolineato anche nel mio intervento, a rispettare il luogo e l'istituzione, soprattutto, che tutti noi rappresentiamo. Se all'epoca ci sono state queste pressioni, ha fatto male a non evidenziarle pubblicamente.
Poi, colleghi, credo di aver lasciato un ampio spazio a questo dibattito. Cerchiamo di trovare una sintesi e procedere per andare avanti con l'ordine del giorno. Collega Bertin, prego.
Bertin (RC-AC) - Presidente, all'epoca era un po' distratta, poiché queste polemiche sono state pubbliche, con comunicazioni pubbliche che sono finite su tutti i giornali, ma evidentemente non condizionano l'attività di una commissione. Tutte le comunicazioni che si ricevono vengono prese in considerazione, ma niente sul piano istituzionale ha degli effetti e, da questo punto di vista, credo che si metta anche in imbarazzo chi dirige e gestisce le commissioni, quando si fanno interventi di questo genere. Nessun condizionamento ha avuto in qualche modo effetto all'epoca, come non ne ha oggi.
Presidente - Tra i tanti difetti che ho, non ho quello della distrazione, quindi la invito veramente a rinfrescarmi la memoria, non solo a me, e a produrre gli atti di questa ingerenza da parte dei dirigenti, perché a memoria non ne ricordo. Una cosa sono le e-mail con cui dei dirigenti esprimono legittimamente delle posizioni sugli atti che si propongono e che sono all'esame delle Commissioni e altra cosa è quello che è accaduto. Qui credo che la polemica possa chiudersi, ma sarà mia premura andare a vedere quanto accaduto e paragonarlo alla vicenda odierna.
Prego, collega Manfrin, e poi cerchiamo davvero di chiudere questo punto e andare avanti.
Manfrin (LEGA VDA) - Sono stato tirato in causa e mi risulta necessario dover precisare alcune cose. Innanzitutto, ringrazio il collega Bertin, che presto fornirà, spero a tutti quanti, l'identità e le comunicazioni con le quali è stato oggetto di pressioni, così avremo modo di approfondire e apprendere chi ha perpetrato queste condotte e così almeno avremo anche modo discutere di questo atto prevaricatore nei suoi confronti e nei confronti di tutto questo Consiglio e delle nostre istituzioni e metteremo al corrente anche i cittadini. Finalmente faremo chiarezza e ringrazio per questo anche il Presidente, che ha preso l'impegno di approfondire.
Io sono stato citato dalla collega Minelli: la ringrazio particolarmente e comincio dalla fine. Lei giustamente chiede rispetto per delle norme costituzionalmente previste, relative alla violazione della corrispondenza. Io non posso che darle ragione, collega Minelli. Pensi un po' che ci sono persone che hanno letto dai giornali di essere oggetto di un provvedimento disciplinare del proprio ordine: lo hanno letto dai giornali, non dalle comunicazioni che sono arrivate. Quindi, pensi quanto posso essere d'accordo io con lei. Però ho visto che tanti su questa cosa qui ci ha fatto la scarpetta e non si è lamentato nessuno, a parte il sottoscritto, quindi evidentemente forse il rispetto della corrispondenza privata dovrebbe essere in tutti i casi e rivolta a tutte le persone. Condivido la sua richiesta segretezza e mi auguro che venga poi applicata a tutti quanti.
Il punto però è questo, collega Minelli. Lei ci ha detto che molti consiglieri in quest'aula la utilizzano come una vetrina. Lei ha perfettamente ragione, gliene do atto, effettivamente succede spesso. Succede anche, pensi un po', che delle persone o dei commissari o dei tutor, come li vuole chiamare, non eletti, utilizzino quest'aula invece per affermare le proprie teorie che propinano da anni inascoltate: trovano un partito che ha lo zero virgola e, grazie a questo e a delle fortunate coincidenze relative ad arresti, decadenze, dimissioni e tremblements vari di una maggioranza, utilizzano quest'aula per vedere riconosciute le proprie teorie, che peraltro sono ampiamente minoritarie all'interno di questa regione, perché le ricordo che il suo simpatico cronoprogramma è dettato da una forza che non ha avuto, ma nemmeno in maniera relativa, una maggioranza all'interno di questo Consiglio, però quelle che dite voi e quelle che dice lei soprattutto, collega Minelli, sono le priorità dei valdostani. Lo avete deciso voi e lo ha deciso lei, non chiaramente la maggioranza di questi consiglieri. Quindi, consideri sempre questo quando ritiene che qualcuno utilizzi questa assemblea per soddisfare il proprio ego.
Poi ci ha detto, collega Minelli, che questa mail è una comunicazione inerente a fatti personali. Io la ringrazio, collega Minelli, per averci spiegato - non avevamo certo dubbi, ma ce lo ha confermato una volta di più - che questa legge elettorale è un fatto privato tra la collega Morelli e il signor Riccarand. Questo è un vostro fatto privato, io me ne rendo conto, lo comprendo. Il problema è che noi lo stiamo affermando da tanto tempo e lei invece cerca di dirci che questa è una priorità dei valdostani. No, è una volta questione privata, quindi risolvetevela privatamente senza tirare in causa il Consiglio regionale.
Chiudo con una questione molto più politica, visto che lo abbiamo fatto. Io sono andato a rivedermi sia il cronoprogramma, sia quelli che sono i vari tutor con le deleghe. Le dicevo prima che il bluff è caduto. Voi avete minacciato troppe volte, ormai, senza poi portare a termine la minaccia. Io mi aspettavo che magari qualche piccolo scivolone, qualche piccolo sgambetto lo avreste fatto in quest'aula e invece non lo avete fatto, avete solo minacciato di staccare la spina e poi, invece, vi siete rivelati per quello che siete, ovvero dei pavidi detentori di poltrone che minacciano per vedere realizzati i propri interessi, ma che poi alla fine la minaccia non riescono a metterla in pratica, perché hanno paura di perdere quello che hanno faticosamente guadagnato nella lotteria delle elezioni. Allora mi sono fatto una domanda - collega Minelli, lo avete detto voi, lo avete detto con grande trasparenza e per questo la ringrazio - e sono andato a vedere le varie deleghe che vi siete ripartiti fra le riforme, fra i tutor, eccetera e leggo che Elio Riccarand che è responsabile del pacchetto ferrovie. Potrebbe spiegare a quest'aula esattamene e nello specifico come la legge elettorale di questa regione rientri nel pacchetto ferrovie?
Presidente - Collega Spelgatti, prego.
Spelgatti (LEGA VDA) - Collega Minelli, colgo con molto piacere l'invito che ha rivolto sostanzialmente alla Lega e all'opposizione - ma la sua fissazione è la Lega - di andare a fare training autogeno: io tutte le mattine mi alzo tra le 5:00 e le 5:30 e faccio meditazione. Invito anche lei, perché, sa, è una disciplina interiore molto importante, molto bella: invito tutti ad andare a fare più meditazione. Lei parla di training, io parlo di meditazione: va benissimo! Lei dice: "si vede che non funziona", invece funziona benissimo, le assicuro. Tanto che lei è riuscita a ribaltare la gravità di tutto quello che è accaduto - lei e il suo collega Bertin - sostanzialmente dicendo: "è l'opposizione che sta bloccando il Consiglio, perché si tira fuori un argomento di così poco conto, così minimo e sono loro che cercano di apparire". Solito concetto: quelli della Lega sono fascisti, populisti, razzisti, cattivi, eccetera. Non lo ha detto questa volta, ma lo dice ogni santa volta. Stesso concetto per le sardine, queste fantomatiche sardine che vanno a...
Presidente - Colleghi, per cortesia!
Spelgatti (LEGA VDA) - ... che vanno sostanzialmente in piazza per fare che cosa non si sa, ma per manifestare contro l'opposizione: non si è mai vista una cosa del genere! Ma pur di dare contro la Lega, che è all'opposizione, si va contro! Fantastico: veramente l'apoteosi del nulla!
Detto questo, la domanda che non le pone la Lega, ma le pongono i valdostani - al governo ci siete voi - è: diteci una cosa che avete fatto voi da quando siete al governo. È passato oltre un anno e non state facendo assolutamente niente. Non è un problema di che cosa fa l'opposizione. L'opposizione fa una quantità enorme di iniziative consiliari e quant'altro: lo sappiamo benissimo, tanto che i Consigli rimangono bloccati, noi non riusciamo a portare avanti tutte le iniziative che vogliamo e ci conteniamo nel numero delle iniziative da portare, perché tanto gli oggetti dell'ordine del giorno non siete in grado di smaltirli in nessun Consiglio, ci portiamo avanti le iniziative per mesi.
La domanda è: cosa state facendo voi per i valdostani? La Valle d'Aosta è bloccata. La Valle d'Aosta è sotto scacco. Ma, come dite voi, che importanza ha?! Sono soltanto mail tra privati cittadini! Un privato cittadino, poverino, che si impegna e che dà il suo contributo sulla legge elettorale, caspita! Un partito che non conta nulla, non rappresenta se non un'unghia degli elettori valdostani, che sta tenendo sotto scacco tutta la Valle d'Aosta, con un personaggio che sta tenendo sotto scacco tutto il Consiglio e tutta la Valle d'Aosta.
Io mi chiedo: ma lo scatto d'orgoglio! Non per gli eletti qua, perché ormai capisco che la paura di non essere rieletti la fa da padrone. Ma io mi chiedo: i movimenti che ci sono dietro - non parlo del suo movimento, perché a un certo punto non riesco a capire la logica del tutto - come l'Union Valdôtaine che ha fatto la storia della Valle d'Aosta, l'UVP che comunque una sua parte di storia l'ha fatta, le basi dietro, i movimenti non si rendono conto che grazie agli eletti qui e a tutte queste situazioni non contano più un accidente di niente? Che i movimenti sono portati alla distruzione? Che le basi dei vostri movimenti da voi eletti sono portati letteralmente alla distruzione? Che i valdostani di tutto questo se ne rendono conto e ve ne chiederanno conto? Se non ce la fate voi - un moto di orgoglio vostro per dire: no, così non è possibile, così non è accettabile - ma davvero i vostri movimenti comunque una dignità e una parte di storia importantissima in questa Valle d'Aosta l'hanno fatta! Dovrebbero avercelo ancora questo ruolo, ma niente, tutto tace! È una questione tra privati cittadini: ma che importanza ha?
Sentiamo il collega Bertin che dice: "questa cosa è la cosa più importante, fare questa riforma elettorale per dare stabilita!". Ci prendete in giro, prendete in giro tutti, lo sapete benissimo. Noi siamo quelli che forse potrebbero avere più interesse a cambiare le regole del gioco, ma non ce l'abbiamo e sapete perché? Perché non è cambiando le regole del gioco che si cambia il tutto. È cambiando la classe politica. È cambiando questo tipo di personaggi che hanno governato la Valle d'Aosta pensando sempre, solo ed esclusivamente al tornaconto elettorale, che non hanno mai fatto vera politica occupandosi della polis, occupandosi della cittadinanza, occupandosi dei beni dei cittadini, che dicono una cosa e ne fanno un'altra, che non hanno nessuna coerenza. Fino a quando i valdostani, i quali comunque hanno la loro responsabilità in tutto questo, perché hanno permesso che venissero sempre elette queste persone, non decideranno di cambiare e di eleggere persone nuove a tutti i livelli - non si sa chi saranno, ma non ha importanza; ci deve essere un ricambio - fino a quando non ci sarà un ricambio, fino a quando non ci sarà dignità dell'essere umano e della politica, le cose in Valle d'Aosta non cambieranno mai.
Presidente - Concluda, collega.
Spelgatti (LEGA VDA) - Possiamo cambiare tutte le regole del gioco, ma non cambierà mai nulla. Saranno i valdostani a dover decidere. Quando i valdostani decideranno di cambiare e di eleggere persone nuove, forze nuove e cose nuove, allora a questo punto le cose in Valle d'Aosta potranno cambiare.
Presidente - Ha chiesto la parola la collega Morelli.
Morelli (AV) - Capisco che l'occasione per la minoranza sia ghiotta, però ritengo che forse abbiamo sottratto tempo sufficiente al dibattito in Consiglio regionale. Era giusto dedicare del tempo a una questione che è diventata di dominio pubblico e sulla quale vorrei esprimere il mio punto di vista in quanto persona interessata direttamente: il mio intervento sarà finalizzato a fare un minimo di chiarezza.
Intanto rilevo che l'organo di informazione che ha pubblicato, anzi, non ha pubblicato, ma ha fatto riferimento alla corrispondenza in questione, lo ha fatto due settimane dopo che questa corrispondenza si è verificata. Nel frattempo, in due settimane in politica succedono molte cose e possono cambiare molte cose. Cela dit, il 13 novembre io ho ricevuto una mail privata - come è stato ricordato, non istituzionale - da Elio Riccarand, che è rappresentante politico del gruppo di Rete Civica, nella quale venivo in pratica accusata di non procedere in I Commissione sulla riforma istituzionale secondo quelli che erano gli accordi di maggioranza. Ora, io faccio parte di una maggioranza, ho sottoscritto degli accordi legittimi che sono tutt'altro che segreti, sono talmente pubblici e conosciuti che anche oggi credo siano stati ricordati urbi et orbi. A questi accordi politicamente, per quanto mi riguarda, cerco di attenermi. Se sottoscrivo un documento, sia esso un accordo o una legge, di solito cerco di agire di conseguenza. Dopodiché però sono anche presidente della I Commissione e, anche al di fuori di quello che è strettamente il mio ruolo istituzionale, cerco, sicuramente in modo imperfetto, di avere comportamenti ispirati dal rispetto che provo nei confronti delle istituzioni. Quindi ho risposto in un certo modo e poi leggerò integralmente la mia mail. Ho anche condiviso la mia risposta con alcuni colleghi con cui mi sono confrontata.
Devo dire onestamente che il tono veemente della mail ricevuta mi ha un po' infastidita e avrei potuto rispondere con la stessa veemenza, ma non mi sono sentita minimamente minacciata o messa sotto pressione: io credo che di ingerenze politiche da parte di tutor, personaggi esterni, eminenze grigie, fantasmi, credo che all'interno di quest'aula molti potrebbero dare buona testimonianza. Ma non sono esattamente alle prime armi. Gli anni passati in Consiglio regionale mi hanno insegnato qualcosa, anche magari a non reagire alle provocazioni all'interno dell'aula e ho preferito rispondere con tutta calma, col mio tono mellifluo e anche, se possibile, con un pizzico di ironia.
Se la mia risposta è stata democraticamente brutta, come sostiene ADU, me ne farò una ragione. Sono disponibile a prendere lezione da quasi tutti ma non da chi, come ADU, per essere eletto in Consiglio regionale e percepire i contributi ai gruppi consigliari ha adottato escamotage politici al limite del buon gusto democratico. Niente di personale, collega Pulz, tutto di politico.
Procedo alla lettura della mia mail. "Caro Elio, la tua mail mi ha sconcertato per il tono accusatorio, ma penso sia il frutto dell'interpretazione del combinato disposto tra le dichiarazioni del presidente di ALPE riportate dalla stampa e l'audizione di Pallante, audizione richiesta dalla consigliera Pulz ben prima dell'inizio dei lavori della sottocommissione" - ha detto fine settembre, ricordavo bene - "deliberata dalla commissione e non dalla presidente un mese fa e che va semplicemente nella direzione di ampliare il confronto su un tema che riteniamo tutti molto importante e su cui legittimamente non tutti hanno le tue granitiche certezze. Il professor Pallante ha dato la disponibilità per il 29 novembre e non penso che sarà la sua audizione che cambierà il posizionamento politico - e sottolineo politico - che come maggioranza avremo maturato per quella data. Anzi, la solidità di questa maggioranza si misurerà proprio sul fatto che, se abbiamo assunto una posizione, la manterremo, nonostante le teorie di Pallante, e al contempo non presteremo il fianco alle accuse di Pulz, Gerandin o Cognetta di non voler audire chi non la pensa come noi". Pulz, Gerandin o Cognetta non li ho citati a caso: sono citati nella mail di Riccarand e quindi io rispondo per le tre persone in questione. "Ti ricordo, a onor del vero, che anche il professor Palermo ha espresso molte perplessità sull'elezione diretta del governatore nella nostra regione. Sappiamo bene di aver sottoscritto un accordo che prevede una data di scadenza che, se non viene rispettata, comporta l'abbandono del progetto e, forse, in certe occasioni anche a noi verrebbe da ricordarlo a voi, ma sembra che a voi e ai vostri consiglieri siano concesse libertà di espressione che per noi diventano occasione di reprimenda. In caso di accordo, consapevole del carico di lavoro che caratterizza gli ultimi mesi dell'anno e della complessità dell'argomento, io avevo proposto febbraio 2020, ma non è stato accettato e ne ho preso atto. Adesso ci ritroviamo compressi tra audizioni del bilancio, petizioni, discariche e chi più ne ha più ne metta, ma faremo ciò che dobbiamo fare. In caso contrario non sarà colpa né di Pulz né di Pallante. Ti posso assicurare che in tutto questo non vi è nessuna strategia complottistica di ALPE o mia, ma penso che se una maggioranza ha preso delle decisioni deve essere in grado di sostenerle, altrimenti è un problema. Nel frattempo, ho convocato la Commissione per martedì prossimo, incuneata tra un'audizione del bilancio e una audizione sulla discarica di Issogne. Quanto a quella che definisci 'l'intensa collaborazione con Pulz', non è nient'altro che correttezza" - non cortesia come qualcuno ha detto; non si tratta di cortesia, si tratta di correttezza - "verso una collega di opposizione che mi sento di dover garantire, avendo fatto io dieci anni in minoranza. Probabilmente voi avete ragione di ostilità nei suoi confronti, con cui io non ho niente a che fare. Invito a non giungere a conclusioni affrettate e ti saluto".
In conclusione, lasciatemi dire che la mail di Riccarand non ha in alcun modo inficiato i lavori della Commissione. Credo che gli avvenimenti parlino chiaro. Le cose rispetto alla legge sul presidenzialismo sapete come sono andate. L'audizione del professor Pallante si è svolta regolarmente come previsto ed è stata seguita con grande attenzione dalla sottoscritta, ma credo da tutta la Commissione.
Dalle ore 10:48 assume la Presidenza il vicepresidente Farcoz.
Farcoz (Président) - Collègue Morelli, je vous invite à conclure, merci.
Morelli (AV) - Oui, Presidént. In conclusione, ringrazio la presidente Rini che per scrupolo istituzionale si è sentita in dovere di stigmatizzare quella che ha valutato essere un'ingerenza indebita. In conclusione, ricordo che quella corrispondenza, come è già stato sollevato da molti colleghi, non era ufficiale ma privata e, come è già stato ricordato, ribadisco che la riservatezza della corrispondenza è un diritto costituzionale penalmente perseguibile. In questo senso, personalmente, io intendo andare a fondo.
Per quanto riguarda nel merito la riforma istituzionale, il deposito delle due proposte di legge, quella di maggioranza e Gruppo Movimento 5 Stelle e quella di una parte dell'opposizione, fanno partire l'iter di analisi in Commissione, che sarà sicuramente un iter corretto e completo, anche perché - tranquillizzo i miei detrattori che evidentemente mi considerano una signora fragile - non sono sola: in Commissione siamo in 11 e tutti i vari gruppi sono rappresentati, sempre che poi tutti vogliano partecipare e non si limitino a fare i testimoni oculari.
Président - La parole à la collègue Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Intervengo solo per una brevissima precisazione, perché mi dispiacciono queste parole riguardo al gruppo ADU. Volevo ricordare a tutti che noi ci siamo costituiti a gennaio, abbiamo fondato un gruppo politico in tre e poi i due colleghi Bertin e Minelli ne sono usciti immediatamente. Così sono andati i fatti.
Noi riteniamo anche che la politica debba avere il coraggio di usufruire dei finanziamenti pubblici, coraggio che come Impegno Civico il capogruppo non aveva dimostrato, perché noi non siamo ricchi come molti altri partiti tradizionali. La stessa collega, molto gentilmente devo dire, mi ha anche raccontato dei problemi che poi avete avuto con la Corte dei Conti. A noi non fa piacere assumerci responsabilità che potrebbero rivelarsi anche problematiche un domani, ma lo facciamo perché la politica - qui voglio parafrasare Voltaire - è cosa troppo seria per lasciarla nelle mani dei dinosauri.
Presidente - La collega Morelli chiede la parola. Per fatto personale?
Morelli (AV) - No, credo di poter intervenire, altri sono intervenuti tante volte. Volevo semplicemente rispondere alla collega Pulz e lo faccio in un modo che sicuramente lei, da donna di cultura, capirà perfettamente. Excusatio non petita, accusatio manifesta.
Président - La parole au collègue Cognetta.
Cognetta (MOUV') - Io volevo semplicemente ringraziare l'ex collega Riccarand per avermi citato nella e-mail come un soggetto da tenere d'occhio. Credo che abbia ragione, lo dimostra tutta quanta la mia storia politica. Non so se questo augurio, questo ringraziamento vale anche per il collega Gerandin (magari lo dice) e quindi sono certo che nel prosieguo dei lavori avremo ancora modo di rinforzare quanto detto dall'ex collega Riccarand. Io mi impegnerò molto al fine di rendere edotta tutta l'aula di questo passaggio.