Objet du Conseil n. 1133 du 21 novembre 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 1133/XV - Interrogazione: "Interventi a sostegno del settore del commercio" e interpellanza: "Individuazione di un programma per valorizzare e garantire condizioni di sviluppo al settore del commercio".
Rini (Presidente) - Passiamo al punto n. 40, che viene discusso insieme al punto n. 5 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola al vicepresidente Distort.
Distort (LEGA VDA) - Tutto è bene quel che finisce bene, abbiamo chiarito la discussione congiunta dei due punti uniti da analogia di tema.
Il commercio è quello che unisce entrambi i punti e, purtroppo, una nota dolente è relativa a una situazione di forte criticità esattamente di questo settore. Sia la mia interpellanza che l'interrogazione del collega Restano partono da fatti di cronaca, quindi una lettura di quanto viene messo in evidenza dalla stampa, in particolare un articolo uscito in data 6 novembre 2019 avente per titolo: "Il commercio è in ginocchio, chiuse in estate nove attività. Confcommercio, annus horribilis". Posso chiedere un po' di attenzione?
Presidente - Chiedo un po' di attenzione e anche di silenzio.
... anche perché è un tema che chiaramente non riguarda me, non riguarda singolarmente ognuno di noi ma solidalmente un'intera comunità e soprattutto un settore che è traino per storia, per eccellenza: il settore del commercio ed è bene che questo settore assolutamente oggi possa godere di tutta la nostra attenzione. L'articolo citava che, in base ai dati della Chambre Valdôtaine che si riferiscono al terzo trimestre, il saldo tra attività che aprono e chiudono è comunque attivo ma di tutti i settori, mentre preoccupazioni arrivano da un settore in particolare: il commercio, che fa segnare un valore negativo di nove imprese, quindi nove aziende che hanno chiuso alla diagnosi del terzo trimestre, quindi il 30 settembre. Viene da dire: sinceramente, siccome i numeri sono dati oggettivi, nove attività sicuramente sono nove tragedie, nove drammi ma non voglio fare leva su questo ma quello che voglio sottolineare è che nove attività commerciali che si chiudono al 30 settembre vuol dire nove disastri perché qualunque attività commerciale, se proprio deve chiudere, ma proprio costretta a chiudere, chiuderà al 31 dicembre. Un'attività commerciale per forza di cose aspetta questo periodo che inizia dai prossimi giorni come il salvagente, la boa di salvataggio. Pensare quindi che ci siano delle attività, nove attività, che in tronco hanno chiuso al 30 settembre vuol dire che la situazione è un segnale di grande sofferenza: questo lo vorrei mettere in evidenza. Tant'è che il Presidente di Confcommercio, Dominidiato, esprime: "l'inequivocabile conferma di un declino ci porterà alla desertificazione dei centri storici e dei Paesi e per questo siamo preoccupatissimi con il rischio di una disocializzazione che provocherà la continua cessazione dell'attività di prossimità ".
Ecco l'altro grande elemento perché dietro questa chiusura, oltre alla situazione tragica di un settore, una situazione tragica per gli esercenti che hanno chiuso e quelli che si trovano in difficoltà, c'è tutto un mondo legato ed è il disegno di società: che società vogliamo disegnare, per quale società noi vogliamo lavorare. Il nostro progetto di società è quello delle attività di prossimità o quello dei centri commerciali? Dobbiamo decidere. Con questa interpellanza io non entro in merito, non pongo dei giudizi ma sicuramente metto in evidenza il fatto che c'è una situazione, una criticità ed è una criticità legata a tutta una serie di elementi correlati perché il commercio rappresenta l'anima vitale di una società.
Altro punto di introduzione dell'interpellanza è quanto riferito dal Presidente dell'Associazione Viale Conte Crotti Girardini, sempre citato sull'articolo, secondo il quale manca ancora molto per uscire dal guado: "Aosta città vive di riflesso rispetto al turismo della regione ma non ha una sua identità. L'area megalitica, ad esempio, è morta prima di nascere, la città è un gioiello romano che se fosse in Francia, sarebbe a tutt'altro livello". Ecco, anche qui non ho bisogno di mettermi a fare commenti perché ci arriviamo tutti quanti, ma permettetemi di rafforzare il tema, il legame tra il commercio e il turismo. Girardini ha espresso con una capacità che è alla cronaca, agli onori di cronaca, trasformando un'area che non aveva così tanto una vocazione commerciale in un esempio che funziona, ma non voglio chiaramente portare all'attenzione di questo Consiglio un noto imprenditore valdostano ma il fatto che ponga di fronte a un'intervista il legame immediato al turismo, vuol dire che un imprenditore del suo livello ha chiaro un legame tra l'ambito commerciale e l'ambito turistico. Questo concetto di far rete che questo, insieme ad altri elementi, sono la chiave di lettura che permette l'individuazione di un piano per il governo della Regione.
Concludo tenuto conto che il ruolo di una sana Amministrazione consiste nell'individuare programmi e strategie adeguate per garantire le condizioni di sviluppo di medio e lungo periodo, interpelliamo il Governo regionale - perché l'iniziativa è firmata da me e dal collega Lucianaz, chiaramente insieme all'intendimento del collega Restano - per conoscere: domanda n. 1, "quali confronti sono stati avviati, a oggi, con le categorie interessate"; domanda n. 2, "quali sono le iniziative in atto"; domanda n. 3: "con quale programma intende procedere nella definizione di una strategia generale che garantisca le condizioni per valorizzare il settore e creare meccanismi di sviluppo"; domanda n. 4: "quali sono gli ulteriori intendimenti in merito, per garantirne l'efficacia e con quali tempi si intendono rendere pubblici". Grazie per l'attenzione. Rimango in ascolto della risposta.
Presidente - La parola all'assessore Viérin Laurent.
Viérin (AV) - Ringrazio i colleghi per queste due iniziative perché portano in Aula un dibattito che da mesi noi abbiamo intavolato all'interno dei tavoli di lavoro, i tavoli del turismo del commercio, i tavoli anticrisi e ci dà la possibilità di condividere anche con i colleghi la diagnosi che parzialmente è stata ricostruita dal collega o dai colleghi riprendendo articoli ed enunciazioni, andando un po' più strutturalmente in un'analisi approfondita che in questi mesi è stata fatta per avere una radiografia precisa, condividendo che l'anima vitale di una società è il commercio insieme a tutto ciò che rappresenta il settore economico e che una comunità come la nostra, in tempi in cui non ha avuto turismo, non ha avuto crescita economica e non ha avuto commercio, ha purtroppo dovuto emigrare in tempi neanche troppo lontani anche se temporalmente rispetto a noi una generazione precedente. Allora mi permetterete, colleghi, e prenderò, unendo i tempi delle iniziative, un po' di tempo per dire che la crisi del settore che tocca la Valle d'Aosta si inserisce in una crisi che è leggermente più globale rispetto ad un'analisi di alcune imprese, che sono solo una ricaduta rispetto a un sistema che in questi ultimi anni - e non ce ne siamo accorti solo oggi e non soprattutto a seguito di iniziative, soprattutto glielo dico anche da imprenditore che fa commercio - vive sulla propria pelle assieme appunto alle categorie, a chi opera tutti i giorni quotidianamente con un'attività per cercare di rimediare ad una situazione che si è creata. A partire dal 2009 citerò dei dati perché vorrei condividerli puntualmente: in Italia dal settembre 2009 ad oggi 200 mila negozi di vicinato sono stati costretti a chiudere, le proporzioni sono anche facili da ricostruire, a dirlo sono le recentissime elaborazioni dell'Ufficio studi del CGIA di Mestre, l'Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, secondo cui a essere stati travolti dalla crisi sono stati 29.500 esercizi al dettaglio e 178.500 imprese artigiane. Questo lo dico anche perché nei vari settori a cui bisogna dedicare attenzione... non c'è solo un settore, ci sono diversi settori e questo è un settore di cui, purtroppo, non parliamo abbastanza spesso e ringrazio veramente i colleghi, lo dico sinceramente, perché siamo qui a parlare spesso di sostegno, di contributi, e poi c'è un mondo che ha regole diverse magari rispetto ad altri settori. In termini generali le cause del declino della rete distributiva... chiaramente la Valle d'Aosta non è esente da essere stata toccata da questi dati, i motivi che io cercherò di condividere con i colleghi sono: intanto la crisi economica che ha investito tutto il mondo e ha colpito anche l'Italia, sempre secondo questo organismo rispetto al 2007, anno pre-crisi, le famiglie italiane hanno ridotto di netto i consumi per un taglio complessivo pari a 21,5 miliardi di euro, è una cifra impressionante. La riduzione maggiore si è registrata nella zona del sud, dal 2007 al 2018 in queste zone la spesa in media è diminuita di 131 euro, quindi 1.572 euro all'anno, meno 131 euro, e per quelle settentrionali il taglio è stato di 78 euro al mese, 936 euro all'anno e per quelle del centro di 31 euro, quindi 372 euro all'anno. Primo contesto generale.
Secondo motivo: i principi europei. I principi europei della tutela della concorrenza, e non ne siamo stati esenti, hanno comportato un'introduzione, visto che lei hai citato la questione del grande e piccolo commercio al dettaglio, nell'ordinamento italiano di una disciplina di ampia liberalizzazione di tutto ciò che è appunto il commercio, eliminazione dei vincoli dell'esplicarsi dell'attività imprenditoriale nel settore commerciale. A tutela della concorrenza e della libertà di accesso al mercato quindi è stato fatto un divieto di porre contingenti, limiti territoriali, qualsiasi altra natura, abbiamo discusso in quest'Aula nelle scorse legislature, per esempio, della legge sulle grandes surfaces, vi ricordate, alcuni colleghi se lo ricordano, e ci siamo dovuti imbattere in certe regole della concorrenza non indifferenti. L'apertura in certe zone in Valle d'Aosta delle grandes surfaces ne sono un esempio. Anch'io non entro nel merito, come ha fatto lei, di difendere gli uni o gli altri ...sicuramente io, per esempio, sono per i piccoli commerci, per i commerci territoriali, per i piccoli Paesi in cui si devono mantenere le attività commerciali o la vecchia politica che diceva: una chiesa, una scuola e un commercio, assieme chiaramente al Municipio... era un po' quella politica territoriale di difesa del mantenimento del piccolo e soprattutto della montagna.
Niente limiti quindi, fatta eccezione per quelli connessi alla tutela della salute dei lavoratori, dei beni culturali, del territorio. Qui ci sono norme urbanistiche, ci tornerò, che potrebbero e che possono - nei tavoli di lavoro ne abbiamo parlato - andare a limitare, un po' come la questione degli alpeggi e del mercato dei titoli con un bando quadro sulle montagne, sugli alpeggi comunali siamo riusciti a evitare che arrivassero da fuori, anche se qualcuno era già arrivato, per rompere quegli schemi in modo non corretto.
Aggiungerei a questa cosa l'avvento dell'e-commerce, è stato ed è un mercato in espansione incredibile. Un valaisan non può ordinare su Amazon qualcosa, non esiste, c'è una politica di tutela del commercio che ha una sua logica e ci sono degli economisti, degli esperti che hanno studiato questa cosa. Questo è un esempio per dire che comunque l'e-commerce e quindi l'avvento di questi nuovi strumenti ha profondamente modificato la struttura dell'economia tradizionale, fenomeni dello sharing economy e delle e-commerce che si effettua via internet, quindi con una comodità... I ragazzini oggi a Milano mangiano a casa e fanno la spesa a casa con Amazon, hanno l'abbonamento per la fornitura gratuita di... tutto e tutto passa attraverso questo, ci sono nuove piattaforme che saranno ancora più stravolgenti, quindi internet, costi bassi, possibilità di contattare l'universo dei consumatori, piattaforme di diverso genere e struttura, dunque si sono insediate multinazionali, prezzi non sostenibili da parte delle nostre piccole e medie imprese, che hanno un affitto, che hanno le tasse.
Visto che si parla di finanziaria anche a livello nazionale, ci chiediamo come mai i Governi di tutti i colori, di tutte le connotazioni si insediano con programmi: "abbatteremo il costo del lavoro", ma un'azienda oggi con dieci dipendenti passa i 20 mila euro di costo di personale al mese, e non parliamo di aziende che hanno contratti di quadri o di livelli dirigenziali: parliamo di piccole e medie imprese che sono nel settore del commercio, nel settore alberghiero, nel settore dei nostri negozi. Io quindi aggiungerei: costo del personale, tasse e imposte, in primis quelle comunali, vogliamo parlarne visto che si parla di riforma degli Enti locali? Oggi si è veramente oppressi da queste tasse, anche quelle comunali, tra quelle sui rifiuti, l'IMU, uno paga le imposte su casa sua e sul proprio commercio... Alcune categorie sono esenti, per quello che dico che è giusto essere qui a parlare di tutte le categorie sempre. È quindi opportuno, a mio modesto parere, sottolineare che oggi la sfida, al di là delle azioni che vi diremo - e vi dirò che sono uscite dal tavolo "anticrisi": il cosiddetto "tavolo" che dura da anni, e vi ricorderò anche le cose che sono state fatte rispetto anche ad altre zone -, al di là delle azioni, la prima sopravvivenza del commercio di vicinato dipenderà anche dalla capacità degli imprenditori di essere in rete locale, tant'è che il primo bando GAL che il GAL ha messo fuori - adesso uscirà quello per l'Amministrazione - è stato sulla rete di imprese e ha avuto un grande successo, perché oggi la sinergia delle reti territoriali in ambito, ad esempio, dell'enogastronomia ma del commercio in generale avrà e può avere un grande successo per essere competitivi. Dico: acquisire piena conoscenza del mutamento delle condizioni strutturali, dei rapporti commerciali del fatto che in tale scenario chi può competere oggi è... qualità del prodotto del servizio, competenze in materia di marketing e tecnologia digitale e rete di imprese. Questa, secondo me, è una mia analisi e che abbiamo condiviso in questi mesi anche a livello interno all'Assessorato... potranno rendere competitivi, tant'è che nella finanziaria - e ne abbiamo parlato in commissione - al di là di andare sulle misure di sospensione dei mutui, con tutti i limiti che... è stato fatto per tanti anni, sapete che esistono dei problemi tecnici, ci è stato detto dai tecnici, quello che è stato introdotto è stato un sostegno alle imprese per intervenire lì sì a fondo perso con una percentuale sulla possibilità per le imprese di affidarsi a formazione, a miglioramento delle competenze e tutto ciò che è consulenza, piuttosto che miglioramento di una linea di impresa rispetto ai cambiamenti esistenti. Allora ciò che è stato fatto, tanto per non dimenticare visto che l'isola felice alla fine effettivamente c'era... gli interventi normativi per sette anni hanno sospeso il pagamento delle rate dei mutui, con finanziamento relativo, perché la sospensione della rata di un mutuo non fa rientrare rispetto ai fondi di rotazione. La legge n. 9 del 2016 è quella che ha introdotto l'allungamento del lasso temporale dei mutui con la riduzione dei tassi di interesse, abbiamo salvato aziende con quella norma in finanziaria del 2016 perché da 15 siamo passati a 20 anni, abbassando. Tante volte l'azienda non chiede di regalare niente ma la ristrutturazione del debito è qualcosa di molto importante perché allunga ciò che una situazione di crisi ha creato, tant'è che la ristrutturazione del debito messa in campo a fine anno del 2017 attraverso Finaosta con fondi Finaosta... 10 milioni di euro sono spariti in pochissimo tempo, altri più di 10... 15, mi correggerà il collega Testolin, sono stati dati a Finaosta e, purtroppo, sono ancora parzialmente fermi per dei problemi tecnici di utilizzo, però la ristrutturazione del debito ricordiamoci che è qualcosa di molto importante, che è uscito anche questo dai tavoli per dire che cosa si sta facendo e che cosa abbiamo fatto...
Voce fuori microfono.
... 22 milioni. Cosa succede quindi? Tu hai una situazione debitoria dell'azienda, hai una capacità di rientro, ti viene semplicemente allungato, vengono riviste le regole e non ti regalo niente ma ti evito di andare in insolvenza di rate che nelle situazioni esistono, quindi siamo andati sui più deboli e il secondo bando "pulirà" di nuovo, scusate il termine, quello...
Io aggiungo un elemento: io credo che nessuno abbia ancora avuto la possibilità di occuparsene, è una previsione che esiste da qualche anno e siamo anche orgogliosi di poter dire che è nata da un'iniziativa dell'epoca la norma sulla fiscalità: quella effettivamente è una norma che potrebbe dare delle levature fiscali differenziate per una zona territoriale di montagna, di confine magari, chiaramente di fronte a una compensazione con lo Stato. Per semplificare, lo Stato ci ha accettato questa norma di attuazione dicendo: "benissimo, a saldo, quindi ci vogliono risorse finanziarie", però questa è una delle questioni che il contenitore esiste e i cui contenuti sono da studiare, però è una delle azioni visto che sono state chieste in itinere. Quella dei piani di marketing e creazione di rete di imprese lo abbiamo detto, il collega Bertschy attraverso azioni sul FESR... sta lavorando con le sue competenze e con la sua parte di azione ad un'azione formativa e significativa rivolta alle imprese nell'ambito di competenze in materia di nuove tecnologie digitali nell'utilizzo di fondi assieme ad altre azioni che appunto all'interno dei tavoli... perché è un tavolo interassessorile dove chiaramente esistono i vari Assessorati competenti e tutte le categorie rappresentate con gli organismi, Chambre piuttosto che Confcommercio, ADAVA, tutti rappresentati in quel tavolo. Mi auguro che il pacchetto turismo in commissione - e mi rivolgo al presidente Barocco - abbia questa possibilità di vedere la luce, essendo stato delegato alla commissione, sicuramente una delle azioni è che la concorrenza sleale rappresentata dalle attività che non seguono i crismi che invece tutte le altre attività devono seguire... uno dei provvedimenti di legge del pacchetto turismo, mi riferisco a quello sugli affitti brevi, va sicuramente ad avere una fotografia chiara e a evitare che ci sia una concorrenza sleale perché una parte di commercio, perché commercio sono anche le attività ricettive, ha dovuto, bon gré mal gré, subire, come in altre regioni, questa cosa.
Per concludere quindi credo che l'attenzione sia veramente un'attenzione che è commisurata alla situazione, che fortunatamente i dati su alcune realtà, e sono stati citati, ed è vero... abbiamo avuto i dati del turismo, che però sono stati i migliori dal 2003 ad oggi, luglio-agosto, e stiamo aspettando anche i report puntuali dell'autunno ma c'è un trend in crescita: questo sta a significare che c'è una possibilità, poi io capisco che forse il Teatro romano se fosse a Roma o fosse a Parigi, avrebbe... ma mi sembra un po' minimizzare dei ragionamenti. Sull'area megalitica condivido, ci sono delle azioni, finalmente potremmo vedere i dinosauri, non sarà che una goccia di acqua nell'oceano, però veramente le assicuro, basti vedere l'ultimo numero con Cairo Editore, abbiamo cercato di fare uno sforzo per promuovere in termini di Valle d'Aosta, l'area megalitica ha una sua logica, il turismo culturale è stato in netta crescita. È chiaro che se andiamo nella Valle dei Re, per citare il collega Aggravi, che citava ieri alcuni report, e con 8 milioni di presenze su quest'anno si arriva a 10 milioni per l'anno prossimo... è chiaro che sono altri numeri. È stato però un turismo che per la primavera araba e per le bombe in Egitto ha avuto un azzeramento negli ultimi anni e si è ripreso un anno e mezzo fa. Questo per dire che la globalizzazione... lo ricorda spesso il presidente Cirio, all'epoca onorevole europeo, che la fortuna della sua famiglia, dei suoi nonni sono state le gelate in Turchia delle nocciole favorendo le nocciole di Alba. È che viviamo in un mondo in così rapido cambiamento che veramente noi dobbiamo attrezzarci e dobbiamo dare gli strumenti al settore commerciale e al settore ricettivo per avere gli strumenti di salvaguardia e questo non possiamo che farlo tutti assieme. Io condivido e prendo per buono quindi quello che voi avete trasformato dall'appello di una parte di categorie, che, ripeto, è rappresentata nei tavoli e che può portare iniziative. Noi non chiediamo che iniziative alle categorie, abbiamo parlato ieri dell'ADAVA, le iniziative arrivano, la Confcommercio fa le sue iniziative sul territorio, la Camera di commercio. Tra tutti io sono convinto, noi siamo convinti che ce la si può fare, chiaramente rete di imprese, sinergie e modello di sviluppo chiaro. Il turismo, con tutte le sue sfaccettature, è l'unica salvezza che questa comunità può avere e che prescinde da qualsiasi altro tipo di ragionamento economico perché se guardiamo i dati dell'economia valdostana in questi ultimi 10 anni, il PIL della nostra Regione è stato sorretto proprio da questo settore.
Presidente - Per la replica, la parola al vicepresidente Distort.
Distort (LEGA VDA) - Mi permetta di riprendere proprio il suo finale, la volontà di mettere in atto sinergie e di portare avanti un dialogo condiviso non solo tra tutte le associazioni di categoria ma anche - mi pare di aver capito - nell'ambito di forze politiche. Allora io, sotto questo punto di vista, voglio dirle, Assessore, che io so perfettamente di trovarmi di fronte a una persona che lei rappresenta che è un veterano nell'ambito dell'Amministrazione, non la prenda come captatio benevolentiae o come sviolinata, è ovvio è una constatazione, è un veterano nella politica e nell'Amministrazione, io posso dire di aver forse, se va bene, finito il CAR, quindi una recluta, però, se ben mi ricordo, il CAR, se gestito bene, forma molto bene ed è determinante per l'attività successiva del militare incorporato: le dico questo perché mi permetto di dare semplicemente delle indicazioni. Il suo discorso è assolutamente condivisibile, lei ha evidenziato le difficoltà di fronte a cui ci troviamo in questo periodo storico soprattutto nei confronti della globalizzazione, la grande sfida è saper essere competitivi, in che termini? Competitivi nei confronti, nell'ambito, nei meccanismi della globalizzazione, io non sono un commercialista, però ho dei grossissimi dubbi. Non è mettendosi nei meccanismi della globalizzazione, seguendo il criterio del miglior prodotto al miglior prezzo che risolveremo le cose, siamo morti in partenza. Chiaramente lo dobbiamo fare sotto tutt'altra linea, che è quella di lavorare sulle eccellenze e sull'identità nostra. Infatti mi conforta che la risposta venga da lei nelle cui competenze assessorili stanno i beni culturali, perché, secondo me, questo è un elemento fondamentale nel momento in cui farete... farete vuol dire anche farete nell'ambito delle discipline e delle competenze, significa mettere in atto quei meccanismi che permettono di attrarre la clientela sul nostro territorio perché se noi vendiamo insieme all'attività commerciale i nostri beni culturali, i nostri prodotti di filiera sulla produzione alimentare, sulla produzione artigianale, prodotti di filiera in cui crediamo profondamente, a questo punto noi, come Amministrazione, senza fare i commercialisti e senza sostituirci all'imprenditoria, facciamo in modo di attrarre persone sul territorio. Allora a questo punto le visite ai castelli non sono più beni che si scaricano da internet, si può scaricare una visita virtuale ma il fatto vero, concreto di andare ad assaporare la presenza presuppone l'essere appunto presenti. Quello che spetta alla politica quindi è mettere in moto tutti questi meccanismi perché, nel momento in cui si mettono in moto questi meccanismi e sono attratte le persone sul territorio, i commercianti, gli imprenditori sanno fare il loro lavoro.
Ben vengano le misure economico-assistenziali che sono state messe in atto: ben vengano perché in una situazione di difficoltà ci sono situazioni di misure urgenti, per cui assolutamente ci si trova in una necessità di sopravvivenza, ma la vision di una classe politica di governo deve andare oltre e deve riuscire a mettere in piedi quei temi che lei non metto in dubbio ha accennato ma qua bisogna lavorare profondamente sotto questo punto di vista. Le commissioni dovrebbero lavorare in pieno regime su questo, i rapporti con gli enti e con le categorie devono essere fortissimi, ma non solo quelle categorie commerciali ma anche con tutto il sistema. Noi cioè sopravviviamo nel momento in cui riusciamo a costruire un sistema virtuoso per la comunità Valle d'Aosta, per il prodotto Valle d'Aosta. È già avviato, è già avvenuto in altri casi ma bisogna pigiare sull'acceleratore, andare estremamente più a fondo.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Restano.
Restano (GM) - Ovviamente pare superfluo sottolineare che queste iniziative sono state presentate prima di avere in mano il bilancio e di leggere quanto lei ci ha detto sulle iniziative relative al turismo. Devo anche sottolineare che all'interno di questo Consiglio la classe dei commercianti ritengo sia anche ben rappresentata, sei-sette persone che hanno avuto a che fare con delle attività commerciali, e quindi si conoscono proprio nella pratica le problematiche e devo dire che chi ha parlato prima di me, il collega che ha illustrato l'interpellanza e poi l'Assessore di seguito, hanno toccato tutti i punti: dalla tassazione... e vorrei sottolineare che parte delle nostre tasse sugli immobili vanno a Roma, non rimangono qua in questo momento, quindi già ne versiamo parecchie. L'argomento della detassazione, per quanto riguarda le piccole attività, soprattutto nelle località di montagna, quindi è un argomento importante ma, senza fare perdere tanto tempo perché tanto è già stato detto, noi abbiamo una normativa datata 1999 che riguarda le attività commerciali dove si parla di medie e grandi strutture, di disposizioni di carattere urbanistico e degli strumenti per qualificare e sviluppare il tessuto imprenditoriale. Io suggerisco, nell'ambito degli incontri che ha annunciato l'Assessore che devono essersi sì continui durante tutto l'anno e non solo in occasione del bilancio, di sentire chi ha lanciato questo grido di allarme e di confrontarsi...
Presidente - Scusate, si fa fatica a seguire il collega...
... di prevedere una riforma della legge sul commercio, degli incentivi, e soprattutto delle interazioni che ci possono essere tra i Comuni di vario livello ma soprattutto quelli montani, l'Amministrazione regionale e i commercianti. Al di là di questo della formazione, della qualità ma soprattutto andando a toccare questo tipo di agevolazioni che sono quelle che vengono immediatamente percepite. Al riguardo delle competenze, vi posso dire che in Valle d'Aosta nel settore degli alimenti, che è quello che mi tocca principalmente, c'è un turnover di circa 800 attività annuali, facendo le debite proporzioni, circa il 16-18 percento sono quelle che riguardano il commercio degli alimenti. Il turnover quindi è molto elevato, questi sono dati di 4-5 anni fa, anche per le caratteristiche della nostra regione, perché tante persone si lanciano in attività senza la giusta formazione e quindi su questo dovremmo puntare e dovremmo prevedere in legge.